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Signori Azionisti,


l’emergenza sanitaria che ha segnato il 2020 ha determinato un cambiamento repentino dei comportamenti sociali, con effetti economici molto rilevanti per l’intera collettività.


Si è reso palese a tutti il valore e l’importanza di avere un accesso alla rete facile ed efficiente e quanto gli strumenti digitali siano oramai un fattore chiave per famiglie, imprese e pubblica amministrazione: una leva indispensabile sia per la gestione della quotidianità sia per il progresso economico e sociale del Paese.


Il Gruppo TIM ha gestito volumi di traffico dati che, nel giro di pochissimi giorni, sono raddoppiati: una crescita di questa portata e velocità non si era mai vista prima nella storia delle telecomunicazioni moderne. In momenti critici come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, le infrastrutture di comunicazione del Paese sono state sottoposte ad un banco di prova che ne ha verificato la capacità di resistere all’urto. Per il Gruppo TIM questo “stress test” ha dato esito assolutamente positivo.


Se in Italia si è potuto continuare a lavorare e studiare anche durante la fase più acuta della crisi, ciò è stato possibile anche grazie alle persone di TIM, impegnate quotidianamente a mantenere elevati standard di accesso alla rete e rispondere alle richieste di clienti e istituzioni locali e nazionali.


Insieme alla gestione di volumi di traffico senza precedenti, TIM è stata chiamata ad affrontare un'altra importante esigenza: quella delle famiglie e delle imprese ancora non raggiunte da una connessione a banda ultralarga fissa, circostanza che, in un momento di così intenso utilizzo collettivo e concomitante, avrebbe potuto determinare grandi difficoltà. Per sopperire a tutto ciò, in poco più di nove mesi è stata portata la banda ultralarga in oltre 3.250 comuni rendendone disponibile l’accesso a 5 milioni di cittadini.


Il lavoro per dotare tutte le famiglie italiane di una connessione ultraveloce sta proseguendo per chiudere finalmente il digital divide. Ci



preme sottolineare che quanto realizzato nel corso del 2020, in situazioni del tutto eccezionali, ha impresso una forte accelerazione al percorso di digitalizzazione del Paese, dimostrando sul campo che la combinazione di determinazione, professionalità e competenze tecniche può portare a raggiugere traguardi ambiziosi in tempi relativamente brevi.


Inoltre, nel corso del 2020 il Gruppo ha realizzato importanti progetti strategici, ciascuno espressione di un attento connubio tra realizzazione di infrastrutture abilitanti e nuovi servizi fondamentali per il progresso e lo sviluppo dell'Italia: FiberCop, nata per cablare in fibra ottica le aree "nere" e "grigie" del Paese; Noovle, per proporre alle imprese di tutte le dimensioni e alla Pubblica Amministrazione servizi cloud all’avanguardia; Inwit, per offrire la più grande ed efficiente rete di apparati trasmissivi in Italia; Olivetti, per rilanciare lo storico marchio e sviluppare l’Internet of Things da offrire a imprese di ogni dimensione e alla pubblica amministrazione; TIM Ventures, per contribuire, attraverso investimenti di venture capital, allo sviluppo delle nuove start-up tecnologiche in fase di crescita. Tutte operazioni frutto di un approccio innovativo, aperto a collaborazioni con altri primari attori del mercato, che condividono la stessa visione di TIM sulle opportunità che possono essere colte nel settore  digitale. L’accordo raggiunto con il fondo infrastrutturale KKR e Fastweb per dar vita a FiberCop, e le sue possibili evoluzioni (confermate e coerenti anche con la proposta di coinvestimento presentata all’inizio dell’anno corrente), ne rappresentano la più chiara rappresentazione.


Anche TIM Brasil è stata protagonista di operazioni basate su importanti alleanze, orientate a rafforzare il nostro ruolo e cogliere le opportunità di crescita nel più grande Paese del Sudamerica. TIM Brasil, insieme a Vivo e a Claro, nel corso dell’anno si è aggiudicata l’acquisto degli asset mobili di Oi, operazione che – una volta completata – permetterà un significativo rafforzamento industriale e commerciale di TIM nel Paese.


Il Gruppo ha inoltre messo al centro del proprio piano strategico gli obiettivi ESG, li ha anche inclusi nelle politiche di remunerazione delle sue persone, fissando importanti target di sostenibilità ambientale e sociale per il prossimo decennio.




Sul piano ambientale, sono state avviate iniziative di efficientamento energetico e di ricorso crescente a fonti di energia rinnovabile. Tutte le società del Gruppo hanno orientato i loro processi e l’innovazione della loro offerta a criteri di sostenibilità, proponendo soluzioni che generano maggiore efficienza e migliori ripercussioni sulla collettività in termini ambientali e di minore spreco di risorse. Ne sono un esempio: la linea di prodotti con marchio TIM Green; i servizi cloud di Noovle, sviluppati su data center a basso impatto ambientale; le soluzioni per il lavoro a distanza e la "smart agricolture"; i servizi integrati nel settore dell’Internet of Things, ricordando tra questi la "smart control room" di Olivetti realizzata per la città di Venezia.


Infine, poiché per generare un effettivo progresso economico e sociale il digitale richiederà sempre di più conoscenza e nuove competenze, TIM ha portato avanti con determinazione il progetto “Operazione Risorgimento Digitale", la prima grande scuola gratuita di Internet, realizzata insieme a oltre 40 partner appartenenti al mondo delle imprese, delle istituzioni e del "terzo settore".


I risultati economici conseguiti dal Gruppo TIM nel 2020, mostrano come sia proseguito l’impegno finalizzato alla generazione di cassa e alla riduzione del debito. Anche dal punto di vista operativo si sono registrati risultati importanti, come ad esempio l’incremento positivo delle linee fisse ottenuto nell’ultimo trimestre del 2020, invertendo un trend che durava da circa venti anni.


Sul fronte dei servizi di rete mobile, si è stabilizzata la clientela e si sono registrate evoluzioni positive sul fronte dei prezzi, che hanno interessato sia le fasce basse sia quelle a maggior valore.


L’offerta di contenuti televisivi ha continuato a crescere e TIM Vision, grazie alle importanti partnership siglate (Netflix, Disney+, DAZN, NowTV) rappresenta oggi il migliore aggregatore di contenuti sul mercato italiano in termini di ampiezza, diversificazione e qualità dell’offerta.




Per concludere, il 2020 ha messo in evidenza il ruolo strategico delle connessioni e dei servizi digitali da esse abilitati, per garantire le attività sociali ed economiche di cittadini, imprese e pubblica amministrazione.


Al tempo stesso si sono definite chiaramente le priorità di cui si dovrà tenere conto per progettare la ripartenza post pandemica: completare il lavoro finalizzato a dotare il Paese di un’infrastruttura di rete solida e inclusiva; introdurre tecnologie che assicurino una transizione digitale efficace e sostenibile;  proseguire gli sforzi per diffondere, sempre di più e a tutti i livelli della popolazione, le competenze e le conoscenze necessarie a cogliere tutte le opportunità che nasceranno dalla rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo.


Su queste priorità si è fondata la capacità realizzativa del Gruppo TIM nel 2020. Questa stessa visione ci guiderà per realizzare il piano 2021-2023 “Beyond Connectivity”.




Salvatore Rossi                    Luigi Gubitosi





INDICE




CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente

Salvatore Rossi (indipendente)

Amministratore Delegato e Direttore
Generale

Luigi Gubitosi

Consiglieri

Alfredo Altavilla (indipendente)


Paola Bonomo (indipendente)


Franck Cadoret


Giuseppina Capaldo (indipendente)


Maria Elena Cappello (indipendente)


Massimo Ferrari (indipendente)(1)


Paola Giannotti de Ponti (indipendente)


Marella Moretti (indipendente)


Lucia Morselli (indipendente)(2)


Dante Roscini (Lead Independent Director)


Arnaud Roy de Puyfontaine


Rocco Sabelli (indipendente)


Michele Valensise (indipendente)


Segretario

Agostino Nuzzolo




COLLEGIO SINDACALE

Presidente

Roberto Capone

Sindaci Effettivi

Giulia De Martino

Anna Doro

Marco Fazzini

Francesco Schiavone Panni

Sindaci Supplenti

Andrea Balelli

Antonia Coppola

Franco Dalla Sega

Laura Fiordelisi



Società di revisione

EY S.p.A.







(1) Dimissioni rassegnate in data 22 febbraio 2021

(2) Dimissioni rassegnate in data 22 febbraio 2021



Relazione finanziaria annuale

al 31 dicembre 2020

Il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale

di TIM S.p.A

8






PRINCIPALI DATI ECONOMICO - FINANZIARI DEL GRUPPO TIM


Dati economici e finanziari consolidati (*)


(milioni di euro)

2020

2019

2018

2017

2016

Ricavi

15.805

17.974

18.940

19.828

19.025

EBITDA

(1)

6.739

8.151

7.403

7.790

8.002

EBIT Ante Svalutazioni dell'Avviamento

2.104

3.175

3.151

3.291

3.722

Svalutazioni dell'Avviamento

(2.590)

EBIT

(1)

2.104

3.175

561

3.291

3.722

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento

1.397

1.739

(777)

1.777

2.799

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.352

1.226

(1.152)

1.287

1.919

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute

16

47

Utile (perdita) dell'esercizio

7.352

1.242

(1.152)

1.287

1.966

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile ai Soci della
Controllante

7.224

916

(1.411)

1.121

1.808

Investimenti industriali & spectrum

3.409

3.784

6.408

5.701

4.876


Dati patrimoniali consolidati (*)


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2018

31.12.2017

31.12.2016

Totale Attività

73.234

70.104

65.619

68.783

70.446

Totale Patrimonio Netto

28.840

22.626

21.747

23.783

23.553

- attribuibile ai Soci della Controllante

26.215

20.280

19.528

21.557

21.207

- attribuibile alle partecipazioni di minoranza

2.625

2.346

2.219

2.226

2.346

Totale Passività

44.394

47.478

43.872

45.000

46.893

Totale Patrimonio Netto e Passività

73.234

70.104

65.619

68.783

70.446

Capitale

11.588

11.587

11.587

11.587

11.587

Indebitamento finanziario netto contabile

(1)

23.714

28.246

25.995

26.091

25.955

Indebitamento finanziario netto rettificato

(1)

23.326

27.668

25.270

25.308

25.119

Capitale investito netto rettificato

(2)

52.166

50.294

47.017

49.091

48.672

Debt Ratio (Indebitamento finanziario netto rettificato/
Capitale investito netto rettificato)

44,7%

55,0%

53,7%

51,6%

51,6%


Indici reddituali consolidati (*)


2020

2019

2018

2017

2016

EBITDA / Ricavi

(1)

42,6%

45,3%

39,1%

39,3%

42,1%

EBIT / Ricavi (ROS)

(1)

13,3%

17,7%

3,0%

16,6%

19,6%

Indebitamento finanziario netto rettificato/EBITDA

(1)

3,5

3,4

3,4

3,2

3,1

(*)    A partire dal 1° gennaio 2019, il Gruppo TIM ha adottato il principio contabile IFRS 16 (Leasing) con il metodo retrospettivo semplificato (ovvero senza la rideterminazione dei dati comparativi degli esercizi precedenti). Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2018, il Gruppo TIM ha adottato: il principio contabile IFRS 9 (Strumenti Finanziari) retrospettivamente - avvalendosi delle specifiche esenzioni previste dal medesimo principio e senza la rideterminazione dei precedenti periodi posti a confronto - e il principio contabile IFRS 15 (Ricavi provenienti da contratti con i clienti), utilizzando il metodo retrospettivo semplificato. Conseguentemente, i dati economici e finanziari degli esercizi precedenti non sono stati rideterminati. Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota “Principi contabili” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.

(1)    Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo “Indicatori alternativi di performance”.

(2)  Capitale investito netto rettificato = Patrimonio netto totale + Indebitamento finanziario netto rettificato.


Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Principali dati economico-finanziari del Gruppo TIM

11



Personale, consistenza di Gruppo a fine esercizio (1)


(unità)

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2018

31.12.2017

31.12.2016

Personale (esclude l'organico relativo alle Attività cessate/
Attività non correnti destinate a essere cedute)

52.347

55.198

57.901

59.429

61.229

Personale relativo alle Attività cessate/Attività non correnti
destinate a essere cedute


Personale, consistenza media di Gruppo (1)


(unità equivalenti)

2020

2019

2018

2017

2016

Personale (esclude l'organico relativo alle Attività cessate/
Attività non correnti destinate a essere cedute)

49.099

51.917

54.423

54.946

57.855

Personale relativo alle Attività cessate/Attività non correnti
destinate a essere cedute

2.581


Indicatori finanziari


TIM S.p.A.

(euro)

2020

2019

2018

Quotazioni (media dicembre)

- Ordinaria

0,39

0,56

0,55

- Risparmio

0,42

0,55

0,47

Dividendo per azione

(2)

- Ordinaria

0,0100

0,0100

- Risparmio

0,0275

0,0275

0,0275

Pay Out Ratio

(2) (*)

24%

35%

13%

Capitalizzazione di Borsa (in milioni di euro)

8.458

11.762

11.153

Market to Book Value

(**)

0,34

0,65

0,61

Dividend Yield (su quotazioni medie dicembre)

(2) (***)

- Ordinaria

2,60%

1,80%

- Risparmio

6,49%

5,04%

5,86%

Gruppo TIM

(euro)

2020

2019

2018

Risultato per azione (base) – azioni ordinarie

0,34

0,04

(0,07)

Risultato per azione (base) – azioni di risparmio

0,35

0,05

(0,07)

Risultato per azione (diluito) – azioni ordinarie

0,33

0,04

(0,06)

Risultato per azione (diluito) – azioni di risparmio

0,34

0,05

(0,06)

(1) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato.

(2) Per l’esercizio 2020 l’indicatore è stato calcolato sulla base delle proposte deliberative sottoposte all’Assemblea degli Azionisti del 31 marzo 2021. Per tutti i periodi si è assunto quale indice di riferimento l’Utile della Capogruppo, calcolato escludendo le partite di natura non ricorrente (così come dettagliate nella Nota “Eventi e operazioni significativi non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020).

(*) Dividendi pagati nell’esercizio successivo/utile dell’esercizio.

(**) Capitalizzazione/Patrimonio Netto di TIM S.p.A.. 

(***) Dividendo per azione/Quotazioni.


Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Principali dati economico-finanziari del Gruppo TIM

12


Highlights del 2020

Il quarto trimestre 2020 inizia ad evidenziare i risultati di due anni di trasformazione, attraverso l’alleggerimento della struttura organizzativa, l’ottimizzazione dei processi e un importante riposizionamento del business con la creazione di nuove opportunità di sviluppo, anche grazie a importanti accordi strategici.

Nel corso del 2020 TIM ha ulteriormente accelerato la generazione di cassa, sia per la gestione ordinaria sia per quella straordinaria. Oggi TIM è una società solida orientata a rispondere alle diverse esigenze dei propri clienti in maniera sostenibile e con credibili prospettive di crescita, anche grazie al previsto miglioramento del contesto macroeconomico e del settore telecom, che rientra tra i principali beneficiari del Next Generation EU.

L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2020 si è ridotto di 4.342 milioni di euro YoY (ovvero 3.299 milioni di euro su base After lease), attestandosi a 23.326 milioni di euro (ovvero 18.594 milioni di euro su base after lease). L’equity free cash flow ha contribuito per 2.414 milioni di euro (1.615 milioni di euro su base after lease).

Ulteriori progressi significativi sono stati registrati nell’implementazione delle iniziative strategiche:

Sviluppo offerta convergente e TIMVISION: le importanti partnership realizzate nel corso dell’anno con i principali player mondiali (Disney+, Netflix, DAZN, NowTV, Discovery+), hanno trasformato TIMVISION nel principale aggregatore di contenuti di entertainment e sport del Paese. Questo sviluppo ha ulteriormente rafforzato il posizionamento e il gradimento dell’offerta convergente di TIM.

Rete in fibra: prosegue il percorso per l’avvio dell’operatività di FiberCop, che porterà entro il 2025 la tecnologia FTTH in gran parte del Paese (76% delle Unità immobiliari delle aree grigie e nere, pari al 56% delle Unità immobiliari tecniche a livello nazionale). Un piano importante di miglioramento della capacità della rete TIM, che già oggi offre tecnologie in grado di supportare la distribuzione di stream multipli di video in alta definizione ad oltre il 91% degli italiani con linea telefonica fissa attiva, con la rimanente parte della popolazione servita dalla connessione UBB Fixed Wireless Access e satellitare. Nell’ambito del progetto FiberCop, è stata pubblicata l'offerta di coinvestimento in fibra su rete secondaria aperta a tutti gli operatori interessati.

Valorizzazione delle torri mobili: Ardian Infrastructure e Canson Partners (Guernsey) Limited investono in INWIT per un controvalore di 1,6 miliardi di euro, incassati da TIM nel Q4.

Data Center e partnership per i servizi Cloud: annunciata a gennaio 2021 la nascita di Noovle SpA, la nuova società interamente controllata dal Gruppo TIM che si propone al mercato come polo d’eccellenza per il Cloud e l’edge computing, con l’obiettivo di potenziare l’offerta TIM con servizi innovativi di public, private e hybrid cloud destinati alle imprese - dalle piccole e medie aziende alla grande industria - e alla Pubblica Amministrazione, accelerando così la trasformazione digitale del Paese. Il fatturato pro-forma 2020 del business Cloud di Gruppo è stato di 0,5 miliardi di euro.

In Brasile TIM S.A., insieme a Vivo e Claro, si è aggiudicata la gara per l’acquisto delle attività mobili del Gruppo Oi. Il perfezionamento dell’operazione è atteso nel corso del 2021, a valle delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità. L’investimento per TIM S.A. sarà di circa 7,3 miliardi di reais e di 476 milioni di reais relativi alla quota di TIM S.A dei contratti di trasmissione dati. Nel riparto degli asset, TIM S.A. sarà assegnataria di ~14,5 milioni di clienti, ~7,2 mila siti di accesso mobile e frequenze radiomobili per ~49 MHz.

A gennaio 2021 si è concluso con successo il collocamento del primo Sustainability Bond da 1 miliardo di euro e scadenza a 8 anni. L’emissione obbligazionaria presenta un rendimento a scadenza del 1,75% e una cedola fissa di 1,625%, inferiore al costo medio del debito del Gruppo, che a fine settembre 2020 si attestava a circa il 3,4%. I proventi saranno utilizzati per iniziative di efficientamento energetico, transizione verso l’energia rinnovabile e sviluppo dell’economia circolare. Inoltre, per la prima volta in Italia, una Corporate investirà parte dei fondi raccolti in progetti con valenza sociale come previsto nel Sustainability Financing Framework pubblicato a dicembre 2020.











Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Principali dati economico-finanziari del Gruppo TIM

13


Andamento del quarto trimestre 2020

La strategia commerciale implementata negli ultimi due anni ha portato, nel quarto trimestre, alla stabilizzazione dei ricavi da servizi nel segmento del fisso, a fronte di indicatori commerciali in forte miglioramento. Di particolare rilievo la crescita delle linee fisse retail totali per la prima volta dal 2001 e i primi segnali di razionalità nel mercato mobile.

Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,2 milioni a fine anno, in crescita rispetto al trimestre precedente di circa 5 mila linee, nonostante il lockdown parziale nei mesi di novembre e dicembre. Tornano a crescere le SIM “Machine to Machine” con 103 mila nuove linee. Migliora il trend delle linee “human”, riducendo significativamente la perdita di linee e confermando il trend di stabilizzazione in corso. La “number portability” (ovvero il flusso verso altri operatori, pari a 35 mila linee) registra il miglior risultato dal secondo trimestre 2018.

Nel fisso accelera la migrazione della base clienti verso la banda ultralarga, favorita anche dalla maggiore disponibilità di linee nelle aree bianche, nelle quali da marzo 2020 TIM ha aperto 18 mila nuovi cabinet, rendendo disponibile la fibra (FTTx) al 91% delle famiglie italiane con linea fissa. 

Nel quarto trimestre 2020 sono state attivate 437 mila nuove linee ultrabroadband retail e wholesale (retail +171% YoY), raggiungendo gli 8,6 milioni di unità con un incremento del 24% YoY.

I ricavi di Gruppo nel trimestre si sono attestati a 4,1 miliardi di euro (-2,1% YoY organico) con un trend in miglioramento (+2,9 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente. I ricavi da servizi di Gruppo sono stati pari a 3,7 miliardi di euro, con un trend rispetto all’anno precedente (-1,2%) anch’esso in miglioramento sul terzo trimestre (+5,2 punti percentuali).

Nel segmento Business è accelerata ulteriormente la crescita dei ricavi (+27,6% YoY) legati ai servizi innovativi (ICT, Cloud, soluzioni IT), anche grazie al contributo positivo della partnership con Google Cloud.

Nel Wholesale Domestico i ricavi da servizi nel quarto trimestre 2020 sono aumentati del 12,1% YoY, beneficiando della continua migrazione dei clienti verso l’ultrabroadband e dell’acquisizione di nuovi contratti nel corso del trimestre.

In Brasile i ricavi da servizi hanno continuato a crescere (+1,9% YoY), grazie alle buone performance commerciali con effetto positivo sul trend della base clienti e dei prezzi medi per l’utente. Le efficienze realizzate, in particolare il contenimento delle perdite su crediti, hanno contribuito a una crescita dell’EBITDA organico del 2,8% YoY.

L’EBITDA organico di Gruppo si è attestato a 1,8 miliardi di euro (-1,5% YoY, +6,4pp QoQ) e quello della Business Unit Domestic a 1,4 miliardi di euro (-2,5% YoY, +7,2pp QoQ), in miglioramento rispetto al trimestre precedente nonostante il lockdown parziale nei mesi di novembre e dicembre e la diversa distribuzione delle giornate del contratto di espansione (anticipate e fruite nel secondo trimestre 2020), beneficiando al tempo stesso delle azioni di contenimento dei costi (-7,4% YoY la base addressable). Al netto di queste discontinuità l’andamento dell’EBITDA nel trimestre sarebbe stato ulteriormente migliorativo rispetto al trimestre precedente e con una variazione YoY positiva.

L’EBITDA After Lease si è attestato a 1,6 miliardi di euro (-0,8% YoY, +7,4pp QoQ): 1,3 miliardi di euro a livello domestico (-1,7% YoY, +8,0pp QoQ) e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil (+3,0% YoY, +2,5pp QoQ).

A livello di Gruppo, gli investimenti si sono attestati a 1,4 miliardi di euro, in linea con gli obiettivi dell’anno nonostante l’accelerazione impressa nel quarto trimestre in Brasile e in Italia in particolare per il piano di copertura delle aree bianche.

Il risultato netto si è attestato a 6,0 miliardi di euro nel quarto trimestre e a 7,2 miliardi di euro nell’anno in forte crescita rispetto al 2019 (quando erano stati riportati, rispettivamente, 0,1 e 0,9 miliardi di euro) anche in considerazione dei benefici ottenuti dal riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 (5,9 miliardi di euro). Il risultato netto sarebbe stato, escludendo tale effetto, di 1,3 miliardi di euro, 431 milioni superiore al 2019. 


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Principali dati economico-finanziari del Gruppo TIM

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Highlights finanziari dell’esercizio


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni %

organica
esclusi non
ricorrenti

(a)

(b)

(a-b)

Ricavi

15.805

17.974

(12,1)

(6,4)

EBITDA

(1)

6.739

8.151

(17,3)

(5,9)

EBITDA Margin

(1)

42,6%

45,3%

(2,7)pp

EBITDA Organico esclusi non ricorrenti

(1)

7.063

7.505

(5,9)

EBITDA Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

44,6%

44,3%

0,3pp

EBITDA adjusted After Lease

(1)

6.249

6.652

(6,1)

EBIT

(1)

2.104

3.175

(33,7)

(16,6)

EBIT Margin

(1)

13,3%

17,7%

(4,4)pp

EBIT Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

15,3%

17,2%

(1,9)pp

Utile (perdita) dell’esercizio attribuibile ai Soci della
Controllante

7.224

916

-

Investimenti industriali

3.409

3.784

(9,9)

(2,8)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione assoluta

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento finanziario netto rettificato

(1)

23.326

27.668

(4.342)

Indebitamento finanziario netto rettificato
After Lease

(1)

18.594

21.893

(3.299)


Highlights finanziari del quarto trimestre


(milioni di euro)

4° Trimestre

4° Trimestre

Variazioni %

2020

2019

organica
esclusi non
ricorrenti

(a)

(b)

(a-b)

Ricavi

4.148

4.551

(8,9)

(2,1)

EBITDA

(1)

1.621

1.652

(1,9)

(1,5)

EBITDA Margin

(1)

39,1%

36,3%

2,8pp

EBITDA Organico esclusi non ricorrenti

(1)

1.764

1.790

(1,5)

EBITDA Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

42,5%

42,2%

0,3pp

EBITDA adjusted After Lease

(1)

1.571

1.584

(0,8)

EBIT

(1)

477

463

3,0

(12,9)

EBIT Margin

(1)

11,5%

10,2%

1,3pp

EBIT Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

14,9%

16,8%

(1,9)pp

Utile (perdita) del periodo attribuibile ai Soci della
Controllante

6.046

64

Investimenti industriali

1.403

1.508

(7,0)

0,4

(1)Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo “Indicatori alternativi di performance”.



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Principali dati economico-finanziari del Gruppo TIM

15


Le iniziative di TIM per fronteggiare l’emergenza Covid-19

                                                                                           

Iniziative per la
Digitalizzazione del
Paese

Iniziative per la
Comunità

Iniziative a supporto
delle Istituzioni

Iniziative per la Scuola
e le competenze digitali

(marzo-giugno 2020)

(marzo-dicembre 2020)

(marzo-dicembre 2020)

18.000

1.635

6.500

2,5 mln

nuovi cabinet

kit (device+sim)
ad Istituti Penitenziari

utenze per la
formazione digitale
attivate all'Arma dei Carabinieri

ed oltre gli utenti della piattaforma

WeSchool -startup accelarata da TIM -

nella settimana 4-10 maggio 2020

(+300% rispetto alla media di accessi pre-covid)

5 mln

1.400

Sala Operativa

700.000

cittadini
hanno avuto accesso
alla connettività ultrabroadband

kit per 75 Enti Ospedalieri

(configurati con ausili tecnologici per i non-udenti)

per la Protezione Civile

con 72 postazioni di lavoro

 (num. verde attivato in sole 15 h dall'avvio del lockdown)

cittadini in streaming per i cicli
formativi e didattici di
Operazione Risorgimento
Digitale

3.250

1 mln €

Monitoraggio
continuo

20

i comuni interessati

stanziati da Fondazione TIM a
favore di 4 Enti Ospedalieri

per assicurare la continuità dei servizi di emergenza

 (112, 113, 115 e 118)

gli accordi siglati con i principali
Atenei per assicurare la didattica
a distanza

Num.verde

37%

a supporto di cittadini e
operatori sanitari
(con Ministero della Salute e
Protezione Civile)

200.000

l'incremento di banda raggiunto
su alcune direttrici

Num.solidale

Confindustria
Nazionale

le sim dati fornite agli stessi
Atenei a condizioni agevolate e
altrettanti modem LTE/WiFi
gratuiti per gli studenti

per raccolta fondi Croce Rossa

supporto per lo smart-working di
230 dipendenti

                                                                                                               

Iniziative per i clienti

Iniziative per i dipendenti

Iniziative di TIM Brasil

(marzo-dicembre 2020)

(marzo 2020 ad oggi)

(marzo 2020 ad oggi)

435.000

36.000

10.000

le offerte consumer attivate durante
l’emergenza

i dipendenti in Lavoro Agile dall'inizio
dell'emergenza

dipendenti in smart office a livello nazionale

165.000

162.774 ton.

le offerte business attivate durante
l'emergenza

la riduzione di CO2 eq per l’azzeramento della mobilità grazie allo smart-working

operatore a convertire in lavoro a distanza
l’intero call-center interno

FREE

Strumenti formativi

500

il pacchetto “classic” di TIMVISION

(per tutti i clienti di rete fissa)


realizzate video pillole informative su come
prevenire il contagio ed il corretto uso dei DPI

dipendenti che hanno monitorato la rete da
casa grazie alla virtualizzazione degli
accessi, mantenendo inalterata la qualità
del servizio

FREE

Ampliamento parco Pc

24/07

per due mesi TIM WORK SMART il servizio di
collaboration

per raccolta fondi Croce Rossa

assistenza ai dipendenti e ai familiari a
carico tramite il programma di supporto
personale e la Piattaforma sanitaria
Einstein Connecta

FREE

Copertura assicurativa

3.000

per tre mesi G Suite TIM Edition

 (la soluzione per lo smart working di TIM, Google Cloud e Intesa Sanpaolo)

assistenza sanitaria in caso di contagio
Covid-19

famiglie con persone disabili residenti in
aree vulnerabili di Rio de Janeiro aiutate con
cesti alimentari durante l'emergenza

Sostegno alle Imprese

Sicurezza sul lavoro

Instituto TIM

grazie a un accordo con UniCredit

(per un immediato accesso alle misure di sostegno della liquidità e degli investimenti)


Nuove procedure per la sicurezza delle
attività svolte dai tecnici e dagli addetti ai
negozi

ha risposto rapidamente alla pandemia
trasformando le metodologie dei suoi
progetti al fine di garantirne il totale
funzionamento online nel 2020: AWC,
Instituto TIM Percussion Band e TIM Tec

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16


L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Covid-19 ha rivelato quanto la connettività e le soluzioni digitali siano fondamentali nelle situazioni di emergenza per far fronte al distanziamento sociale generalizzato, all’interruzione delle prestazioni di servizi in presenza, al blocco della mobilità, all’interruzione dei servizi scolastici e didattici. A causa del distanziamento sociale, gli italiani hanno scoperto nella connettività digitale la chiave per trasformare il modo di lavorare, limitando al minimo gli spostamenti, e garantendo il rispetto delle più stringenti norme di sicurezza.


Consapevole del suo ruolo di primo piano nella digitalizzazione del Paese, TIM ha approntato una serie di iniziative per supportare cittadini, aziende e istituzioni durante il lockdown e nelle fasi di progressiva riapertura, mettendo in campo un piano ad ampio raggio.


Tra le iniziative principali:

per accelerare la digitalizzazione del Paese sono stati attivati in 3.250 comuni italiani oltre 18.000 nuovi cabinet che hanno permesso ad oltre 5 milioni di cittadini di accedere alla connettività UltraBroadBand. Inoltre, grazie ad una serie di interventi tecnici che su alcune direttrici hanno portato ad un incremento di banda fino al 37%, è stato possibile far fronte al forte incremento di traffico che in fase di lockdown è arrivato a registrare un incremento massimo del 90% sulla rete fissa e del 45% su quella mobile, mantenendo inalterata la qualità del servizio;

Fondazione TIM ha donato 1 milione di euro a istituzioni ospedaliere e di ricerca in campo medico, facendosi anche promotrice di una raccolta fondi tra i dipendenti TIM;

sono stati distribuiti oltre 3.000 apparati e SIM card a favore degli Ospedali maggiormente impegnati nell’emergenza e degli Istituti Penitenziari per agevolare il contatto con i familiari; in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi oltre 1.000 device sono stati destinati alle persone non udenti e dotati di app per facilitare l’uso della LIS (Lingua dei segni) e per la traduzione in tempo reale dei messaggi da parlato a scritto e viceversa;

con la partecipazione alla campagna “Torino City Love” TIM ha reso disponibili gratuitamente ai cittadini soluzioni digitali innovative a supporto della sanità, delle famiglie e degli anziani;

per contrastare gli effetti negativi del lockdown sulle persone sono stati approntati numeri verdi di supporto psicologico per i cittadini, uno sportello di ascolto per i medici e un numero speciale per le donazioni alla Croce Rossa Italiana;

attraverso il progetto Operazione Risorgimento Digitale è stata realizzata la prima grande scuola online gratuita per la diffusione delle competenze digitali in Italia. Operazione Risorgimento Digitale è una grande alleanza di sistema di cui TIM è capofila, che ha riunito oltre 30 partner e ottenuto il sostegno di associazioni di categoria, quarto settore e importanti attori nel campo della innovazione sociale come Confindustria Digitale, Telefono Azzurro, Fondazione Mondo Digitale, Junior Achievement Italia, Generation e Italiacamp. Il progetto, che aderisce al Manifesto della Repubblica Digitale promosso dal Ministero della Innovazione, è realizzato in collaborazione con la Commissione Europea, la Polizia di Stato, ed ha ottenuto il patrocinio dell’ANCI. Nell’ambito del progetto sono stati siglati importanti protocolli di intesa con i Ministeri per la Pubblica Amministrazione, dell’Istruzione e della Giustizia. L’iniziativa, adattandosi tempestivamente alle necessità imposte dall’emergenza, si è consolidata in attività di sensibilizzazione e cicli didattici a distanza seguiti da oltre 700.000 cittadini;

per garantire la continuità dell’attività formativa nelle scuole TIM ha aderito al progetto del MIUR  #LaScuolaContinua e insieme a Cisco, Google, IBM, e WeSchool ha messo a disposizione piattaforme e supporto informativo per garantire la didattica a distanza; sono stati inoltre siglati oltre 20 accordi con i principali Atenei del Paese, per la fornitura di modem e SIM per agevolare gli studenti nella fruizione dei corsi da remoto;

le iniziative per le persone, le famiglie e le aziende sono state tutte indirizzate ad offrire connettività gratuita e a fornire servizi, come quello di smart-working, per tutto il periodo dell’emergenza. In questo contesto sono state oltre 435.000 le offerte attivate per i clienti Consumer e circa 165.000 per i clienti Business;

sono state intraprese, in coerenza con l’eccezionalità del momento, iniziative a supporto di istituzioni impegnate nella crisi come la Protezione Civile, l’Arma dei Carabinieri, Confindustria, l’Ospedale S. Raffaele, l’ASST di Mantova, cui sono stati messi a disposizione spazi fisici attrezzati per gestire l’operatività sul territorio, programmi formativi speciali, piattaforme, numeri verdi e altri servizi per gestire l’emergenza;

attraverso partnership con istituzioni pubbliche e altre fondazioni private sono stati promossi concorsi per l’innovazione in campo sanitario, come Innova per l’Italia, #EUvsVirus Hackathon e Covid-19 Challenge;

infine, circa 36.000 nostri dipendenti, sono stati coinvolti nel programma di Smart Working, in linea con le disposizioni governative sulla gestione degli spazi lavorativi. Il beneficio in termini di riduzione delle emissioni, derivante dall’azzeramento della mobilità, è pari ad oltre 162K tonnellate di CO2 eq.



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Performance non finanziaria

La pandemia da coronavirus ha fatto emergere criticità e debolezze dei nostri sistemi economici, sociali e istituzionali davanti a shock globali. Al contempo, però, è cresciuta la consapevolezza che il sentiero per uno sviluppo sostenibile passi anche attraverso l’impiego di prodotti e servizi ICT, fattori abilitanti per uno sviluppo inclusivo, che non possono prescindere da infrastrutture digitali, sempre più necessarie a livello capillare sull’intero territorio nazionale per garantire a tutti i vantaggi e le opportunità che esse offrono. Oltre a questo, tuttavia è necessario diffondere la formazione e le competenze digitali necessarie sia in ambito pubblico (scuole e Pubblica Amministrazione) che privato (famiglie e imprese) per favorire la ripresa del Paese. Su tutti questi fronti TIM è fortemente impegnata con un ruolo da protagonista.

La sfida ora è quella di utilizzare le infrastrutture e le competenze del Gruppo per contribuire ad una nuova fase di evoluzione digitale della nostra società che richiede di utilizzare la tecnologia, lavorando con tutti gli attori istituzionali e privati, per far fronte alle grandi sfide ambientali, sociali e economiche, rese ancora più urgenti dalla pandemia da coronavirus.

Il Piano di Sostenibilità, integrato nel Piano Strategico triennale, è il concreto contributo del Gruppo al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, impegno che trova conferma dall’inserimento del titolo nel Dow Jones Sustainability Index Europe, per il diciassettesimo anno consecutivo, e il rientro di TIM nell’indice Dow Jones Sustainability Index World, che si affianca ad altri indici specialistici in cui il titolo è incluso da svariati anni.

Grazie alla continua ricerca dell’efficienza energetica, al contenimento delle proprie emissioni, anche grazie al sempre maggior apporto di energia rinnovabile, TIM si è data l’ambizione di essere carbon neutral al 2030, migliorando gli indicatori di efficienza e sviluppando infrastrutture e Data Center per fornire sempre più servizi con minore consumo di risorse.

L’impegno verso la carbon neutrality non riguarda solo i processi interni ma anche gli strumenti che TIM mette a disposizione dei propri clienti grazie all’offerta di soluzioni di monitoraggio e controllo energetico e all’offerta cloud che consente di ottimizzare l’uso dei server.

Il Piano di Sostenibilità mette grande attenzione ai cittadini di TIM, con una rinnovata engagement survey, un programma di assunzioni e di formazione per meglio rispondere alle sfide del settore dell’Information and Communications Technology, oltre ad un piano di incentivazione di lungo termine con obiettivi ESG. 

Infine, TIM può contribuire al successo di giovani aziende, con attenzione alle ricadute sul sistema Paese, andando, dove possibile, a prediligere aree meno avvantaggiate: tramite TIM Ventures il Gruppo ha l’obiettivo di partecipare alla crescita di 10-15 imprese nell’arco di 5 anni e rafforzare l’innovazione tecnologica del Gruppo.

Gli obiettivi di Piano, dove possibile una loro declinazione puntuale al 2020, sono stati tutti raggiunti, con l’ottima performance del cluster "Engagement" che è migliorato di 16 punti rispetto al 2019, superando l’obiettivo di crescita di 14 punti atteso per fine 2022. 

A inizio gennaio 2021, il Gruppo ha allineato le proprie fonti di finanziamento al Piano Strategico che pone gli obiettivi ESG al centro della propria strategia di sviluppo, collocando, con grande successo, il primo Sustainability Bond di TIM per un miliardo di euro.

Il Bilancio di Sostenibilità consente di approfondire il raggiungimento dei target annuali e l’avanzamento di quelli pluriennali in cui il Piano di Sostenibilità si declina, evidenziando il contributo agli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile

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Premessa

I risultati economico-finanziari del Gruppo TIM e di TIM S.p.A. dell’esercizio 2020 e dell’esercizio precedente posto a confronto sono stati predisposti in conformità ai principi contabili IFRS emessi dall’International Accounting Standards Board e omologati dall’Unione Europea (definiti come “IFRS”).

I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio consolidato del Gruppo TIM e di Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2019, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2020.

Al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare, gli indicatori alternativi di performance si riferiscono a: EBITDA; EBIT; variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui ricavi, sull’EBITDA e sull’EBIT; EBITDA margin e EBIT margin; indebitamento finanziario netto contabile e rettificato; Equity Free Cash Flow. A seguito dell’adozione dell’IFRS 16, inoltre, il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:

EBITDA adjusted After Lease (“EBITDA-AL”), calcolato rettificando l’EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16;

Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall’Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16;

Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall’Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing.

Il significato e il contenuto degli indicatori alternativi di performance sono illustrati nel capitolo “Indicatori alternativi di performance” ed è fornito il dettaglio analitico degli importi delle riclassifiche apportate e delle modalità di determinazione degli indicatori.

Si segnala infine che il capitolo “Evoluzione prevedibile della gestione per l’esercizio 2021” contiene dichiarazioni previsionali (forward-looking statements) riguardanti intenzioni, convinzioni o attuali aspettative del Gruppo in relazione ai risultati finanziari e ad altri aspetti delle attività e strategie del Gruppo. Il lettore della presente Relazione Finanziaria Annuale non deve porre un indebito affidamento su tali dichiarazioni previsionali, in quanto i risultati consuntivi potrebbero differire significativamente da quelli contenuti in dette previsioni come conseguenza di rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo. Per maggiori dettagli, si rimanda a quanto illustrato nel capitolo “Principali rischi e incertezze”, in cui sono dettagliatamente riportati i principali rischi afferenti all’attività di business del Gruppo TIM che possono incidere, anche in modo considerevole, sulla capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.




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Eventi non ricorrenti

Nel 2020 e nel 2019 il Gruppo TIM ha registrato oneri operativi netti non ricorrenti connessi a eventi e operazioni che per loro natura non si verificano continuativamente nella normale attività operativa e che sono evidenziati in quanto di ammontare significativo. Gli oneri non ricorrenti comprendono, fra gli altri, eventuali svalutazioni dell’avviamento, accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlati, passività con clienti e/o fornitori, oneri connessi a riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e rettifiche relative ad esercizi precedenti.

In dettaglio:

(milioni di euro)

2020

2019

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

Ricavi

Rettifiche ricavi

39

15

Altri proventi operativi

Assorbimento altri fondi operativi

(1)

Effetto recupero fiscale BU Brasile e recupero costi operativi BU Domestic

(706)

Acquisti di materie e servizi e Variazione delle rimanenze

Oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti

64

21

Costi del personale

Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

74

282

Altri costi operativi

Altri oneri ed accantonamenti

148

459

Impatto su EBITDA

324

71

Cessione Persidera S.p.A. (BU Domestic)

18

Impatto su EBIT

324

89


In particolare, gli eventi non ricorrenti dell’esercizio 2020 comprendono:

39 milioni di euro di rettifiche di ricavi, di cui 38 milioni di euro di sconti conseguenti alle iniziative di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19;

64 milioni di euro di oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti nonchè a costi per acquisti relativi ad approvvigionamenti resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria;

74 milioni di euro di costi del personale connessi principalmente a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri costi;

148 milioni di euro riferibili principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico a seguito dell’emergenza Covid-19, oneri per sanzioni di carattere regolatorio ed oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.

Nell’esercizio 2019 il Gruppo TIM aveva registrato oneri operativi netti non ricorrenti per 89 milioni di euro, quale saldo fra:

oneri operativi non ricorrenti per 795 milioni di euro relativi principalmente ad oneri connessi ai processi di ristrutturazione aziendale (282 milioni di euro), accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate, a passività con clienti e/o fornitori (459 milioni di euro);

proventi operativi non ricorrenti per 706 milioni di euro connessi per 685 milioni di euro all’iscrizione, nella Business Unit Brasile, di crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS e per 21 milioni di euro all’iscrizione, nella Business Unit Domestic, del credito per il rimborso della sanzione relativa al procedimento Antitrust I761.

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

al 31 dicembre 2020

20


Principali variazioni del perimetro di consolidamento del Gruppo TIM

Le principali variazioni del perimetro di consolidamento verificatasi nel corso dell’esercizio 2020 sono state le seguenti:

Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT) (Business Unit Domestic): il 31 marzo 2020 si è perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A.. Tale operazione, che ha consentito la nascita del primo Tower Operator italiano, ha comportato la diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale di INWIT dal 60% al 37,5%; pertanto, dal 31 marzo 2020 INWIT S.p.A. è valutata con il metodo del patrimonio netto. A decorrere dal Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2019 e sino al perfezionamento della fusione sopracitata INWIT S.p.A. è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”; pertanto i dati economici e i flussi finanziari consolidati dell'esercizio 2020 del Gruppo TIM includono i dati del primo trimestre 2020 di INWIT S.p.A. al netto degli ammortamenti del periodo, come richiesto dall’IFRS 5. Si segnala inoltre che nel corso del 2020 sono stati ceduti ulteriori pacchetti azionari pari al 7,3% del capitale sociale di INWIT (per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota "Partecipazioni" del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM). Conseguentemente, la partecipazione al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM in INWIT è pari al 30,2%;

Noovle S.r.l. (Business Unit Domestic): in data 21 maggio 2020 TIM S.p.A. ha perfezionato l’acquisizione del 100% delle quote di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano. A decorrere da tale data, Noovle S.r.l. e le sue società controllate sono consolidate con il metodo integrale;

Daphne 3 S.p.A. (Business Unit Domestic): società costituita in data 24 luglio 2020; la società ha come oggetto sociale l’assunzione, la detenzione, la gestione e la disposizione di partecipazioni in INWIT – Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.;

TIM My Broker S.r.l. (Business Unit Domestic): società costituita in data 4 agosto 2020; la società ha come oggetto sociale lo svolgimento in via prevalente dell’attività di intermediazione assicurativa di cui all’art. 106 del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 e successive modifiche e/o integrazioni;

Noovle S.p.A. (Business Unit Domestic): società costituita in data 9 ottobre 2020; la società ha come oggetto sociale principalmente la pianificazione, progettazione, realizzazione, messa in esercizio e gestione di servizi di implementazione di infrastrutture di Data Center e di servizi di "colocation";

FiberCop S.p.A. (Business Unit Domestic): società costituita in data 2 novembre 2020; la società ha come oggetto sociale la progettazione, la costruzione, l’acquisizione, la gestione, la manutenzione e la vendita di infrastrutture, reti, servizi passivi di accesso cablato ai locali dei clienti finali, da offrire agli operatori del settore delle telecomunicazioni su tutto il territorio italiano;

Fiberco Soluções de Infraestrutura Ltda (Business Unit Brasile): società per servizi di telecomunicazioni costituita in data 21 dicembre 2020.

Si segnala inoltre:

TIM Participações S.A. (Business Unit Brasile): nel mese di settembre 2020 è divenuta efficace la fusione per incorporazione in TIM S.A.;

TN Fiber S.r.l. (Business Unit Domestic): è stata fusa in TIM S.p.A. in data 30 settembre 2020 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

TIM Vision S.r.l. (Business Unit Domestic): è stata fusa in TIM S.p.A. in data 1° ottobre 2020 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

H.R. Services S.r.l. (Business Unit Domestic): è stata fusa in TIM S.p.A. in data 31 dicembre 2020 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

TIMFin S.p.A.: il 3 novembre 2020 Banca d’Italia ha autorizzato TIMFin - joint venture fra TIM e Santander Consumer Bank - all’esercizio dell’attività di concessione dei finanziamenti nei confronti del pubblico ai sensi degli articoli 106 e seguenti del TUB (l’iscrizione all’Albo degli Intermediari finanziari è subordinata all'adempimento di alcuni vincoli operativi). La società - posseduta al 49% da TIM e al 51% da Santander - offrirà servizi di finanziamento ai clienti TIM. 






Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

al 31 dicembre 2020

21


Le principali variazioni del perimetro di consolidamento verificatesi nel corso dell’esercizio 2019 erano state le seguenti:

Persidera S.p.A. (Business Unit Domestic): ceduta, previa scissione in due distinte entità, in data 2 dicembre 2019.

Inoltre:

Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT) (Business Unit Domestic): al 31 dicembre 2019, ritenendo altamente probabile entro l’esercizio 2020 il perfezionamento della fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT con conseguente diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale di INWIT dal 60% al 37,5%, la società è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”. Di conseguenza le relative attività e passività sono state riclassificate nelle voci della Situazione patrimoniale – finanziaria consolidata al 31 dicembre 2019 “Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute” e “Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute”. I dati economici e i flussi finanziari consolidati dell’esercizio 2019 comprendevano i dati dell’intero anno di INWIT S.p.A..

Noverca S.r.l. (Business Unit Domestic): fusa in TIM S.p.A. in data 1° novembre 2019 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2019.

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al 31 dicembre 2020

22



Andamento economico consolidato

Ricavi

I ricavi totali del Gruppo TIM dell’esercizio 2020 ammontano a 15.805 milioni di euro, -12,1% rispetto all’esercizio 2019 (17.974 milioni di euro); la variazione organica dei ricavi totali è pari a –6,4%.

L’analisi dei ricavi totali dell’esercizio 2020 ripartiti per settore operativo in confronto all’esercizio 2019 è la seguente:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

peso %

peso %

assolute

%

% organica
esclusi non
ricorrenti

Domestic

12.905

81,7

14.078

78,3

(1.173)

(8,3)

(7,7)

Brasile

2.933

18,6

3.937

21,9

(1.004)

(25,5)

(0,6)

Altre Attività

Rettifiche ed elisioni

(33)

(0,3)

(41)

(0,2)

8

Totale consolidato

15.805

100,0

17.974

100,0

(2.169)

(12,1)

(6,4)


La variazione organica dei ricavi consolidati di Gruppo dell’esercizio 2020 è calcolata escludendo l’effetto negativo delle variazioni dei tassi di cambio1 pari a -990 milioni di euro, le variazioni del perimetro di consolidamento2 per -64 milioni di euro nonché le componenti non ricorrenti. Le rettifiche di ricavi non ricorrenti dell’esercizio 2020 (-39 milioni di euro) sono principalmente connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19, mentre l’esercizio 2019 scontava oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

La società Noovle S.r.l. e le sue società controllate sono consolidate con il metodo integrale a decorrere dalla data di acquisizione del controllo da parte del Gruppo TIM (21 maggio 2020). Qualora l’operazione di acquisizione di Noovle S.r.l. fosse stata completata il 1° gennaio 2020, il Gruppo TIM avrebbe registrato maggiori ricavi per circa 14 milioni di euro con effetti non significativi sul risultato netto dell'esercizio.

I ricavi totali del quarto trimestre 2020 sono pari a 4.148 milioni di euro con una variazione in termini organici rispetto al quarto trimestre 2019 di -90 milioni di euro (-2,1%).



EBITDA

L’EBITDA del Gruppo TIM dell’esercizio 2020 è pari a 6.739 milioni di euro (8.151 milioni di euro nell’esercizio 2019, -17,3%; -5,9% in termini organici).

Il dettaglio dell’EBITDA e dell’incidenza percentuale del margine sui ricavi ripartiti per settore operativo dell’esercizio 2020 in confronto con l’esercizio 2019 sono i seguenti:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

peso %

peso %

assolute

%

% organica
esclusi non
ricorrenti

Domestic

5.339

79,2

5.708

70,0

(369)

(6,5)

(7,9)

% sui Ricavi

41,4

40,5

0,9pp

(0,1)pp

Brasile

1.407

20,9

2.451

30,1

(1.044)

(42,6)

3,1

% sui Ricavi

48,0

62,3

(14,3)pp

1,7pp

Altre Attività

(9)

(0,1)

(9)

(0,1)

Rettifiche ed elisioni

2

1

1

Totale consolidato

6.739

100,0

8.151

100,0

(1.412)

(17,3)

(5,9)


1 I tassi di cambio medi utilizzati per la conversione in euro (espressi in termini di unità di valuta locale per 1 euro) sono per il real brasiliano pari a 5,88806 nell’esercizio 2020 e a 4,41422 nell’esercizio 2019; per il dollaro americano sono pari a 1,14179 nell’esercizio 2020 e a 1,11954 nell’esercizio 2019. L’impatto della variazione dei tassi di cambio è calcolato applicando al periodo posto a confronto i tassi di conversione delle valute estere utilizzati per il periodo corrente.

2 Per omogeneità di confronto le variazioni del perimetro di consolidamento includono anche gli effetti, con decorrenza 31 marzo 2019, del nuovo Master Service Agreement sottoscritto da TIM S.p.A. con INWIT S.p.A. nel corso del primo trimestre 2020.

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al 31 dicembre 2020

23



L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 7.063 milioni di euro con un’incidenza sui ricavi del 44,6% (7.505 milioni di euro nell’esercizio 2019, con un’incidenza sui ricavi del 44,3%).

L’EBITDA dell’esercizio 2020 sconta un impatto negativo complessivo di 324 milioni di euro riferito a oneri netti non ricorrenti di cui 108 milioni di euro ricollegabili all’emergenza Covid-19 in Italia.

Per ulteriori dettagli, oltre a quanto riportato nel capitolo “Eventi non ricorrenti” della presente relazione sulla gestione, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.


L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA

6.739

8.151

(1.412)

(17,3)

Effetto conversione bilanci in valuta

(614)

614

Effetto variazione perimetro di consolidamento

(254)

254

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

324

66

258

Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta

156

(156)

EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente

7.063

7.505

(442)

(5,9)

% sui Ricavi

44,6

44,3

0,3 pp


L’EBITDA del quarto trimestre 2020 ammonta a 1.621 milioni di euro (1.652 milioni di euro nel quarto trimestre 2019).

L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente del quarto trimestre 2020 è pari a 1.764 milioni di euro (1.790 milioni di euro nel quarto trimestre 2019).

Sull’EBITDA hanno inciso in particolare gli andamenti delle voci di seguito analizzate:


Acquisti di materie e servizi (6.173 milioni di euro; 6.463 milioni di euro nell’esercizio 2019):


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Acquisti di beni

1.203

1.396

(193)

Quote di ricavo da riversare ad altri operatori e costi per servizi
di accesso a reti di telecomunicazioni

1.314

1.324

(10)

Costi commerciali e di pubblicità

1.192

1.351

(159)

Consulenze e prestazioni professionali

216

220

(4)

Energia, manutenzioni, servizi in outsourcing

1.060

1.119

(59)

Costi per godimento beni di terzi

436

428

8

Altri

752

625

127

Totale acquisti di materie e servizi

6.173

6.463

(290)

% sui Ricavi

39,1

36,0

3,1pp

Il decremento è riferibile principalmente alla Business Unit Brasile per 380 milioni di euro (di cui circa 363 milioni di euro per l’impatto dovuto alla dinamica dei tassi di cambio).









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24



Costi del personale (2.639 milioni di euro; 3.077 milioni di euro nell’esercizio 2019):


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Costi del personale Italia

2.377

2.730

(353)

Costi e oneri del personale ordinari

2.303

2.463

(160)

Oneri di ristrutturazione e altro

74

267

(193)

Costi del personale Estero

262

347

(85)

Costi e oneri del personale ordinari

262

332

(70)

Oneri di ristrutturazione e altro

15

(15)

Totale costi del personale

2.639

3.077

(438)

% sui Ricavi

16,7

17,1

(0,4)pp


Il decremento netto di 438 milioni di euro è principalmente attribuibile:

per 160 milioni di euro alla contrazione della componente italiana dei costi ordinari del personale, sostanzialmente dovuta ai benefici relativi alla riduzione della consistenza media retribuita pari a complessive -2.490 unità medie;

al decremento di 193 milioni di euro della componente italiana degli “oneri di ristrutturazione e altro”. Nel 2020 sono stati accantonati oneri per complessivi 74 milioni di euro correlati principalmente alla consuntivazione delle uscite della Capogruppo dell’esercizio 2020 (anche attraverso l’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, come definito nell’Accordo sindacale del 26 febbraio 2019 e dall’Accordo sindacale siglato il 4 giugno 2020) ed agli accantonamenti effettuati per uscite in base all’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, a valle degli accordi siglati con le OO.SS. il 22 aprile 2020 rispettivamente dalla società Olivetti e dalla società Telecom Italia Trust Technologies ed il 17 aprile 2020 dalla società Telecontact. Nel 2019 erano stati iscritti oneri per complessivi 267 milioni di euro a seguito dell’aggiornamento dei fondi connessi all’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, sia per la Capogruppo che per le altre società controllate.

per 85 milioni di euro al decremento della componente estera correlato principalmente all’impatto della variazione dei tassi di cambio ed ai minori oneri non ricorrenti della Business Unit Brasile.


Altri proventi operativi (211 milioni di euro; 933 milioni di euro nell’esercizio 2019):


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Indennità di ritardato pagamento dei servizi telefonici

46

59

(13)

Recupero costi del personale, acquisti e prestazioni di servizi

14

50

(36)

Contributi in conto impianti e in conto esercizio

34

33

1

Risarcimenti, penali e recuperi connessi a vertenze

24

20

4

Revisioni di stima e altre rettifiche

59

36

23

Provento fiscale Business Unit Brasile

685

(685)

Altri

34

50

(16)

Totale

211

933

(722)


Il decremento è principalmente attribuibile alla Business Unit Brasile; gli altri proventi operativi dell’esercizio 2019 beneficiavano infatti di 685 milioni di euro della Business Unit Brasile (classificati come non ricorrenti) connessi all’iscrizione dei crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS.


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25



Altri costi operativi (961 milioni di euro; 1.625 milioni di euro nell’esercizio 2019):


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Svalutazioni e oneri connessi alla gestione dei crediti

423

577

(154)

Accantonamenti ai fondi per rischi e oneri

43

497

(454)

Contributi e canoni per l’esercizio di attività di telecomunicazioni

199

268

(69)

Oneri e accantonamenti per imposte indirette e tasse

96

124

(28)

Penali, indennizzi per transazioni e sanzioni amministrative

120

58

62

Quote e contributi associativi, elargizioni, borse di studio e stages

12

12

Altri

68

89

(21)

Totale

961

1.625

(664)


Il decremento si riferisce essenzialmente alla Business Unit Domestic (-460 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (-205 milioni di euro, di cui circa -130 milioni di euro connessi alla dinamica dei tassi di cambio).

Gli Altri costi operativi dell’esercizio 2020 includono una componente non ricorrente, pari a 148 milioni di euro, riferibile principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione del credito in relazione all’emergenza Covid-19 (46 milioni di euro), oneri per sanzioni di carattere regolatorio ed oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti. In particolare, con riferimento alla gestione del credito si rileva che lo scenario macroeconomico di forte riduzione del PIL originato dalla pandemia, ha determinato un peggioramento dell’Expected Credit Loss di una parte della clientela. Di conseguenza l’accantonamento a fondo svalutazione crediti è stato adeguato in funzione del differenziale di perdita attesa. Con riferimento alle svalutazioni ed oneri connessi alla gestione del credito, si segnala che la riduzione è la conseguenza di un programma di ottimizzazione dei processi volto a efficientare la gestione del credito, a 360 gradi, intervenendo sull’intero processo che coinvolge il cliente. In particolare si fa riferimento alla fase di accettazione, gestione e recupero del credito fino ad arrivare al modello di valutazione delle nuove offerte commerciali.

La componente non ricorrente del 2019, pari a 459 milioni di euro, si riferiva principalmente a contenziosi di carattere regolatorio e passività ad essi correlate e a passività con clienti e/o fornitori.


Ammortamenti

Ammontano a 4.616 milioni di euro (4.927 milioni di euro nell’esercizio 2019) e sono così dettagliati:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Ammortamento delle attività immateriali a vita utile definita

1.627

1.675

(48)

Ammortamento delle attività materiali

2.301

2.469

(168)

Ammortamento diritti d'uso su beni di terzi

688

783

(95)

Totale

4.616

4.927

(311)



Svalutazioni nette di attività non correnti


Nel 2020 la voce è negativa per 8 milioni di euro (pari a zero nel 2019) principalmente a seguito degli accantonamenti della Capogruppo TIM S.p.A. a fronte di differenze inventariali relative a materiali di magazzino impianti presso i cantieri di imprese esterne.

In sede di Bilancio 2020 il Gruppo TIM ha effettuato il processo di impairment test sull’Avviamento. Le risultanze di tale valutazione, effettuata nel rispetto della specifica procedura di cui il Gruppo si è dotato, hanno confermato i valori dell’Avviamento attribuito alle singole Cash Generating Unit del Gruppo.

Per maggiori dettagli si rimanda a quanto riportato nella Nota “Avviamento” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.





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al 31 dicembre 2020

26



EBIT

L’EBIT del Gruppo TIM dell’esercizio 2020 è pari a 2.104 milioni di euro (3.175 milioni di euro nell’esercizio 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 2.428 milioni di euro (2.913 milioni di euro nell’esercizio 2019) con un’incidenza sui ricavi del 15,3% (17,2% nell’esercizio 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBIT

2.104

3.175

(1.071)

(33,7)

Effetto conversione bilanci in valuta

(324)

324

Effetto variazione perimetro di consolidamento

(178)

178

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

324

84

240

Effetto conversione Oneri/(Proventi) non ricorrenti in valuta

156

(156)

EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente

2.428

2.913

(485)

(16,6)


L’EBIT del quarto trimestre 2020 ammonta a 477 milioni di euro (463 milioni di euro nel quarto trimestre 2019).

L’EBIT organico al netto della componente non ricorrente del quarto trimestre 2020 è pari a 620 milioni di euro (712 milioni di euro nel quarto trimestre 2019).

L’effetto della variazione dei cambi è sostanzialmente relativo alla Business Unit Brasile.


Altri proventi (oneri) da partecipazioni

Gli altri proventi (oneri) da partecipazioni ammontano a 454 milioni di euro e si riferiscono:

per 441 milioni di euro alla plusvalenza netta contabilizzata a seguito della diluizione dal 60% al 37,5% della partecipazione del Gruppo TIM nel capitale di INWIT S.p.A. conseguente alla fusione di INWIT con Vodafone Towers;

per 11 milioni di euro alle plusvalenze derivanti dalla cessione, nel corso dell'anno , di pacchetti azionari per un totale del 7,3% del capitale sociale di INWIT, attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali e cessioni a un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited;

per 2 milioni di euro a proventi distribuiti dal fondo Northgate CommsTech Innovations Partners L.P..


Saldo dei proventi/(oneri) finanziari

Il saldo dei proventi/(oneri) finanziari è negativo e pari a 1.179 milioni di euro (negativo per 1.436 milioni di euro nell’esercizio 2019): la positiva variazione deriva principalmente dai minori oneri finanziari connessi alla riduzione dell’esposizione debitoria del Gruppo e del livello dei tassi di interesse, nonché degli effetti positivi della variazione di alcune partite non monetarie – di natura valutativa e contabile, relative alla valutazione al fair value di strumenti derivati.


Imposte sul reddito

Nel 2020 sono stati registrati proventi per imposte per 5.955 milioni di euro (imposte per 513 milioni di euro nell’esercizio 2019).

I proventi per imposte sono principalmente relativi all'iscrizione di imposte differite attive conseguenti al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis (5.877 milioni di euro), per maggiori dettagli si veda la nota "Imposte sul reddito (correnti e differite)" del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM. La voce beneficia altresì del positivo effetto fiscale per le minori imposte di esercizi precedenti, che si generano a seguito del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” nelle dichiarazioni dei redditi e Irap di TIM S.p.A. degli esercizi 2015 – 2019 (299 milioni di euro).

Nell’esercizio 2019 la voce "imposte sul reddito" accoglieva, tra gli altri, 233 milioni di euro di oneri fiscali connessi all’iscrizione della fiscalità relativa ai proventi operativi non ricorrenti della Business Unit Brasile.

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al 31 dicembre 2020

27



Utile (perdita) dell’esercizio

E’ così dettagliato:


(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio

7.352

1.242

Attribuibile a:

Soci della Controllante:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.224

900

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad
essere cedute

16

Utile (perdita) dell’esercizio attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

Partecipazioni di minoranza:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

128

326

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad
essere cedute

Utile (perdita) dell’esercizio attribuibile alle Partecipazioni di
minoranza

128

326


L’Utile netto dell’esercizio 2020 attribuibile ai Soci della Controllante si attesta a 7.224 milioni di euro (916 milioni di euro nell’esercizio 2019).

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

al 31 dicembre 2020

28




PRINCIPALI DATI ECONOMICI E OPERATIVI DELLE BUSINESS UNIT DEL GRUPPO TIM

Domestic

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni
(a-b)

(a)

(b)

assolute

%

% organica
esclusi non
ricorrenti

Ricavi

12.905

14.078

(1.173)

(8,3)

(7,7)

EBITDA

5.339

5.708

(369)

(6,5)

(7,9)

% sui Ricavi

41,4

40,5

0,9pp

(0,1)pp

EBIT

1.635

1.887

(252)

(13,4)

(19,2)

% sui Ricavi

12,7

13,4

(0,7)pp

(2,1)pp

Personale a fine esercizio (unità) (°)

42.925

45.496

(2.571)

(5,7)

(°) Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 9 unità al 31 dicembre 2020 (5 unità al 31 dicembre 2019)


(milioni di euro)

4° Trimestre

4° Trimestre

Variazioni
(a-b)

2020

2019

(a)

(b)

assolute

%

% organica

esclusi non

ricorrenti

Ricavi

3.433

3.555

(122)

(3,4)

(3,0)

EBITDA

1.258

1.154

104

9,0

(2,5)

% sui Ricavi

36,6

32,5

4,1pp

0,3pp

EBIT

323

193

130

67,4

(9,8)

% sui Ricavi

9,4

5,4

4,0pp

(1,0)pp


Fisso

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2018

Accessi totali TIM Retail (migliaia)

8.767

9.166

10.197

di cui NGN (1)

4.407

3.670

3.214

Accessi totali TIM Wholesale (migliaia)

7.974

8.051

8.063

di cui NGN

4.220

3.309

2.262

Accessi broadband TIM Retail attivi (migliaia)

7.635

7.592

7.483

ARPU Consumer (€/mese) (2)

33,0

34,9

34,0

ARPU Broadband (€/mese) (3)

25,4

27,7

26,3

(1)Accessi UltraBroadband in modalità FTTx e FWA, incluse anche le linee “solo dati”; in continuità con la metodologia adottata nel 2019, le linee "solo dati"sono incluse anche nel totale accessi retail 2018.

(2)Ricavi da servizi retail organici Consumer rapportati alla consistenza media degli accessi Consumer.

(3)Ricavi da servizi broadband organici rapportati alla consistenza media degli accessi broadband TIM retail attivi.


Mobile

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2018

Consistenza linee a fine periodo (migliaia)

30.170

30.895

31.818

di cui Human

19.795

21.003

22.448

Churn rate  (%) (4)

18,6

20,4

26,3

Users broadband (migliaia) (5)

12.818

12.823

13.015

ARPU Retail (€/mese) (6)

8,0

8,7

9,8

ARPU Human (€/mese) (7)

12,1

12,6

13,4

(4)  Percentuale di linee totali cessate nel periodo rispetto alla consistenza media totale.

(5)  Linee mobili che utilizzano servizi dati.

(6)  Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media totale linee.

(7)  Ricavi da servizi retail organici (visitors e MVNO esclusi) rapportati alla consistenza media linee human.


Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM

Business Unit Domestic

30


Ricavi

I ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 12.905 milioni di euro, in diminuzione di 1.173 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019 (-8,3%) e risentono dell’effetto dello sfidante contesto competitivo e, con particolare riferimento al mercato Mobile, delle restrizioni connesse all’emergenza Covid-19. I ricavi organici, al netto della componente non ricorrente, ammontano a 12.944 milioni di euro (-1.081 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, -7,7%); in particolare, i ricavi dell’esercizio 2020 scontano un impatto complessivo di -39 milioni di euro, principalmente riferiti a rettifiche di ricavi connesse a iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. L’esercizio 2019 scontava oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

Nel quarto trimestre 2020 i ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 3.433 milioni di euro, in diminuzione di 122 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019 (-3,4%, -3,0% in termini organici).

I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 11.605 milioni di euro (-980 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, -7,8%) e scontano gli impatti del contesto regolatorio e competitivo sulla customer base e sui livelli di ARPU. I ricavi da servizi stand alone organici, al netto della sopra citata componente non ricorrente, ammontano a 11.643 milioni di euro (-883 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, -7,0%).

In dettaglio:

i ricavi da Servizi stand alone del mercato Fisso sono pari, in termini organici,  a 8.785 milioni di euro, con una variazione rispetto all’esercizio 2019 (-6,1%) dovuta prevalentemente alla diminuzione degli accessi e dei livelli di ARPU, che si riflette anche nell’andamento dei ricavi da servizi broadband (-170 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, -6,9%), parzialmente compensato dalla crescita dei ricavi da soluzioni ICT (+134  milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, pari a +15,6%);

i ricavi da Servizi stand alone del mercato Mobile sono pari a 3.378 milioni di euro (-397 milioni di euro rispetto al 2019, -10,5%) e scontano l’impatto, negativo sulla customer base, della mutata dinamica competitiva nonché gli effetti connessi al contesto regolatorio e quelli conseguenti alle limitazioni imposte in materia di emergenza sanitaria. In termini organici, al netto della già citata componente non ricorrente, i ricavi da servizi stand alone del Mobile ammontano a 3.411 milioni di euro (-330 milioni di euro rispetto al 2019, pari a -8,8%).

I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari a 1.301 milioni di euro nell'esercizio 2020, -198 milioni di euro in termini organici rispetto al 2019 anche per effetto della ridotta frequentazione dei punti vendita a seguito dei provvedimenti restrittivi legati all’emergenza Covid-19.

Nella tabella seguente sono riportati i principali risultati conseguiti nel 2020 dalla Business Unit Domestic per segmento di clientela/aree di attività, posti a confronto con l'esercizio 2019.


(milioni di euro)

4° Trimestre

4° Trimestre

Variazioni %

2020

2019

2020

2019

(a)

(b)

(c)

(d)

(a/b)

(c/d)

organica
esclusi
non
ricorrenti
(a/b)

organica
esclusi
non
ricorrenti
(c/d)

Ricavi

3.433

3.555

12.905

14.078

(3,4)

(8,3)

(3,0)

(7,7)

  Consumer

1.525

1.625

5.899

6.594

(6,2)

(10,5)

(6,2)

(10,4)

  Business

1.104

1.195

4.084

4.624

(7,6)

(11,7)

(7,6)

(11,1)

  Wholesale National Market

513

456

1.917

1.843

12,5

4,0

12,5

4,0

  Wholesale International Market

262

250

966

947

4,8

2,0

6,5

2,4

  Other

29

29

39

70

(44,3)

50

90,5


Relativamente ai segmenti di mercato della Business Unit Domestic si segnalano le seguenti dinamiche rispetto al 2019:

Consumer: il perimetro di riferimento è costituito dall’insieme dei servizi e prodotti di fonia e internet gestiti e sviluppati per le persone e le famiglie nel Fisso e nel Mobile e dalla telefonia pubblica; attività di caring, supporto al credito operativo, loyalty e retention, attività di vendita di competenza e gestione amministrativa dei clienti; è inclusa la società TIM Retail, che coordina l’attività dei negozi Flagship. In termini organici, al netto della citata componente non ricorrente, i ricavi del segmento Consumer sono pari a 5.908 milioni di euro e presentano un andamento (-686 milioni di euro -10,4%), rispetto al 2019, che sconta l’impatto dello sfidante contesto competitivo e una maggiore disciplina dei processi commerciali. La dinamica osservata sui ricavi complessivi è presente anche sui ricavi da servizi stand alone, che sono pari a 5.181 milioni di euro, con una diminuzione di 619 milioni di euro rispetto al 2019 (-10,7%). In particolare:

i ricavi da Servizi stand alone del Mobile sono pari, in termini organici, a 2.343 milioni di euro (-226 milioni di euro, -8,8%) rispetto al 2019; a fronte di un’inedita dinamica competitiva nella fascia bassa del mercato, si registra, nel quarto trimestre, una più contenuta riduzione della customer base calling.

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Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM

Business Unit Domestic

31


Tali risultati scontano anche gli effetti dell’emergenza Covid-19 sui ricavi da roaming e la progressiva riduzione delle tariffe regolate di interconnessione sul traffico entrante;

i ricavi da Servizi stand alone del Fisso sono pari, in termini organici, a 2.871 milioni di euro (-382 milioni di euro, –11,7% rispetto al 2019), prevalentemente per effetto della riduzione dei livelli di ARPU e della minore Customer Base, che nel corso dell’esercizio 2020 ha avuto un calo in progressiva attenuazione. Si evidenzia la crescita dei clienti BroadBand, in particolare gli Ultra BroadBand, e il miglioramento della performance del 2020 rispetto al 2019 dell’ARPU broadband a partire dal terzo trimestre.

I ricavi Handset e Bundle & Handset del segmento Consumer sono pari a 727 milioni di euro, con -67 milioni di euro rispetto al 2019 (-8,4%), concentrata sul comparto mobile per la mutata strategia commerciale sui prodotti, focalizzata sulla difesa della marginalità. Sulla performance ha avuto anche impatto la restrizione alla circolazione per emergenza sanitaria Covid-19: nel periodo di lockdown i volumi venduti di smartphone si sono ridotti rispetto al 2019 con una ripresa a regime solo a partire dal mese di luglio.

Business: il perimetro di riferimento è costituito dall’insieme dei servizi e prodotti di fonia, dati, internet e soluzioni ICT gestiti e sviluppati per la clientela delle PMI (Piccole e medie imprese), SOHO (Small Office Home Office), Top, Public Sector, Large Account ed Enterprise nel Fisso e nel Mobile. Sono incluse le società: Olivetti, TI Trust Technologies e Telsy e da giugno 2020 il gruppo Noovle. In termini organici, al netto della citata componente non ricorrente, i ricavi del segmento Business sono pari a 4.113 milioni di euro (-512 milioni di euro rispetto al 2019, -11,1%, di cui -8,1% per la componente dei ricavi da servizi stand alone). In particolare:

i ricavi totali del Mobile evidenziano una performance organica rispetto al 2019 (-11,8%), legata alla componente dei ricavi da servizi stand alone (-11,8%) e al trend dell’ARPU;

i ricavi totali del Fisso in termini organici hanno subito una variazione di -386 milioni di euro rispetto al 2019 (-10,7%) con la componente dei ricavi da servizi (-6,8%) influenzata da un andamento dei prezzi in parte compensato dall’incremento dei ricavi da servizi ICT.

Wholesale National Market: il perimetro di riferimento è costituito dalla gestione e sviluppo del portafoglio dei servizi wholesale, regolamentati e non, diretti agli operatori di telecomunicazioni del mercato domestico sia del Fisso che del Mobile. Sono incluse le società: TI San Marino e Telefonia Mobile Sammarinese. Il segmento Wholesale National Market presenta nell'esercizio 2020 ricavi pari a 1.917 milioni di euro, in aumento rispetto al 2019 di 74 milioni di euro (+4,0%), con una performance positiva guidata prevalentemente dalla crescita degli accessi trainata dal comparto Ultra BroadBand.

Wholesale International Market: in tale ambito sono ricomprese le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che opera nel mercato dei servizi internazionali voce, dati e internet destinati agli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, agli ISP/ASP (mercato Wholesale) e alle aziende multinazionali attraverso reti proprietarie nei mercati Europei, nel Mediterraneo e in Sud America. I ricavi del 2020 del segmento Wholesale International Market sono pari a 966 milioni di euro, in crescita di 19 milioni di euro (+2,0%) rispetto al 2019, con effetti trascurabili su EBITDA. Tale andamento è principalmente connesso all’offerta di capacità del business dati.

Other: il perimetro di riferimento è costituito da:

INWIT S.p.A.: opera nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche, nello specifico in quelle dedicate all’ospitalità di apparati di trasmissione radio per le reti di telefonia mobile sia di TIM sia di altri operatori. Nel corso del 2020 la partecipazione del Gruppo TIM in INWIT ha registrato diverse variazioni in considerazione delle molteplici operazioni che hanno interessato la struttura societaria, a partire dalla fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A.. Per ulteriori dettagli si rinvia alla Nota “Partecipazioni” del Bilancio Consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020. Si precisa che a decorrere dal Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2019 e sino al perfezionamento della fusione sopracitata, INWIT S.p.A. è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”.

Altre strutture Operations: presidio dell’innovazione tecnologica e dei processi di sviluppo, ingegneria, realizzazione ed esercizio delle infrastrutture di rete, IT, impiantistiche e immobiliari di competenza; sono inoltre incluse la società Flash Fiber e le attività svolte dalla componente Open Access per i processi di delivery e assurance dei servizi alla clientela, fino a settembre 2019 ricomprese nel segmento Wholesale e successivamente riclassificate a seguito del mutato assetto organizzativo;


Staff & Other: servizi e prestazioni svolte dalle funzioni di Staff e altre attività di supporto effettuate da società minori, tra cui anche la società Persidera, ceduta in data 2 dicembre 2019 e inclusa nei dati economici e nei flussi finanziari dei primi mesi del 2019.





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Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM

Business Unit Domestic

32


EBITDA

L’EBITDA del 2020 della Business Unit Domestic è pari a 5.339 milioni di euro, (-369 milioni di euro rispetto al 2019, -6,5%), con un’incidenza sui ricavi pari al 41,4% (+0,9 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente).

L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 5.658 milioni di euro, (-486 milioni di euro rispetto al 2019, -7,9%). In particolare, l’EBITDA del 2020 sconta un impatto complessivo di -319 milioni di euro, di cui -108 milioni di euro ricollegabili all’emergenza Covid-19 in Italia e relativi principalmente agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, nonché degli effetti delle difficoltà macroeconomiche su accantonamenti e oneri connessi alla gestione dei crediti. Inoltre, gli oneri non ricorrenti includono oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale, accantonamenti per contenziosi, sanzioni di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate nonché oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.

L’EBITDA organico, al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA

5.339

5.708

(369)

(6,5)

Effetto conversione bilanci in valuta

(1)

1

Effetto variazione perimetro di consolidamento

(254)

254

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

319

691

(372)

EBITDA ORGANICO esclusa componente non ricorrente

5.658

6.144

(486)

(7,9)

L’EBITDA del quarto trimestre 2020 è pari a 1.258 milioni di euro (+104 milioni di euro rispetto al 2019, 9,0%).

In relazione alle dinamiche delle principali voci si evidenzia quanto segue:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Acquisti di materie e servizi

5.129

5.042

87

Costi del personale

2.401

2.753

(352)

Altri costi operativi

639

1.099

(460)


In particolare:

Altri proventi operativi sono pari a 200 milioni di euro con una diminuzione di 25 milioni di euro rispetto al 2019:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Indennità di ritardato pagamento dei servizi telefonici

40

48

(8)

Recupero costi del personale, acquisti e prestazioni di servizi

14

50

(36)

Contributi in conto impianti e in conto esercizio

32

29

3

Risarcimenti, penali e recuperi connessi a vertenze

24

20

4

Revisioni di stima e altre rettifiche

59

36

23

Altri proventi

31

42

(11)

Totale

200

225

(25)


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Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM

Business Unit Domestic

33


Acquisti di materie e servizi sono pari a 5.129 milioni di euro con un incremento di 87 milioni di euro rispetto al 2019:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Acquisti di beni

1.063

1.175

(112)

Quote di ricavo da riversare ad altri operatori e costi
d’interconnessione

1.191

1.193

(2)

Costi commerciali e di pubblicità

868

878

(10)

Consulenze e prestazioni professionali

128

114

14

Energia, manutenzioni, servizi in outsourcing

889

884

5

Costi per godimento di beni di terzi

301

263

38

Altri

689

535

154

Totale acquisti di materie e servizi

5.129

5.042

87

% sui Ricavi

39,7

35,8

3,9


L’incremento di 87 milioni di euro sconta l’effetto del deconsolidamento della società Inwit dal 31 marzo 2020 e il conseguente avvio del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) con la società stessa. Escludendo tali impatti, la voce Acquisti di materie e servizi rileverebbe una riduzione di 126 milioni di euro, soprattutto sugli acquisti per la rivendita, per effetto della diminuzione dei volumi venduti di terminali del mobile, in coerenza con il riposizionamento delle strategie commerciali in corso. Sulla riduzione hanno inciso anche, soprattutto sul Mobile, le restrizioni connesse all’emergenza COVID-19.


Costi del personale sono pari a 2.401 milioni di euro con una diminuzione di 352 milioni di euro rispetto al 2019.

Altri costi operativi sono pari a 639 milioni di euro con una diminuzione di 460 milioni di euro rispetto al  2019:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Svalutazioni e oneri connessi alla gestione dei crediti

329

407

(78)

Accantonamenti ai fondi per rischi e oneri

6

418

(412)

Contributi e canoni per l’esercizio di attività di
telecomunicazioni

44

49

(5)

Oneri e accantonamenti per imposte indirette e tasse

79

89

(10)

Penali, indennizzi per transazioni e sanzioni amministrative

120

58

62

Quote e contributi associativi, elargizioni, borse di studio e
stages

11

11

Altri oneri

50

67

(17)

Totale

639

1.099

(460)


Gli Altri costi operativi dell’esercizio 2020 includono una componente non ricorrente, pari a 148 milioni di euro, riferibile principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione del credito in relazione all’emergenza Covid-19 (46 milioni di euro), oneri per sanzioni di carattere regolatorio ed oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.  In particolare, con riferimento alla gestione del credito si rileva che lo scenario macroeconomico di forte riduzione del PIL originato dalla pandemia ha determinato un peggioramento dell’Expected Credit Loss di una parte della clientela. Di conseguenza l’accantonamento a fondo svalutazione crediti è stato adeguato in funzione del differenziale di perdita attesa. Con riferimento alle svalutazioni ed oneri connessi alla gestione del credito, si segnala che la riduzione è la conseguenza di un programma di ottimizzazione dei processi volto a efficientare la gestione del credito, a 360 gradi, intervenendo sull’intero processo che coinvolge il cliente. In particolare si fa riferimento alla fase di accettazione, gestione e recupero del credito fino ad arrivare al modello di valutazione delle nuove offerte commerciali.

La componente non ricorrente del 2019, pari a 416 milioni di euro, si riferiva principalmente a contenziosi di carattere regolatorio e passività ad essi correlate e a passività con clienti e/o fornitori.


EBIT

L’EBIT del 2020 della Business Unit Domestic è pari a 1.635 milioni di euro, (-252 milioni di euro rispetto al 2019, -13,4%), con un’incidenza sui ricavi pari al 12,7% (-0,7 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.954 milioni di euro (-464 milioni di euro rispetto al 2019, -19,2%) con un’incidenza sui ricavi del 15,1% (17,2% nel 2019).

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Business Unit Domestic

34


L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBIT

1.635

1.887

(252)

(13,4)

Effetto variazione perimetro di consolidamento

(178)

178

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

319

709

(390)

EBIT ORGANICO esclusa componente non ricorrente

1.954

2.418

(464)

(19,2)


L’EBIT del quarto trimestre 2020 è pari a 323 milioni di euro (+130 milioni di euro rispetto al 2019, +67,4%).


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Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM

Business Unit Domestic

35


Brasile

(milioni di euro)

(milioni di reais)

2020

2019

2020

2019

Variazioni

assolute

%

% organica
esclusi non
ricorrenti

(a)

(b)

(c)

(d)

(c-d)

(c-d)/d

Ricavi

2.933

3.937

17.268

17.377

(109)

(0,6)

(0,6)

EBITDA

1.407

2.451

8.282

10.820

(2.538)

(23,5)

3,1

% sui Ricavi

48,0

62,3

48,0

62,3

(14,3)pp

1,7pp

EBIT

476

1.297

2.801

5.726

(2.925)

(51,1)

(4,7)

% sui Ricavi

16,2

33,0

16,2

33,0

(16,8)pp

(0,7)pp

Personale a fine esercizio (unità)

9.409

9.689

(280)

(2,9)

I tassi di cambio medi utilizzati per la conversione in euro (espressi in termini di unità di real per 1 euro) sono pari a 5,88806 nell’esercizio 2020 e a 4,41422 nell’esercizio 2019


(milioni di euro)

(milioni di reais)

4°Trimestre

4°Trimestre

4°Trimestre

4°Trimestre

Variazioni

2020

2019

2020

2019

assolute

%

% organica
esclusi non
ricorrenti

(a)

(b)

(c)

(d)

(c-d)

(c-d)/d

Ricavi

725

1.007

4.678

4.586

92

2,0

2,0

EBITDA

364

499

2.336

2.298

38

1,7

2,8

% sui Ricavi

49,9

50,1

49,9

50,1

(0,2)pp

0,4pp

EBIT

156

272

974

1.250

(276)

(22,1)

(19,9)

% sui Ricavi

20,8

27,3

20,8

27,3

(6,5)pp

(5,9)pp


2020

2019

Consistenza linee a fine periodo (migliaia) (*)

51.433

54.447

MOU (minuti/mese) (**)

122,7

123,6

ARPU (reais)

24,9

23,7

(*)  Include linee aziendali.
(**) Al netto dei
visitors..


La Business Unit Brasile (gruppo TIM Brasil) offre servizi di telefonia mobile con tecnologia UMTS, GSM e LTE. Inoltre, il gruppo Tim Brasil offre trasmissione dati tramite reti in fibre ottiche con tecnologia full IP, come DWDM e MPLS e servizi di banda larga residenziale.

Il 15 dicembre 2020, TIM ha annunciato che l'offerta presentata da TIM S.A. (la società operativa del gruppo Tim Brasil) insieme a Telefônica Brasil S.A. (VIVO) e Claro S.A., è stata dichiarata aggiudicataria del processo di vendita competitivo per l’acquisto delle attività mobili del Gruppo Oi. Il perfezionamento dell’operazione, atteso nel corso del 2021, è comunque soggetto al verificarsi di alcune condizioni sospensive previste negli accordi e alle autorizzazioni delle Autorità competenti.

Il valore complessivo dell’operazione ammonta a 16,5 miliardi di reais (circa 2,7 miliardi di euro) a cui si aggiunge il corrispettivo offerto al Gruppo Oi, di circa 819 milioni di reais (circa 134 milioni di euro), come valore attuale netto (NPV) per i Take-or-Pay Data Transmission Capacity Contracts. TIM Brasil parteciperà all’operazione con un investimento di circa 7,3 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di euro), da corrispondere al closing e 476 milioni di reais relativi alla quota di TIM Brasil nel valore attuale netto (NPV) dei contratti. Considerato il basso indebitamento e le favorevoli condizioni di mercato, TIM S.A. ritiene di finanziare l’acquisizione facendo ricorso alla cassa e al mercato del debito locale. Tuttavia, in caso di eventuali cambiamenti delle condizioni di mercato, TIM S.A. valuterà tutte le opzioni disponibili.

Il piano d’acquisto prevede che TIM Brasil, Telefônica Brasil e Claro procedano al riparto degli asset mobili di Oi e, in particolare, dei clienti, delle radio-frequenze e dell’infrastruttura di accesso mobile.

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In particolare, a TIM Brasil saranno assegnati:

circa 14,5 milioni di clienti (pari al 40% della customer base totale di UPI Ativos Móveis), secondo i dati Anatel di aprile 2020. La ripartizione tiene conto di criteri che favoriscono la concorrenza tra gli operatori presenti sul mercato locale;

circa 49 MHz come media nazionale ponderata per popolazione (il 54% delle frequenze radio di UPI Ativos Móveis). La ripartizione rispetta rigorosamente i limiti di spettro per gruppo stabiliti da Anatel;

circa 7,2 mila siti di accesso mobile (pari al 49% dei siti di UPI Ativos Móveis).

L’operazione, una volta perfezionata, porterà valore non solo alla sua controllata in Brasile, ma anche a tutto il Gruppo TIM e ai suoi azionisti perché permetterà di accelerare la crescita e aumentare l'efficienza operativa attraverso sinergie rilevanti. Inoltre, sono previsti effetti positivi anche per i clienti, visto che dall’operazione sono attesi miglioramenti nella user-experience e nella qualità dei servizi offerti. Infine, dall’operazione si attendono benefici per tutto il settore delle TLC in Sud America, che si rafforzerà in termini di capacità di investimento, innovazione tecnologica e competitività.


A dicembre 2020, il Consiglio di Amministrazione di TIM S.A. ha approvato la costituzione di una società, in vista della futura suddivisione delle attività e della fornitura di servizi di infrastruttura in fibra. Questo processo è uno dei passi intermedi nella trasformazione di TIM in materia di fornitura di servizi a banda larga e mira a creare una società infrastrutturale, che attiri un partner strategico in veste di azionista. La società infrastrutturale opererà nel mercato wholesale e fornirà servizi di connettività in fibra last-mile nonché la rete di trasporto, per tutti gli operatori del mercato, con TIM S.A. come cliente principale. Questa operazione punta ad accelerare la crescita del business della banda larga residenziale e a sbloccare il potenziale valore dell'infrastruttura TIM.


Ricavi

I ricavi dell’esercizio 2020 della Business Unit Brasile (gruppo TIM Brasil) ammontano a 17.268 milioni di reais  (17.377 milioni di reais nel 2019, -0,6%).


I ricavi da servizi sono pari a 16.665 milioni di reais (+68 milioni di reais rispetto ai 16.597 milioni di reais nel 2019, +0,4%).

I ricavi da vendite di prodotti si sono attestati a 603 milioni di reais (780 milioni di reais nel 2019). L’andamento riflette l'impatto della chiusura tra i due e tre mesi nella maggior parte del Brasile a causa dell’emergenza Covid-19; la politica di vendita è ancora focalizzata più sul valore che sull'incremento dei volumi di vendita. In particolare, i principali obiettivi della nuova strategia sono lo sviluppo delle vendite di nuovi terminali che abilitano alla fruizione dei servizi BroadBand sulle reti 3G/4G da parte dei clienti TIM e il supporto alle nuove offerte di fidelizzazione per la clientela post-paid a più alto valore.

I ricavi del quarto trimestre 2020 ammontano a 4.678 milioni di reais, in crescita del 2,0% rispetto al quarto trimestre 2019 (4.586 milioni di reais).

L'ARPU mobile del 2020 è di 24,9 reais, in crescita rispetto al dato registrato nel 2019 (23,7 reais) grazie al generale riposizionamento sul segmento post-paid e a nuove iniziative commerciali volte a promuovere l'uso dei dati e la spesa media per cliente.

Le linee complessive al 31 dicembre 2020 sono pari a 51,4 milioni -3,0 milioni rispetto al 31 dicembre 2019 (54,4 milioni). Questa variazione è principalmente riconducibile al segmento pre-paid (-3,4 milioni) ed è in parte compensata dalla crescita nel segmento post-paid (+0,4 milioni), anche per effetto del consolidamento in atto sul mercato delle seconde SIM. Al 31 dicembre 2020 i clienti post-paid rappresentano il 42,4% della base clienti, in crescita di 3,0 punti percentuali rispetto a dicembre 2019 (39,4%).

EBITDA

L'EBITDA del 2020 ammonta a 8.282 milioni di reais (10.820 milioni di reais nel 2019 e il margine sui ricavi è pari al 48,0% (62,3% nel 2019).

L'EBITDA del 2019 beneficiava di proventi netti non ricorrenti per 2.760 milioni di reais quale saldo tra 3.024 milioni di reais di proventi connessi all’iscrizione di crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS e 264 milioni di reais di oneri non ricorrenti per accantonamenti principalmente per contenziosi di carattere regolatorio e passività ad essi correlate, oltre che per passività con clienti e/o fornitori nonché per oneri connessi a riorganizzazione/ristrutturazione aziendale.

L'EBITDA del 2020 sconta oneri non ricorrenti per 27 milioni di reais principalmente connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.




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L'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente è in crescita del 3,1% ed è calcolato come segue:

(milioni di reais)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA

8.282

10.820

(2.538)

(23,5)

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

27

(2.760)

2.787

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

8.309

8.060

249

3,1



La crescita è attribuibile al miglioramento dell'efficienza della struttura dei costi operativi durante l’emergenza Covid-19.

Il relativo margine sui ricavi si attesta al 48,1%, in crescita in termini organici di 1,7 punti percentuali rispetto al 2019.

L’EBITDA del quarto trimestre 2020 è pari a 2.336 milioni di reais, in crescita di 38 milioni di reais rispetto al quarto trimestre 2019.

Al netto dei proventi (oneri) non ricorrenti il margine sui ricavi del quarto trimestre 2020 si attesta al 50,5%, (50,1% nel quarto trimestre 2019).

Sono di seguito evidenziate le dinamiche delle principali voci di costo:


(milioni di euro)

(milioni di reais)

2020

2019

2020

2019

Variazione

(a)

(b)

(c)

(d)

(c-d)

Acquisti di materie e servizi

1.070

1.450

6.298

6.405

(107)

Costi del personale

236

323

1.392

1.425

(33)

Altri costi operativi

318

523

1.874

2.301

(427)

Variazione delle rimanenze

(8)

(5)

(43)

(20)

(23)


EBIT

L'EBIT del 2020 è pari a 2.801 milioni di reais (5.726 milioni di reais nel 2019).

Nell’esercizio 2019 anche l’EBIT beneficiava dei proventi netti non ricorrenti per 2.760 milioni di reais registrati a livello di EBITDA.

L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente si attesta nel 2020 a 2.828 milioni di reais (2.966 milioni di reais nel 2019) con un margine sui ricavi del 16,4% (17,1% nel 2019).


L'EBIT organico al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di reais)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBIT

2.801

5.726

(2.925)

(51,1)

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

27

(2.760)

2.787

EBIT ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

2.828

2.966

(138)

(4,7)


L’EBIT del quarto trimestre 2020 è pari a 974 milioni di reais (1.250 milioni di reais nel quarto trimestre 2019).

Al netto dei proventi (oneri) non ricorrenti l’EBIT margin del quarto trimestre 2020 è pari al 21,4%, (27,3% nel quarto trimestre 2019).

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PRINCIPALI SVILUPPI COMMERCIALI

Domestic

Consumer

TIM guida la rivoluzione digitale nel Paese, continuando ad investire in innovazione attraverso lo sviluppo di reti UltraBroadBand fissa e mobile, piattaforme, servizi personalizzati per soddisfare tutte le esigenze dei clienti per la casa, lo studio, il lavoro e il tempo libero. TIM è sempre più impegnata nel percorso di diffusione della cultura digitale proponendo offerte innovative, flessibili e convergenti che includono oltre alla migliore connettività fisso e mobile anche una gamma completa di contenuti multimediali, film, serie TV, sport, musica, videogame, e grandi eventi fruibili attraverso decoder, smart TV, web e App mobile, nonché soluzioni e servizi di smart home.

Nel percorso di sviluppo della convergenza TIM ha lanciato a febbraio 2020 TIM Unica, un nuovo concept che racchiude in sé fisso, mobile, contenuti e smart home introducendo una serie di benefici per il network familiare. Il cardine diventa la connessione Fibra della casa e la possibilità per il cliente di addebitare tutte le sim della famiglia sulla fattura della linea fissa come unico strumento di pagamento, usufruendo così di Giga illimitati per tutti gli smartphone dei componenti. La domiciliazione della fattura, l’unicità del mezzo di pagamento, la chiarezza e trasparenza della spesa mensile per le comunicazioni della famiglia fanno di TIM Unica uno strumento di fidelizzazione e riduzione del churn prioritario. I vantaggi dei clienti che entrano nel mondo TIM Unica si arricchiscono nel tempo abbinando soluzioni e benefici che abbracciano i contenuti e la smart home, con promo e vantaggi dedicati.

La spinta verso la convergenza si concretizza ulteriormente con il lancio del nuovo portafoglio Fibra semplificato in logica Best Technology Available con benefici sui clienti che scelgono la domiciliazione e che nel piano del back to school si è arricchito di un concept fondamentale “WiFi Certificato dai tecnici TIM”. Infatti con TIM SUPER WIFI, TIM ha avviato un nuovo percorso di valorizzazione di uno dei suoi asset distintivi fondamentali: i nostri Tecnici On Field. Solo con TIM il cliente può avere un WIFI di qualità certificato in ogni angolo della casa grazie all’intervento on site dei nostri tecnici che installano la Fibra, configurano l’impianto domestico installando anche eventuali repeater e rilasciano al cliente la certificazione di qualità e funzionamento del Wifi in ogni angolo della casa. Nella configurazione dell’impianto domestico l’elemento determinante è rappresentato dal nuovo modem TIM Hub+, il primo in Italia con wifi 6, che è parte integrante delle prestazioni di alta qualità della Fibra di TIM.

Nell’ambito del percorso di diffusione della Fibra in Italia da novembre 2020, TIM è stato il primo operatore a offrire ai suoi clienti l’offerta dedicata al piano per la larga banda aderendo alla fase 1 dei voucher messi a disposizione dal Governo per le famiglie a basso reddito. L’offerta TIM Super Voucher utilizzata per l’iniziativa prevede un bonus di 500 euro per la connettività e l’acquisto di un prodotto, PC o tablet di cui TIM ha anche l’esclusiva sul mercato.

Oltre alla diffusione della Fibra, TIM ha anche presidiato il mercato dell’UltraBroadBand nel suo complesso lanciando nel mese di febbraio l’offerta TIM Super FWA, una nuova offerta FWA comprensiva della voce che grazie alla tecnologia FWA e ai modem dedicati, indoor o outdoor, dà la possibilità di navigare in internet con performance di 30Mega in download e 3Mega in upload anche il quelle zone (es. Aree Bianche) senza copertura in Fibra. Per rispondere alle crescenti esigenze di navigazione dei clienti, nel corso del 2020 l’offerta è stata arricchita con l’Opzione Giga Illimitati.

Inoltre, per sostenere l’attivazione di nuovi clienti FWA, a settembre 2020 è stata lanciata l’offerta TIM FWA Ricaricabile con struttura e selling proposition mirate a soddisfare i bisogni di specifici segmenti di mercato, come seconde case, smartworking, didattica a distanza, studenti, etnici.

Per tutto il 2020 TIM ha continuato a sostenere l’adozione delle nuove tecnologie in fibra con offerte dedicate ai clienti già ADSL raggiunti dal servizio FTTCab e FTTH, proponendo la migrazione verso la nuova tecnologia senza costi aggiuntivi e facendo leva su nuovi contenuti dell’offerta distintivi rispetto al mercato. I servizi di Smart Home e di sicurezza per la navigazione Safe Web nel portafoglio TIM Super ne sono un esempio, oltre alla convergenza con le SIM della famiglia con profilo mobile ad hoc legato all’offerta Fibra o vantaggi in Giga legati alla domiciliazione delle ricariche sul fisso e, a partire da settembre, la nuova offerta TIM Per TE Casa, dedicata alla Customer Base.

Un ruolo determinante a sostegno del Fisso è la spinta importante sui contenuti con partnership strategiche strette con i maggiori player e il lancio di offerte in bundle per la fruizione da casa con l’utilizzo del decoder TIM box (la “scatola magica”) e la qualità della Fibra. TIMVISION rappresenta oggi il principale aggregatore di contenuti sportivi e d’intrattenimento con l’offerta più completa e competitiva sul mercato televisivo italiano: nuove produzioni originali, film, serie, sport e animazione per tutta la famiglia grazie alle partnership con i player più rilevanti del settore.

Nel mese di marzo 2020 è stata lanciata in esclusiva per tutti i clienti di rete fissa l’offerta Mondo Disney+, che offre in un unico pacchetto tutto l’intrattenimento di TIMVISION Plus e di Disney+, senza vincoli di durata.

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Sviluppi commerciali

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Da maggio 2020 TIM e Netflix rafforzano la propria partnership con il lancio dell’offerta Mondo Netflix, che mette insieme l’esperienza completa Netflix, TIMVISION Plus e il decoder TIMVISION Box.

A giugno 2020, con la ripresa del campionato di SERIE A TIM post lockdown, TIM rilancia la sua offerta Sport che, grazie alle partnership con NOW TV e DAZN, include tutti i contenuti sportivi dei due partner in un'unica offerta ad un prezzo esclusivo per tutti i clienti BB e UBB di TIM, comprensivo anche dell’intrattenimento di TIMVISION Plus ed il decoder TIM Box.

A settembre 2020, nasce anche la nuova offerta Mondo Intrattenimento, che unisce tutti i contenuti esclusivi di Disney+, Netflix e TIMVISION Plus, con accesso dalla TV di casa a tutti i contenuti dei partner e al catalogo TIMVISION da un’unica interfaccia, grazie al TIMVISION Box, incluso nell’offerta.

Mondo Intrattenimento è inoltre incluso nell’offerta TIM SUPER WiFi TV, per offrire ai clienti TIM un’offerta per la casa completa con la potenza della Fibra TIM, il WiFi certificato e tutto l’intrattenimento di Disney+, Netflix e TIMVISION Plus.

A giugno 2020 è stata siglata un’importante partnership con Google per lo sviluppo congiunto di servizi innovativi in ambito Smart Home e per la commercializzazione dei prodotti Google Nest: TIM è stata la prima telco al mondo ad integrare i propri servizi voce e multimedia nei prodotti Google ed ha accelerato il percorso di convergenza tra offerta core e soluzioni innovative. Oggi, i clienti TIM possono fruire del servizio TIMMusic dagli assistenti vocali Nest e, attraverso il nuovo servizio TIM Voce Smart, effettuare e ricevere chiamate verso qualsiasi numero di rete fissa, attraverso la connettività domestica ed in modalità ‘’hands free’’.

Sul fronte del Mobile nel corso del 2020 TIM ha continuato a sostenere lo sviluppo dell’UltraBroadBand, consolidando il 4G/4.5G e sviluppando il 5G.

A livello nazionale la tecnologia 4G ha ormai raggiunto oltre 7.700 comuni, con una copertura superiore al 99% della popolazione. È proseguita la diffusione, nelle principali città italiane, dei servizi 4.5G (tecnologia LTE Advanced), che consentono di raggiungere una velocità di connessione dati fino a 700 Megabit al secondo.

Inoltre la leadership tecnologica di TIM si è confermata con lo sviluppo del 5G che rappresenta un asset fondamentale per l’innovazione dei servizi mobili in grado di rivoluzionare la vita di cittadini, consumatori e imprese, proiettando il Paese in un ambiente in cui tutto sarà più smart e connesso: dalla pubblica sicurezza ai trasporti, dal monitoraggio ambientale alla sanità, al turismo e alla cultura, fino alle applicazioni nel campo dei media, dell’education e della realtà virtuale.

Il 5G di TIM è già disponibile con servizi per cittadini e imprese nelle principali città italiane con velocità fino a 2 Gigabit al secondo: il 2020 ha visto il progressivo sviluppo della rete con il completamento di coperture di città, quali Milano (90%), di diverse località turistiche nonché di specifiche location distintive quali il primo polo commerciale al mondo ecosostenibile Green Pea a Torino.

Il posizionamento di leadership tecnologica costituisce per TIM un vantaggio competitivo fondamentale per differenziarsi in un mercato altamente competitivo. Sfruttando l’elemento distintivo della qualità della rete TIM ha potuto proseguire una strategia di “valore” e un focus sulla qualità della propria proposta, mantenendo un posizionamento premium sul mercato.

Il 2020 è stato anche un anno di grande impegno al fianco di scuole, docenti e studenti con importanti iniziative per sostenere la didattica a distanza durante l’emergenza Coronavirus. Con questo obiettivo, TIM ha messo in campo l’iniziativa “E-learning Card”, dedicata a tutti i clienti mobili. L’iniziativa rientra tra le diverse attività che TIM sta favorendo per supportare la scuola ed è rivolta in modo particolare ai docenti e agli studenti che, in questo modo, avranno la possibilità di navigare senza limiti di traffico sulle principali piattaforme di didattica a distanza senza consumare i giga della propria offerta.

Altro elemento fondamentale della strategia commerciale è la fidelizzazione della clientela, con l’obiettivo di diminuzione del churn e di stabilizzazione della spesa dei clienti. In questa ottica sono stati lanciati sul mercato portafogli d’offerta che offrono vantaggi sui contenuti e sconti sui canoni per i clienti che scelgono come metodo di pagamento la domiciliazione bancaria o l’addebito su carta di credito. Inoltre, per tutto il corso del 2020 TIM ha continuato ad investire anche sullo sviluppo del valore della customer base con azioni di upselling, cross selling e churn prevention sempre più personalizzate, grazie all’utilizzo dei Big Data Analytics a supporto del raggiungimento degli obiettivi di redditività.

Un’ulteriore misura per aumentare la fidelizzazione del cliente ed il suo livello di soddisfazione è TIM Party, programma di loyalty accessibile solo on line e rivolto a tutti i clienti TIM. Con il suo posizionamento innovativo e differenziante, TIM Party si pone inoltre gli obiettivi di incrementare la penetrazione dei servizi, di vetrina di lancio dei prodotti e dei servizi multimedia e di valorizzazione delle sponsorizzazioni, nonché di incrementare la digitalizzazione della customer base e l’acquisizione dei consensi.

Il programma è strutturato su tre livelli: vantaggi trasversali per tutti i clienti che accedono; vantaggi specifici dedicati a cluster selezionati in base all’anzianità e alla presenza di più servizi TIM (3Play, 4Play); concorsi a premi.

Durante il periodo di emergenza Covid, TIM Party ha prontamente modificato il proprio palinsesto per rispondere alle nuove esigenze dei clienti ed è stato il touchpoint di riferimento per l’offerta dei Giga illimitati verso tutta la clientela consumer TIM.

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Infine, sempre in ottica di fidelizzazione del cliente, così come annunciato a novembre 2019, nel corso del mese di febbraio 2020, stati siglati oggi gli accordi tra TIM S.p.A. e Santander Consumer Bank S.p.A. per l’avvio di una partnership per offrire una piattaforma di erogazione del credito al consumo dedicata ai clienti di TIM.

Grazie a questa partnership i punti vendita TIM già nel corso del 2020 hanno offerto ai clienti TIM finanziamenti per l'acquisto di prodotti con piani rateali. In una fase successiva verranno proposti anche prestiti personali, carte di credito e prodotti assicurativi, pensati per soddisfare le esigenze dei clienti e caratterizzati da una forte propensione all’innovazione ed alla digitalizzazione, due elementi da sempre distintivi delle due società.

L’avvio dell’offerta di servizi di credito al consumo nel corso del 2020 ha rappresentato solo il primo passo di un percorso che si è rafforzato e ampliato attraverso lo sviluppo di una nuova Joint Venture societaria, autorizzata ad operare quale intermediario finanziario e denominata TIMFin, che consentirà a TIM di ottenere un'ulteriore riduzione del debito e l’ottimizzazione del costo del credito. Inoltre i clienti TIM potranno utilizzare, in maniera agevole e semplice, soluzioni finanziarie ed assicurative, personalizzate e trasparenti, rafforzando la continuità e la solidità del rapporto.

TIM è il primo operatore di telefonia in Italia, e ad oggi ancora unico, che ha inserito nel suo Listino smartphone alcuni prodotti rigenerati. Dopo un primo test nel 2019 su iPhone 7 32gb in quantità limitate, ha proseguito nel corso del 2020 su iPhone 8 64gb e poi con il confezionamento “Super Green” (senza accessori e confezionati con materiali ecocompatibili).

Il portafoglio Smartphones di TIM nel corso del 2020 si è sempre più allargato alla tecnologia 5G, raggiungendo un’incidenza nel numero di referenze di oltre un terzo, grazie all’introduzione del 5G su prodotti Top Seller come la famiglia iPhone 12 e del raggiungimento di punti prezzo al pubblico inferiori ai 300 euro. Il 5G è stato introdotto anche nel Mobile Broadband (router Mi-Fi) con un posizionamento premium.

Small Medium Business

L’azione di TIM sul segmento Small Medium Business si è sviluppata nel 2020 secondo le seguenti direttrici:


difesa della customer base con rinforzo delle azioni di retention e prevention attraverso l’utilizzo di analytics evoluti e miglioramento dei processi di gestione dei clienti;

miglioramento della customer experience in particolare sugli ambiti della fattura e dell’assistenza tecnica e commerciale;

specializzazione dell’offerta commerciale sui due macro segmenti Soho e PMI con lancio della nuova offerta TIM Unica Business sui Soho e TIM Comunica sulle PMI;

rilancio del posizionamento di TIM in ambito SMB con la nuova campagna di comunicazione centrata su qualità, assistenza e offerta convergente;

ampliamento dell’offerta ICT attraverso soluzioni di connettività evoluta (VoIP) e partnership con i maggiori player di mercato, ad esempio Google;

rinforzo del presidio commerciale dei clienti di maggior valore con aumento dei clienti gestiti a portafoglio;

sviluppo del canale negozi come nuovo Touch Point commerciale per le partite IVA;

attenzione alle azioni di gestione amministrativa e commerciale dei clienti che hanno crediti in sofferenza.

Nel 2020 le aziende Soho e PMI sono state colpite dalle chiusure e dal rallentamento delle attività economiche dovute al Covid. TIM è stata al fianco dei suoi clienti con azioni di supporto specifico: giga gratis e connessioni a fibra a prezzi agevolati nei periodi di maggiore crisi. In generale gli obiettivi primari del 2020 sono stati il sostegno e la difesa della customer base e il rafforzamento del posizionamento di TIM come player nazionale di riferimento per le esigenze di connettività, convergenza ed offerte IT per i clienti SMB. Tale obiettivo è stato perseguito attraverso il rafforzamento del front end commerciale per gestire tutti i clienti a rischio churn in difficoltà per motivi legati al periodo Covid. Sono state offerte ai clienti delle soluzioni per gestire al meglio le esigenze di connettività o di smart working e sono state sviluppate azioni di loyalty per i clienti più fedeli (es: programma GigaxTe o riposizionamento dei clienti a maggiore spesa). Tali azioni sono state abilitate da nuovi strumenti insights analytics: modelli predittivi big data, nuova segmentazione sulla base dei settori merceologici, avvio del modello delle personas e dei modelli di sviluppo dei distretti industriali.

Al fine di migliorare la soddisfazione dei clienti è stato avviato un piano di miglioramento della customer experience in particolare su: fatturazione con lo sviluppo del nuovo layout e l’ottimizzazione della fattura convergente; assistenza tecnica con il miglioramento della gestione dei guasti lunghi e ripetuti; assistenza commerciale con la nuova segmentazione dei clienti allo scopo di garantire un livello servizio coerente con le esigenze ed il valore dei clienti; digital con la nuova area pubblica del sito TIM Business e la nuova app con le principali funzionalità commerciali e di caring.

Per quanto riguarda l’offerta rivolta al segmento SOHO, diversi sono stati gli aggiornamenti che hanno caratterizzato il 2020:

è stato rafforzato il posizionamento di TIM come punto di riferimento unico e convergente dei clienti attraverso il lancio del brand “TIM Unica Business” che manifesta quanto la sinergia tra i servizi fisso,

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mobile e ICT di TIM possa rappresentare il massimo per il Cliente in termini di affidabilità e vantaggi supportato da campagne continuative radio, web e TV che ne evidenziava plus e opportunità;

si è puntato sull’innovazione e la qualità della rete TIM, attraverso la valorizzazione del 5G sul mobile e della tecnologia FTTH per il fisso;

è stato rinnovato il portafoglio d’offerta semplificandolo per cogliere le esigenze di un mercato che ha sempre più bisogno di traffico dati per consentire la gestione del proprio lavoro anche a distanza; a tal proposito, inoltre si è arricchita l’offerta di un ventaglio di servizi ICT inclusi, in partnership con i migliori player di mercato, per dare al cliente i migliori strumenti online utili per il proprio business e alla trasformazione digitale sempre più urgente nel contesto 2020.

Per le PMI TIM ha proseguito il percorso di sviluppo del portfolio VoIP denominato TIM Comunica: da giugno con la semplificazione e la revisione del pricing, rendendolo fortemente appealing sia per la CB, in logica loyalty e decommissioning, sia per i nuovi clienti. Inoltre nell’ultimo quarter è stata lanciata TIM Comunica Up, la prima offerta VoIP integralmente virtuale e nativamente convergente, in grado di rispondere efficacemente e con un time to market ridottissimo alla crescente domanda di smart work e di lavoro in mobilità proveniente dalle PMI. Nel corso dell’anno è stato portato avanti il processo di rafforzamento della qualità del servizio VoIP con l’attivazione dei nuovi clienti su piattaforma IMS, con l’introduzione dell’automatizzazione delle survey e con il passaggio delle piattaforme in ambito CTIO.

Anche per la connettività delle PMI il 2020 è stato un anno di crescita nelle offerte professionali, sia Internet sia MPLS, con particolare focus sulla riduzione del digital divide delle aziende: dal nuovo profilo VDSL Long Distance, che finalmente permette di raggiungere aziende in un raggio di oltre 2 km dal cabinet, alle soluzioni FWA con banda dedicata cui si possono anche abbinare soluzioni VoIP del portfolio TIM Comunica.

Per quanto riguarda la proposizione ICT si è lavorato al consolidamento delle quattro aree di offerta che coprono i bisogni principali del segmento a partire dalla Sicurezza Informatica, allo Smart Working, alla Presenza Internet e al cloud inteso sia come capacità di computing ma anche di storage, backup dei dati e di adozione di soluzioni SaaS.

Inoltre con le fabbriche interne Olivetti e Noovle è stata avviata una revisione del portafoglio dei servizi per adattarli alle esigenze del segmento con particolare riferimento alla nuova offerta M2M, IoT e cloud.

Con riferimento ai canali commerciali, nel 2020 sono state ottimizzate le agenzie, è stato raddoppiato il numero dei clienti gestiti con presidio commerciale e rinforzato il nuovo canale negozi ed aumentato il contributo del canale digital. Le politiche di commissioning sono state indirizzate verso una maggiore qualità delle attivazioni e la promozione della convergenza e dei nuovi servizi IT.

Enterprise

Anche nel 2020, TIM ha confermato la propria primaria presenza sul mercato delle imprese e della Pubblica Amministrazione, dando ulteriore spinta alla strategia di focalizzazione sul mercato dell’ICT nel senso più generale del termine, incrementando l’ampiezza del portafoglio di servizi e, più ancora, investendo tramite tutte le leve disponibili sul rafforzamento delle capabilities industriali, di competenza e di organizzazione.

In questo senso, va inquadrata anche la partnership strategica con Google, finalizzata a febbraio, e l’acquisizione del 100% di Noovle S.r.l., azienda Premier Partner di Google Cloud, perfezionata a maggio con lo scopo di disporre di una practice distintiva di servizi professionali e di capacità di sviluppo di progetti di journey to cloud per le imprese e le amministrazioni pubbliche, con tecnologie sia Google sia di altri importanti partner.

Nel corso del IIQ2020, inoltre, TIM ha varato una nuova organizzazione pensata per gestire al meglio il mercato delle Grandi Imprese e della PA, attraverso un modello orientato a gestire le principali industries e settori tramite funzioni organizzative specificamente dedicate e l’avvio di un intenso programma di capability building delle competenze e conoscenze necessarie a comprendere e indirizzare più profondamente i processi di business di ciascun settore merceologico e a sviluppare offerte sofisticate e progetti complessi.

Per quanto concerne il mercato, l’impatto dell’emergenza sanitaria nel 2020 non ha lasciato esenti le Grandi Imprese e la Pubblica Amministrazione, mettendo ancora più in luce l’opportunità e la potenzialità offerta dalla digitalizzazione dei processi anche in termini di resilienza dei processi di business e non solo di accelerazione dei comparti più innovativi.

Da questo punto di vista, come per il mercato Consumer e per le Piccole e Medie Imprese, TIM è stata al centro del sistema Paese anche nel sostenere il carico straordinario di necessità di connettività e servizi di smart working da parte delle Grandi Imprese, attraverso variegate proposte di solidarietà digitale che, fra le altre, hanno visto le prime soluzioni di servizi di connettività e di collaboration basate su soluzioni congiunte TIM e Google Cloud, anche insieme ad altri partner come il Gruppo Intesa Sanpaolo.

Tra le altre iniziative principali a supporto dell’emergenza sanitaria, TIM ha anche provveduto a garantire:

supporto alle scuole per la didattica digitale a distanza grazie ad un insieme di soluzioni in bundle dedicate alla Didattica Digitale e al mondo scuola con soluzioni di piattaforme web, connettività fissa e mobile in bundle con device e modem di ultima generazione, tablet e notebook e soluzioni di sicurezza endpoint per gli studenti e gli operatori didattici e sicurezza perimetrale per le singole esigenze della scuola. Attraverso il sito www.lascuolacontinua.it TIM sostiene i docenti nell’utilizzo ottimale degli strumenti e

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delle piattaforme dedicate all’insegnamento a distanza quali WeSchool e G Suite for Education, già utilizzate da moltissimi studenti, al fine di garantire la continuità dell’attività formativa;

distribuzione di oltre 3.000 apparati e SIM card a favore degli Ospedali maggiormente impegnati nell’emergenza e degli Istituti Penitenziari per agevolare il contatto con i familiari; in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi oltre 1.000 device sono stati destinati alle persone non udenti e dotati di app per facilitare l’uso della LIS (Lingua dei segni) e per la traduzione in tempo reale dei messaggi da parlato a scritto e viceversa;

supporto di istituzioni impegnate nella crisi come la Protezione Civile, l’Arma dei Carabinieri, Confindustria, l’Ospedale S. Raffaele, l’ASST di Mantova cui sono stati messi a disposizione spazi fisici attrezzati per gestire l’operatività sul territorio, programmi formativi speciali, piattaforme, numeri verdi e altri servizi per gestire l’emergenza.

Le principali novità d’offerta hanno riguardato gli ambiti più sollecitati e a più alto potenziale, i cosiddetti “digital enablers”, e, più nello specifico, gli ambiti dell’Hybrid Cloud  e dell’IoT.

Come già indicato, con la sottoscrizione di una partnership strategica fra TIM e Google Cloud, i due grandi gruppi hanno condiviso la volontà di mettere a disposizione del mercato le migliori infrastrutture, competenze e piattaforme per realizzare servizi innovativi di cloud pubblico, privato e ibrido a beneficio delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, per sostenere e guidare l’accelerazione del percorso di digitalizzazione delle realtà che in via generale guidano il processo di innovazione.

La partnership rappresenta una grande innovazione per entrambe le aziende e per il mercato e si basa su un alto grado di complementarità: TIM farà leva sui propri asset unici, i Data Center in Italia, la più importante infrastruttura di rete del Paese, la profonda conoscenza del mercato italiano e capillarità e Google porterà in dote la sua tecnologia, le sue piattaforme, ma anche i suoi skill e la sua mentalità “nativamente” aperta. Google Cloud parteciperà con TIM, che realizzerà 6 nuovi Data Center ad altissima efficienza e sostenibilità ambientale, all'apertura di nuove regioni Cloud con un investimento senza precedenti di una multinazionale straniera nel nostro Paese, grazie al quale i clienti potranno beneficiare di servizi e dati in cloud a bassa latenza e alte prestazioni. Per questo, a complemento della partnership con Google, TIM ha acquisito Noovle, così da completare con la sua capacità di consulenza ICT e system integration la proposizione di progetti e soluzioni cloud.

Il primo immediato frutto della partnership è giunto già a maggio, con la sigla da parte del Gruppo Intesa Sanpaolo di un Memorandum of Understanding con TIM e Google che segna l’avvio delle trattative per la realizzazione di un importante progetto finalizzato a fornire a Intesa Sanpaolo i servizi cloud di Google, sui Data Center italiani di TIM. Nei mesi successivi, sono state avviate importanti trattative e sottoscritti contratti con numerosi clienti privati e pubblici.

Nell’ambito dell’area di Offerta 5G&IoT, TIM ha rafforzato lo sviluppo di un ecosistema di Soluzioni Verticali in collaborazione con le Digital Factories di Gruppo e Partners di Filiera Selezionati.

Il 2020 si è aperto con l’importante attestazione della capacità di innovazione di TIM costituita dall’aggiudicazione da parte del MISE a 3 partenariati con TIM quale operatore 5G di riferimento di 3 dei 6 progetti totali vincitori del Bando “Asse II” per progetti di innovazione basati su 5G e su tecnologie emergenti. I partenariati con il AGID e il Comune di Ivrea, l’Università di Cassino e il Comune di Artena, il Politecnico di Bari, proposti facendo leva anche sulle soluzioni IoT di Olivetti, si sono caratterizzati per la diversificazione delle soluzioni e dei casi d’uso, la capacità di innovazione e di aggregazione di un ecosistema di interessi e competenze che valorizza al massimo la potenzialità del 5G, introducendo nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, la blockchain o i big data in contesti di Smart cities.

In generale, nel corso del 2020, facendo leva su tutte le piattaforme e reti già disponibili, TIM ha focalizzato progressivamente le capabilities di base. Tra i principali progetti del 2020 che hanno visto l’adozione delle soluzioni innovative TIM in ambito Smart City, particolare valore assume il progetto della Smart Control Room sviluppato con il Comune di Venezia, unico in Italia, che riunisce in una "cabina di regia" tecnologie per migliorare la mobilità e la sicurezza della città realizzando un modello di intelligenza urbana.

Sempre in una logica di verticalizzazione dell’area di Offerta 5G&IoT, TIM ha siglato accordi con Confagricoltura e Coldiretti finalizzati allo sviluppo della smart agriculture nel nostro Paese e che prevedono la messa a disposizione delle Aziende del comparto agroalimentare, di tecnologie abilitanti e soluzioni applicative (es. sensoristica, blockchain, AI) per ridurre il digital divide nelle aree rurali e interne del nostro Paese e dare un nuovo impulso al settore agroalimentare sostenibile.

In questa direzione si colloca la sperimentazione avviata nei vigneti della Cantina Voerzio-Martini nelle Langhe per migliorare la qualità delle colture vitivinicole, migliorare efficienza e ottimizzazione di costi grazie all’impiego mirato di risorse e trattamenti, controllo e protezione del raccolto, tracciabilità e incremento della qualità, riduzione dell’impatto ambientale.

Grazie all’accordo siglato a dicembre tra TIM e Comau, che segue una sperimentazione biennale sul campo, è stata data un'ulteriore accelerazione allo sviluppo dell’offerta “Vertical” di soluzioni IoT innovative per la trasformazione digitale delle industrie manifatturiere facendo leva sulle potenzialità del 5G e dell’IA. Le due società svilupperanno nuovi servizi e prodotti IoT: primo risultato della collaborazione è stato il lancio della soluzione "Industrial IoTIM powered by Comau" per il monitoraggio e la diagnostica anche da remoto dei

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Sviluppi commerciali

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macchinari industriali di produzione, evidenziando esigenze di manutenzione e assistenza, attraverso sistemi previsivi e predittivi. Il tutto grazie alla connettività UltraBroadBand, ai servizi Edge cloud e Industrial IoT di TIM e alle tecnologie digitali della piattaforma in.Grid unite alle elevate competenze nell’automazione di fabbrica e robotica di Comau. Olivetti, digital farm del Gruppo TIM, metterà a disposizione le competenze specialistiche maturate nell’ambito dell’IoT garantendo il supporto e l’assistenza tecnica in tutte le fasi, da remoto e sul campo.

Tra i principali progetti di partnership tecnologica, assume rilevanza quella con Green Pea: TIM è stata scelta per la digitalizzazione dell’avveniristico centro, primo “Green retail park” interamente dedicato agli acquisti eco-sostenibili ideato dalla famiglia Farinetti, che ha aperto a Torino l’8 dicembre 2020.

Brasile

Nel 2020 TIM Brasil ha perfezionato la sua strategia di posizionamento in quanto player protagonista del mercato brasiliano. Abbiamo proseguito il nostro processo di rinnovamento della customer base sul consumer mobile market, migrando i clienti da piani giornalieri a servizio singolo a piani settimanali/mensili ricorrenti. Abbiamo aggregato più servizi a valore aggiunto in termini di varietà e rilevanza per i nostri clienti (ad esempio, servizi finanziari mobili), sviluppando le nostre offerte di piani di servizio, valorizzando la nostra leadership nella rete 4G. TIM Live ha aumentato la sua copertura e customer base, mentre nel mercato B2B le iniziative IoT si dimostrano più forti nell'agribusiness e sono sorte nuove opportunità di partnership di successo.

Comunicazione e brand positioning: abbiamo rafforzato la credibilità del nostro marchio. È stata lanciata una nuova tag line che rappresenta la nostra mission come azienda "image the possibilities" ("immagina le possibilità") e una nuova testimonial: la cantante "Iza" - Donna dell'anno nel 2020. L'evoluzione del nostro concetto di comunicazione e dei contenuti ha permesso a TIM di vincere il prestigioso premio Top of Mind di "Folha de SP" (uno dei principali e più credibili gruppi mediatici del Brasile).

Offerte mobile: abbiamo rinnovato le nostre offerte in tutti i segmenti seguendo l'approccio "oltre la connettività" per aumentare la riconoscibilità ed evitare la commoditizzazione. Per quanto riguarda i piani ibridi, abbiamo sfruttato la nostra partnership con C6 (banca digitale) che abbina servizi finanziari mobili alla mobilità. La partnership è stata poi estesa a tutti i segmenti. Per quanto riguarda il segmento pre-paid, abbiamo introdotto un nuovo, forte programma di fidelizzazione con funzionalità di gamification e mobile advertising. E infine, sul segmento post-paid, abbiamo rivisitato "TIM Black" con un portfolio più ampio di servizi di intrattenimento (dal solo Netflix a HBO Go e Youtube Premium) e servizi di caring premium, come TIM Concierge.

Customer Experience: lavoriamo costantemente per migliorare l'esperienza e la soddisfazione dei nostri clienti attraverso l'uso della tecnologia. A questo riguardo, l'evoluzione delle soluzioni AI e i nostri canali digitali sono fondamentali. Nel 2020, TIM ha lanciato "Tais", il suo assistente cognitivo e la diffusione dell'app Meu TIM è aumentata YoY.

Canali di vendita: nel 2020 ci siamo concentrati sulla produttività dei canali e sulla loro riorganizzazione, dal volume al valore. Ciononostante, durante l'epidemia di Covid-19, soprattutto nei primi momenti, la priorità si è spostata sul sostegno dei nostri canali di vendita. Più recentemente, abbiamo rafforzato la nostra capillarità su mercati più critici come lo Stato di San Paolo.

Mercato residenziale: il focus sugli investimenti nell'espansione di FTTH (Fiber To The Home) continua, con offerte a velocità più alta e stabilità ottimale della connessione. Siamo presenti in 31 città con una crescita della customer base del 14% nel 2020. TIM Live ha anche introdotto un'innovazione lanciando la prima offerta a 400Mbps nel mercato brasiliano ed è stata riconosciuta per la quinta volta dal giornale "Estadão"  come il miglior servizio a banda larga del Brasile.

Corporate: abbiamo consolidato la nostra strategia "Leaders with Leaders" nell'agribusiness e abbiamo lanciato il primo marketplace IoT per il B2B in Brasile promuovendo soluzioni IoT attraverso partnership. Inoltre, abbiamo lanciato la partnership FCA per le auto connesse e per l'industria e l'estrazione mineraria stiamo sviluppando una soluzione LTE privata per la gestione di casi d'uso essenziali per l’attività.


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PRINCIPALI VARIAZIONI DEL CONTESTO NORMATIVO

Domestic

Si riportano di seguito le principali variazioni del contesto normativo in ambito domestico intervenute nel 2020.

In merito ai procedimenti Antitrust nonché a quello relativo alla Fatturazione a 28 giorni, si rimanda alla Nota “Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni, impegni e garanzie” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.

Nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche UE

La Direttiva (UE) 2018/1972, che istituisce il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche Europeo (Codice), sarà applicabile negli Stati membri a valle del suo recepimento negli ordinamenti legislativi nazionali, che doveva avvenire entro il 21 dicembre 2020. Ad oggi, l’Italia non ha ancora trasposto il Codice.

Il Codice rivede e sostituisce il precedente quadro regolamentare europeo costituito dalla Direttiva Accesso, Direttiva Quadro, Direttiva Autorizzazioni e Direttiva Servizio Universale.

Le principali novità riguardano la regolamentazione dell’accesso/interconnessione, la gestione dello spettro e gli obblighi di Servizio Universale.

Regolamentazione accesso e interconnessione

Le nuove norme mirano a stimolare gli investimenti nelle reti ad altissima capacità continuando a tutelare la concorrenza e gli interessi degli utenti finali.

Il nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche promuove il co-investimento quale modello per sviluppare le reti ad altissima capacità (Very High Capacity Networks - VHCN), prevedendo la possibilità di non imporre obblighi regolamentari ex-ante sulle nuove VHCN realizzate in co-investimento a fronte di specifici impegni vincolanti dell’operatore con Significativo Potere di Mercato (SPM) sulle condizioni di accesso e sull’apertura dell’offerta di co-investimento.

Il nuovo Codice prevede, inoltre, un regime regolamentare più leggero per le imprese SPM che hanno sviluppato un modello “wholesale-only”, in base al quale l’Autorità Nazionale di Regolamentazione (ANR) potrà esentare da alcuni obblighi, tra cui quello di orientamento al costo, gli operatori SPM che offrono servizi di comunicazione elettronica esclusivamente nei mercati all’ingrosso, imponendo loro solo gli obblighi di accesso e non discriminazione, nonché l’obbligo di praticare prezzi equi e ragionevoli.

Il Codice privilegia, infine, l’obbligo di accesso alle infrastrutture rispetto agli altri obblighi ex ante ed estende la possibilità di imporre obblighi simmetrici di accesso alle infrastrutture essenziali di rete oltre il primo punto di distribuzione/concentrazione. Sono introdotti periodi più lunghi (cinque anni anziché tre) di market review per offrire maggiori certezze agli operatori. Le nuove misure fin qui richiamate mirano ad incentivare gli investimenti nelle nuove VHCN.

Regolamentazione terminazione fissa e mobile delle chiamate vocali

A dicembre 2020 la Commissione europea ha adottato il Regolamento delegato relativo alla fissazione dei prezzi massimi di terminazione vocale (fissa e mobile) a livello UE, così come richiesto dal nuovo Codice. Il Regolamento entrerà in vigore (a valle della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) entro febbraio 2021 se né il Parlamento né il Consiglio europeo si opporranno. I cap europei (prezzi massimi UE) sui prezzi di terminazione saranno applicabili agli operatori che forniscono i servizi di terminazione fissa e mobile (sostituendo i prezzi fissati dalle Autorità di regolamentazione nazionale) dal 1° giorno del terzo mese successivo all'entrata in vigore.

Il prezzo massimo UE di terminazione fissa è pari a 0,07 eurocent/min.

Il prezzo massimo UE di terminazione mobile è pari a 0,2 eurocent/min.

Al fine di consentire una transizione graduale, è applicato un glide path di tre anni con i seguenti valori per l’Italia: 0,67 eurocent/min nel 2021, 0,55 eurocent/min nel 2022 e 0,40 eurocent/min nel 2023, con atterraggio a 0,2 eurocent/min nel 2024.

Sotto determinate condizioni, che dovrebbero garantire in linea di principio la reciprocità dei prezzi, i suddetti cap si applicano anche alla terminazione di chiamate originate fuori dalla UE.

Raccomandazione mercati rilevanti

A dicembre 2020 la Commissione europea ha pubblicato la nuova Raccomandazione sui mercati rilevanti che sostituisce la precedente Raccomandazione 2014/710/UE. La nuova Raccomandazione definisce due soli mercati (entrambi all’ingrosso) rispetto ai precedenti cinque mercati:

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Principali variazioni del

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1.Mercato dell’accesso locale all'ingrosso in postazione fissa;

2.Mercato della capacità dedicata all’ingrosso.

Sono stati rimossi dalla lista i mercati della terminazione delle chiamate vocali su rete fissa e mobile (ex mercati 1 e 2) ed il mercato dell’accesso centrale all’ingrosso in postazione fissa per i prodotti di largo consumo (ex mercato 3b). Gli obblighi in vigore nei mercati rimossi dalla lista rimangono validi fino a nuova analisi di mercato da parte della Autorità Nazionale di Regolamentazione (ANR). Le ANR possono definire (e regolare) mercati ulteriori rispetto a quelli inclusi nella nuova Raccomandazione, inclusi quelli presenti nella precedente Raccomandazione sui mercati rilevanti, solo nel caso in cui possono provare che, in base al contesto nazionale, risultano cumulativamente soddisfatte tre condizioni (il cosiddetto “triplo test”: (i) barriere all’entrata elevate e non transitorie; (ii) struttura di mercato che non evolve verso una concorrenza effettiva nell’orizzonte di tempo rilevante; (iii) insufficienza della sola legislazione antitrust a risolvere eventuali fallimenti del mercato.

Gestione dello spettro

Il nuovo Codice introduce nuove regole per lo sviluppo delle reti mobili e del 5G, tra cui la durata minima dei diritti d’uso delle frequenze, pari a 15 anni con possibilità di proroga di ulteriori 5 anni. Viene, inoltre, introdotto un regime agevolato per l’installazione delle small cell:

coerenza delle norme di installazione a livello nazionale;

installazione non soggetta a permessi individuali preventivi (salvo alcune eccezioni);

installazione non soggetta a contributi o oneri oltre agli oneri amministrativi;

diritto di accesso a condizioni eque, ragionevoli, trasparenti e non discriminatorie a qualsiasi infrastruttura fisica controllata da autorità pubbliche (e.g. pali della luce, segnali stradali, ecc.).

La Commissione europea ha adottato il 30 giugno 2020 il regolamento di esecuzione (UE) 2020/911 (applicabile dal 21 dicembre 2020) che definisce le caratteristiche fisiche e tecniche delle small cell che ricadono nell’ambito di applicazione del regime agevolato.

Raccomandazione “connettività”

La Raccomandazione (UE) 2020/1307 della Commissione europea, del 18 settembre 2020, impone agli Stati membri di adottare e attuare con urgenza uno strumento comune dell'Unione per ridurre i costi di installazione delle VHCN e garantire un accesso allo spettro radio 5G tempestivo e favorevole agli investimenti al fine di promuovere la connettività a sostegno della ripresa economica dalla crisi Covid-19 nell'Unione. Entro il 30 marzo 2021 gli Stati membri, in stretta cooperazione con la Commissione europea, dovrebbero pervenire a un accordo sul pacchetto di strumenti.

Obblighi Servizio Universale

Il Codice prevede che sia imposto, in capo a tutti i fornitori del servizio di accesso a internet a banda larga e dei servizi di comunicazione vocale in postazione fissa, un obbligo di "accessibilità economica" per gli utenti residenziali (in particolare a basso reddito o con esigenze sociali particolari). Gli Stati membri hanno comunque la facoltà di imporre gli obblighi di servizio universale (inclusi obblighi di copertura ove necessario) in capo ad imprese designate (come avviene attualmente in Italia, dove TIM è l’impresa designata).

Ciascuno Stato membro deve decidere quale sia l’accesso adeguato a internet a banda larga; la velocità di accesso deve come minimo consentire agli utenti finali di fruire dei servizi elencati all’allegato V del Codice.

Uno Stato membro ha la possibilità di continuare a prevedere obblighi legati alla telefonia pubblica, se la necessità di tale servizio è determinata sulla base delle circostanze nazionali.

Non sono più previsti obblighi specifici di QoS-Qualità del Servizio legati alla fornitura del servizio universale.

Gli Stati membri possono inoltre scegliere la modalità di finanziamento pubblico e/o settoriale dei costi legati al servizio universale.

Le novità introdotte dal Codice porteranno, presumibilmente, ad una revisione del regime di servizio universale attualmente applicato in Italia.

Nelle more del recepimento del nuovo Codice nella legislazione nazionale, l’Autorità ha già dato attuazione alla norma che abroga gli obblighi di obiettivi minimi di qualità dei servizi di accesso e telefonia vocale definiti dall’Autorità e imposti ai soli operatori incaricati della fornitura del servizio universale (in Italia la sola TIM). In tal modo, è stata eliminata l’attuale asimmetria tra TIM e i concorrenti che, pur offrendo i medesimi servizi di accesso e telefonia vocale, non erano sottoposti ad alcun obbligo di qualità e ad alcuna azione di vigilanza ed eventuali contestazioni sul rispetto dei corrispondenti obiettivi annuali di qualità.

Regolamento BEREC

Il Regolamento 2018/1971, rivede le regole di funzionamento dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) ed i compiti ad esso assegnati. In particolare, questi includono:

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Principali variazioni del

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assistere e consigliare la Commissione, su sua richiesta, in relazione all'elaborazione di proposte legislative nel campo delle comunicazioni elettroniche, inclusa qualunque proposta di modifica del Regolamento o del Codice;

formulare orientamenti sull'attuazione del Codice (es. mappatura geografica delle reti di accesso, delle reti ad altissima capacità – VHCN e co-investimento, obblighi simmetrici);

double-lock veto del BEREC e della Commissione sulle decisioni relative all’imposizione di obblighi simmetrici oltre il primo punto di distribuzione o concentrazione e non imposizione di obblighi in presenza di impegni vincolanti al co-investimento in VHCN (introdotto nel Codice).

Il Regolamento non modifica la Governance del BEREC: continuano ad essere previsti il BEREC ed il BEREC Office, quest’ultima in qualità di agenzia UE con personalità giuridica.

Nel 2020 il BEREC ha adottato diverse linee guida, non vincolanti, finalizzate ad orientare l’attuazione da parte delle Autorità nazionali delle nuove disposizioni del Codice UE. In particolare, si richiamano nel seguito le linee guida riguardanti:

la definizione di VHCN (Very High Capacity Network): sono definite le soglie di alcuni parametri tecnici che potrebbero consentire di qualificare come VHCN reti fisse che non sono realizzate interamente in fibra fino all’edificio/sede dell’utente finale;

il co-investimento nelle nuove reti VHCN: sono fornite specifiche riguardo l’applicazione dei criteri dell’articolo 76 del Codice che consente di non imporre obblighi regolamentari (ossia sottrarre alla regolamentazione ex-ante) le nuove reti VHCN realizzate dall’operatore SPM in co-investimento con altri operatori;

gli obblighi simmetrici di accesso alle infrastrutture: sono fornite indicazioni circa l’applicazione dell’articolo 61(3) del Codice, che prevede la possibilità per le Autorità nazionali di imporre obblighi di accesso in capo ad operatori non SPM laddove ciò sia giustificato dalla presenza di barriere alla replicabilità degli elementi di rete (ad es. nel caso di infrastrutture di posa o verticali all’interno degli edifici);

la mappatura geografica delle reti a larga banda: sono definiti i dati da utilizzare e le modalità da seguire per la mappatura delle coperture reti attuali delle reti di accesso di nuova generazione (NGA) e, ove applicabile, future secondo l’articolo 22 del Codice.

Regolamentazione comunicazioni internazionali intra-UE

Il Regolamento BEREC introduce anche dei cap (prezzi massimi) per le chiamate e per gli SMS internazionali intra-UE per la sola clientela consumer sia fissa che mobile.

I cap per chiamate e SMS internazionali intra-UE sono applicati dal 15 maggio 2019, per una durata di 5 anni, quindi fino al 14 maggio 2024:

19 eurocent/min (+IVA) per le chiamate internazionali intra-UE;

6 eurocent/SMS (+IVA) per gli SMS internazionali intra-UE.

Mercati wholesale di rete fissa

Analisi mercato dell’accesso di rete fissa

Il provvedimento finale pubblicato in data 8 agosto 2019 definisce gli obblighi e le condizioni economiche dei servizi di accesso wholesale per il periodo 2018-2021.

Le principali decisioni riguardano:

abrogazione della qualifica di TIM come operatore con Significativo Potere di Mercato (SPM) nel mercato dell’accesso – e, di conseguenza, abrogazione di tutti gli obblighi di regolamentazione ex ante - nel comune di Milano e conferma della qualifica di operatore SPM nel resto del territorio nazionale;

abrogazione dell’obbligo di orientamento al costo dei prezzi dei servizi bitstream rame e fibra in 26 comuni considerati “contendibili” (lista da aggiornare con frequenza annuale); possibilità di applicare, nei medesimi comuni, prezzi VULA diversi dal valore medio nazionale fissato dall’Autorità a partire dal 2021, qualora siano verificate determinate condizioni che saranno definite dall’Autorità con apposito procedimento avviato con delibera n. 481/19/CONS pubblicata in data 4 febbraio 2020;

canoni di accesso wholesale su rame e fibra per il 2018 pari a quelli del 2017, a meno di una contenuta riduzione del canone VULA FTTC;

aumento graduale del prezzo del full unbundling (ULL) e del bitstream su rame nel triennio 2019-2021;

stabilità del prezzo del sub loop unbundling (SLU) nel triennio 2019-2021;

graduale diminuzione dei prezzi di accesso in fibra (VULA FTTC e FTTH) e differenziazione, a partire dal 2021, del prezzo della banda a seconda se la linea di accesso sia su rete in rame o NGA;

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Principali variazioni del

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abrogazione degli attuali obblighi di comunicazione preventiva ad AGCom e verifica di “replicabilità” ex ante per le offerte di punta (cosiddette “offerte flagship”) con velocità maggiore o uguale a 100 Mbit/s e riduzione, negli altri casi, del periodo di comunicazione preventiva da 30 a 20 giorni;

definizione del processo e delle tempistiche per la chiusura delle centrali di TIM (decommissioning);

possibilità di utilizzo del vectoring nei cabinet FTTC nei quali gli operatori alternativi non hanno richiesto linee di sub loop unbundling (SLU);

eliminazione delle attuali asimmetrie nelle procedure di cambio operatore su rete TIM tra processi di rientro in TIM e quelli di passaggio da TIM ad operatori alternativi.

Nel novembre 2020, AGCom ha concluso la valutazione preliminare di affidabilità del progetto di separazione volontaria di TIM per la creazione di Fibercop (la Newco che acquisirà la rete di accesso secondaria in rame e fibra, attualmente in capo a TIM e Flash Fiber, controllata da TIM e partecipata da KKR Infrastructure Fund e Fastweb).

Con la delibera n. 637/20/CONS, pubblicata nel dicembre 2020, l’Autorità ha avviato il procedimento relativo all'analisi coordinata dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa ai sensi dell'articolo 50-ter del Codice e, contemporaneamente, ha avviato la consultazione pubblica sul progetto di separazione volontaria della rete di accesso fisso di TIM.

Una volta completata la prima fase di consultazione sul Progetto Fibercop, AGCom potrà proseguire l'analisi coordinata con più elementi disponibili, sia con riferimento al quadro normativo (recepimento del nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche a livello nazionale e adozione della nuova Raccomandazione sui mercati rilevanti) e un primo riscontro ricevuto da parte delle parti interessate sull'impatto generale del progetto sui mercati dell’accesso alla rete fissa di TIM.

Bandi Infratel per il sussidio delle reti a Banda Ultra Larga

Nella riunione del COBUL del 5 maggio 2020 il Governo ha approvato un piano esecutivo per il finanziamento pubblico per un importo totale di 2,7 miliardi di euro, prevedendo i seguenti interventi a sostegno dello sviluppo della domanda e delle infrastrutture UBB.

Piano Scuola 2020-23 (400 milioni di euro)

collegare 32.213 plessi scolastici (81,4% del totale) con banda ultra-larga fino a 1 Gbps con 100 Mbps garantiti

tutti i plessi scolastici delle scuole medie e superiori su tutto il territorio nazionale

tutti i plessi delle scuole primarie e dell’infanzia nelle “aree bianche”

Piano Voucher (1.146 milioni di euro)

Famiglie con ISEE sotto 20.000 euro (286.542.816,30 euro): 500 euro (200 euro per la connettività + 300 euro per Tablet o PC in comodato d’uso)

Altre famiglie (320.927.954,20 euro): 200 euro per la connettività ad almeno 30 Mbps (tutte le tecnologie incluso satellite)

Imprese > 30 Mbit/s (114.617.126,50 euro): 500 euro per la connettività ad almeno 30 Mbps (tutte le tecnologie, incluso satellite)

Imprese fibra (401.159.942,80 euro): 2.000 euro per la connettività fino a 1 Gbits (fibra)

Piano Aree Grigie (1.126 milioni di euro) 

infrastrutturazione di alcuni distretti industriali nelle “aree grigie” su base regionale e i comuni a maggior concentrazione di imprese rispetto alla popolazione.


Piano Scuola

Dopo una Consultazione pubblica sul Piano Scuola conclusasi a settembre, il 19 ottobre 2020, Infratel ha pubblicato un bando di gara il cui termine per la presentazione delle offerte è stato fissato al 4 dicembre 2020, che prevede un finanziamento pubblico di 274 milioni di euro suddivisi in 7 lotti su base geografica (con un limite di due lotti che possono essere assegnati dallo stesso concorrente che può presentare offerte per tutti i lotti).


Piano Voucher

Una prima fase di intervento, da attuare urgentemente entro il 2020, riguarda le famiglie meno abbienti (soglia ISEE fino a 20.000 euro) completamente prive di servizi di connettività, o con servizi di connettività inferiori a 30Mbit /s.

Una seconda fase di intervento, da attuare dopo una consultazione pubblica, riguarda le famiglie con un reddito ISEE fino a 50.000 euro e le imprese.

Il processo di emissione dei voucher della fase 1 è stato avviato il 9 novembre 2020.

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Per attuare la seconda fase del Piano Voucher, Infratel ha effettuato una consultazione pubblica, conclusasi nel settembre 2020.

I risultati della consultazione non sono ancora stati pubblicati. Al termine della consultazione pubblica, il piano di intervento in questione sarà notificato alla Commissione europea ai sensi dell'articolo 108, comma 3, del TFUE e quindi disciplinato da un apposito decreto del Ministro dello Sviluppo Economico.

Piano Aree Grigie

In data 24 giugno 2020, Infratel, al fine di individuare le aree grigie su cui indirizzare i nuovi interventi stabiliti dal COBUL del 5 maggio 2020, ha avviato una nuova consultazione sulla copertura delle aree grigie e nere al fine di:

monitorare il mantenimento degli impegni di copertura assunti, ai sensi del punto 65 degli Orientamenti Comunitari, dagli operatori che hanno risposto alla Consultazione del 2019;

ottenere l’evidenza di nuovi interventi attuati o pianificati per il prossimo triennio.

Nel settembre 2020 Infratel ha pubblicato i risultati del monitoraggio per aggiornare la mappatura della copertura UBB delle aree grigie e nere da parte di operatori privati nel triennio 2020-2022.

In base alla nuova mappatura, potranno essere definiti eventuali interventi pubblici nelle aree rimaste prive di copertura VHCN (Very High Capacity Network1) per i quali, ad oggi, il COBUL ha stanziato 1,126 miliardi di euro (da destinare alla copertura di distretti industriali e comuni a maggiore concentrazione di imprese).

Sulla base dei risultati pubblicati, tenuto conto delle dichiarazioni degli Operatori fino al 2022, i civici potenzialmente interessati da interventi pubblici di finanziamento ammontano a oltre 4,7 milioni, pari a circa il 22,8% del totale civici neri e grigi posti in consultazione.

Mercati wholesale di rete mobile

Analisi di mercato terminazione mobile

Il 22 gennaio 2019 AGCom ha pubblicato la decisione finale relativa all’analisi del mercato della terminazione su rete mobile (delibera n. 599/18/CONS). In particolare AGCom ha stabilito per il periodo 2018-2021, tariffe simmetriche per tutti gli operatori MNO e full MVNO (0,98 centesimi di euro nel 2018, 0,90 centesimi di euro nel 2019, 0,76 centesimi di euro nel 2020, 0,67 centesimi di euro nel 2021) e di confermare l’assenza di obbligo di controllo dei prezzi di terminazione per le chiamate originate al di fuori dell’Area Economica Europea (AEE); tuttavia gli operatori SPM non possono applicare tariffe di terminazione più alte di quelle applicate agli operatori italiani dagli operatori dei Paesi extra AEE in cui le tariffe sono regolamentate.

Tuttavia, come indicato nella sezione europea, a dicembre 2020 la Commissione europea ha adottato il Regolamento delegato relativo alla fissazione dei prezzi massimi di terminazione vocale (fissa e mobile) a livello UE, che entrerà in vigore entro febbraio 2021 se né il Parlamento né il Consiglio europeo si opporranno. I cap UE saranno applicabili agli operatori che forniscono i servizi di terminazione fissa e mobile (sostituendo i prezzi fissati dalle Autorità di regolamentazione nazionale) dal 1° giorno del terzo mese successivo all'entrata in vigore. Per consentire una transizione graduale per la terminazione mobile, è previsto un glide path di tre anni con i seguenti valori per l’Italia: 0,67 eurocent/min nel 2021, 0,55 eurocent/min nel 2022 e 0,40 eurocent/min nel 2023, con atterraggio a 0,2 eurocent/min nel 2024.

Mercati retail di rete fissa

Servizio Universale

Costo netto

A seguito della sentenza n. 4616/2015, pubblicata il 2 ottobre 2015, con il quale il Consiglio di Stato ha annullato la decisione n. 1/08/CIR di AGCom sull'applicazione retroattiva dei nuovi criteri metodologici per il calcolo del costo netto del servizio universale (USO) relativo agli anni 2004 -2007, l'Autorità ha avviato con la delibera 89/18/CIR, pubblicata il 3 luglio 2018, e la successiva delibera n. 62/19/CIR, pubblicata il 7 maggio 2019 la consultazione pubblica del costo netto delle annualità complessive 2004-2007. In data 11 settembre 2019, l’Autorità ha pubblicato la delibera definitiva inerente il Costo Netto USO 2004-2007 (delibera n. 103/19/CIR) con cui ha riconosciuto la sussistenza di un onere iniquo in capo a TIM complessivamente pari a 113,4 milioni di euro da ripartire tra tutti gli operatori fissi e mobili. La quota a carico degli OAOs ammonta a circa 26,6 milioni di euro, calcolata al netto delle quote già versate, dagli stessi operatori, in esito ai procedimenti 2004 e 2005 approvati “illo tempore”. In merito alle vertenze passate, a oggi ancora “in fieri”, a seguito della sentenza n. 3388/15 del Consiglio di Stato, pubblicata il 7 luglio 2015, l’Autorità, in data 11 settembre 2019, ha avviato il procedimento di consultazione pubblica (delibera n. 102/19/CIR) innovando profondamente l’analisi di sostituibilità fisso-mobile, in coerenza con il percorso delineato per le annualità 2004-2007. In tale contesto, si è inserita la sentenza n. 6881 dell’8 ottobre 2019, con cui il Consiglio di Stato ha disposto la restituzione delle quote versate da Vodafone a TIM, per le annualità contestate (1999-2000 e 2002-2003). Alla luce della sentenza del Consiglio di Stato su-indicata, che ha integralmente riformato le sentenze del TAR Lazio nn. 6458,

1  Rientrano nella classe VHCN (Very High Capacity Network):

Per la rete fissa: le reti in fibra fino al civico o in prossimità (FTTB/H);

Per la rete FWA: le reti FWA in cui la fibra ottica raggiunge la Stazione Radio Base (SRB).

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6459, 6461 e 6463 del 23 maggio 2018, in esecuzione delle quali era stata avviata la consultazione pubblica di cui alla delibera n. 102/19/CIR, l’Autorità ha revocato la predetta delibera con la decisione n. 190/19/CIR.

In data 21 luglio 2020, l’AGCom ha pubblicato la consultazione pubblica inerente il riesame dell’iniquità del costo netto del servizio universale 1999-2009. Nella delibera 263/20/CIR l’Autorità ha definito un nuovo approccio per dimostrare la liceità della partecipazione degli operatori mobili al costo netto USO per le annualità in oggetto. L’orientamento espresso da AGCom in consultazione è quello di riconoscere l’iniquità dell’onere in prima facie per le annualità 2002-2009. Per le precedenti annualità 1999-2000, invece, l’Autorità non riscontra la sussistenza di un onere iniquo in capo a TIM.

In esito a tale orientamento, la suddetta disposizione n. 6881 del Consiglio di Stato, che ha imposto a TIM la restituzione delle somme versate da Vodafone, potrebbe perdere la propria efficacia per le annualità 2002-2003. E’ attesa la delibera definitiva entro i primi mesi dell’anno 2021. L’estensione dell’arco temporale oggetto di rinnovazione fino al 2009 si è resa necessaria a seguito della recente sentenza n. 2542/2020 con cui il TAR ha accolto il ricorso di Vodafone, sotto il profilo della sostituibilità fisso/mobile. Sulla medesima questione pendono anche i giudizi sulle annualità 2004-2007, recentemente rinnovate da AGCom con la delibera 103/19/CIR, e su cui il TAR non si è ancora espresso.

In data 4 dicembre 2019, AGCom ha avviato le attività di certificazione del Costo Netto 2010-2013, da svolgersi a cura della società BDO S.p.A..  La revisione dell'annualità 2010, 2011, 2012 è stata completata mentre le attività di verifica dei costi netti 2013 sono state avviate da AGCom il 18 dicembre 2020.

Qualità del Servizio

Per quanto riguarda gli obiettivi di qualità del servizio universale:

con la delibera n. 651/20/CONS AGCom ha comminato a TIM una sanzione di 58.000,00 euro. La sanzione deriva dal mancato raggiungimento dell’obiettivo 2019 fissato per il “Tempo medio di risposta dell’operatore alle chiamate entranti”. La mancata conformità è stata di 10” (consuntivo 80” vs. obiettivo di 70”);

il 14 dicembre 2020 TIM ha ricevuto dall’erario la restituzione di 115.998,00 euro. La restituzione della somma a suo tempo versata da TIM è avvenuta a seguito della sentenza del TAR Lazio n. 3948/2018, passata in giudicato, che (accogliendo il ricorso di TIM n. 2661/08) ha annullato la delibera AGCom n. 633/07/CONS che sanzionava TIM per un presunto inadempimento nel raggiungimento dell’obiettivo 2006 fissato per il “Tasso di guasto per linea di accesso”.

Linee guida del recesso volontario

Con la delibera n. 487/18/CONS l’Autorità ha disciplinato le modalità con cui gli operatori devono gestire le modalità di dismissione e trasferimento dell’utenza nei contratti per adesione.

TIM ha impugnato la delibera relativamente alle disposizioni che limitano il diritto di recuperare in maniera piena i costi in caso di recesso (sconti da promozioni, rate prodotti). Il Giudice amministrativo ha respinto il ricorso di TIM, in quanto trattandosi di linee guida non sarebbero direttamente lesive. TIM ha impugnato nuovamente la delibera n. 487/18/CONS quale atto presupposto della delibera n. 591/20/CONS con cui AGCom ha condannato TIM al pagamento di una sanzione amministrativa per la violazione della delibera n. 487/18/CONS in materia di recesso.

Libertà di scelta del Modem

Con la delibera n. 348/18/CONS l’Autorità ha sancito il principio di libertà di scelta del modem da parte dell’utente per l’accesso ad Internet.

TIM ha impugnato la delibera per le disposizioni transitorie in merito ai clienti che abbiano un’offerta internet con un modem in abbinata obbligatoria a titolo oneroso (vendita e noleggio) nei mesi precedenti all’entrata in vigore della delibera n. 348/18/CONS (1° dicembre 2018). A seguito dell’ordinanza del Consiglio di Stato di fine 2018 che ha sospeso le disposizioni transitorie in attesa della fissazione dell’udienza al TAR Lazio, e che ha chiesto di anticipare l’udienza fissata per ottobre, il TAR del Lazio in data 29 gennaio 2019 ha confermato l’udienza pubblica, già fissata per il 23 ottobre 2019. In data 28 gennaio 2020, il TAR ha rigettato il ricorso di TIM. TIM ha presentato appello contro il giudizio TAR.

Nel maggio 2020, TIM ha comunicato ai suoi clienti che hanno sottoscritto un'offerta per l'accesso a Internet e la vendita di rate del modem prima del 1 ° dicembre 2019, la possibilità di aderire a un'offerta equivalente di Internet senza modem e l'indennità per le rate residue. L’adesione all’offerta equivalente fa venir meno l’addebito in fattura delle rate residue del modem acquistato dal cliente, non comporta alcun onere aggiuntivo per il cliente e non implica modifiche alle condizioni economiche e contrattuali di fruizione dei servizi attivi sulla linea.





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Contributi Autorità

Contributo AGCom

Il 24 febbraio 2020, AGCom ha emesso la delibera n. 434/19/CONS relativa al pagamento del contributo AGCom per l'anno 2020 (calcolato sui dati del bilancio 2018). Le linee guida per il calcolo della quota contributiva sono invariate rispetto alle linee guida per il calcolo del contributo 2019. Per l'anno 2020, AGCom ha confermato il tasso dell'1,30 per mille. Sulla base di questa nuova aliquota, TIM ha pagato, sotto riserva, circa 18,134 milioni di euro.

Privacy e protezione dei dati personali

Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e D.Lgs. 101/2018

Il 25 maggio 2018 è diventato efficace il Regolamento generale per la protezione dei dati personali (Regolamento UE n. 2016/679 - General Data Protection Regulation – GDPR).

Inoltre, il 19 settembre 2018 è entrato in vigore il D.Lgs. 10 agosto 2018, n. 101, che ha adeguato il Codice in materia di protezione dei dati personali (D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196) alle disposizioni del GDPR - Regolamento UE 2016/679.

Al fine di garantire - nell’ambito delle Società del Gruppo - la conformità dei trattamenti dei dati personali al GDPR, TIM ha realizzato gli interventi previsti dal piano di adeguamento.

Tra i principali adeguamenti si segnala:

la nomina del Data Protection Officer e l’attivazione dei relativi punti di contatto a disposizione delle persone interessate per questioni relative al trattamento dei loro dati personali;

si è completata nel corso del 2018 la revisione della policy “Sistema delle regole per l’applicazione della normativa sulla protezione dei dati personali nel Gruppo Telecom Italia” al fine di adeguarla alle disposizioni del GDPR in TIM e nelle società del Gruppo ed è stata completata a settembre 2019 la revisione della stessa policy, in conseguenza dell’entrata in vigore del D.Lgs. 10 agosto 2018, n. 101; nel 2020, l’aggiornamento del Sistema delle regole ha riguardato, tra l’altro, la tematica del trattamento dei dati dei dipendenti in relazione all’emergenza epidemiologica Covid-19;

l’aggiornamento dei testi delle numerose informative sul trattamento dei dati personali, fornite da TIM e dalle altre Società del Gruppo alle differenti tipologie di interessati (es. clienti, dipendenti, visitatori).

È stato quindi definito uno specifico progetto formativo finalizzato a sensibilizzare le diverse funzioni aziendali ed a illustrare le policy e procedure emesse per l’applicazione della normativa sul trattamento dei dati personali. Tale formazione è stata erogata nel corso del 2019. Nel 2020 è stata erogata formazione alle Funzioni commerciali in relazione alla tematica della contattabilità commerciale.

Emergenza Covid-19

Nell’ambito dell’emergenza Covid-19, il Garante Privacy ha dettato disposizioni e chiarimenti relativi al trattamento dei dati personali dei dipendenti nel contesto lavorativo.

TIM si è allineata alle previsioni con diversi interventi. In particolare:

è stata redatta un’informativa ad hoc relativa al trattamento dei dati personali raccolti in occasione della rilevazione della temperatura raccolta in tempo reale rivolta ai dipendenti e a tutti coloro che hanno accesso ai locali aziendali in conformità alle disposizioni del DPCM del 26 aprile 2020;

è stata resa conforme alle prescrizioni del Garante l’autocertificazione da sottoporre ai dipendenti che attesti se negli ultimi 14 giorni la persona abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS. Nella dichiarazione è previsto che vengano raccolti solo i dati necessari, adeguati e pertinenti rispetto alla prevenzione del contagio da Covid-19 senza richiedere informazioni aggiuntive in merito alla persona risultata positiva, alle specifiche località visitate o altri dettagli relativi alla sfera privata;

sono state date indicazioni in merito al trattamento dei dati personali dei dipendenti TIM e delle società del Gruppo raccolti in occasione dell’effettuazione dei test sierologici e dei relativi consensi per permettere a soggetti terzi di trattare l’informazione solo in caso di positività al test.

Spettro

In considerazione del fatto che la data presumibile di End of Service della tecnologia GSM è il 31 dicembre 2029, e che l’uso della tecnologia UMTS è in rapidissima contrazione, nel maggio 2020 il MISE ha pubblicato una consultazione pubblica sull’End of Sale di prodotti basati esclusivamente su tecnologie GSM e UMTS

Nel luglio 2020 AGCom ha emesso una decisione favorevole al rinnovo per otto anni fino al 2029 dei diritti di utilizzo dello spettro FDD di TIM, Vodafone, Iliad e Wind/H3G nella banda 2100 MHz (2x15MHz per TIM e Vodafone, 2x10 MHz per Iliad, 2X5 MHz per Wind/H3G). Secondo le regole stabilite da AGCom, il costo di

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rinnovo per TIM, da versare nel 2021, è di circa 240 milioni di euro, con la possibilità di pagare in 8 rate annuali a fronte di una maggiorazione per un totale di circa 277 milioni di euro.

A seguito di una sentenza amministrativa relativa a una diversa banda di frequenze (3,4-3,6 GHz) nel settembre 2020, AGCom, in via prudenziale, ha formalmente riaperto la procedura per la determinazione del prezzo di rinnovo delle frequenze a 2100 MHz.

Ad agosto 2020, a seguito di una consultazione pubblica avviata a maggio dello stesso anno, AGCom ha confermato il 30 giugno 2022 quale data di fine degli specifici obblighi di copertura GSM, ferma restando il 31 dicembre 2029 come data di End of Service del GSM.

Misure regolamentari per il Covid-19

Sulla base del decreto governativo “Cura Italia”, il 18 marzo 2020 AGCom ha adottato un primo pacchetto di misure volte a garantire il funzionamento dei servizi di telecomunicazione; questo pacchetto tiene conto dell'attuale situazione di emergenza sanitaria e della crescita del consumo di servizi e del traffico sulle reti.

Due dei quattro tavoli tecnici permanenti istituiti da AGCom riguardano:

il miglioramento e la sicurezza delle reti e dei servizi di telecomunicazione; e

protezione e facilitazione dell'uso dei servizi digitali da parte dei consumatori.

In attuazione del Decreto, che consente ad AGCom di derogare ad alcune condizioni normative al fine di affrontare meglio i problemi di interesse pubblico nell'attuale periodo di emergenza sanitaria, AGCom ha definito misure per migliorare le condizioni dell'offerta di servizi di rete regolamentati TIM, fornendo:

una riduzione temporanea dei costi wholesale regolamentati della banda Ethernet per accessi in rame e fibra

il massimo impegno per la fornitura accelerata di apparati di trasporto e VLAN necessari per l'aumento della banda e per dare seguito all'apertura anticipata dei nuovi armadi NGA.

Inoltre, TIM deve rendere disponibili le sue infrastrutture in tutto il Paese, rispondendo alle richieste dei consumatori senza discriminazioni rispetto alle tecnologie e alle aree geografiche del Paese.

AGCom ha richiesto inoltre a tutti gli operatori di compiere tutti gli sforzi possibili per contribuire alla gestione dello stato di emergenza, indicando azioni ritenute rilevanti come:

cercare di garantire un aumento della banda media per cliente sulla rete fissa di almeno il 30% nel minor tempo possibile, ove tecnicamente possibile;

compiere ogni sforzo, in caso di assenza di copertura con una rete fissa NGA e su richiesta del condominio o della persona giuridica responsabile dell'ufficio, per attivare, senza alcun aumento dei costi fino al 30 giugno 2020, ogni possibile soluzione di accesso;

raccomandare ai consumatori finali di utilizzare principalmente accessi fissi a casa (incluso il wi-fi) per non sovraccaricare la rete mobile.

Per quanto riguarda gli adeguamenti della rete, TIM ha aumentato significativamente la capacità di banda sia verso la Big Internet che sui nodi nazionali, ha migliorato la copertura mobile e sta aumentando la copertura della rete fissa UBB.

Per quanto riguarda l'offerta commerciale agli operatori alternativi, TIM ha reso disponibili riduzioni di prezzo per la banda Ethernet sulla rete in rame e fibra, sta gestendo le richieste di aumento della banda ricevute dagli Altri Operatori Autorizzati (AOA) con una priorità elevata e ha consentito l’accesso gratuito e diretto alla rete di dati TIM tramite peering pubblico.

Infine, per contrastare la diffusione del Covid-19, TIM ha definito una procedura operativa per eseguire in sicurezza gli interventi tecnici di rete.

D'altra parte, gli operatori hanno proposto volontariamente misure diverse ai propri clienti. In particolare, TIM ha proposto chiamate vocali gratuite, Gigabit gratuiti e molte altre iniziative volontarie a sostegno dello smart working e della didattica a distanza.

In considerazione del persistere dello stato di emergenza connesso al contenimento della pandemia di Covid-19, TIM ha chiesto all'Autorità di valutare, in conformità alle disposizioni dell'art. 82 del decreto "Cura Italia" e nel rispetto delle Linee Guida di cui alla delibera n. 131/20/CONS, un'iniziativa che prevede l'abilitazione della navigazione ADSL, a costo zero per l'utente, per le linee di accesso sulle quali è attiva l'offerta "Voice" di TIM. A seguito della consultazione con il mercato e le associazioni dei consumatori, AGCom con delibera n. 384/20/CONS ha approvato l'iniziativa di TIM, pur vincolandola al rispetto di alcune precauzioni e chiarimenti sia in riferimento alla trasparenza nei confronti del cliente finale sia in relazione agli aspetti competitivi.




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Estensione della Golden Power ai servizi in tecnologia 5G

Decreto Legge 25 marzo 2019, n. 22 e Decreto Legge 11 luglio 2019, n. 64

Il Decreto Legge 25 marzo 2019, n. 22 emenda il Decreto Legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56 e classifica lo sviluppo del 5G come attività strategica inerente la difesa e la sicurezza nazionale, tale da richiedere controlli più severi.

Sono assoggettati a poteri speciali in particolare:

a.la stipula di contratti o accordi aventi ad oggetto l'acquisto di beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle reti inerenti i servizi 5G;

b.l'acquisizione di componenti ad alta intensità tecnologica funzionali alla realizzazione o gestione;

c.gli elementi indicanti la presenza di fattori di vulnerabilità che potrebbero compromettere l'integrità e la sicurezza delle reti e dei dati che vi transitano.

In particolare, la stipula di contratti e l’acquisizione di componenti ad alta intensità da soggetti esterni all'Unione Europea, comportano l'obbligo di notifica alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in modo da consentire il tempestivo esercizio del potere di veto.

La mancata osservanza dell’obbligo di notifica comporta una sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del valore dell'operazione e comunque non inferiore all'1 per cento del fatturato realizzato nell'ultimo esercizio.

Il Decreto Legge, inoltre, prevede l’adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) per individuare misure di semplificazione delle modalità di notifica.

Al riguardo, in data 27 giugno 2019, il Governo ha avviato una consultazione pubblica, funzionale all’adozione del DPCM, al fine di raccogliere dai soggetti interessati contributi relativi ai seguenti temi:

a.individuazione delle modalità semplificate di notifica, eventualmente differenziate (ad esempio, in base all’attività svolta, ai servizi offerti o alla tipologia di infrastruttura interessata);

b.definizione di procedure e termini semplificati per l’istruttoria, in relazione a specifiche circostanze.

I contributi sono stati inviati a luglio 2019.

In data 11 luglio 2019 è stato pubblicato il Decreto Legge n. 64 che introduce ulteriori modifiche delle disposizioni del Decreto Legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56.

In particolare in tema di 5G, il nuovo decreto introduce l’obbligo di notificare alla Presidenza del Consiglio dei ministri entro dieci giorni dalla conclusione di un contratto o accordo aventi ad oggetto l'acquisto di beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle reti 5G ovvero l'acquisizione di componenti ad alta intensità tecnologica funzionali alla predetta realizzazione o gestione, quando posti in essere con soggetti esterni all'Unione Europea, un’informativa completa, in modo da consentire l'eventuale esercizio del potere di veto o l'imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni.

Entro quarantacinque giorni dalla notifica, il Presidente del Consiglio dei Ministri comunica l'eventuale veto ovvero l'imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni.

In considerazione della mancata conversione in legge del citato Decreto Legge n. 64, la disciplina della Golden Power (sia quella generale sia quella specifica del 5G) è stata ulteriormente integrata dalle disposizioni del Decreto Legge 21 settembre 2019, n. 105, convertito con la legge 18 novembre 2019, n. 133, recante “Disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”. In particolare, si dispone che gli obblighi volti ad assicurare la sicurezza cibernetica trovano applicazione anche nei confronti delle imprese già assoggettate agli obblighi di notifica specifici per il 5G. Sono stati, inoltre, allungati i termini entro i quali devono essere concluse le valutazioni ai fini dell’eventuale esercizio dei poteri speciali da parte del Governo.

Il Decreto Legge n. 23 dell'8 aprile 2020 (adottato con modifiche dalla legge n. 40 del 5 giugno 2020) ha apportato una modifica sostanziale al regolamento generale sulla Golden Power: anche per quanto riguarda il settore delle comunicazioni, è stato prorogato l'obbligo di notificare la partecipazione alle società a qualsiasi soggetto straniero, compresi quelli appartenenti all'Unione Europea, nei casi in cui l'acquisto è di tale importanza che determina la stabile costituzione dell'acquirente in ragione dell'assunzione del controllo della società di cui la partecipazione è stata acquistata.

In data 23 dicembre 2020 è stato adottato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, n. 180, recante il nuovo regolamento per l'individuazione degli attivi di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, assoggettati all’esercizio dei poteri governativi di cui al Golden Power.

Il provvedimento conferma quanto già stabilito dalla previgente disciplina in materia di telecomunicazioni e modifica alcune disposizioni relative agli altri settori di rilevanza strategica del Paese.


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Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale

Decreto Legge 16 luglio 2020, n. 76

Il Decreto Legge 16 luglio 2020, n. 76 ha introdotto numerose misure volte ad accelerare il processo di semplificazione amministrativa ed innovazione digitale anche nel settore delle comunicazioni elettroniche.

In particolare, tra le disposizioni di maggior rilievo, si evidenziano quelle che hanno ribadito che sono riservate allo Stato le competenze in materia di limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità. I sindaci non potranno quindi emanare Ordinanze per introdurre divieti generalizzati di installazione di impianti sul territorio.

Inoltre, il decreto semplifica le procedure autorizzative per l’installazione degli impianti temporanei di telefonia mobile, per le opere di scavo necessarie alla posa di fibra ottica nonché le procedure per il conseguimento delle autorizzazioni per l’effettuazione di interventi in aree sottoposte a vincoli paesaggistici.

Legge di Bilancio 2021

Legge 30 dicembre 2020, n. 178

La Legge di Bilancio 2021 reca numerose disposizioni di interesse per il comparto delle telecomunicazioni.

Tra le misure in materia di lavoro, si segnalano l’incremento del Fondo Nuove Competenze, la proroga della disciplina del contratto di espansione con l’ampliamento della platea dei beneficiari, e la proroga della possibilità di ricorrere all’esodo incentivato da 4 a 7 anni previsto dall’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92. 

La Legge prevede, inoltre, agevolazioni per investimenti effettuati nelle aree del Sud (esonero dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro privati, proroga del credito di imposta per le imprese che acquisiscono beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale e per le attività di ricerca e sviluppo), nonché misure finalizzate al potenziamento dell’innovazione didattica e digitale nelle scuole.

In ambito fiscale, si evidenzia la modifica normativa sul canone unico patrimoniale per le occupazioni permanenti con cavi e condutture per la fornitura di servizi di pubblica utilità (disciplinata dalla legge di bilancio 2020). Viene introdotto il criterio di tassazione “dell’occupazione mediata” che prevede, nell’ipotesi di utilizzo congiunto delle infrastrutture da parte di società di erogazione di pubblici servizi che non risultano titolari delle suddette infrastrutture oggetto di concessione, che ciascuna impresa sarà tenuta a corrispondere il canone in ragione delle rispettive utenze.

Brasile

Revisione del modello di prestazione del servizio di Telecomunicazioni

Nel mese di aprile 2016 il gruppo di lavoro composto dal Ministero della Scienza, Tecnologia, Innovazione e Comunicazione (MCTIC), ora denominato Ministero delle Comunicazioni (Minicom), e Anatel (Agenzia Nazionale Brasiliana per le Telecomunicazioni) ha pubblicato la sua relazione finale contenente la diagnosi del settore delle telecomunicazioni e ha proposto le linee guida per la revisione del modello normativo brasiliano. Successivamente è stato presentato un disegno di legge (79/2016) al Congresso brasiliano, che suggerisce modifiche alla legge generale delle telecomunicazioni (LGT). La Legge 13.879 è stata approvata nel 2019 ed è entrata in vigore il 4 ottobre 2019, stabilendo un nuovo contesto normativo per la regolamentazione delle telecomunicazioni in Brasile. Si tratta del più grande cambiamento da 20 anni.

Il nuovo quadro di riferimento per le telecomunicazioni consente ai concessionari di telefonia fissa di adattare i loro contratti passando da un regime di concessione a un regime di autorizzazione. Questo passaggio dalla concessione all'autorizzazione deve essere richiesto dal concessionario e necessita dell'approvazione dell'Anatel. In cambio i concessionari devono, tra le altre condizioni, assumere impegni d'investimento per ampliare i servizi di telefonia fissa a banda larga in aree in cui non vi sono dinamiche competitive adeguate per questi servizi, al fine di ridurre al minimo le carenze e le disuguaglianze tra le aree brasiliane.

Il cambiamento riguarda inoltre i ruoli per l'autorizzazione all'uso delle radiofrequenze, stabilendo i successivi rinnovi (oggi limitati a uno soltanto) e consente lo scambio di radiofrequenze tra operatori (mercato secondario dello spettro).

Nel giugno 2020 è stato pubblicato il Decreto 10.402, che disciplina la procedura per adattare la concessione al regime di autorizzazione, nonché la definizione dei criteri per il calcolo degli impegni d' investimento. Il Decreto ha anche stabilito linee guida per l'estensione dell'autorizzazione delle radiofrequenze, che sarà detenuta da Anatel al fine di garantire maggiore sicurezza agli investimenti nel settore.

Un'altra serie di importanti regole è stata sancita nel decreto 9612/2018 (“Connectivity Plan”), che stabilisce una serie di linee guida per l'adeguamento dei termini di condotta, l'onerosa concessione di autorizzazione dello spettro e atti normativi in generale, tra cui: (i) espansione di reti di trasporto delle telecomunicazioni ad alta capacità; (ii) maggiore copertura delle reti di accesso mobili a banda larga; e (iii) ampliamento della copertura della rete di accesso della banda larga fissa in aree prive di accesso a internet attraverso questo tipo di infrastruttura. Tale decreto stabilisce inoltre che la rete nata dagli impegni sarà soggetta a condivisione dal

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momento dell'entrata in servizio, salvo in presenza di dinamiche competitive adeguate nel relativo mercato di riferimento.

Con riferimento alle scadenze per il potenziamento delle pipeline non in linea con la regolamentazione vigente, al rilascio di autorizzazioni per la concessione dell'uso di radiofrequenze e all'emissione di altri atti normativi in generale, gli impegni di investimento (definiti da Anatel e approvati da MCTIC) saranno perlopiù incentrati sull’espansione delle reti mobili e fisse a banda larga e in specifiche zone del paese. A tal fine le reti di telecomunicazioni realizzate sulla base di tali impegni sono soggette ad accessi condivisi.

Revisione del Regolamento sulla Competizione

Nel novembre 2012, l'autorità di regolamentazione brasiliana Anatel ha introdotto gli strumenti per l'analisi di mercato, per l'identificazione degli operatori con significativo potere di mercato e per la conseguente imposizione di obblighi ex ante (Plano Geral de Metas de Competição – PGMC).

In ogni mercato, Anatel ha imposto una serie di obbligazioni asimmetriche per gli operatori che hanno un Significant Market Power (SMP).

Nel mese di luglio 2018, Anatel ha pubblicato il nuovo PGMC rivedendo alcuni punti e definendo due nuovi mercati: (i) interconnessione per servizi mobili; e (ii) trasmissione dati ad alta capacità. TIM Brasil è stata identificata come operatore SMP per: (i) terminazioni di rete mobile; (ii) roaming nazionale; e (iii) trasporto di dati ad alta capacità (in cinque municipalità).

Le misure adottate per l'operatore SMP su questi mercati includono l'obbligo di offrire servizi di roaming nazionale per gli operatori non SMP. L'obbligo per gli operatori di rete fissa verticalmente integrati con un SMP di accedere alla rete in rame (ad esempio: linee affittate, bitstream e full unbundling) è stato mantenuto.

Dal 2016, le tariffe di interconnessione fissa seguono l’approccio cost oriented. Nel dicembre 2018, Anatel ha pubblicato i corrispondenti atti n. 9.918/2018 e 9.919/2018, che hanno determinato specifiche tariffe di riferimento in vigore da febbraio 2020. Prima dell’entrata in vigore, Anatel ha iniziato la revisione di questi atti e, il 24 febbraio 2020, ha pubblicato i nuovi atti n. 986/2020 e 987/2020.

Revisione del Regolamento sulla Qualità del Servizio

A dicembre 2019, Anatel ha approvato il nuovo Regolamento sulla Qualità dei Servizi di Telecomunicazione (RQUAL), basato su una regolamentazione reattiva. Secondo questo nuovo modello, la qualità è misurata in base a tre indicatori - Indice di Qualità del Servizio, Indice della Qualità Percepita e Indice dei Reclami degli Utenti – e gli operatori sono classificati in cinque categorie (da A a E). Sulla base di tale regolamentazione reattiva, Anatel potrà adottare misure secondo il caso specifico, come il risarcimento di consumatori, l'adozione di un piano d'azione o l'adozione di misure precauzionali per garantire il miglioramento degli standard di qualità.

Il nuovo regolamento dovrebbe entrare in vigore entro il 2021 e, fino a quando il gruppo di lavoro formato da Anatel, gli operatori e l'ente di supporto alla garanzia della qualità (ESAQ) non definirà gli obiettivi, i criteri e i valori di riferimento degli indicatori, Anatel continuerà a monitorare i vecchi indicatori che mantengono la somiglianza con i nuovi stabiliti nel nuovo RQUAL. I criteri e i valori di riferimento saranno stabiliti nei prossimi 12 mesi a partire dal lancio del gruppo di lavoro.

700 MHz e switch off TV analogica

Nel mese di settembre 2014, TIM ha vinto la gara per l’aggiudicazione delle frequenze di banda 700MHz (4G/LTE), con un prezzo di 1,7 miliardi di reais e impegni aggiuntivi per 1,2 miliardi di reais (in quattro rate annuali, corrette di inflazione) come contributo al consorzio previsto dal bando (“EAD”) tra tutti gli operatori aggiudicatari (TIM, Algar, Claro e Vivo) per la gestione della liberazione della banda 700MHz attraverso lo switch off della TV analogica, la ridistribuzione dei canali e l'attenuazione delle interferenze (c.d. clean up). A tal fine, il primo pagamento (370 milioni di reais) è stato eseguito nel mese di aprile 2015, altri due versamenti (per un totale di 860 milioni di reais) sono stati concentrati nel mese di gennaio 2017 e nel mese di gennaio 2018 è avvenuto il pagamento dell’ultima rata (142 milioni di reais).

Dal 2016, lo spettro è stato liberato per il funzionamento mobile e nel giugno 2019, tutti i comuni sono diventati disponibili, il che significa che il 100% della popolazione brasiliana è coperto dalla rete LTE a 700 MHz.

Per tutto il 2020 l'EAD dovrà soddisfare i restanti obblighi di asta, concludendo le ricollocazioni delle emittenti e le disposizioni sulle soluzioni di interferenza relative al completamento del processo di switch-off e la piena disponibilità dello spettro per gli operatori mobili.

“Marco Civil da Internet” e Neutralità della Rete

Il "Marco Civil da Internet" (MCI), approvato nel mese di aprile 2014 con legge n. 12965/2014, ha stabilito la neutralità della rete come il "dovere di trattare in forma identica i diversi pacchetti di dati senza distinzione in base al contenuto, all'origine e alla destinazione, al servizio, al terminale o all’applicazione". L'11 maggio 2016 è stato pubblicato il DPR n. 8771/2016, che disciplina le eccezioni al principio della neutralità della rete, disposto nell'articolo 9 della legge suddetta.

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Principali variazioni del

contesto normativo

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Nell'agosto 2017 la Soprintendenza Generale ("GS") del CADE (Consiglio Amministrativo di Difesa Economica) ha emesso una decisione favorevole ai fornitori di telecomunicazioni mobili, non prevedendo oneri sanzionatori in relazione a un’indagine preliminare condotta per presunte pratiche anticoncorrenziali associate a offerte "zero rating" e a offerte promozionali sul consumo di dati in internet. Diverse parti interessate sono state ascoltate dalla GS, tra cui il Ministero della Scienza, Tecnologia, Innovazione e Comunicazione (MCTIC) e Anatel, e si è giunti alla conclusione che i modelli di business su Internet non dovrebbero essere vietati ex ante, ma piuttosto monitorati organicamente per evitare potenziali casi di concorrenza sleale.

Trasformazione Digitale Strategica e Internet delle Cose

A marzo 2018 è stato pubblicato il Decreto E-Digital (Decreto 9319/2018) per individuare circa 100 azioni strategiche volte a stimolare la concorrenza e i livelli di produttività online nel paese, aumentando al contempo i livelli di connettività e inclusione digitale. Tali azioni cercano di affrontare le principali questioni strategiche per l'economia digitale, tra cui l'infrastruttura di connettività, l'uso e la protezione dei dati, l'IoT e la sicurezza informatica.

A giugno 2019 è stato pubblicato il decreto sul Piano Nazionale per l'Internet delle Cose (decreto 9854/2019), allo scopo di regolamentare e incoraggiare questa tecnologia in Brasile. Si riferisce all'IoT come "l'infrastruttura che integra la fornitura di servizi a valore aggiunto, con capacità di connessione fisica o virtuale delle cose tramite dispositivi basati su tecnologie di informazione e comunicazione esistenti e la loro evoluzione, con interoperabilità. Il decreto elenca i temi seguenti, definendoli necessari a sostenere ulteriormente il Piano Nazionale per l'Internet delle Cose: (i) scienza, tecnologia e innovazione; (ii) integrazione internazionale; (iii) istruzione e formazione professionale; (iv) infrastruttura di connettività e interoperabilità; (v) regolamentazione, sicurezza e privacy; (iv) fattibilità economica.

Al fine di sviluppare un ambiente IoT nel paese, è stata approvata la legge 14.108/2020. Questa legge esenta il FISTEL (una tassa amministrativa raccolta da Anatel) dalle centrali di base e dalle attrezzature che integrano gli ecosistemi machine to machine (M2M) per 5 anni e, inoltre, estingue la licenza precedente. La definizione e la regolamentazione dei sistemi di comunicazione M2M sono stabilite da Anatel.

Protezione dei dati

Il 14 agosto 2018, il Presidente brasiliano ha promulgato la Legge Generale sulla Protezione dei Dati (Legge 13709/2018). Le nuove disposizioni di legge, come promulgate dal Presidente, sono più vicine al GDPR, inclusa una significativa applicazione extraterritoriale e sanzioni sino al 2% del fatturato globale della Società relativo all’esercizio precedente.

A dicembre 2018, il Provvedimento Provvisorio 869/2018 approvato dall’ex Presidente brasiliano modificava la Legge 13709 per creare l'Autorità Nazionale per la Protezione dei Dati (ANPD), in seno alla struttura della Presidenza della Repubblica, che implica un maggiore controllo da parte dello Stato e per, tra gli altri aspetti, estendere a 24 mesi l'entrata in vigore della legge (agosto 2020), entro cui data, agosto 2020, tutte le persone giuridiche saranno tenute ad adattare le loro attività di trattamento dei dati a queste nuove regole.

Nel luglio 2019 Il Provvedimento Provvisorio 869/2018 è stato convertito nella Legge 13853, che prevede il mantenimento dell'ANPD, in qualità di organo dell'amministrazione pubblica federale, come parte del ramo esecutivo, con natura transitoria, per almeno 2 anni, quando potrà essere trasformata, dal ramo esecutivo, in un’entità indiretta dell'amministrazione pubblica federale”.

Nel giugno 2020, il disegno di legge n. 1.179/2020 è stato convertito nella legge n. 14.010/2020 che ha posticipato la data di entrata in vigore della Legge Generale sulla Protezione dei Dati, solo per le disposizioni relative a multe e sanzioni, ad agosto 2021. Le altre disposizioni della legge sono in vigore dall'agosto 2020, come originariamente proposto. In aggiunta, il decreto n. 10.474/2020 (Autorità nazionale per la protezione dei dati) è entrato in vigore nell'agosto 2020, istituendo l'ANPD (Autoridade Nacional de Dados Pessoais) che è responsabile, tra l'altro, di elaborare linee guida per la Politica Nazionale di Protezione dei Dati; supervisionare le aziende e applicare sanzioni; emettere regolamenti e procedure sulla protezione dei dati personali.


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Principali variazioni del

contesto normativo

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IL CONTESTO COMPETITIVO

Domestic


Il mercato


Nel corso del 2020 il mercato italiano delle TLC ha continuato a mostrare una contrazione di valore dovuta alla forte competizione e agli effetti dell’emergenza sanitaria.

L’insorgere dell'emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Sars-Cov 2, che ha investito l’Italia prima degli altri paesi europei, ha avuto conseguenze sull’economia, i comportamenti sociali e le abitudini digitali, generando effetti anche sul mercato e l’industria delle telecomunicazioni.

Dall’inizio di marzo alla metà di maggio, durante il periodo del cosiddetto lockdown, sono state applicate misure restrittive sulle attività economiche e sui comportamenti sociali che hanno innescato fenomeni rilevanti con effetti sull’uso dei servizi ICT come ad esempio: l’ampia diffusione dello smart working presso le aziende italiane e la pubblica amministrazione, una forte crescita nell’uso della maggior parte dei servizi digitali compresi quelli della pubblica amministrazione, un repentino incremento dei servizi di videocomunicazione per esigenze private e di lavoro, una diffusione massiva dei servizi di didattica a distanza resi necessari dalla momentanea interruzione delle lezioni in presenza nelle università e in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Il principale effetto per le reti di telecomunicazioni è stato un incremento repentino del traffico che nel periodo 15-30 marzo 2020 ha superato il 70% con punte del 90% (in particolare nella fascia oraria lavorativa) ad evidenziare un forte potenziale inespresso nell’utilizzo degli strumenti digitali che è venuto alla luce a causa delle restrizioni.

Per quanto concerne le tendenze di lungo periodo, lo sviluppo del Broadband e dell’UltraBroadBand continua ad essere il principale elemento di evoluzione del mercato. La maggiore disponibilità dell’UltraBroadBand consentirà sempre più agli operatori di sviluppare offerte convergenti che associano ai servizi TLC anche servizi Media & Entertainment, servizi IT, servizi Digitali. L’offerta di tali servizi darà ulteriore spinta all’adozione da parte dei clienti della banda larga.

Il mercato delle telecomunicazioni italiano rimane fortemente competitivo, con il maggiore impatto delle dinamiche di mercato sui servizi di connettività voce e dati. Inoltre nel nuovo mondo digitale gli operatori di telecomunicazioni devono confrontarsi con Over The Top – OTT e produttori di device con asset e logiche competitive completamente diverse.

I modelli di business tradizionali dei diversi player sono quindi mutati nel tempo per sfruttare le nuove opportunità e contenere le minacce dei nuovi entranti:

nel settore Media & Entertainment, in funzione della crescente importanza del Web come piattaforma di distribuzione complementare registra profonde trasformazioni. Il mercato televisivo in Italia nel 2020 ha visto l’ulteriore sviluppo di servizi video over the top (OTT) on demand (VOD e SVOD), unito alla crescente diffusione di servizi OTT che includono contenuti video lineari. La centralità della rete a banda larga in queste nuove modalità di fruizione vede soggetti come i sopra-menzionati OTT, operatori di Telecomunicazioni e produttori di Consumer Electronics acquisire un ruolo sempre più rilevante;

nel mercato dell’Information and Communication Technology, dove, sebbene complessivamente in crescita nel 2020, la componente TLC tradizionale fissa e mobile tende a contrarsi, in favore delle componenti IT relative alla trasformazione digitale, soprattutto delle grandi aziende, ad esempio con l’adozione di soluzioni cloud per le loro infrastrutture tecnologiche. In tale settore si assiste quindi ad un rafforzamento degli operatori di telecomunicazioni, anche attraverso partnership, per andare a intercettare la crescita che nei prossimi anni dovrebbe essere guidata dalla digitalizzazione delle PMI e dagli adeguamenti di regolamentazione, come quelli sempre più stringenti relativi alla sicurezza informatica;

i produttori di Consumer Electronics possono sviluppare piattaforme di servizi fruibili tramite Internet facendo leva sul possesso del terminale e sulla gestione della user experience, disintermediando il rapporto del cliente con l’operatore di TLC.

Per quanto riguarda invece il posizionamento attuale degli operatori di telecomunicazioni nei mercati convergenti si evidenziano, come in parte sopra anticipato, con livelli differenziati di evoluzione:

lo sviluppo di nuovi servizi in ambito Media & Entertainment (TV, Music, Gaming) e di nuovi servizi Digitali (Smart Home, Digital Advertising, Mobile Payment-Digital Identity);

lo sviluppo di Servizi Innovativi nel mercato IT, in particolare in ambito Cloud, IoT e Cybersecurity.

Dopo l’aggiudicazione nel 2018 delle frequenze ed il lancio del servizio da parte di TIM e Vodafone nel 2019, il 2020 è stato caratterizzato dal progressivo deployment della rete 5G ed il lancio del 5G da parte di WindTre, Fasetweb e Iliad.

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Il contesto competitivo

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Tutti gli operatori si stanno muovendo per cogliere le diverse opportunità nell’ambito di nuovi mercati verticali (es. energy & utilities, smart city, smart manufacturing, automotive, eHealth) e così fornire nuovi servizi, abilitare nuovi processi produttivi ed incrementare l’efficienza nella gestione ottimizzata dei prodotti.

 

Contesto competitivo nelle Telecomunicazioni Fisse


Il mercato delle telecomunicazioni fisse continua ad essere caratterizzato da un lato dal declino dei ricavi da accesso e voce e dall’altro dalla crescita dei ricavi da BroadBand ed UltraBroadBand. Negli ultimi anni gli operatori si sono concentrati principalmente sullo sviluppo della penetrazione del BroadBand e dell’UltraBroadBand e sulla difesa della voce tramite l’introduzione di pacchetti “bundled” voce, banda larga e servizi, in un contesto di elevata competizione con conseguente pressione sui prezzi.

Dopo quattro trimestri di costante decrescita, a giugno 2020 il numero totale di linee fisse ha registrato un sensibile incremento rispetto al trimestre precedente, seguito da una analoga riduzione a settembre, segnali di una probabile stabilizzazione.

Lo scenario di mercato evidenzia rilevanti interventi infrastrutturali, oltre che da parte di TIM, anche da parte di altri soggetti, in primo luogo Open Fiber (società controllata da ENEL e CDP), Infratel (società del Ministero dello Sviluppo Economico) e Fastweb che hanno presentato e stanno conducendo estesi piani di sviluppo di proprie reti di telecomunicazioni in fibra ottica in molte aree del Paese.

Il 31 agosto 2020 TIM ha comunicato l’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di TIM (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da TIM (80%) e Fastweb (20%).

Lo stesso giorno TIM ha firmato una lettera d’intenti con CDP Equity (CDPE) finalizzata alla realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber. Secondo quanto previsto dall’intesa, TIM deterrà almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con CDPE sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società.

Entrambe le iniziative sono aperte al coinvestimento con altri operatori.

Lo scenario competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni fisse è inoltre caratterizzato dalla presenza, oltre che di TIM, di operatori quali WindTre, Fastweb, Vodafone, Tiscali, che evidenziano modelli di business focalizzati su differenti segmenti di mercato. Il 2020 ha visto l’ingresso di Sky nel settore della connettività UltraBroadBand con l’offerta Sky WiFi.

Nel 2020 l’offerta di Sky è stata basata su un accordo wholesale sottoscritto con Open Fiber; è annunciata l’estensione ad altri operatori wholesale tra cui Fastweb.

A fine 2020 gli accessi fissi complessivi in Italia (inclusi gli accessi OLO Infrastructured e FWA-Fixed Wireless Access) sono stimati in lieve in diminuzione rispetto all’anno precedente. La competizione nel mercato dell’accesso ha prodotto una graduale riduzione della quota di mercato di TIM.

Per quanto riguarda il mercato della banda larga si registra un progressivo aumento della penetrazione delle linee UltraBroadBand con velocità superiore ai 30 Mbs rispetto al totale delle linee BroadBand ed UltraBroadBand, a settembre 2020 hanno raggiunto un tasso di penetrazione del 64,4%. La diffusione del BroadBand continua ad essere spinta non solo dai device abilitanti (es. Smart TV, Smart Speaker, dispositivi connessi) ma anche dalla domanda crescente di velocità e di abilitazione ai nuovi servizi over IP che stanno raggiungendo ampissima diffusione (Media & Entertainment, IT, Servizi Digitali).


Contesto competitivo nelle Telecomunicazioni Mobili


Prosegue per il mercato mobile il trend di razionalizzazione delle seconde e terze carte SIM Human così come la crescita delle SIM Machine To Machine (M2M).

Accanto a servizi innovativi già decollati e in piena fase di sviluppo, come nel caso delle Mobile Apps, vi sono diversi altri ambiti di mercato, associati allo sviluppo del BroadBand Mobile, con un significativo potenziale di crescita nel medio termine, quali ad esempio l’Internet of Things ed il Mobile Payment.

Lo scenario competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni mobili nel 2020 continua ad essere caratterizzato da un’offerta aggressiva dell’operatore Iliad in termini di prezzo e volume di dati offerto, sebbene in lieve moderazione rispetto ai due anni precedenti. L’operatore che continua a guadagnare clienti e conseguentemente quota di mercato a discapito degli altri operatori infrastrutturati, principalmente WindTre, mentre TIM ha evidenziato una maggiore capacità di tenuta anche grazie all’apporto del second brand Kena Mobile.

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Il contesto competitivo

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Quanto sopra ha continuato a determinare un calo della spesa in servizi, anche se si sta evidenziando un alleggerimento della pressione competitiva sulle tariffe con i principali operatori mobili che mostrano un trend di incremento dei prezzi delle offerte bundle a fronte di una crescente qualità sia dei servizi offerti che delle performance di rete.

Si avvia la competizione sul 5G con la contemporanea presenza di TIM, Vodafone, WindTre, Iliad e Fastweb per le offerte in mobilità ed una progressiva copertura delle principali città. E’ partita anche la diffusione del 5G nel segmento delle imprese per l’abilitazione di soluzioni specialistiche per i mercati verticali, già un'impresa su 5 si è attivata per l’utilizzo di questa nuova tecnologia come abilitatore della digitalizzazione dei processi produttivi.


Brasile


Lo scenario macroeconomico nel 2020 è stato caratterizzato da un insolito e duro cambiamento di paradigma, che ha portato a nuovi comportamenti e abitudini di consumo. Come in molti paesi, i protocolli di lockdown hanno influenzato negativamente l'economia, aumentando le incertezze, rimandando gli investimenti, riducendo le entrate, l'occupazione e causando la perdita di vite umane. D'altra parte, la trasformazione digitale ha raggiunto un altro livello, mettendo le aziende di telecomunicazione sotto i riflettori, offrendo nuove possibilità e mettendo in contatto le persone, spingendo servizi avanzati come la consegna di cibo e farmaci, lo streaming di contenuti e le videochiamate.

Anche se ci troviamo tuttora in una situazione di incertezza politica, soprattutto per quanto riguarda la capacità del governo di adempiere ad alcuni dei programmi economici liberali come le riforme amministrative e fiscali, nonché di gestire gli impatti della pandemia Covid-19, l'economia brasiliana punta alla ripresa. L'occupazione, che ha raggiunto scarsi risultati come nella recessione del 2016, è tornata al livello dell'inizio del 2020. Malgrado nel 2020 si prospetti un tasso di crescita negativo per il PIL brasiliano, per il 2021 è prevista una ripresa economica superiore al 3%. A conferma del sentimento positivo, l'indice Bovespa ("IBOV" - indice del mercato azionario brasiliano) mostra la fiducia del mercato raggiungendo risultati pre-pandemici.

Nonostante il miglioramento degli indicatori finanziari, le condizioni economiche sono ancora difficili, poiché il deficit di bilancio e i debiti in aumento (per i governi centrali, gli Stati federali e i comuni) presentano un rischio che può essere gestito solo con un maggior numero di riforme strutturali, per le quali occorre l'approvazione del Congresso. Il governo attuale riconosce la necessità di mantenere le riforme come una priorità assoluta unitamente alla privatizzazione di alcune aziende (come Eletrobras, Telebras, Correios e DataPrev) per consentire una crescita costante dell’economia nei prossimi anni e migliorare gli investimenti nelle infrastrutture.

Il settore delle telecomunicazioni mobili ha visto prevalere una certa razionalità nel mercato e nella concorrenza, con operatori che rimangono concentrati sullo sviluppo delle loro offerte commerciali puntando più sulle caratteristiche e sulla quantità dei servizi che su politiche aggressive di prezzo. Infine, ma non meno importante, la riduzione da 4 a 3 principali player mobili e l'aumento delle società di infrastrutture può portare a una migliore allocazione del capitale e al ritorno degli investimenti.

Nel segmento pre-paid, il principale obiettivo degli operatori è quello di aumentare la percentuale di ricorrenza di utilizzo dei servizi, facendo leva sul consolidamento in atto nel mercato delle SIM, incentivando il passaggio a piani tariffari settimanali e mensili o ibridi (post-paid Controle) con pacchetti di servizi offerti in bundle differenziati a seconda delle diverse esigenze dei clienti (chiamate vocali illimitate o consumo di dati). L'obiettivo della strategia è quello di migliorare il mix della customer base e garantire una maggiore stabilità (insieme alla riduzione del churn) e crescita dell'ARPU. La customer base pre-paid del mercato è diminuita del -4,6% YoY nel novembre 2020.

Nel segmento mobile post-paid si registra un aumento della base clienti, supportato principalmente dal segmento hybrid Controle (in particolare dalla migrazione di clienti pre-paid), benché anche le linee post-paid “pure” abbiano registrato una certa crescita. Tale crescita è basata su strategie di segmentazione dell’offerta attraverso l’introduzione di caratteristiche distintive nell’utilizzo dei servizi sui dati (ad esempio l’utilizzo illimitato di dati su app specifiche come WhatsApp, Facebook, Twitter, Netflix, ecc.), in una logica di politica “More for More” che mira a garantire una maggior stabilità di prezzi e un’efficace azione di riposizionamento della base clienti su offerte a maggiore valore (voce + dati + contenuti). La customer base post-paid totale del mercato (escluso M2M) è cresciuta del +4,7% YoY nel novembre 2020.

La qualità del servizio è ancora un elemento distintivo di differenziazione. Gli operatori che hanno investito di più nello sviluppo delle reti 4G (copertura e capacità) e nel miglioramento dei processi che impattano sulla customer experience avranno maggiore capacità di praticare una politica dei prezzi “premium” rispetto ai concorrenti, in relazione all’evoluzione delle aspettative dei clienti che daranno sempre più importanza alla qualità di fruizione dei servizi dati e dei contenuti a più alto valore. I principali operatori mobili hanno già coperto oltre il 98% della popolazione brasiliana con il 4G (fino a novembre 2020, ultimi dati disponibili), con i tre principali player che forniscono una disponibilità media di 4G superiore al 79% (secondo il rapporto di Opensignal, luglio 2020).

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Il contesto competitivo

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Il mercato del broadband fisso ha registrato una crescita del +10,1% su base annua a novembre 2020, trainato principalmente da operatori di mercato più piccoli (+39,6% YoY), che tendono a offrire servizi più economici soprattutto nelle aree in cui gli operatori storici hanno infrastrutture limitate. Di conseguenza, gli operatori incumbent tradizionali stanno affrontando una forte diminuzione nella loro base clienti. Il tasso di penetrazione tra la popolazione rimane ancora a livelli bassi (circa il 51% delle case) se paragonati ai valori raggiunti in numerosi paesi, e rappresenta una buona opportunità di sviluppo nel medio termine supportata da uno scenario macro-economico in miglioramento.

In questo contesto, dal 2017 TIM ha ridefinito la propria strategia commerciale per permettere a TIM Live di fare leva sulla propria infrastruttura di rete in fibra, offrendo servizi internet UltraBroadBand attraverso FTTC e in particolare FTTH, non solo in alcune delle maggiori città brasiliane ma anche in città dove emergono opportunità per questi servizi ad alta qualità. Pertanto, TIM Live ha aumentato la sua presenza raggiungendo 32 città entro la fine di novembre 2020, che si prevede continuerà a crescere negli anni successivi. TIM Live aveva una base clienti di oltre 640 mila utenti (una crescita del 15,4% YoY). Al fine di raggiungere un'espansione più veloce e più intelligente del footprint, TIM si sta evolvendo organicamente per creare un veicolo Open Infra assieme a un partner investitore e facendo leva sulle sue infrastrutture di fibra dell'ultimo miglio.


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Il contesto competitivo

60


ANDAMENTO PATRIMONIALE E FINANZIARIO CONSOLIDATO

Attivo non corrente

Avviamento: si riduce di 236 milioni di euro, da 23.083 milioni di euro al 31 dicembre 2019 a 22.847 milioni di euro al 31 dicembre 2020 principalmente per effetto della differenza cambio negativa relativa all’avviamento della Business Unit Brasile1 (-247 milioni di euro). Nel corso dell’esercizio 2020 si registra altresì un incremento di 11 milioni di euro conseguente all’acquisizione del controllo e al consolidamento con il metodo integrale, a partire dal 21 maggio 2020, di Noovle S.r.l. e delle sue società controllate (Business Unit Domestic).

Per una più dettagliata analisi si rimanda a quanto riportato nella Nota “Avviamento” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.

Attività immateriali a vita utile definita: si riducono di 927 milioni di euro, da 7.667 milioni di euro di fine 2019 a 6.740 milioni di euro al 31 dicembre 2020, quale saldo fra le seguenti partite:

investimenti industriali (+ 1.197 milioni di euro);

ammortamenti dell’esercizio (-1.627 milioni di euro);

altre dismissioni, differenze cambio e altre variazioni (per un saldo netto negativo di -497 milioni di euro, di cui -496 milioni di euro di differenze cambio essenzialmente relative alla Business Unit Brasile).

Attività materiali: si riducono di 870 milioni di euro, da 14.011 milioni di euro di fine 2019 a 13.141 al 31 dicembre 2020, quale saldo fra le seguenti partite:

investimenti industriali (+2.138 milioni di euro);

ammortamenti dell’esercizio (-2.301 milioni di euro);

altre dismissioni, differenze cambio e altre variazioni (per un saldo netto negativo di -707 milioni di euro, di cui -701 milioni di euro di differenze cambio principalmente relative alla Business Unit Brasile).

Diritti d’uso su beni di terzi: si riducono di 502 milioni di euro, da 5.494 milioni di euro di fine 2019 a 4.992 milioni di euro al 31 dicembre 2020, quale saldo fra le seguenti partite:

investimenti (+74 milioni di euro) e incrementi di contratti di leasing (+1.288 milioni di euro). Gli incrementi dei contratti di leasing comprendono 368 milioni di euro connessi all’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. a seguito dell’efficacia, dal 31 marzo 2020, del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A. (ora società a controllo congiunto) che disciplina i servizi c.d. di ospitalità sui siti INWIT;

ammortamenti dell’esercizio (-688 milioni di euro);

dismissioni, differenze cambio e altre variazioni (per un saldo netto negativo di -1.176 milioni di euro) comprensive della derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con Vodafone, pari a 266 milioni di euro, conseguente all’efficacia del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A.. Le differenze cambio sono negative per -466 milioni di euro e relative essenzialmente alla Business Unit Brasile. Le altre variazioni comprendono altresì le variazioni connesse al minor valore di diritti d’uso iscritto a seguito di modifiche contrattuali intervenute nell’esercizio.

Altre attività non correnti: aumentano di 8.961 milioni di euro principalmente per l’iscrizione da parte della Capogruppo TIM S.p.A. di attività per imposte differite attive a seguito del riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis (6.569 milioni di euro). Le altre attività non correnti aumentano anche per effetto dell'iscrizione della partecipazione nella joint venture INWIT (pari al 31 dicembre 2020 a 2.713 milioni di euro) a seguito del suo deconsolidamento per effetto della diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale della società conseguente la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT.



1 Il tasso di cambio puntuale utilizzato per la conversione in euro del real brasiliano (espresso in termini di unità di valuta locale per 1 euro) è pari a 6,3768 al 31 dicembre 2020 ed era pari 4,52808 al 31 dicembre 2019.

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Andamento patrimoniale e finanziario consolidato

61


Patrimonio netto consolidato

E’ pari a 28.840 milioni di euro (22.626 milioni di euro al 31 dicembre 2019), di cui 26.215 milioni di euro attribuibili ai Soci della Controllante (20.280 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e 2.625 milioni di euro attribuibili alle partecipazioni di minoranza (2.346 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Più in dettaglio, le variazioni del patrimonio netto consolidato sono le seguenti:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

A inizio esercizio

22.626

21.747

Utile (perdita) complessivo dell'esercizio

5.836

1.206

Dividendi deliberati da:

(378)

(296)

TIM S.p.A.

(316)

(166)

Altre società del Gruppo

(62)

(130)

Variazione perimetro di consolidamento

(44)

INWIT - deconsolidamento

(644)

Daphne 3 - aumento di capitale

1.334

Emissione di strumenti rappresentativi di patrimonio netto

43

4

Altri movimenti

23

9

A fine esercizio

28.840

22.626



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Andamento patrimoniale e finanziario consolidato

62


Flussi finanziari

L’indebitamento finanziario netto rettificato è pari a 23.326 milioni di euro in riduzione di 4.342 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (27.668 milioni di euro).

Le principali operazioni che hanno inciso sull’andamento dell’indebitamento finanziario netto rettificato sono di seguito esposte:

Variazione dell’Indebitamento finanziario netto rettificato


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

(a)

(b)

(a-b)

EBITDA

6.739

8.151

(1.412)

Investimenti industriali di competenza

(3.409)

(3.784)

375

Variazione del capitale circolante netto operativo:

772

(549)

1.321

Variazione delle rimanenze

20

129

(109)

Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti

484

484

Variazione dei debiti commerciali

(193)

(28)

(165)

Variazione di debiti per licenze di telefonia mobile / spectrum

(110)

(18)

(92)

Altre variazioni di crediti/debiti operativi

571

(632)

1.203

Variazione dei fondi relativi al personale

(628)

(246)

(382)

Variazione dei fondi operativi e altre variazioni

(170)

235

(405)

Operating free cash flow netto

3.304

3.807

(503)

Di cui Operating Free Cash Flow connesso all'acquisizione di
licenze di telefonia mobile / spectrum

(110)

(18)

(92)

% sui Ricavi

20,9

21,2

(0,3)pp

Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni

1.294

160

1.134

Aumenti/Rimborsi di capitale comprensivi di oneri accessori

1.164

10

1.154

Investimenti finanziari

(25)

(5)

(20)

Pagamento dividendi

(390)

(279)

(111)

Incrementi di contratti di leasing

(1.288)

(1.140)

(148)

Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non
operativi

283

(1.414)

1.697

Impatto applicazione IFRS 16 al  1.1.2019

(3.553)

3.553

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato delle attività in funzionamento

4.342

(2.414)

6.756

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
delle attività cessate/attività non correnti destinate ad essere
cedute

16

(16)

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto
rettificato

4.342

(2.398)

6.740


Equity Free Cash Flow


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

OPERATING FREE CASH FLOW NETTO

3.304

3.807

(503)

Licenze di telefonia mobile / spectrum

110

18

92

Gestione finanziaria

(1.186)

(1.372)

186

Imposte sul reddito e altri

186

(122)

308

EQUITY FREE CASH FLOW

2.414

2.331

83





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Andamento patrimoniale e finanziario consolidato

63


Oltre a quanto già precedentemente dettagliato con riferimento all’EBITDA, hanno in particolare inciso sulla variazione dell’indebitamento finanziario netto rettificato del primo semestre 2020 le seguenti voci:


Investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile / spectrum

Nell’esercizio 2020 gli investimenti industriali sono pari a 3.409 milioni di euro (3.784 milioni di euro nell’esercizio 2019).

Gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile / spectrum sono così ripartiti per settore operativo:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

peso %

peso %

Domestic

2.748

80,6

2.912

77,0

(164)

Brasile

661

19,4

872

23,0

(211)

Altre Attività

Rettifiche ed elisioni

Totale consolidato

3.409

100,0

3.784

100,0

(375)

% sui Ricavi

21,6

21,1

0,5pp

In particolare:

la Business Unit Domestic presenta investimenti per 2.748 milioni di euro, -164 milioni di euro, -107 milioni di euro in termini organici rispetto all’esercizio 2019, in un’ottica di ottimizzazione dei processi anche a seguito delle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19;

la Business Unit Brasile presenta investimenti industriali pari a 661 milioni di euro nel 2020 (872 milioni di euro nell’esercizio 2019). Escludendo l’impatto dovuto alla dinamica dei tassi di cambio (-218 milioni di euro), gli investimenti industriali sono aumentati di 7 milioni di euro e sono principalmente finalizzati al rafforzamento dell’infrastruttura della rete UltraBroadBand mobile e allo sviluppo del business fisso BroadBand di TIM Live.


Variazione del Capitale circolante netto operativo

La variazione del Capitale circolante netto operativo dell’esercizio 2020 riflette una variazione positiva di 772 milioni di euro conseguente principalmente alla variazione dei crediti commerciali (+484 milioni di euro) e delle altre variazioni di crediti/debiti operativi (+571 milioni di euro).


Variazione dei fondi relativi al personale

Diminuiscono complessivamente di 628 milioni di euro sostanzialmente per effetto delle uscite e della riclassifica a debiti degli importi non ancora liquidati, relativi ai piani di esodazione già accantonati nei precedenti esercizi. Per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota "Fondi relativi al personale" del Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020.


Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni

Nell'esercizio 2020 è positivo per 1.294 milioni di euro e beneficia principalmente del deconsolidamento di INWIT S.p.A. nonchè degli incassi derivanti dalle cessioni da parte del Gruppo TIM di pacchetti azionari di INWIT pari complessivamente a circa il 7,3% del capitale sociale. Per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Partecipazioni” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.

Nell’esercizio 2019 il flusso era positivo per 160 milioni di euro e si riferiva principalmente alla cessione di Persidera S.p.A. (142 milioni di euro) nonché ad altre cessioni di partecipazioni e a dismissioni di attività non correnti avvenute nell’ambito del normale ciclo operativo.


Aumenti/Rimborsi di capitale, comprensivi di oneri accessori

Nell’esercizio 2020 il flusso è positivo per 1.164 milioni di euro ed è principalmente conseguente alla contribuzione di soci esterni al Gruppo agli aumenti di capitale di società controllate. In particolare, comprendono l'aumento di capitale di Daphne 3, holding neo-costituita e controllata da TIM e in cui TIM ha complessivamente apportato il 30,2% delle azioni di INWIT. Con tale aumento di capitale, il consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian, ha portato al 49% la propria percentuale di possesso in Daphne 3.

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64


Incrementi di contratti di leasing

Nell’esercizio 2020 la voce è pari a 1.288 milioni di euro (1.140 milioni di euro nell'esercizio 2019).

Gli incrementi di contratti di leasing comprendono il maggior valore di diritti d’uso iscritti a seguito di nuovi contratti di locazione passiva, di incrementi dei canoni di locazione e di rinegoziazioni di contratti esistenti.

In particolare, nel 2020, comprendono 368 milioni di euro connessi all’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. a seguito dell’efficacia, dal 31 marzo 2020, del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A..

Per ulteriori dettagli si veda la Nota “Diritti d’uso su beni di terzi” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.


Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti non operativi

Nell’esercizio 2020 la voce, presenta un saldo positivo per complessivi 283 milioni di euro. Comprende principalmente gli esborsi relativi alle componenti della gestione finanziaria, il pagamento e i rimborsi delle imposte sul reddito nonché la variazione dei debiti e crediti di natura non operativa.


Cessioni di crediti a società di factoring

Si segnala che le cessioni di crediti commerciali pro soluto a società di factoring perfezionate nell’esercizio 2020 hanno comportato un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto rettificato al 31 dicembre 2020 pari a 1.970 milioni di euro (1.958 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

A seguito della richiesta da parte di TIM S.p.A. dell’agevolazione “Patent box” per il quinquennio 2015-2019 e del conseguente accordo con l’Agenzia delle Entrate per l’anno 2015 e di quello relativo ai beni complementari per gli anni 2016-2019, l’agevolazione dei periodi d’imposta 2015 e 2016 è stata inserita cumulativamente nelle dichiarazioni rettificative Ires e Irap per il periodo 2016 presentate il 25 settembre 2020, mentre l'agevolazione per i periodi d'imposta 2017 e 2018 è stata fruita nelle dichiarazioni Ires e Irap per il periodo d'imposta 2019 trasmesse il 10 dicembre 2020. In particolare, per quanto attiene all’Ires, il maggior credito del 2016 pari a 123 milioni di euro e il credito del 2019 pari a 180 milioni di euro sono stati chiesti a rimborso all’Agenzia delle Entrate nelle relative dichiarazioni e poi ceduti ed incassati rispettivamente in data 30 settembre 2020 e 21 dicembre 2020.



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Indebitamento finanziario netto

La composizione dell’indebitamento finanziario netto è la seguente:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

(a)

(b)

(a-b)

Passività finanziarie non correnti

Obbligazioni

18.856

19.773

(917)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

4.799

5.832

(1.033)

Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva

4.199

4.576

(377)

27.854

30.181

(2.327)

Passività finanziarie correnti (*)

Obbligazioni

988

1.958

(970)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

2.689

1.224

1.465

Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva

631

639

(8)

4.308

3.821

487

Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

655

(655)

Totale debito finanziario lordo

32.162

34.657

(2.495)

Attività finanziarie non correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva 

(43)

(51)

8

Crediti finanziari e altre attività finanziarie

(2.267)

(2.100)

(167)

(2.310)

(2.151)

(159)

Attività finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

(1.092)

(877)

(215)

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva

(55)

(58)

3

Crediti finanziari e altre attività finanziarie

(162)

(122)

(40)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

(4.829)

(3.138)

(1.691)

(6.138)

(4.195)

(1.943)

Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

(65)

65

Totale attività finanziarie

(8.448)

(6.411)

(2.037)

Indebitamento finanziario netto contabile

23.714

28.246

(4.532)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(388)

(578)

190

Indebitamento finanziario netto rettificato

23.326

27.668

(4.342)

Così dettagliato:

Totale debito finanziario lordo rettificato

30.193

32.782

(2.589)

Totale attività finanziarie rettificate

(6.867)

(5.114)

(1.753)

(*) di cui quota corrente del debito a M/L termine:

Obbligazioni

988

1.958

(970)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

1.541

446

1.095

Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva

628

639

(11)


Le politiche di gestione dei rischi finanziari del Gruppo TIM tendono alla minimizzazione dei rischi di mercato, all’integrale copertura del rischio di cambio e all’ottimizzazione dell’esposizione ai tassi di interesse attraverso opportune diversificazioni di portafoglio, attuate anche mediante l’utilizzo di selezionati strumenti finanziari derivati. Si sottolinea che tali strumenti non hanno fini speculativi e che hanno tutti un titolo sottostante, oggetto di copertura.

Si evidenzia inoltre che, al fine di determinare la propria esposizione ai tassi di interesse, il Gruppo definisce una composizione ottimale della struttura di indebitamento tra componente a tasso fisso e componente a tasso variabile e utilizza gli strumenti finanziari derivati al fine di tendere alla prestabilita composizione del debito. Tenuto conto dell’attività operativa del Gruppo, la combinazione ritenuta più idonea nel medio-lungo termine delle passività finanziarie non correnti è stata individuata, sulla base del valore nominale, nel range 65% - 75% per la componente a tasso fisso e 25% - 35% per la componente a tasso variabile.

Nella gestione dei rischi di mercato il Gruppo si è dotato di Linee Guida “Gestione e controllo dei rischi finanziari” e utilizza principalmente gli strumenti finanziari derivati IRS e CCIRS.

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Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell’indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito “Indebitamento finanziario netto contabile”), anche una misura denominata “Indebitamento finanziario netto rettificato”, che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l’Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell’ IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

Per ulteriori dettagli si rimanda al capitolo “Indicatori alternativi di performance”.

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 23.326 milioni di euro al 31 dicembre 2020, in diminuzione di 4.342 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (27.668 milioni di euro). Alla riduzione hanno contribuito la solida generazione di cassa operativa, ottenuta anche con ottimizzazione del capitale circolante, che ha garantito il pagamento di dividendi su azioni ordinarie e risparmio di TIM S.p.A. per complessivi 316 milioni di euro (rispetto a 166 milioni di euro pagati nel 2019 alle sole azioni di risparmio), il pagamento della rata afferente alla licenza 5G (110 milioni di euro) nonché gli effetti dell’operazione INWIT. In particolare, con riferimento a INWIT si evidenziano il deconsolidamento del debito della società (643 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019) che ha ampiamente compensato il sorgere del nuovo debito per locazioni finanziarie verso INWIT, ora società a controllo congiunto (368 milioni di euro) a fronte della contestuale chiusura di contratti di locazione finanziaria verso Vodafone (214 milioni di euro), l’incasso dei dividendi (256 milioni di euro, di cui 214 milioni di euro di dividendo straordinario), la cessione del 4,3% della partecipazione (400 milioni di euro). In data 2 ottobre 2020 sono avvenute le cessioni da parte di TIM S.p.A. a Daphne 3 S.p.A. del 14,8% della partecipazione in INWIT (1.345 milioni di euro) e a Canson del 1,2% della partecipazione in INWIT (109 milioni di euro). In data 4 dicembre 2020, a seguito dell'esercizio di un'opzione scadente a fine anno, TIM S.p.A. ha ceduto a Canson la residua quota detenuta in INWIT pari all'1,8% (161 milioni di euro). Pertanto, a seguito di tali operazioni, al 31 dicembre 2020 INWIT risulta partecipata al 30,2% da Daphne 3 S.p.A., società controllata al 51% da TIM S.p.A..

Inoltre, a seguito della richiesta da parte di TIM S.p.A. dell’agevolazione “Patent box” per il quinquennio 2015-2019 sono già stati incassati 303 milioni di euro.

Per una migliore comprensione dell’informativa, nella tabella che segue sono illustrate le diverse modalità di rappresentazione dell’Indebitamento Finanziario Netto:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento Finanziario Netto contabile

23.714

28.246

(4.532)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(388)

(578)

190

Indebitamento Finanziario Netto rettificato

23.326

27.668

(4.342)

Leasing

(4.732)

(5.204)

472

Leasing  - Attività cessate/Attività non correnti destinate ad
essere cedute

(571)

571

Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease

18.594

21.893

(3.299)


L’Indebitamento Finanziario Netto contabile al 31 dicembre 2020 è pari a 23.714 milioni di euro, in diminuzione di 4.532 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (28.246 milioni di euro). Lo storno della valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie registra una variazione di 190 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 sostanzialmente a seguito della marcata discesa dei tassi di interesse in dollari americani e la correlata rivalutazione delle coperture sulle obbligazioni in valuta US. Tale variazione è rettificata nell’Indebitamento Finanziario contabile non avendo effetti monetari.

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease (al netto dell’impatto di tutti i lease), metrica adottata dai principali peer europei, al 31 dicembre 2020 risulta pari a 18.594 milioni di euro, in diminuzione di 3.299 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (21.893 milioni di euro). La riduzione è inferiore a quella evidenziata nell’Indebitamento finanziario netto rettificato in quanto non si considerano gli effetti del deconsolidamento/nuovo debito ai fini IFRS16 correlato all’operazione di INWIT e gli effetti del tasso di cambio sul debito ai fini IFRS16 del Brasile.

Debito finanziario lordo

Obbligazioni

Le obbligazioni al 31 dicembre 2020 sono iscritte per un importo pari a 19.844 milioni di euro (21.731 milioni di euro al 31 dicembre 2019). In termini di valore nominale di rimborso sono pari a 19.249 milioni di euro (21.162 milioni di euro al 31 dicembre 2019).


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Relativamente all’evoluzione dei prestiti obbligazionari nell’esercizio 2020 si segnala quanto segue:

(milioni di valuta originaria)

Valuta

Importo

Data di rimborso

Rimborsi

Telecom Italia S.p.A. 719 milioni di euro 4,000% (1)

Euro

719

21/1/2020

TIM S.A. 1.000 milioni di BRL 104,10% CDI

BRL

1.000

15/7/2020

Telecom Italia S.p.A. 547 milioni di euro 4,875% (2)

Euro

547

25/9/2020

(1)Al netto dei riacquisti per 281 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

(2)Al netto dei riacquisti per 453 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.


Con riferimento al Prestito obbligazionario 2002-2022 di Telecom Italia S.p.A., riservato in sottoscrizione al personale del Gruppo, si segnala che al 31 dicembre 2020 è pari a 217 milioni di euro (valore nominale), in aumento di 12 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (205 milioni di euro).


Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 31 dicembre 2020:


(miliardi di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Accordato

Utilizzato

Accordato

Utilizzato

Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023

5,0

5,0

-

Bridge to Bond Facility – scadenza maggio 2021

1,7

-

Totale

6,7

5,0

-


Al 31 dicembre 2020 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.500 milioni di euro e di linee Hot Money per 490 milioni di euro interamente utilizzate.

In data 18 maggio 2020 TIM ha stipulato una nuova Linea di Credito strutturata come Bridge to Bond per successive emissioni sul mercato obbligazionario per un importo pari a 1,7 miliardi di euro ed una scadenza iniziale di 12 mesi con opzione di estensione per ulteriori 12 mesi.

In data 18 gennaio 2021 TIM ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

In data 19 gennaio 2021 TIM ha deciso di cancellare totalmente la linea Bridge to Bond da 1,7 miliardi di euro, non utilizzati.


Scadenze delle passività finanziarie e costo medio del debito

La scadenza media delle passività finanziarie non correnti (inclusa la quota del medio-lungo termine scadente entro dodici mesi) è pari a 9,74 anni.

Il costo medio del debito di Gruppo, inteso come costo di periodo calcolato su base annua e derivante dal rapporto tra oneri correlati al debito ed esposizione media, è pari a circa il 3,7%, mentre il costo medio del debito di Gruppo “After Lease” risulta pari a circa il 3,4%.

Per quanto riguarda il dettaglio delle scadenze delle passività finanziarie in termini di valore nominale dell’esborso atteso, come contrattualmente definito, si rimanda a quanto riportato nella Nota “Passività finanziarie (non correnti e correnti)” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.


Attività finanziarie correnti e margine di liquidità

Il margine di liquidità disponibile per il Gruppo TIM è pari a 12.621 milioni di euro ed è calcolato considerando:

la “Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti” e i “Titoli correnti diversi dalle partecipazioni” per complessivi 5.921 milioni di euro (4.015 milioni di euro al 31 dicembre 2019);

l’ammontare della Revolving Credit Facility pari a 5.000 milioni di euro e della Bridge to Bond Facility pari a 1.700 milioni di euro, totalmente disponibili.

Tale margine consente una copertura delle passività finanziarie (correnti e non) di Gruppo in scadenza per i prossimi 30 mesi.

In particolare:

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Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti per 4.829 milioni di euro (3.138 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Le differenti forme tecniche di impiego delle disponibilità liquide sono così analizzabili:

scadenze: gli impieghi hanno una durata massima di tre mesi;

rischio controparte: gli impieghi delle società europee sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie, finanziarie e industriali con elevato merito di credito. Gli impieghi delle società in Sud America sono stati effettuati con primarie controparti locali;

rischio Paese: gli impieghi sono stati effettuati sulle principali piazze finanziarie europee.


Titoli correnti diversi dalle partecipazioni per 1.092 milioni di euro (877 milioni di euro al 31 dicembre 2019): tali forme di investimento rappresentano un’alternativa all’impiego della liquidità con l’obiettivo di migliorarne il rendimento. Comprendono 320 milioni di euro di Titoli di Stato italiani ed europei detenuti da Telecom Italia Finance S.A., 447 milioni di euro di titoli obbligazionari acquistati da Telecom Italia Finance S.A. con differenti scadenze, tutti con un mercato di riferimento attivo e quindi facilmente liquidabili, e 325 milioni di euro relativi a impieghi in fondi monetari effettuati dalla Business Unit Brasile. Gli acquisti dei suddetti Titoli di Stato, che ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011, rappresentano impieghi in “Titoli del debito sovrano”, sono stati effettuati nel rispetto delle Linee guida per la “Gestione e controllo dei rischi finanziari” di cui il Gruppo TIM si è dotato.

Nel quarto trimestre del 2020 l’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 23.326 milioni di euro in diminuzione di 2.143 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2020 (25.469 milioni di euro): il miglioramento è dovuto agli effetti positivi della generazione di cassa operativa nonchè dell'operazione sulle azioni INWIT descritte precedentemente.


(milioni di euro)

31.12.2020

30.9.2020

Variazione

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento finanziario netto contabile

23.714

25.632

(1.918)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(388)

(163)

(225)

Indebitamento finanziario netto rettificato

23.326

25.469

(2.143)

Così dettagliato:

Totale debito finanziario lordo rettificato

30.193

30.319

(126)

Totale attività finanziarie rettificate

(6.867)

(4.850)

(2.017)


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69



TABELLE DI DETTAGLIO – DATI CONSOLIDATI 

Si riportano di seguito gli schemi di Conto Economico Separato Consolidato, Conto Economico Complessivo Consolidato, Situazione Patrimoniale–Finanziaria Consolidata, Rendiconto Finanziario Consolidato nonché Altre informazioni del Gruppo TIM.


Conto economico separato consolidato


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

(a-b)

(a)

(b)

assolute

%

Ricavi

15.805

17.974

(2.169)

(12,1)

Altri proventi operativi

211

933

(722)

(77,4)

Totale ricavi e proventi operativi

16.016

18.907

(2.891)

(15,3)

Acquisti di materie e servizi

(6.173)

(6.463)

290

4,5

Costi del personale

(2.639)

(3.077)

438

14,2

Altri costi operativi

(961)

(1.625)

664

40,9

Variazione delle rimanenze

(6)

(128)

122

95,3

Attività realizzate internamente

502

537

(35)

(6,5)

Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)

6.739

8.151

(1.412)

(17,3)

Ammortamenti

(4.616)

(4.927)

311

6,3

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti

(11)

(49)

38

77,6

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti

(8)

(8)

Risultato operativo (EBIT)

2.104

3.175

(1.071)

(33,7)

Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e
Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

18

(3)

21

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni

454

3

451

Proventi finanziari

1.143

946

197

20,8

Oneri finanziari

(2.322)

(2.382)

60

2,5

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività
in funzionamento

1.397

1.739

(342)

(19,7)

Imposte sul reddito

5.955

(513)

6.468

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.352

1.226

6.126

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute

16

(16)

Utile (perdita) dell’esercizio

7.352

1.242

6.110

Attribuibile a:

Soci della Controllante

7.224

916

6.308

Partecipazioni di minoranza

128

326

(198)

(60,7)



Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

70



Conto economico complessivo consolidato


Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio) è di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo Consolidato, comprensivo, oltre che dell’Utile (perdita) dell’esercizio, come da Conto Economico Separato Consolidato, delle altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse dalle transazioni con gli Azionisti.

(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell’esercizio

(a)

7.352

1.242

Altre componenti del conto economico complessivo consolidato

Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(4)

4

Effetto fiscale

(b)

(4)

4

Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):

Utili (perdite) attuariali

6

(44)

Effetto fiscale

(1)

10

(c)

5

(34)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Effetto fiscale

(d)

Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato

(e=b+c+d)

1

(30)

Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

5

(19)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

(5)

Effetto fiscale

8

(f)

5

(16)

Strumenti derivati di copertura:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(253)

367

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

373

(227)

Effetto fiscale

(30)

(17)

(g)

90

123

Differenze cambio di conversione di attività estere:

Utili (perdite) di conversione di attività estere

(1.612)

(113)

Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato

Effetto fiscale

(h)

(1.612)

(113)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

Effetto fiscale

(i)

Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato

(k=f+g+h+i)

(1.517)

(6)

Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato

(m=e+k)

(1.516)

(36)

Utile (perdita) complessivo dell'esercizio

(a+m)

5.836

1.206

Attribuibile a:

Soci della Controllante

6.199

916

Partecipazioni di minoranza

(363)

290

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

71




Prospetto della situazione patrimoniale–finanziaria consolidata


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazioni

(a)

(b)

(a-b)

Attività

Attività non correnti

Attività immateriali

Avviamento

22.847

23.083

(236)

Attività immateriali a vita utile definita

6.740

7.667

(927)

29.587

30.750

(1.163)

Attività materiali

Immobili, impianti e macchinari di proprietà

13.141

14.011

(870)

Diritti d’uso su beni di terzi

4.992

5.494

(502)

Altre attività non correnti

Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto

2.728

11

2.717

Altre partecipazioni

54

52

2

Crediti finanziari non correnti per contratti di
locazione attiva 

43

51

(8)

Altre attività finanziarie non correnti

2.267

2.100

167

Crediti vari e altre attività non correnti

2.114

2.585

(471)

Attività per imposte anticipate

7.496

942

6.554

14.702

5.741

8.961

Totale Attività non correnti

(a)

62.422

55.996

6.426

Attività correnti

Rimanenze di magazzino

242

260

(18)

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

4.346

4.857

(511)

Crediti per imposte sul reddito

86

149

(63)

Attività finanziarie correnti

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva

55

58

(3)

Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti
finanziari e altre attività finanziarie correnti

1.254

999

255

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

4.829

3.138

1.691

6.138

4.195

1.943

Sub-totale Attività correnti

10.812

9.461

1.351

Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute

di natura finanziaria

65

(65)

di natura non finanziaria

4.582

(4.582)

4.647

(4.647)

Totale Attività correnti

(b)

10.812

14.108

(3.296)

Totale Attività

(a+b)

73.234

70.104

3.130


Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

72



(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazioni

(a)

(b)

(a-b)

Patrimonio netto e Passività

Patrimonio netto

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della
Controllante

26.215

20.280

5.935

Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza

2.625

2.346

279

Totale Patrimonio netto

(c)

28.840

22.626

6.214

Passività non correnti

Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri

23.655

25.605

(1.950)

Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva

4.199

4.576

(377)

Fondi relativi al personale

724

1.182

(458)

Passività per imposte differite

277

248

29

Fondi per rischi e oneri

770

725

45

Debiti vari e altre passività non correnti

3.602

3.214

388

Totale Passività non correnti

  (d)

33.227

35.550

(2.323)

Passività correnti

Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri

3.677

3.182

495

Passività finanziarie correnti per contratti di
locazione passiva

631

639

(8)

Debiti commerciali, vari e altre passività correnti

6.588

7.218

(630)

Debiti per imposte sul reddito

271

84

187

Sub-totale Passività correnti

11.167

11.123

44

Passività direttamente correlate ad Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute

di natura finanziaria

655

(655)

di natura non finanziaria

150

(150)

805

(805)

Totale Passività correnti

(e)

11.167

11.928

(761)

Totale Passività

(f=d+e)

44.394

47.478

(3.084)

Totale Patrimonio netto e passività

(c+f)

73.234

70.104

3.130

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

73



Rendiconto finanziario consolidato


(milioni di euro)

2020

2019

Flusso monetario da attività operative:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.352

1.226

Rettifiche per:

Ammortamenti

4.616

4.927

Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse partecipazioni)

36

31

Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate (differite)

(6.538)

271

Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

(441)

47

Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto

(18)

3

Variazione dei fondi relativi al personale

(628)

(246)

Variazione delle rimanenze

20

129

Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti

484

Variazione dei debiti commerciali

(231)

(181)

Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito

708

114

Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività

1.191

(387)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative

(a)

6.551

5.934

Flusso monetario da attività di investimento:

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa

(3.477)

(3.649)

Contributi in conto capitale incassati

24

28

Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite

(7)

Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni

(11)

(4)

Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i derivati
attivi di copertura e non)

(251)

231

Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese controllate e di
rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute

(33)

125

Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti

678

14

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento

(b)

(3.077)

(3.255)

Flusso monetario da attività di finanziamento:

Variazione delle passività finanziarie correnti e altre

(1.771)

(545)

Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

1.470

4.527

Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

(2.790)

(4.412)

Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non

310

(415)

Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate)

1.164

10

Dividendi pagati

(390)

(279)

Variazioni di possesso in imprese controllate

(2)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento

(c)

(2.009)

(1.114)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

(d)

16

Flusso monetario complessivo

(e=a+b+c+d)

1.465

1.581

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio dell'esercizio

(f)

3.202

1.631

Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti nette

(g)

(159)

(10)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine dell'esercizio

(h=e+f+g)

4.508

3.202








Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

74



Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d’uso su beni di terzi


(milioni di euro)

2020

2019

Acquisti di attività immateriali

(1.197)

(1.064)

Acquisti di attività materiali

(2.138)

(2.644)

Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi

(1.362)

(1.216)

Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza

(4.697)

(4.924)

Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti
d'uso su beni di terzi

1.220

1.275

Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa

(3.477)

(3.649)


Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato


(milioni di euro)

2020

2019

Imposte sul reddito (pagate)/incassate

223

(118)

Interessi pagati

(1.520)

(1.750)

Interessi incassati

448

589

Dividendi incassati

256

1


Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette


(milioni di euro)

2020

2019

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento

3.138

1.917

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento

(1)

(286)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

65

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

3.202

1.631

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in funzionamento

4.829

3.138

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in funzionamento

(321)

(1)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

65

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

4.508

3.202

Le ulteriori informazioni integrative richieste dallo IAS 7 sono presentate nell’ambito della Nota “Indebitamento finanziario netto” del Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.


Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

75



Altre informazioni

Consistenza media retribuita del personale

(unità equivalenti)

2020

2019

Variazione

Consistenza media retribuita – Italia

40.140

42.630

(2.490)

Consistenza media retribuita - Estero

8.959

9.287

(328)

Totale consistenza media retribuita (1)

49.099

51.917

(2.818)

(1)Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato: 9 unità medie in Italia nell’esercizio 2020; 5 unità medie in Italia nell’esercizio 2019.

 

Organico a fine esercizio


(unità)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Organico – Italia

42.680

45.266

(2.586)

Organico – Estero

9.667

9.932

(265)

Totale organico a fine esercizio (1)

52.347

55.198

(2.851)

(1)Comprende il personale con contratto di lavoro somministrato:  9 unità in Italia al 31.12.2020; 5 unità in Italia al 31.12.2019.


Organico a fine esercizio - dettaglio per Business Unit


(unità)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Domestic

42.925

45.496

(2.571)

Brasile

9.409

9.689

(280)

Altre attività

13

13

Totale

52.347

55.198

(2.851)















Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Tabelle di dettaglio - Dati consolidati

76



INDICATORI AFTER LEASE

Al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, il Gruppo TIM utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare a seguito dell’adozione dell’IFRS 16 il Gruppo TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:


EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE GRUPPO TIM


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

7.063

7.505

(442)

(5,9)

Canoni per leasing

(814)

(853)

39

4,5

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

6.249

6.652

(403)

(6,1)


EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE DOMESTIC


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

5.658

6.144

(486)

(7,9)

Canoni per leasing

(523)

(577)

54

9,4

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

5.135

5.567

(432)

(7,8)


EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE BRASILE


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

1.412

1.369

43

3,1

Canoni per leasing

(291)

(276)

(15)

(5,6)

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

1.121

1.093

28

2,5


INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO AFTER LEASE GRUPPO TIM 


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato

23.326

27.668

(4.342)

Leasing

(4.732)

(5.775)

1.043

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato - After Lease

18.594

21.893

(3.299)


EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE GRUPPO TIM


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

EQUITY FREE CASH FLOW

2.414

2.331

83

Leasing

(799)

(797)

(2)

EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE

1.615

1.534

81

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Indicatori After Lease

77



ASPETTI DI SOSTENIBILITA'

Ancora di più che negli anni passati TIM ha espresso il suo essere impresa di “sistema” che, per dimensioni, capillarità, capitale umano e patrimonio infrastrutturale e tecnologico, ha consentito a tutti di connettersi, confermandosi servizio indispensabile subito dopo la risposta sanitaria alla pandemia.

In un mondo sempre più digitale diventa strategica la capacità di trovare una dimensione sostenibile fra nuovi modelli di business, nuove classi di servizi, nuove modalità lavorative e nuove professionalità che stanno contribuendo al raggiungimento dei 17 Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 ONU, obiettivi resi ancora più urgenti dalla pandemia da coronavirus.

Il processo di analisi condotto nel 2020, per individuare i temi di interesse degli stakeholder per quanto attiene agli impatti socio-ambientali ed economici che le attività di business generano all’interno e all’esterno dell’Azienda, ha tenuto conto dello straordinario contesto socio-economico in corso e ha inteso verificare l’impatto della pandemia da Covid-19 sui temi materiali individuati nel 2019, modificando denominazioni e descrizioni rispetto ad eventuali tematiche emergenti. L’analisi ha evidenziato come fondamentale la necessità che TIM giochi un ruolo di primo piano nello sviluppo delle competenze e delle conoscenze digitali, sia al proprio interno, sia in qualità di abilitatore per la nuova società digitale. Dall’analisi è stata confermata infatti la spiccata attenzione degli stakeholder rispetto al ruolo dell’Azienda come facilitatore dello sviluppo di una società digitale inclusiva.

I risultati dell’attività di stakeholder engagement, come emergono dalla matrice di materialità, sono riflessi nel Piano di Sostenibilità, cuore del Piano Strategico 2020-2022 del Gruppo disponibile al seguente link: gruppotim.it/it/investitori/report-presentazioni/Presentazioni-webcast

Il piano di azioni a supporto della strategia ambientale, sociale e di governance è finalizzato ad ottenere un impatto concreto e rilevante nello sviluppo del business che ha fatto propri obiettivi di tutela dell’ambiente e di inclusione sociale che si traducono nel diventare carbon neutral entro il 2030, nell’aumentare l’indicatore domestico di eco-efficienza del 50% e diminuire le emissioni indirette del 70% entro il 2025 anche grazie ad un continuo investimento nelle energie rinnovabili.

Nell’area dell’impegno per la società, TIM lavora costantemente per superare il digital divide geografico, per contribuire all’inclusione sociale e digitale oltre a rafforzare le skill delle proprie persone grazie a programmi di formazione personalizzati, volti anche a ridurre il churn dei nuovi assunti.

Gli obiettivi di Piano per il 2020 sono stati tutti raggiunti, con l’ottima performance del cluster "Engagement" che è migliorato di 16 punti superando l’obiettivo di crescita di 14 punti atteso per fine 2022. 

In questo scenario si inserisce il primo sustainability bond di TIM di 1 miliardo di euro, emesso a gennaio 2021, che ha riscosso un ottimo apprezzamento sul mercato finanziario.


Salvaguardia della salute e gestione del capitale umano in tempo di Covid

Il periodo di emergenza sanitaria ha modificato i paradigmi lavorativi e richiesto un intervento su più fronti affinché business continuity e salute delle persone continuassero ad essere garantite; ciò ha portato all’estensione del lavoro da remoto, accanto a una opportuna organizzazione del lavoro, rafforzando il senso di appartenenza delle persone del Gruppo.

Per non fermare le attività e limitare le occasioni di contagio, lo smartworking è stato esteso, in tempi rapidissimi, a oltre 32.000 dipendenti in Italia, con la distribuzione di circa 6.400 personal computer, oltre allo sviluppo di soluzioni software per poter consentire l’utilizzo anche di personal computer/tablet personali, in attesa del completamento del piano di dotazioni aziendale previsto per tutte le nostre persone.

Ad aprile TIM e le organizzazioni sindacali, nel comune obiettivo di salvaguardia della salute di tutti i lavoratori, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa relativo alla gestione della seconda fase dell'emergenza Covid-19 per individuare le strategie più idonee a fronteggiare I’emergenza sanitaria, nonché le linee guida e le conseguenti misure da mettere in atto. Le linee guida, elaborate con la collaborazione di esperti nell'analisi e nella valutazione delle misure di prevenzione e profilassi, sono state finalizzate a ridefinire l’organizzazione del lavoro in modo da garantire la massima tutela delle persone, nel rispetto delle disposizioni emanate dalle competenti autorità governative e sanitarie per un rientro in sede graduale su base geografica e organizzativa.

Ad agosto si è concluso positivamente il confronto con il sindacato volto a definire, oltre alle modalità di rientro in sede in una fase transitoria, un innovativo modello di lavoro, che coniuga digitalizzazione dei processi, ripensamento degli spazi e organizzazione agile del lavoro, valorizzando l’esperienza della remotizzazione nel periodo di emergenza.

L’obiettivo del nuovo modello è quello di supportare le performance aziendali e, allo stesso tempo, migliorare la qualità della vita, puntando su flessibilità, autonomia e responsabilità professionale.

Relazione sulla gestione del Gruppo TIM

Aspetti di sostenibilità

78



Grazie al clima di collaborazione e fiducia consolidato nell’ultimo anno e mezzo di relazioni industriali, si è dato inizio ad un percorso che andrà costruito e accompagnato nel tempo, cosciente del necessario salto culturale che le parti dovranno realizzare nel medio periodo.

La digitalizzazione ha profondamente trasformato il lavoro e in tale contesto, TIM ha avviato un intenso e tempestivo percorso di adeguamento dei propri modelli organizzativi e produttivi mediante l’introduzione di innovazioni organizzative e tecnologiche. Tale profonda trasformazione può essere realizzata soltanto attraverso l’innalzamento del livello del capitale umano impiegato in Azienda, ampliando e ridefinendo le competenze possedute. In tale contesto a novembre è stato raggiunto uno specifico accordo per la rimodulazione dell’orario, in base al quale parte dell'orario di lavoro è destinata alla realizzazione di appositi percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori. La formazione si avvale delle risorse messe a disposizione dal Fondo Nuove competenze di Anpal1.

Nell’intesa le parti hanno altresì condiviso il programma complessivo del progetto elaborato da TIM “NexTIM, per il 2021” che prevede più di 3 milioni di ore di formazione complessive, 19 percorsi di aggiornamento, 101 corsi, il coinvolgimento dell’intera popolazione aziendale domestica e per ogni partecipante un piano personalizzato.

Il programma, che ha avuto avvio a dicembre 2020, ha tre principali indirizzi: innovazione dell’organizzazione, strumenti e tecnologie, miglioramento dei processi produttivi, con focus sulle competenze digitali.


L'analisi di materialità

Anche nel 2020, TIM ha condotto il processo di analisi di materialità con lo scopo di individuare i temi socio-ambientali e di governance prioritari rispetto ai quali definire il Piano triennale di Sostenibilità e rendicontare l’attività d’impresa, i suoi risultati e l’impatto dalla stessa prodotto all’interno e all’esterno dell’Azienda, come prevede il D.Lgs.254/2016 e secondo i requisiti degli Standard del Global Reporting Iniziative.


Processo di identificazione dei topic materiali

Per il 2020 TIM ha tenuto conto dello straordinario contesto socio-economico in corso e ha verificato l’impatto della pandemia da Covid-19 sui temi materiali individuati nel 2019, modificando denominazioni e descrizioni rispetto ad eventuali tematiche emergenti.

E’ stata aggiornata la tassonomia2 da utilizzare nel motore di analisi semantica: a tal fine, oltre a considerare i riferimenti3 in ambito “sostenibilità” e “digital” utilizzati nel 2019, sono state prese in considerazione anche fonti istituzionali riferite al “Covid-19”. A titolo esemplificativo e non esaustivo si segnalano:

“The GSMA COVID-19 Privacy Guidelines”, della GSM Association;

“Joint Statement from the Commission and the Body of European Regulators for Electronic Communications on coping with the increased demand for network connectivity due to the Covid-19 pandemic”, stilato dal BEREC insieme con l’UE;

“COVID-19 Crisis Response: Digital Development Joint Action Plan and Call for Action”, redatto congiuntamente da ITU, World Bank, GSMA, World Economic Forum.


Il motore semantico ha così analizzato 101 documenti nazionali ed internazionali4, pubblici e non pubblici5, interni ed esterni all’azienda6, incentrati sui temi rilevanti 2019 TIM che avessero come focus la pandemia. Attraverso le iterazioni e sulla base delle occorrenze7 presenti nei vari documenti, per ciascun topic 2019 è stato possibile individuare dei nuovi temi emergenti dal mutato contesto.

Al fine di ottenere la rilevanza dei topic per l’Azienda è stato coinvolto, tramite un questionario interno, un campione significativo di referenti rappresentativi di tutte le funzioni aziendali.

1 Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro

2 Ogni tassonomia è costituita da concetti e parole chiave fra loro interrelate, con diversi livelli di correlazione e significatività. Ciascuna tassonomia è stata costruita utilizzando lemmi sia italiani sia inglesi.

3 Come ad esempio lo Standard della Global Reporting Iniziative, la ISO 26000, o i Sustainable Development Goals.

4 Come ad esempio: “Il digitale in Italia: mercati, dinamiche e policy”, redatto a Giugno 2020 da Confindustria digitale e Anitec-Assinform oppure “COVID-19 and the world of work”, pubblicato dall’International Labour Organization (ILO).

5 Come ad esempio: “Dotazioni, competenze e abitudini digitali degli italiani nell’era Covid 19_rapporto”, pubblicato dal Censis per conto di TIM e nell’ambito del progetto “Risorgimento Digitale”.

6 Come ad esempio: “Le reti e gli effetti delle misure di confinamento” del Centro Studi TIM.

7 Le occorrenze identificano il numero di volte che un concetto (o un termine specifico) viene rilevato dal motore semantico all’interno del documento e sono una indicazione della significatività del topic rilevato nel contesto del documento.

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Come anticipato, la raccolta del punto di vista esterno è stata agevolata grazie a strumenti innovativi quali la semantic e la big data analysis8, e all’uso di una piattaforma collaborativa9.

Al termine di questa prima analisi, l’Azienda è stata in grado di stilare una lista di topic, rappresentativi delle seguenti macro aree:

Correttezza della corporate conduct e resilienza del business

Adeguare il coinvolgimento degli stakeholder all'accelerazione del cambiamento

Monitorare il perseguimento degli obiettivi ESG nelle strategie aziendali

Gestione dei rapporti di lavoro 

Sviluppo del capitale umano dell'azienda

Tutela della salute e sicurezza dei lavoratori 

Correttezza e innovazione nelle relazioni con i clienti 

Tutela della privacy, cybersecurity e sicurezza dei dati personali 

Potenziamento delle infrastrutture e affidabilità della rete

Tutelare le diversità e favorire le pari opportunità in azienda 

Sostenere la diffusione delle tecnologie, delle competenze digitali e la Ricerca e Sviluppo

Capacity building degli attori della supply chain 

Protezione delle persone più vulnerabili dai rischi della rete

Promozione e tutela dei diritti umani

Riduzione dei consumi energetici e lotta ai cambiamenti climatici

Comunicare gli impatti delle emissioni elettromagnetiche 

Favorire lo sviluppo di una società digitale inclusiva e l’accesso ai servizi digitali



Tale approccio ha permesso a TIM di allargare l’ascolto a più stakeholder e di rendere dinamica l’osservazione dei topic al fine di misurarne l’evoluzione nel tempo.

























8 In coerenza con le attività dello scorso anno, sono stati osservati gli stakeholder coinvolti nelle attività di engagement, a cui sono stati aggiunti numerosi altri soggetti, per un totale di circa 500, afferenti alle 8 categorie di stakeholder TIM. Per realizzare l’analisi si sono individuate tre tipi di fonti:

documenti emessi dagli stakeholder (in particolare bilanci di sostenibilità);

dichiarazioni espresse nei siti aziendali;

discussioni sui social network inerenti i temi individuati grazie all’attività di TIM Data Room.

9 Sulla piattaforma collaborativa sono stati coinvolti e consultati, attraverso un questionario, stakeholder afferenti alle categorie dei clienti, fornitori, concorrenti, istituzioni, ambiente, comunità, persone, raccogliendo anche suggerimenti e feedback.

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I risultati in sintesi

Al termine dell’analisi, TIM ha attribuito un punteggio di rilevanza in funzione delle occorrenze dei temi10.

Il risultato dell’attività è la seguente matrice di materialità:



I temi prioritari per il Gruppo e per i propri stakeholder rispecchiano gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile al cui raggiungimento TIM ritiene di poter contribuire in misura maggiore attraverso le proprie persone, tecnologie e servizi, adottando pratiche d’impresa (policy) che promuovano e tutelino i diritti umani e dell’ambiente.

Nello specifico i Goals rilevanti sono:

n. 4: Istruzione di qualità;

n. 5: Parità di genere;

n. 7: Energia pulita e accessibile;

n. 8: Lavoro dignitoso e crescita economica;

n. 9: Imprese, innovazione e infrastrutture;

n. 10: Ridurre le disuguaglianze;

n. 11: Città e comunità sostenibili;

n. 12: Consumo e produzione responsabili;

n. 13: Lotta contro il  cambiamento climatico;

n. 16: Pace, Giustizia e Istituzioni solide.

10 Punteggio da 1 a 5, dove 1 è la frequenza minima, 5 la frequenza massima, 3 la frequenza media (calcolata sulla media delle occorrenze dei temi presi in considerazione). 2 e 4 sono attribuiti in proporzione ai punteggi minimi, medi e massimi. Infine si è proceduto a calcolare il punteggio finale, ponderato per i pesi attribuiti a ciascuna fonte in funzione della differente ampiezza temporale dell'analisi.

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Nella revisione dei temi materiali 2020 gli stakeholder hanno evidenziato una crescente rilevanza che attribuiscono alla capacità dell’Azienda di interagire con i fornitori (‘Capacity building degli attori della supply chain’), di rafforzare le competenze delle proprie persone (‘Sviluppo del capitale umano dell'azienda’) e di svolgere il proprio ruolo di leadership nello sviluppo digitale del Paese per facilitare il progresso della comunità (‘Sostenere la diffusione delle tecnologie, delle competenze digitali e della Ricerca e Sviluppo’).



Validazione e Review

La validazione dei temi e dell’intero processo di analisi di materialità è stata effettuata dalla funzione SM&PIA di Financial Reporting, Accounting & Sustainability Performance che si è avvalsa del supporto di RE2N e di TIM Data Room11. È previsto che la fase di review venga svolta come attività preparatoria al prossimo ciclo di rendicontazione, con l’obiettivo anche di sottoporre i risultati delle analisi condotte, aggiornate nell’anno successivo, a specifiche attività di stakeholder engagement.


11 Tim Data Room è la struttura del gruppo che analizza i dati digitali provenienti dalla rete attraverso attività di ascolto, reporting e benchmarking (https://www.linkedin.com/showcase/10989548/admin/).

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RICERCA E SVILUPPO

Approccio all’innovazione, scelta dei temi, processo di governance dell’innovazione

L’attività di ricerca e sviluppo di tecnologie e servizi innovativi, di processi e modelli di business è un fattore fondamentale per tenere il passo con le profonde trasformazioni dell’ICT, oltre ad essere un patrimonio necessario e trainante per i clienti ed il sistema Paese, contribuendo al superamento delle barriere socio-culturali che limitano la possibilità di partecipare alla società dell’informazione al e godimento dei relativi benefici.


TIM considera da sempre l’innovazione un asset strategico e presta estrema cura nel governarne i singoli aspetti in termini di ruolo strategico, responsabilità, obiettivi, policy.

Nel 2020 TIM ha proseguito nel rafforzamento di un modello di innovazione che fa leva sul concetto di eco-sistema fondamentale per alimentare un circolo virtuoso per lo scouting, l’incubazione e la pianificazione delle iniziative innovative. Questo si concretizza, da una parte, attraverso i labs come centri multi-sito virtuali e connessi in un ambiente digitale unico per supportare l’innovazione aperta e, dall’altro, attraverso la collaborazione con alcuni Atenei di eccellenza, creando così una sinergia orientata alla trasformazione digitale della società e che attesta TIM come partner di riferimento in Italia.

Coerentemente con ciò, il Gruppo ha agito in più direzioni:

continuando l’azione di rinforzo delle linee di innovazione interna, focalizzando l’attività dei laboratori e dei gruppi di ricerca sui filoni fondamentali dell’evoluzione della rete fissa e mobile verso gli standard 5G1 e la banda ultra larga, sui temi delle piattaforme di servizio e dei nuovi sistemi di operazioni;

selezionando, accelerando e co-creando idee, prodotti e servizi innovativi provenienti dal mondo delle startup2 e delle piccole e medie imprese (PMI), in linea con i trend innovativi emergenti e d’interesse per TIM, allo scopo di migliorare l’offerta commerciale ed i processi interni e favorire la crescita dell’ecosistema di startup italiane tramite l’acceleratore aziendale. TIM WCap (Working Capital) fa leva sui principi della “Open Innovation” (innovazione aperta) e sui cinque hub territoriali (Milano, Bologna, Roma, Napoli e Catania), al fine di favorire una contaminazione che non riguarda solo il mondo delle startup ma si estende anche a partner ICT globali (come Cisco) ed ai principali Atenei italiani (come la Federico II di Napoli, nei cui spazi è stato realizzato l’hub di Napoli);

catalizzando la capacità di innovazione delle startup attraverso il programma di accelerazione di TIM WCap e gli investimenti nel capitale di rischio realizzati da TIM Ventures, il corporate venture capital3 di TIM. Nel 2020 in particolare TIM ha costruito ‘Smart Spaces Hackathon’, la maratona per progettare i nuovi spazi intelligenti, un’iniziativa realizzata in collaborazione con Google Cloud e Codemotion.


La gestione dell’innovazione è presidiata, con mission diverse, dalla funzione Technology Architectures & Innovation e dalle ingegnerie, e coinvolge diversi stakeholder interni ed esterni all’Azienda:

le altre aree aziendali che di volta in volta sono coinvolte sui temi, sia come clienti interni, rispetto alla soluzione output di innovazione, sia come centri di competenza, rispetto alla tematica;

i partner, sia tradizionali sia digital, per il go2market4 congiunto dei digital services;

i centri di ricerca e le università, per le collaborazioni ed i progetti congiunti. Nel 2020 sono stati attivati contratti di ricerca con otto Università Italiane per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro;

a livello internazionale, un vasto insieme di enti di standardizzazione, associazioni, alleanze, telco open communities (comunità aperte di telecomunicazioni), che hanno un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’industria/settore delle TLC per le reti, le piattaforme e i servizi, in cui TIM collabora in partnership con i principali stakeholder del settore. Nel 2020, nonostante la crisi internazionale dovuta alla pandemia, TIM ha confermato il proprio interesse ad aderire ai principali enti e associazioni di standardizzazione con 30 iscrizioni per un impegno complessivo di circa un milione di euro. Ha inoltre attivato una forte interazione non solo con le associazioni strettamente legate al mondo delle telecomunicazioni, ma anche con altri settori industriali quali automotive e industry 4.0. La partecipazione agli enti internazionali ha permesso a TIM di accrescere il proprio patrimonio intellettuale, sia in termini di acquisizione di know how sia con la contribuzione diretta, finalizzata a promuovere la propria strategia industriale e proprietà intellettuali (con l’approvazione di soluzioni basate su brevetti TIM negli standard).

a livello nazionale sono numerose le relazioni di collaborazione con vari Ministeri, l’Unione Europea, gli Enti Pubblici (ad esempio il Consiglio Nazionale delle Ricerche e le Amministrazioni locali), per la realizzazione di progetti finanziati tramite la partecipazione a bandi di gara ed iniziative in partnership. In questo ambito nel

1 Acronimo di tecnologia e standard mobili di quinta generazione.

2 Nuove aziende caratterizzate da elevato grado d’innovazione.

3 TIM Ventures è la società del Gruppo TIM che investe nel “capitale di rischio aziendale” (corporate venture capital).

4 Può essere definita la strategia di un'organizzazione, che utilizza le risorse interne ed esterne (ad esempio la forza vendita), al fine di offrire la propria proposta di valore unico ai clienti ed ottenere un vantaggio competitivo

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2020 è proseguita la collaborazione iniziata nel 2019 con il Competence Industry Manufacturing 4.0, volta a favorire il trasferimento di competenze tecnologiche e l’innovazione nei processi produttivi, nei prodotti e nei modelli di business.


L’evoluzione tecnologica di TIM si basa sul Piano Tecnologico di TIM, parte del Piano Industriale; nello specifico il Piano Tecnologico identifica la strategia tecnologica in termini di linee guida, tecnologie specifiche, roadmap (tabella di marcia) di adozione su un arco pluriennale. Il piano tecnologico triennale costituisce il documento di riferimento per il Gruppo ed include anche i piani di evoluzione tecnologica delle consociate. Gli obiettivi qualitativi e/o quantitativi sono declinati su base annuale e definiti in modo da essere oggettivamente misurabili nel rispetto degli standard delle norme sulla qualità (ISO9001), l’ambiente (ISO14001) ed i processi operativi dell’innovazione; in generale, i processi di TIM sono basati sullo standard di riferimento E-Tom del Telemanagement Forum5.

Complessivamente, nel 2020 TIM ha impegnato circa 1.300 persone in attività di innovazione tecnologica e di engineering in Italia, con un ammontare complessivo di investimenti, per la TIM S.p.A., di 1.070 milioni di euro.


Attività verso il futuro della mobilità e le reti: iniziative per il 5G

O-RAN ed Edge Computing sono considerate decisive per permettere al 5G di esprimere il suo potenziale tecnologico e di business. L’Open Radio Access Network (O-RAN) è un concetto basato sull'interoperabilità e sulla standardizzazione degli elementi della rete di accesso radio 4G e 5G, incluso uno standard di interconnessione unificato per hardware e elementi software open source di diversi fornitori.  L’Edge Computing sposta l'elaborazione del traffico e dei servizi da un cloud centralizzato all'estremità della rete e più vicino al cliente, permettendo di sfruttare al massimo alta velocità e bassa latenza in rete.

Il 2020 è stato protagonista di diverse iniziative sul 5G realizzate da TIM, quali:

in occasione dell’ultima tappa del Giro d’Italia a Milano, è stato possibile seguire la gara a cronometro attraverso smartphone 5G in modalità multi-streaming, con la fruizione contemporanea di video 4K, a 360 gradi live e on-demand;

ha preso avvio la sperimentazione per migliorare la qualità delle colture vitivinicole. Attraverso tecnologie 5G integrate con altri strumenti innovativi quali droni, sensori, intelligenza artificiale, big data e blockchain la sperimentazione consente di raccogliere dati sulle condizioni metereologiche, sulle caratteristiche del terreno e sullo stato di salute delle coltivazioni;

la prima connessione in Europa in grado di superare stabilmente la velocità di 4 Gigabit al secondo in downlink su rete live 5G con frequenze millimetriche (mmWave) a 26 GigaHertz (GHz), acquisite nell’asta MiSE 5G;

in continuità con la prima sperimentazione avviata a Torino negli scorsi anni, è partita da Venezia la rivoluzione 5G per realizzare le smart city del futuro: una ‘cabina di regia’, al servizio dell’amministrazione comunale, dei cittadini e dei visitatori, in grado di migliorare la mobilità e la sicurezza della città. L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato; con il contributo anche di Olivetti, Digital Farm del Gruppo per le soluzioni IoT, TIM ha ampliato e arricchito di funzionalità il progetto di Smart Control Room per la città di Venezia;

insieme a Città Metropolitana di Genova, Università di Genova, Ericsson, Himarc, TIM ha vinto il bando del Ministero dello Sviluppo Economico per fornire soluzioni 5G smart roads in alcune aree della Città Metropolitana di Genova. Il progetto prevede l’avvio di sperimentazioni basate su tecnologie 5G volte a monitorare le infrastrutture stradali di traffico e di sicurezza.

Tutte le attività di sviluppo della tecnologia 5G sono sempre accompagnate da un’articolata attività di comunicazione tecnica, che spazia dal piano editoriale a quello promozionale, con eventi di divulgazione scientifica ed organizzazione di visite specifiche di clienti presso i laboratori di innovazione TIM di Torino e Roma. 


Ricerca con le Università

Nel 2020 le attività partecipative di ricerca e sviluppo si sono fortemente concentrate su un modello che garantisce una visione di eco-sistema che persegue l’open innovation anche attraverso la collaborazione con alcuni Atenei di eccellenza.

Come anticipato, l’impegno economico è stato di circa 1,2 milioni di euro, su specifiche attività di ricerca, in particolare:

5 Il Business Process Framework (eTOM) può essere considerato una struttura di modello operativo per i fornitori di servizi di telecomunicazione; il modello descrive i processi aziendali richiesti, definisce gli elementi chiave e il modo in cui dovrebbero interagire. eTOM è uno standard gestito dal TM Forum, un'associazione per i fornitori di servizi ed i loro fornitori nei settori delle telecomunicazioni e dell'intrattenimento.

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la pluriennale collaborazione tra TIM e il Politecnico di Torino consente l’ottimizzazione degli argomenti scelti per i progetti in linea con il piano strategico. I 23 progetti di ricerca attivati nel 2020 sono focalizzati su specifici main topic come Augmented Reality, Cyber Security, Customer Hyper Experience, Cloud Native & Edge Powered, Space Communication, Hype-Next Technology, 5G Intensive Services, senza tralasciare il consolidamento e l’evoluzione del 5G verso la tecnologia mobile di sesta generazione;

sono proseguiti i progetti di ricerca definiti nell’ambito del progetto MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico) Bari Matera 5G. La sperimentazione, che si è conclusa a fine giugno 2020, vede la collaborazione con sei enti accademici: il Centro Nazionale delle Ricerche, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il Politecnico di Bari, l’Università di Bari, l’Università della Basilicata e l’Università del Salento. Nel 2020 gli 8 progetti di ricerca si sono focalizzati sul tema 5G sia in ambito rete sia nello sviluppo di nuovi scenari d’uso nei numerosi ambiti applicativi sviluppati della sperimentazione. Uno dei progetti è stato dedicato alla valutazione degli impatti socio-economici legati alla sperimentazione 5G;

sono ripresi i lavori di collaborazione con l’Università di Catania, nell’ambito del “Joint Open Lab (JoL)” di Catania, strumento con cui TIM opera per l’accelerazione verso una finalizzazione di mercato delle attività di sviluppo del 5G. Per perseguire tali obiettivi è stata attivata una convenzione volta alla collaborazione per esplorare ed implementare soluzioni architetturali e servizi innovativi che sfruttino i benefici del 5G, con l’obiettivo di valorizzare il Know-how e gli asset ottenuti verso iniziative che coinvolgono attori locali (es. la Municipalità) e nazionali (partecipazione a bandi MiSE). I 4 progetti del 2020 sono focalizzati sui temi di Augmented Analytic, 5G Intensive Services e Cloud Native & Edge Powered;

è proseguita la collaborazione con l’Università Statale di Milano, sia con il tutoring di due dottorati di ricerca (PhD) sia mediante la stipula di una convenzione triennale, all’interno della quale nel 2019 è stato avviato un progetto di ricerca per la realizzazione di un modulo per la “family activity recognition” (riconoscimento dell'attività familiare) che, a partire dai dati acquisiti da sensori, fornisce suggerimenti di servizi e contenuti ai componenti della famiglia tramite l’assistente familiare digitale.


Attività di ricerca finanziata

TIM è da sempre attiva nella partecipazione a iniziative di innovazione e ricerca finanziate dall’Unione Europea e dalle pubbliche amministrazioni nazionali. Questo le ha consentito di prendere parte a progetti internazionali su tematiche per la Società fondamentali e di ottenere, per il solo dipartimento di Innovazione, finanziamenti di circa 16 milioni di euro nel triennio 2018-2020. In questo ambito sono da evidenziare le attività svolte nei progetti finanziati sulle tematiche del 5G, della virtualizzazione e dei servizi di mobilità intelligente, che hanno permesso da un lato di arricchire il bagaglio di competenze e dall’altro di acquisire un ruolo riconosciuto a livello internazionale ed è foriero delle attività propedeutiche al “Beyond 5G” che porteranno alla definizione della nuova generazione di sistemi mobili.


Brevetti e Intellectual Property Rights6

Nel 2020 il portafoglio brevetti del Gruppo ha mantenuto una consistenza paragonabile a quella degli anni precedenti; infatti, si è avuto un lieve incremento delle invenzioni valutate per la brevettazione e dei nuovi depositi. Inoltre, l’attività di razionalizzazione del portafoglio brevetti ha portato all’abbandono di alcuni brevetti che, con l’evoluzione tecnologica, non hanno mostrato possibilità di valorizzazione residue. Le aree di brevettazione del Gruppo riguardano l’intero comparto ICT, con punte di eccellenza nel comparto mobile, in particolare sull’accesso radio, dove TIM è fra i primi operatori di TLC al mondo.

In dettaglio il portafoglio brevetti di TIM, relativo a circa 550 invenzioni brevettate, a fine 2020 comprende circa 3.200 tra domande di brevetto e brevetti, di cui circa il 90% costituito da brevetti (concessi da 37 uffici brevetti).

Un aspetto significativo dell’attività brevettuale è rappresentato dall’elevato numero di brevetti nati dalla collaborazione con le Università e gli istituti di ricerca: il 12 % delle invenzioni brevettate sono frutto di tali sinergie.

Si segnala inoltre la partecipazione a due patent pool7 sui temi 3G e 4G/LTE (Long Term Evolution), con due invenzioni brevettate essenziali per lo standard. I patent pool hanno acquisito nuovi partecipanti nel corso dell’anno (per un totale attuale di 28 licenziatari) e hanno concesso licenze a 55 aziende.





6 Diritti di proprietà intellettuale.

7 Si tratta di un consorzio di aziende che si accordano per concedere insieme un’unica licenza sui propri brevetti necessari per una data tecnologia oggetto di standard.

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Ricerca e sviluppo in Brasile


La funzione “Architecture & Innovation Technology”8 è responsabile delle attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) di TIM SA; le sue principali responsabilità sono la definizione dell'innovazione tecnologica della rete e delle tecnologie dell'informazione, la determinazione delle esigenze evolutive delle nuove tecnologie e dispositivi, delle linee guida architettoniche convergenti ed i partenariati strategici, al fine di utilizzare i nuovi modelli di business ed assicurare l'evoluzione dell'infrastruttura di rete in linea con la strategia aziendale.

Nel 2020, la funzione Architecture & Innovation Technology è composta da 52 colleghi, tra  ingegneri di telecomunicazioni, elettrici ed elettronici, informatici e altri con profili professionali, abilità ed esperienze, che coprono tutte le aree della conoscenza della rete, soddisfacendo le esigenze innovative e supportando le attività di ricerca e sviluppo.

TIM Lab è l’ambiente multifunzionale focalizzato sull'innovazione, che svolge anche un ruolo strategico nel supportare i credibility test (test di convalida del servizio), i collaudi ed i proof of concepts (le prove di concetti), collaborando con i principali fornitori e partner di tecnologia attraverso la condivisione delle conoscenze, l'infrastruttura tecnologica per i test di interoperabilità, la valutazione delle risorse e la definizione di requisiti tecnici; in sinergia con la funzione R&S, favorisce le attività d’innovazione e la promozione di partenariati con le Università e gli Istituti di ricerca.

Il TIM Lab Innovation Center a Barra da Tijuca, nello Stato di Rio de Janeiro ha una superficie di 650 m2 e può essere utilizzata anche come uno spazio d’innovazione aperto alle nuove opportunità, guidando l'innovazione nel mercato brasiliano delle telecomunicazioni e fungendo da riferimento nazionale per le attività di R&S9.

Per rafforzare la capacità di convalida riguardanti nuovi software, funzionalità, soluzioni, tecnologie, servizi e dispositivi, TIM  nel periodo 2020-2022 ha in programma ulteriori investimenti per oltre 10 milioni di reais.

La funzione Architecture & Innovation Technology ha continuato a lavorare su progetti e iniziative per far evolvere il business di TIM SA che possono essere raggruppati  nei seguenti macro gruppi:

rete di nuova generazione;

con impatti positivi sull’ambiente e la società;

future applicazioni di internet;

Open Lab Initiatives.


Progetti di rete di nuova generazione

La riassegnazione delle bande 1.800 MHz, 850 MHz e 2.100 MHz dal 2G/3G al 4G, con una configurazione di distribuzione multilayer (multistrato) produce tre importanti vantaggi competitivi per TIM SA:

la riduzione dei costi per l'implementazione dell’LTE10;

l’aumento dell'area di copertura LTE e l’abilitazione della strategia di carrier aggregation (aggregazione del vettore), migliorando l'esperienza del cliente attraverso una portata più elevata;

la migliore copertura interna (indoor). Oltre all’espansione della copertura, l'utilizzo delle bande 850/1.800/2.100 MHz può aumentare la capacità nelle città già coperte dalla banda LTE 2,6 GHz con un costo aggiuntivo contenuto.

In questo scenario, oltre il 99% degli attuali terminali LTE è compatibile con le bande 1.800 MHz, 2.600 MHz ed altre bande disponibili. Pertanto, l'implementazione dell’LTE multilayer (multistrato) continua ad essere una strategia eccellente che beneficia della diffusione dei dispositivi.

L'implementazione del layer (strato) LTE a 700 MHz ha continuato a migliorare l'espansione della copertura e la penetrazione indoor in modo significativo, promuovendo la diffusione LTE a livello nazionale e consolidando la leadershipdi TIM nell'LTE. L'89% dell'attuale base di utilizzatori di dispositivi LTE di TIM SA è abilitato alla banda 700 MHz (Dicembre 2020).

A fine dicembre 2020, 3.294 città hanno avuto una copertura LTE a 700 MHz pari a oltre il 95% della popolazione urbana; la pulizia dello spettro è stata completata a giugno 2019 in tutte le città del Brasile permettendo di avere una banda a 700MHZ. A fine 2021 sono stimate più di 3.700 città coperte da TIM SA in banda da 700 MHz, secondo il piano industriale 2020-23.




8 Architettura e Tecnologia dell’Innovazione, nell’ambito del Chief Technology and Information Office (CTIO).

9 TIM Lab di TIM SA collabora anche con TIMLab Italia, che ha oltre 50 anni di esperienza

10 Long Term Evolution.

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Progetti che comportano una riduzione dei consumi energetici

L'espansione di "RAN Sharing 4G", in partnership con altri operatori mobili in Brasile, mira a definire i requisiti di architettura, i presupposti tecnici e le specifiche per la soluzione di “LTE RAN sharing11”, ottimizzando le risorse ed i costi di rete12. Attualmente, questo è il più grande accordo di condivisione RAN al mondo e fornisce i servizi di 4G alle principali città brasiliane

L'accordo di condivisione RAN permette a TIM di promuovere l'evoluzione della diffusione di LTE nella campagna brasiliana, condividendo in modo efficace l'accesso e il backhaul13. Attualmente, il RAN Sharing 4G si basa su tre partner nazionali, ampliando i benefici e l'efficienza di questo modello tecnico. A seguito di attività di test ed alla conseguente attivazione di funzioni e soluzioni per il risparmio energetico, a seconda della tecnologia di accesso (2G, 3G e 4G) e delle condizioni di copertura, ha evidenziato una riduzione fino al 10%.

Progetti di rete di nuova generazione, future applicazioni di internet, impatti positivi sull’ambiente e la società

Internet of Things - Fin dal 2018 TIM SA ha lanciato la prima rete commerciale NB-IoT14 in Sud America, per sviluppare i servizi innovativi, consapevole che l'introduzione di massa dell'IoT può cambiare il mercato della telefonia mobile in modo dirompente, perché fa leva sulla creazione di servizi e – tra l’altro - è un potenziale strumento per le applicazioni agricole, la connessione delle automobili, le soluzioni di tracciabilità e l’assistenza socio-sanitaria. Nel corso del 2020 l’accesso alla rete NB-IoT è stato ampliato.

Nel 2019 sono stati raggiunti due importanti traguardi, ovvero l'attivazione di una piattaforma E-SIM (Embedded SIM15) e l'acquisizione di una piattaforma IoT/M2M che è stata integrata nell’infrastruttura di TIM durante il 2020, portando nuove opportunità di business.

Agrobusiness - Fin dal l 2018, insieme a Nokia e BR Digital, TIM SA sta focalizzando l’attenzione sul potenziale agro-alimentare in Brasile, offrendo la connessione nelle aree rurali (non solo le applicazioni aziendali ma anche l'inclusione digitale dei dipendenti dell'agrobusiness e dei residenti nelle piccole città). Nel 2020 TIM ha rafforzato il proprio posizionamento in relazione all'agricoltura verticale16 , con la creazione dell'ecosistema ConnectarAgro (conectaragro.com.br) che raduna TIM, i fornitori di soluzioni per il segmento agro e i fornitori di soluzioni di telecomunicazione.

5G - Il lancio commerciale è stato annunciato dal CEO di TIM SA a inizio 2020 durante un evento on line che ha visto la partecipazione di circa 20.000 colleghi; il lancio riguarderà tre città brasiliane: Bento Gonçalves (RS), Itajubá (MG) e Três Lagoas (MS).


Iniziative Open Lab

Nel 2017 TIM SA ha aderito al Progetto Telecom Infra (TIP), un'iniziativa fondata da Facebook, SK Telecom, Deutsche Telekom, Nokia, Intel e altre aziende, che ha come obiettivo creare un nuovo approccio alla costruzione ed implementazione dell'infrastruttura della rete di telecomunicazioni. TIM SA ha trasformato TIM Lab nel primo TIP Community Lab in America Latina, a disposizione dei membri TIP per creare gli standard universali relativi alle soluzioni (inizialmente le reti di trasporto, gruppo di lavoro Open Optical Packet Transport), al fine di superare le sfide legate all'interoperabilità di diversi fornitori.

Nel 2018, TIM SA ha anche aderito a un nuovo gruppo di lavoro all'interno del TIP, insieme a Vodafone e Telefonica, denominato DCSG (Disaggregated Cell Site Gateway17). Questo progetto costituisce un'opportunità per definire un insieme comune di requisiti degli operatori e per coordinarsi con le aziende che producono i dispositivi, affinché abbiano capacità più ampie e flessibili e siano più economici nel giugno di quest’anno sono state dimostrate le principali funzionalità della soluzione con il supporto di Facebook, i fornitori core EDGE ed i membri TIP. Nel 2020 TIM ed i partner TIP hanno completato la validazione del TSS (Total Site Solution), una soluzione 4G NodeB a basso costo e senza vincoli, alimentata ad energia solare e connessa via satellite alla rete core TIM, che può essere utilizzata in zone remote con bassa densità di popolazione. Nel corso dell’anno TIM ha anche aderito all’iniziativa OpenRAN con il progetto OpenField, per validare soluzioni OpenRAN 4G e  5G, mirate alla separazione del software e hardware a livello RAN.

11 Condivisione della “Ragio Access Network” (Rete di Accesso Radio).

12 I costi d’infrastruttura sono principalmente associati all'introduzione di nuovi sistemi radianti ed altri componenti elettronici, infrastrutture di siti passivi e reti di trasporto; quindi, la condivisione delle risorse fornita da LTE RAN rappresenta una significativa ottimizzazione dei costi per gli operatori di telecomunicazione.

13Nel settore delle telecomunicazioni, una rete di backhaul (carico di ritorno) o rete di ritorno è la porzione di una rete gerarchica che include i collegamenti intermedi tra la rete centrale (o nucleo o dorsale) e le piccole sotto reti ai "margini" della stessa rete gerarchica..

14 Narrowband Internet of Things (NB-IoT) è uno standard di tecnologia radio LPWAN (Low Power Wide Area Network) sviluppato da 3GPP per permettere la comunicazione ad una gamma ampia di dispositivi e servizi cellulari.

15Si tratta di un minuscolo chip incorporato all’interno del dispositivo (in particolare gli smartphone), con dimensioni molto ridotte rispetto alle tradizionali SIM telefoniche.

16 Sono coltivazioni fuori dal suolo, in serre, chiuse, che si sviluppano in altezza su più livelli, climatizzate e automatizzate, in riferimento a grandi impianti. Questi sistemi sono più produttivi del 75%, rispetto all’agricoltura tradizionale in campo, e consumano circa il 95% in meno di acqua. Inoltre, non hanno vincoli geografici, in quanto possono trovare posto anche nelle aree urbane ed offrire prodotti freschi e a km zero.

17 Basato su un'architettura aperta e disaggregata, il nuovo DCSG è progettato per il backhaul economico del traffico del sito cellulare nelle reti mobili esistenti e nelle infrastrutture 5G emergenti.

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Ricerca e sviluppo

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DICHIARAZIONE CONSOLIDATA DI CARATTERE NON FINANZIARIO

TIM in quanto Ente di Interesse Pubblico Rilevante (EIPR) redige e presenta la “Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario”, sotto forma di “relazione distinta”, così come previsto dall’art. 5 Collocazione della dichiarazione e regime di pubblicità del D.Lgs. 254/2016, riguardante la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni. Inoltre, in allegato alla “Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario”, viene presentata la relazione (attestazione) emessa dal revisore designato ai sensi dell’art. 3, comma 10, del D.Lgs. n. 254/2016; l’incarico è stato conferito a EY S.p.A..

La Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario è disponibile nella sezione di sostenibilità del sito gruppotim.it.


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Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario

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EVENTI SUCCESSIVI AL 31 DICEMBRE 2020

Si rimanda all’apposita Nota “Eventi successivi al 31 dicembre 2020” del Bilancio consolidato e separato al 31 dicembre 2020 rispettivamente del Gruppo TIM e di TIM S.p.A..





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EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE PER L’ESERCIZIO 2021

La strategia delineata dal Piano Strategico 2021-2023 poggia sugli obiettivi industriali raggiunti e sulle solide basi finanziarie costruite grazie al superamento dei target di generazione di cassa e riduzione del debito registrati nei due anni precedenti. L’evoluzione tecnologica e l’espansione delle infrastrutture fisse, mobili, cloud e dei data centers è stata accelerata e rafforzata dalle partnership avviate con aziende leader a livello mondiale come Google nel Cloud, Disney nei contenuti TV, Vodafone nelle torri di telefonia mobile, KKR e Fastweb nello sviluppo della fibra ad altissima velocità.

Il nuovo piano triennale, denominato ‘Beyond Connectivity’, si pone come obiettivo primario l’espansione dell’attività del Gruppo oltre la mera connettività facendo leva sulla convergenza tra le diverse aree di business, continuando a incrementare contestualmente l’efficienza del core-business tradizionale. Il piano tiene anche conto del deterioramento delle prospettive economiche conseguente alla pandemia da Covid-19.

Tutte le Business Unit ricopriranno un ruolo chiave per il conseguimento dei target industriali, finanziari e di sostenibilità del Piano 2021-2023:

Consumer: consolida il modello di convergenza sviluppato, incrementando la spinta sui servizi “adiacenti” (TV, smart home, security), la digitalizzazione dei processi e il miglioramento della customer experience. È conseguentemente prevista una stabilizzazione o moderata crescita dell’ARPU fisso e mobile oltre ad una sensibile crescita nei volumi dei servizi digitali. Le azioni previste consentiranno di mantenere una stabilizzazione delle linee fisse e una dinamica costruttiva per la Mobile Number Portability nel mobile.

TIMVISION: nel contesto dei servizi previsti dal Piano, TIMVISION rappresenta il cuore della strategia del mercato consumer e continuerà nel percorso di arricchimento dell’offerta che ha trasformato il servizio nella piattaforma TV più completa del mercato italiano, aggregando i migliori contenuti di intrattenimento e sport dei principali player del settore (es.: Disney, Netflix, SKY, Dazn, Amazon, Discovery).

Business: il posizionamento delineato, nel solco dei piani precedenti, conferma l’obiettivo di consolidare TIM come fornitore di riferimento e top partner di qualità di soluzioni integrate per le PMI e le grandi aziende. In questo contesto il mercato adiacente con maggiori prospettive di sviluppo è quello dei servizi ICT e in particolare di cloud e data center, che potrà avvalersi dell’apporto sia del partner strategico Google Cloud, sia del nuovo polo dedicato, Noovle, creato a questo scopo. Lo stesso modello, con “factories” specializzate, sarà adottato per sviluppare nuove opportunità di business con Olivetti nell’IoT, Telsy nella cybersecurity e Sparkle per i servizi internazionali di connettività allargati sia geograficamente sia in termini di portafoglio di servizi “beyond connectivity”.

Wholesale: dopo i soddisfacenti risultati registrati nel 2020, l’obiettivo di proteggere la quota di mercato continuerà ad essere perseguito mantenendo la leadership nella copertura ultrabroadband. Si punterà a cogliere le opportunità che derivano dai servizi non regolati, in linea con il precedente piano, offrendo anche agli altri operatori servizi oltre la connettività come i data center.

Continua il percorso di efficientamento dei processi e di rafforzamento della leadership tecnologica in termini di qualità e innovazione. Sul fronte della copertura totale si conferma l’obiettivo di chiudere il digital divide in tutto il Paese e già oggi si registra, su scala nazionale (99% del Paese), una velocità compresa tra i 30 e i 200 Mbps. TIM è impegnata al tempo stesso nel portare la velocità oltre 1 Giga grazie alla copertura con tecnologia Fiber to the home (FTTH): FiberCop raggiungerà il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere entro il 2025 (56% delle unità immobiliari tecniche a livello nazionale). Al tempo stesso le reti FTTC raggiungeranno il 93% delle famiglie con linea telefonica attiva entro il 2023 (91% già oggi) a cui si aggiungono le coperture con tecnologia mobile, FWA e satellitare. Le prime tre regioni per le quali sarà “chiuso” il digital divide sono, dopo la Puglia (completata nel 2020), il Friuli-Venezia Giulia entro il primo trimestre 2021 e la Lombardia successivamente.

Nel mobile continua l’ammodernamento della rete 4G e lo sviluppo del 5G con l’obiettivo di copertura nazionale 5G entro il 2025.

Ulteriormente rafforzato l’impegno per rendere TIM un gruppo "sostenibile", grazie ad una serie di azioni, che si aggiungono a quelle già pianificate, per implementare miglioramenti in ambito di impatto ambientale, economia circolare, “digital inclusion” e governance ESG, grazie a nuovi e più avanzati strumenti di reporting.

I target finanziari del piano 2021-2023 sono disponibili sul sito gruppotim.it.

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Evoluzione prevedibile della gestione per l'esercizio 2021

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PRINCIPALI RISCHI E INCERTEZZE

Il governo dei rischi rappresenta uno strumento strategico per la creazione di valore.

Il Gruppo TIM ha adottato un Modello di Risk Management in continua evoluzione, allineato con normative e standard internazionali, per consentire di individuare e gestire i rischi in modo omogeneo all’interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi.

Il processo Risk Management è progettato per individuare eventi potenziali che possono influire sull’attività d’impresa, per gestire il rischio entro limiti accettabili e per fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi aziendali.

Il Modello di Risk Management adottato dal Gruppo TIM

classifica i rischi sulla base del loro impatto in Strategici (derivanti dalla evoluzione dei fattori sottostanti le principali assunzioni utilizzate per lo sviluppo del Piano Strategico) e Operativi (derivanti dall'evoluzione dei fattori di rischio, sia endogeni che esogeni, che posso compromettere il raggiungimento degli obiettivi di business);

valuta i rischi non solo singolarmente, ma anche in un’ottica di portafoglio rischi (analisi delle correlazioni);

individua e aggiorna l’insieme complessivo dei rischi ai quali è esposto il Gruppo mediante l’analisi del Piano Industriale, il monitoraggio del contesto di riferimento (macroeconomico, regolatorio, ecc.), un monitoraggio ciclico con i Risk Owner al fine di intercettare eventuali variazioni e/o nuovi scenari di rischio, analisi specifiche sui rischi a cui possono essere esposti gli asset aziendali.

L’evoluzione prevedibile della gestione per l’esercizio 2021 potrebbe essere influenzata da rischi e incertezze dipendenti da molteplici fattori, la maggior parte dei quali è al di fuori della sfera di controllo del Gruppo.

In tale ambito si evidenzia l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19. Inoltre, a titolo non esaustivo si richiamano i seguenti ulteriori fattori: il cambiamento del contesto di mercato, l’ingresso di nuovi potenziali competitors in ambito fisso e mobile, l’avvio di procedimenti da parte delle Autorità e i conseguenti ritardi nell’implementazione delle nuove strategie, gli eventuali vincoli connessi all’esercizio dei Poteri Speciali da parte del Governo (Golden Power) con effetti - al momento non prevedibili - in termini di scelte strategiche ed in termini di sviluppo temporale degli obiettivi triennali già annunciati che possono comportare, per alcuni di essi, una progressione temporale diversa rispetto alla tempistica inizialmente prevista o il relativo raggiungimento con percorsi nuovi e più articolati.

Rischi relativi alle attività di business e del settore

Rischi connessi alle dinamiche competitive

Il mercato delle telecomunicazioni è caratterizzato da una forte competizione che potrebbe comportare una riduzione della quota di mercato negli ambiti geografici in cui opera il Gruppo TIM e una riduzione dei prezzi e dei margini. La natura della competizione è sui prodotti e servizi innovativi nonché sulla capacità di evolvere verso un’offerta sempre più convergente che si ampli anche al mondo dei contenuti, così come sul prezzo dei servizi tradizionali e non. L’impiego di nuove tecnologie (IoT) e dei nuovi strumenti di conoscenza e gestione del cliente (Big Data) costituiscono elementi abilitanti per la mitigazione dei suddetti rischi, così come potrebbero rappresentare un ulteriore fattore di rischio in caso di mancato sfruttamento delle opportunità che derivano dal loro utilizzo.

Dal lato della competizione infrastrutturale, considerato inoltre il recente accordo per la costituzione della società FiberCop che ha come obiettivo l’accelerazione della copertura in fibra del paese, lo sviluppo di operatori alternativi potrebbe rappresentare una minaccia per TIM anche oltre l’orizzonte di Piano.

Sul mercato brasiliano il rischio competitivo è rappresentato dalla rapida transizione del Business Model legato ai servizi tradizionali e dal potenziale consolidamento del settore. I cambiamenti nel profilo di consumo (migrazione da voice a data) dei consumatori richiedono agli operatori velocità nel preparare le proprie infrastrutture e ammodernare i propri portafogli di prodotti e servizi. In tale contesto il gruppo TIM Brasil potrebbe essere impattato dalla necessità di un rapido sviluppo delle tecnologie e delle infrastrutture, così come dall’incremento della competizione sia attraverso strategie commerciali che attraverso possibili aggregazioni nel settore. Inoltre, il lento recupero dalla profonda crisi economica del paese il ritardo delle riforme strutturali necessarie, la pandemia da Covid-19 e tutte le restrizioni imposte per contrastarne il diffondersi, hanno direttamente influito sui consumi e in particolare sul segmento del prepagato.

Rischi associati allo sviluppo delle reti fisse e mobili

Per mantenere ed espandere il portafoglio clienti del Gruppo TIM in ognuno dei mercati in cui opera, si rende necessario conservare, aggiornare e migliorare tempestivamente le reti esistenti. Una rete affidabile e di alta qualità è necessaria per mantenere la base clienti e minimizzare le cessazioni proteggendo i ricavi dell’azienda da fenomeni erosivi.

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Principali rischi e incertezze

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Il mantenimento e il miglioramento delle strutture esistenti dipendono dalla capacità del Gruppo di:

realizzare i piani di sviluppo delle reti con il necessario livello di efficacia/efficienza e nei tempi previsti dai piani di sviluppo del business;

aggiornare le funzionalità delle reti per offrire ai clienti servizi sempre più vicini alle loro esigenze;

aumentare la copertura geografica dei servizi innovativi;

aggiornare la struttura dei sistemi e delle reti per adattarla alle nuove tecnologie;

sostenere nel lungo termine il necessario livello di investimenti.

Rischi di Cyber Security

Il rischio cyber è un fenomeno in crescita a livello mondiale e come tale richiede un costante presidio da parte di TIM, dato l’ingente patrimonio di asset informatico che l’azienda gestisce sia in termini di proprie infrastrutture di telecomunicazioni, sia in termini di asset necessari all’erogazione di servizi alla clientela.

Alla luce di queste considerazioni, estremo impulso è stato dato alla protezione delle reti dalle principali minacce (ad esempio: virus, malware, hacker, furto di dati). Rispetto all’ampia tassonomia degli attaccanti (Cyber-Criminals, Cyber-Terrorists, Insiders, ecc.) l’attività è condotta da TIM non solo a salvaguardia delle proprie infrastrutture ma, in uno spirito di forte responsabilità, anche nei confronti del patrimonio informativo della clientela, che rappresenta un target prioritario per l’azienda.

Per quanto riguarda la fase di prevenzione, TIM presidia le analisi di rischio cyber definendo i piani di sicurezza per gli asset informatici dell’azienda, allo scopo di identificare preventivamente le azioni necessarie alla mitigazione del rischio cyber e di garantire l’adozione di un approccio di security by design, provvedendo anche al monitoraggio dei piani delle suddette azioni ed alle verifiche di effettiva applicazione in campo.

Per quanto riguarda la fase di reazione rispetto ad attacchi cyber, il Security Operation Center (SOC), opera h24 per 365 giorni l’anno, allo scopo di gestire incidenti di sicurezza informatica così da contribuire a contenere gli impatti. TIM ha inoltre posto in essere un programma assicurativo a copertura dei rischi cyber.

Rischi di Continuità di Business

Il successo del Gruppo TIM dipende fortemente dalla capacità di offrire in modo continuativo e ininterrotto i servizi/prodotti che eroga attraverso la disponibilità dei processi e dei relativi asset a supporto, che sono sensibili a diverse minacce sia esogene sia endogene. TIM ha adottato un framework di “Business Continuity Model System”, in linea con gli standard internazionali, per analizzare e prevenire le minacce sopra indicate.

TIM infatti considera la Business Continuity un elemento fondamentale per la tutela del Valore e della Reputazione del Gruppo, nell’erogazione dei propri servizi e nel pieno rispetto di quanto definito nei contratti con la Clientela, nella normativa di settore e, più in generale, in coerenza con le metodologie e le best practice di riferimento.

TIM mette in atto un processo continuo di gestione e di governo che, supportato dalla Direzione Aziendale, garantisce che vengano intrapresi i passi necessari per identificare l’impatto di potenziali perdite, mantenere praticabili i piani e le strategie di ripristino e assicurare la continuità dei servizi mediante programmi di formazione, test, esercitazioni e periodiche attività di aggiornamento e revisione.

TIM inoltre effettua periodiche attività di risk assessment sugli asset aziendali volte a valutare e mitigare i rischi di possibili danni diretti e/o di interruzione di attività, implementando altresì specifici programmi assicurativi a copertura di questi rischi.

A partire da febbraio 2020 il modello del BCMS ed in particolare i Piani di Continuità Operativa sono stati utilizzati anche come strumenti per garantire la massima operatività a fronte dell’emergenza sanitaria generata dalla diffusione del Covid-19. L’adozione tempestiva, da parte di tutte le Direzioni aziendali, delle misure di continuità definite ha reso possibile l’adozione di adeguate strategie per la prosecuzione delle attività di business sia da remoto che nelle operazioni on-field, garantendo sempre la massima tutela della salute dei dipendenti.

Rischi di frodi

Il progresso tecnologico mette a disposizione dell’attività fraudolenta strumenti e tecniche di abuso sempre più sofisticati e caratterizzati da rapidità di perpetrazione ed elevati impatti economici.

Fenomeni “tradizionali” quali le frodi da sottoscrizione, interconnessione e commerciali generano oggi la quota maggiore di revenue loss e continueranno ad essere significativi nel prossimo futuro, ma nuove tipologie di frodi “internet style” acquisiranno progressivamente maggior rilievo (Internet spamming/phishing, service reselling, VoIP bypass, ecc.). Inoltre, alcune specifiche tipologie di servizi resi (es. servizi wholesale di interconnessione, voce o dati) si prestano al rischio potenziale di utilizzo da parte di terze parti per la costruzione di schemi di transazione fittizie, asservite a illeciti di tipo fiscale e/o di riciclaggio internazionale.

Il Gruppo TIM si è da tempo dotato di un modello organizzativo articolato su un presidio di governance dei fenomeni fraudolenti ed un distinto presidio operativo di gestione e contrasto.

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Principali rischi e incertezze

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La procedura per il contrasto delle frodi esterne, traendo spunto dai processi aziendali a rischio reato previsti dal D.Lgs. n. 231/2001, definisce specifici schemi di controllo interni comprensivi di indicazioni comportamentali a cui i dipendenti ed i collaboratori dell’Azienda (ivi compresi i fornitori) si devono attenere (Prevention). Nella fase di Detection vengono individuati i potenziali casi di frode che - a seguito di verifiche preliminari sulla fondatezza dell’illecito - potranno essere oggetto di investigation e contrasto. A completamento del ciclo end-to-end di gestione delle frodi con il monitoring vengono verificati i risultati dell’azione svolta e individuate le eventuali azioni di miglioramento dell’efficacia del processo di fraud management.

Il contrasto alle frodi interne, attuato, nel rispetto dei vincoli derivanti da accordi sindacali in materia di divieto di controllo a distanza dell’attività lavorativa del personale come recentemente aggiornati, viene effettuato attraverso la rilevazione di informazioni relative alla concentrazione di operazioni anomale che facciano ipotizzare gravi illeciti.

Rischi legati ai principali temi di sostenibilità

Da molti anni il Gruppo coinvolge attivamente e consulta sistematicamente i propri stakeholder con l’obiettivo di migliorare le performance ambientali, sociali e di governance (ESG) dell’azienda. I risultati dell’attività di engagement, come emergono dalla matrice di materialità, sono riflessi nel Piano di Sostenibilità, cuore del Piano Strategico triennale del Gruppo.

Il piano di azioni a supporto della strategia ESG è finalizzato ad ottenere un impatto concreto e rilevante nello sviluppo del business che ha fatto propri obiettivi di tutela dell’ambiente e di inclusione sociale.

Riduzione dei consumi energetici e lotta ai cambiamenti climatici

In particolare, il Gruppo si è posto l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2030, diminuendo le emissioni indirette del 70% e aumentando la propria eco-efficienza domestica del 50% entro il 2025. Su questo fronte il mancato contenimento dei consumi energetici, oltre che ad un impatto negativo sul clima, potrebbe portare un mancato saving di costi.

Le misure adottate da TIM includono:

iniziative e progetti finalizzati a minimizzare l’impatto ambientale delle attività aziendali, dei clienti che utilizzano prodotti del settore ICT e della catena di fornitura;

interventi di efficientamento energetico su oltre 300 siti nell’ambito del perimetro di centrali e CED;

incremento dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili nei processi aziendali.

Il continuo aumento delle temperature medie globali sta impattando in modo significativo sugli eventi naturali/catastrofali.

Le conseguenze negative legate ai cambiamenti climatici (es. alluvioni, esondazioni, windstorm), possono impattare anche sugli asset aziendali (danni materiali) e sulla Continuità del Business (Business Interruption). A tal proposito TIM ha posto in essere specifiche attività di valutazione, mitigazione e monitoraggio dei rischi derivanti da tali eventi, oltre che adeguate coperture assicurative.

Inclusione sociale

Il digital divide rappresenta un grande ostacolo alla diffusione della digitalizzazione e ai correlati servizi di connettività con il rischio di ripercussioni in ambito commerciale. L’“Operazione Risorgimento Digitale” iniziata nel 2019, prima grande scuola gratuita per la diffusione delle competenze digitali in Italia, è il progetto principale per l’inclusione che vuole colmare il divario digitale che interessa le aree a minore urbanizzazione del Paese.

Competenze ed engagement del personale 

La capacità di attrarre e trattenere personale qualificato e specializzato e motivato è un fattore chiave di successo per il perseguimento degli obiettivi strategici e il raggiungimento di un adeguato livello di customer experience.

TIM ha avviato un programma di assunzioni, ricercando profili professionali compatibili con il piano di reindustrializzazione/riorganizzazione aziendale e la realizzazione per tutto il personale di un programma di adeguamento delle competenze a supporto dei processi di riqualificazione, di reskilling e di upskilling, anche riguardante importanti internalizzazioni di attività core, tecnico-specialistiche evolute e tradizionali.

A seguito della Engagement Survey 2019, è stato predisposto il piano per il personale TIM con l’obiettivo di incrementare l’engagement nel corso di 3 anni.

Il piano racchiude oltre 180 azioni, tra quelle già in essere, quelle oggetto di revisione e quelle introdotte ex-novo, che guardano al benessere personale, organizzativo e a supporto delle persone per lavorare e vivere meglio in azienda e, a sua volta, si inquadra nell’ancora più ampio Piano di Sostenibilità di TIM.

Per maggiori approfondimenti sulle singole tematiche di sostenibilità si rinvia al del Bilancio di sostenibilità 2020.

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Rischi finanziari


Il Gruppo TIM può essere esposto ai rischi di natura finanziaria come i rischi derivanti dalle fluttuazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio, rischio di credito, rischio di liquidità e a rischi legati all’andamento in generale dei mercati azionari di riferimento e – più specificamente - rischi legati all’andamento della quotazione delle azioni delle società del Gruppo TIM. Tali rischi possono impattare negativamente i risultati e la struttura finanziaria del Gruppo. Pertanto, per la loro gestione, il Gruppo TIM ha definito, a livello centralizzato, le linee guida alle quali deve essere ispirata la gestione operativa, l’individuazione degli strumenti finanziari più idonei a soddisfare gli obiettivi prefissati ed il monitoraggio dei risultati conseguiti. In particolare, per mitigare il rischio di liquidità, il Gruppo TIM ha l’obiettivo di mantenere un “adeguato livello di flessibilità finanziaria”, in termini di disponibilità liquide e linee di credito sindacate committed, che consenta la copertura delle esigenze di rifinanziamento almeno dei successivi 12-18 mesi.

I potenziali impatti della c.d. Brexit in termini di rischi finanziari non sono considerati significativi per il Gruppo TIM. In aggiunta, le politiche di gestione dei rischi finanziari adottate prevedono l’integrale copertura del rischio di cambio e la minimizzazione dell’esposizione ai tassi di interesse e al rischio controparte e risultano efficaci anche nel contesto Brexit.

Rischi relativi alle condizioni macroeconomiche

Covid-19

Il perdurare dello stato di  emergenza sanitaria per la diffusione del Covid-19 e gli ulteriori provvedimenti restrittivi emanati da autorità nazionali ed estere, oltre al peggioramento del quadro macroeconomico globale e al rischio di deterioramento del profilo creditizio di alcuni segmenti di clientela, potrebbe determinare rallentamenti nell’attività d’impresa, derivanti da limitazioni di alcune tipologie di interventi tecnici e commerciali, da difficoltà incontrate dalla clientela e da discontinuità nella catena di fornitura, con impatti negativi sui risultati complessivi del Gruppo.

La gestione di questo fenomeno emergenziale prevede, anche in considerazione del servizio pubblico erogato, la realizzazione di tutte le attività inerenti la continuità operativa dei processi aziendali con l’obiettivo di garantire la funzionalità dei servizi erogati e la tutela della salute dei dipendenti.

Rischi connessi ai fattori macroeconomici


La situazione economico-finanziaria del Gruppo TIM dipende dall’influenza di molteplici fattori macroeconomici come la crescita economica, la fiducia dei consumatori, i tassi di interesse e i tassi di cambio dei mercati in cui è presente.

Il terzo trimestre 2020 ha evidenziato un minore rallentamento dell’economia italiana ma la recrudescenza del virus negli ultimi mesi dell’anno con le conseguenti restrizioni, sia pur con differenti livelli di intensità a livello regionale, hanno impattato negativamente sul risultato dell’ultimo trimestre 2020 (-7% rispetto al quarto trimestre 2019).

A livello annuale l’economia italiana ha risentito in misura maggiore rispetto agli altri paesi dell’area euro dell’emergenza Covid-19 (stima PIL Italia -9,1% vs 2019; stima PIL UEM -7,2% vs 2019). Il quadro globale continua ad essere dominato dalle difficoltà e incertezze derivanti dall’evoluzione della pandemia condizionando le stime di crescita relative al 2021. Una ripresa è attesa soltanto a partire dal secondo trimestre 2021 in relazione alla progressiva diffusione dei vaccini e al mantenimento delle politiche monetarie e fiscali espansive. Nei prossimi anni rappresenta un fattore di stimolo agli investimenti l’implementazione del programma Next Generation EU. La pandemia ha generato una forte contrazione sia sulla produzione sia sui consumi delle famiglie: la produzione industriale registra un calo significativo di circa il 12% così come i consumi delle famiglie (-11,1%).

La propensione al consumo, soprattutto nel settore dei servizi, ha subito un’importante riduzione sia per effetto delle misure di contenimento dei contagi sia per una maggiore prudenza dei consumatori anche nella fase di convivenza con il virus. Le misure di contenimento dei contagi e di sostegno al reddito delle famiglie varate dal governo italiano, oltre ad avere ricadute positive sul lato della domanda, determineranno un significativo aumento del debito pubblico.

In Brasile, dopo tre anni di modesta crescita, i risultati attesi per il 2020 sono stati influenzati significativamente dall’emergenza pandemica Covid-19 e dalle restrizioni imposte per contenerne la diffusione. Secondo il Focus Report del Brazilian Central Bank (BACEN)– è attesa una decrescita del PIL Brasiliano del -4,40% nel 2020, confrontata con la crescita dell’1,1% del 2019.

Dopo un devastante primo semestre 2020 quando la pandemia ha portato alla chiusura delle attività commerciali, alle forti restrizioni nella circolazione e ad un considerevole deflusso dei capitali, già iniziato nel 2019, lo scenario nel secondo semestre è cambiato e il terzo trimestre ha registrato una forte crescita del PIL. L'anno 2020 non recupererà il livello di attività della fine del 2019, ma le aspettative di crescita sono superiori rispetto a quelle che si attendevano nel primo semestre.

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Recentemente, dopo l’adozione delle stringenti misure di restrizione nella circolazione e di distanziamento sociale per ridurre la trasmissione del Covid-19, il graduale allegerimento delle misure restrittive e il ritorno alle attività economiche dovrebbero ridurre gli effetti negativi sui risultati di TIM Brasil registrati all’inizio del 2020 e che hanno visto la riduzione dei ricavi sia nel segmento del prepagato che in quello del postpagato. Non è tuttavia ancora possibile prevedere se l’economia brasiliana e i risultati di TIM Brasil torneranno ai livelli precrisi.

Rischi relativi al contesto legislativo e regolatorio

Rischi di natura regolatoria

Il settore delle comunicazioni elettroniche è fortemente regolamentato. In tale contesto, nuove decisioni da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) possono determinare cambiamenti nel quadro delle regole che possono incidere sui risultati attesi del Gruppo e sulle guidance comunicate al mercato. Inoltre, la posizione di significativo potere di mercato detenuta da TIM nei mercati dell’accesso di rete fissa e la struttura dei mercati mobili comportano un’elevata attenzione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) sulle dinamiche competitive del settore.

I principali elementi che introducono incertezza sono i seguenti:

mancanza di prevedibilità nei tempi di avvio e nelle conseguenti decisioni finali di nuovi procedimenti sia da parte di AGCom che di AGCM;

eventuali decisioni AGCom circa politiche tariffarie, anche con effetto retroattivo (ad esempio: revisione dei prezzi relativi ad anni precedenti, efficacia ed effettiva attuazione di politiche di repricing, anche a seguito di sentenze del Giudice amministrativo);

eventuali decisioni AGCom che possano condizionare le scelte tecnologiche, con potenziale impatto sui tempi di ritorno degli investimenti infrastrutturali;

eventuali decisioni AGCM che possano limitare la capacità competitiva di TIM (ad esempio, in termini di livello minimo dei prezzi retail per garantirne la replicabilità);

eventuale inadeguatezza, riscontrata da AGCom o AGCM, nell’implementazione di processi e sistemi volti alla gestione dei servizi regolamentati;

eventuali decisioni AGCom o AGCM che impongono vincoli sul pricing delle offerte fisse e mobili sulla base della normativa a tutela dei consumatori.

Rischi di Compliance

Il Gruppo TIM può essere esposto a rischi di non conformità, derivanti dall’inosservanza/violazione della normativa esterna (leggi, regolamenti, nuovi principi contabili, provvedimenti delle autorità) e interna (c.d. autoregolamentazione come, ad esempio, statuto e codice etico), con conseguenti effetti sanzionatori di natura giudiziaria o amministrativa, perdite finanziarie o danni reputazionali.

Il Gruppo TIM ha come obiettivo la compliance dei processi, e quindi delle procedure e dei sistemi informativi che li regolano, e dei comportamenti aziendali rispetto alle normative di riferimento. Il rischio è associato agli eventuali ritardi temporali necessari a rendere compliant i processi rispetto all’evoluzione normativa o qualora sia rilevata una mancanza di conformità ed è monitorato tramite il sistema dei controlli interni allo scopo predisposto.

General Data Protection Regulation (GDPR)

Particolare rilevanza assume la conformità al Regolamento UE 2016/679 (General Data Protection Regulation, GDPR), diventato direttamente applicabile a partire dal 25 maggio 2018 e recepito nell’ordinamento italiano tramite il D.Lgs. n. 101/2018, in quanto, rispetto al previgente Codice Privacy tra le altre disposizioni prevede anche un forte inasprimento delle sanzioni amministrative pecuniarie, che per alcune fattispecie di violazioni possono essere irrogate fino a 20 milioni di euro, o per le imprese, fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente, se superiore. Partendo dal modello operativo già in essere con la previgente normativa Privacy, il Gruppo TIM ha esteso gli strumenti necessari per assicurare la conformità al GDPR, attivando anche specifici presidi organizzativi. In particolare, è stato istituito un comitato di steering sui temi della compliance al GDPR, presieduto dal vertice aziendale e che fornisce l’indirizzo per il perseguimento degli obiettivi di conformità Al comitato sono sottoposte le valutazioni di conformità e i risultati delle attività di controllo, sia ex-ante che ex-post, svolte dalla struttura del Data Protection Officer di Gruppo, che opera secondo i principi di autonomia e di segregation of duties e che è una componente del Sistema di Controllo Interno della Società. I processi operativi della Società sono stati adeguati secondo il principio della privacy-by-design, con particolare attenzione ai processi commerciali, di relazione con il cliente e quelli tecnologici, adottando le modalità definite dalla normativa aziendale dedicata all’applicazione del GDPR e che recepisce le direttive dell’autorità Garante della protezione dei dati personali. I trattamenti di dati personali sono sottoposti a valutazione preventiva secondo le indicazioni del European Data Protection Board (EDPB), sono oggetto di censimento e le relative responsabilità vengono attribuite all’opportuno livello manageriale della organizzazione della Società, come previsto dal Codice Privacy in applicazione del principio di accountability fissato dal GDPR.

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Salute e Sicurezza sul Lavoro

TIM è conforme agli adempimenti previsti in materia di sicurezza sul lavoro anche attraverso la definizione e l’aggiornamento periodico del Documento di Valutazione Rischi. TIM inoltre ha posto in essere coperture assicurative a tutela della popolazione aziendale.

Riguardo alla gestione degli impatti della pandemia da Covid-19, TIM ha fin da subito adottato tutte le iniziative necessarie a dare completa attuazione alle disposizioni di carattere emergenziale emanate, in più fasi, dal Governo e dalle Regioni, per il contenimento del contagio del virus.

E’ stato esteso il Lavoro Agile settimanale a tutte le figure professionali che hanno potuto svolgere attività da remoto, compresi gli operatori di call center, sono stati definiti appositi Protocolli di prevenzione e protezione, modulati tenendo conto della specificità lavorativa, per tutti coloro che hanno dovuto continuare a lavorare on field (tecnici, addetti ai negozi e ai Data center) dotandoli di appositi Dispositivi di Protezione Individuali e, in coerenza con gli orientamenti giuridici e tenuto conto degli indirizzi governativi e delle autorità sanitarie, è stato formalizzato ai sensi del D.lgs. 81/2008 uno specifico documento dedicato al tema Covid-19 contenente tutte le misure a tutela del personale volte a prevenire il contagio.

Inoltre, TIM ha supportato i dipendenti con iniziative dedicate quali ad esempio:

una campagna continuativa di informazione e sensibilizzazione rivolta a tutto il personale;

una campagna di welfare sanitario, su adesione volontaria, basata su test sierologici volti a verificare il grado di immunità al Covid-19 tramite risposta anticorpale, destinata principalmente al personale che ha continuato ad operare in campo durante l’emergenza;

una campagna di vaccinazione antinfluenzale, sempre su base volontaria, indirizzata a tutto il personale del Gruppo TIM;

un servizio di supporto psicologico da parte di professionisti esterni;

specifiche modalità per la gestione di eventuali casi di accertata o sospetta positività al Covid-19, oltre ad una specifica copertura assicurativa per i propri dipendenti in caso di ricovero a seguito di contagio da Covid-19.

Golden Power

L’emanazione dei Decreti cosiddetti “Golden Power”, finalizzati all’esercizio dei poteri speciali sugli assetti societari nei settori della Difesa e della Sicurezza Nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica, nello specifico settore delle Telecomunicazioni, incide nella relazione pubblico-privato, arricchendo, in aggiunta, il valore degli asset tecnologici e dei servizi inclusi nel perimetro Golden Power, con un contenuto derivato dalla finalità istituzionale perseguita.

In sintesi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 28 settembre 2017 ha stabilito che la Società è soggetta agli obblighi di cui al D.L. n. 21/2012 (norme in materia di poteri speciali), in quanto impresa che:

svolge “attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale” (come da art. 1 del D.L.) e

detiene reti e impianti “necessari ad assicurare l’approvvigionamento minimo e l’operatività dei servizi pubblici essenziali”, beni e rapporti “di rilevanza strategica per l’interesse nazionale” nel settore delle comunicazioni (come da art. 2 dello stesso D.L.).

L’architettura normativa relativa a TIM, conseguentemente, ha comportato una prima fase nel 2017 con l’emanazione dei D.P.C.M. 16 ottobre e 2 novembre.

Il dettato governativo, successivamente, è stato integrato con la Legge 20 maggio 2019, n. 41 che ha ricompreso in un più ampio quadro di misure urgenti, quelle relative ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G.

Con il sopra menzionato provvedimento del 16 ottobre 2017, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali previsti dall’articolo 1 del Decreto Golden Power mediante l’imposizione di specifiche prescrizioni e condizioni gravanti su TIM e sulle società controllate Sparkle e Telsy. Si tratta di misure in ambito governance aziendale e di organizzazione; in particolare, la Presidenza del Consiglio dei Ministri impone la presenza nei rispettivi Consigli di Amministrazione di un Consigliere Delegato alla Sicurezza – figura attualmente coincidente con quella dell’Amministratore Delegato – (con cittadinanza italiana e munito di abilitazione di sicurezza) e la costituzione di una Organizzazione di Sicurezza.

Con provvedimento del 2 novembre 2017 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha altresì esercitato i poteri speciali previsti dall’articolo 2 del Decreto Golden Power, mediante l’imposizione di ulteriori prescrizioni e condizioni.

Con i successivi decreti attuativi del 5 settembre 2019 e del 6 luglio e del 7 agosto 2020, il Legislatore ha imposto l’esercizio dei poteri speciali con riferimento alle forniture di tecnologia 5G con produzione extra-europea, affermando che tali servizi di comunicazione costituiscono attività di rilevanza strategica per il sistema di Difesa e Sicurezza Nazionale.

Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

Principali rischi e incertezze

96



Rischi relativi ai procedimenti legali e delle Autorità Regolatorie


Il Gruppo TIM deve affrontare controversie e contenziosi con autorità fiscali e di governo, autorità di regolamentazione, autorità garanti della concorrenza, altri operatori di TLC ed altri soggetti. I possibili impatti di tali procedimenti sono generalmente incerti. Questi temi potrebbero, singolarmente o nel loro insieme, in caso di soluzione sfavorevole per il Gruppo, avere un effetto negativo anche significativo sui risultati operativi, sulla situazione finanziaria e sui flussi di cassa.



Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

Principali rischi e incertezze

97


INFORMAZIONI PER GLI INVESTITORI

Capitale Sociale TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020


Capitale Sociale

euro 11.677.002.855,10

Numero azioni ordinarie (prive di valore nominale)

15.329.466.496

Numero azioni di risparmio (prive di valore nominale)

6.027.791.699

Numero azioni proprie ordinarie di TIM S.p.A.

35.179.709

Numero azioni ordinarie TIM possedute da Telecom Italia Finance S.A.

126.082.374

Percentuale delle azioni proprie ordinarie del Gruppo sull’intero capitale sociale

0,76%

Capitalizzazione di borsa (su media prezzi mese di dicembre 2020)

8.458 milioni di euro

L’Assemblea del 25 maggio 2016 ha integrato la denominazione sociale con l'introduzione del nome “TIM S.p.A.” in alternativa a “Telecom Italia S.p.A.”.

Le azioni ordinarie e di risparmio di TIM S.p.A. sono quotate in Italia (indice FTSE) mentre le azioni ordinarie di TIM S.A. sono quotate in Brasile (indice BOVESPA).


Codici

TIM-Telecom Italia

TIM S.A.

ordinarie

risparmio

 

Borsa

IT0003497168

IT0003497176

BRTIMSACNOR5

Bloomberg

TIT IM

TITR IM

TIMS3 BZ

Reuters

TLIT.MI

TLITn.MI

TIMS3.SA


Le azioni ordinarie di TIM S.A. sono altresì quotate al NYSE (New York Stock Exchange); le quotazioni avvengono attraverso ADS (American Depositary Shares) rappresentativi di 5 azioni ordinarie di TIM S.A..

Dall’8 ottobre 2019, ha avuto efficacia la deregistration dei titoli TIM S.p.A., precedentemente quotati presso il NYSE (tramite American Depositary Shares ordinarie e di risparmio) e sono conseguentemente cessati gli obblighi informativi in capo a TIM ai sensi del U.S. Securities Exchange Act del 1934.

L’operazione non ha avuto conseguenze sulla quotazione e sulla negoziazione delle azioni ordinarie e di risparmio TIM presso Borsa Italiana.

La decisione di procedere con il delisting presso il NYSE è stata funzionale a obiettivi di semplificazione e risparmio di costi, fermi restando gli elevati standard di corporate governance, un solido sistema di controllo interno e un’informativa economico-finanziaria trasparente (inclusa la pubblicazione sul sito gruppotim.it della traduzione in inglese di bilanci, comunicati stampa e altro materiale informativo regolato).














Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

98


Azionisti

Composizione dell’azionariato al 31 dicembre 2020 sulla base delle risultanze del Libro Soci integrate dalle comunicazioni ricevute e da altre informazioni a disposizione (azioni ordinarie):



Partecipazioni rilevanti nel capitale

Sulla base delle risultanze del Libro Soci, delle comunicazioni effettuate alla Consob e alla Società ai sensi dell'art. 120 del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998 e di altre informazioni a disposizione, risultano le seguenti partecipazioni rilevanti nel capitale ordinario di TIM S.p.A.1:

Risultanze di partecipazioni superiori alla soglia del 3%

Soggetto

Tipologia di possesso

Quota % su capitale ordinario

Vivendi S.A.

Diretto

23,75%

Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.(a)

Diretto

9,81%

Canada Pension Plan Investment Board (b)

Diretto

3,19%

(a)A seguito di evidenza assunta dalla partecipazione all'Assemblea degli Azionisti di TIM del 29 marzo 2019, confermata in occasione della partecipazione all’assemblea del 23 aprile 2020 e dall’incasso del dividendo relativo all’esercizio 2019, messo in pagamento il 24 giugno 2020.

(b) A seguito di evidenza assunta dall’incasso del dividendo relativo all’esercizio 2019, messo in pagamento il 24 giugno 2020.


Risultanze di partecipazioni superiori alla soglia del 1% e sino al 3%


Con delibera n. 21326 del 9 aprile 2020 (che ha abrogato la precedente delibera n. 21304 del 17 marzo 2020), la Consob ha previsto, ai sensi dell'art. 120, comma 2-bis, del D. Lsg. 58 del 24 febbraio 1998, per un periodo di tempo di tre mesi a decorrere dall'11 aprile 2020 - e salvo revoca anticipata - l'ulteriore soglia dell'1% al superamento della quale sorge l'obbligo di comunicazione alla società partecipata e alla Consob, previsto dall'art. 120, comma 2 del D. Lsg. 58 del 24 febbraio 1998.

1 Le percentuali si riferiscono al totale delle azioni ordinarie costituenti il capitale sociale di TIM, quale risulta dall'ultimo deposito presso il Registro delle Imprese alla data di aggiornamento. In particolare, a seguito dell’emissione in data 27 novembre 2020 di n. 126.343.913 azioni ordinarie ad esito dell’offerta pubblica di sottoscrizione a pagamento riservata ai dipendenti nell’ambito del "Piano di Azionariato Diffuso Dipendenti 2020", il totale delle azioni ordinarie costituenti il capitale sociale di TIM risulta pari a 15.329.466.496 ed è stata oggetto di iscrizione al Registro delle Imprese in data 28 dicembre 2020.

Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

99


A detta delibera la Consob ha dato seguito con ulteriori deliberazioni. Con delibera n. 21434 dell'8 luglio 2020 la Consob ha sancito che le previsioni di cui alle delibere n. 21326 e 21327 del 9 aprile 2020 relative all'individuazione di ulteriori soglie di comunicazione delle partecipazioni societarie e delle dichiarazioni delle intenzioni in società ad azionariato particolarmente diffuso – i cui relativi elenchi sono stati aggiornati con le delibere n. 21352 del 6 maggio 2020 e n. 21404 del 17 giugno 2020 – sono state prorogate per un periodo di tre mesi, dal 12 luglio 2020 sino al 12 ottobre 2020, termine prorogato fino al 13 gennaio 2021 con delibera del 7 ottobre 2020.

Con delibera n. 21672 del 13 gennaio 2021, la Consob ha da ultimo prorogato il suddetto termine per ulteriori tre mesi, dal 14 gennaio al 13 aprile 2021.

In conseguenza di comunicazioni effettuate ai sensi delle citate delibere intervenute nel tempo, Consob ha reso noto le seguenti partecipazioni azionarie nel capitale ordinario di TIM detenute in linea diretta:

Novator Capital Ltd. 2,986%, controllata da The Future Holdings Trust(*) - data operazione 15 ottobre 2020. In pari data la partecipazione detenuta da Partners Telecom Sarl, di uguale entità, è stata azzerata. A seguito dell’incremento di azioni ordinarie costituenti il capitale sociale, di cui si dà atto in nota (1), la percentuale di possesso scende a 2,962%.

Banca d’Italia 1,011% - data operazione 16 settembre 2020 (data regolamento 18 settembre 2020). A seguito dell’incremento di azioni ordinarie costituenti il capitale sociale, di cui si dà atto in nota (1), la percentuale di possesso scende a 1,002%.

Norges Bank 1,053% - data operazione 8 giugno 2020. A seguito dell’incremento di azioni ordinarie costituenti il capitale sociale, di cui si dà atto in nota (1), la percentuale di possesso scende a 1,045%.

(*) Trust irrevocabile e discrezionale, regolato dalla legge di Guernsey e amministrato da BB Trustees SA in qualità di trustee. Il Settlor è Bjorgolfur Thor Bjorgolfsson, il protector è Frank Pitt. Beneficiari del Trust sono Bjorgolfur Thor Bjorgolfsson ed i suoi figli. Il Trustee dispone di pieni poteri e non sono previsti poteri di intervento dei beneficiari né di soggetti terzi (informazioni aggiuntive rese ai sensi della comunicazione Consob n. 0066209 del 02 agosto 2013).


Altre informazioni a disposizione

Paul E. Singer ha da ultimo comunicato alla Consob e alla Società, ai sensi dell’art.120 del D. Lsg. 58 del 24 febbraio 1998, di aver ridotto con effetto 12 maggio 2020 la sua partecipazione azionaria a titolo di indiretta proprietà con diritto di voto in TIM a 0,136% (equivalente a 0,135% rapportata alla nuova quantità di azioni ordinarie costituenti il capitale sociale di cui si dà atto in nota (1)). In tale comunicazione Paul E. Singer ha segnalato, ai sensi dell’art. 119 del Regolamento Emittenti Consob, una partecipazione lunga attraverso l’avvenuta stipula da parte dei fondi Elliott International L.P. ed Elliott Associates L.P di contratti di equity swap con JP Morgan scadenti il 30 maggio 2023 consuntivando una partecipazione aggregata, pari al 4,998% del capitale ordinario TIM (equivalente a 4,956% rapportata alla nuova quantità di azioni ordinarie costituenti il capitale sociale, di cui si dà atto in nota (1)).



Rappresentanti comuni

L’Assemblea speciale degli Azionisti di risparmio del 24 maggio 2019 ha confermato Dario Trevisan rappresentante comune della categoria per tre esercizi, fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2021.

Con decreto del 3 luglio 2020, il Tribunale di Milano ha nominato l’avv. Antonio Franchi rappresentante comune degli obbligazionisti per il prestito “Telecom Italia S.p.A. 2002-2022 a Tasso Variabile, Serie Speciale Aperta, Riservato in Sottoscrizione al Personale del Gruppo TIM, in servizio e in quiescenza”. L’Assemblea degli obbligazionisti, convocata per la nomina del rappresentante comune in data 16 aprile 2020, era andata deserta.










Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

100


Rating al 31 dicembre 2020

Al 31 dicembre 2020, il giudizio su TIM delle tre agenzie di rating - Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings – risulta il seguente:


Rating

Outlook

STANDARD & POOR'S

BB+

Negativo

MOODY'S

Ba2

Negativo

FITCH RATINGS

BB+

Stabile


Deroga all’obbligo di pubblicazione dei documenti informativi per operazioni straordinarie

In data 17 gennaio 2013 il Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A. ha deliberato di avvalersi della facoltà – di cui agli artt. 70 comma 8 e 71 comma 1-bis, del Regolamento Consob n. 11971/99 – di derogare agli obblighi di pubblicazione dei documenti informativi in occasione di operazioni significative di fusione, scissione, aumento di capitale mediante conferimento di beni in natura, acquisizioni e cessioni.


Condizioni per la quotazione di azioni di società controllanti società costituite e regolate dalla legge di stati non appartenenti alla Unione Europea

TIM S.p.A. conferma la sussistenza al 31 dicembre 2020 delle condizioni di cui all’articolo 15, comma 1, lettera a), b) e c), punto i) del Regolamento Consob n. 20249/2017 e s.m., per la quotazione delle proprie azioni in mercati regolamentati.



Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

101


OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Ai sensi dell’art. 5, comma 8, del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 concernente le “Operazioni con parti correlate” e della successiva Delibera Consob n. 19974 del 27 aprile 2017, nell’esercizio 2020 non si segnalano operazioni di maggiore rilevanza, così come definite dall’art. 4, comma 1, lett. a) del summenzionato regolamento che abbiano influito in misura rilevante sulla situazione patrimoniale o sui risultati del Gruppo TIM e di TIM S.p.A. dell’esercizio 2020.

Inoltre, non sono intervenute modifiche o sviluppi delle operazioni con parti correlate descritte nella Relazione sulla gestione dell’esercizio 2019 che abbiano avuto un effetto rilevante sulla situazione patrimoniale o sui risultati del Gruppo TIM e di TIM S.p.A. nell’esercizio 2020.

Le operazioni con parti correlate, quando non dettate da specifiche condizioni normative, sono state di norma regolate a condizioni di mercato; la loro realizzazione è avvenuta nel rispetto della procedura interna che contiene le regole volte ad assicurarne la trasparenza e la correttezza, ai sensi del Regolamento Consob n. 17221/2010, consultabile nella versione in vigore sul sito gruppotim.it, sezione il Gruppo – canale Sistema di Governance.

Per le informazioni sui rapporti con parti correlate si fa rimando agli Schemi di bilancio e alle Note di Bilancio Consolidato e di Bilancio Separato “Operazioni con parti correlate”.


Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

Operazioni con parti correlate


102


INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE


Nella presente Relazione sulla gestione, nel Bilancio consolidato del Gruppo TIM e nel Bilancio Separato della Capogruppo TIM S.p.A. per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, sono presentati alcuni indicatori alternativi di performance, al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo TIM. Tali indicatori, che sono presentati nelle relazioni finanziarie (annuali e infrannuali), non devono, comunque, essere considerati sostitutivi di quelli convenzionali previsti dagli IFRS.

In particolare, a seguito dell’adozione dell’IFRS 16, il Gruppo TIM presenta i seguenti indicatori alternativi di performance:

EBITDA adjusted After Lease (“EBITDA-AL”), calcolato rettificando l’EBITDA Organico al netto delle partite non ricorrenti, degli importi connessi al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16. Tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un’utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) e della Capogruppo TIM S.p.A. in aggiunta all’EBIT;

Indebitamento finanziario netto rettificato After Lease, calcolato escludendo dall’Indebitamento finanziario netto rettificato le passività nette connesse al trattamento contabile dei contratti di leasing secondo l’IFRS 16. TIM ritiene che l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria;

Equity Free Cash Flow After Lease, calcolato escludendo dall’Equity Free Cash Flow i fabbisogni relativi ai canoni di leasing. Tale indicatore viene determinato come segue:


+          Equity Free Cash Flow

-          Quota capitale dei canoni di leasing


Tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un utile indicatore della capacità di generazione di Free Cash Flow.

Gli altri indicatori alternativi di performance normalmente utilizzati sono nel seguito illustrati:

EBITDA: tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) e rappresenta un’utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit) e della Capogruppo TIM S.p.A. in aggiunta all’EBIT. Questi indicatori sono determinati come segue.:

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

+          Oneri finanziari

-          Proventi finanziari

+/-      Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni (1)

+/-      Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto (2)

EBIT- Risultato Operativo

+/-      Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti

+/-      Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti

+          Ammortamennti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività
non correnti

(1)“Oneri/(Proventi) da partecipazioni” per TIM S.p.A..

(2) Voce presente solo a livello di Gruppo.

Variazione organica e impatto delle partite non ricorrenti sui Ricavi, sull’EBITDA e sull’EBIT: tali indicatori esprimono la variazione in valore assoluto e/o in percentuale dei Ricavi, dell’EBITDA e dell’EBIT, escludendo, ove presenti, gli effetti della variazione dell’area di consolidamento, delle differenze cambio e degli eventi e operazioni di natura non ricorrente. TIM ritiene che tale modalità di presentazione permetta di interpretare in maniera più completa ed efficace le performance operative del Gruppo (nel suo complesso e con riferimento alle Business Unit) e della Capogruppo; essa viene pertanto anche utilizzata nelle presentazioni agli analisti e agli investitori. Nell’ambito della presente relazione sulla gestione è fornita la riconciliazione tra il dato “contabile o reported” e quello “organico esclusa la componente non ricorrente”.

Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

Indicatori alternativi di performance


103


EBITDA margin e EBIT margin: TIM ritiene che tali margini rappresentino degli utili indicatori della capacità del Gruppo, nel suo complesso e a livello di Business Unit e della Capogruppo di generare profitti attraverso i suoi ricavi. L’EBITDA margin e l’EBIT margin misurano, infatti, la performance operativa di un’entità analizzando le percentuali dei ricavi che diventano, rispettivamente, EBITDA e EBIT. Questi indicatori sono utilizzati da TIM nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) per illustrare l’andamento della gestione economica anche attraverso il confronto della redditività operativa dell'esercizio di riferimento con quella degli esercizi precedenti.

Indebitamento Finanziario Netto: TIM ritiene che l’Indebitamento Finanziario Netto rappresenti un indicatore della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni di natura finanziaria, rappresentate dal Debito Finanziario Lordo ridotto della Cassa e Altre Disponibilità Liquide Equivalenti e di altre Attività Finanziarie. Nell’ambito della presente Relazione sulla gestione sono inserite due tabelle che evidenziano i valori della situazione patrimoniale-finanziaria utilizzati per il calcolo dell’Indebitamento Finanziario Netto del Gruppo e della Capogruppo.

Al fine di meglio rappresentare la reale dinamica dell’indebitamento finanziario netto il Gruppo TIM presenta, oltre al consueto indicatore (ridefinito “Indebitamento finanziario netto contabile”), anche una misura denominata “Indebitamento finanziario netto rettificato”, che sterilizza gli effetti causati dalla volatilità dei mercati finanziari. Considerando che alcune componenti della valutazione al fair value dei derivati (contratti per determinare il tasso di cambio e di interesse di flussi contrattuali) e di derivati embedded in altri strumenti finanziari, non comportano un effettivo regolamento monetario, l’Indebitamento finanziario netto rettificato esclude tali effetti meramente contabili e non monetari (compresi gli effetti dell’IFRS 13 – Valutazione del fair value) dalla valutazione dei derivati e delle correlate passività/attività finanziarie.

L’indebitamento finanziario netto viene determinato come segue:

+Passività finanziarie non correnti

+Passività finanziarie correnti

+Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute

A)Debito Finanziario lordo

+                  Attività finanziarie non correnti

+Attività finanziarie correnti

+Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate / Attività non correnti destinate ad essere cedute

B)Attività Finanziarie

C=(A - B)Indebitamento finanziario netto contabile

D)Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività / attività finanziarie

E=(C + D)Indebitamento finanziario netto rettificato


Equity Free Cash Flow (EFCF): tale indicatore è utilizzato da TIM come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori) ed evidenzia la generazione di cassa ed è inteso come il flusso di cassa netto prima degli esborsi relativi al pagamento dei dividendi e agli investimenti in frequenze. Pertanto, rappresenta il Free Cash Flow disponibile per il pagamento dei dividendi, il rimborso del debito, gli impatti derivanti da operazioni di leasing e l’investimento in frequenze. Tale indicatore esclude l’impatto finanziario di eventuali operazioni di acquisizione e/o cessione di partecipazioni.

L’Equity Free Cash Flow viene determinato come segue:


+Operating Net Free Cash Flow

-Impatto per leasing

-Pagamento delle licenze

-Impatto finanziario derivante da operazioni di acquisizione e/o cessioni di partecipazioni

-Pagamento dei dividendi e Change in Equity


Relazione sulla gestione del

Gruppo TIM

Indicatori alternativi di performance


104




COMMENTO AI PRINCIPALI DATI ECONOMICO-FINANZIARI DI TIM S.p.A.

Le principali variazioni del perimetro societario

Sono evidenziate le principali variazioni del perimetro societario nel corso del 2020.

INFRASTRUTTURE WIRELESS ITALIANE S.p.A. - INWIT S.p.A.

Con riferimento alla società INWIT S.p.A. si segnala che in data 31 marzo 2020 si è perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A..

Inoltre:


in data 23 aprile 2020, si è proceduto alla cessione di un pacchetto azionario, pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali;

in data 2 ottobre 2020 TIM e Ardian, società privata di investimento leader a livello mondiale attiva nel settore delle infrastrutture, hanno perfezionato l’accordo annunciato in data 24 giugno 2020 per una parziale condivisione dell’investimento in INWIT S.p.A.. L’operazione ha comportato l’acquisto da parte di un consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian del 49% di Daphne 3 S.p.A., holding neo-costituita e controllata da TIM, in cui TIM ha apportato il 30,2% delle azioni INWIT. La holding è subentrata a TIM - per la quota di azioni INWIT trasferita - nell’accordo parasociale in essere tra TIM e Vodafone Europe B.V., in forza del quale queste controllano congiuntamente INWIT;

la residua partecipazione diretta di TIM S.p.A. in INWIT, pari al 3% del capitale sociale di INWIT, è stata ceduta ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited. In particolare, in data 2 ottobre 2020 è stato ceduto dapprima il 1,2% e in data 4 dicembre 2020 il residuo 1,8%.


A seguito delle operazioni avvenute nel corso del 2020, TIM S.p.A. esercita un controllo indiretto su INWIT per il tramite della società controllata Daphne 3 S.p.A..


Acquisizione del controllo di Noovle S.r.l.

In data 21 maggio 2020 TIM S.p.A. ha perfezionato l’acquisizione del 100% delle quote di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano.

L’operazione permette a TIM di ampliare la propria offerta di servizi innovativi di public, private e hybrid cloud e di rafforzare le competenze di servizio per accelerare la digitalizzazione delle imprese, dalle PMI (piccole e medie imprese) alla grande industria, fino al mondo della Pubblica Amministrazione e della sanità.


Scissione parziale del ramo “Scuola digitale” dalla società Olivetti S.p.A. a favore di TIM S.p.A.,

L'operazione è avvenuta con efficacia civilistica e fiscale dal 1° dicembre 2020.


Fusione per incorporazione delle società TN Fiber S.r.l., TIM Vision S.r.l. e HR Services S.r.l. in TIM S.p.A

Le operazioni di fusione sono avvenute rispettivamente in data 30 settembre 2020, in data 1° ottobre 2020 e in data 31 dicembre 2020; tutte le operazioni presentano effetti fiscali e contabili retroattivi al 1° gennaio 2020.

Nella tabella sottostante si riportano gli effetti delle citate operazioni societarie sulla situazione patrimoniale di TIM S.p.A. al 1° gennaio 2020:


Relazione sulla gestione di

TIM S.p.A.

Commento ai principali dati economico-finanziari di

TIM S.p.A.

106


(milioni di euro)


TIM S.p.A.

1.1.2020


TN Fiber

S.r.l.

1.1.2020

TIM Vision S.r.l.

1.1.2020

HR Services S.r.l.

1.1.2020

Rettifiche di
fusione

TIM S.p.A.

post fusione

1.1.2020

Attività

Attività non correnti

57.494

24

13

3

(53)

57.481

Attività immateriali

30.159

13

1

30.173

Attività materiali

10.591

4

1

10.596

Diritti d'uso su beni di terzi

4.906

17

(11)

4.912

Altre attività non correnti

11.838

3

1

(42)

11.800

Attività correnti

5.786

28

6

33

(83)

5.770

Totale attività

63.280

52

19

36

(136)

63.251

Passività

Patrimonio netto

18.174

38

1

12

(39)

18.186

Passività non correnti

34.793

13

12

(11)

34.807

Passività correnti

10.313

1

18

12

(86)

10.258

Totale Passività e Patrimonio netto

63.280

52

19

36

(136)

63.251


Eventi non ricorrenti

Nel 2020 e nel 2019 TIM S.p.A. ha registrato oneri operativi netti non ricorrenti connessi a eventi e operazioni che per loro natura non si verificano continuativamente nella normale attività operativa e che sono evidenziati in quanto di ammontare significativo. Gli oneri non ricorrenti comprendono, fra gli altri, eventuali svalutazioni dell'avviamento, accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlati, passività con clienti e/o fornitori, oneri connessi a riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e rettifiche relative ad esercizi precedenti.

In dettaglio:

(milioni di euro)

2020

2019

Oneri/(Proventi) non ricorrenti

Ricavi

39

15

Rettifiche ricavi

39

15

Altri proventi operativi

(21)

Recupero costi operativi

(21)

Acquisti di materie e servizi e Variazione delle rimanenze

58

14

Oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti

58

14

Costi del personale

69

248

Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

69

248

Altri costi operativi

145

412

Altri oneri e accantonamenti

145

412

Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/
(minusvalenze) e Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti
(EBITDA)

311

668

Impatto su Risultato operativo (EBIT)

311

668


Gli eventi non ricorrenti del 2020 comprendono in particolare:

39 milioni di euro di rettifiche di ricavi, di cui 38 milioni di euro relativi a sconti conseguenti alle iniziative di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19;

58 milioni di euro per oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti nonchè a costi per acquisti relativi ad approvvigionamenti resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria;

69 milioni di euro connessi principalmente a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri costi;

145 milioni di euro di costi operativi riferibili principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico a seguito dell’emergenza Covid-19, oneri per sanzioni di carattere regolatorio, oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti.

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Gli oneri non ricorrenti del 2019 comprendevano principalmente la rettifica ricavi esercizi precedenti (15 milioni di euro), altri proventi per 21 milioni di euro, connessi all’iscrizione del credito per il rimborso della sanzione relativa al procedimento Antitrust I761, oneri connessi ai processi di ristrutturazione aziendali (248 milioni di euro) e gli altri oneri principalmente riferiti ad accantonamenti a fronte di vertenze e contenziosi (412 milioni di euro).

Andamento economico

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni %

organica
esclusi non
ricorrenti

(a)

(b)

(a-b)

Ricavi

12.030

13.137

(8,4)

(8,2)

EBITDA

(1)

5.180

5.482

(5,5)

(10,7)

EBITDA Margin

(1)

43,1%

41,7%

1,4pp

EBITDA Organico esclusi non ricorrenti

(1)

5.491

6.150

(10,7)

EBITDA Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

45,5%

46,8%

(1,3)pp

EBITDA adjusted After Lease

(1)

4.892

5.326

(8,1)

EBIT

(1)

1.576

1.722

(8,5)

(21,0)

EBIT Margin

(1)

13,1%

13,1%

—pp

EBIT Margin Organico esclusi non ricorrenti

(1)

15,6%

18,2%

(2,6)pp

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161

382

Investimenti industriali

2.485

2.537

(2,0)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione assoluta

(a)

(b)

(a-b)

Indebitamento Finanziario Netto Contabile

(1)

27.324

31.283

(3.959)

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato

(1)

25.783

29.740

(3.957)

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato
After Lease

(1)

21.875

25.084

(3.209)

Personale a fine esercizio (unità)

38.178

40.237

(2.059)

(1) Per i relativi dettagli si rimanda a quanto riportato nel capitolo “Indicatori alternativi di performance”.


Ricavi

I ricavi del 2020 sono pari a 12.030 milioni di euro (13.137 milioni di euro nel 2019), con un decremento di 1.107 milioni di euro, pari a -8,4%. I ricavi dell’esercizio includono 39 milioni di euro relativi a componenti non ricorrenti, di cui 38 milioni di euro connessi alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19; l’esercizio 2019 scontava oneri non ricorrenti per 15 milioni di euro riferibili a rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 10.759 milioni di euro (-915 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, pari a – 7,8%) e risentono degli effetti dello scenario regolatorio e competitivo, nonché delle limitazioni connesse all’emergenza sanitaria. In particolare sono in diminuzione i ricavi da Servizi stand alone del mercato Fisso (-581 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, -6,8%) e i ricavi da Servizi stand alone del mercato Mobile (-360 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, -9,7%).


I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari a 1.271 milioni di euro nell’esercizio 2020 in diminuzione di 192 milioni di euro rispetto al 2019, anche per effetto della ridotta frequentazione dei punti vendita conseguente alle disposizioni restrittive in materia di emergenza Covid-19.


Nell’ambito dei segmenti commerciali, si rilevano le seguenti dinamiche rispetto all’esercizio 2019:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Ricavi

12.030

13.137

(1.107)

Consumer

5.892

6.574

(682)

Business

3.953

4.455

(502)

Wholesale

1.910

1.836

74

Altri

275

272

3


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In particolare:

Consumer: i ricavi del 2020 del segmento Consumer sono pari a 5.892 milioni di euro e presentano una diminuzione, rispetto al 2019, di 682 milioni di euro (-10,4%), scontando l’impatto del contesto competitivo e una maggiore disciplina nei processi commerciali. La dinamica osservata sui ricavi complessivi è presente anche sui ricavi da servizi stand alone, che sono pari a 5.172 milioni di euro, con una diminuzione di 628 milioni di euro (-10,8% rispetto all’esercizio precedente). In particolare:

i ricavi da Servizi stand alone del Mobile sono pari a 2.334 milioni di euro e registrano una riduzione di 235 milioni di euro (-9,2%) rispetto al 2019, imputabile principalmente al contesto regolatorio, alla dinamica competitiva e alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria;


i ricavi da Servizi stand alone del Fisso sono pari a 2.871 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2019 (-382 milioni di euro, -11,7%) prevalentemente per effetto della riduzione dei livelli di ARPU e della minore Customer Base.


I Ricavi Handset e Bundle & Handset del segmento Consumer sono pari a 720 milioni di euro, in diminuzione di 54 milioni di euro rispetto al 2019 (-7,1%) e risentono, in particolare nel comparto mobile, della mutata strategia commerciale sui prodotti a difesa della marginalità, nonché delle restrizioni alla circolazione connesse all’emergenza Covid-19.


Business: i ricavi del segmento Business sono pari a 3.953 milioni di euro, con una riduzione di 502 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019 (-11,3%, di cui -9,3% per la componente dei ricavi da servizi stand alone). In particolare:


i ricavi totali del Mobile nell’esercizio 2020 sono pari a 911 milioni di euro con un decremento (-151 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, -14,3%) che riflette, in particolare, la contrazione dei ricavi da servizi stand alone (-14,4%) conseguente a una riduzione dei livelli di ARPU;


i ricavi totali del Fisso nell’esercizio 2020 sono pari a 3.102 milioni di euro e si riducono di 352 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (-10,2%) con una diminuzione dei ricavi da servizi stand alone (-7,5%) influenzata da un andamento dei prezzi in parte compensato dall’incremento dei ricavi da servizi ICT.

 

Wholesale Market: il segmento Wholesale National Market presenta nel 2020 ricavi pari a 1.910 milioni di euro, in aumento rispetto al 2019 di 74 milioni di euro (+4,0%) principalmente per effetto della crescita degli accessi nel comparto Ultra BroadBand.

EBITDA

L’EBITDA del 2020 è pari a 5.180 milioni di euro (5.482 milioni di euro nel 2019), con un’incidenza sui ricavi del 43,1% (41,7% nel 2019), con un incremento di 1,4 punti percentuali.

L’EBITDA organico - al netto della componente non ricorrente - si attesta a 5.491 milioni di euro con un’incidenza sui ricavi del 45,5% (46,8% nel 2019) e registra una riduzione di 659 milioni di euro rispetto all'esercizio precedente. Sull'andamento ha inciso l'avvio dal 31 marzo 2020 del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A., ora società a controllo congiunto TIM-Vodafone, che disciplina i servizi c.d. di ospitalità sui siti INWIT. Il nuovo MSA prevede la contabilizzazione dei corrispettivi nei costi per servizi secondo il criterio della competenza contabile, ad eccezione dei 3.500 siti strategici per i quali permane la contabilizzazione in applicazione dell’IFRS 16 come leasing, con una durata di 8 anni, posto che il controllo dei citati siti strategici è rimasto in capo a TIM S.p.A.. In assenza di tale impatto, l'EBITDA organico al netto della componente non ricorrente registrerebbe una riduzione rispetto al 2019 di circa 470 milioni di euro.

TIM S.p.A. ha registrato nel 2020 oneri netti non ricorrenti per complessivi 311 milioni di euro, di cui 106 milioni di euro ricollegabili all’emergenza Covid-19 in Italia. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.

Nel 2019 TIM S.p.A. ha registrato oneri netti non ricorrenti per complessivi 668 milioni di euro relativi principalmente ad accantonamenti per contenziosi di carattere regolatorio e potenziali passività ad essi correlate, a passività con clienti e/o fornitori e a oneri connessi a riorganizzazione/ristrutturazione aziendale nonché alle citate rettifiche di ricavi di esercizi precedenti.

L’EBITDA organico al netto della componente non ricorrente è calcolato come segue:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA

5.180

5.482

(302)

(5,5)

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

311

668

(357)

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

5.491

6.150

(659)

(10,7)



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A livello di EBITDA si registra inoltre quanto segue:

Altri proventi operativi


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Indennità di ritardato pagamento dei servizi telefonici

40

48

(8)

Recupero costi del personale, acquisti e prestazioni di servizi

16

37

(21)

Contributi in conto impianti e in conto esercizio

31

27

4

Risarcimenti, penali e recuperi connessi a vertenze

17

17

Revisioni di stima e altre rettifiche

59

36

23

Altri

26

33

(7)

Totale

189

198

(9)


Acquisti di materie e servizi


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Acquisti di beni

926

1.076

(150)

Quote di ricavo da riversare ad altri operatori e costi per servizi
di accesso a reti di telecomunicazioni

692

693

(1)

Costi commerciali e di pubblicità

957

926

31

Consulenze e prestazioni professionali

114

86

28

Energia, manutenzioni, servizi in outsourcing

1.018

1.060

(42)

Costi per godimento di beni di terzi

306

258

48

Altri

598

497

101

Totale acquisti di materie e servizi

4.611

4.596

15

% sui Ricavi

38,3

35,0

3,3pp

Si incrementano di 15 milioni di euro rispetto al 2019 e scontano l'impatto conseguente al citato avvio del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) con INWIT S.p.A.. In assenza di tale impatto, gli acquisti di materie e servizi registrerebbero un decremento rispetto al 2019 di circa 170 milioni di euro, soprattutto sugli acquisti per la rivendita, per effetto della diminuzione dei volumi venduti di terminali del mobile, in coerenza con il riposizionamento delle strategie commerciali in corso. Sulla riduzione hanno inciso anche, soprattutto sul Mobile, le restrizioni connesse all’emergenza Covid-19.

Costi del personale


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Costi e oneri del personale ordinari

2.124

2.244

(120)

Oneri di ristrutturazione e accantonamenti a fondi per il
personale e altri

69

248

(179)

Totale costi del personale

2.193

2.492

(299)


I costi del personale diminuiscono di 299 milioni di euro rispetto al 2019; si evidenziano di seguito i principali elementi che hanno influito su tale variazione:

contrazione di 120 milioni di euro dei costi ordinari del personale principalmente dovuta ai benefici relativi alla riduzione della consistenza media retribuita, pari a complessive –2.191 unità medie.  A seguito delle fusioni di TN Fiber e HR Services in TIM S.p.A., avvenute rispettivamente il 30 settembre 2020 ed il 31 dicembre 2020, sono state inoltre acquisite complessivamente 340 unità medie;

contrazione di 179 milioni di euro degli oneri di ristrutturazione aziendale, correlati a oneri e accantonamenti nell’ambito del piano di ristrutturazione aziendale.

L’organico al 31 dicembre 2020 ammonta a 38.516 unità (40.237 unità al 31 dicembre 2019), con un decremento di 1.721 unità.

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Altri costi operativi


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Svalutazioni e oneri connessi alla gestione dei crediti

328

402

(74)

Accantonamenti ai fondi per rischi e oneri

1

414

(413)

Contributi e canoni per l’esercizio di attività di
telecomunicazioni

42

43

(1)

Oneri ed accantonamenti per imposte indirette e tasse

53

63

(10)

Penali, indennizzi per transazioni e sanzioni amministrative

120

64

56

Quote e contributi associativi, elargizioni, borse di studio e
stages

10

10

Altri

51

65

(14)

Totale

605

1.061

(456)


Gli Altri costi operativi del 2020 includono una componente non ricorrente pari a 145 milioni di euro, riferibile principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione del credito in relazione all’emergenza Covid-19 (46 milioni di euro), oneri per sanzioni di carattere regolatorio ed oneri connessi ad accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti. In particolare, con riferimento alla gestione del credito, si rileva che lo scenario macroeconomico di forte riduzione del PIL originato dalla pandemia originato ha determinato un peggioramento dell’Expected Credit Loss di una parte della clientela.. Di conseguenza l’accantonamento a fondo svalutazione crediti è stato adeguato in funzione del differenziale di perdita attesa. Con riferimento alle svalutazioni ed oneri connessi alla gestione del credito, si segnala che la riduzione è la conseguenza di un programma di ottimizzazione dei processi volto a efficientare la gestione del credito, a 360 gradi, intervenendo sull’intero processo che coinvolge il cliente. In particolare si fa riferimento alla fase di accettazione, gestione e recupero del credito fino ad arrivare al modello di valutazione delle nuove offerte commerciali.

La componente non ricorrente del 2019, pari a 412 milioni di euro, si riferiva principalmente a contenziosi di carattere regolatorio e passività ad essi correlate e a passività con clienti e/o fornitori.


Ammortamenti e investimenti

Gli ammortamenti del 2020 risultano pari a 3.582 milioni di euro (3.719 milioni di euro nel 2019) e sono così dettagliati:

(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Ammortamento delle attività immateriali a vita utile definita

1.290

1.222

68

Ammortamento delle attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi

2.292

2.497

(205)

Totale

3.582

3.719

(137)

In particolare, l’ammortamento delle attività immateriali si incrementa di 68 milioni di euro principalmente a seguito dell’avvio di progetti relativi a sistemi software e service creation.

L’ammortamento delle attività materiali di proprietà si decrementa per 68 milioni di euro a seguito di minori investimenti su vari capitoli tra i quali si evidenziano, in particolare, i raccordi di abbonato e gli autocommutatori SL, gli impianti UMTS, gli impianti trasmissivi LTE e i sistemi UMTS RMC.


L’ammortamento dei diritti d’uso su beni di terzi si decrementa per 137 milioni di euro, determinato da una riduzione di 164 milioni di euro su contratti di lease immobiliari e di 3 milioni di euro su altri beni in lease, parzialmente compensata da un incremento di 30 milioni di euro sui diritti d'uso per impianti e macchinari in lease, riconducibile a investimenti connessi all’acquisizione di capacità trasmissiva in IRU.


Gli investimenti industriali sono complessivamente pari 2.485 milioni di euro (2.537 milioni di euro nel 2019), con un decremento di 52 milioni di euro. Sono così dettagliati:


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(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Investimenti nelle attività immateriali a vita utile definita

959

819

140

Investimenti nelle attività materiali e nei diritti d'uso su beni di
terzi

1.526

1.718

(192)

Totale

2.485

2.537

(52)


In particolare, la riduzione rilevata sugli investimenti in attività materiali e diritti d’uso su beni di terzi, pari a 192 milioni di euro, è determinata principalmente dai minori investimenti in immobilizzazioni materiali sopra citati.

Gli investimenti nelle attività immateriali registrano un incremento di 140 milioni di euro conseguente, tra l’altro, ad una diversa composizione degli investimenti dedicati allo sviluppo della Core Network, caratterizzata da un’evoluzione tecnologica sempre più spinta verso l’automazione e la digitalizzazione, con conseguenti maggiori investimenti di tipo immateriale.


Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non correnti

La voce è negativa per 14 milioni di euro (negativa per 41 milioni di euro nel 2019), principalmente a seguito di minusvalenze da alienazioni di contratti di diritto d'uso per 44 milioni di euro,il cui effetto è parzialmente  compensato da plusvalenze da alienazioni di diritti d'uso per 30 milioni di euro, per effetto delle operazioni di rinegoziazione dei contratti di lease e in particolare della derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con INWIT.


Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti

La voce è negativa per 8 milioni di euro (assente nel 2019) principalmente a seguito degli accantonamenti a fronte di differenze inventariali relative a materiali di magazzino impianti presso i cantieri di imprese esterne.


In sede di Bilancio 2020 TIM S.p.A. ha effettuato il processo di impairment test sull’Avviamento. Le risultanze di tale valutazione, effettuata nel rispetto della specifica procedura di cui il Gruppo TIM si è dotato, hanno confermato i valori dell’Avviamento. Per maggiori dettagli si rimanda a quanto riportato nella Nota “Avviamento” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.

EBIT

L’EBIT del 2020 è pari a 1.576 milioni di euro (1.722 milioni di euro nel 2019) in diminuzione di 146 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, con un’incidenza sui ricavi del 13,1% (13,1% nel 2019).

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, si attesta a 1.887 milioni di euro (2.390 milioni di euro nel 2019) con un’incidenza sui ricavi del 15,6% (18,2% nel 2019) e sconta l'effetto delle stesse dinamiche già rilevate per l'EBITDA. In particolare, TIM S.p.A. ha registrato nel 2020 oneri netti non ricorrenti per complessivi 311 milioni di euro; l’EBIT del 2019 scontava l’impatto negativo di oneri non ricorrenti per 668 milioni di euro.

Per maggiori dettagli inerenti le componenti non ricorrenti si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.

L’EBIT organico, al netto della componente non ricorrente, è calcolato come segue:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBIT

1.576

1.722

(146)

(8,5)

Oneri/ (Proventi) non ricorrenti

311

668

(357)

EBIT ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

1.887

2.390

(503)

(21,0)






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Saldo dei proventi (oneri) da partecipazioni

La voce, pari a 551 milioni di euro (117 milioni di euro nel 2019), è così composta:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Dividendi

331

141

190

Plusvalenze nette su cessione partecipazioni

227

35

192

Minusvalenze da cessioni di partecipazioni

(26)

26

Riduzioni di valore di attività finanziarie

(7)

(28)

21

Altri oneri da partecipazioni

(5)

5

Totale

551

117

434

Si segnala in particolare quanto segue:

i dividendi si riferiscono principalmente alla società controllata TI Finance (75 milioni di euro) e alla società collegata INWIT S.p.A. (256 milioni di euro). Nel 2019 i dividendi si riferivano principalmente all’allora società controllata INWIT S.p.A. (76 milioni di euro), nonché alle società controllate TI Finance (53 milioni di euro) e Persidera (10 milioni di euro);

le plusvalenze nette – pari a 227 milioni di euro – sono correlate principalmente alle operazioni di cessione di azioni INWIT avvenute nel 2020; in particolare si riferiscono:

per 51 milioni di euro alla cessione avvenuta in data 23 aprile 2020 di azioni, pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali;

per 144 milioni di euro alla vendita avvenuta in data 2 ottobre 2020 a Daphne 3 S.p.A. di n. 142.090.396 azioni INWIT, rappresentanti il 14,80% del capitale sociale della società stessa;

per 13 milioni di euro al trasferimento da parte di TIM in favore ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited di una partecipazione in INWIT pari a circa l’1,2% del relativo capitale sociale (corrispondente a n.11.522.400 azioni INWIT), avvenuto sempre in data 2 ottobre 2020;

per 19 milioni di euro al trasferimento da parte di TIM in favore del medesimo veicolo di un'ulteriore quota di azioni INWIT pari all'1,8% del capitale sociale della stessa (corrispondente a n.17.030.535 azioni), a seguito dell'esercizio della relativa opzione di acquisto, avvenuto a dicembre 2020.

le riduzioni di valore si riferiscono alla svalutazione della partecipazione nella società controllata Olivetti. Nel 2019 le riduzioni di valore si riferivano principalmente alla svalutazione delle partecipazioni nelle società controllate Olivetti (18 milioni di euro), Tim Tank (3 milioni di euro), Timvision (2 milioni di euro), Tn Fiber (1 milione di euro), nonché nella società collegata Tiglio I (4 milioni di euro).

Saldo dei Proventi/(Oneri) finanziari

Il saldo dei proventi/(oneri) finanziari è negativo e pari a 961 milioni di euro (negativo per 1.267 milioni di euro nel 2019) ed è così composto:


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

Proventi finanziari

1.012

1.195

(183)

Oneri finanziari

(1.973)

(2.462)

489

Totale netto proventi (oneri) finanziari

(961)

(1.267)

306


La positiva variazione deriva principalmente dai minori oneri finanziari connessi alla riduzione del livello dei tassi di interesse e beneficia altresì degli effetti positivi della variazione di alcune partite non monetarie - di natura valutativa e contabile, relative alla valutazione al fair value di strumenti derivati.


Imposte sul reddito

Nel 2020 si sono registrati proventi per imposte per 5.995 milioni di euro (imposte per 190 milioni di euro nel 2019). I proventi per imposte sono principalmente relativi all’iscrizione di imposte differite attive conseguenti al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis (5.877

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113


milioni di euro). Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota "imposte sul reddito (correnti e differite" del Bilancio al 31 dicembre 2020 di TIM S.p.A..

La voce beneficia altresì del positivo effetto fiscale per le minori imposte di esercizi precedenti, che si generano a seguito del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” nelle dichiarazioni dei redditi e Irap di TIM S.p.A. degli esercizi 2015 – 2019 (299 milioni di euro).


Risultato dell’esercizio

Il risultato del 2020 è positivo per 7.161 milioni di euro (positivo per 382 milioni di euro nel 2019) e beneficia dell’effetto positivo di proventi netti non ricorrenti per 5.831 milioni di euro.

In termini comparabili, il risultato dell’esercizio 2020 sarebbe positivo per circa 1,3 miliardi di euro, in incremento di circa 0,4 miliardi di euro rispetto all’esercizio 2019.


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Andamento patrimoniale e finanziario

Struttura patrimoniale


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Attivo

Attivo non corrente

61.804

57.494

4.310

Avviamento

23.051

24.341

(1.290)

Altre attività immateriali

5.500

5.818

(318)

Attività materiali

10.335

10.591

(256)

Diritti d'uso su beni di terzi

4.096

4.906

(810)

Altre attività non correnti

11.485

10.956

529

Attività per imposte anticipate

7.337

882

6.455

Attivo corrente

5.567

5.786

(219)

Rimanenze di magazzino, Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

3.608

3.886

(278)

Crediti per imposte sul reddito

39

67

(28)

Attività finanziarie correnti

1.920

1.005

915

67.371

63.280

4.091

Passivo

Patrimonio netto

25.008

18.174

6.834

Passivo non corrente

32.717

34.793

(2.076)

Passivo corrente

9.646

10.313

(667)

67.371

63.280

4.091

Attivo non corrente

Avviamento: si riduce di 1.290 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, a seguito delle citate operazioni di cessione di azioni INWIT avvenute tra aprile e dicembre 2020;

Altre attività immateriali: si riducono di 318 milioni di euro, da 5.818 milioni di euro di fine 2019 a 5.500 milioni di euro al 31 dicembre 2020, quale saldo fra le seguenti partite:

investimenti industriali (+959 milioni di euro);

ammortamenti dell'esercizio (-1.290 milioni di euro);

dismissioni, riclassifiche e altre variazioni (+13 milioni di euro).

Attività materiali: diminuiscono di 256 milioni di euro per effetto delle seguenti partite:

investimenti industriali (+1.468 milioni di euro);

ammortamenti dell'esercizio (-1.750 milioni di euro);

dismissioni, riclassifiche e altre variazioni (+26 milioni di euro).

Diritti d’uso su beni di terzi: diminuiscono di 810 milioni di euro per effetto delle seguenti partite:

investimenti e incrementi di contratti di leasing (+947 milioni di euro). Gli incrementi dei contratti di leasing comprendono 368 milioni di euro connessi all’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. a seguito dell’efficacia, dal 31 marzo 2020, del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A. (ora società a controllo congiunto) che disciplina i servizi c.d. di ospitalità sui siti INWIT;

ammortamenti dell'esercizio (-542 milioni di euro);

dismissioni, riclassifiche e altre variazioni (-1.215 milioni di euro). Comprendono gli impatti connessi alla derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con INWIT (777 milioni di euro) e con Vodafone (266 milioni di euro), a seguito dell’efficacia del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A..

Attività per imposte anticipate: si incrementano di 6.455 milioni di euro principalmente per l’iscrizione di attività per imposte differite attive a seguito del riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis (6.569 milioni di euro).



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115


Patrimonio netto

Il Patrimonio netto, pari a 25.008 milioni di euro, si incrementa di 6.834 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (18.174 milioni di euro). Nella tabella che segue sono riportate le variazioni del patrimonio netto nel 2020 e nel 2019:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

A inizio esercizio

18.174

18.138

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161

382

Dividendi deliberati

(317)

(166)

Fusione di Noverca S.r.l. in TIM S.p.A.

1

Fusione di HR Services S.r.l. in TIM S.p.A

12

Piano di Azionariato Diffuso 2020

44

Emissione di strumenti rappresentativi di patrimonio netto e altre variazioni

5

3

Movimentazione della riserva per attività finanziarie rilevate al far value nelle altre
componenti del conto economico complessivo e degli strumenti derivati di copertura

(75)

(154)

Movimentazione della riserva per rimisurazione piani per dipendenti a benefici definiti
(IAS 19)

4

(30)

A fine esercizio

25.008

18.174


Flussi finanziari

Variazione dell’indebitamento finanziario netto


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

EBITDA

5.180

5.482

(302)

Investimenti industriali di competenza

(2.485)

(2.537)

52

Variazione del Capitale circolante netto operativo:

591

337

254

Variazione delle rimanenze di magazzino

12

107

(95)

Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti

217

107

110

Variazione dei debiti commerciali

287

128

159

Variazioni di debiti per licenze di telefonia mobile

(110)

(18)

(92)

Altre variazioni di crediti/debiti operativi

185

13

172

Variazione dei fondi relativi al personale

(611)

(260)

(351)

Variazione dei fondi operativi e Altre variazioni

(122)

183

(305)

Operating free cash flow netto

2.553

3.205

(652)

di cui Operating free cash flow connesso all’acquisizione di
licenze di telefonia mobile

(110)

(18)

(92)

% sui Ricavi

21,2

24,4

(3,2)

Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni

1.822

154

1.668

Investimenti finanziari

(101)

(43)

(58)

Flusso dividendi

14

(26)

40

Incrementi di contratti di leasing

(889)

(861)

(28)

Aumenti/rimborsi di capitale

8

8

Flusso oneri finanziari, imposte e altri fabbisogni netti, non
operativi

552

(1.412)

1.964

Impatto netto applicazione IFRS 16 al 1.1.2019

(2.940)

2.940

Riduzione/(Incremento) dell'Indebitamento finanziario netto

3.959

(1.923)

5.882

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Equity Free Cash Flow


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

OPERATING FREE CASH FLOW NETTO

2.553

3.205

(652)

Licenze di telefonia mobile / spectrum

110

18

92

Gestione finanziaria

(1.033)

(1.211)

178

Imposte sul reddito e altri

430

216

214

EQUITY FREE CASH FLOW

2.060

2.228

(168)


La diminuzione dell’operating free cash flow netto del 2020 rispetto al 2019 (-652 milioni di euro) è principalmente connesso al decremento registrato dall’EBITDA (-302 milioni di euro), alla variazione dei fondi relativi al personale (-351 milioni di euro) e alla variazione dei fondi operativi e altre variazioni (-305 milioni di euro), parzialmente compensata dalla dinamica del capitale circolante (+254 milioni di euro), in particolare dei crediti e dei debiti  commerciali  e dal minor fabbisogno per investimenti (+52 milioni di euro).

Oltre a quanto già precedentemente dettagliato con riferimento all’EBITDA, hanno in particolare inciso sulla variazione dell’indebitamento finanziario netto nel 2020 le seguenti voci:

Flusso investimenti industriali

Gli investimenti industriali sono complessivamente pari 2.485 milioni di euro (pari a 2.537 milioni di euro nel 2019), con un decremento di 52 milioni di euro, principalmente determinato da minori investimenti in attività materiali e in diritti d’uso su beni di terzi (-192 milioni di euro), compensati da maggiori investimenti in attività immateriali (+140 milioni di euro).

Flusso cessione di partecipazioni e altre dismissioni

E’ positivo per 1.822 milioni di euro e si riferisce per 1.816 milioni di euro all’incasso relativo alle citate operazioni riguardanti INWIT. Nel 2019 era positivo per 154 milioni di euro e si riferiva per 142 milioni di euro all’incasso relativo alla vendita della partecipazione nella società controllata Persidera S.p.A..

Flusso investimenti finanziari

Ammonta a 101 milioni di euro e si riferisce principalmente al versamento in conto partecipazione per sottoscrizione di aumento di capitale a favore delle società controllate Olivetti (25 milioni di euro), Flash Fiber (48 milioni di euro), Tim Tank (6 milioni di euro), Telsy (5 milioni di euro) e acquisizione della partecipazione nella società controllata Noovle Srl e Noovle S.p.A. (13 milioni di euro) e nella società collegata Tim Fin (3 milioni di euro). Nel 2019 ammontava a 43 milioni di euro e si riferiva principalmente al versamento in conto partecipazione per sottoscrizione di aumento di capitale a favore delle società controllate Flash Fiber (39 milioni di euro) e Tim Tank (3 milioni di euro).

Incrementi di contratti di leasing

La voce è pari a 889 milioni di euro (861 milioni di euro nel 2019).

Gli incrementi di contratti di leasing finanziari comprendono il maggior valore di diritti d’uso iscritto a seguito di nuovi contratti di locazione passiva, di incrementi dei canoni di locazione e di rinegoziazioni di contratti esistenti. In particolare, comprendono 368 milioni di euro connessi all’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. a seguito dell’efficacia, dal 31 marzo 2020, del nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A..

Aumenti/Rimborsi di capitale, comprensivi di oneri accessori

Ammontano a 8 milioni di euro e derivano dall’emissione delle azioni ordinarie al servizio del Piano di Azionariato Diffuso 2020, sottoscritto dai dipendenti delle società del Gruppo TIM e dai dipendenti di TIM S.p.A., per le quote sottoscritte con modalità diverse dall’utilizzo del TFR (bonifico o finanziamento).

Flusso oneri finanziari, imposte ed altri fabbisogni netti non operativi

Comprende principalmente il pagamento di imposte, gli oneri finanziari netti e la variazione dei debiti e crediti di natura non operativa.


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117


Cessioni di crediti a società di factoring

Le cessioni di crediti commerciali a società di factoring perfezionate nell’esercizio 2020 hanno comportato un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2020 pari a 1.919 milioni di euro (1.818 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

A seguito della richiesta da parte di TIM S.p.A. dell’agevolazione “Patent box” per il quinquennio 2015-2019 e del conseguente accordo con l’Agenzia delle Entrate per l’anno 2015 e di quello relativo ai beni complementari per gli anni 2016-2019, l’agevolazione dei periodi d’imposta 2015 e 2016 è stata inserita cumulativamente nelle dichiarazioni rettificative Ires e Irap per il periodo 2016 presentate il 25 settembre 2020, mentre l'agevolazione per i periodi d'imposta 2017 e 2018 è stata fruita nelle dichiarazioni Ires e Irap per il periodo d'imposta 2019 trasmesse il 10 dicembre 2020. In particolare, per quanto attiene all’Ires, il maggior credito del 2016 pari a 123 milioni di euro e il credito del 2019 pari a 180 milioni di euro sono stati chiesti a rimborso all’Agenzia delle Entrate nelle relative dichiarazioni e poi ceduti ed incassati rispettivamente in data 30 settembre 2020 e 21 dicembre 2020.


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TABELLE DI DETTAGLIO - TIM S.p.A.

Conto economico separato


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

(a-b)

(a)

(b)

assolute

%

Ricavi

12.030

13.137

(1.107)

(8,4)

Altri proventi operativi

189

198

(9)

(4,5)

Totale ricavi e proventi operativi

12.219

13.335

(1.116)

(8,4)

Acquisti di materie e servizi

(4.611)

(4.596)

(15)

(0,3)

Costi del personale

(2.193)

(2.492)

299

12,0

Altri costi operativi

(605)

(1.061)

456

43,0

Variazione delle rimanenze

(11)

(107)

96

89,7

Attività realizzate internamente

381

403

(22)

(5,5)

Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)

5.180

5.482

(302)

(5,5)

Ammortamenti

(3.582)

(3.719)

137

3,7

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti

(14)

(41)

27

65,9

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti

(8)

(8)

-

Risultato operativo (EBIT)

1.576

1.722

(146)

(8,5)

Proventi (oneri) da partecipazioni

551

117

434

Proventi finanziari

1.012

1.195

(183)

(15,3)

Oneri finanziari

(1.973)

(2.462)

489

19,9

Utile (perdita) prima delle imposte

1.166

572

594

Imposte sul reddito

5.995

(190)

6.185

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161

382

6.779


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Tabelle di dettaglio - TIM S.p.A.

119


Conto economico complessivo


Ai sensi dello IAS 1 (Presentazione del bilancio), viene di seguito esposto il prospetto di Conto Economico Complessivo, comprensivo, oltre che dell’utile (perdita) dell’esercizio, come da Conto Economico Separato, delle altre variazioni dei movimenti di Patrimonio Netto diverse da quelle con gli Azionisti.

(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio

(a)

7.161

382

Altre componenti del conto economico complessivo

Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti
conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(4)

3

Effetto fiscale

(b)

(4)

3

Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):

Utili (perdite) attuariali

6

(40)

Effetto fiscale

(2)

10

(c)

4

(30)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il
metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Effetto fiscale

(d)

Totale altre componenti che non saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato

(e=b+c+d)

(27)

Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel conto
economico separato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti
di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

4

(36)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

25

Effetto fiscale

(1)

1

(f)

3

(10)

Strumenti derivati di copertura:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(409)

(202)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

312

8

Effetto fiscale

23

47

(g)

(74)

(147)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il
metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

Effetto fiscale

(h)

Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato

(i= f+g+h)

(71)

(157)

Totale altre componenti del conto economico complessivo

(k= e+i)

(71)

(184)

Utile (perdita) complessivo dell'esercizio

(a+k)

7.090

198



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120


Situazione patrimoniale-finanziaria


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazioni

(a)

(b)

(a-b)

Attività

Attività non correnti

Attività immateriali

Avviamento

23.051

24.341

(1.290)

Attività immateriali a vita utile definita

5.500

5.818

(318)

28.551

30.159

(1.608)

Attività materiali

Immobili, impianti e macchinari di proprietà

10.335

10.591

(256)

Diritti d'uso su beni di terzi

4.096

4.906

(810)

Altre attività non correnti

Partecipazioni

7.245

6.861

384

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione
attiva

17

16

1

Altre attività finanziarie non correnti

2.490

2.333

157

Crediti vari e altre attività non correnti

1.733

1.746

(13)

Attività per imposte anticipate

7.337

882

6.455

18.822

11.838

6.984

Totale Attività non correnti

(a)

61.804

57.494

4.310

Attività correnti

Rimanenze di magazzino

144

155

(11)

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

3.464

3.731

(267)

Crediti per imposte sul reddito

39

67

(28)

Attività finanziarie correnti

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva

44

54

(10)

Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari e
altre attività finanziarie correnti

110

122

(12)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

1.766

829

937

1.920

1.005

915

Sub-totale Attività correnti

5.567

4.958

609

Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere
cedute

828

(828)

Totale Attività correnti

(b)

5.567

5.786

(219)

Totale Attività

(a+b)

67.371

63.280

4.091



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121


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazioni

(a)

(b)

(a-b)

Patrimonio netto e passività

Patrimonio netto

Capitale emesso

11.677

11.677

meno: Azioni proprie

(19)

(21)

2

Capitale

11.658

11.656

2

Riserva da sovrapprezzo azioni

2.133

2.094

39

Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l'utile
(perdita) dell'esercizio

11.217

4.424

6.793

Totale Patrimonio netto

(c)

25.008

18.174

6.834

Passività non correnti

Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri

24.440

26.182

(1.742)

Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione
passiva

3.506

4.002

(496)

Fondi relativi al personale

676

1.106

(430)

Passività per imposte differite

2

(2)

Fondi per rischi e oneri

618

528

90

Debiti vari e altre passività non correnti

3.477

2.973

504

Totale Passività non correnti

  (d)

32.717

34.793

(2.076)

Passività correnti

Passività finanziarie correnti per contratti di finanziamento
e altri

3.342

3.787

(445)

Passività finanziarie correnti per contratti di locazione
passiva

463

666

(203)

Debiti commerciali, vari e altre passività correnti

5.610

5.843

(233)

Debiti per imposte sul reddito

231

17

214

Sub-totale Passività correnti

9.646

10.313

(667)

Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività
non correnti destinate ad essere cedute

Totale Passività correnti

(e)

9.646

10.313

(667)

Totale Passività

(f=d+e)

42.363

45.106

(2.743)

Totale Patrimonio netto e passività

(c+f)

67.371

63.280

4.091



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122


Rendiconto finanziario

(milioni di euro)

2020

2019

Flusso monetario da attività operative:

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161

382

Rettifiche per:

Ammortamenti

3.582

3.719

Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

43

57

Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate
(differite)

(6.433)

55

Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

(212)

32

Variazione dei fondi relativi al personale

(611)

(260)

Variazione delle rimanenze

12

107

Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti

217

107

Variazione dei debiti commerciali

(23)

(121)

Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito

694

100

Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività

56

217

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative

(a)

4.486

4.395

Flusso monetario da attività di investimento:

Acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa

(2.285)

(2.307)

Contributi in conto impianti incassati

24

28

Disponibilità liquide derivanti da operazioni societarie

51

14

Acquisizione/cessione di altre partecipazioni

(101)

(43)

Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i
derivati attivi di copertura e non)

(62)

241

Corrispettivo incassato dalla vendita di partecipazioni in imprese
controllate

142

Corrispettivo incassato/ rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali, diritti d'uso su beni di terzi e di altre attività non correnti

1.822

12

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento

(b)

(551)

(1.913)

Flusso monetario da attività di finanziamento:

Variazione delle passività finanziarie correnti e altre

(732)

(886)

Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota
corrente)

1.022

3.814

Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

(2.809)

(4.796)

Variazione dei derivati attivi/passivi di copertura e non

93

(187)

Incassi per aumenti/rimborsi di capitale

8

Dividendi pagati

(317)

(166)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento

(c)

(2.735)

(2.221)

Flusso monetario complessivo

(d=a+b+c)

1.200

261

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio
dell'esercizio

(e)

45

(216)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine
dell'esercizio

(f=d+e)

1.245

45



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TIM S.p.A.

Tabelle di dettaglio - TIM S.p.A.

123


Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d’uso su beni di terzi 


(milioni di euro)

2020

2019

Acquisti di attività immateriali

(959)

(819)

Acquisti di attività materiali

(1.468)

(1.658)

Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi

(947)

(921)

Totale acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni
di terzi per competenza

(3.374)

(3.398)

Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, materiali e diritti
d'uso su beni di terzi

1.089

1.091

Totale acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni
di terzi per cassa

(2.285)

(2.307)


Informazioni aggiuntive del Rendiconto finanziario


(milioni di euro)

2020

2019

Imposte sul reddito (pagate)/incassate

249

(28)

Interessi pagati

(1.389)

(1.689)

Interessi incassati

465

655

Dividendi incassati

331

140


Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette


(milioni di euro)

2020

2019

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

829

885

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista

(784)

(1.101)

45

(216)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

1.765

829

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista

(520)

(784)

1.245

45


Le ulteriori informazioni integrative, richieste dallo IAS 7, sono presentate nell’ambito della Nota “Indebitamento finanziario netto” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.



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124


INDICATORI AFTER LEASE - TIM S.p.A.

Al fine di consentire una migliore valutazione dell’andamento della gestione economica e della situazione patrimoniale e finanziaria, la Società utilizza, in aggiunta agli indicatori finanziari convenzionali previsti dagli IFRS, alcuni indicatori alternativi di performance. In particolare, a seguito dell’adozione dell’IFRS 16, TIM presenta i seguenti ulteriori indicatori alternativi di performance:


EBITDA ADJUSTED AFTER LEASE TIM S.p.A.


(milioni di euro)

2020

2019

Variazioni

assolute

%

EBITDA ORGANICO - esclusa componente non ricorrente

5.491

6.150

(659)

(10,7)

Canoni per leasing

(599)

(824)

225

(27,3)

EBITDA adjusted After Lease (EBITDA-AL)

4.892

5.326

(434)

(8,1)


INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO RETTIFICATO AFTER LEASE TIM S.p.A.


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato

25.783

29.740

(3.957)

Leasing

(3.908)

(4.656)

748

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato - After Lease

21.875

25.084

(3.209)


EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE TIM S.p.A.


(milioni di euro)

2020

2019

Variazione

EQUITY FREE CASH FLOW

2.060

2.228

(168)

Leasing

(558)

(684)

126

EQUITY FREE CASH FLOW AFTER LEASE

1.502

1.544

(42)


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Tabelle di dettaglio - TIM S.p.A.

125




Indebitamento finanziario netto

La composizione dell’indebitamento finanziario netto è la seguente:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

(a)

(b)

(a-b)

Passività finanziarie non correnti

Obbligazioni

14.506

15.118

(612)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

9.934

11.064

(1.130)

Passività per locazioni finanziarie

3.506

4.002

(496)

27.946

30.184

(2.238)

Passività finanziarie correnti (1)

Obbligazioni

864

1.603

(739)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

2.478

2.184

294

Passività per locazioni finanziarie

463

666

(203)

3.805

4.453

(648)

Totale debito finanziario lordo

31.751

34.637

(2.886)

Attività finanziarie non correnti

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva

(17)

(16)

(1)

Crediti finanziari e altre attività finanziarie

(2.490)

(2.333)

(157)

(2.507)

(2.349)

(158)

Attività finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva

(44)

(54)

10

Crediti finanziari e altre attività finanziarie

(110)

(122)

12

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

(1.766)

(829)

(937)

(1.920)

(1.005)

(915)

Totale attività finanziarie

(4.427)

(3.354)

(1.073)

Indebitamento finanziario netto contabile

27.324

31.283

(3.959)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(1.541)

(1.543)

2

Indebitamento finanziario netto rettificato

25.783

29.740

(3.957)

Così dettagliato:

Totale debito finanziario lordo rettificato

28.825

31.992

(3.167)

Totale attività finanziarie rettificate

(3.042)

(2.252)

(790)

(1) di cui quota corrente del debito a M/L termine:

Obbligazioni

864

1.603

(739)

Debiti verso banche, altri debiti e passività finanziarie

1.356

905

451

Passività per locazioni finanziarie

456

666

(210)

La quota non corrente del debito finanziario lordo pari a 27.946 milioni di euro (30.184 milioni di euro a fine 2019) rappresenta l'88% del debito finanziario lordo totale.

Al fine del perseguimento a livello di Gruppo degli obiettivi in termini di composizione del debito e nell’ambito delle Linee guida per la “Gestione e controllo dei rischi finanziari” adottate, TIM S.p.A., ricorrendo sia a finanziamenti da terzi che intercompany, utilizza gli strumenti derivati IRS e CCIRS a copertura delle proprie passività.

Gli strumenti finanziari derivati vengono designati a copertura del fair value per la gestione del rischio di cambio sugli strumenti finanziari denominati in valute diverse dall’euro e per la gestione del rischio di interesse sui finanziamenti a tasso fisso. Gli strumenti finanziari sono, invece, designati a copertura dei flussi di cassa quando hanno l’obiettivo di predeterminare il tasso di cambio e di interesse dei flussi contrattuali variabili futuri.

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato ammonta a 25.783 milioni di euro al 31 dicembre 2020, in diminuzione di 3.957 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (29.740 milioni di euro). Alla riduzione hanno contribuito la solida generazione di cassa operativa, ottenuta anche con ottimizzazione del capitale circolante, che ha garantito il pagamento di dividendi su azioni ordinarie e risparmio di TIM S.p.A. per complessivi 317 milioni di euro (rispetto a 166 milioni di euro pagati nel 2019 alle sole azioni di risparmio), il pagamento della rata afferente alla licenza 5G (110 milioni di euro) nonché gli effetti dell’operazione INWIT. In particolare, con riferimento a INWIT si evidenziano il deconsolidamento del debito della società (780 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019) che ha ampiamente compensato il sorgere del nuovo debito per locazioni finanziarie verso INWIT, ora società a controllo congiunto (368 milioni di euro) a fronte della contestuale chiusura di contratti di locazione finanziaria verso Vodafone (214 milioni di euro), l’incasso dei dividendi (256 milioni di euro, di cui 214 milioni di euro di dividendo straordinario), la cessione del 4,3% della partecipazione (400 milioni di euro). In

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126




data 2 ottobre 2020 sono avvenute le cessioni da parte di TIM S.p.A. a Daphne 3 S.p.A. del 14,8% della partecipazione in Inwit (1.345 milioni di euro) e a Canson del 1,2% della partecipazione in Inwit (109 milioni di euro). In data 4 dicembre 2020, a seguito dell'esercizio di un'opzione scadente a fine anno, TIM S.p.A. ha ceduto a Canson la residua quota detenuta in Inwit pari all'1,8% (161 milioni di euro). Pertanto, a seguito di tali operazioni, al 31 dicembre 2020 Inwit risulta partecipata al 30,2% da Daphne 3 S.p.A., società controllata al 51% da TIM S.p.A..

Inoltre, a seguito della richiesta da parte di TIM S.p.A. dell’agevolazione “Patent box” per il quinquennio 2015-2019 sono già stati incassati 303 milioni di euro.

Per una migliore comprensione dell’informativa, nella tabella che segue sono illustrate le diverse modalità di rappresentazione dell’Indebitamento Finanziario Netto:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Variazione

Indebitamento Finanziario Netto Contabile

27.324

31.283

(3.959)

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(1.541)

(1.543)

2

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato

25.783

29.740

(3.957)

Leasing

(3.908)

(4.656)

748

Indebitamento Finanziario Netto Rettificato - After Lease

21.875

25.084

(3.209)


L’Indebitamento Finanziario Netto contabile al 31 dicembre 2020 è pari a 25.783 milioni di euro, in diminuzione di 3.957 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (31.283 milioni di euro); e recepisce l’impatto derivante dall’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16 (Leasing). Lo storno della valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie registra una variazione di 2 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, l'impatto riconducibile alla marcata discesa dei tassi di interesse in dollari americani è limitato a poche coperture e compensato dalla più lieve discesa dei tassi in euro. Tale valutazione è rettificata nell’Indebitamento Finanziario contabile non avendo effetti monetari.

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato - After Lease (al netto dell’impatto di tutti i lease), metrica adottata dai principali peer europei, al 31 dicembre 2020 risulta pari a 21.875 milioni di euro, in diminuzione di 3.209 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (25.084 milioni di euro). La riduzione è inferiore a quella evidenziata nell’Indebitamento finanziario netto rettificato in quanto non si considerano gli effetti del deconsolidamento/nuovo debito ai fini IFRS16 correlato all’operazione di Inwit.


Debito finanziario lordo

Obbligazioni

Le obbligazioni al 31 dicembre 2019 sono iscritte per un importo pari a 15.370 milioni di euro (16.721 milioni di euro al 31 dicembre 2019). In termini di valore nominale di rimborso sono pari a 14.974 milioni di euro, con una riduzione di 1.392 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (16.366 milioni di euro).

Relativamente all’evoluzione dei prestiti obbligazionari nell’esercizio 2020 si segnala quanto segue:


(milioni di valuta originaria)

Valuta

Importo

Data di rimborso

Rimborsi

Telecom Italia S.p.A. 719 milioni di euro 4,000% (1)

Euro

719

21/1/2020

Telecom Italia S.p.A 547 milioni di euro 4,875% (2)

Euro

547

25/9/2020

(1)Al netto dei riacquisti per 281 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

(2)Al netto dei riacquisti per 453 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.


Con riferimento al Prestito obbligazionario 2002-2022 di Telecom Italia S.p.A., riservato in sottoscrizione al personale del Gruppo, si segnala che al 31 dicembre 2020 è pari a 217 milioni di euro (valore nominale), in aumento di 12 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (205 milioni di euro).


Revolving Credit Facility e Term Loan

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 31 dicembre 2020:

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127




(miliardi di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Accordato

Utilizzato

Accordato

Utilizzato

Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023

5,0

5,0

Bridge to Bond Facility - scadenza maggio 2021

1,7

Totale

6,7

5,0


Al 31 dicembre 2020 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.500 milioni di euro e di linee Hot Money per 490 milioni di euro interamente utilizzate.

In data 18 maggio 2020 TIM ha stipulato una nuova Linea di Credito strutturata come Bridge to Bond per successive emissioni sul mercato obbligazionario per un importo pari a 1,7 miliardi di euro ed una scadenza iniziale di 12 mesi con opzione di estensione per ulteriori 12 mesi.

In data 18 gennaio 2021 TIM ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

In data 19 gennaio 2021 TIM ha deciso di cancellare totalmente la linea Bridge to Bond da 1,7 miliardi di euro, non utilizzati.


Scadenze delle passività finanziarie

La scadenza media delle passività finanziarie non correnti (inclusa la quota del medio-lungo termine scadente entro dodici mesi) è pari a 9,31 anni.

Per quanto concerne il dettaglio delle scadenze delle passività finanziarie in termini di valore nominale dell’esborso atteso, come contrattualmente definito, si rimanda a quanto descritto nella Nota “Passività finanziarie (non correnti e correnti)” del Bilancio separato al 31 dicembre 2020 di TIM S.p.A..


Attività finanziarie e margine di liquidità

Le attività finanziarie ammontano a 4.427 milioni di euro (3.354 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferiscono per 763 milioni di euro a crediti finanziari verso società del Gruppo.

Si precisa, inoltre, che 1.920 milioni di euro (1.005 milioni di euro al 31 dicembre 2019) sono classificati come attività finanziarie correnti.

Il margine di liquidità disponibile per TIM S.p.A. è pari a 8.466 milioni di euro ed è calcolato considerando:

la “Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti” e i “Titoli correnti diversi dalle partecipazioni” per 1.766 milioni di euro (829 milioni di euro al 31 dicembre 2019);

l’ammontare della nuova Revolving Credit Facility pari a 5.000 milioni di euro e della Bridge to Bond Facility pari a 1.700 milioni di euro, totalmente disponibili.

Tale margine consente un’ampia copertura delle passività finanziarie in scadenza.

In particolare:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti per 1.766 milioni di euro (829 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Le differenti forme tecniche di impiego delle disponibilità liquide sono così analizzabili:

Scadenze: gli impieghi hanno una durata massima di tre mesi;

Rischio controparte: gli impieghi sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie con elevato merito di credito;

Rischio Paese: gli impieghi sono stati effettuati sulle principali piazze finanziarie europee.


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128


RICONCILIAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO


(milioni di euro)

Risultato dell'esercizio

Patrimonio netto al 31.12

2020

2019

2020

2019

Patrimonio Netto e Risultato dell'esercizio di
TIM S.p.A.

7.161

382

25.008

18.174

Patrimonio netto e risultato d'esercizio delle
società consolidate al netto della quota di
pertinenza di Azionisti Terzi

391

946

13.461

14.634

Rettifiche di consolidamento sul Patrimonio Netto
e Risultato dell'esercizio attribuibile ai Soci della
Controllante:

eliminazione del valore di carico delle
partecipazioni consolidate

(22.158)

(27.257)

svalutazioni di partecipazioni in imprese
controllate incluse nei risultati delle imprese
consolidate

9

27

9.515

12.628

eliminazione dell'avviamento iscritto nel
bilancio della Capogruppo

(23.051)

(24.341)

iscrizione delle differenze positive derivanti
dall'acquisto di partecipazioni, di cui:

- avviamenti

22.749

22.944

- avviamento attribuito a INWIT (Asset held
for sale)

3.036

- allocazione del prezzo d'acquisto a poste
dell'attivo e del passivo a seguito di operazioni
di aggregazione aziendale

1

(1)

2

(2)

valutazione degli strumenti derivati di
copertura in ottica di Gruppo

(22)

46

901

755

effetto dell’eliminazione del valore di carico
delle azioni della Capogruppo di proprietà di
Telecom Italia Finance

(48)

(70)

dividendi infragruppo

(558)

(426)

(256)

variazioni di minusvalenze (plusvalenze) su
vendite di partecipazioni

220

(26)

246

altre rettifiche

22

(32)

(154)

(221)

Patrimonio Netto e Risultato dell'esercizio
attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

26.215

20.280

Patrimonio netto e Risultato dell'esercizio
attribuibile alle partecipazioni di minoranza

128

326

2.625

2.346

Patrimonio Netto e Risultato dell'esercizio del
Bilancio Consolidato

7.352

1.242

28.840

22.626




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Riconciliazione del Patrimonio Netto consolidato


129


ORGANI SOCIALI AL 31 DICEMBRE 2020


Consiglio di Amministrazione

L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di TIM del 4 maggio 2018 ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, stabilendo in 15 il numero degli Amministratori e in tre esercizi (fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020) la durata del mandato. Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi il successivo 7 maggio 2018 ha nominato Fulvio Conti Presidente e Amos Genish Amministratore Delegato della Società.

Nella riunione del Consiglio di Amministrazione del 24 luglio 2018, il Consigliere Dante Roscini è stato nominato Lead Independent Director, a supporto del Presidente (indipendente) nel coordinamento delle attività consiliari, con le attribuzioni e le responsabilità di cui al Codice di Borsa Italiana.

Nella riunione del 13 novembre 2018, il Consiglio di Amministrazione ha revocato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish, assegnandole provvisoriamente al Presidente del Consiglio di Amministrazione, Fulvio Conti; in data 18 novembre 2018, il Consiglio di Amministrazione ha nominato Luigi Gubitosi Amministratore Delegato e Direttore Generale, conferendogli deleghe esecutive.

In data 21 febbraio 2019 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato il superamento dell’esclusione dal perimetro di delega dell’Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, dei poteri già attribuiti nel novembre 2018 al Responsabile di Security, in quanto Delegato alla Sicurezza ai sensi della disciplina Golden Power.

In data 27 giugno 2019, il Consiglio di Amministrazione ha preso atto delle dimissioni di Amos Genish da Consigliere, cooptando al suo posto all’unanimità il consigliere Franck Cadoret.

In data 26 settembre 2019, il Consiglio di Amministrazione ha preso atto delle dimissioni di Fulvio Conti da Presidente e Consigliere e nella riunione del 21 ottobre 2019 ha cooptato Salvatore Rossi, nominandolo Presidente.

L’Assemblea del 23 aprile 2020 ha deliberato di confermare amministratori della società (con scadenza fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020) i signori Franck Cadoret e Salvatore Rossi.

Il Consiglio di Amministrazione tenutosi a conclusione dell’Assemblea ha deliberato di confermare Presidente del Consiglio di Amministrazione il signor Salvatore Rossi e componente del Comitato Sostenibilità e Strategie il signor Franck Cadoret.

L’attuale assetto di deleghe della Società prevede allo stato:

al Presidente le attribuzioni da legge, Statuto e documenti di autodisciplina;

all’Amministratore Delegato, in sintesi, tutti i poteri necessari per compiere gli atti pertinenti all’attività sociale, ad eccezione dei poteri riservati per legge e Statuto al Consiglio di Amministrazione.

La composizione del Consiglio di Amministrazione della Società al 31 dicembre 2020 risulta quindi:


Presidente

Salvatore Rossi (indipendente)

Amministratore Delegato e Direttore Generale

Luigi Gubitosi

Consiglieri

Alfredo Altavilla (indipendente)

Paola Bonomo (indipendente)

Franck Cadoret

Giuseppina Capaldo (indipendente)

Maria Elena Cappello (indipendente)

Massimo Ferrari (indipendente)

Paola Giannotti de Ponti (indipendente)

Marella Moretti (indipendente)

Lucia Morselli (indipendente)

Dante Roscini (Lead Independent Director)

Arnaud Roy de Puyfontaine

Rocco Sabelli (indipendente)

Michele Valensise (indipendente)

Segretario

Agostino Nuzzolo



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130


Al 31 dicembre 2020 sono presenti i seguenti Comitati consiliari:

Comitato per il Controllo e i Rischi: composto dai Consiglieri: Paola Giannotti de Ponti (Presidente), Massimo Ferrari, Marella Moretti, Lucia Morselli e Michele Valensise;

Comitato per le Nomine e la Remunerazione: composto dai Consiglieri: Alfredo Altavilla (Presidente), Paola Bonomo, Giuseppina Capaldo, Rocco Sabelli e Michele Valensise;

Comitato Parti Correlate: composto dai Consiglieri: Lucia Morselli (Presidente), Giuseppina Capaldo, Maria Elena Cappello, Marella Moretti e Dante Roscini;

Comitato Sostenibilità e Strategie (ridenominato dal Consiglio di Amministrazione del 10 marzo 2020 che ha modificato la mission del Comitato Strategico, includendovi il compito di controllare la coerenza degli obiettivi e della gestione di Telecom Italia a criteri di sostenibilità ambientale, sociale, aziendale): composto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Salvatore Rossi, dall’Amministratore Delegato, Luigi Gubitosi, e dai Consiglieri Paola Bonomo (dal 10 marzo 2020), Franck Cadoret (confermato il 23 aprile 2020), Maria Elena Cappello (dal 10 marzo 2020), Arnaud Roy de Puyfontaine, Massimo Ferrari e Rocco Sabelli.


Collegio Sindacale

L’Assemblea ordinaria del 24 aprile 2018 ha nominato il Collegio Sindacale della Società con mandato fino all’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2020.

Il Collegio Sindacale della Società risulta a oggi così composto:

Presidente

Roberto Capone

Sindaci Effettivi

Giulia De Martino

Anna Doro

Marco Fazzini

Francesco Schiavone Panni

Sindaci Supplenti

Andrea Balelli

Antonia Coppola

Franco Dalla Sega

Laura Fiordelisi


Società di Revisione

L’Assemblea degli Azionisti del 29 marzo 2019 ha conferito l’incarico per la revisione legale dei bilanci di TIM S.p.A. del novennio 2019-2027 a EY S.p.A..


Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Il Consiglio di Amministrazione nella riunione del 20 maggio 2019 ha nominato Giovanni Ronca (Responsabile della Funzione di Gruppo Chief Financial Office) quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili di TIM S.p.A..


Relazione sulla gestione di

TIM S.p.A.

131


MACROSTRUTTURA ORGANIZZATIVA




132




INDICE

Nota 1 Forma contenuto e altre informazioni di carattere generale




SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA

Attività


(milioni di euro)

note

31.12.2020

di cui con
parti
correlate

31.12.2019

di cui con
parti
correlate

Attività non correnti

Attività immateriali

Avviamento

5)

22.847

23.083

Attività immateriali a vita utile definita

6)

6.740

7.667

29.587

30.750

Attività materiali

7)

Immobili, impianti e macchinari di proprietà

13.141

14.011

Diritti d’uso su beni di terzi

8)

4.992

347

5.494

Altre attività non correnti

Partecipazioni in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto

9)

2.728

11

Altre partecipazioni

9)

54

52

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione
attiva 

10)

43

51

Altre attività finanziarie non correnti

10)

2.267

2.100

Crediti vari e altre attività non correnti

11)

2.114

2.585

Attività per imposte anticipate

12)

7.496

942

14.702

5.741

Totale Attività non correnti

(a)

62.422

55.996

Attività correnti

Rimanenze di magazzino

13)

242

260

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

14)

4.346

61

4.857

8

Crediti per imposte sul reddito

12)

86

149

Attività finanziarie correnti

10)

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione
attiva

55

58

Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari
e altre attività finanziarie correnti

1.254

999

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

4.829

3.138

6.138

4.195

Sub-totale Attività correnti

10.812

9.461

Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad
essere cedute

15)

di natura finanziaria

65

di natura non finanziaria

4.582

4.647

Totale Attività correnti

(b)

10.812

14.108

Totale Attività

(a+b)

73.234

70.104










Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata

135



Patrimonio netto e passività


(milioni di euro)

note

31.12.2020

di cui con
parti
correlate

31.12.2019

di cui con
parti
correlate

Patrimonio netto

16)

Capitale emesso

11.677

11.677

meno: Azioni proprie

(89)

(90)

Capitale

11.588

11.587

Riserva da sovrapprezzo azioni

2.133

2.094

Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l'utile
(perdita) dell'esercizio

12.494

6.599

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante

26.215

20.280

Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza

2.625

2.346

Totale Patrimonio netto

(c)

28.840

22.626

Passività non correnti

Passività finanziarie non correnti per contratti di
finanziamento e altri

17)

23.655

25.605

Passività finanziarie non correnti per contratti di
locazione passiva

17)

4.199

313

4.576

1

Fondi relativi al personale

22)

724

1.182

Passività per imposte differite

12)

277

248

Fondi per rischi e oneri

23)

770

725

Debiti vari e altre passività non correnti

24)

3.602

3

3.214

1

Totale Passività non correnti

  (d)

33.227

35.550

Passività correnti

Passività finanziarie correnti per contratti di
finanziamento e altri

17)

3.677

3.182

Passività finanziarie correnti per contratti di locazione
passiva

17)

631

50

639

Debiti commerciali, vari e altre passività correnti

25)

6.588

163

7.218

61

Debiti per imposte sul reddito

12)

271

84

Sub-totale Passività correnti

11.167

11.123

Passività direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

15)

di natura finanziaria

655

di natura non finanziaria

150

805

Totale Passività correnti

(e)

11.167

11.928

Totale Passività

(f=d+e)

44.394

47.478

Totale Patrimonio netto e passività

(c+f)

73.234

70.104

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata

136


CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

note

Esercizio

di cui

Esercizio

di cui

(milioni di euro)

2020

con parti

2019

con parti

correlate

correlate

Ricavi

27)

15.805

94

17.974

4

Altri proventi operativi

28)

211

1

933

Totale ricavi e proventi operativi

16.016

18.907

Acquisti di materie e servizi

29)

(6.173)

(363)

(6.463)

(147)

Costi del personale

30)

(2.639)

(89)

(3.077)

(96)

Altri costi operativi

31)

(961)

(2)

(1.625)

Variazione delle rimanenze

(6)

(128)

Attività realizzate internamente

32)

502

537

Risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/(svalutazioni) di
attività non correnti (EBITDA)

6.739

8.151

di cui: impatto delle Partite di natura non ricorrente

43)

(324)

(71)

Ammortamenti

33)

(4.616)

(39)

(4.927)

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non
correnti

34)

(11)

(49)

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti

35)

(8)

Risultato operativo (EBIT)

2.104

3.175

di cui: impatto delle Partite di natura non ricorrente

43)

(324)

(89)

Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese
collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del
patrimonio netto

9)

18

(3)

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni

36)

454

3

Proventi finanziari

37)

1.143

946

Oneri finanziari

37)

(2.322)

(15)

(2.382)

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle
attività in funzionamento

1.397

1.739

di cui: impatto delle Partite di natura non ricorrente

43)

121

(122)

Imposte sul reddito

12)

5.955

(513)

Utile (perdita) derivante dalle attività in
funzionamento

7.352

1.226

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

15)

16

Utile (perdita) dell’esercizio

38)

7.352

1.242

di cui: impatto delle Partite di natura non ricorrente

43)

6.048

(146)

Attribuibile a:

Soci della Controllante

7.224

916

Partecipazioni di minoranza

128

326

(euro)

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Risultato per azione:

39)

Risultato per azione (Base)

Azione ordinaria

0,34

0,04

Azione di risparmio

0,35

0,05

di cui:

da Attività in funzionamento attribuibile ai Soci della Controllante

azione ordinaria

0,34

0,04

azione di risparmio

0,35

0,05

Risultato per azione (Diluito)

Azione ordinaria

0,33

0,04

Azione di risparmio

0,34

0,05

di cui:

da Attività in funzionamento attribuibile ai Soci della Controllante

azione ordinaria

0,33

0,04

azione di risparmio

0,34

0,05


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

137



CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO

Nota 16

(milioni di euro)

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Utile (perdita) dell’esercizio

(a)

7.352

1.242

Altre componenti del conto economico complessivo consolidato

Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(4)

4

Effetto fiscale

(b)

(4)

4

Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):

Utili (perdite) attuariali

6

(44)

Effetto fiscale

(1)

10

(c)

5

(34)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Effetto fiscale

(d)

Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato consolidato

(e=b+c+d)

1

(30)

Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato consolidato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

5

(19)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

(5)

Effetto fiscale

8

(f)

5

(16)

Strumenti derivati di copertura:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(253)

367

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

373

(227)

Effetto fiscale

(30)

(17)

(g)

90

123

Differenze cambio di conversione di attività estere:

Utili (perdite) di conversione di attività estere

(1.612)

(113)

Perdite (utili) di conversione di attività estere trasferiti al conto
economico separato consolidato

Effetto fiscale

(h)

(1.612)

(113)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato consolidato

Effetto fiscale

(i)

Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato consolidato

(k=f+g+h+i)

(1.517)

(6)

Totale altre componenti del conto economico complessivo
consolidato

(m=e+k)

(1.516)

(36)

Utile (perdita) complessivo dell'esercizio

(a+m)

5.836

1.206

Attribuibile a:

Soci della Controllante

6.199

916

Partecipazioni di minoranza

(363)

290


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

138


MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO

Movimenti dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante

(milioni di euro)

Capitale

Riserva da
sovrapprezzo
azioni

Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo

Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura

Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere

Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)

Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto

Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita)
dell'esercizio

Totale

Patrimonio
netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza

Totale
patrimonio
netto

Saldo al 31
dicembre 2018

11.587

2.094

30

(563)

(1.340)

(90)

7.810

19.528

2.219

21.747

Movimenti di
patrimonio netto
dell'esercizio:

Dividendi
deliberati

(166)

(166)

(130)

(296)

Utile (perdita)
complessivo
dell'esercizio

(12)

123

(77)

(34)

916

916

290

1.206

Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto

4

4

4

Variazione
perimetro di
consolidamento

(44)

(44)

Altri movimenti

1

(3)

(2)

11

9

Saldo al 31
dicembre 2019

11.587

2.094

19

(440)

(1.417)

(124)

8.561

20.280

2.346

22.626


Movimenti dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020  Nota 16

Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante

(milioni di euro)

Capitale

Riserva da
sovrapprezzo
azioni

Riserva per
attività
finanziarie
valutate al
fair value
rilevato
nelle altre
componenti
di conto
economico
complessivo

Riserva per
adeguamento
al fair value
degli
strumenti
derivati di
copertura

Riserva per
differenze
cambio di
conversione
di attività
estere

Riserva per
rimisurazione
piani per i
dipendenti a
benefici
definiti (IAS
19)

Altri utili
(perdite) di
imprese
collegate e
Joint
Ventures
valutate
con il
metodo del
patrimonio
netto

Altre riserve
e utili
(perdite)
accumulati,
incluso l'utile
(perdita)
dell'esercizio

Totale

Patrimonio netto
attribuibile alle
partecipazioni di
minoranza

Totale
patrimonio
netto

Saldo al 31
dicembre 2019

11.587

2.094

19

(440)

(1.417)

(124)

8.561

20.280

2.346

22.626

Movimenti di
patrimonio netto
dell'esercizio:

Dividendi deliberati

(316)

(316)

(62)

(378)

Utile (perdita)
complessivo
dell'esercizio

1

90

(1.121)

5

7.224

6.199

(363)

5.836

Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto

1

39

3

43

43

INWIT -
deconsolidamento

(644)

(644)

Daphne 3 -
aumento di
capitale

1.334

1.334

Altri movimenti

9

9

14

23

Saldo al 31
dicembre 2020

11.588

2.133

20

(350)

(2.538)

(119)

15.481

26.215

2.625

28.840

Bilancio consolidato del
Gruppo TIM

139


RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO

(milioni di euro)

note

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Flusso monetario da attività operative:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.352

1.226

Rettifiche per:

Ammortamenti

4.616

4.927

Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

36

31

Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate
(differite)

(6.538)

271

Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

(441)

47

Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e Joint
Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

(18)

3

Variazione dei fondi relativi al personale

(628)

(246)

Variazione delle rimanenze

20

129

Variazione dei crediti commerciali e altri crediti netti

484

Variazione dei debiti commerciali

(231)

(181)

Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito

708

114

Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività

1.191

(387)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative

(a)

6.551

5.934

Flusso monetario da attività di investimento:

Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa

(3.477)

(3.649)

Contributi in conto capitale incassati

24

28

Acquisizione del controllo in imprese e rami d'azienda, al netto delle
disponibilità acquisite

(7)

Acquisizione/Cessione di altre partecipazioni

(11)

(4)

Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i
derivati attivi di copertura e non)

(251)

231

Corrispettivo incassato per la cessione del controllo in imprese
controllate e di rami d'azienda, al netto delle disponibilità cedute

(33)

125

Corrispettivo incassato/rimborsato dalla vendita di attività immateriali,
materiali e di altre attività non correnti

678

14

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento

(b)

(3.077)

(3.255)

Flusso monetario da attività di finanziamento:

Variazione delle passività finanziarie correnti e altre

(1.771)

(545)

Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

1.470

4.527

Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

(2.790)

(4.412)

Variazione Derivati Attivi/Passivi di copertura e non

310

(415)

Incassi per aumenti/rimborsi di capitale (comprese società controllate)

1.164

10

Dividendi pagati(*)

(390)

(279)

Variazioni di possesso in imprese controllate

(2)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di finanziamento

(c)

(2.009)

(1.114)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle Attività cessate/Attività
non correnti destinate ad essere cedute

(d)

16

Flusso monetario complessivo

(e=a+b+c+d)

1.465

1.581

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio
dell'esercizio

(f)

3.202

1.631

Differenze cambio di conversione nette sulla cassa e altre disponibilità
liquide equivalenti nette

(g)

(159)

(10)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine
dell'esercizio

(h=e+f+g)

4.508

3.202

(*) di cui verso parti correlate:

36







Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

140


Acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d’uso su beni di terzi


(milioni di euro)

note

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Acquisti di attività immateriali

6)

(1.197)

(1.064)

Acquisti di attività materiali

7)

(2.138)

(2.644)

Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi

8)

(1.362)

(1.216)

Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su
beni di terzi per competenza(*)

(4.697)

(4.924)

Variazione debiti per acquisti di attività immateriali, attività materiali e
diritti d'uso su beni di terzi

1.220

1.275

Totale acquisti di attività immateriali, attività materiali e diritti d'uso su
beni di terzi per cassa

(3.477)

(3.649)

(*) di cui verso parti correlate:

378

2


Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario consolidato


(milioni di euro)

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Imposte sul reddito (pagate)/incassate

223

(118)

Interessi pagati

(1.520)

(1.750)

Interessi incassati

448

589

Dividendi incassati

256

1


Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette


(milioni di euro)

Esercizio

Esercizio

2020

2019

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio
dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in
funzionamento

3.138

1.917

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in
funzionamento

(1)

(286)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

65

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

3.202

1.631

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine
dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - da attività in
funzionamento

4.829

3.138

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - da attività in
funzionamento

(321)

(1)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti - incluse fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

65

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista - inclusi fra le Attività
cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

4.508

3.202


Le ulteriori informazioni integrative richieste dallo IAS 7, sono presentate nell’ambito della Nota “Indebitamento finanziario netto” del presente Bilancio consolidato.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

141


NOTA 1

FORMA, CONTENUTO E ALTRE INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Forma e contenuto

Telecom Italia S.p.A. (la “Capogruppo”), denominata in forma sintetica anche “TIM S.p.A.”, e le sue società controllate formano il “Gruppo TIM” o il “Gruppo”.

TIM è una società per azioni (S.p.A.) organizzata secondo l’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana.

La sede legale della Capogruppo TIM è in Via Gaetano Negri 1, Milano, Italia.

La durata di TIM S.p.A. è fissata, come previsto dallo Statuto, sino al 31 dicembre 2100.

Il Gruppo TIM opera principalmente in Europa, nel bacino del Mediterraneo e in Sud America.

Il Gruppo è impegnato principalmente nel settore delle comunicazioni e in particolare nel settore delle telecomunicazioni fisse e mobili nazionali e internazionali.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM è stato redatto nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale (vedasi per maggiori dettagli la Nota “Principi contabili”) e nel rispetto dei criteri di rilevazione e misurazione degli International Financial Reporting Standards emessi dall’International Accounting Standards Board e omologati dall’Unione Europea (definiti come “IFRS”), nonché delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in Italia.

Si precisa, inoltre, che nel 2020, il Gruppo ha applicato principi contabili coerenti con quelli dell’esercizio precedente, fatta eccezione per le modifiche ai principi contabili emesse dallo IASB ed in vigore a partire dal 1° gennaio 2020. Si veda la Nota “Principi contabili” per ulteriori dettagli.

Il bilancio consolidato è stato redatto secondo il principio generale del costo, ad eccezione delle attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo, delle attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico e degli strumenti finanziari derivati che sono stati valutati al fair value. I valori contabili delle attività e delle passività oggetto di copertura sono rettificati per riflettere le variazioni di fair value relative ai rischi coperti (fair value hedge).

In ottemperanza allo IAS 1 (Presentazione del bilancio) le informazioni comparative di bilancio si riferiscono, salvo diversa indicazione, all’esercizio precedente.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM è presentato in euro (arrotondato al milione, salvo diversa indicazione).

La pubblicazione del bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM è stata autorizzata con delibera del Consiglio di Amministrazione del 23 febbraio 2021.


Schemi di bilancio

Gli schemi di bilancio adottati sono coerenti con quelli previsti dallo IAS 1; in particolare:

la Situazione patrimoniale-finanziaria consolidata è stata predisposta classificando le attività e le passività secondo il criterio “corrente/non corrente”;

il Conto economico separato consolidato è stato predisposto classificando i costi operativi per natura, in quanto tale forma di esposizione è ritenuta più idonea a rappresentare lo specifico business del Gruppo, risulta conforme alle modalità di reporting interno ed è in linea con la prassi del settore industriale di riferimento.

Il Conto economico separato consolidato include, in aggiunta all’EBIT (Risultato Operativo), l’indicatore alternativo di performance denominato EBITDA (Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti).


In particolare, TIM utilizza, in aggiunta all’EBIT, l’EBITDA come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori); detto indicatore, rappresenta un’utile unità di misura per la valutazione delle performance operative del Gruppo (nel suo complesso e a livello di Business Unit).


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

142



L’EBIT e l’EBITDA sono determinati come segue:


Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

+

Oneri finanziari

-

Proventi finanziari

+/-

Altri oneri/(Proventi) da partecipazioni

+/-

Quota dei risultati delle partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

EBIT- Risultato Operativo

+/-

Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti

+/-

Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti

+

Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di
Attività non correnti

il Conto economico complessivo consolidato comprende, oltre all’utile (perdita) dell’esercizio, come da Conto economico separato consolidato, le altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse da quelle con gli Azionisti;

il Rendiconto finanziario consolidato è stato predisposto esponendo i flussi finanziari derivanti dalle attività operative secondo il “metodo indiretto”, come consentito dallo IAS 7 (Rendiconto finanziario).

Inoltre, come richiesto dalla delibera Consob n. 15519 del 27 luglio 2006, nel contesto del conto economico separato consolidato, i proventi e gli oneri derivanti da operazioni che per loro natura non si verificano continuativamente nella normale attività operativa (operazioni non ricorrenti) sono specificatamente identificati ed i relativi effetti sui principali livelli intermedi di risultato sono evidenziati separatamente, quando significativi. In particolare, tra gli oneri/proventi non ricorrenti vengono inclusi, a titolo non esaustivo: proventi/oneri derivanti dalla cessione di immobili, impianti e macchinari, di rami d’azienda e di partecipazioni; oneri derivanti da processi/progetti di ristrutturazione e razionalizzazione aziendale anche connessi ad operazioni societarie (fusioni, scissioni, ecc.); oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a correlate passività; altri accantonamenti a fondi rischi e oneri e relativi storni; oneri per definizione in via transattiva di contenziosi diversi da quelli di natura regolatoria; rettifiche, riallineamenti e altre partite di natura non ripetitiva anche relativi ad esercizi precedenti; impairment losses (svalutazioni) sull’avviamento e/o su altre attività immateriali e materiali. Sono, inoltre, identificati quali oneri non ricorrenti taluni costi legati alla pandemia Covid-19.

Sempre in relazione alla citata delibera Consob, nei prospetti di bilancio consolidato gli importi relativi alle posizioni o transazioni con parti correlate sono stati evidenziati separatamente.

Informativa per settore operativo

Un settore operativo è una componente di un’entità:

che intraprende attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi (compresi i ricavi e i costi riguardanti operazioni con altre componenti della medesima entità);

i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale operativo dell’entità (per TIM il Consiglio di Amministrazione) ai fini dell’adozione di decisioni in merito alle risorse da allocare al settore e della valutazione dei risultati; e

per la quale sono disponibili informazioni economico-patrimoniali separate.

In particolare, i settori operativi del Gruppo TIM sono stati organizzati per quanto riguarda il business delle telecomunicazioni tenendo conto della relativa localizzazione geografica (Domestic e Brasile).

Il termine “settore operativo” è considerato sinonimo di “Business Unit”.

I settori operativi del Gruppo TIM sono i seguenti:


Domestic: comprende le attività in Italia relative ai servizi di fonia e dati su rete fissa e mobile per clienti finali (retail) e altri operatori (wholesale), le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che, in campo internazionale (in Europa, nel Mediterraneo e in Sud America), opera nell’ambito dello sviluppo di reti in fibre ottiche per clienti wholesale, le attività di Olivetti (prodotti e servizi per l’Information Technology) nonché, sino al 31 marzo 2020, INWIT S.p.A. (società operante nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche, nello specifico in quelle dedicate all’ospitalità di apparati di trasmissione radio per le reti di telefonia mobile sia di TIM sia di altri operatori) e le strutture di supporto al settore Domestic. Per ulteriori dettagli si fa rimando al capitolo “Principali dati economici e operativi delle Business Unit del Gruppo TIM – Business Unit Domestic” della Relazione sulla gestione;

Brasile: comprende le attività di telecomunicazioni mobili e fisse in Brasile (TIM S.A.);

Altre attività: comprendono le imprese finanziarie (Telecom Italia Capital S.A. e Telecom Italia Finance S.A.) e le altre società minori non strettamente legate al “core business” del Gruppo TIM.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

143



NOTA 2

PRINCIPI CONTABILI

Continuità aziendale

Il bilancio consolidato dell’esercizio 2020 è stato redatto nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale in quanto vi è la ragionevole aspettativa che TIM continuerà la sua attività operativa in un futuro prevedibile (e comunque con un orizzonte temporale superiore ai dodici mesi).

In particolare, sono stati presi in considerazione i seguenti fattori:


i principali rischi e incertezze (per la maggior parte di natura esogena) a cui il Gruppo e le varie attività del Gruppo TIM sono esposti:

i mutamenti nella situazione macroeconomica generale nel mercato italiano, europeo e brasiliano, inclusi gli effetti derivanti dal perdurare dello stato di emergenza sanitaria connessi al Covid-19,  nonché la volatilità dei mercati finanziari della “zona Euro” anche a seguito della “Brexit” del Regno Unito;

le variazioni delle condizioni di business anche in relazione alle dinamiche competitive;

i mutamenti delle norme legislative e regolatorie (variazioni dei prezzi e delle tariffe o decisioni che possano condizionare le scelte tecnologiche);

gli esiti di controversie e contenziosi con autorità regolatorie, concorrenti ed altri soggetti;

i rischi finanziari (andamento dei tassi di interesse e/o dei tassi di cambio, variazioni del merito di credito da parte delle agenzie di rating);

il mix considerato ottimale tra capitale di rischio e capitale di debito nonché la politica di remunerazione del capitale di rischio, così come descritti nel paragrafo “Informativa sul capitale” nell’ambito della Nota “Patrimonio netto”;

la politica di gestione dei rischi finanziari (rischio di mercato, rischio di credito e rischio di liquidità), così come descritti nella Nota “Gestione dei rischi finanziari”.

Sulla base di tali fattori, la Direzione aziendale ritiene che allo stato attuale, non vi siano elementi di incertezza sulla prospettiva della continuità aziendale per il Gruppo.

Principi di consolidamento

Nel bilancio consolidato sono inclusi i bilanci di tutte le imprese controllate a partire dalla data in cui se ne assume il controllo e fino al momento in cui tale controllo cessa di esistere.

I bilanci di tutte le società controllate hanno data di chiusura coincidente con quella della Capogruppo TIM.

Il controllo esiste quando la Capogruppo TIM S.p.A. ha contemporaneamente:


il potere decisionale, ossia la capacità di dirigere le attività rilevanti della partecipata, cioè quelle attività che hanno un’influenza significativa sui risultati della partecipata stessa;

il diritto a risultati (positivi o negativi) variabili rivenienti dalla sua partecipazione nell’entità;

la capacità di utilizzare il proprio potere decisionale per determinare l’ammontare dei risultati rivenienti dalla sua partecipazione nell’entità.

L’esistenza del controllo è verificata ogni volta che fatti e circostanze indicano una variazione in uno o più dei tre elementi qualificanti il controllo.

Nella preparazione del bilancio consolidato vengono assunte linea per linea le attività, le passività, nonché i costi e i ricavi delle imprese consolidate nel loro ammontare complessivo, attribuendo alle partecipazioni di minoranza in apposite voci della situazione patrimoniale-finanziaria consolidata, del conto economico separato consolidato e del conto economico complessivo consolidato la quota del patrimonio netto e del risultato dell’esercizio di loro spettanza.

Ai sensi dell’IFRS 10 (Bilancio consolidato), la perdita complessiva (comprensiva dell’utile/perdita dell’esercizio) è attribuita ai soci della controllante e alle partecipazioni di minoranza, anche quando il patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza presenta un saldo negativo.

Nella preparazione del bilancio consolidato sono eliminati tutti i saldi patrimoniali, economici e finanziari tra le imprese del Gruppo, così come gli utili e le perdite non realizzati su operazioni infragruppo.

Il valore contabile della partecipazione in ciascuna delle controllate è eliminato a fronte della corrispondente quota di patrimonio netto di ciascuna delle controllate comprensiva degli eventuali adeguamenti al fair value alla data di acquisizione del controllo. In tale data, l’avviamento (o “goodwill”), determinato come illustrato nel prosieguo, viene iscritto tra le attività immateriali, mentre l’eventuale “utile derivante da un acquisto a prezzi favorevoli (o avviamento negativo)” è iscritto nel conto economico separato consolidato.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

144


Tutte le attività e le passività di imprese estere in moneta diversa dall’Euro che rientrano nell’area di consolidamento sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di riferimento del bilancio (metodo dei cambi correnti), mentre i relativi ricavi e costi sono convertiti ai tassi di cambio medi dell’esercizio. Le differenze cambio di conversione risultanti dall’applicazione di questo metodo sono classificate come voce di patrimonio netto fino alla cessione integrale della partecipazione ovvero quando la partecipata cessa di essere qualificata come impresa controllata. All’atto della cessione parziale, senza perdita del controllo, la quota delle differenze cambio relativa alla frazione di partecipazione dismessa è attribuita al patrimonio netto delle partecipazioni di minoranza. Nella preparazione del rendiconto finanziario consolidato i flussi di cassa di imprese estere consolidate espressi in valuta diversa dall’Euro vengono convertiti utilizzando i tassi di cambio medi dell’esercizio.

L’avviamento e gli adeguamenti al fair value generati in sede di attribuzione del costo di acquisto di un’impresa estera sono rilevati nella relativa valuta e sono convertiti utilizzando il tasso di cambio di fine esercizio.

Ai sensi dell’IFRS 10, le variazioni nell'interessenza partecipativa della controllante in una controllata che non comportano la perdita del controllo, sono contabilizzate come operazioni sul patrimonio netto. In tali circostanze, i valori contabili delle partecipazioni di maggioranza e di minoranza sono rettificati per riflettere le variazioni nelle loro relative interessenze nella controllata. Qualsiasi differenza tra il valore di cui vengono rettificate le partecipazioni di minoranza e il fair value del corrispettivo pagato o ricevuto è rilevata direttamente nel patrimonio netto ed attribuita ai soci della controllante.

Ai sensi dell’IFRS 10, la controllante, nel caso di perdita del controllo su una controllata:

elimina contabilmente:

le attività (incluso l’avviamento) e le passività;

i valori contabili di qualsiasi partecipazione di minoranza;

rileva contabilmente:

il fair value del corrispettivo eventualmente ricevuto;

il fair value dell’eventuale partecipazione residua detenuta nella ex controllata;

qualsiasi utile o perdita derivante dall’operazione nel conto economico separato consolidato;

la riclassifica a conto economico separato consolidato degli importi relativi alla controllata precedentemente rilevati tra le altre componenti del conto economico complessivo.

Le partecipazioni in imprese collegate e in joint venture sono incluse nel bilancio consolidato con il metodo del patrimonio netto, come previsto, rispettivamente, dallo IAS 28 (Partecipazioni in società collegate e joint venture) e dall’IFRS 11 (Accordi a controllo congiunto).

Un’impresa collegata è quella nella quale il Gruppo detiene almeno il 20% dei diritti di voto ovvero esercita un’influenza notevole, ma non il controllo o il controllo congiunto, sulle politiche finanziarie e gestionali.

Una joint venture è un accordo a controllo congiunto su un’entità in base al quale le parti che detengono il controllo congiunto vantano dei diritti sulle attività nette dell’entità stessa.

Il controllo congiunto è la condivisione, stabilita tramite accordo, del controllo di un’attività economica, che esiste unicamente quando per le decisioni relative a tale attività è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Le imprese collegate e le joint venture sono incluse nel bilancio consolidato dalla data in cui inizia l’influenza notevole o il controllo congiunto e fino al momento in cui tale situazione cessa di esistere.

In applicazione del metodo del patrimonio netto, la partecipazione in una società collegata ovvero in una joint venture è inizialmente rilevata al costo e il valore contabile è aumentato o diminuito per rilevare la quota di pertinenza della partecipante negli utili o nelle perdite della partecipata realizzati dopo la data di acquisizione. La quota dell’utile (perdita) d’esercizio della partecipata di pertinenza della partecipante è rilevata nel conto economico separato consolidato. I dividendi ricevuti da una partecipata riducono il valore contabile della partecipazione.

Le rettifiche al valore contabile della partecipazione sono dovute anche a variazioni nelle voci del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo della partecipata (ad es. le variazioni derivanti dalle differenze di conversione di partite in valuta estera). La quota di tali variazioni, di pertinenza della partecipante, è rilevata tra le altre componenti di conto economico complessivo.

Se la quota parte delle perdite di una entità in una società collegata o in una joint venture è uguale o superiore alla propria interessenza nella società collegata o nella joint venture, l’entità interrompe la rilevazione della propria quota delle ulteriori perdite. Dopo aver azzerato la partecipazione, le ulteriori perdite sono accantonate e rilevate come passività, soltanto nella misura in cui l’entità abbia contratto obbligazioni legali o implicite oppure abbia effettuato dei pagamenti per conto della società collegata o della joint venture. Se la collegata o la joint venture in seguito realizza utili, l’entità riprende a rilevare la quota di utili di sua pertinenza solo dopo che la stessa ha eguagliato la sua quota di perdite non rilevate.

Eventuali ulteriori interessenze a lungo termine (alcune tipologie di azioni privilegiate e finanziamenti a lungo termine) nella società collegata o nella joint venture sono valutate applicando l’IFRS 9.

Gli utili e le perdite derivanti da operazioni “verso l’alto” e “verso il basso” tra un’entità (incluse le proprie controllate consolidate) e un’impresa collegata o joint venture sono rilevati nel bilancio dell’entità soltanto limitatamente alla quota d’interessenza di terzi nella collegata o nella joint venture.

La quota di pertinenza della partecipante agli utili e alle perdite della collegata o della joint venture risultante da tali operazioni è eliminata.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

145


Attività immateriali

Avviamento

Ai sensi dell’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali), l’avviamento viene rilevato nel bilancio alla data di acquisizione del controllo di un business ed è determinato come eccedenza di (a) rispetto a (b), nel seguente modo:

a)la sommatoria di:

corrispettivo pagato (misurato secondo l’IFRS 3 che in genere viene determinato sulla base del fair value alla data di acquisizione);

l’importo di qualsiasi partecipazione di minoranza nell’acquisita valutata in proporzione alla quota della partecipazione di minoranza nelle attività nette identificabili dell’acquisita espresse al relativo fair value;

nel caso di un’aggregazione aziendale realizzata in più fasi, il fair value alla data di acquisizione del controllo della partecipazione già posseduta nell’impresa acquisita;

b)il fair value delle attività identificabili acquisite al netto delle passività identificabili assunte, misurate alla data di acquisizione del controllo.

L’IFRS 3 prevede, tra l’altro:

l’imputazione a conto economico separato dei costi accessori connessi all’operazione di aggregazione aziendale;

nel caso di un’aggregazione aziendale realizzata in più fasi, l’acquirente deve rimisurare il valore della partecipazione che deteneva in precedenza nell’acquisita al fair value alla data di acquisizione del controllo rilevando la differenza nel conto economico separato.


L’avviamento è classificato nella situazione patrimoniale finanziaria come un’attività immateriale a vita utile indefinita.

L’avviamento inizialmente rilevato, è successivamente ridotto solo per le riduzioni di valore cumulate (per maggiori dettagli si veda nel seguito la sezione Riduzione di valore delle attività immateriali, materiali e diritti d’uso su beni di terzi - Avviamento). In caso di cessione del controllo di un’impresa precedentemente acquisita, nella determinazione della plusvalenza o della minusvalenza da cessione si tiene conto del corrispondente valore dell’avviamento.


Costi di sviluppo

I costi sostenuti internamente per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi costituiscono, a seconda dei casi, attività immateriali (principalmente costi per software) o attività materiali e sono iscritti all’attivo solo se tutte le seguenti condizioni sono rispettate: i) il costo attribuibile all’attività di sviluppo è attendibilmente determinabile, ii) vi è l’intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l’attività disponibile all’uso o alla vendita, iii) è dimostrabile che l’attività è in grado di produrre benefici economici futuri. I costi di sviluppo capitalizzati comprendono le sole spese sostenute che possono essere attribuite direttamente al processo di sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

I costi di sviluppo capitalizzati sono ammortizzati sistematicamente lungo la vita stimata del relativo prodotto/servizio in modo da riflettere le modalità con cui ci si attende che i benefici economici futuri derivanti dall’attività siano consumati dall’entità.

Altre attività immateriali a vita utile definita

Le altre attività immateriali a vita utile definita acquistate o prodotte internamente sono iscritte all’attivo, secondo quanto disposto dallo IAS 38 (Attività immateriali), quando è probabile che l’uso dell’attività genererà benefici economici futuri e quando il costo dell’attività può essere determinato in modo attendibile.

Tali attività sono rilevate al costo di acquisto o di produzione ed ammortizzate in quote costanti lungo la loro stimata vita utile; le aliquote di ammortamento sono riviste su base annuale e sono modificate se l’attuale vita utile stimata differisce da quella stimata in precedenza. Gli effetti di tali variazioni sono riconosciuti a conto economico separato consolidato su base prospettica.






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Gruppo TIM

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Principi contabili

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Attività materiali

Immobili, impianti e macchinari

Gli immobili, impianti e macchinari sono iscritti al costo di acquisto o di produzione. I costi sostenuti successivamente all’acquisto sono capitalizzati solo se determinano un incremento dei benefici economici futuri insiti nel bene a cui si riferiscono. Tutti gli altri costi sono rilevati nel conto economico separato consolidato quando sostenuti.

Il costo dei cespiti include anche i costi previsti per lo smantellamento del cespite ed il ripristino del sito laddove sia presente un’obbligazione legale o implicita. La corrispondente passività è rilevata in un fondo iscritto tra le passività nell’ambito dei fondi per rischi e oneri, al valore attuale; l’imputazione a conto economico separato consolidato dell’onere capitalizzato avviene lungo la vita utile delle relative attività materiali attraverso il processo di ammortamento delle stesse.

La rideterminazione delle stime relative ai costi di smantellamento, ai tassi di attualizzazione e alle date in cui si prevede di sostenere tali costi è effettuata annualmente, ad ogni chiusura di bilancio. Le variazioni della citata passività devono essere rilevate ad incremento o a riduzione del costo della relativa attività; l’importo dedotto dal costo dell’attività non deve eccedere il valore contabile della stessa. L’eventuale eccedenza è rilevata immediatamente nel conto economico separato consolidato, in via convenzionale, alla voce Ammortamenti.

L’ammortamento è calcolato in base ad un criterio a quote costanti sulla vita utile stimata delle attività.

Le aliquote di ammortamento sono riviste su base annuale e sono modificate se l’attuale vita utile stimata differisce da quella stimata in precedenza. Gli effetti di tali variazioni sono riconosciuti a conto economico separato consolidato su base prospettica.

I terreni, inclusi quelli pertinenziali ai fabbricati, non vengono ammortizzati.


Diritti d'uso su beni di terzi

In base a quanto previsto dall’IFRS 16, la rappresentazione contabile dei contratti di locazione passiva avviene attraverso l’iscrizione nella situazione patrimoniale-finanziaria di una passività di natura finanziaria, rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri, a fronte dell’iscrizione nell’attivo del diritto d’uso dell’attività presa in locazione.

Alla data di decorrenza del contratto, il diritto d’uso è iscritto al costo che comprende: l’importo della valutazione iniziale della passività del leasing, eventuali pagamenti dovuti per il leasing effettuati alla data o prima della data di decorrenza, i costi diretti iniziali sostenuti per la sottoscrizione del contratto e il valore attuale della stima dei costi di ripristino e smantellamento previsti dal contratto, al netto di eventuali incentivi ricevuti.

Successivamente, il diritto d’uso è ammortizzato lungo la durata contrattuale (o la vita utile del bene se inferiore), soggetto a eventuali riduzioni di valore e rettificato per tener conto di eventuali rideterminazioni della passività del leasing.

Oneri finanziari capitalizzati

Ai sensi dello IAS 23 (Oneri finanziari) il Gruppo capitalizza gli oneri finanziari solo se direttamente imputabili all’acquisizione, alla costruzione o alla produzione di un bene che richiede un rilevante periodo di tempo (in via convenzionale superiore ai 12 mesi) per essere pronto per l’uso previsto o per la vendita.

Gli oneri finanziari capitalizzati sono iscritti nel conto economico separato consolidato a diretta riduzione degli “oneri finanziari” cui afferiscono.


Riduzione di valore delle attività immateriali, materiali e dei diritti d'uso su beni di terzi

Avviamento

L’avviamento è sottoposto a verifica della recuperabilità del valore (c.d. impairment test) annualmente o più frequentemente, se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che abbia subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dallo IAS 36 (Riduzione di valore delle attività); il valore originario non viene comunque ripristinato qualora vengano meno le ragioni che hanno determinato la riduzione di valore.

La verifica viene svolta, di norma, alla fine di ogni esercizio e, pertanto, la data di riferimento per tale verifica è costituita dalla data di chiusura del bilancio. L’avviamento acquisito ed allocato nel corso dell’esercizio è sottoposto a verifica della recuperabilità del valore alla fine dell’esercizio in cui l’acquisizione e l’allocazione sono avvenute.

Al fine della verifica della sua recuperabilità, l’avviamento è allocato, alla data di acquisizione, ad ogni unità o gruppo di unità generatrici di flussi di cassa (Cash Generating Unit – CGU) che beneficiano dell’acquisizione.

Se il valore contabile dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) eccede il rispettivo valore recuperabile, si rileva a conto economico separato consolidato una perdita per riduzione di valore. La perdita

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Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

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per riduzione di valore è imputata dapprima a riduzione del valore contabile dell’avviamento allocato all’unità generatrice di flussi di cassa (o al gruppo di unità) e solo successivamente alle altre attività dell’unità in proporzione al loro valore contabile fino all’ammontare del valore recuperabile delle attività a vita utile definita. Il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi di cassa (o di un gruppo di unità) cui è allocato l’avviamento è il maggiore fra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso della stessa unità.

Il valore d’uso di un’attività è costituito dal valore attuale dei flussi di cassa attesi calcolato applicando un tasso di attualizzazione che riflette le valutazioni correnti di mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività. I flussi di cassa futuri si riferiscono a quelli previsti su un orizzonte temporale esplicito compreso fra i tre e i cinque anni, nonché a quelli estrapolati dall’ultimo anno dell’orizzonte temporale esplicito per la stima del valore terminale. Il tasso di crescita a lungo termine utilizzato al fine della stima del valore terminale dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) viene assunto in misura non eccedente il tasso medio di crescita a lungo termine del settore, del Paese o del mercato nel quale l’unità generatrice di flussi di cassa (o il gruppo di unità) opera.

Il valore d’uso di unità generatrici di flussi di cassa in valuta estera è stimato nella valuta locale attualizzando tali flussi sulla base di un tasso appropriato per quella valuta. Il valore attuale così ottenuto è tradotto in Euro sulla base del cambio a pronti alla data di riferimento della verifica della riduzione di valore (per le società del Gruppo alla data di chiusura del bilancio).

I flussi di cassa futuri sono stimati facendo riferimento alle condizioni correnti dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) e, pertanto, non si considerano né i benefici derivanti da ristrutturazioni future per le quali l’entità non è ancora impegnata, né gli investimenti futuri di miglioramento o di ottimizzazione dell’unità.

Ai fini della verifica della riduzione di valore, il valore contabile di un’unità generatrice di flussi di cassa viene determinato coerentemente con il criterio con cui è determinato il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa, escludendo i c.d. surplus assets (ossia le attività finanziarie, le attività per imposte anticipate e le attività non correnti nette destinate ad essere cedute) e includendo la quota di avviamento attribuibile agli azionisti di minoranza.

Dopo aver effettuato la verifica per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) cui è allocato l’avviamento si effettua un secondo livello di verifica della riduzione di valore comprendendo anche quelle attività centralizzate con funzioni ausiliarie (corporate assets) che non generano flussi positivi di risultato e che non possono essere allocate secondo un criterio ragionevole e coerente alle singole unità. A questo secondo livello il valore recuperabile di tutte le unità generatrici di flussi di cassa (o gruppi di unità) viene confrontato con il valore contabile di tutte le unità (o gruppi di unità), comprendendo anche quelle unità alle quali non è stato allocato alcun avviamento e le attività centralizzate.

Attività (immateriali e materiali) a vita utile definita e diritti d’uso su beni di terzi

Ad ogni data di riferimento del bilancio, il Gruppo verifica se esistono indicazioni che le attività sia immateriali che materiali a vita utile definita e i diritti d’uso su beni di terzi possano aver subito una riduzione di valore. A tal fine si considerano sia fonti interne che esterne di informazione. Relativamente alle prime (fonti interne) si considera: l’obsolescenza o il deterioramento fisico dell’attività, eventuali cambiamenti significativi nell’uso dell’attività e l’andamento economico dell’attività rispetto a quanto previsto. Relativamente alle fonti esterne, invece, si considera: l’andamento dei prezzi di mercato delle attività, eventuali discontinuità tecnologiche, di mercato o normative, l’andamento dei tassi di interesse di mercato e del costo del capitale utilizzato per valutare gli investimenti ed infine se il valore contabile delle attività nette del Gruppo dovesse risultare superiore alla capitalizzazione di borsa.

Se esistono indicazioni che le attività sia immateriali che materiali a vita utile definita e i diritti d’uso su beni di terzi abbiano subito una riduzione di valore, il valore di carico è ridotto al relativo valore recuperabile. Il valore recuperabile è definito come il maggiore tra il fair value, al netto dei costi di vendita, ed il suo valore d’uso. Il valore d’uso è costituito dal valore attuale dei flussi di cassa attesi calcolato applicando un tasso di attualizzazione che riflette le valutazioni correnti di mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività o del diritto. Quando non è possibile stimare il valore recuperabile, il Gruppo stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa cui l’attività appartiene. La riduzione di valore è iscritta a conto economico separato consolidato.

Quando successivamente vengono meno i motivi che hanno determinato una riduzione di valore, il valore contabile dell’attività / diritto d’uso o dell’unità generatrice di flussi di cassa è incrementato sino alla nuova stima del valore recuperabile che, comunque, non può eccedere il valore che si sarebbe determinato se non fosse stata rilevata alcuna riduzione di valore. Il ripristino di valore è iscritto a conto economico separato consolidato.


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Gruppo TIM

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Principi contabili

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Strumenti finanziari

Modelli di business nella gestione delle attività finanziarie

Nell’ambito della gestione del credito commerciale, il Management del Gruppo TIM ha definito i propri modelli di business in base alla specificità della natura del credito, del tipo di controparte, della dilazione d’incasso; ciò, al fine di ottimizzare la gestione del capitale circolante attraverso il continuo monitoraggio delle performance d’incasso dalla clientela, l’indirizzo delle credit collection policies, la gestione di programmi di smobilizzo crediti, l’attivazione di cessioni del credito (factoring) coerenti con le esigenze di programmazione finanziaria.

I modelli di business adottati sono i seguenti:

Hold to Collect: trattasi dei crediti generalmente detenuti fino a scadenza quali, ad esempio, i crediti verso i grandi clienti e gli OLO per la Business Unit Domestic, nonché la totalità dei crediti per la Business Unit Brasile; tali strumenti ricadono nella categoria IFRS 9 “Attività valutate al costo ammortizzato”;

Hold to Collect and Sell: trattasi dei crediti generalmente oggetto di cessione in modalità massiva e ricorrente quali, ad esempio per la Business Unit Domestic, i crediti verso la clientela attiva consumer, small e business in attesa di essere ceduti; tali strumenti ricadono nella categoria IFRS 9 “Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo”. Così come previsto dall’IFRS 9, la relativa riserva viene riversata a conto economico separato consolidato al momento della cessione, ovvero in presenza di una riduzione di valore.

Nell’ambito della gestione delle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali verso i clienti, il Management del Gruppo TIM ha definito i propri modelli di business in base alle logiche di impiego della liquidità ed alle tecniche di gestione degli strumenti finanziari; ciò, per mantenere un adeguato livello di flessibilità finanziaria e gestire al meglio – in termini di rischio/rendimento - le risorse finanziarie di immediata disponibilità attraverso le tesorerie delle società del Gruppo e secondo l’indirizzo strategico della Capogruppo TIM.

I modelli di business adottati sono i seguenti: 

Hold to Collect: trattasi di strumenti finanziari impiegati per assorbire i surplus di cassa temporanei; sono caratterizzati da un basso livello di rischio e detenuti principalmente fino alla scadenza; la valutazione avviene al costo ammortizzato;

Hold to Collect and Sell: trattasi di strumenti monetari o obbligazionari impiegati per assorbire i surplus di cassa di breve / medio termine; sono caratterizzati da un basso livello di rischio e detenuti, di norma, fino alla scadenza o venduti per coprire specifiche necessità di liquidità; la valutazione avviene al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo consolidato;

Hold to Sell: trattasi di strumenti monetari, obbligazionari e di equity trading impiegati per la gestione dinamica dei surplus di cassa non riconducibili ai precedenti Modelli di Business; sono caratterizzati da un livello di rischio più elevato e da acquisti e vendite ripetuti nel tempo; la valutazione avviene al fair value attraverso il conto economico separato consolidato.

Altre partecipazioni

Le altre partecipazioni (diverse da quelle in controllate, collegate e joint venture) sono incluse fra le attività non correnti o fra quelle correnti se sono destinate a permanere nel patrimonio del Gruppo per un periodo, rispettivamente, superiore o non superiore a 12 mesi.

Le altre partecipazioni sono classificate tra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato consolidato” (FVTPL), nell’ambito delle attività correnti.

Al momento dell’acquisto di ciascuna partecipazione, l’IFRS 9 prevede l’opzione irrevocabile di iscrivere tali partecipazioni tra le “attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo consolidato” (FVTOCI), nell’ambito delle attività non correnti o correnti.

Le altre partecipazioni classificate fra le “attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo” sono valutate al fair value; le variazioni di valore di dette partecipazioni sono iscritte in una riserva di patrimonio netto attraverso la loro imputazione alle altre componenti di conto economico complessivo (Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo), senza riclassificazione a conto economico separato, in sede di derecognition (cessione) o riduzione di valore ritenuta definitiva. I dividendi sono invece rilevati a conto economico separato consolidato.

Le variazioni di valore delle altre partecipazioni classificate fra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato” sono iscritte direttamente a conto economico separato consolidato.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

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Titoli diversi dalle partecipazioni

I titoli diversi dalle partecipazioni, inclusi fra le attività non correnti o fra quelle correnti, a seconda del modello di business adottato e dei flussi contrattuali previsti rientrano fra le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, oppure valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo oppure al fair value attraverso il conto economico separato.

I titoli diversi dalle partecipazioni, inclusi fra le attività correnti, sono quelli che, per scelta degli amministratori, sono destinati a permanere nel patrimonio del Gruppo per un periodo non superiore a 12 mesi, e vengono classificati:

tra le “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” (AC) quando sono detenuti in portafoglio sino alla scadenza (originariamente superiore a 3 mesi ma inferiore a 12 mesi, oppure, pur avendo una scadenza originaria superiore a 12 mesi, sono stati acquistati in un periodo nel quale la scadenza era compresa tra 3 e 12 mesi);

tra le “attività finanziarie valutare al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo” consolidato (FVTOCI) quando è detenuta nell’ambito di un modello di business il cui obiettivo è quello di vendere l’attività finanziaria e/o incassare i flussi contrattuali. La “Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo” consolidato è riversata a conto economico separato consolidato al momento della cessione ovvero in presenza di una riduzione di valore;

tra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato” consolidato (FVTPL) negli altri casi.

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

La cassa e le altre disponibilità liquide equivalenti sono iscritte, a seconda della loro natura, al valore nominale ovvero al costo ammortizzato.

Le altre disponibilità liquide equivalenti rappresentano impieghi finanziari a breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e soggetti ad un irrilevante rischio di variazione del loro valore, la cui scadenza originaria ovvero al momento dell’acquisto non è superiore a 3 mesi.

Riduzione di valore di attività finanziarie

Ad ogni data di riferimento del bilancio, vengono effettuate valutazioni al fine di verificare se esista evidenza oggettiva che un’attività finanziaria o un gruppo di attività possa aver subito una riduzione di valore.

La riduzione di valore di attività finanziarie si basa sul modello delle perdite attese (expected credit loss).

In particolare:


la riduzione di valore sui crediti commerciali e sui contract assets viene effettuata attraverso l'approccio semplificato, che prevede la stima della perdita attesa lungo tutta la vita del credito al momento dell'iscrizione iniziale e nelle valutazioni successive. Per ciascun segmento di clientela, la stima è effettuata principalmente attraverso la determinazione dell'inesigibilità media attesa, basata su indicatori storico-statistici, eventualmente adeguata utilizzando elementi prospettici. Per alcune categorie di crediti caratterizzate da elementi di rischio peculiari vengono invece effettuate valutazioni specifiche sulle singole posizioni creditorie;

la riduzione di valore sulle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali viene effettuata seguendo il modello generale che rileva le perdite attese sui crediti nei 12 mesi successivi o sull’intera vita residua in caso di peggioramento sostanziale del rischio di credito.

Strumenti finanziari derivati

Così come consentito dall’IFRS 9, il Gruppo TIM ha scelto di continuare ad applicare le disposizioni in materia di contabilizzazione delle operazioni di copertura contenute nello IAS 39 invece delle disposizioni dell’IFRS 9.

Gli strumenti finanziari derivati perfezionati dal Gruppo TIM sono volti a fronteggiare l’esposizione al rischio di cambio e di tasso di interesse e ad una diversificazione dei parametri di indebitamento che ne permetta una riduzione del costo e della volatilità entro prefissati limiti gestionali.

Coerentemente con quanto stabilito dallo IAS 39, gli strumenti finanziari derivati di copertura sono contabilizzati secondo le modalità stabilite per l’hedge accounting solo quando:

all’inizio della copertura, esistono la designazione formale e la documentazione della relazione di copertura stessa;

si prevede che la copertura sarà altamente efficace;

l’efficacia può essere attendibilmente misurata;

la copertura stessa è altamente efficace durante i diversi periodi contabili per i quali è designata.

Tutti gli strumenti finanziari derivati sono valutati al fair value, come stabilito dallo IAS 39.

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Nota 2

Principi contabili

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Quando gli strumenti finanziari derivati hanno le caratteristiche per essere contabilizzati in hedge accounting, si applicano i seguenti trattamenti contabili:

Fair value hedge – Se uno strumento finanziario derivato è designato come copertura dell’esposizione alle variazioni del fair value di un’attività o di una passività attribuibili ad un particolare rischio, l’utile o la perdita derivante dalle successive variazioni del fair value dello strumento di copertura è rilevato a conto economico separato consolidato. L’utile o la perdita derivante dall’adeguamento al fair value della posta coperta, per la parte attribuibile al rischio coperto, modifica il valore contabile di tale posta e viene rilevato a conto economico separato consolidato.

Cash flow hedge – Se uno strumento finanziario derivato è designato come copertura dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari di un’attività o di una passività iscritta in bilancio o di un’operazione prevista altamente probabile, la porzione efficace degli utili o delle perdite derivanti dall’adeguamento al fair value dello strumento derivato è rilevata in una specifica riserva di patrimonio netto (Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura). L’utile o la perdita cumulato è stornato dalla riserva di patrimonio netto e contabilizzato a conto economico separato consolidato negli stessi esercizi in cui gli effetti dell’operazione oggetto di copertura vengono rilevati a conto economico separato consolidato. L’utile o la perdita associato a quella parte della copertura inefficace è iscritto a conto economico separato consolidato immediatamente. Se l’operazione oggetto di copertura non è più ritenuta probabile, gli utili o le perdite non ancora realizzati contabilizzati nella riserva di patrimonio netto sono rilevati immediatamente a conto economico separato consolidato.

Per gli strumenti derivati per i quali non è stata designata una relazione di copertura, le variazioni di valore rispetto alla rilevazione iniziale sono iscritte direttamente a conto economico separato consolidato.

Passività finanziarie

Le passività finanziarie includono i debiti finanziari, comprensivi dei debiti per anticipazioni su cessione di crediti qualora la cessione non trasferisca sostanzialmente tutti i rischi ed i benefici, nonché altre passività finanziarie, ivi inclusi gli strumenti finanziari derivati e le passività a fronte delle attività iscritte nell’ambito dei contratti di locazione finanziaria iscritti ai sensi dell’IFRS 16.

Ai sensi dell’IFRS 9, esse comprendono anche i debiti commerciali e quelli di natura varia.

Nell’ambito dei debiti commerciali sono anche classificate le operazioni di reverse factoring. Il Gruppo TIM ha posto in essere accordi di reverse factoring attraverso i quali TIM conferisce alle banche partner mandato di pagare i suoi fornitori a scadenza delle fatture. I fornitori che partecipano a tali programmi hanno la facoltà di cedere (senza alcun onere per il Gruppo TIM) i crediti vantati verso il Gruppo. Essi possono esercitare tale facoltà a loro totale discrezione e sostenendone tutti i costi per beneficiare dell’incasso prima della scadenza contrattuale.

Le passività finanziarie, diverse dagli strumenti finanziari derivati, sono inizialmente iscritte al fair value; successivamente vengono valutate al costo ammortizzato.


Le passività finanziarie coperte da strumenti finanziari derivati volti a fronteggiare il rischio di variazione di valore della passività (derivati in fair value hedge), sono valutate al fair value, secondo le modalità stabilite dallo IAS 39 per l’hedge accounting: gli utili e le perdite derivanti dai successivi adeguamenti al fair value, limitatamente alla componente coperta, sono rilevati a conto economico separato consolidato e sono controbilanciati dalla porzione efficace della perdita o dell’utile derivante dalle corrispondenti valutazioni al fair value dello strumento di copertura.

Le passività finanziarie coperte da strumenti finanziari derivati volti a fronteggiare il rischio di variazione dei flussi finanziari (derivati in cash flow hedge) rimangono valutate al costo ammortizzato, secondo le modalità stabilite dallo IAS 39 per l’hedge accounting.


Cessioni di crediti

Il Gruppo TIM effettua cessioni di crediti sulla base di contratti di factoring. Tali cessioni, nella maggior parte dei casi, sono caratterizzate dal trasferimento a terzi sostanzialmente di tutti i rischi e benefici relativi ai crediti, rispondendo in tal modo ai requisiti dell’IFRS 9 per lo storno degli stessi. Appositi contratti di servizio, in virtù dei quali gli acquirenti conferiscono mandato a TIM S.p.A. di gestire le attività di incasso e gestione dei crediti, sono stati stipulati per mantenere la relazione tra la Società e la propria clientela.


Rimanenze di magazzino

Le rimanenze di magazzino sono valutate al minore tra il costo di acquisto e/o di produzione e il presumibile valore di realizzo; il costo viene determinato con il metodo del costo medio ponderato per singolo movimento, mentre il presumibile valore di realizzo viene rilevato dall’osservazione dei prezzi correnti alla chiusura dell’esercizio. Sono inoltre stanziati dei fondi svalutazione per le rimanenze di magazzino considerate obsolete o a lenta rotazione, tenuto conto del loro utilizzo futuro atteso e del loro presumibile valore di realizzo.


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Attività non correnti destinate a essere cedute/Attività operative cessate

Le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione il cui valore contabile sarà recuperato principalmente attraverso la vendita anziché con il loro utilizzo continuativo sono classificate come possedute per la vendita e rappresentate separatamente dalle altre attività e passività della situazione patrimoniale-finanziaria consolidata. I corrispondenti valori patrimoniali dell’esercizio precedente non sono riclassificati nella situazione patrimoniale-finanziaria consolidata ma sono invece esposti separatamente in una specifica colonna di variazione nell’evoluzione delle voci dell’attivo e del passivo nell’esercizio in cui le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione sono classificati come tali.

Un’attività operativa cessata (Discontinued Operations) rappresenta una parte dell’entità che è stata dismessa o classificata come posseduta per la vendita, e:


rappresenta un importante ramo di attività o area geografica di attività; oppure

è parte di un piano coordinato di dismissione di un importante ramo di attività o area geografica di attività; oppure

è una controllata acquisita esclusivamente allo scopo di essere rivenduta.

I risultati delle attività operative cessate – siano esse dismesse oppure classificate come possedute per la vendita – sono esposti separatamente nel conto economico separato consolidato, al netto degli effetti fiscali. I corrispondenti valori relativi all’esercizio precedente, ove presenti, sono riclassificati ed esposti separatamente nel conto economico separato consolidato, al netto degli effetti fiscali, ai fini comparativi.

Le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione classificati come posseduti per la vendita, sono dapprima rilevati in conformità allo specifico IFRS di riferimento applicabile a ciascuna attività e passività e, successivamente, sono rilevati al minore tra il valore contabile e il relativo fair value, al netto dei costi di vendita.

Eventuali successive perdite di valore sono rilevate direttamente a rettifica delle attività non correnti o dei gruppi in dismissione classificati come posseduti per la vendita con contropartita a conto economico separato consolidato.

Viene invece rilevato un ripristino di valore per ogni incremento successivo del fair value di un’attività al netto dei costi di vendita, ma solo fino a concorrenza della perdita per riduzione di valore complessiva precedentemente rilevata.

In conformità alle previsioni dell’IFRS 5 (Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate) le attività non correnti classificate come possedute per la vendita o facenti parte di un gruppo in dismissione non vengono ammortizzate.

Gli oneri finanziari e le altre spese attribuibili alle passività di un gruppo in dismissione classificato come posseduto per la vendita devono continuare ad essere rilevati.


Fondi relativi al personale

Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR)

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), obbligatorio per le imprese italiane ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, ha natura di retribuzione differita ed è correlato alla durata della vita lavorativa dei dipendenti e alla retribuzione percepita nel periodo di servizio prestato.

In applicazione dello IAS 19 (Benefici per i dipendenti), il TFR così calcolato assume la natura di “Piano a benefici definiti” e la relativa obbligazione da iscrivere in bilancio (Fondo TFR) è determinata mediante un calcolo attuariale.

La rilevazione delle variazioni degli utili/perdite attuariali (“rimisurazioni”) è iscritta fra le altre componenti del conto economico complessivo consolidato. Il costo relativo alle prestazioni di lavoro per le società italiane del Gruppo con meno di 50 dipendenti, nonché gli interessi passivi relativi alla componente del “time value” nei calcoli attuariali (questi ultimi classificati tra gli oneri finanziari) sono iscritti a conto economico separato consolidato.

A partire dal 1° gennaio 2007, la legge italiana ha previsto per il lavoratore la possibilità di scegliere la destinazione del proprio TFR maturando ai fondi di previdenza complementare oppure all’azienda di appartenenza. Per le aziende con almeno 50 dipendenti è fatto obbligo di versare tale TFR al “Fondo di Tesoreria” gestito dall’INPS. Conseguentemente, l’obbligazione nei confronti dell’INPS e le contribuzioni alle forme pensionistiche complementari hanno assunto, ai sensi dello IAS 19, la natura di “Piani a contribuzioni definite”.


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Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

Le imprese del Gruppo riconoscono benefici addizionali a taluni dirigenti del Gruppo attraverso piani di partecipazione al capitale (ad esempio piani di stock option e Long-term incentive plan). I summenzionati piani vengono contabilizzati secondo quanto previsto dall’IFRS 2 (Pagamenti basati su azioni).

Secondo quanto stabilito dall’IFRS 2, tali piani rappresentano una componente della retribuzione dei beneficiari; pertanto, per i piani che prevedono una remunerazione in strumenti di capitale, il costo è rappresentato dal fair value di tali strumenti alla data di assegnazione, ed è rilevato a conto economico separato consolidato tra i “Costi del personale” lungo il periodo intercorrente tra la data di assegnazione e quella di maturazione, con contropartita una riserva di Patrimonio Netto denominata “Altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto”. Le variazioni nel fair value successive alla data di assegnazione non hanno effetto sulla valutazione iniziale. Alla fine di ogni esercizio viene aggiornata la stima del numero di diritti che matureranno fino alla scadenza. La variazione di stima è portata a rettifica della voce “Altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto” con contropartita “Costi del personale”.

La parte dei piani che prevede la corresponsione di compensi in denaro è iscritta tra le passività in contropartita dei “Costi del personale”; alla fine di ogni esercizio detta passività è valutata al relativo fair value.


Fondi per rischi e oneri

Le imprese del Gruppo rilevano i fondi per rischi e oneri quando, in presenza di un’obbligazione attuale, legale o implicita, nei confronti di terzi, quale risultato di un evento passato, è probabile che si renderà necessario l’impiego di risorse del Gruppo per adempiere all’obbligazione, e quando può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione stessa.

Quando l’effetto finanziario del trascorrere del tempo è significativo e le date di pagamento delle obbligazioni sono attendibilmente stimabili, l’accantonamento è determinato attualizzando i flussi di cassa attesi determinati tenendo conto dei rischi associati all’obbligazione; l’incremento del fondo connesso al trascorrere del tempo è rilevato nel conto economico separato consolidato alla voce “Oneri finanziari”.


Contributi pubblici

I contributi pubblici sono rilevati quando esiste una ragionevole certezza che saranno ricevuti e che il Gruppo rispetterà tutte le condizioni previste dal Governo, da enti governativi e analoghi enti locali, nazionali o internazionali per la loro erogazione.

I contributi pubblici sono rilevati a Conto economico separato, con un criterio sistematico, negli esercizi in cui il Gruppo rileva come costi le relative spese che i contributi intendono compensare.

I contributi pubblici in conto capitale ricevuti per l’acquisto e/o la costruzione di attività materiali non correnti sono iscritti come ricavo differito nel prospetto della Situazione patrimoniale-finanziaria e accreditati a Conto economico separato su base sistematica lungo la vita utile degli impianti cui i contributi si riferiscono.


Azioni proprie

Le azioni proprie sono iscritte in riduzione del patrimonio netto. In particolare, le azioni proprie sono contabilizzate in riduzione del capitale sociale emesso per la parte corrispondente alla cd. “parità contabile”, che risulta dal rapporto tra il capitale sociale complessivo e il numero delle azioni emesse, mentre l’eccedenza del valore di acquisto rispetto alla parità contabile è portata in riduzione delle “Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile (perdita) dell’esercizio”.


Operazioni in valuta estera

Le operazioni in valuta estera sono registrate al tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione. Le attività e le passività monetarie denominate in valuta estera sono convertite al tasso di cambio in essere alla data di riferimento del bilancio. Sono rilevate a conto economico separato consolidato le differenze cambio generate dall’estinzione di poste monetarie o dalla loro conversione a tassi differenti rispetto a quelli della loro rilevazione iniziale nell’esercizio o a quelli di fine esercizio precedente.


Ricavi

I ricavi rappresentano i flussi lordi di benefici economici dell’esercizio derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria. I corrispettivi riscossi per conto terzi quali le imposte sulle vendite, le imposte su beni e servizi e l’imposta sul valore aggiunto non sono benefici economici fruiti dal Gruppo e non determinano un incremento del patrimonio netto. Per questo motivo essi sono esclusi dai ricavi.


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Il processo sottostante la rilevazione dei ricavi segue le fasi previste dall’IFRS 15:

identificazione del contratto: avviene quando le parti approvano il contratto (con sostanza commerciale) e individuano i rispettivi diritti ed obbligazioni: in altri termini il contratto deve essere legalmente vincolante, possono essere chiaramente identificati i diritti a ricevere beni e/o servizi ed i termini di pagamento e il Gruppo ritiene probabile il percepimento del corrispettivo;

identificazione delle performance obligation: le principali performance obligation identificate, vale a dire promesse di trasferimento di beni e servizi che sono distinti, sono prestazioni di servizi (tra cui traffico voce e dati e soluzioni ICT) alla clientela retail, prestazioni di servizi alla clientela wholesale e vendita di prodotti;

determinazione del transaction price: è l’importo complessivamente contrattualizzato con la controparte, avuto riguardo all’intera durata contrattuale; il Gruppo ha definito che la durata contrattuale è quella derivante dai vincoli contrattuali tra le parti, oppure, in assenza di tali vincoli, è convenzionalmente pari ad un mese;

allocazione del transaction price alle performance obligation: l’allocazione avviene proporzionalmente ai rispettivi stand alone selling price, determinati in base ai prezzi di listino (laddove presenti) oppure stimati applicando un margine appropriato al costo di acquisto/produzione del bene/servizio.

I ricavi da attivazione del servizio di connettività non costituiscono una performance obligation; vengono, pertanto, allocati alle performance obligation contrattuali (tipicamente ai servizi).

Per le offerte che comprendono sia la vendita degli apparati sia la prestazione di servizi (offerte bundle), il Gruppo alloca il transaction price contrattuale alle performance obligation del contratto proporzionalmente agli stand alone selling price delle singole perfomance obligation;


rilevazione dei ricavi: i ricavi sono rappresentati al netto di sconti, abbuoni e resi e rilevati in relazione alle caratteristiche della tipologia di ricavo:

Ricavi per prestazioni di servizi

I ricavi per prestazioni di servizi sono rilevati a conto economico separato con riferimento allo stadio di completamento del servizio, ovvero in base all’effettivo consumo.

I ricavi da traffico telefonico per interconnessione e roaming sono esposti al lordo delle quote spettanti agli altri operatori di telecomunicazioni.

I ricavi per la fornitura di informazioni ed altri contenuti sono iscritti in base all’ammontare fatturato al cliente quando il servizio è reso direttamente dal Gruppo. Nel caso in cui il Gruppo operi esclusivamente in qualità di agente (ad esempio per le Numerazioni Non Geografiche), viene invece iscritta tra i ricavi la sola provvigione riconosciuta dal fornitore di contenuti.
I ricavi derivanti dal traffico prepagato sono contabilizzati sulla base dell’effettivo consumo. I ricavi differiti corrispondenti al traffico già incassato ma non ancora consumato sono registrati nella Situazione patrimoniale-finanziaria Consolidata alla voce “Debiti commerciali, vari e altre passività correnti”.

Generalmente i ricavi per prestazioni di servizi sono fatturati e riscossi su base bimestrale/mensile per la clientela Retail, mentre sono fatturati su base mensile e riscossi in 40/60 giorni per la clientela wholesale.


Ricavi per vendite

I ricavi per vendite (prodotti telefonici e altri) sono rilevati alla consegna quando il controllo dei beni è trasferito ai clienti.

Gli apparati venduti separatamente dai servizi sono fatturati al momento della consegna; la riscossione avviene a vista o in base a piani rateizzati (fino a 48 rate mensili). Gli apparati venduti nell’ambito di offerte bundle sono fatturati al momento della consegna e riscossi, di regola, in 24 rate mensili.


La rilevazione dei ricavi può generare l’iscrizione di una attività o passività derivante da contratti. In particolare:

le Attività derivanti da contratto rappresentano il diritto ad un corrispettivo in cambio di beni o servizi che sono stati trasferiti al cliente, quando il diritto è subordinato a qualcosa di diverso dal passare del tempo;

le Passività derivanti da contratto rappresentano l'obbligazione di trasferire al cliente beni o servizi per i quali il Gruppo ha ricevuto (o per i quali è dovuto) un corrispettivo dal cliente.

I costi contrattuali (costi di adempimento e di ottenimento di un contratto; principalmente, costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) sono oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato consolidato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti. Il Gruppo TIM si avvale dell’espediente pratico, previsto dall’IFRS 15, di rilevare interamente a conto economico consolidato i costi incrementali per l’ottenimento del contratto se il periodo di ammortamento non supera i 12 mesi.

Periodicamente viene valutata la recuperabilità delle attività derivanti da contratto e dei costi differiti.


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Costi di ricerca e costi di pubblicità

I costi di ricerca e quelli di pubblicità vengono spesati direttamente a conto economico separato consolidato nell’esercizio in cui vengono sostenuti.


Proventi e oneri finanziari

I proventi e gli oneri finanziari sono rilevati per competenza e comprendono: gli interessi maturati sulle relative attività e passività finanziarie utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo, le variazioni di fair value dei derivati e degli altri strumenti finanziari rilevati al fair value attraverso il conto economico, gli utili e le perdite di cambio e su strumenti finanziari (inclusi i derivati).


Dividendi

I dividendi ricevuti dalle società diverse da quelle controllate, collegate e joint venture sono contabilizzati a conto economico separato consolidato secondo il principio della competenza, ossia nell’esercizio in cui sorge il relativo diritto al credito, a seguito della delibera assembleare di distribuzione dei dividendi delle partecipate.

I dividendi distribuibili a terzi sono rappresentati come movimento di patrimonio netto nell’esercizio in cui sono approvati dall’assemblea degli azionisti.


Imposte sul reddito (correnti e differite)

Le imposte sul reddito includono tutte le imposte calcolate sul reddito imponibile delle imprese del Gruppo.

Il calcolo delle imposte sul reddito correnti e differite è effettuato utilizzando tutti gli elementi e le informazioni disponibili alla data del bilancio, tenendo conto delle leggi in vigore ed anche considerando ed includendo nelle valutazioni tutti gli elementi che possono determinare incertezze nella determinazione degli importi a debito verso l’erario, così come previsto dall’IFRIC 23.

Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico separato consolidato, ad eccezione di quelle relative a voci direttamente addebitate o accreditate ad una riserva di patrimonio netto; in tali casi il relativo effetto fiscale è riconosciuto direttamente alle rispettive riserve di patrimonio netto. Nel prospetto di conto economico complessivo consolidato, è indicato l’ammontare delle imposte sul reddito relativo a ciascuna voce inclusa fra le “altre componenti del conto economico complessivo consolidato”.

Gli accantonamenti per imposte che potrebbero generarsi dal trasferimento di utili non distribuiti delle imprese controllate sono effettuati solo quando vi è la reale intenzione di trasferire tali utili.

Le imposte differite/anticipate sono rilevate secondo il metodo dello stanziamento globale della passività (balance sheet liability method). Esse sono calcolate su tutte le differenze temporanee che emergono tra la base imponibile delle attività e delle passività ed i relativi valori contabili nel bilancio consolidato, ad eccezione delle differenze derivanti da investimenti in imprese controllate per le quali non si prevede l’annullamento nel prevedibile futuro. Le attività per imposte anticipate sulle perdite fiscali riportabili a nuovo sono riconosciute nella misura in cui è probabile che sia disponibile un reddito imponibile futuro a fronte del quale possano essere recuperate. Le attività e le passività fiscali per imposte sono compensate, separatamente per le imposte correnti e per le imposte differite, quando le imposte sul reddito sono applicate dalla medesima autorità fiscale e quando vi è un diritto legale di compensazione. Le attività fiscali per imposte anticipate e le passività fiscali per imposte differite sono determinate adottando le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili, nei rispettivi ordinamenti dei paesi in cui le imprese del Gruppo operano, negli esercizi nei quali le differenze temporanee si annulleranno.

Le altre imposte non correlate al reddito sono incluse tra gli “Altri costi operativi”.


Risultato per azione

Il risultato base per azione ordinaria è calcolato dividendo la quota di risultato economico del Gruppo attribuibile alle azioni ordinarie per la media ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, ed escludendo le azioni proprie. Analogamente, il risultato base per azione di risparmio è calcolato dividendo la quota di risultato economico del Gruppo attribuibile alle azioni di risparmio per la media ponderata delle azioni di risparmio in circolazione durante l’esercizio.

Ai fini del calcolo del risultato diluito per azione ordinaria, la media ponderata delle azioni in circolazione durante l’esercizio è modificata assumendo la sottoscrizione di tutte le azioni potenziali derivanti, ad esempio, dall’esercizio di diritti sulle azioni aventi effetto diluitivo. Anche il risultato netto del Gruppo è rettificato per tener conto degli effetti, al netto delle imposte, di tali operazioni.


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Principi contabili

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Uso di stime contabili

La redazione del bilancio consolidato e delle relative note in applicazione degli IFRS richiede da parte della Direzione aziendale l’effettuazione di stime e di assunzioni basate anche su giudizi soggettivi, esperienze passate e ipotesi considerate ragionevoli e realistiche in relazione alle informazioni note al momento della stima. Tali stime hanno effetto sui valori delle attività e delle passività di bilancio e sull’informativa relativa ad attività e passività potenziali alla data del bilancio nonché sull’ammontare dei ricavi e dei costi nell’esercizio di riferimento. I risultati che si consuntiveranno potrebbero differire, anche significativamente, da tali stime a seguito di possibili mutamenti dei fattori considerati nella determinazione di tali stime. Le stime sono riviste periodicamente.

Nel seguito, sono indicate le più significative stime contabili che comportano un elevato ricorso ad assunzioni e giudizi soggettivi da parte degli Amministratori

Area di bilancio

Stime contabili

Riduzione di valore dell’avviamento

La verifica della riduzione di valore dell’avviamento è effettuata mediante il confronto tra il valore contabile delle unità generatrici di flussi di cassa e il loro valore recuperabile; quest’ultimo è rappresentato dal maggiore fra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso della stessa unità. Tale complesso processo di valutazione implica, tra l’altro, l’utilizzo di metodi quali il discounted cash flow con le relative assunzioni sulla stima dei flussi di cassa. Il valore recuperabile dipende sensibilmente dal tasso di sconto utilizzato nel modello dei flussi di cassa attualizzati così come dai flussi di cassa attesi in futuro e dal tasso di crescita utilizzato ai fini dell’estrapolazione. Le ipotesi chiave utilizzate per determinare il valore recuperabile per le diverse unità generatrici di flussi di cassa, inclusa un’analisi di sensitività, sono dettagliatamente esposte nella Nota ”Avviamento”.

Riduzione di valore delle attività
immateriali e materiali a vita utile
definita e diritti d’uso su beni di terzi

Ad ogni data di riferimento del bilancio, il Gruppo verifica se esistono indicazioni che le attività sia materiali che immateriali a vita utile definita e sui diritti d’uso su beni di terzi possano aver subito una riduzione di valore. A tal fine si considerano sia fonti interne che esterne di informazione.

L'identificazione di indicatori di riduzione di valore, la stima dei flussi di cassa futuri e la determinazione del fair value di ciascuna attività richiede alla Direzione aziendale di effettuare stime e assunzioni significative circa la determinazione del tasso di sconto da applicare, della vita utile e del valore residuo delle attività. Queste stime possono avere un impatto significativo sul fair value delle attività e sull’ammontare di eventuali svalutazioni.

Aggregazioni aziendali

La rilevazione delle aggregazioni aziendali comporta l’iscrizione delle attività e
passività dell’impresa acquisita al relativo fair value alla data di acquisizione del
controllo nonché l’eventuale iscrizione dell’avviamento. La determinazione di tali
valori è effettuata attraverso un complesso processo di stima.

Passività per leasing e Diritti d’uso su
beni di terzi

La determinazione del valore della passività per leasing e del corrispondente diritto
d’uso è effettuata calcolando il valore attuale dei canoni di leasing, anche
considerando la stima sulla ragionevole certezza del rinnovo del contratto.

Capitalizzazione / differimento costi

Il processo di capitalizzazione / differimento dei costi interni ed esterni è
caratterizzato da alcuni elementi di stima / valutazione; in particolare, si segnala la
valutazione di: i) probabilità che l’ammontare dei costi capitalizzati venga
recuperato attraverso i correlati ricavi futuri; e ii) effettivo incremento dei benefici
economici futuri insiti nel bene a cui si riferiscono.

Fondo svalutazione crediti

La riduzione di valore sui crediti commerciali e sui contract assets viene effettuata
attraverso l'approccio semplificato, che prevede la stima della perdita attesa lungo
tutta la vita del credito al momento dell'iscrizione iniziale e nelle valutazioni
successive. Per ciascun segmento di clientela, la stima è effettuata principalmente
attraverso la determinazione dell'inesigibilità media attesa, basata su indicatori
storico-statistici, eventualmente adeguata utilizzando elementi prospettici. Per
alcune categorie di crediti caratterizzate da elementi di rischio peculiari vengono
invece effettuate valutazioni specifiche sulle singole posizioni creditorie.

Ammortamenti

I cambiamenti nelle condizioni economiche dei mercati, nella tecnologia e nello
scenario competitivo potrebbero influenzare significativamente la vita utile delle
attività materiali e immateriali non correnti e potrebbero comportare una
differenza nelle tempistiche del processo di ammortamento e quindi
sull’ammontare dei costi per ammortamento.

Accantonamenti, passività potenziali e
fondi relativi al personale

Per quanto riguarda gli accantonamenti connessi al “Fondo oneri di ripristino”, la stima dei costi futuri di smantellamento del cespite e di ripristino del sito è un processo complesso che richiede la valutazione delle passività derivanti da obblighi di smantellamento e di ripristino spesso non compiutamente definiti da leggi, regolamenti amministrativi o clausole contrattuali, e che generalmente si dovranno adempiere a distanza di parecchi anni.

Gli accantonamenti connessi a contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali nonché a procedimenti di natura regolatoria sono frutto di un processo di stima complesso che si basa anche sulla probabilità di soccombenza. Gli accantonamenti connessi ai fondi relativi al personale, ed in particolare al Fondo Trattamento di Fine Rapporto, sono determinati sulla base di ipotesi attuariali; le variazioni di tali ipotesi potrebbero avere effetti significativi su tali fondi.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

156


Ricavi

Il riconoscimento dei ricavi è influenzato dalle stime dell’ammontare di sconti,
abbuoni e resi da iscrivere a diretta rettifica dei ricavi, oltre che dalle modalità di
definizione degli stand alone selling price dei singoli prodotti o servizi e di
determinazione della durata contrattuale in presenza di opzioni di rinnovo.

Costi contrattuali (IFRS 15)

Il riconoscimento dei costi di ottenimento e adempimento dei contratti è
influenzato dalla stima della durata attesa del rapporto con il cliente, calcolata
sulla base degli indici di rotazione storica e delle previsioni future. Questa stima è
comunque soggetta a fluttuazioni e potrebbe rappresentare in maniera limitata il
comportamento futuro della clientela, specialmente in presenza di nuove offerte
commerciali o cambiamenti del contesto competitivo.

Imposte sul reddito (correnti e differite)

Le imposte sul reddito (correnti e differite) sono determinate in ciascun paese in cui
il Gruppo opera secondo una prudente interpretazione delle normative fiscali
vigenti. Questo processo comporta talvolta complesse stime nella determinazione
del reddito imponibile e delle differenze temporanee deducibili ed imponibili tra
valori contabili e fiscali. In particolare, le attività per imposte anticipate sono
riconosciute nella misura in cui è probabile che sia disponibile un reddito imponibile
futuro a fronte del quale possano essere recuperate. La valutazione della
recuperabilità delle attività per imposte anticipate, rilevate in relazione sia alle
perdite fiscali utilizzabili in esercizi successivi sia alle differenze temporanee
deducibili, tiene conto della stima dei redditi imponibili futuri e si basa su una
prudente pianificazione fiscale.

Strumenti derivati e strumenti
rappresentativi di capitale

Il fair value degli strumenti derivati e degli strumenti rappresentativi di capitale è
determinato sia mediante modelli di valutazione che tengono anche conto di
valutazioni soggettive quali, ad esempio, le stime dei flussi di cassa, la volatilità
attesa dei prezzi, ecc., sia sulla base di valori rilevati su mercati regolamentati o
quotazioni fornite da controparti finanziarie. Per ulteriori dettagli vedasi la nota
“Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Così come previsto dallo IAS 8 (Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori) paragrafo 10, in assenza di un Principio o di un’Interpretazione applicabile specificatamente ad una determinata operazione, la Direzione aziendale definisce, attraverso ponderate valutazioni soggettive, le metodologie contabili da adottare nell’ottica di fornire un bilancio consolidato che rappresenti fedelmente la situazione patrimoniale-finanziaria, il risultato economico e i flussi finanziari del Gruppo, che rifletta la sostanza economica delle operazioni, sia neutrale, redatto su basi prudenziali e completo sotto tutti gli aspetti rilevanti.

Nuovi Principi e Interpretazioni recepiti dalla UE e in vigore a partire dal 1° gennaio 2020

Ai sensi dello IAS 8 (Principi Contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori), vengono di seguito indicati e brevemente illustrati gli IFRS in vigore a partire dal 1° gennaio 2020.


Modifiche all'IFRS 9, Strumenti finanziari, IAS 39, Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e IFRS 7, Strumenti finanziari: informazioni integrative - Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse

In data 15 gennaio 2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/34 che ha recepito a livello comunitario alcuni emendamenti all'IFRS 9 - Strumenti finanziari, IAS 39 - Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e IFRS 7 - Strumenti finanziari: informazioni integrative.

Le modifiche sono relative ad alcuni requisiti specifici di hedge accounting e sono mirate a fornire un’agevolazione in relazione ai potenziali effetti dell'incertezza causata dalla riforma dei tassi di offerta interbancaria (IBOR).

Inoltre, le modifiche richiedono alle società di fornire ulteriori informazioni agli investitori in merito alle loro relazioni di copertura che sono direttamente interessate da tali incertezze.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.


Modifiche ai riferimenti al “Conceptual Framework” negli IFRS

In data 29 novembre 2019 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2019/2075 che ha recepito a livello comunitario la versione rivista del Conceptual Framework for Financial Reporting. Le principali modifiche rispetto alla versione del 2010 riguardano:

un nuovo capitolo in tema di valutazione;

migliori definizioni e guidance, in particolare con riferimento alla definizione di passività;

chiarimenti di importanti concetti, come “stewardship”, prudenza e incertezza nelle valutazioni.

E’ stato pubblicato anche un documento che aggiorna i riferimenti presenti negli IFRS al precedente Conceptual Framework.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.


Modifiche allo IAS 1 e allo IAS 8 (Definizione di Materiale)

In data 29 novembre 2019 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2019/2104 che ha recepito alcune modifiche allo IAS 1 (Presentazione del bilancio) e allo IAS 8 (Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori).

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

157


Tali modifiche chiariscono la definizione di “materiale” e allineano la definizione usata nel “Conceptual Framework” con quella utilizzata nei singoli IFRS. La definizione di “materiale”, come rivista dalle modifiche in oggetto, è la seguente: “l’informazione è materiale se omettendola, dichiarandola inesattamente o oscurandola può essere ragionevolmente attesa influenzare le decisioni che gli utenti primari per scopi generali dei rendiconti finanziari fanno in base a quei rendiconti finanziari, che forniscono informazioni finanziarie su una specifica reporting entity”.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.


Modifiche all’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali)

In data 21 aprile 2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/551 che ha recepito alcune modifiche all’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali). Tali modifiche riguardano la definizione di “business” e aiutano le entità a determinare se un’acquisizione effettuata è un “business” o un gruppo di attività.

In base alla nuova definizione un “business” è: “un gruppo integrato di attività e di asset che può essere indirizzato e gestito per lo scopo di fornire beni o servizi ai clienti, generando reddito da investimenti (come dividendi o interessi) o generando altri redditi dalle attività ordinarie. Le modifiche chiariscono anche che, per essere considerato un business, un’acquisizione deve includere un input e un processo sostanziale che insieme contribuiscono alla capacità di creare un output”.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.


Modifiche all’IFRS 16 Leasing per concessioni relative al Covid-19

In data 9 ottobre 2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/1434 che ha recepito alcune modifiche all’IFRS 16 per fornire una semplificazione ai locatari nella contabilizzazione delle riduzioni dei canoni di leasing per effetto del Covid-19.

Come espediente pratico, un locatario può scegliere di non valutare se una riduzione di canone di locazione concessa dal locatore costituisce una modifica al contratto di leasing. Tale espediente pratico si applica solo alle riduzioni di canone che sono una diretta conseguenza del Covid-19 e solo se tutte le condizioni previste dalla modifica in oggetto sono soddisfatte.

Un locatario che applica tale espediente pratico deve fornirne informativa.

Tali modifiche devono essere applicate per gli esercizi che iniziano a partire dal 1° giugno 2020, in modo retrospettivo. È consentita un'applicazione anticipata.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.





Nuovi Principi e Interpretazioni emessi dallo IASB ma non ancora applicabili

Alla data di redazione del presente bilancio consolidato sono stati emessi dallo IASB i seguenti nuovi Principi / Interpretazioni non ancora entrati in vigore e non ancora recepiti dalla UE:



Applicazione
obbligatoria a
partire dal

Nuovi Principi / Interpretazioni recepiti dalla UE ma non ancora in vigore

Modifiche all’IFRS 4 Contratti assicurativi - Differimento dell’IFRS 9

1/1/2021

Modifiche all'IFRS 9, IAS 39, IFRS 7, IFRS 4 e IFRS 16 Riforma del benchmark dei tassi di interesse -
Fase 2

1/1/2021

Nuovi Principi / Interpretazioni non ancora in vigore e non ancora recepiti dalla UE

Modifiche a: IFRS 3 Aggregazioni aziendali; IAS 16 Immobili, Impianti e Macchinari; IAS 37
Accantonamenti, passività e attività potenziali; Ciclo annuale di miglioramenti 2018-2020

1/1/2022

Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio: classificazione delle passività come correnti o non
correnti

1/1/2023

Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio: Informativa sulle politiche contabili

1/1/2023

Modifiche allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori: Definizione di
stime contabili

1/1/2023

IFRS 17 (Contratti di assicurazione), incluse modifiche all’IFRS 17

1/1/2023

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

158


Gli eventuali impatti sul bilancio consolidato di Gruppo derivanti dai nuovi Principi/Interpretazioni sono tuttora in corso di valutazione.

In merito al processo di riforma dei tassi di interesse di riferimento, non si prevedono particolari impatti sulle coperture in Hedge Accounting nel corso del 2021.

Nello specifico, TIM ha aderito all’IBOR Fallback Protocol 2020 pubblicato dall’ISDA in data 23 ottobre che definisce i meccanismi di fallback (compounded RFR in arrears cui si aggiunge uno spread adjustment) in seguito alla realizzazione di un “permanent cessation trigger” o “pre-cessation trigger”; il passaggio non dovrebbe comunque provocare variazioni di rilievo nelle coperture in Cash Flow Hedge di sottostanti a tasso fisso in valuta né nelle coperture in Fair Value Hedge di sottostanti in Euro (il processo di sostituzione dell’Euribor pare in ritardo rispetto a quello del Libor).

La fattispecie che richiede maggiore attenzione e analisi è quella dei loan intercompany a tasso variabile oggetto di copertura in Hedge Accounting sulla TIM S.p.A.; se da una parte l’adesione al protocollo ISDA assicura l’adeguamento delle condizioni in ambito derivati, sarà monitorata la possibilità di adeguare di conseguenza anche le partite sottostanti in modo da salvaguardare la tenuta delle coperture.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 2

Principi contabili

159


NOTA 3

AREA DI CONSOLIDAMENTO

Partecipazioni in società controllate consolidate

Composizione del Gruppo

TIM detiene la maggioranza dei diritti di voto in tutte le controllate incluse nell’area di consolidamento.

L’elenco completo delle società controllate consolidate, è riportato nella Nota “Le imprese del Gruppo TIM”.


Area di consolidamento

Le variazioni intervenute nell’area di consolidamento al 31 dicembre 2020, rispetto al 31 dicembre 2019, sono di seguito elencate.

 

Società controllate entrate/uscite/oggetto di fusione nel perimetro di consolidamento:


Società

Business Unit di
riferimento

Mese

Entrate:

NOOVLE S.r.l.

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

GLOBAL SPACE TRE S.r.l.

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE AI S.r.l.

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE FRANCE Sasu

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE INTERNATIONAL SAGL

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE MALTA Ltd

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE SICILIA S.c.a.r.l.

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

NOOVLE SLOVAKIA S.r.o.

Nuova acquisizione

Domestic

Maggio 2020

DAPHNE 3 S.p.A.

Nuova costituzione

Domestic

Luglio 2020

TIM MY BROKER S.r.l.

Nuova costituzione

Domestic

Agosto 2020

NOOVLE S.p.A.

Nuova costituzione

Domestic

Ottobre 2020

FIBERCOP S.p.A.

Nuova costituzione

Domestic

Novembre 2020

FIBERCO SOLUÇÕES DE INFRAESTRUTURA LTDA

Nuova costituzione

Brasile

Dicembre 2020

Uscite:

INFRASTRUTTURE WIRELESS ITALIANE S.p.A. (INWIT
S.p.A.)

Diluizione

Domestic

Marzo 2020

TI SPARKLE BOLIVIA S.r.l.

Liquidata

Domestic

Novembre 2020

Fusioni:

TIM PARTICIPAÇÕES S.A.

Fusa in TIM S.A.

Brasile

Settembre 2020

TN FIBER S.r.l.

Fusa in TIM S.p.A.

Domestic

Settembre 2020

TIMVISION S.r.l.

Fusa in TIM S.p.A.

Domestic

Ottobre 2020

H.R. SERVICES S.r.l.

Fusa in TIM S.p.A.

Domestic

Dicembre 2020


Con riferimento alla società INWIT S.p.A. si segnala che in data 31 marzo 2020 si è perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A.. Tale operazione, che ha consentito la nascita del primo Tower Operator italiano, ha comportato la diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale di INWIT dal 60% al 37,5%; pertanto, dal 31 marzo 2020, INWIT S.p.A. è valutata con il metodo del patrimonio netto.

A decorrere dal Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2019 e sino al perfezionamento della fusione sopracitata, INWIT S.p.A. è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”; pertanto i dati economici e i flussi finanziari consolidati dell’esercizio 2020 del Gruppo TIM includono i dati economici e i flussi


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 3

Area di consolidamento

160



finanziari del primo trimestre 2020 di INWIT S.p.A., al netto degli ammortamenti del periodo, come richiesto dall’IFRS 5.

Inoltre:

in data 23 aprile 2020, attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali, TIM S.p.A. ha ceduto un pacchetto azionario pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT;

in data 2 ottobre 2020 TIM e Ardian, società privata di investimento leader a livello mondiale attiva nel settore delle infrastrutture, hanno perfezionato l’accordo annunciato in data 24 giugno 2020 per una parziale condivisione dell’investimento in INWIT. L’operazione ha comportato l’acquisto da parte di un consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian del 49% di Daphne 3, holding neo-costituita e controllata da TIM, in cui TIM ha apportato il 30,2% delle azioni di INWIT. La holding è subentrata a TIM - per la quota di azioni INWIT trasferita - nell’accordo parasociale in essere tra TIM e Vodafone, in forza del quale queste controllano congiuntamente INWIT;

la residua partecipazione diretta di TIM S.p.A. in INWIT, pari a circa il 3% del capitale sociale di INWIT, è stata ceduta ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited. In particolare, in data 2 ottobre 2020 è stato ceduto dapprima il 1,2% e in data 4 dicembre 2020 il residuo 1,8%.


Per ulteriori dettagli si rimanda alla nota “Partecipazioni”.

Il numero delle imprese controllate e delle imprese collegate del Gruppo TIM, è così ripartito:


31.12.2020

Imprese:

Italia

Estero

Totale

controllate consolidate con il metodo integrale

20

46

66

joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

2

2

collegate valutate con il metodo del patrimonio netto

10

10

Totale imprese

32

46

78




31.12.2019

Imprese:

Italia

Estero

Totale

controllate consolidate con il metodo integrale

16

43

59

joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

collegate valutate con il metodo del patrimonio netto

12

12

Totale imprese

28

43

71


Per ulteriori dettagli si fa rimando alla Nota “Le imprese del Gruppo TIM”.




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 3

Area di consolidamento

161



Società controllate con interessenze significative di minoranza

Al 31 dicembre 2020 il Gruppo TIM detiene partecipazioni in società controllate, con interessenze significative di minoranza, con riferimento al gruppo TIM Brasil.

Si precisa che i dati di seguito presentati, al lordo delle elisioni dei rapporti con le altre società del Gruppo, sono redatti secondo gli IFRS e tengono conto delle rettifiche apportate al momento dell’acquisizione (allineamento al fair value delle attività e passività acquisite).


Gruppo TIM Brasil - Business Unit Brasile

La quota delle interessenze partecipative, detenuta dalle partecipazioni di minoranza, al 31 dicembre 2020 è pari al 33,4% del capitale di TIM S.A., coincidente con i corrispondenti diritti di voto.

Dati patrimoniali gruppo TIM Brasil


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività non correnti

5.246

7.538

Attività correnti

1.662

1.896

Totale Attività

6.908

9.434

Passività non correnti

1.558

2.104

Passività correnti

1.339

1.847

Totale Passività

2.897

3.951

Patrimonio Netto

4.011

5.483

di cui Partecipazioni di minoranza

1.232

1.681


Dati economici gruppo TIM Brasil


(milioni di euro)

2020

2019

Ricavi

2.933

3.937

Utile (perdita) dell'esercizio

297

799

di cui Partecipazioni di minoranza

104

272


Dati finanziari gruppo TIM Brasil

Il flusso monetario complessivo generato nell’esercizio 2020 risulta pari a - 93 milioni di euro, in presenza di una differenza cambio negativa di 151 milioni di euro, in assenza della quale il flusso generato sarebbe risultato positivo per 58 milioni di euro.

Nell’esercizio 2019 risultava positivo per 262 milioni di euro, in presenza di una differenza cambio negativa di 12 milioni di euro, in assenza della quale il flusso generato sarebbe risultato positivo per 274 milioni di euro.


Si segnalano infine, sempre con riferimento al gruppo TIM Brasil e coerentemente con quanto evidenziato nella Relazione sulla gestione – Sezione “Principali rischi e incertezze”, i principali fattori di rischio che potrebbero comportare restrizioni, anche significative, sulle attività del gruppo TIM Brasil:


rischi strategici (rischi connessi a fattori macroeconomici e politici, nonché rischi connessi alle restrizioni valutarie e alle dinamiche competitive);

rischi operativi (rischi connessi alla continuità di business e allo sviluppo delle reti fisse e mobili, nonché rischi associati a controversie e contenziosi);

rischi finanziari;

rischi di Compliance e Regolatorio.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 3

Area di consolidamento

162



NOTA 4

AGGREGAZIONI AZIENDALI

Acquisizione del controllo del gruppo Noovle

In data 21 maggio 2020 TIM S.p.A. ha perfezionato l’acquisizione del 100% delle quote di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano.

A decorrere da tale data, Noovle S.r.l. e le sue società controllate (gruppo Noovle) sono consolidate con il metodo integrale.

L’operazione permette a TIM di ampliare la propria offerta di servizi innovativi di public, private e hybrid cloud e di rafforzare le competenze di servizio per accelerare la digitalizzazione delle imprese, dalle PMI (piccole e medie imprese) alla grande industria, fino al mondo della Pubblica Amministrazione e della sanità.


Gli effetti contabili dell’aggregazione aziendale sono così sintetizzabili:


il corrispettivo è pari a 13 milioni di euro;

tutte le Attività acquisite e le Passività assunte delle società acquisite sono state oggetto di valutazione per la loro iscrizione a fair value;

in aggiunta al valore delle Attività acquisite e delle Passività assunte sono stati iscritti un Avviamento pari a 11 milioni di euro, Altre attività immateriali pari a 4 milioni di euro e Passività per imposte differite pari a 1 milione di euro determinate come illustrato nelle seguenti tabelle:



(milioni di euro)

Valori a Fair Value


Valorizzazione del corrispettivo

(a)

13

Valore delle attività acquisite

(b)

31

Valore delle passività assunte

(c)

(32)

Avviamento, Altre attività immateriali e Passività per imposte differite

(a-b-c)

14



Gruppo Noovle – valori alla data di acquisizione


(milioni di euro)

Valori

a Fair Value


Valori Contabili

Avviamento

11

-

Altre attività non correnti

7

3

Attività correnti

28

28

di cui Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

1

1

Totale attività

(a)

46

31

Totale passività non correnti

4

3

di cui Passività finanziarie non correnti

2

2

Totale passività correnti

29

29

di cui Passività finanziarie correnti

2

2

Totale passività

(b)

33

32

Attività nette

(a-b)

13

(1)


Si segnala inoltre che, qualora l’operazione di acquisizione di Noovle S.r.l. e delle sue società controllate fosse stata completata il 1° gennaio 2020, il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM avrebbe registrato maggiori ricavi per un importo di circa 14 milioni di euro con effetti non significativi sul risultato netto dell'esercizio.








Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 4

Aggregazioni aziendali

163


NOTA 5

AVVIAMENTO

Tale voce presenta la seguente ripartizione ed evoluzione negli anni 2019 e 2020:


(milioni di euro)

31.12.2018

Incrementi

Decrementi

Svalutazioni

Differenze
cambio

Held for
sale         
INWIT

31.12.2019

Domestic

25.899

(68)

(3.600)

22.231

Brasile

870

(18)

852

Altre attività

Totale

26.769

(68)

(18)

(3.600)

23.083


(milioni di euro)

31.12.2019

Incrementi

Decrementi

Svalutazioni

Differenze
cambio

31.12.2020

Domestic

22.231

11

22.242

Brasile

852

(247)

605

Altre attività

Totale

23.083

11

(247)

22.847


L’Avviamento, ai sensi dello IAS 36, non è soggetto ad ammortamento, ma a verifica per riduzione di valore (impairment test) con cadenza almeno annuale in occasione della redazione del bilancio consolidato della società.

Nel corso del 2020 l’Avviamento si riduce di 236 milioni di euro, da 23.083 milioni di euro di fine 2019 a 22.847 milioni di euro al 31 dicembre 2020. Nel dettaglio:

con riferimento alla Cash Generating Unit Domestic la voce registra un incremento di 11 milioni di euro relativo all’iscrizione dell’avviamento connesso all’acquisizione di Noovle S.r.l. e delle sue società controllate (per maggiori dettagli si veda la nota “Aggregazioni aziendali”);

si riduce inoltre di 247 milioni di euro per la differenza cambio relativa all’Avviamento della Cash Generating Unit Brasile.


I valori contabili lordi dell’avviamento e delle relative svalutazioni per riduzione di valore accumulate dal 1° gennaio 2004 (data di allocazione alle Unità Generatrici di Flussi Finanziari (CGU)) sino al 31 dicembre 2020 e 2019 sono così riepilogati:

31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Valore
netto

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Valore
netto

Domestic

38.687

(16.445)

22.242

38.676

(16.445)

22.231

Brasile

751

(146)

605

1.055

(203)

852

Altre attività

Totale

39.438

(16.591)

22.847

39.731

(16.648)

23.083


I dati relativi alla CGU Brasile sono esposti in euro convertiti al cambio puntuale alla data di chiusura del bilancio; il valore dell’avviamento relativo alla CGU corrisponde a 3.854 milioni di reais.


L’impairment test è stato svolto su due fasi: nella prima fase è stato stimato il valore recuperabile delle attività attribuite alle singole CGU alle quali è allocato l’avviamento; nella seconda fase sono state svolte le analisi considerando le attività del Gruppo nel loro complesso, che non hanno evidenziato alcuna perdita di valore.




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 5

Avviamento

164



Per quanto riguarda le verifiche di cui alla prima fase, le unità (o gruppi di unità) generatrici di flussi finanziari alle quali è allocato l’avviamento sono le seguenti:

Settore

Unità (o gruppi di unità) generatrici di flussi finanziari

Domestic

Domestic

Brasile

Brasile


Ai sensi della disciplina contabile applicabile il “valore recuperabile” delle CGU è pari al maggiore tra il “fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione” e il “valore d’uso”.

Le configurazioni di valore utilizzate per determinare il valore recuperabile al 31 dicembre 2020 delle CGU in esame sono state per Domestic il valore d’uso, per Brasile il fair value. In particolare, per il Brasile il fair value è stato determinato sulla base della capitalizzazione di borsa a fine periodo.

Le valutazioni sono espresse in valuta locale, e pertanto in valuta Euro per la CGU Domestic e in valuta Reais per la CGU Brasile. Per quest’ultima unità il valore recuperabile delle attività è determinato con la denominazione della valuta funzionale e successivamente convertito al cambio puntuale alla data di chiusura del bilancio.

Per la CGU Domestic la stima del valore d’uso è stata effettuata, nel rispetto dello IAS36, dei principi e delle best practices di valutazione, avendo a riferimento flussi di cassa attesi in diversi scenari. I diversi flussi attesi sono sintetizzati in un flusso medio normale determinato con il supporto di esperti valutatori e industriali (gli Esperti), partendo dai dati prospettici riportati nel Piano Industriale 2021-2023 approvato dal Consiglio di Amministrazione. In particolare i flussi medio attesi sono stati determinati avendo a riferimento i tre anni del Piano Industriale 2021-2023 ai quali si aggiungono dati estrapolati per ulteriori due anni, portando così il periodo di previsione esplicita dei flussi finanziari futuri a complessivi cinque anni (2021-2025). L’estrapolazione al 2024-2025 ha consentito in particolare di intercettare fenomeni di mercato e concorrenziali che manifesteranno i loro segnali oltre l’orizzonte di previsione del Piano Industriale.

Per quanto concerne la stima del valore terminale, si è assunto come flusso sostenibile di lungo periodo l’estrapolazione del flusso stimato al 2025, opportunamente rettificato per tenere in considerazione un adeguato livello di investimenti di lungo termine. Inoltre, con specifico riferimento al valore incrementale derivante dall’utilizzo della licenza 5G, e quindi dallo sviluppo di nuove e innovative aree di business, si è adottato un modello di valutazione che tiene conto dei flussi incrementali netti per un arco di tempo definito basato sulla sola durata temporale della licenza. Tale approccio è coerente con la necessità di intercettare nella configurazione di valore, da un lato i flussi negativi derivanti dal pagamento della licenza (2019 – 2022) e degli investimenti industriali a supporto del suo sviluppo (inclusi nel Piano Industriale), e dall’altro lato i flussi netti positivi derivanti dalla componente incrementale di business che l’acquisizione della licenza consentirà di sviluppare in un arco temporale ampio e oltre i 5 anni di previsione esplicita.

Il Piano Industriale 2021-2023 recepisce alcune valutazioni sui potenziali elementi di rischio di natura esogena ed endogena nonché le relative azioni di contrasto e risposta, tenuto conto anche dell’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19. Al fine di definire il flusso medio normale per l’impairment test, il management con l’ausilio degli Esperti ha identificato ulteriori fattori di rischio, apportando variazioni negli ammontari e/o nella distribuzione temporale dei flussi di cassa futuri, attribuendo maggior peso alle evidenze esterne disponibili.

Il costo del capitale utilizzato per lo sconto dei flussi finanziari previsionali nelle stime di valore d’uso per la CGU Domestic:

è stato stimato con il modello denominato CAPM - Capital Asset Pricing Model, che costituisce un criterio applicativo di generale accettazione richiamato dal principio contabile IAS 36;

riflette le stime correnti del mercato circa il valore temporale del denaro e i rischi specifici dei gruppi di attività; include premi di rendimento appropriati per il rischio paese;

è stato calcolato utilizzando parametri comparativi di mercato per stimare il “coefficiente Beta” e il coefficiente di ponderazione delle componenti del capitale proprio e del capitale di debito;

Si riportano nel seguito per la CGU Domestic:

il costo medio ponderato del capitale utilizzato per lo sconto dei flussi finanziari previsionali (c.d. tasso WACC) e il tasso equivalente al lordo dell’effetto fiscale;

il tasso di crescita utilizzato per la stima del valore residuo dopo il periodo di previsione esplicita (c.d. tasso g), espresso in termini nominali e riferito ai flussi finanziari in valuta funzionale;

i tassi di capitalizzazione impliciti che risulta dalla differenza tra il costo del capitale, al netto delle imposte, e il tasso di crescita g.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 5

Avviamento

165



Parametri rilevanti ai fini delle stime di valore d'uso


Domestic

WACC

4,73%

WACC prima delle imposte

6,33%

Tasso di crescita oltre il periodo esplicito (g)

0,5%

Tasso di capitalizzazione netto imposte (WACC-g)

4,23%

Tasso di capitalizzazione prima delle imposte (WACC-g)

5,83%

Investimenti/Ricavi, in perpetuo

19,2%


Il tasso di crescita nel valore terminale “g” della CGU Domestic è stato stimato tenendo conto dell’evoluzione attesa nel periodo di previsione esplicita e si colloca all’interno dell’intervallo dei tassi di crescita applicati dagli analisti che seguono il titolo TIM.

Nella stima del livello di investimenti necessari a sostenere lo sviluppo perpetuo dei flussi finanziari nel periodo successivo a quello di previsione esplicita si è tenuto in considerazione la fase del ciclo di investimento, del posizionamento competitivo e delle infrastrutture tecnologiche gestite.

In aggiunta ai flussi medio normali utilizzati per determinare il valore d’uso della CGU Domestic, sono state effettuate anche analisi di sensitività sui fattori di rischio individuati con gli Esperti per tenere conto della prospettiva dell’operatore di mercato.

Le differenze fra il valore recuperabile e i valori netti contabili per le CGU considerate ammontano a:

(milioni di euro)

Domestic


Brasile

Differenza tra i valori recuperabili e i valori netti contabili

+14.313

+1.395


Pertanto, alla luce di tutti gli elementi di cui sopra, nell’esercizio 2020 non si sono evidenziate perdite di valore; vengono pertanto confermati i valori dell’avviamento iscritti in bilancio.

In sede di stima dei valori recuperabili si sono svolte analisi di simulazione dei risultati al variare dei parametri rilevanti. Nel seguito si riportano i parametri che, se considerati singolarmente e in costanza degli altri, rendono il valore recuperabile uguale al valore netto contabile.


Parametri che rendono il valore d'uso pari al valore contabile


Domestic


WACC prima delle imposte

8,32%

Tasso di capitalizzazione prima delle imposte (WACC-g)

7,82%

Investimenti/Ricavi, in perpetuo

27,20%


Relativamente alla CGU Brasile la variazione del prezzo per azione, rispetto alla quotazione di riferimento considerata ai fini delle valutazioni di bilancio, che renderebbe il valore recuperabile pari al valore contabile risulta essere uguale a -25%.

In aggiunta ai flussi medio normali utilizzati per determinare il valore d’uso della CGU Domestic, sono state effettuate anche analisi di sensitivity sui principali fattori di rischio individuati con gli Esperti e per tenere conto della prospettiva dell’operatore di mercato. A seguito di tali analisi il valore recuperabile risulta comunque superiore al valore netto contabile.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 5

Avviamento

166



NOTA 6

ATTIVITA' IMMATERIALI A VITA UTILE DEFINITA 

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 927 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:

(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni) /
Ripristini

Dismissioni

Differenze
cambio

Oneri finanziari
capitalizzati

Altre
variazioni

Held
for sale 
INWIT

31.12.2019

Diritti di brevetto
industriale e diritti di
utilizzazione delle
opere dell'ingegno

2.095

726

(1.187)

(14)

481

(1)

2.100

Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili

3.261

(445)

15

(486)

(23)

2.076

4.398

Altre attività
immateriali

33

2

(2)

(30)

3

Attività immateriali
in corso e acconti

3.500

346

(1)

2

9

(2.680)

(10)

1.166

Totale

8.889

(445)

1.089

(1.675)

(1)

(35)

9

(153)

(11)

7.667


(milioni di euro)

31.12.2019

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni) /
Ripristini

Dismissioni

Differenze
cambio

Altre
variazioni

31.12.2020

Diritti di brevetto
industriale e diritti di
utilizzazione delle
opere dell'ingegno

2.100

649

(1.152)

(195)

387

1.789

Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili

4.398

6

(473)

(288)

2

3.645

Altre attività
immateriali

3

(2)

(1)

4

4

Attività immateriali in
corso e acconti

1.166

542

(1)

(12)

(393)

1.302

Totale

7.667

1.197

(1.627)

(1)

(496)

6.740


Gli investimenti dell’esercizio 2020 sono pari a 1.197 milioni di euro (1.089 milioni di euro nell’esercizio 2019) e includono 231 milioni di euro di attività realizzate internamente (238 milioni di euro nell’esercizio 2019); per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Attività realizzate internamente”.


I diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno al 31 dicembre 2020 sono rappresentati essenzialmente dal software applicativo acquisito a titolo di proprietà ed in licenza d’uso, sono ammortizzati in un periodo compreso tra 2 e 5 anni e si riferiscono prevalentemente a TIM S.p.A. (1.303 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (429 milioni di euro).

Le concessioni, licenze, marchi e diritti simili al 31 dicembre 2020 si riferiscono principalmente al costo residuo delle licenze di telefonia e diritti assimilabili (3.000 milioni di euro per TIM S.p.A., 601 milioni di euro per la Business Unit Brasile). La voce, rispetto al 31 dicembre 2019, si riduce di 753 milioni di euro principalmente per effetto degli ammortamenti dell'esercizio per 473 milioni di euro, che si sommano all'effetto cambi per -288 milioni di euro.







Nota 6
Attività immateriali a vita utile definita

167


Il valore residuo delle licenze di telefonia e diritti assimilabili in esercizio al 31 dicembre 2020 (3.601 milioni di euro) e le relative vite utili sono così dettagliati:

Tipologia

Valore residuo al
31.12.2020

Vita utile

Scadenza

Quota di
Amm.to
dell’esercizio
2020

(milioni di euro)

(anni)

(milioni di euro)

TIM S.p.A.:

UMTS

134

18

31.12.2021

134

UMTS 2100 MHz

7

12

31.12.2021

7

WiMax

2

15

31.05.2023

1

LTE 1800 MHz

77

18

31.12.2029

9

LTE 800 MHz

540

17

31.12.2029

60

LTE 2600 MHz

60

17

31.12.2029

6

Banda 1452-1492 MHz

148

14

31.12.2029

16

Banda 900 e 1800 MHz

493

11

31.12.2029

55

Banda 3600-3800 MHz (5G)

1.509

19

31.12.2037

89

Banda 26.5-27.5 GHz (5G)

30

19

31.12.2037

2

gruppo Tim Brasil:

GSM e 3G (UMTS)

50

15

Da 2023 a 2031

21

4G (LTE - 700 Mhz)

551

15

2030

67


Le attività immateriali in corso e acconti sono afferibili principalmente alla Capogruppo (1.197 milioni di euro) di cui 680 milioni di euro relativi ai diritti delle frequenze nelle bande 694-790 MHz (5G) di TIM S.p.A. non ancora in esercizio. Comprendono altresì attività immateriali in corso relative principalmente a sviluppi software e a investimenti finalizzati all’evoluzione digitale delle Infrastrutture di Rete. Il flusso "altre variazioni" si riferisce al passaggio in esercizio avvenuto durante l'anno.

Gli ammortamenti e le svalutazioni sono stati iscritti a conto economico tra i componenti del risultato operativo.

Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono così riepilogati:

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno

11.312

(9.212)

2.100

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

8.726

(4.328)

4.398

Altre attività immateriali

612

(609)

3

Attività immateriali in corso e acconti

1.166

1.166

Totale attività immateriali a vita utile definita

21.816

(14.149)

7.667


31.12.2020

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno

10.852

(9.063)

1.789

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

8.100

(4.455)

3.645

Altre attività immateriali

460

(456)

4

Attività immateriali in corso e acconti

1.302

1.302

Totale attività immateriali a vita utile definita

20.714

(13.974)

6.740


Con riferimento ai valori lordi delle attività immateriali a vita utile definita, nel 2020 sono state effettuate dalla Capogruppo dismissioni per 324 milioni di euro relative a diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, totalmente ammortizzati, che hanno riguardato principalmente release obsolete di sistemi software.


Nota 6
Attività immateriali a vita utile definita

168


NOTA 7

ATTIVITA' MATERIALI

Immobili, impianti e macchinari di proprietà

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 870 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:


(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)
/ Ripristini

Dismissioni

Differenze
cambio

Altre
variazioni

Held
for
sale
INWIT

31.12.2019

Terreni

250

3

3

(30)

226

Fabbricati civili e
industriali

588

6

(38)

21

577

Impianti e
macchinari

12.096

(1)

1.792

(2.272)

(21)

(43)

633

(210)

11.974

Attrezzature
industriali e
commerciali

31

5

(12)

2

26

Altri beni

358

(27)

118

(147)

(3)

(3)

54

350

Attività materiali in
corso e acconti

928

720

(4)

(2)

(739)

(45)

858

Totale

14.251

(28)

2.644

(2.469)

(28)

(48)

(26)

(285)

14.011


(milioni di euro)

31.12.2019

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)
/ Ripristini

Dismissioni

Differenze
cambio

Altre
variazioni

31.12.2020

Terreni

226

9

(3)

(3)

229

Fabbricati civili e
industriali

577

18

(35)

(1)

(5)

23

577

Impianti e
macchinari

11.974

1.491

(2.115)

(7)

(623)

486

11.206

Attrezzature
industriali e
commerciali

26

4

(11)

3

22

Altri beni

350

102

(140)

(1)

(36)

34

309

Attività materiali in
corso e acconti

858

514

(8)

(2)

(34)

(530)

798

Totale

14.011

2.138

(2.301)

(8)

(14)

(701)

16

13.141


La voce Terreni comprende sia i terreni edificati che i terreni disponibili e non è soggetta ad ammortamento. Il saldo al 31 dicembre 2020 si riferisce, in prevalenza, a TIM S.p.A. (217 milioni di euro).

La voce Fabbricati civili e industriali comprende quasi esclusivamente gli immobili ad uso industriale adibiti a centrali telefoniche o ad uso ufficio e le costruzioni leggere. Il saldo al 31 dicembre 2020 si riferisce principalmente a TIM S.p.A. (553 milioni di euro).

La voce Impianti e macchinari comprende l’infrastruttura tecnologica adibita alla fornitura dei servizi di telecomunicazioni (trasporto e distribuzione del traffico voce/dati). Il saldo al 31 dicembre 2020 è prevalentemente attribuibile a TIM S.p.A. (8.662 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (1.546 milioni di euro).

La voce Attrezzature industriali e commerciali comprende gli strumenti e gli attrezzi impiegati per l’esercizio e la manutenzione degli impianti e macchinari ed è riferita prevalentemente a TIM S.p.A..

La voce Altri beni comprende principalmente hardware per il funzionamento dei Data Center e per postazioni di lavoro, mobili e arredi e, in misura minimale, mezzi di trasporto e macchine d’ufficio.

La voce Attività materiali in corso e acconti comprende i costi (interni ed esterni) sostenuti per l’acquisizione o la produzione interna di attività materiali, per le quali non risulta ancora avviato il processo di utilizzazione economica.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 7

Attività materiali

169



Gli investimenti dell’esercizio 2020 diminuiscono di 506 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, oltre che per la dinamica dei tassi di cambio, principalmente a seguito della diversa temporizzazione dei programmi di sviluppo FTTCab e degli investimenti di rete in generale, oltre che dei minori investimenti materiali necessari allo sviluppo della Core Network della Capogruppo, caratterizzata da un’evoluzione tecnologica sempre più spinta verso l’automazione e la digitalizzazione. Comprendono 271 milioni di euro di attività realizzate internamente (299 milioni di euro nell’esercizio 2019); per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Attività realizzate internamente”.

Gli ammortamenti, le svalutazioni e i ripristini di valore sono stati iscritti a conto economico tra i componenti del risultato operativo.

L’ammortamento 2020 e 2019 è calcolato in quote costanti sulla base della vita utile stimata delle attività, rappresentata, in prevalenza, dalle seguenti aliquote minime e massime:

Fabbricati civili e industriali

2% - 5,55%

Impianti e macchinari

3% - 50%

Attrezzature industriali e commerciali

20%

Altri beni

10% - 50%


Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono di seguito riepilogati:

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Terreni

229

(3)

226

Fabbricati civili e industriali

1.890

(1.313)

577

Impianti e macchinari

70.293

(12)

(58.307)

11.974

Attrezzature industriali e commerciali

317

(1)

(290)

26

Altri beni

3.323

(2)

(2.971)

350

Attività materiali in corso e acconti

858

858

Totale

76.910

(18)

(62.881)

14.011

31.12.2020

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Terreni

232

(3)

229

Fabbricati civili e industriali

1.907

(1.330)

577

Impianti e macchinari

69.814

(12)

(58.596)

11.206

Attrezzature industriali e commerciali

324

(1)

(301)

22

Altri beni

3.152

(2)

(2.841)

309

Attività materiali in corso e acconti

806

(8)

798

Totale

76.235

(26)

(63.068)

13.141


Con riferimento ai valori lordi delle attività materiali, si segnala che nel 2020 TIM S.p.A. ha effettuato dismissioni per un valore complessivo di 425 milioni di euro, che hanno riguardato prevalentemente cespiti completamente ammortizzati. I cespiti maggiormente interessati sono stati: fabbricati civili (13 milioni di euro), impianti di commutazione (9 milioni di euro), infrastrutture e raccordi banda larga (147 milioni di euro), apparecchiature a noleggio (46 milioni di euro), palificazioni (33 milioni di euro), rete sotterranea e aerea (157 milioni di euro).







Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 7

Attività materiali

170



NOTA 8

DIRITTI D'USO SU BENI DI TERZI 

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 502 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:


(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Adozione
IFRS 16

Investimenti

Incrementi di
contratti di
leasing

Ammortamenti

Dismissioni

Differenze
cambio

Altre
variazioni

Held for
sale
INWIT

31.12.2019

Immobili

1.408

2.388

39

797

(475)

(56)

(9)

(61)

(633)

3.398

Impianti e
macchinari

747

1.082

20

322

(264)

(1)

(23)

20

(2)

1.901

Altri beni

149

33

21

(44)

(3)

(4)

(1)

151

Attività materiali in
corso e acconti

64

17

(37)

44

Totale

2.368

3.503

76

1.140

(783)

(60)

(32)

(82)

(636)

5.494


(milioni di euro)

31.12.2019

Investimenti

Incrementi di
contratti di
leasing

Ammortamenti

Dismissioni

Differenze
cambio

Altre
variazioni

31.12.2020

Immobili

3.398

12

869

(397)

(112)

(129)

(730)

2.911

Impianti e
macchinari

1.901

30

396

(252)

(234)

(335)

403

1.909

Altri beni

151

23

(39)

(4)

(2)

(8)

121

Attività materiali in
corso e acconti

44

32

(25)

51

Totale

5.494

74

1.288

(688)

(350)

(466)

(360)

4.992



Gli investimenti dell’esercizio 2020 si riferiscono principalmente alla Business Unit Domestic (62 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (12 milioni di euro) e sono essenzialmente relativi all’acquisizione di capacità trasmissiva in IRU e a migliorie e spese incrementative sostenute su beni mobili o immobili di terzi in locazione. Gli investimenti su attività in corso e acconti sono relativi principalmente a migliorie in via di realizzazione.

Dal 31 marzo 2020 è efficace il nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A., ora società a controllo congiunto TIM-Vodafone, che disciplina i servizi c.d. di ospitalità sui siti INWIT.

In particolare, il MSA disciplina i seguenti servizi:

messa a disposizione dello spazio elettromagnetico e fisico per l’installazione e la gestione degli apparati necessari all’erogazione del servizio mobile e servizi di messa a disposizione di sistemi di alimentazione e condizionamento;

servizi di monitoraggio e sicurezza;

servizi di gestione e di manutenzione;

servizio di fornitura di energia elettrica;

servizio di misurazione e monitoraggio dello spazio fisico ed elettromagnetico.

Si tratta di un insieme di servizi che ha la finalità di garantire ai gestori (TIM e Vodafone) la gestione degli apparati tecnologici, che utilizzano le frequenze che sono attualmente nella disponibilità dei due gestori, funzionali all’erogazione dei servizi mobili alla clientela.

L’efficacia del nuovo contratto MSA, che rientra nell’ambito dell'operazione che ha visto la nascita - attraverso la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT - del primo Tower Operator italiano, ha determinato a livello consolidato:

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 8

Diritti su beni di terzi

171



la derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con Vodafone (266 milioni di euro), inclusa nel flusso “Dismissioni”. La chiusura dei precedenti contratti di locazione ha comportato l’iscrizione nell’ambito del Conto Economico Separato Consolidato di minusvalenze nette per circa 2 milioni di euro.

l’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. (flusso “Incrementi di contratti di leasing”) e di una corrispondente passività di natura finanziaria per 368 milioni di euro;

la derecognition delle passività verso Vodafone connesse ai precedenti contratti di locazione.

Il nuovo MSA prevede inoltre la contabilizzazione dei corrispettivi nei costi per servizi secondo il criterio della competenza contabile, ad eccezione dei 3.500 siti strategici per i quali permane la contabilizzazione in applicazione dell’IFRS 16 come leasing, con una durata di 8 anni, posto che il controllo dei citati siti strategici è rimasto in capo a TIM S.p.A..

Gli incrementi di contratti di leasing dell’esercizio 2020, pari complessivamente a 1.288 milioni di euro, sono relativi in particolare alla Business Unit Domestic (781 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (507 milioni di euro).

Tali incrementi comprendono il maggior valore di diritti d’uso iscritto a seguito di nuovi contratti di locazione passiva, di incrementi dei canoni di locazione e di rinegoziazioni di contratti esistenti relativi a terreni e fabbricati per uso ufficio ed industriale, a siti infrastrutturali per la rete di telefonia mobile e a infrastrutture di rete.

In proposito si ricorda che il principio IFRS16 (Leasing) determina la rappresentazione dei contratti di locazione passiva attraverso l’iscrizione nella situazione patrimoniale-finanziaria di una passività di natura finanziaria, rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri, a fronte dell’iscrizione nell’attivo del diritto d’uso dell’attività presa in locazione.

Nell’esercizio 2020 si segnala l’incremento di 368 milioni di euro connesso alla rilevazione, per la quota configurabile come lease, del citato nuovo contratto MSA con la società INWIT.

Gli ammortamenti e le svalutazioni sono stati iscritti a conto economico tra i componenti del risultato operativo.

Le dismissioni sono rappresentative del valore contabile degli asset da contratti di lease cessati anticipatamente. Nell’esercizio 2020 si ricorda il citato impatto connesso alla derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con Vodafone (266 milioni di euro).

Le altre variazioni comprendono, tra gli altri, i passaggi in esercizio e le variazioni connesse al minor valore di diritti d’uso iscritto a seguito di modifiche contrattuali intervenute nell’esercizio. Nel 2020 si riferiscono principalmente alla Business Unit Brasile (-248 milioni di euro) e alla Business Unit Domestic (-112 milioni di euro).

La voce Immobili accoglie gli stabili e i terreni oggetto di contratto di locazione passiva e i relativi adattamenti edili e sono riferibili essenzialmente alla Capogruppo (2.588 milioni di euro) e Business Unit Brasile (298 milioni di euro).

La voce Impianti e macchinari accoglie prevalentemente i diritti d’uso sulle infrastrutture per i servizi di telecomunicazioni. Si riferiscono alla Business Unit Brasile (880 milioni di euro), alla Capogruppo (825 milioni di euro) e al gruppo Telecom Italia Sparkle (204 milioni di euro). E’ qui compresa, tra gli altri, l’iscrizione del valore delle torri di telecomunicazioni cedute dal gruppo TIM Brasil ad American Tower do Brasil e successivamente riacquisite sotto forma di leasing finanziario.

La voce Altri beni accoglie prevalentemente i contratti di locazione su autoveicoli.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 8

Diritti su beni di terzi

172



Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono di seguito riepilogati:


31.12.2019

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Immobili

5.332

(13)

(1.921)

3.398

Impianti e macchinari

2.832

(278)

(653)

1.901

Altri beni

276

(125)

151

Attività materiali in corso e acconti

44

44

Totale

8.484

(291)

(2.699)

5.494


31.12.2020

(milioni di euro)

Valore
lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore
netto

Immobili

5.075

(13)

(2.151)

2.911

Impianti e macchinari

3.047

(271)

(867)

1.909

Altri beni

267

(146)

121

Attività materiali in corso e acconti

51

51

Totale

8.440

(284)

(3.164)

4.992


Le svalutazioni di "Impianti e macchinari" sono principalmente relative a esercizi precedenti e riferibili agli Indefeasible Rights of Use - IRU di capacità trasmissiva e di cavi per collegamenti internazionali acquisiti dal gruppo Telecom Italia Sparkle.

Con riferimento ai valori lordi dei diritti d’uso su beni di terzi, nel 2020 si segnala che nel 2020 TIM S.p.A. ha effettuato dismissioni per un valore complessivo di 1.553 milioni di euro relative in particolare a: immobili in locazione (1.161 milioni di euro), stazioni radio base (278 milioni di euro), terreni in locazione (64 milioni di euro), migliorie in stabili di terzi (17 milioni di euro), diritti d’uso su fibra IRU (13 milioni di euro) e autovetture in leasing (12 milioni di euro).




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 8

Diritti su beni di terzi

173



NOTA 9

PARTECIPAZIONI

Partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

Le Partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto comprendono:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Tiglio I

1

1

NordCom

5

5

W.A.Y.

4

3

Altre

3

2

Totale Imprese collegate

(a)

13

11

TIMFin

2

INWIT

2.713

Totale Joint Ventures

(b)

2.715

Totale partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto

(a+b)

2.728

11


La movimentazione della voce è così dettagliata:


(milioni di euro)

31.12.2018

Investimenti

Cessioni e
rimborsi di
capitale

Valutazione
con il metodo
del patrimonio
netto

Altre variazioni

31.12.2019

Tiglio I

5

(4)

1

Nordcom

5

5

W.A.Y.

3

3

Altre

3

(1)

1

(1)

2

Totale Imprese collegate

16

(1)

(3)

(1)

11

Alfiere

1

(1)

Totale Joint Ventures

1

(1)

Totale partecipazioni valutate
con il metodo del patrimonio
netto

16

1

(2)

(3)

(1)

11


(milioni di euro)

31.12.2019

Investimenti

Cessioni e
rimborsi di
capitale

Valutazione
con il metodo
del patrimonio
netto

Altre
variazioni

31.12.2020

Tiglio I

1

1

Nordcom

5

5

W.A.Y.

3

1

4

Altre

2

1

3

Totale Imprese collegate

11

1

1

13

TIMFin

3

(1)

2

INWIT

(659)

(238)

3.610

2.713

Totale Joint Ventures

3

(659)

(239)

3.610

2.715

Totale partecipazioni valutate
con il metodo del patrimonio
netto

11

4

(659)

(238)

3.610

2.728


Bilancio consolidato del Gruppo TIM

Nota 9

Partecipazioni

174



L’elenco delle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto è riportato nella Nota “Le imprese del Gruppo TIM”.

Le partecipazioni in imprese collegate valutate con il metodo del patrimonio netto del Gruppo TIM sono non rilevanti sia singolarmente che in forma aggregata.


Con riferimento alla partecipazione INWIT si ricorda che dal 31 marzo 2020, a seguito della fusione in INWIT S.p.A. di Vodafone Tower S.r.l., con conseguente diluizione della partecipazione detenuta da TIM nel capitale della società dal 60% al 37,5%, la stessa è valutata con il metodo del patrimonio netto (per ulteriori dettagli si rimanda alla nota “Area di consolidamento”).


La citata diluizione ha comportato la rilevazione nell’ambito degli “Altri proventi da partecipazioni” del Conto Economico Separato Consolidato del Gruppo TIM di una plusvalenza netta di 441 milioni di euro.


Analogamente a quanto effettuato da INWIT, la valutazione con il metodo del patrimonio netto della stessa include la maggior quota di ammortamento, a livello consolidato, degli assets ai quali è stata allocata parte del maggior valore derivante dall’operazione di integrazione societaria di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT.

Con riferimento alla movimentazione della partecipazione INWIT nel corso dell'esercizio 2020:

il flusso “altre variazioni” accoglie il valore di iscrizione della partecipazione al 31 marzo 2020 a seguito del deconsolidamento della società;

il flusso “cessioni e rimborsi di capitale” accoglie gli effetti derivanti dalle cessioni di:

un pacchetto azionario pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT, attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali perfezionata in data 23 aprile 2020;

un pacchetto azionario corrispondente al 1,2% del capitale sociale di INWIT ceduto in data 2 ottobre 2020 ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited;

un pacchetto azionario corrispondente all'1,8% del capitale sociale di INWIT a fronte dell’esercizio di opzione di acquisto in data 4 dicembre 2020 da parte del veicolo costituito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited.


Tali cessioni hanno determinato per il Gruppo TIM un incasso lordo complessivo di circa 670 milioni di euro e la rilevazione nell’ambito degli “Altri proventi da partecipazioni” del Conto Economico Separato Consolidato di plusvalenze per complessivi 11 milioni di euro.


il flusso “valutazione con il metodo del patrimonio netto” include la quota di pertinenza del risultato economico positivo della partecipata comprensivo, analogamente a quanto effettuato da INWIT, della maggior quota di ammortamento, a livello consolidato, degli assets ai quali è stata allocata parte del maggior valore derivante dall’operazione di integrazione societaria di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT (18 milioni di euro). Tale flusso comprende inoltre la riduzione del valore contabile della partecipazione per i dividendi ricevuti nel corso dell’esercizio (256 milioni di euro).


Come da accordo sottoscritto in data 25 marzo 2020, le azioni INWIT in portafoglio di TIM sono diventate oggetto di pattuizione parasociale con Vodafone Europe BV, che ha identicamente conferito nel patto l’intera propria partecipazione in INWIT, con conseguente controllo congiunto di TIM e Vodafone Europe sulla società, senza esercizio di attività di direzione e coordinamento. Ciascuno dei due soci si è impegnato a non acquistare a qualsiasi titolo, senza il preventivo consenso dell’altro, azioni INWIT, e comunque ad astenersi da qualsiasi atto che comporti l'obbligo di effettuare un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria su INWIT.


TIM e Vodafone Europe si sono impegnate a fare in modo che il Consiglio di Amministrazione di INWIT, per l’intera durata del patto (come per legge: triennale), preveda la presenza – fermi i meccanismi di nomina previsti in statuto – di un pari numero di amministratori designati rispettivamente da TIM e da Vodafone Europe. Sono stati altresì previsti (i) l’alternanza fra i consiglieri di designazione delle due parti nella selezione di presidente e amministratore delegato (che per tutta la durata del patto non saranno scelti fra i consiglieri designati dalla stessa parte), in mancanza di diverso accordo, nonché (ii) il rinnovo dell’organo collegiale prima della scadenza del patto.

TIM e Vodafone Europe si sono altresì impegnate a consultarsi con congruo anticipo in merito all'ordine del giorno di ogni assemblea di INWIT, individuando eventualmente un approccio comune, a cui peraltro non saranno vincolate. Nel caso in cui la maggioranza rafforzata richiesta dallo statuto di INWIT per l’adozione di decisioni su talune materie non dovesse essere raggiunta nel corso di due assemblee consecutive, potrà attivarsi una procedura di deadlock, con affidamento del compito di risolverlo ad un comitato composto da due rappresentanti di ciascuna delle parti. Peraltro, salvo diverso accordo scritto, le parti del patto non saranno vincolate dalla decisione assunta dal comitato e potranno liberamente esercitare i loro diritti di voto in assemblea.

Bilancio consolidato del Gruppo TIM

Nota 9

Partecipazioni

175



Previa decisione del Consiglio di Amministrazione di INWIT (che terrà conto, tra l'altro, del piano industriale, delle aspettative di crescita e generazione di cassa, delle considerazioni relative al rating e delle opzioni strategiche disponibili), TIM e Vodafone Europe hanno convenuto che INWIT avrà l’obiettivo di distribuire un dividendo annuo corrispondente ad almeno l'80% degli utili netti risultanti dal bilancio d’esercizio, rettificato per le poste una tantum e straordinarie. Hanno preso atto che la leva finanziaria iniziale di INWIT dovrebbe essere non superiore a 6,0x indebitamento finanziario netto/EBITDA e che la stessa sarà ridotta nel tempo per ottenere una leva finanziaria a medio termine in linea con la struttura del capitale di altre società quotate operanti nel medesimo settore.


TIM e Vodafone Europe si sono impegnate a non trasferire la partecipazione detenuta in INWIT, fatti salvi (i) l’adesione a offerte pubbliche di acquisto e/o di scambio promosse da terzi; (ii) il trasferimento a terzi con il preventivo consenso scritto dell’altra parte aderente al patto; (iii) il trasferimento ad altra società direttamente o indirettamente controllata da, controllante, o sottoposta a comune controllo con, la parte cedente, a condizione che il cessionario aderisca al patto e sia espressamente previsto l’obbligo di ritrasferire la partecipazione all’azionista cedente qualora la relazione fra cessionario e parte cedente venga meno.



In data 24 giugno 2020, TIM e Vodafone Europe hanno sottoscritto apposito accordo per la deroga parziale all’impegno di lock-up e di standstill per consentire:


la sottoscrizione tra TIM e Ardian di un accordo per l’acquisizione da parte di un consorzio di investitori guidato da Ardian del 49% di un veicolo di nuova costituzione controllato da TIM (“TIM SPV” ora Daphne 3), il quale avrebbe acquisito da TIM, in parte mediante conferimento in natura e in parte mediante un'operazione di compravendita, un numero complessivo di azioni INWIT rappresentative del 30,2% del relativo capitale sociale, restando inteso che TIM SPV avrebbe sottoscritto un atto di adesione al patto parasociale in essere fra Vodafone Europe e TIM, del quale TIM sarebbe rimasta anch’essa parte fino a quando fosse direttamente titolare di azioni INWIT;

il trasferimento, da parte di Vodafone Europe a terzi, di tutta o parte della propria partecipazione in INWIT, subordinatamente al mantenimento di una partecipazione, diretta o indiretta, pari almeno al 25,1% del capitale sociale della società con diritto di voto. In caso di raggiungimento di una partecipazione pari al 25,1% del capitale sociale di INWIT, TIM e TIM SPV avranno a loro volta il diritto di trasferire tutta o parte della propria partecipazione in INWIT, a condizione di continuare a detenere congiuntamente almeno il 25,1% del capitale sociale INWIT con diritto di voto;

la sottoscrizione tra TIM e un veicolo societario costituito da Canson di un contratto per la vendita da TIM a Canson di una partecipazione complessivamente fino al 3% del capitale sociale di INWIT.


In data 2 ottobre 2020 TIM e Ardian hanno perfezionato l’accordo annunciato in data 24 giugno 2020 per una parziale condivisione dell’investimento in INWIT. L’operazione ha comportato l’acquisto da parte di un consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian del 49% di Daphne 3, holding neo-costituita e controllata da TIM, in cui TIM ha complessivamente apportato il 30,2% delle azioni di INWIT; detta percentuale, in esito alle cessioni verso il veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited, citate innanzi, allo stato rappresenta l’intera partecipazione indiretta di TIM in INWIT. La holding è subentrata a TIM nell’accordo parasociale in essere tra TIM e Vodafone Europe, in forza del quale viene esercitato il controllo congiunto di INWIT.

Il controvalore dell’operazione per TIM è stato pari a 1,35 miliardi di euro, a fronte di una valorizzazione dell’azione INWIT di 9,47 euro (ex dividend).

I rapporti tra TIM (che conserva il controllo della holding) e il consorzio guidato da Ardian (di seguito il Consorzio Ardian) sono disciplinati da apposito patto parasociale, che riconosce al Consorzio Ardian diritti di governance di minoranza, sia sulla holding sia su INWIT. Il patto prevede in particolare la designazione da parte del Consorzio Ardian di un consigliere INWIT in quota di Daphne 3, in possesso dei requisiti di indipendenza, con impegno di TIM di fare quanto in proprio potere affinché l’amministratore designato dal Consorzio Ardian sia nominato dal consiglio di amministrazione di INWIT membro del comitato parti correlate e presidente del comitato nomine e remunerazione della società. Tramite un meccanismo di consultazione preventiva tra le parti (o tra i consiglieri INWIT rispettivamente designati), TIM riconosce al Consorzio Ardian un diritto di veto ove il consiglio di amministrazione di INWIT sia chiamato a deliberare su determinate materie; il Consorzio Ardian dispone altresì di diritti di veto all’interno del consiglio di amministrazione e dell’assemblea di Daphne 3. Si tratta di diritti tutti esclusivamente in funzione di protezione dell’investimento effettuato dal Consorzio Ardian, che non modificano il controllo e l’esercizio di attività di direzione e coordinamento di TIM su Daphne 3 e – per il tramite di quest’ultima – il controllo congiunto di TIM su INWIT con Vodafone Europe (alla quale il 19 novembre 2020 è subentrata Central Tower Holding Company B.V., società di diritto olandese indirettamente controllata da Vodafone Group Plc. analogamente alla stessa Vodafone Europe).

Le informazioni essenziali sui patti parasociali (i) fra TIM e Vodafone e (ii) fra TIM e Ardian sono consultabili sul sito internet di INWIT (inwit.it).


Bilancio consolidato del Gruppo TIM

Nota 9

Partecipazioni

176



Nell’ambito degli accordi iniziali volti – tra l’altro – all’integrazione delle torri di Vodafone in INWIT, TIM e Vodafone Italia si sono impegnate ad acquistare nei prossimi 10 anni servizi offerti da INWIT (small cell, ospitalità su siti esistenti e su nuovi siti da realizzare) in misura tale da garantire ad INWIT un Net Present Value Target, che viene calcolato tenendo conto del valore dei diversi servizi e del relativo phasing nel tempo.

TIM e Vodafone Italia avranno la facoltà di modificare mix e phasing dei servizi inizialmente previsti, includendo servizi di backhauling, a patto di garantire lo stesso contributo ad INWIT in termini di Net Present Value.


Partecipazioni in entità strutturate

Il Gruppo TIM non detiene partecipazioni in entità strutturate.



Altre partecipazioni

La voce relativa alle Altre partecipazioni è così dettagliata:


(milioni di euro)

31.12.2018

Investimenti

Cessioni e
rimborsi di
capitale

Valutazione
con il metodo
del fair value

Altre variazioni

31.12.2019

Assicurazioni Generali

3

(3)

Fin.Priv.

16

5

21

Northgate CommsTech
Innovations Partners L.P.

16

3

19

Altre

14

(2)

12

Totale

49

3

(3)

3

52


(milioni di euro)

31.12.2019

Investimenti

Cessioni e
rimborsi di
capitale

Valutazione
con il metodo
del fair value

Altre
variazioni

31.12.2020

Fin.Priv.

21

(5)

16

Northgate CommsTech
Innovations Partners L.P.

19

6

25

Altre

12

1

13

Totale

52

7

(5)

54


La partecipazione in Assicurazioni Generali è stata ceduta in data 19 luglio 2019.

Al 31 dicembre 2020 il Gruppo TIM ha in essere l’impegno di sottoscrizione di quote del Fondo Northgate CommsTech Innovations Partners L.P. per un importo pari a 9,5 milioni di USD, pari, al cambio del 31 dicembre 2020, a circa 7,7 milioni di euro.

TIM, così come consentito dall’IFRS 9, valuta tutte le Altre partecipazioni al "Fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo (FVTOCI)".

Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Bilancio consolidato del Gruppo TIM

Nota 9

Partecipazioni

177



NOTA 10

ATTIVITA' FINANZIARIE (NON CORRENTI E CORRENTI)


Le Attività finanziarie (non correnti e correnti) sono così dettagliate:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Altre attività finanziarie non correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Crediti verso il personale

40

43

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le
attività/passività non correnti di natura finanziaria

1.970

2.051

Derivati non di copertura

44

6

Altri crediti finanziari

213

2.267

2.100

Crediti finanziari per contratti di locazione attiva

43

51

Totale attività finanziarie non correnti

(a)

2.310

2.151

Titoli diversi dalle partecipazioni, altri crediti finanziari e altre attività
finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Valutati al costo ammortizzato (AC)

Valutati al fair value attraverso il conto economico complessivo
(FVTOCI)

767

728

Valutati al fair value attraverso il conto economico separato (FVTPL)

325

149

1.092

877

Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti

Disponibilità liquide presso banche, istituti finanziari e postali (con
scadenza superiore a 3 mesi)

Crediti verso il personale

13

13

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti di natura finanziaria

97

101

Derivati non di copertura

50

5

Altri crediti finanziari a breve

2

3

162

122

(b)

1.254

999

Crediti finanziari per contratti di locazione attiva

(c)

55

58

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

(d)

4.829

3.138

Totale attività finanziarie correnti

e=(b+c+d)

6.138

4.195

Attività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

(f)

65

Totale attività finanziarie non correnti e correnti

g=(a+e+f)

8.448

6.411


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.


I crediti finanziari per contratti di locazione attiva si riferiscono a:

contratti attivi di locazione finanziaria su diritti d’uso e apparati;

offerte commerciali per i clienti Consumer e Business di TIM che prevedono il noleggio di router ADSL;

contratti di noleggio di prodotti alla clientela di TIM con prestazione di servizi accessori (cd. “formula full rent”) e contratti di leasing stipulati negli anni passati da Teleleasing con clienti TIM;


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 10

Attività finanziarie (non correnti e correnti)

178



contratti di vendita di infrastrutture di rete in IRU con incasso dilazionato nel tempo rilevati secondo la metodologia finanziaria prevista dall’IFRS 16 in considerazione della durata contrattuale sostanzialmente prossima alla vita economica del bene.

I derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/passività non correnti di natura finanziaria afferiscono principalmente alla componente di valutazione spot mark to market dei derivati di copertura, mentre i derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/passività correnti di natura finanziaria si riferiscono ai ratei attivi su tali contratti derivati.

I derivati non di copertura si riferiscono essenzialmente alla componente di valutazione spot mark to market dei derivati non di copertura della Business Unit Brasile. In particolare, comprendono 25 milioni di euro relativi all’opzione a sottoscrivere azioni della C6 Bank con la quale TIM S.A. intrattiene rapporti di natura commerciale.

Per ulteriori dettagli si fa rimando alla Nota “Strumenti derivati”.


Gli altri crediti finanziari si riferiscono per 200 milioni di euro al Vendor Loan che TIM S.p.A. vanta nei confronti di Ardian (tramite il vettore finanziario Impulse I) in seguito all’operazione mediante la quale TIM S.p.A. ha conferito il 30,2% delle azioni di INWIT a Daphne 3.


I titoli diversi dalle partecipazioni inclusi nelle attività finanziarie correnti si riferiscono:

per 767 milioni di euro a titoli quotati, di cui 320 milioni di euro di Titoli di Stato italiani ed europei acquistati da Telecom Italia Finance S.A., nonchè 447 milioni di euro di titoli obbligazionari acquistati da Telecom Italia Finance S.A. con differenti scadenze, tutti con un mercato di riferimento attivo e quindi facilmente liquidabili. Secondo l’IFRS 9 e coerentemente con il modello di Business, tali titoli sono classificati come attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo (“FVTOCI” – Fair value through other comprehensive income). Gli acquisti dei suddetti Titoli di Stato, che ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011, rappresentano impieghi in “Titoli del debito sovrano”, sono stati effettuati nel rispetto delle Linee guida per la “Gestione e controllo dei rischi finanziari” di cui il Gruppo TIM si è dotato;

per 325 milioni di euro relativi a impieghi in fondi monetari effettuati dalla Business Unit Brasile, classificati secondo l’IFRS 9 come attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato (“FVTPL” – Fair value through profit or loss).

In base a due accordi di prestito titoli siglati con Telecom Italia Finance S.A. il 27 novembre 2019, e successivamente rinnovati il 28 aprile 2020, TIM S.p.A. ha ricevuto in prestito fino al 2 febbraio 2021 (termine rinnovabile) 98 milioni di euro (nominale) di BTP 01/03/2023 e 150 milioni di euro di BTP 15/04/2021; dal 1° dicembre 2019, TIM S.p.A. ha concesso in prestito alla controparte NatWest i suddetti titoli.

In data 27 gennaio 2021 TIM S.p.A. ha rinnovato con Telecom Italia Finance S.A. l'accordo di prestito titoli che prevede il prestito fino al 15 febbraio 2023 di 98 milioni di euro (nominale) del BTP 01/03/2023.

Il 29 gennaio 2021 TIM S.p.A. ha ricevuto in prestito fino al 5 ottobre 2023 (termine rinnovabile) 24 milioni di euro (nominale) di BTP 15/10/2023 e 67,5 milioni di euro (nominale) di BTP 01/02/2026; inoltre TIM S.p.A. ha concesso in prestito alla controparte NatWest i suddetti titoli in ottemperanza all’accordo siglato in data 21 dicembre 2020.

Dal punto di vista contabile, in ottemperanza ai principi IAS/IFRS, gli asset sono esposti esclusivamente nel bilancio della società Telecom Italia Finance S.A. che conserva rischi e benefici legati alla posizione.

Per ulteriori dettagli si fa rimando alla Nota “Principi contabili”.


La cassa e altre disponibilità liquide equivalenti aumentano di 1.691 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e sono così composte:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Disponibilità liquide presso banche, istituti finanziari e postali

4.433

2.655

Assegni, cassa e altri crediti e depositi per elasticità di cassa

Titoli diversi dalle partecipazioni (con scadenza non superiore a 3 mesi)

396

483

Totale

4.829

3.138

Le differenti forme tecniche di impiego delle disponibilità liquide al 31 dicembre 2020 hanno le seguenti caratteristiche:

scadenze: gli impieghi hanno una durata massima di tre mesi;

rischio controparte: i depositi sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie con elevato merito di credito con una classe di rating almeno pari a BBB per l’agenzia di rating Standard & Poor’s per quanto concerne l’Europa e con primarie controparti locali relativamente agli impieghi in Sud America;

rischio Paese: i depositi sono stati effettuati essenzialmente sulle principali piazze finanziarie europee.

I titoli diversi dalle partecipazioni (con scadenza non superiore a 3 mesi) si riferiscono per 395 milioni di euro (482 milioni di euro al 31 dicembre 2019) a certificati di deposito bancari brasiliani (Certificado de Depósito Bancário) effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie locali da parte delle società della Business Unit Brasile.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 10

Attività finanziarie (non correnti e correnti)

179



NOTA 11

CREDITI VARI E ALTRE ATTIVITA' NON CORRENTI



Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 471 milioni di euro, e sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui
Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui
Strumenti
Finanziari

Crediti vari non correnti

(a)

516

151

987

245

Altre attività non correnti

Costi contrattuali differiti

1.522

1.554

Altri costi differiti

76

44

(b)

1.598

1.598

Totale

(a+b)

2.114

151

2.585

245


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

I crediti vari non correnti ammontano a 516 milioni di euro (987 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e includono crediti non correnti per imposte sul reddito per 64 milioni di euro (84 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

La voce è prevalentemente afferibile alla Business Unit Brasile (467 milioni di euro; 944 milioni di euro al 31 dicembre 2019). In particolare, la Business Unit Brasile dispone al 31 dicembre 2020 di crediti non correnti per fiscalità indiretta per 296 milioni di euro, inclusi i crediti conseguenti all’esito favorevole dei contenziosi connessi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS (per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni, impegni e garanzie”) e di crediti per depositi giudiziali per 126 milioni di euro (225 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

Le altre attività non correnti ammontano a 1.598 milioni di euro (1.598 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono principalmente:

Costi contrattuali differiti pari a 1.522 milioni di euro (1.554 milioni di euro al 31 dicembre 2019), relativi principalmente al differimento di costi connessi ad attivazioni e acquisizioni di nuovi contratti con la clientela. I costi contrattuali (principalmente costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) sono oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti (in media circa 3 anni per il business mobile e 7 anni per il business fisso).

I costi contrattuali differiti complessivi (non correnti e correnti) ammontano a 2.139 milioni di euro (2.172 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono così dettagliati:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Costi contrattuali differiti

Costi contrattuali differiti non correnti

1.522

1.554

Costi contrattuali differiti correnti

617

618

Totale

2.139

2.172


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Costi contrattuali differiti

Costi di acquisizione del contratto

1.132

1.146

Costi di esecuzione del contratto

1.007

1.026

Totale

2.139

2.172





Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 11

Crediti vari e altre attività non correnti

180




La movimentazione dei costi contrattuali differiti complessivi nell’esercizio 2020 è la seguente:



(milioni di euro)

31.12.2019

Incremento

Rilascio a conto
economico

Differenze
cambio e altre
variazioni

31.12.2020

Costi di acquisizione del
contratto

1.146

366

(372)

(8)

1.132

Costi di esecuzione del contratto

1.026

232

(251)

1.007

Totale

2.172

598

(623)

(8)

2.139


I costi contrattuali differiti saranno rilevati nel conto economico degli esercizi futuri e in particolare per circa 617 milioni di euro nell’esercizio 2021, sulla base della consistenza al 31 dicembre 2020 senza tener conto delle nuove quote differite.

(milioni di euro)

31.12.2020

esercizio di rilevazione a conto economico

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre il
2025

Costi di acquisizione del contratto

1.132

355

268

188

132

93

96

Costi di esecuzione del contratto

1.007

262

236

197

149

94

69

Totale

2.139

617

504

385

281

187

165


Altri costi differiti pari a 77 milioni di euro, attribuibili principalmente alla Capogruppo ed alle società della Business Unit Brasile e del gruppo Telecom Italia Sparkle.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 11

Crediti vari e altre attività non correnti

181



NOTA 12

IMPOSTE SUL REDDITO (CORRENTI E DIFFERITE)


Crediti per imposte sul reddito

I Crediti per imposte sul reddito non correnti e correnti ammontano al 31 dicembre 2020 a 150 milioni di euro (233 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

In particolare comprendono:


crediti non correnti per 64 milioni di euro (84 milioni di euro al 31 dicembre 2019);

crediti correnti per 86 milioni di euro (149 milioni di euro al 31 dicembre 2019), riferibili alle società della Business Unit Brasile (39 milioni di euro) e della Business Unit Domestic (47 milioni di euro). Inoltre, per quanto attiene all’IRES della Capogruppo TIM S.p.A., sono stati oggetto di cessione crediti per 303 milioni di euro originati anche dall’agevolazione del “patent box”.


Attività per imposte anticipate e passività per imposte differite

Il saldo netto è pari a 7.219 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (694 milioni di euro al 31 dicembre 2019) ed è così composto:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività per imposte anticipate

7.496

942

Passività per imposte differite

(277)

(248)

Totale

7.219

694


Le attività per imposte anticipate al 31 dicembre 2020 si riferiscono principalmente alla Business Unit Domestic per 7.383 milioni di euro. Al 31 dicembre 2019 le attività per imposte anticipate si riferivano principalmente alla Business Unit Domestic per 919 milioni di euro.

La Capogruppo TIM S.p.A. usufruisce al 31 dicembre 2020 della possibilità di riallineare i valori fiscali ai maggiori valori dei beni che risultano iscritti in bilancio, nello specifico il valore dell’avviamento di 23.051 milioni di euro, come previsto dal DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis. Ciò determinerà, a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 3% del valore riallineato (692 milioni di euro), la deduzione 18 esercizi, a partire dal 2021, dell'ammortamento fiscale del valore riallineato di 23.051 milioni di euro. Tali deduzioni genereranno benefici in termini di IRES e IRAP, rilevati al 31 dicembre 2020 tra le attività per imposte differite attive per 6.569 milioni di euro.

Le imposte differite attive iscritte sono interamente recuperabili, in considerazione delle possibilità di assorbimento attraverso i futuri imponibili della Capogruppo, anche tenendo conto della riportabilità in avanti senza limiti di tempo delle perdite IRES che si dovessero verificare in caso di eventuale temporanea incapienza del reddito imponibile.

Le passività per imposte differite si riferiscono principalmente a Telecom Italia Capital per 252 milioni di euro (213 milioni di euro al 31 dicembre 2019) ed alla Business Unit Domestic per 13 milioni di euro (12 milioni di euro al 31 dicembre 2019).


Poiché la contabilizzazione in bilancio delle imposte anticipate e differite è stata effettuata, ove ne esistano i presupposti, tenendo conto delle compensazioni per entità giuridica, la composizione delle stesse al lordo delle compensazioni effettuate, è la seguente:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività per imposte anticipate

7.931

1.578

Passività per imposte differite

(712)

(884)

Totale

7.219

694





Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 12

Imposte sul reddito (correnti e differite)

182


Le differenze temporanee che compongono la voce al 31 dicembre 2020 e 2019, nonché la relativa movimentazione nel corso dell’esercizio 2020, sono analizzate nel seguente prospetto:

(milioni di euro)

31.12.2019

Iscritte a
conto
economico

Riconosciute
a patrimonio
netto

Variazione area
di
consolidamento
e altre
variazioni

31.12.2020

Attività per imposte anticipate

Perdite fiscali a nuovo

180

(36)

(44)

100

Strumenti derivati

598

3

24

625

Fondo svalutazione crediti

174

(28)

(20)

126

Fondi per rischi e oneri

397

(111)

(26)

260

Ammortamenti tassati

104

(8)

96

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art.
110

6.569

6.569

Altre imposte anticipate

125

41

(1)

(10)

155

Totale

1.578

6.430

23

(100)

7.931

Passività per imposte differite

Strumenti derivati

(472)

(24)

(39)

3

(532)

Aggregazioni aziendali - per la parte relativa
ai plusvalori residui

(96)

2

(1)

28

(67)

Ammortamenti anticipati

(13)

(44)

4

(53)

BU Brasile - esclusione ICMS dalla base di
calcolo PIS e COFINS

(226)

173

53

Altre imposte differite

(77)

(18)

35

(60)

Totale

(884)

89

(40)

123

(712)

Totale Attività per imposte anticipate al netto
delle Passività per imposte differite

694

6.519

(17)

23

7.219


Le scadenze delle Attività per imposte anticipate e delle Passività per imposte differite al 31 dicembre 2020 sono le seguenti:

(milioni di euro)

Entro
l’esercizio
successivo

Oltre l’esercizio
successivo

Totale al
31.12.2020

Attività per imposte anticipate

670

7.261

7.931

Passività per imposte differite

(65)

(647)

(712)

Totale Attività per imposte anticipate al netto delle Passività per
imposte differite

605

6.614

7.219


Al 31 dicembre 2020 il Gruppo TIM ha perdite fiscali riportabili a nuovo per 1.730 milioni di euro relative, principalmente, alla Business Unit Brasile e alla società Telecom Italia Finance, con le seguenti scadenze:

Anno di scadenza

(milioni di euro)

2021

2022

1

2023

1

2024

3

2025

1

Scadenza successiva al 2025

29

Senza scadenza

1.695

Totale perdite fiscali riportabili a nuovo

1.730


Le perdite fiscali riportabili a nuovo, delle quali si è tenuto conto per la determinazione delle imposte anticipate, ammontano a 323 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (536 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferiscono principalmente alla Capogruppo TIM S.p.A. ed alla Business Unit Brasile. Le imposte anticipate sono state iscritte in quanto è stato ritenuto probabile che in futuro sia disponibile un reddito imponibile a fronte del quale possano essere utilizzate le perdite fiscali.

Non sono invece state rilevate attività per imposte anticipate, relativamente ad imprese controllate estere, per un importo massimo di 354 milioni di euro (393 milioni di euro al 31 dicembre 2019), corrispondenti a 1.408

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 12

Imposte sul reddito (correnti e differite)

183


milioni di euro di perdite fiscali portate a nuovo in quanto, allo stato, non se ne ritiene probabile la recuperabilità.

Al 31 dicembre 2020, non sono state stanziate imposte differite passive su un importo pari a circa 0,8 miliardi di euro di riserve in sospensione di imposta e utili non distribuiti delle società controllate, poiché il Gruppo TIM è in grado di controllare il momento in cui tali riserve saranno distribuite ed è probabile che tali utili cumulati non saranno distribuiti nel prossimo futuro. Le passività potenziali relative alle imposte che dovrebbero essere stanziate, in caso di distribuzione di tali riserve, non sono comunque significative.


Debiti per imposte sul reddito

Ammontano complessivamente a 764 milioni di euro (145 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Debiti per imposte sul reddito:

non correnti

493

61

correnti

271

84

Totale

764

145


La quota corrente, pari a 271 milioni di euro, si riferisce principalmente alla Business Unit Brasile (18 milioni di euro) ed alla Business Unit Domestic (237 milioni di euro) ed include la prima rata dell’imposta sostitutiva ex DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis della Capogruppo (231 milioni di euro). La quota non corrente, pari a 493 milioni di euro, si riferisce alla Business Unit Brasile (31 milioni di euro) ed alla Business Unit Domestic (462 milioni di euro) ed include le ulteriori due rate dell’imposta sostitutiva ex DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis della Capogruppo (461 milioni di euro).


Imposte sul reddito

Le imposte sul reddito per gli esercizi 2020 e 2019 presentano il seguente dettaglio:

(milioni di euro)

2020

2019

Imposte correnti dell'esercizio

777

274

Maggiori (minori) imposte correnti di esercizi precedenti

(197)

(33)

Totale imposte correnti

580

241

Imposte differite

(6.535)

272

Totale imposte sul reddito da Attività in funzionamento

(a)

(5.955)

513

Imposte sul reddito da Attività cessate/Attività non correnti destinate
ad essere cedute

(b)

(16)

Totale imposte sul reddito

(a+b)

(5.955)

497


Le minori imposte correnti di esercizi precedenti dell’esercizio 2020 riflettono gli effetti della dichiarazione dei redditi della Capogruppo rispetto alla stima effettuata nel bilancio 2019 sulla base degli elementi allora disponibili, oltre agli impatti conseguenti alla definizione del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” (299 milioni di euro, di cui IRES per 254 milioni di euro e IRAP per 45 milioni di euro).

Riflettono, inoltre, le maggiori imposte di esercizi precedenti della Business Unit Brasile conseguenti principalmente ai cambiamenti procedurali nella determinazione degli effetti fiscali derivanti dall’esclusione dell’imposta ICMS dalla base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS.

Le imposte sul reddito beneficiano inoltre dell’iscrizione di imposte differite attive conseguenti al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis per complessivi 6.569 milioni di euro (di cui IRES per 5.532 milioni di euro e IRAP per 1.037 milioni di euro).


L’esercizio 2019 beneficiava delle minori imposte della Capogruppo (-244 milioni di euro) parzialmente compensate dalle maggiori imposte differite passive iscritte dalla Business Unit Brasile principalmente a fronte dei proventi non ricorrenti relativi ai crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole dei contenziosi relativi all’inclusione dell’imposta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 12

Imposte sul reddito (correnti e differite)

184


La riconciliazione tra l’onere fiscale teorico, determinato applicando l’aliquota fiscale IRES vigente in Italia (24%) e l’onere fiscale effettivo per gli esercizi chiusi il 31 dicembre 2020 e 2019 è la seguente:

(milioni di euro)

2020

2019

Risultato prima delle imposte da Attività in funzionamento

1.397

1.739

Imposte sul reddito teoriche da Attività in funzionamento

335

417

Effetto imposte su variazioni in aumento (diminuzione)

Perdite fiscali dell’esercizio non considerate recuperabili

1

2

Perdite fiscali di esercizi precedenti non recuperabili (recuperabili) in
esercizi futuri

(20)

(2)

IRES esercizi precedenti

(299)

(19)

IRES imposte anticipate ex DL 104/2020 art. 110

(5.532)

Brasile: diversa aliquota rispetto all'aliquota teorica in vigore in Italia

33

100

Brasile: incentivi agli investimenti

(28)

(44)

Altre differenze nette

(137)

(51)

Imposte effettive a conto economico da Attività in funzionamento,
esclusa IRAP e imposta sostitutiva

(5.647)

403

IRAP

(1.000)

110

Imposta sostitutiva ex DL 104/2020 art. 110

692

Totale imposte effettive a conto economico da Attività in funzionamento

(a)

(5.955)

513

Imposte effettive a conto economico da Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

(b)

(16)

Totale imposte effettive a conto economico

(a)+(b)

(5.955)

497


Ai fini dell’analisi del carico fiscale relativo all‘Utile/(perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento, l’impatto dell’IRAP e dell’imposta sostitutiva è stato tenuto distinto per evitare ogni effetto distorsivo, essendo tali imposte valide per le sole società italiane e commisurate a una base imponibile diversa dal risultato ante imposte.























Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 12

Imposte sul reddito (correnti e differite)

185


NOTA 13

RIMANENZE DI MAGAZZINO


Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 18 milioni di euro, e sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Materie prime, sussidiarie e di consumo

2

1

Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati

2

2

Prodotti finiti

238

257

Totale

242

260


Le rimanenze sono costituite essenzialmente da apparati e terminali di telecomunicazioni fisse e mobili e relativi accessori, nonché da prodotti per ufficio, stampanti speciali e terminali per il gioco.

Le rimanenze di magazzino si riferiscono alla Business Unit Domestic per 204 milioni di euro (215 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e alla Business Unit Brasile per 38 milioni di euro (45 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

La riduzione dell’esercizio è principalmente connessa, oltre all'effetto della variazione del tasso di cambio per la Business Unit Brasile (-14 milioni di euro), ai trend in diminuzione che hanno riguardato gli acquisti di apparati ed accessori di telefonia mobile, associati ad una più mirata politica commerciale e di approvvigionamento da parte di TIM S.p.A..

Le rimanenze sono esposte al netto di un fondo svalutazione pari a 13 milioni di euro (17 milioni di euro al 31 dicembre 2019).


NOTA 14

CREDITI COMMERCIALI, VARI E ALTRE ATTIVITA' CORRENTI


Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 511 milioni di euro, e sono così composti:


(milioni di euro)

31.12.2020

di cui 
Strumenti
Finanziari 

31.12.2019

di cui 
Strumenti
Finanziari

Crediti commerciali

Crediti verso clienti

2.140

2.140

2.437

2.437

Crediti verso altri gestori di telecomunicazioni

765

765

815

815

(a)

2.905

2.905

3.252

3.252

Crediti vari correnti

Crediti verso altri

(b)

516

85

691

119

Altre attività correnti

Attività derivanti da contratti con la clientela
(Contract Assets)

25

25

34

34

Costi contrattuali differiti

617

618

Altri costi differiti

217

176

Altre

66

86

(c)

925

25

914

34

Totale

(a+b+c)

4.346

3.015

4.857

3.405

Per ulteriori dettagli sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.


Sono di seguito riportate le analisi, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019, dell’anzianità degli Strumenti Finanziari inclusi nei Crediti commerciali, vari e altre attività correnti:

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 14

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

186



di cui scaduti da:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui non
scaduti

di cui
scaduti

0-90 gg.

91-180
gg.

181-365
gg.

Oltre 365
gg.

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

3.015

2.388

627

116

133

102

276


di cui scaduti da:

(milioni di euro)

31.12.2019

di cui non
scaduti

di cui
scaduti

0-90 gg.

91-180
gg.

181-365
gg.

Oltre 365
gg.

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

3.405

2.642

763

254

100

118

291


I crediti non scaduti si riducono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 254 milioni di euro.

Contribuiscono principalmente a tale andamento i decrementi dell’esercizio 2020 di TIM S.p.A. (83 milioni di euro), delle società del gruppo Telecom Italia Sparkle (18 milioni di euro), Olivetti (18 milioni di euro), in parte  compensati dall'ingresso nel perimetro di consolidamento delle società del gruppo Noovle (20 milioni di euro); nell’ambito della Business Unit Brasile si registra analogamente un decremento dei crediti non scaduti (-168 milioni di euro, comprensivo di un effetto cambio negativo di circa 160 milioni di euro).


I crediti scaduti si riducono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 136 milioni di euro.

Contribuiscono a tale andamento principalmente i decrementi dell’esercizio 2020 della Capogruppo (56 milioni di euro), delle società del gruppo Telecom Italia Sparkle (26 milioni di euro) e della Business Unit Brasile (60 milioni di euro, comprensivo di un effetto cambio negativo di circa 50 milioni di euro).


I Crediti commerciali ammontano a 2.905 milioni di euro (3.252 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono al netto di 627 milioni di euro del relativo fondo svalutazione crediti (757 milioni di euro al 31 dicembre 2019); comprendono 13 milioni di euro (30 milioni di euro al 31 dicembre 2019) di quota a medio/lungo termine, di cui 7 milioni di euro per contratti di cessione di capacità trasmissiva in Indefeasible Rights of Use – IRU.

I crediti commerciali sono relativi, in particolare, a TIM S.p.A. (2.142 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (495 milioni di euro).


La movimentazione del fondo svalutazione crediti è stata la seguente:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Al 1° gennaio

757

769

Accantonamenti a conto economico

282

368

Utilizzi e decrementi 

(369)

(361)

Variazione area di consolidamento

1

(14)

Differenze cambio ed altre variazioni

(44)

(5)

Al 31 dicembre

627

757


In particolare, il fondo svalutazione al 31 dicembre 2020 sconta gli accantonamenti effettuati nel corso del 2020 per complessivi 282 milioni di euro, di cui 41 milioni di euro di natura non ricorrente della Businees Unit Domestic in relazione all’emergenza sanitaria Covid-19, che ha determinato un peggioramento dell'expected credit loss di parte della clientela conseguente alle aspettative di deterioramento del contesto macroeconomico. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti”.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 14

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

187



I Crediti vari correnti si riferiscono a crediti verso altri per 516 milioni di euro (691 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono al netto di un fondo svalutazione pari a 48 milioni di euro (49 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono così analizzabili:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Anticipi a fornitori

22

10

Crediti verso il personale

10

11

Crediti tributari

254

376

Crediti per contributi da Stato ed Enti pubblici

29

44

Partite diverse

201

250

Totale

516

691


I crediti tributari si riferiscono principalmente alla Business Unit Brasile (245 milioni di euro) e sono connessi a imposte indirette locali; in particolare comprendono l’iscrizione dei crediti fiscali correnti conseguente all’esito favorevole di contenziosi fiscali relativi all’inclusione dell'imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS il cui utilizzo ha avuto inizio già a partire dalla fine del 2019.

I crediti per contributi da Stato ed Enti Pubblici (29 milioni di euro) afferiscono principalmente ai progetti denominati Banda Ultra Larga-BUL e Banda Larga-BL. Il riconoscimento a conto economico di detti contributi avviene al momento dell’entrata in esercizio degli impianti cui i contributi si riferiscono.

Le partite diverse comprendono in particolare:

i crediti di TIM S.p.A. per cessioni pro solvendo verso società di factoring (37 milioni di euro);

i crediti vari verso altri operatori di TLC di TIM S.p.A.  (34 milioni di euro);

i crediti  di TIM S.p.A. relativi al Servizio Universale (32 milioni di euro);

i crediti di TIM S.p.A. verso enti previdenziali ed assistenziali (24 milioni di euro).


Le Altre attività correnti comprendono:

Attività derivanti da contratti con la clientela (Contract Assets): la voce accoglie l’effetto dell’anticipazione del riconoscimento dei ricavi per quei contratti bundle (quali pacchetti di beni e servizi) con singole Performance Obligation aventi differente tempistica di riconoscimento, nei quali i beni rilevati “at point in time” sono venduti ad un prezzo scontato, oppure per quei contratti che, prevedendo uno sconto per un periodo di tempo inferiore alla durata minima contrattuale, necessitano ai sensi dell’IFRS 15 di una riallocazione dello sconto lungo la durata minima contrattuale. I Contract Assets al 31 dicembre 2020 ammontano a 25 milioni di euro (34 milioni di euro al 31 dicembre 2019) sono al netto del relativo fondo svalutazione di 2 milioni di euro e diminuiscono di 9 milioni di euro in quanto il rilascio a conto economico del saldo precedentemente accumulato è sostanzialmente compensato dalla necessità di ripartire temporalmente lungo la durata minima contrattuale gli sconti concessi alla clientela con particolare riferimento a quelli connessi all’impatto del Covid-19;

Costi contrattuali differiti ammontano a 617 milioni di euro (618 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono costi contrattuali (principalmente costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti (in media circa 3 anni per il business mobile e 7 anni per il business fisso). Per ulteriori dettagli sui costi contrattuali differiti si rimanda alla Nota “Crediti vari e altre attività non correnti”;

Altri costi differiti relativi principalmente:

alla Capogruppo essenzialmente per il differimento di costi connessi a canoni di noleggio e altri costi per godimento beni di terzi (139 milioni di euro), per differimento di costi per acquisti di prodotti e servizi (28 milioni di euro), per differimento di spese post vendita su offerte applicativi (19 milioni di euro), per premi assicurativi (4 milioni di euro), per canoni di manutenzione (2 milioni di euro);

al gruppo Telecom Italia Sparkle prevalentemente attinenti al differimento di costi connessi a canoni per affitto circuiti e a canoni di manutenzione (12 milioni di euro);

alla Business Unit Brasile essenzialmente relativi a premi assicurativi (circa 7 milioni di euro).


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 14

Crediti commerciali, vari e altre attività correnti

188



NOTA 15

ATTIVITA' CESSATE/ATTIVITA' NON CORRENTI DESTINATE AD ESSERE CEDUTE


Al 31 dicembre 2020 la voce è nulla.

Al 31 dicembre 2019 la voce si riferiva alle Attività e Passività relative alla società Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT).

Con riferimento a INWIT si ricorda che:

in data 19 dicembre 2019 l’Assemblea degli Azionisti di INWIT ha approvato la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT;

in data 6 marzo 2020 la Commissione Europea ha dato l’autorizzazione all’integrazione delle infrastrutture passive di rete di INWIT e Vodafone Italia;

in data 25 marzo 2020, si è svolto il closing dell’operazione di integrazione tra INWIT e Vodafone Towers S.r.l. in INWIT con la stipula degli atti relativi alla fusione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT;

la fusione ha avuto efficacia dal 31 marzo 2020.

Il perfezionamento della fusione ha comportato la diluizione, da parte del Gruppo TIM, della partecipazione nel capitale di INWIT dal 60% al 37,5%. Pertanto, da tale data INWIT S.p.A. è valutata con il metodo del patrimonio netto.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla nota “Partecipazioni”.

La diluizione ha inoltre comportato la rilevazione, nell’ambito degli “Altri proventi da partecipazioni” del Conto Economico Separato Consolidato dell’esercizio 2020 del Gruppo TIM, di una plusvalenza netta di 441 milioni di euro.

Al 31 dicembre 2019, ritenendo altamente probabile il completamento entro l’esercizio 2020 dell’operazione di integrazione sopra descritta, INWIT è stata presentata come “Asset posseduto per la vendita (Asset held for sale)”.

Di seguito, la composizione delle Attività e Passività destinate ad essere cedute:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute:

di natura finanziaria

65

di natura non finanziaria

4.582

Totale

(a)

4.647

Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

di natura finanziaria

655

di natura non finanziaria

150

Totale

(b)

805

Valore netto delle attività destinate ad essere cedute

(a-b)

3.842


Le attività di natura finanziaria sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività finanziarie non correnti

Attività finanziarie correnti

65

Totale

65




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 15

Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

189


Le attività di natura non finanziaria sono così composte:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività non correnti

Attività immateriali

3.611

Attività materiali

284

Diritti d'uso su beni di terzi

636

Altre attività non correnti

9

4.540

Attività correnti

42

Totale

4.582


Le passività di natura finanziaria sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività finanziarie non correnti

552

Passività finanziarie correnti

103

Totale

655


Le passività di natura non finanziaria sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività non correnti

105

Passività correnti

45

Totale

150


L’Utile da Attività cessate/attività non correnti destinate ad essere cedute dell’esercizio 2019 ammontava a 16 milioni di euro ed era relativo ad un parziale rimborso di imposte, per il quale nel corso dell’esercizio si era avuta certezza dell’incasso, connesso alla cessione del gruppo Sofora-Telecom Argentina, avvenuta nell’anno 2016.





Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 15

Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

190


NOTA 16

PATRIMONIO NETTO


È così composto:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Patrimonio netto attribuibile ai soci della Controllante

26.215

20.280

Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza

2.625

2.346

Totale

28.840

22.626


Per quanto riguarda il Patrimonio netto attribuibile ai Soci della Controllante si evidenzia di seguito la composizione:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Capitale

11.588

11.587

Riserva da sovrapprezzo azioni

2.133

2.094

Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l'utile (perdita)
dell'esercizio

12.494

6.599

Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo

20

19

Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di
copertura

(350)

(440)

Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere

(2.538)

(1.417)

Riserva per rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS
19)

(119)

(124)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il
metodo del patrimonio netto

Riserve diverse e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile (perdita)
dell'esercizio

15.481

8.561

Totale

26.215

20.280

Al 31 dicembre 2020 il Capitale è pari a 11.588 milioni di euro già al netto di azioni proprie di 89 milioni di euro (11.587 milioni di euro, già al netto di azioni proprie per 90 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

La riduzione delle azioni proprie è connessa alla cessione delle azioni stesse in esecuzione del piano retributivo “Special Award 2016-2019”.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla nota “Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale”.

Si precisa che nel Capitale della Capogruppo è presente il vincolo di sospensione d’imposta ai fini fiscali per un importo pari a 11.104 milioni di euro (1.191 milioni al 31 dicembre 2019). L’incremento rispetto al 31 dicembre 2019 di 9.913 milioni di euro soddisfa la condizione posta dal DL 104/2020 art. 110, co. 8 in relazione al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio. Per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota "Patrimonio Netto" del  Bilancio Separato al 31 dicembre 2020 di TIM S.p.A..


Le movimentazioni del Capitale nell’esercizio 2020 sono riportate nelle seguenti tabelle:

Riconciliazione tra il numero delle azioni in circolazione al 31 dicembre 2019 e il numero delle azioni in circolazione al 31 dicembre 2020


(numero azioni)

al 31.12.2019

Assegnazione/
emissione azioni

al 31.12.2020

% sul Capitale

Azioni ordinarie emesse

(a)

15.203.122.583

126.343.913

15.329.466.496

71,78%

meno: azioni proprie

(b)

(163.754.388)

2.492.305

(161.262.083)

Azioni ordinarie in circolazione

(c)

15.039.368.195

128.836.218

15.168.204.413

Azioni di risparmio emesse e in circolazione

(d)

6.027.791.699

6.027.791.699

28,22%

Totale azioni emesse da TIM S.p.A.

(a+d)

21.230.914.282

126.343.913

21.357.258.195

100,00%

Totale azioni in circolazione di TIM S.p.A.

(c+d)

21.067.159.894

128.836.218

21.195.996.112

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 16

Patrimonio netto

191



Riconciliazione tra il valore delle azioni in circolazione al 31 dicembre 2019 e il valore delle azioni in circolazione al 31 dicembre 2020


(milioni di euro)

Capitale al
31.12.2019

Variazioni di
capitale

Capitale al
31.12.2020

Azioni ordinarie emesse

(a)

8.362

8.362

meno: azioni proprie

(b)

(90)

1

(89)

Azioni ordinarie in circolazione

(c)

8.272

1

8.273

Azioni di risparmio emesse e in circolazione

(d)

3.315

3.315

Totale Capitale emesso da TIM S.p.A.

(a+d)

11.677

11.677

Totale Capitale in circolazione di TIM S.p.A.

(c+d)

11.587

1

11.588


Il valore complessivo delle azioni ordinarie proprie al 31 dicembre 2020, pari a 507 milioni di euro, è stato contabilizzato per la quota parte relativa alla parità contabile (89 milioni di euro) a riduzione del valore del capitale emesso e per la restante parte a riduzione delle Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile (perdita) dell’esercizio.


Informativa sul capitale

Le azioni ordinarie e di risparmio di TIM S.p.A. sono quotate in Italia (indice FTSE).

Nelle deliberazioni di aumento del capitale sociale a pagamento, il diritto di opzione può essere escluso nella misura massima del dieci per cento del capitale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione della società incaricata della revisione contabile.

Il Gruppo si dota del capitale necessario per finanziare i fabbisogni di sviluppo dei business e di funzionamento operativo; le fonti di finanziamento si articolano in un mix bilanciato di capitale di rischio, apportato a titolo permanente dai soci, e di capitale di debito, per garantire un’equilibrata struttura finanziaria e la minimizzazione del costo complessivo del capitale, con conseguente vantaggio di tutti gli “stakeholders”.

Il capitale di debito è strutturato in diverse scadenze e valute in modo da garantire un’adeguata diversificazione delle fonti di provvista e un accesso efficiente alle fonti esterne di finanziamento (sfruttando le migliori opportunità sui mercati finanziari delle aree euro, dollaro USA e sterlina inglese al fine di minimizzare il costo), avendo attenzione alla riduzione del rischio di rifinanziamento.

La remunerazione del capitale di rischio è proposta dal Consiglio di Amministrazione all’Assemblea degli Azionisti, che si riunisce per approvare il Bilancio annuale, sulla base dell’andamento del mercato e delle performance di business, una volta soddisfatte tutte le altre obbligazioni, tra cui il servizio del debito; pertanto al fine di garantire un’adeguata remunerazione del capitale, la salvaguardia della continuità aziendale e lo sviluppo dei business, il Gruppo monitora costantemente l’evoluzione del livello di indebitamento in rapporto al patrimonio netto, il livello di indebitamento netto e il margine operativo delle attività industriali.

Privilegi delle azioni di risparmio

Di seguito sono riportati i privilegi delle azioni di risparmio di TIM S.p.A.:

gli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato, dedotta la quota da destinare a riserva legale, devono essere distribuiti alle azioni di risparmio fino alla concorrenza del 5% di 0,55 euro per azione;

gli utili che residuano dopo l’assegnazione alle azioni di risparmio del dividendo privilegiato sopra indicato, di cui l’Assemblea deliberi la distribuzione, sono ripartiti tra tutte le azioni in modo che alle azioni di risparmio spetti un dividendo complessivo maggiorato, rispetto a quello delle azioni ordinarie, in misura pari al 2% di 0,55 euro per azione;

quando in un esercizio sia stato assegnato alle azioni di risparmio un dividendo inferiore al 5% di 0,55 euro per azione, la differenza è computata in aumento del dividendo privilegiato nei due esercizi successivi;

in caso di distribuzione di riserve le azioni di risparmio hanno gli stessi diritti delle altre azioni. Peraltro è facoltà dell’Assemblea chiamata ad approvare il bilancio d’esercizio, in caso di assenza o insufficienza degli utili netti risultanti dal bilancio stesso per soddisfare i diritti patrimoniali sopra indicati, deliberare di soddisfare mediante distribuzione di riserve disponibili il privilegio e/o il diritto di maggiorazione. Il pagamento mediante riserve esclude l’applicazione del meccanismo di trascinamento nei due esercizi successivi del diritto al dividendo privilegiato non percepito mediante distribuzione di utili, di cui al punto che precede;

la riduzione del capitale sociale per perdite non ha effetto sulle azioni di risparmio se non per la parte della perdita che non trova capienza nella frazione di capitale rappresentata dalle altre azioni;

allo scioglimento di TIM S.p.A. le azioni di risparmio hanno prelazione nel rimborso del capitale fino a concorrenza di 0,55 euro per azione;

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 16

Patrimonio netto

192



nel caso di esclusione dalle negoziazioni delle azioni ordinarie o di risparmio, l’Azionista di risparmio potrà richiedere a TIM S.p.A. la conversione delle proprie azioni in azioni ordinarie, secondo le modalità deliberate dall’Assemblea straordinaria all’uopo convocata entro due mesi dall’esclusione dalle negoziazioni.

La Riserva da sovrapprezzo azioni, pari a 2.133 milioni di euro, si incrementa di 39 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, conseguentemente all’avvenuta emissione in data 27 novembre 2020 di n. 126.343.913 azioni ordinarie a servizio del “Piano di Azionariato Diffuso per i Dipendenti 2020”, approvato dall’Assemblea di Telecom Italia S.p.A. del 23 aprile 2020. La riserva sovrapprezzo azioni viene interamente vincolata in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.


Le Altre Riserve movimentate per il tramite del Conto economico complessivo comprendono:

La Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo, positiva per 20 milioni di euro al 31 dicembre 2020, si incrementa di 1 milione di euro rispetto al saldo al 31 dicembre 2019. In particolare, la movimentazione nell’esercizio 2020 comprende gli utili del portafoglio titoli di Telecom Italia Finance (1 milioni di euro, di cui realizzati 0,5 milioni di euro), gli utili relativi alle altre attività finanziarie detenute dalla Capogruppo TIM (4 milioni di euro) e gli oneri relativi alla partecipazione Fin.Priv. della Capogruppo TIM (4 milioni di euro). Tale riserva è espressa al netto di imposte differite passive per 1 milione di euro (al 31 dicembre 2019 era espressa al netto di imposte differite passive per 1 milione di euro).

La Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura, è negativa per 350 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (negativa per 440 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Tale riserva è espressa al netto di imposte differite attive per 110 milioni di euro (al 31 dicembre 2019 era espressa al netto di imposte differite attive per 140 milioni di euro). In particolare, questa riserva accoglie la porzione efficace degli utili o delle perdite derivanti dall’adeguamento al fair value degli strumenti derivati designati di copertura dell’esposizione della variabilità dei flussi finanziari di attività o passività iscritte in bilancio (“cash flow hedge”).

La Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere, è negativa per 2.538 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (negativa per 1.417 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferisce principalmente alle differenze di conversione in euro dei bilanci delle società della Business Unit Brasile, negative per 2.550 milioni di euro (negative per 1.439 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

La Riserva per rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti, negativa per 119 milioni di euro, si incrementa di 5 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. Tale riserva è espressa al netto di imposte differite attive per 30 milioni di euro (al 31 dicembre 2019 era espressa al netto di imposte differite attive per 31 milioni di euro). In particolare, la riserva accoglie la rilevazione delle variazioni di utili (perdite) attuariali.

Gli Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con il metodo del patrimonio netto, risultano azzerati sia al 31 dicembre 2020 sia al 31 dicembre 2019.

Le Altre riserve diverse e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile (perdita) dell’esercizio ammontano a 15.481 milioni di euro e si incrementano di 6.920 milioni di euro come dettagliato di seguito:

(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

Dividendi deliberati - TIM S.p.A.

(316)

(166)

Emissione di strumenti rappresentativi di patrimonio netto

3

4

Altri movimenti

9

(3)

Variazione nell'esercizio delle Riserve diverse e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile
(perdita) dell'esercizio

6.920

751


Una parte delle Altre riserve diverse e gli Utili (perdite) accumulati, incluso l’utile dell’esercizio di TIM S.p.A. vengono vincolati in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8..

Per ulteriori dettagli si rinvia alla Nota “Patrimonio netto” della Capogruppo.


Nel 2020 i dividendi deliberati di TIM S.p.A. sono pari a 316 milioni di euro e sono relativi alla distribuzione agli Azionisti di un dividendo di 0,0100 euro per ciascuna azione ordinaria e di 0,0275 euro per ciascuna azione di risparmio, al lordo delle ritenute di legge.

Nel 2019 i dividendi deliberati di TIM S.p.A. erano pari a 166 milioni di euro e relativi alle azioni di risparmio (dividendo per azione pari a 0,0275 euro).







Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 16

Patrimonio netto

193



Il Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di minoranza, pari a 2.625 milioni di euro e riferito principalmente a Daphne 3 S.p.A. (1.337 milioni di euro) ed alle società della Business Unit Brasile (1.232 milioni di euro), si incrementa di 279 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 come di seguito dettagliato:


(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile alle Partecipazioni di minoranza

128

326

Dividendi di Società del Gruppo agli azionisti di minoranza

(62)

(130)

Movimentazione della Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere

(491)

(36)

INWIT - deconsolidamento

(644)

Daphne 3 - aumento di capitale

1.334

Variazione perimetro di consolidamento

(44)

Altri movimenti

14

11

Variazione nell'esercizio del Patrimonio netto attribuibile alle partecipazioni di
minoranza

279

127


I dividendi di società del Gruppo agli azionisti di minoranza si riferiscono principalmente alla Business Unit Brasile per 61 milioni di euro. I dividendi del 2019 si riferivano principalmente alla Business Unit Brasile per 75 milioni di euro ed a INWIT per 51 milioni di euro.

La Riserva per differenze cambio di conversione di attività estere attribuibile alle partecipazioni di minoranza è negativa per 1.167 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (negativa per 676 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferisce interamente alle differenze di conversione in euro dei bilanci delle società della Business Unit Brasile.

Variazioni potenziali future di capitale

Per quanto riguarda i dettagli delle “Variazioni potenziali future di capitale” si rimanda a quanto illustrato nella Nota “Risultato per azione”.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 16

Patrimonio netto

194



NOTA 17

PASSIVITA' FINANZIARIE (NON CORRENTI E CORRENTI)


Le Passività finanziarie non correnti e correnti (indebitamento finanziario lordo) sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività finanziarie non correnti per contratti di finanziamento e altri

Debiti finanziari a medio/lungo termine:

Obbligazioni

16.898

17.848

Obbligazioni convertibili

1.958

1.925

Debiti verso banche

2.772

3.996

Altri debiti finanziari

185

176

21.813

23.945

Altre passività finanziarie a medio/lungo termine:

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/
passività non correnti di natura finanziaria

1.832

1.659

Derivati non di copertura

10

1

Altre passività

1.842

1.660

(a)

23.655

25.605

Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione passiva

(b)

4.199

4.576

Totale passività finanziarie non correnti

c=(a+b)

27.854

30.181

Passività finanziarie correnti per contratti di finanziamento e altri

Debiti finanziari a breve termine:

Obbligazioni

982

1.952

Obbligazioni convertibili

6

6

Debiti verso banche

2.506

1.048

Altri debiti finanziari

119

114

3.613

3.120

Altre passività finanziarie a breve termine:

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/
passività correnti di natura finanziaria

62

62

Derivati non di copertura

2

Altre passività

64

62

(d)

3.677

3.182

Passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva

(e)

631

639

Totale passività finanziarie correnti

f=(d+e)

4.308

3.821

Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

(g)

655

Totale passività finanziarie (Indebitamento finanziario lordo)

h=(c+f+g)

32.162

34.657


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.







Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

195



L’indebitamento finanziario lordo per valuta originaria dell’operazione è il seguente:


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di valuta
estera)

(milioni di euro)

(milioni di valuta
estera)

(milioni di euro)

USD

5.899

4.807

5.683

5.059

GBP

389

433

389

457

BRL

8.415

1.320

9.444

2.086

JPY

20.030

158

20.030

164

ILS

54

14

60

15

EURO

25.430

26.221

Totale escluse Held for Sale

32.162

34.002

Held for Sale

655

Totale

32.162

34.657


Per i tassi di cambio utilizzati per la conversione dei valori in valuta estera si veda la Nota “Altre informazioni”.

Di seguito viene riportata l’analisi dell’indebitamento finanziario lordo per fasce di tasso di interesse effettivo riferito alla valuta originaria escludendo l’effetto di eventuali strumenti derivati di copertura:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Fino a 2,5%

6.047

5.627

Da 2,5% a 5%

13.497

13.793

Da 5% a 7,5%

6.692

8.059

Da 7,5% a 10%

1.906

2.211

Oltre 10%

1.317

1.794

Ratei/risconti, MTM e derivati

2.703

2.518

Totale escluse Held for Sale

32.162

34.002

Held for Sale

655

Totale

32.162

34.657


A seguito, invece, dell’utilizzo di strumenti derivati di copertura, l’indebitamento finanziario lordo per fasce di tasso di interesse nominale di posizione è il seguente:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Fino a 2,5%

15.640

13.224

Da 2,5% a 5%

8.052

11.474

Da 5% a 7,5%

3.352

3.747

Da 7,5% a 10%

1.098

1.245

Oltre 10%

1.317

1.794

Ratei/risconti, MTM e derivati

2.703

2.518

Totale escluse Held for Sale

32.162

34.002

Held for Sale

655

Totale

32.162

34.657






Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

196



Le scadenze delle passività finanziarie in termini di valore nominale dell’esborso atteso, come contrattualmente definito, sono le seguenti:


Dettaglio delle scadenze delle Passività finanziarie – al valore nominale di rimborso:

con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre 2025

Totale

Prestiti obbligazionari

564

3.101

2.417

3.222

2.000

7.945

19.249

Loans ed altre passività finanziarie

1.467

1.265

650

189

579

317

4.467

Passività finanziarie per locazioni passive

572

575

525

508

429

2.162

4.771

Totale

2.603

4.941

3.592

3.919

3.008

10.424

28.487

Passività finanziarie correnti

1.148

1.148

Totale

3.751

4.941

3.592

3.919

3.008

10.424

29.635


Le principali componenti delle passività finanziarie vengono nel seguito commentate.


Le obbligazioni sono così composte:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Quota non corrente

16.898

17.848

Quota corrente

982

1.952

Totale valore contabile

17.880

19.800

Adeguamento al fair value per effetto delle operazioni in fair value hedge e valutazioni al
costo ammortizzato

(631)

(638)

Totale valore nominale di rimborso

17.249

19.162


Le obbligazioni convertibili sono rappresentate dal prestito obbligazionario unsecured equity-linked, 2.000 milioni di euro, tasso 1,125% emesso da TIM S.p.A. convertibile in azioni ordinarie di nuova emissione con scadenza 2022. Sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Quota non corrente

1.958

1.925

Quota corrente

6

6

Totale valore contabile

1.964

1.931

Adeguamento al fair value per effetto delle operazioni in fair value hedge e valutazioni al
costo ammortizzato

36

69

Totale valore nominale di rimborso

2.000

2.000


In termini di valore nominale le obbligazioni e le obbligazioni convertibili ammontano complessivamente a 19.249 milioni di euro e diminuiscono di 1.913 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (21.162 milioni di euro) a seguito della dinamica di accensioni, rimborsi e impatto cambi intervenuta nel corso del 2020.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

197



Nella tabella che segue sono sintetizzati i prestiti obbligazionari emessi da società del Gruppo TIM e ripartiti per società emittente, espressi sia al valore nominale di rimborso, al netto dei riacquisti, sia al valore di mercato:


Valuta

Ammontare

(milioni)

Valore nominale di rimborso

(milioni di euro)

Cedola

Data di
emissione

Data di
scadenza

Prezzo di emissione (%)

Prezzo di mercato al 31.12.2020

(%)

Valore di mercato al

31.12.2020

(milioni di euro)

Obbligazioni emesse da TIM S.p.A.

Euro

563,6

564

4,500%

23/1/14

25/1/21

99,447

100,527

567

Euro

(b) 217,2

217

Euribor 6 mesi (base 365)

1/1/02

1/1/22

100

100

217

Euro

883,9

884

5,250%

10/2/10

10/2/22

99,295

106,072

938

Euro

(c) 2.000

2.000

1,125%

26/3/15

26/3/22

100

99,757

1.995

Euro

1.000

1.000

3,250%

16/1/15

16/1/23

99,446

105,512

1.055

GBP

375

417

5,875%

19/5/06

19/5/23

99,622

109,783

458

Euro

1.000

1.000

2,500%

19/1/17

19/7/23

99,288

104,845

1.049

Euro

750

750

3,625%

20/1/16

19/1/24

99,632

107,340

805

Euro

1.250

1.250

4,000%

11/1/19

11/4/24

99,436

108,418

1.355

USD

1.500

1.222

5,303%

30/5/14

30/5/24

100

109,065

1.333

Euro

1.000

1.000

2,750%

15/4/19

15/4/25

99,320

104,932

1.049

Euro

1.000

1.000

3,000%

30/9/16

30/9/25

99,806

106,935

1.069

Euro

750

750

2,875%

28/6/18

28/1/26

100

106,152

796

Euro

1.000

1.000

3,625%

25/5/16

25/5/26

100

110,396

1.104

Euro

1.250

1.250

2,375%

12/10/17

12/10/27

99,185

104,428

1.305

Euro

670

670

5,250%

17/3/05

17/3/55

99,667

127,584

855

Sub – Totale

14.974

15.950

Obbligazioni emesse da Telecom Italia Finance S.A. e garantite da TIM S.p.A.

Euro

1.015

1.015

7,750%

24/1/03

24/1/33

(a) 109,646

148,031

1.503

Sub – Totale

1.015

1.503

Obbligazioni emesse da Telecom Italia Capital S.A. e garantite da TIM S.p.A.

USD

1.000

815

6,375%

29/10/03

15/11/33

99,558

124,298

1.013

USD

1.000

815

6,000%

6/10/04

30/9/34

99,081

121,666

992

USD

1.000

815

7,200%

18/7/06

18/7/36

99,440

135,574

1.105

USD

1.000

815

7,721%

4/6/08

4/6/38

100

140,168

1.142

Sub – Totale

3.260

4.252

Totale

19.249

21.705

(a) Prezzo di emissione medio ponderato per prestiti obbligazionari emessi in più tranche.

(b) Riservato ai dipendenti.

(c) Prestito obbligazionario convertibile in azioni ordinarie di nuova emissione TIM S.p.A..


Si segnala che i regolamenti e i prospetti relativi ai prestiti obbligazionari del Gruppo TIM sono disponibili sul sito gruppotim.it. 

Nelle tabelle che seguono sono elencate le movimentazioni dei prestiti obbligazionari nel corso del 2020:


Rimborsi


(milioni di valuta originaria)

valuta

importo

data di rimborso

Telecom Italia S.p.A. 719 milioni di euro 4,000% (1)

Euro

719

21/1/2020

TIM S.A. 1.000 milioni di BRL 104,10% CDI

BRL

1.000

15/7/2020

Telecom Italia S.p.A. 547 milioni di euro 4,875% (2)

Euro

547

25/9/2020

(1)Al netto dei riacquisti per 281 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

(2)Al netto dei riacquisti per 453 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.


I debiti verso banche a medio/lungo termine di 2.772 milioni di euro (3.996 milioni di euro al 31 dicembre 2019) diminuiscono di 1.224 milioni di euro. I debiti verso banche a breve termine ammontano a 2.506 milioni di euro (1.048 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono 1.470 milioni di euro di quota corrente dei debiti verso banche a medio/lungo termine.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

198



Gli altri debiti finanziari a medio/lungo termine di 185 milioni di euro (176 milioni di euro al 31 dicembre 2019) si riferiscono per 155 milioni di euro al finanziamento di Telecom Italia Finance S.A. per 20.000 milioni di JPY con scadenza 2029. Gli altri debiti finanziari a breve termine ammontano a 119 milioni di euro (114 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono 7 milioni di euro di quota corrente di altri debiti finanziari a medio/lungo termine.

Le passività finanziarie per contratti di locazione passiva a medio/lungo termine ammontano a 4.199 milioni di euro (4.576 milioni di euro al 31 dicembre 2019), mentre quelle a breve termine ammontano a 631 milioni di euro (639 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono 628 milioni di euro di quota corrente delle passività finanziarie per contratti di locazione passiva a medio/lungo termine.

Con riferimento alle passività per locazioni finanziarie nel 2020 e 2019 si rileva quanto segue:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Rimborsi quota capitale

699

792

Cash out quota interessi

256

336

Totale

955

1.128


I derivati di copertura relativi a elementi classificati fra le passività non correnti di natura finanziaria ammontano a 1.832 milioni di euro (1.659 milioni di euro al 31 dicembre 2019). I derivati di copertura relativi ad elementi classificati fra le passività correnti di natura finanziaria ammontano a 62 milioni di euro (62 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

I derivati non di copertura classificati fra le passività finanziarie non correnti ammontano a 10 milioni di euro (1 milioni di euro al 31 dicembre 2019), mentre i derivati non di copertura classificati fra le passività finanziarie correnti ammontano a 2 milioni di euro (zero milioni di euro al 31 dicembre 2019). Includono anche la valutazione delle operazioni in derivati che, ancorché stipulate con finalità di copertura, non possiedono i requisiti formali per essere considerate tali ai fini IFRS.


“Covenants” e “negative pledges” in essere al 31.12.2020

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di eventi diversi dall’insolvenza del Gruppo TIM1; inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti (“BEI”), alla data del 31 dicembre 2020 il totale nominale dei finanziamenti in essere è pari a 850 milioni di euro, tutti non assistiti da garanzia bancaria.

Nei due finanziamenti BEI firmati in data 14 dicembre 2015 e in data 25 novembre 2019 si rilevano i seguenti covenant:

nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d’azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d’azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l’operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l’esecuzione o l’esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);

TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l’indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell’indebitamento finanziario complessivo del Gruppo;

“Clausola per inclusione”, ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e per il finanziamento a rischio diretto del 2015, anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest’ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;

1 Il caso di change of control può comportare il rimborso anticipato del prestito obbligazionario convertibile di TIM S.p.A., come più oltre dettagliato.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

199



“Evento Rete”, ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l’obbligo di rimborso del prestito in essere.

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l’impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti (“negative pledge”), l’impegno a non modificare l’oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei Contratti di Finanziamento e nei Prestiti Obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l’eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d’azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.

Nella documentazione dei prestiti concessi ad alcune società del gruppo Tim Brasil, sono generalmente previsti obblighi di rispettare determinati indici finanziari (di capitalizzazione, di copertura del servizio del debito e di livello di indebitamento), nonché gli usuali covenant di altro genere, pena la richiesta di rimborso anticipato del prestito.

Si segnala, infine, che al 31 dicembre 2020, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.


Revolving Credit Facility

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 31 dicembre 2020:


(miliardi di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Accordato

Utilizzato

Accordato

Utilizzato

Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023

5,0

5,0

Bridge to Bond Facility – scadenza maggio 2021

1,7

Totale

6,7

5,0


Al 31 dicembre 2020 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.500 milioni di euro e di linee Hot Money per 490 milioni di euro interamente utilizzate.

In data 18 maggio 2020 TIM ha stipulato una nuova Linea di Credito strutturata come Bridge to Bond per successive emissioni sul mercato obbligazionario per un importo pari a 1,7 miliardi di euro ed una scadenza iniziale di 12 mesi con opzione di estensione per ulteriori 12 mesi.

In data 18 gennaio 2021 TIM ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

In data 19 gennaio 2021 TIM ha deciso di cancellare totalmente la linea Bridge to Bond da 1,7 miliardi di euro, non utilizzati.


Rating di TIM al 31 dicembre 2020

Al 31 dicembre 2020, il giudizio su TIM delle tre agenzie di rating - Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings – risulta il seguente:

Rating

Outlook

STANDARD & POOR'S

BB+

Negativo

MOODY'S

Ba2

Negativo

FITCH RATINGS

BB+

Stabile

    

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 17

Passività finanziarie (non correnti e correnti)

200



NOTA 18

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO


Nella tabella di seguito riportata è rappresentato l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019, determinato con i criteri indicati nella Raccomandazione dell’ESMA (European Securities & Markets Authority) del 10 febbraio 2005 “Raccomandazioni per l’attuazione uniforme del regolamento della Commissione Europea sui prospetti informativi” e richiamati dalla Consob stessa.

Al fine di determinare tale grandezza, si è provveduto a rettificare l’importo delle passività finanziarie dell’effetto dei relativi derivati di copertura iscritti all’attivo nonché dei crediti derivanti da sublocazioni finanziarie.

Nella tabella è inoltre evidenziata la riconciliazione dell’indebitamento finanziario netto determinato secondo i criteri previsti dall’ESMA con quello calcolato secondo i criteri del Gruppo TIM.


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività finanziarie non correnti

27.854

30.181

Passività finanziarie correnti

4.308

3.821

Passività finanziarie direttamente correlate ad Attività cessate/
Attività non correnti destinate ad essere cedute

655

Totale debito finanziario lordo

(a)

32.162

34.657

Attività finanziarie non correnti (°)

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva

(43)

(51)

Derivati attivi di copertura - non correnti

(1.970)

(2.051)

(b)

(2.013)

(2.102)

Attività finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

(1.092)

(877)

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva

(55)

(58)

Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti

(162)

(122)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

(4.829)

(3.138)

Attività finanziarie comprese nelle Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

(65)

(c)

(6.138)

(4.260)

Indebitamento finanziario netto come da comunicazione Consob
n.DEM/6064293/2006 (ESMA)

(d=a+b+c)

24.011

28.295

Attività finanziarie non correnti (°)

Titoli diversi dalle partecipazioni

Altri crediti finanziari e altre attività finanziarie

(297)

(49)

(e)

(297)

(49)

Indebitamento finanziario netto(*)

(f=d+e)

23.714

28.246

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/
attività finanziarie

(g)

(388)

(578)

Indebitamento finanziario netto rettificato

(f+g)

23.326

27.668

(°) Al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 la voce “Attività finanziarie non correnti” (b+e) ammonta rispettivamente a 2.310 milioni di euro e a 2.151 milioni di euro.

(*) Per quanto riguarda l'incidenza delle operazioni con Parti Correlate sull'Indebitamento Finanziario Netto, si rimanda all'apposito prospetto inserito nella Nota "Operazioni con parti correlate”.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 18

Indebitamento finanziario netto

201



Si riportano di seguito le informazioni aggiuntive al rendiconto finanziario, come richiesto dallo IAS 7:

Informazioni aggiuntive al Rendiconto Finanziario richieste dallo IAS 7


Movimenti monetari

Movimenti non monetari

(milioni di euro)

31.12.2019

Incassi e/o
Emissioni

Pagamenti
e/o Rimborsi

Differenze         
tassi di
cambio

Variazioni di
Fair Value

Altre
variazioni e
riclassifiche

31.12.2020

Debiti finanziari a medio/lungo
termine:

Obbligazioni

19.800

(1.437)

(490)

19

(12)

17.880

Obbligazioni convertibili

1.931

33

1.964

Debiti verso banche

4.373

577

(649)

(32)

(27)

4.242

Altri debiti finanziari

183

5

(5)

(6)

15

192

(a)

26.287

582

(2.091)

(528)

19

9

24.278

di cui quota a breve termine

2.342

2.465

Passività per locazioni finanziarie a
medio/lungo termine:

5.215

850

(670)

(511)

(57)

4.827

(b)

5.215

850

(670)

(511)

(57)

4.827

di cui quota a breve termine

639

628

Altre passività finanziarie a medio/
lungo termine:

Derivati passivi di copertura relativi a
elementi coperti classificati fra le
attività/passività non correnti di natura
finanziaria

1.721

99

75

(1)

1.894

Derivati passivi non di copertura

1

9

2

12

Altre passività

(c)

1.722

108

77

(1)

1.906

di cui quota a breve termine

62

64

Debiti finanziari a breve termine:

Debiti verso banche

671

365

1.036

Altri debiti finanziari

107

2

(2)

8

115

(d)

778

2

(2)

373

1.151

Passività finanziarie direttamente
correlate ad Attività cessate/Attività
non correnti destinate ad essere
cedute:

655

38

(29)

(664)

(e)

655

38

(29)

(664)

Totale passività finanziarie
(Indebitamento finanziario lordo)

(f=a+b+c+d+e)

34.657

1.470

(2.790)

(929)

94

(340)

32.162

Derivati  attivi di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività non correnti e correnti
di natura finanziaria

(g)

2.152

(344)

259

2.067

Derivati attivi non di copertura

(h)

11

58

25

94

Totale

(i=f-g-h)

32.494

1.470

(2.790)

(643)

(190)

(340)

30.001








Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 18

Indebitamento finanziario netto

202



Informazioni aggiuntive del Rendiconto Finanziario Consolidato


Il valore degli interessi pagati ed incassati riportato nella Relazione sulla gestione considera le movimentazioni afferenti alle operazioni in derivati CCIRS a copertura di sottostanti in divisa sia nella loro componente attiva (incassi) sia nella componente passiva (pagamenti) senza netting delle posizioni.

(milioni di euro)

2020

2019

Interessi pagati

(1.520)

(1.750)

Interessi incassati

448

589

Totale netto

(1.072)

(1.161)


Al fine di considerare le componenti dei derivati CCIRS come un’unica operazione viene proposta una rappresentazione in cui i flussi di interesse in entrata e in uscita vengono esposti al netto. Tale impostazione determinerebbe i seguenti risultati:

(milioni di euro)

2020

2019

Interessi pagati

(1.209)

(1.341)

Interessi incassati

137

180

Totale netto

(1.072)

(1.161)









Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 18

Indebitamento finanziario netto

203



NOTA 19

GESTIONE DEI RISCHI FINANZIARI


Obiettivi e politica di gestione dei rischi finanziari del Gruppo TIM

Il Gruppo TIM, nell’ordinario svolgimento delle proprie attività operative, risulta esposto ai seguenti rischi finanziari:

rischio di mercato: derivante dalle variazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio, connessi alle attività finanziarie originate e alle passività finanziarie assunte;

rischio di credito: rappresentato dal rischio di inadempimento di obbligazioni assunte dalla controparte in relazione agli impieghi di liquidità del Gruppo;

rischio di liquidità: connesso all’esigenza di far fronte agli impegni finanziari nel breve termine.


Tali rischi finanziari vengono fronteggiati mediante:

la definizione, a livello centralizzato, di linee guida alle quali deve essere ispirata la gestione operativa;

l’attività di un comitato interno che monitora il livello di esposizione ai rischi di mercato in coerenza con i predefiniti obiettivi generali;

l’individuazione di strumenti finanziari, anche di tipo derivato, più idonei a soddisfare gli obiettivi prefissati;

il monitoraggio dei risultati conseguiti;

l’esclusione di ogni operatività con strumenti finanziari derivati di tipo speculativo.

Sono di seguito descritte le politiche di gestione e l’analisi di sensitività circa i suddetti rischi finanziari da parte del Gruppo TIM.


Identificazione dei rischi ed analisi

Il Gruppo TIM è esposto ai rischi di mercato derivanti da variazioni nei tassi d’interesse e nei tassi di cambio, nei mercati in cui esso opera o è presente con emissioni obbligazionarie, principalmente Europa, Stati Uniti, Gran Bretagna e America Latina.

Le politiche di gestione dei rischi finanziari del Gruppo TIM tendono alla diversificazione dei rischi di mercato, all’integrale copertura del rischio di cambio e alla minimizzazione dell’esposizione ai tassi di interesse attraverso opportune diversificazioni di portafoglio, attuate anche mediante l’utilizzo di selezionati strumenti finanziari derivati.

Il Gruppo definisce una composizione ottimale della struttura di indebitamento tra componente a tasso fisso e componente a tasso variabile ed utilizza gli strumenti finanziari derivati al fine di tendere alla prestabilita composizione del debito. Tenuto conto dell’attività operativa del Gruppo, la combinazione ritenuta più idonea di medio-lungo termine delle passività finanziarie non correnti è stata individuata, sulla base del valore nominale, nel range 65% - 75% per la componente a tasso fisso e 25% - 35% per la componente a tasso variabile.

Nella gestione dei rischi di mercato, il Gruppo si è dotato di Linee Guida per la “Gestione e controllo dei rischi finanziari” e utilizza principalmente i seguenti strumenti finanziari derivati:


Interest Rate Swaps (IRS), per modificare il profilo dell’esposizione originaria al rischio di tasso d’interesse dei prestiti e delle obbligazioni, sia a tasso fisso che a tasso variabile;

Cross Currency and Interest Rate Swaps (CCIRS) e Currency Forwards, per convertire i prestiti e le obbligazioni emessi in valute diverse dall’Euro – principalmente in dollari statunitensi e in sterline inglesi – nelle divise funzionali delle società operative.

Gli strumenti finanziari derivati sono designati a copertura del fair value per la gestione del rischio di cambio e di tasso sugli strumenti denominati in valute diverse dall’Euro e per la gestione del rischio di interesse sui finanziamenti a tasso fisso. Gli strumenti finanziari derivati sono invece designati a copertura dei flussi di cassa quando hanno l’obiettivo di predeterminare il tasso di cambio delle transazioni future e il tasso di interesse.

Tutti gli strumenti finanziari derivati sono stipulati con controparti bancarie e finanziarie aventi al minimo la classe di rating “BBB-” dell’agenzia Standard & Poor’s o equivalenti e outlook non negativo. La misura

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

204



dell’esposizione ai diversi rischi di mercato è apprezzabile mediante l’analisi di sensitività, così come previsto dall’applicazione dell’IFRS 7; attraverso tale analisi vengono illustrati gli effetti indotti da una data ed ipotizzata variazione nei livelli delle variabili rilevanti nei diversi mercati di riferimento (cambio, tassi, prezzi) sugli oneri e proventi della gestione finanziaria e, talvolta, direttamente sul patrimonio netto. L’analisi di sensitività è stata condotta sulla base delle ipotesi ed assunzioni di seguito riportate:


le analisi di sensitività sono state effettuate applicando variazioni ragionevolmente possibili delle variabili rilevanti di rischio ai valori di Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020;

le variazioni di valore degli strumenti finanziari a tasso fisso, diversi dagli strumenti derivati, indotte da variazioni nei tassi di interesse di riferimento, generano un impatto reddituale solo allorché sono, coerentemente con lo IAS 39 e IFRS 9, contabilizzati al loro fair value through profit and loss. Tutti gli strumenti a tasso fisso che sono contabilizzati al costo ammortizzato, non sono soggetti a rischio di tasso di interesse, così come definito nell’IFRS 7;

nel caso di relazioni di copertura del fair value, le variazioni di fair value del sottostante coperto e dello strumento derivato, dovute a variazioni dei tassi di interesse di riferimento, si compensano pressoché integralmente nel conto economico dell’esercizio. Pertanto, questi strumenti finanziari non sono esposti al rischio di tasso di interesse;

le variazioni di valore degli strumenti finanziari designati in una relazione di copertura di flussi di cassa, indotte da variazioni di tassi di interesse, generano un impatto sul livello del debito e sul patrimonio netto e sono pertanto presi in considerazione nella presente analisi;

le variazioni di valore, indotte da variazioni nei tassi di interesse di riferimento, degli strumenti finanziari a tasso variabile, diversi dagli strumenti derivati, che non sono parte di una relazione di copertura di flussi di cassa, generano un impatto sui proventi e oneri finanziari dell’esercizio; essi, pertanto, sono presi in considerazione nella presente analisi.


Rischio di cambio – Analisi di sensitività

Al 31 dicembre 2020 (così come al 31 dicembre 2019), il rischio di cambio derivante dai finanziamenti accesi dal Gruppo e denominati in valute diverse dalla valuta funzionale di Bilancio delle singole società era integralmente coperto. Per tale ragione il rischio di cambio non è oggetto di analisi di sensitività.

Rischio di tasso d’interesse – Analisi di sensitività

La variazione dei tassi d’interesse sulla componente variabile di debiti e liquidità può comportare maggiori o minori oneri/proventi finanziari, mentre le variazioni del livello dei tassi d’interesse attesi influiscono sulla valutazione al fair value dei derivati del Gruppo. In particolare:

relativamente ai derivati che trasformano in tasso fisso euro le passività contratte dal Gruppo (cash flow hedging), in applicazione dei principi contabili internazionali che regolano l’hedge accounting, la valorizzazione al fair value (mark to market) di tali strumenti viene accantonata in apposita riserva indisponibile del Patrimonio Netto. La variazione congiunta delle numerose variabili di mercato cui il calcolo del mark to market è soggetto tra la data di stipula delle operazioni e quella della valutazione, rende poco significativa qualsiasi ipotesi circa l’andamento delle variabili stesse. Con l’approssimarsi della scadenza dei contratti, gli effetti contabili descritti saranno gradualmente assorbiti fino al loro completo esaurimento;

se al 31 dicembre 2020 i tassi di interesse nei diversi mercati nei quali il Gruppo TIM opera fossero stati 100 punti base più alti/più bassi rispetto a quanto effettivamente realizzatosi, si sarebbero registrati a livello di conto economico, maggiori/minori oneri finanziari, al lordo del relativo effetto fiscale, per 36 milioni di euro (54 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

Si rimanda alla Nota “Principi Contabili” per il rischio potenziale generato dalla riforma dei tassi di interesse di riferimento.

Ripartizione della struttura finanziaria tra tasso fisso e tasso variabile

Relativamente alla ripartizione della struttura finanziaria tra componente a tasso fisso e componente a tasso variabile, sia per le passività che per le attività finanziarie, si considerino le tabelle seguenti. Nella loro predisposizione, si è tenuto conto del valore nominale di rimborso/impiego (in quanto tale grandezza esprime l’effettiva esposizione al rischio di tasso del Gruppo) e, per quanto concerne le attività finanziarie, della natura intrinseca (caratteristiche finanziarie e durata) delle operazioni considerate, piuttosto che unicamente delle condizioni contrattualmente definite. In tal senso, un’operazione le cui caratteristiche (orizzonte temporale di breve o brevissimo periodo e frequente rinnovo) fanno sì che il tasso di interesse sia periodicamente oggetto di rideterminazione sulla base di parametri di mercato, ancorché contrattualmente non preveda re-fixing del tasso di interesse stesso (come nel caso di depositi bancari), è stata considerata a tasso variabile.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

205





Totale Passività finanziarie (al valore nominale di rimborso)


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Tasso

Tasso

Totale

Tasso

Tasso

Totale

fisso

variabile

fisso

variabile

Obbligazioni

14.698

4.551

19.249

16.402

4.760

21.162

Loans ed altre passività finanziarie

5.402

3.836

9.238

5.550

3.884

9.434

Totale passività finanziarie non correnti
(compresa quota corrente del M/L termine)

20.100

8.387

28.487

21.952

8.644

30.596

Totale passività finanziarie correnti

602

546

1.148

495

278

773

Totale escluse Held for Sale

20.702

8.933

29.635

22.447

8.922

31.369

Held for Sale

627

30

657

Totale

20.702

8.933

29.635

23.074

8.952

32.026


Totale Attività finanziarie (al valore nominale di impiego)


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Tasso

Tasso

Totale

Tasso

Tasso

Totale

fisso

variabile

fisso

variabile

Depositi e cassa

4.433

4.433

2.655

2.655

Titoli

638

837

1.475

604

749

1.353

Altri crediti

747

54

801

787

104

891

Totale escluse Held for Sale

1.385

5.324

6.709

1.391

3.508

4.899

Held for Sale

65

65

Totale

1.385

5.324

6.709

1.391

3.573

4.964


Relativamente agli strumenti finanziari a tasso variabile, le revisioni dei relativi parametri sono contrattualmente previste entro i dodici mesi successivi.

Tasso di interesse effettivo

Il tasso di interesse effettivo, per le categorie per le quali è determinabile, è quello riferito all’operazione originaria al netto dell’effetto di eventuali strumenti derivati di copertura.

L’informativa, essendo fornita per classi di attività e passività finanziarie, è stata determinata utilizzando, come peso ai fini della ponderazione, il valore contabile rettificato del valore dei ratei, risconti e degli adeguamenti al fair value: trattasi pertanto del costo ammortizzato, al netto dei ratei e di eventuali adeguamenti al fair value per effetto dell’hedge accounting.


Totale Passività finanziarie

31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Obbligazioni

19.117

4,47

20.978

4,53

Loans ed altre passività finanziarie

10.341

3,54

10.506

4,12

Totale escluse Held for Sale

29.458

4,14

31.484

4,39

Held for Sale

650

2,56

Totale

29.458

4,14

32.134

4,36







Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

206





Totale Attività finanziarie


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Depositi e cassa

4.433

0,01

2.655

0,05

Titoli

1.475

0,36

1.353

0,33

Altri crediti

362

1,25

153

3,35

Totale escluse Held for Sale

6.270

0,16

4.161

0,26

Held for Sale

65

0,00

Totale

6.270

0,16

4.226

0,26


Relativamente alle attività finanziarie si evidenzia che il tasso di interesse effettivo medio ponderato non è sostanzialmente influenzato dalla presenza di strumenti derivati.

Per quanto concerne la gestione dei rischi di mercato con l’utilizzo di strumenti finanziari derivati si veda la Nota “Strumenti derivati”.


Rischio di credito

L’esposizione del Gruppo TIM al rischio di credito è costituita dalle perdite potenziali che potrebbero derivare dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalle controparti sia commerciali sia finanziarie. Al fine di misurare tale rischio nel tempo, nell’ambito dell’impairment delle proprie attività finanziarie (crediti di natura commerciale verso clienti inclusi), l’introduzione dell’IFRS 9 ha imposto il passaggio dal modello delle perdite sostenute (incurred loss) ai sensi dello IAS 39 al modello delle perdite attese (expected credit loss).

Tale esposizione discende principalmente da fattori economico-finanziari generali, dalla possibilità che si verifichino specifiche situazioni di insolvenza di alcune controparti debitrici e da elementi più strettamente tecnico-commerciali o amministrativi.

La massima esposizione teorica al rischio di credito per il Gruppo TIM è rappresentata dal valore contabile delle attività finanziarie e dei crediti commerciali iscritti in bilancio, escluse le garanzie attive ricevute, illustrate nella nota “Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni, impegni e garanzie”.

Il rischio afferente la componente dei crediti commerciali viene gestito con strumenti di analisi e scoring della clientela. Per alcune tipologie di credito commerciale il Gruppo si avvale anche di strumenti di factoring che regolamentano le cessioni di credito per lo più con clausola “pro soluto”.

Gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti sono effettuati in maniera specifica sulle posizioni creditorie che presentano elementi di rischio peculiari. Sulle posizioni creditorie che non presentano tali caratteristiche, sono invece effettuati, per il segmento di clientela di appartenenza, accantonamenti sulla base dell’inesigibilità media stimata in funzione di indicatori statistici. Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota “Crediti commerciali, vari e altre attività correnti”.

L’impairment sulle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali viene effettuato seguendo il modello generale che rileva le perdite attese sui crediti nei 12 mesi successivi o sull’intera vita residua in caso di peggioramento sostanziale del rischio di credito. L’expected credit loss è calcolata tramite la default probability (probabilità che si verifichi l’evento di default) e la percentuale di credito che non si riuscirà a recuperare in caso di default (loss given default). Il modello adottato per il calcolo della expected credit loss si basa sul Bloomberg Credit Risk Model, un modello sviluppato da Bloomberg che, partendo dal concetto di distance-to-default (“DD”) di Merton, stima la probabilità di default unitamente al recovery rate. Contestualmente la loss given default viene definita come la componente non recuperabile dell’attività finanziaria post default.

In particolare, la DD - basata su dati di bilancio - viene arricchita con una serie di informazioni aggiuntive per Paese (macroeconomiche, di rischio), settore di attività e per singola società, nonché da aggiustamenti contabili finalizzati a garantire omogeneità degli output del modello; infine, tramite una funzione non lineare della DD, si ottiene la default probability.

Con riferimento alla pandemia in corso Covid-19, l’utilizzo del modello Bloomberg Credit Risk Model, che come detto tiene conto anche della situazione politica ed economica dei diversi Paesi nel breve e nel medio-lungo periodo (dai 3 mesi ai 5 anni), assicura che tutte le componenti di rischio vengano adeguatamente riflesse nella misurazione del rischio di credito.


Al fine di migliorare la gestione del rischio credito e ridurre la pressione sul capitale circolante, a febbraio 2020 è stata costituita la joint venture societaria TIM-SCB JV S.p.A con una partecipazione del 51% di Santander Consumer Bank (SCB) e del 49% di TIM. La partnership con SCB è volta a sviluppare e distribuire prodotti finanziari per il finanziamento dell’acquisto da parte dei clienti TIM di prodotti relativi al mondo delle telecomunicazioni e la cessione pro soluto di crediti commerciali.

Il 3 novembre 2020 la nuova entità societaria ha ricevuto l’autorizzazione da parte di Banca d’Italia all’esercizio di concessione di finanziamenti nei confronti del pubblico ai sensi degli articoli 106 e seguenti del Testo Unico

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

207



bancario (“TUB”). Negli ultimi mesi del 2020 e a inizio 2021 sono stati completati alcuni passaggi societari, incluso il cambio di denominazione sociale da TIM-SCB JV S.p.A a TIMFin S.p.A..


Inoltre, sempre per quanto concerne il rischio di credito afferente alle componenti attive che concorrono alla determinazione dell’Indebitamento finanziario netto, si evidenzia che la gestione della liquidità del Gruppo si ispira a criteri prudenziali e si articola principalmente nelle seguenti attività:


gestione di mercato monetario, alla quale è affidato l’investimento degli eccessi temporanei di cassa;

gestione di portafoglio obbligazionario, alla quale è affidato l’investimento di un livello di liquidità a medio termine, nonché il miglioramento del rendimento medio dell’attivo.

Al fine di contenere il rischio di inadempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte, i depositi delle società europee sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie con rating non inferiore ad investment grade ed outlook non negativo e gli impieghi delle società in Sud America sono stati effettuati con primarie controparti locali. Inoltre, i depositi sono solitamente effettuati per periodi inferiori a tre mesi. Relativamente agli altri impieghi temporanei di liquidità si evidenzia una gestione di un portafoglio obbligazionario i cui investimenti sono caratterizzati da un contenuto livello di rischio. Tutti gli impieghi sono stati effettuati nel rispetto delle Linee Guida del Gruppo “Gestione e controllo dei rischi finanziari”.

Il Gruppo, nell’ottica di minimizzazione del rischio di credito, persegue, inoltre, una politica di diversificazione dei propri impieghi di liquidità e di assegnazione delle posizioni creditizie tra le differenti controparti bancarie: non si evidenziano, pertanto, posizioni significative verso singole controparti.


Rischio di liquidità

Il Gruppo persegue un obiettivo di “adeguato livello di flessibilità finanziaria” espresso dal mantenimento di un margine di tesoreria corrente che consenta la copertura delle esigenze di rifinanziamento almeno dei successivi dodici mesi attraverso la disponibilità di linee bancarie irrevocabili e di liquidità.

Al 31 dicembre 2020 il margine di liquidità disponibile per il Gruppo TIM è pari a 12.621 milioni di euro, con un incremento di 3.606 milioni di euro rispetto a fine 2019 (9.015 milioni di euro). L’impatto della pandemia Covid-19 non ha pertanto comportato rischi di liquidità. Inoltre, in data 18 gennaio 2021 TIM S.p.A. ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

Il 13% dell’indebitamento finanziario lordo al 31 dicembre 2020 (valori nominali di rimborso) scadrà nei dodici mesi successivi.

Le attività finanziarie correnti al 31 dicembre 2020, insieme alle linee bancarie committed non utilizzate, consentono una copertura completa delle passività finanziarie di Gruppo in scadenza per i prossimi 30 mesi.

Di seguito sono riportati i flussi finanziari contrattuali non attualizzati del debito finanziario lordo a valori nominali di rimborso e i flussi di interesse, determinati utilizzando le condizioni e i tassi di interesse e di cambio in essere al 31 dicembre 2020. Le quote di capitale e d’interesse delle passività oggetto di copertura includono sia gli esborsi che gli incassi dei relativi strumenti derivati di copertura. In particolare, le quote interessi della voce “Loans e altre passività finanziarie” comprendono anche quelle relative agli strumenti derivati a copertura sia di loans che di prestiti obbligazionari.


Passività finanziarie - Analisi per scadenza degli esborsi contrattualmente previsti


con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre
2025

Totale

Prestiti obbligazionari

Quota capitale

564

3.101

2.417

3.222

2.000

7.945

19.249

Quota interessi

800

763

705

591

481

4.089

7.429

Loans ed altre passività finanziarie(*)

Quota capitale

1.467

1.265

650

189

579

317

4.467

Quota interessi

(88)

(58)

(65)

(55)

(40)

(338)

(644)

Passività finanziarie per locazioni passive

Quota capitale

572

575

525

508

429

2.162

4.771

Quota interessi

245

218

191

165

141

507

1.467

Passività finanziarie non correnti

Quota capitale

2.603

4.941

3.592

3.919

3.008

10.424

28.487

Quota interessi

957

923

831

701

582

4.258

8.252

Passività finanziarie correnti

Quota capitale

1.148

1.148

Quota interessi

3

3

Totale

Quota capitale

3.751

4.941

3.592

3.919

3.008

10.424

29.635

Quota interessi

960

923

831

701

582

4.258

8.255

(*) Comprendono gli strumenti derivati (di copertura e non di copertura).

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

208




Strumenti derivati su passività finanziarie - Tabella dei flussi di interesse contrattualmente previsti


con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre
2025

Totale

Esborsi

293

293

287

238

215

1.908

3.234

Incassi

(391)

(390)

(381)

(313)

(276)

(2.353)

(4.104)

Derivati di copertura - esborsi (incassi) netti

(98)

(97)

(94)

(75)

(61)

(445)

(870)

Esborsi

232

79

5

12

4

332

Incassi

(270)

(77)

(7)

(17)

(4)

(375)

Derivati non di copertura - esborsi (incassi)
netti

(38)

2

(2)

(5)

(43)

Totale esborsi (incassi) netti

(136)

(95)

(96)

(80)

(61)

(445)

(913)


Valore di mercato degli strumenti derivati

Al fine di determinare il valore di mercato degli strumenti derivati, il Gruppo TIM utilizza vari modelli di valutazione.

Il calcolo del mark to market avviene attraverso l’attualizzazione a tassi e cambi di mercato correnti dei futuri flussi contrattuali di interesse e del nozionale.

Il valore nozionale degli IRS non rappresenta l’ammontare scambiato tra le parti e, pertanto, non costituisce una misura dell’esposizione al rischio di credito, che è invece limitata al valore del differenziale dei tassi di interesse a pagare/ricevere.

Il valore di mercato dei CCIRS dipende, invece, anche dal differenziale tra il tasso di cambio di riferimento alla data di stipulazione ed il tasso di cambio alla data della valutazione, dal momento che i CCIRS implicano lo scambio degli interessi e del capitale di riferimento, nelle rispettive divise di denominazione.

Le opzioni sono valutate secondo i modelli Black & Scholes o Binomiale ed implicano l’utilizzo di diversi fattori di valutazione, tra i quali: l’orizzonte temporale di vita dell’opzione, il tasso di rendimento privo di rischio, il prezzo corrente, la volatilità e gli eventuali flussi di cassa (es. dividendo) dello strumento finanziario sottostante, e il prezzo di esercizio.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 19

Gestione dei rischi finanziari

209



NOTA 20

STRUMENTI DERIVATI


Si conferma la continuità dell’applicazione dello IAS 39 con riferimento all’applicazione dell’hedge accounting.

Gli strumenti derivati perfezionati dal Gruppo TIM si prefiggono la copertura dell’esposizione al rischio di cambio, la gestione del rischio di tasso di interesse, nonché una diversificazione dei parametri di indebitamento che consenta la minimizzazione del costo e della volatilità entro prefissati limiti gestionali.

Le operazioni con prodotti derivati in essere al 31 dicembre 2020 sono legate principalmente alla gestione dell’indebitamento, come interest rate swaps (IRS) per ricondurre al profilo di rischio ritenuto più opportuno i prestiti bancari e obbligazionari a tasso fisso, nonché operazioni quali cross currency and interest rate swaps (CCIRS), currency forwards e foreign exchange options per convertire finanziamenti/crediti contratti in valute diverse nelle divise di riferimento delle varie società del Gruppo.

Rispettivamente gli IRS prevedono o possono comportare, a scadenze determinate, lo scambio con le controparti di flussi di interesse, calcolati su un valore nozionale di riferimento, ai tassi fissi o variabili concordati.

Ciò vale anche per i CCIRS, che possono prevedere, oltre alla liquidazione dei flussi di interesse periodici, lo scambio dei capitali di riferimento, nelle rispettive divise di denominazione, a scadenza ed eventualmente a pronti.


Coperture: relazione economica tra sottostante e derivati

Le relazioni di copertura documentate in hedge accounting al 31 dicembre 2020 appartengono a due categorie: i) coperture del fair value di emissioni obbligazionarie denominate in Euro e ii) coperture dei cash flow rivenienti dal flusso cedolare di emissioni obbligazionarie denominate in valute diverse dall’Euro.

Nel primo caso, il rischio coperto è rappresentato dal fair value dell’obbligazione riconducibile ai tassi di interesse Euro ed è fronteggiato mediante IRS. Il valore attuale di entrambi gli strumenti, sottostante e derivati, dipende dalla struttura dei tassi di interesse di mercato Euro, alla base del calcolo dei discount factor e dei flussi di interesse variabili del derivato. In particolare, le oscillazioni dei tassi si traducono in variazioni dei discount factor del flusso passivo di interesse fisso sul sottostante; sul derivato, si osservano variazioni dei discount factor del flusso attivo di interesse fisso e variazioni del flusso nominale di interesse variabile (solo parzialmente corrette dall’effetto discounting). Gli effetti indotti sul derivato hanno segno contabile contrario a quelli sul sottostante.

Nel secondo caso, il rischio coperto è rappresentato dalla variabilità dei cash flow (e del rimborso del nominale) generata dai tassi di cambio; la copertura è costituita da combinazioni di IRS e CCIRS che sinteticamente trasformano il flusso cedolare in valuta a tasso fisso in flusso Euro a tasso fisso. In tale fattispecie, le oscillazioni del tasso di cambio producono effetti fisiologicamente contrari sul sottostante e sul derivato in quanto la leg attiva di quest’ultimo riflette fedelmente il sottostante, mentre la leg passiva è denominata in Euro e perciò insensibile al tasso di cambio.


Coperture: determinazione dell'hedge ratio

Le tipologie di copertura implementate dal Gruppo richiedono l’adozione di un hedge ratio pari a 1:1 in quanto le tipologie di rischio coperto (tasso di interesse e tasso di cambio) sono tali da generare effetti economici negli strumenti sottostanti compensabili solo tramite altrettante quantità nozionali di strumenti derivati.


Coperture: fonti potenziali di inefficacia

La contrattualizzazione degli strumenti derivati a copertura dei rischi finanziari avviene a condizioni di mercato ed ha l’obiettivo di neutralizzare completamente gli effetti da essi prodotti.

Nella pratica tuttavia, può succedere che sia le coperture in fair value hedge che quelle in cash flow hedge, benché finanziariamente perfette, non riescano a garantire anche un’efficacia contabile assoluta a causa della molteplicità di controparti bancarie coinvolte, delle peculiarità di alcuni derivati riconducibili ad esempio a fixing e/o indicizzazione dei parametri variabili, della possibile imperfetta coincidenza tra critical terms.

Nella seguente tabella sono riportate le consistenze complessive degli strumenti finanziari derivati del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020 e 2019; in ottemperanza al principio IFRS 7, si rappresentano gli importi nozionali di  tutti gli strumenti derivati coinvolti nelle coperture.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 20

Strumenti derivati

210



Nelle successive tabelle gli strumenti finanziari derivati sono suddivisi per tipologia di rischio per ogni tipo di copertura, separando attività e passività finanziarie. Per i CCIRS l’importo nozionale si riferisce al controvalore euro contrattuale, per gli IRS in valuta diversa dall’euro, al controvalore al tasso di cambio di mercato.


Tipologia

(milioni di euro)

Rischio coperto

Nozionale al 31.12.2020


Nozionale al 31.12.2019


Mark to Market Spot* (Clean Price) al

31.12.2020

Mark to Market Spot* (Clean Price) al 31.12.2019

Interest rate swaps

Rischio tasso di interesse

4.334

4.334

192

152

Cross Currency and
Interest Rate Swaps

Rischio tasso di interesse
e rischio di cambio

Totale derivati in Fair Value Hedge

4.334

4.334

192

152

Interest rate swaps

Rischio tasso di interesse

5.594

4.871

421

258

Cross Currency and
Interest Rate Swaps

Rischio tasso di interesse
e rischio di cambio

5.042

5.206

(519)

(57)

Totale derivati in Cash Flow Hedge

10.636

10.077

(98)

201

Totale derivati Non in Hedge Accounting

604

151

82

10

Totale derivati Gruppo TIM

15.574

14.562

176

363

* Il Mark to Market Spot sopra riportato rappresenta la valutazione di mercato del derivato al netto della quota maturata del flusso in corso.


Coperture in Fair Value Hedge

(milioni di euro)

Voce contabile

Valore nozionale


Valore contabile


Variazione fair value anno

Interest rate swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

a)

4.334

192

41

Attività

192

Passività

Cross Currency and Interest Rate
Swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

b)

Attività

Passività

Strumenti derivati (spot value)

a)+b)

4.334

192

41

Ratei

24

Strumenti derivati (gross value)

216

Strumenti sottostanti (1)

Obbligazioni - Passività correnti /
non correnti

4.334

(4.504)

di cui adeguamento al fair value

Adeguamento al fair value per
effetto delle operazioni in fair
value hedge e valutazioni al costo
ammortizzato

c)

(186)

(38)

Inefficacia

a)+b)+c)

3

Adeguamento al fair value per coperture chiuse anticipatamente (2)

(116)

(1) Comprende il valore di costo ammortizzato delle obbligazioni attualmente coperte maggiorato dell’adeguamento al fair value.

(2) Riferito ad obbligazioni non più coperte, quindi non rappresentate in tabella.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 20

Strumenti derivati

211



Coperture in Cash Flow Hedge

(milioni di euro)

Voce contabile

Valore nozionale


Valore contabile


Variazione fair value anno

Variazione fair value cumulata

Interest rate swaps

Derivati di copertura
relativi ad elementi
coperti classificati fra le
attività/passività correnti
(non correnti) di natura
finanziaria - Attività
correnti / non correnti.

a)

5.594

421

163

Attività

1.405

212

Passività

(984)

(49)

Cross Currency and Interest Rate
Swaps

Derivati di copertura
relativi ad elementi
coperti classificati fra le
attività/passività correnti
(non correnti) di natura
finanziaria - Attività
correnti / non correnti.

b)

5.042

(519)

(462)

Attività

329

(337)

Passività

(848)

(125)

Strumenti derivati (spot value)

a)+b)

10.636

(98)

(299)

Ratei

55

Strumenti derivati (gross value)

(43)

di cui utili e perdite a riserva di
patrimonio netto

167

Determinazione inefficacia

Variazione strumenti derivati

c)

24

Variazione strumenti sottostanti (3)

d)

(2)

Inefficacia (4)

Adeguamento positivo al
Fair Value di strumenti
finanziari derivati - non di
copertura

c)+d)

19

Riserva Patrimonio Netto

Saldo riserva di patrimonio netto

(460)

di cui dovuto a fair value di
coperture concluse
anticipatamente

(1)

Riclassifica a P&L

Reversal negativo della
riserva per adeguamento
al fair value di derivati di
copertura (cash flow
hedge)

(3) Derivati ipotetici impiegati nelle misurazioni di efficacia delle coperture in cash flow hedge.

(4) Il dato di inefficacia, per sua natura e calcolo, non necessariamente coincide con la differenza delle variazioni cumulate di fair value derivati e sottostante; non considera l’effetto dovuto all’applicazione del CVA/DVA.













Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 20

Strumenti derivati

212



La variazione della riserva di patrimonio netto riconducibile alla componente efficace di copertura è pari a 167 milioni ed è così composta:

Movimentazione riserva di cash flow hedge di patrimonio netto

(milioni di euro)

Saldo 31.12.2019

Variazione

Saldo 31.12.2020


Utili / perdite
strumenti di
copertura

Reversal da
riclassificazione

Reversal
adeguamento
fair value
coperture chiuse
anticipatamente

Altro

(580)

(460)

Variazione fair value derivati
efficace

167

Variazione CVA/DVA

(66)

Storno inefficacia 2019

16

Ammortamento a P&L fair value
coperture chiuse
anticipatamente

Altro

4

Variazione complessiva

120

Tutte le grandezze rappresentate non comprendono alcun effetto fiscale.


Le operazioni oggetto di copertura in Cash Flow Hedge genereranno flussi finanziari e produrranno gli effetti economici di competenza sul conto economico nei periodi indicati nella tabella sottostante:

Valuta di
denominazione

Nozionale in valuta di denominazione

(milioni)

Inizio
periodo

Fine
periodo

Tasso applicato

Periodo di
interesse

Nozionale in Euro copertura

(milioni)

Tasso Euro
copertura

GBP

375

gen-21

mag-23

5,875%

Annuale

552

5,535%

JPY*

20.000

gen-21

ott-29

5,000%

Semestrale

174

5,940%

JPY**

20.000

gen-21

ott-29

0,750%

Semestrale

138

0,696%

USD

1.000

gen-21

nov-33

6,375%

Semestrale

849

5,994%

USD

1.500

gen-21

mag-24

5,303%

Semestrale

1.099

4,226%

USD

1.000

gen-21

set-34

6,000%

Semestrale

794

4,332%

USD

1.000

gen-21

lug-36

7,200%

Semestrale

791

5,884%

USD

1.000

gen-21

giu-38

7,721%

Semestrale

645

7,470%

*  I flussi cedolari sono denominati in USD e calcolati su un nozionale di 187,6 milioni di USD.

** Copertura del solo flusso cedolare conseguente a step-up sul loan.


La metodologia prescelta per effettuare il test di efficacia retrospettiva e, qualora non vi sia piena coincidenza dei termini principali, prospettica, per i derivati in Cash Flow Hedge e per tutti quelli in Fair Value Hedge è il Volatility Risk Reduction (VRR) Test. Tale test valuta il rapporto tra il rischio del portafoglio (dove per portafoglio si intende il derivato e l’elemento coperto) ed il rischio dell’elemento coperto preso singolarmente. In sintesi, il rischio del portafoglio deve essere significativamente inferiore al rischio dell’elemento coperto.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 20

Strumenti derivati

213



NOTA 21

INFORMAZIONI INTEGRATIVE SU STRUMENTI FINANZIARI


Valutazione al fair value

Ai fini dell’informazione di comparazione tra valori contabili e fair value degli strumenti finanziari, richiesta dall’IFRS 7, si evidenzia che la maggior parte delle passività finanziarie non correnti del Gruppo TIM è costituita da prestiti obbligazionari, il cui fair value è direttamente osservabile sui mercati finanziari, in quanto trattasi di strumenti finanziari che per dimensione e diffusione tra gli investitori sono comunemente scambiati sui mercati di riferimento (si veda la Nota “Passività finanziarie non correnti e correnti”). Per quanto concerne, invece, le altre tipologie di finanziamento sono state fatte le seguenti assunzioni ai fini della determinazione del fair value:

per i finanziamenti a tasso variabile è stato assunto il valore nominale di rimborso;

per i finanziamenti a tasso fisso è stato assunto il valore attuale dei flussi futuri ai tassi di mercato del 31 dicembre 2020;

per alcune tipologie di finanziamenti concessi da istituzioni governative con finalità di sviluppo sociale, per i quali non è determinabile in modo attendibile il fair value, è stato assunto il valore contabile.

Infine, per la maggior parte delle attività finanziarie il valore di carico delle stesse rappresenta una ragionevole approssimazione del loro fair value in quanto trattasi di impieghi finanziari a breve termine e ad alta liquidità.

Le valutazioni al fair value degli strumenti finanziari del Gruppo sono state classificate nei tre livelli previsti dall’IFRS 7. In particolare la scala gerarchica del fair value è composta dai seguenti livelli:

Livello 1: corrisponde a prezzi quotati su mercati attivi;

Livello 2: corrisponde a prezzi calcolati attraverso elementi desunti da dati di mercato osservabili;

Livello 3: corrisponde a prezzi calcolati attraverso altri elementi differenti dai dati di mercato osservabili.

Nelle tabelle che seguono sono riportate, per le attività e le passività al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 e in base alle categorie previste dall’IFRS 9 le informazioni integrative su strumenti finanziari richieste dall’IFRS 7 e i prospetti degli utili e delle perdite. Sono escluse le Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute e le Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute.

Legenda Categorie IFRS 9


Acronimo

Attività finanziarie valutate a:

Costo ammortizzato

Amortized Cost

AC

Fair value rilevato nelle altre componenti di conto
economico complessivo

Fair Value Through Other Comprehensive Income

FVTOCI

Fair value attraverso il conto economico separato

Fair Value Through Profit or Loss

FVTPL

Passività finanziarie valutate a:

Costo ammortizzato

Amortized Cost

AC

Fair value attraverso il conto economico separato

Fair Value Through Profit or Loss

FVTPL

Derivati di copertura

Hedge Derivatives

HD

Non applicabile

Not applicable

n.a.








Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 21

Informazioni integrative su strumenti finanziari

214




Valore di bilancio e livello gerarchico di fair value per ciascuna categoria/classe di attività/passività finanziaria e confronto con il relativo fair value al 31.12.2020

Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o di
fair value

  (milioni di euro)

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2020

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello 1

Livello 2

Livello 3

Valori
rilevati in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value 
al 31.12.2020

ATTIVITÀ

Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato

AC

8.263

8.263

8.263

Attività non correnti

Crediti verso il personale

(10)

40

40

Altri crediti finanziari

(10)

213

213

Crediti vari (non correnti)

(11)

151

151

Attività correnti

Crediti verso il personale

(10)

13

13

Altri crediti finanziari a breve

(10)

2

2

Cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti

(10)

4.829

4.829

Crediti commerciali

(14)

2.905

2.905

Crediti verso altri (correnti)

(14)

85

85

Contract assets

(14)

25

25

Attività finanziarie valutate al fair
value rilevato nelle altre componenti
di conto economico complessivo

FVTOCI

821

821

821

Attività non correnti

Altre partecipazioni

(9)

54

54

16

38

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

Attività correnti

Crediti commerciali

(14)

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

767

767

767

Attività finanziarie valutate al fair
value attraverso il conto economico
separato

FVTPL

419

419

419

Attività non correnti

Derivati non di copertura

(10)

44

44

44

Attività correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

325

325

325

Derivati non di copertura

(10)

50

50

50

Derivati di copertura

HD

2.067

1.851

216

2.067

Attività non correnti

Derivati di copertura

(10)

1.970

1.778

192

1.970

Attività correnti

Derivati di copertura

(10)

97

73

24

97

Crediti finanziari per contratti di
locazione attiva

n.a.

98

98

98

Attività non correnti

(10)

43

43

Attività correnti

(10)

55

55

Totale                                           

11.668

8.263

2.672

635

1.092

2.177

38

98

11.668


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 21

Informazioni integrative su strumenti finanziari

215



Gli strumenti finanziari appartenenti al livello di gerarchia 3 del fair value sono rappresentati dalle seguenti Altre partecipazioni iscritte tra le Attività non correnti per le quali non sono disponibili prezzi osservabili direttamente o indirettamente sul mercato:

Northgate CommsTech Innovations Partners L.P.;

Banca UBAE;

Istituto Europeo di Oncologia;

Altre minori.

La valutazione di Northgate CommsTech Innovations Partners L.P.  è stata effettuata in base all’ultimo Net Asset Value disponibile comunicato dal gestore del fondo.

La valutazione di Banca UBAE, Istituto Europeo di Oncologia e delle altre società è stata effettuata sulla base di un’analisi, ritenuta attendibile, degli elementi patrimoniali rilevanti.

Gli utili/(perdite) riconosciuti nelle Altre componenti del Conto Economico Complessivo Consolidato sono stati iscritti nell’ambito della Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo.

Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o
di fair value

  (milioni di euro)

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2020

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello 1

Livello 2

Valori
rilevati in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value 
al 31.12.2020

PASSIVITÀ

Passività finanziarie valutate al
costo ammortizzato

AC/HD

29.875

29.875

32.299

Passività non correnti

Debiti finanziari a medio lungo
termine

(17)

21.813

21.813

Passività correnti

Debiti finanziari a breve termine

(17)

3.613

3.613

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

(25)

4.329

4.329

Contract liabilities

(25)

120

120

Passività finanziarie valutate al fair
value attraverso il conto economico
separato

FVTPL

12

12

12

Passività non correnti

Derivati non di copertura

(17)

10

10

10

Passività correnti

Derivati non di copertura

(17)

2

2

2

Derivati di copertura

HD

1.894

1.894

1.894

Passività non correnti

Derivati di copertura

(17)

1.832

1.832

1.832

Passività correnti

Derivati di copertura

(17)

62

62

62

Passività finanziarie per contratti di
locazione passiva

n.a.

4.830

4.830

5.103

Passività non correnti

(17)

4.199

4.199

Passività correnti

(17)

631

631

Totale                                           

36.611

29.875

1.894

12

1.906

4.830

39.308


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 21

Informazioni integrative su strumenti finanziari

216



Valore di bilancio e livello gerarchico di fair value per ciascuna categoria/classe di attività/passività finanziaria e confronto con il relativo fair value al 31.12.2019

Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o di
fair value

  (milioni di euro)

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2019

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello 1

Livello 2

Livello 3

Valori
rilevati in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value 
al 31.12.2019

ATTIVITÀ

Attività finanziarie valutate al
costo ammortizzato

AC

6.847

6.847

6.847

Attività non correnti

Crediti verso il personale

(10)

43

43

Altri crediti finanziari

(10)

Crediti vari (non correnti)

(11)

245

245

Attività correnti

Crediti verso il personale

(10)

13

13

Altri crediti finanziari a breve

(10)

3

3

Cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti

(10)

3.138

3.138

Crediti commerciali

(14)

3.252

3.252

Crediti verso altri (correnti)

(14)

119

119

Contract assets

(14)

34

34

Attività finanziarie valutate al fair
value rilevato nelle altre
componenti di conto economico
complessivo

FVTOCI

780

780

780

Attività non correnti

Altre partecipazioni

(9)

52

52

21

31

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

Attività correnti

Crediti commerciali

(14)

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

728

728

728

Attività finanziarie valutate al fair
value attraverso il conto
economico separato

FVTPL

160

160

160

Attività non correnti

Derivati non di copertura

(10)

6

6

6

Attività correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

(10)

149

149

149

Derivati non di copertura

(10)

5

5

5

Derivati di copertura

HD

2.152

1.979

173

2.152

Attività non correnti

Derivati di copertura

(10)

2.051

1.899

152

2.051

Attività correnti

Derivati di copertura

(10)

101

80

21

101

Crediti finanziari per contratti di
locazione attiva

n.a.

109

109

109

Attività non correnti

(10)

51

51

Attività correnti

(10)

58

58

Totale                                           

10.048

6.847

2.759

333

877

2.184

31

109

10.048

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 21

Informazioni integrative su strumenti finanziari

217



Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o
di fair value

  (milioni di euro)

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2019

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello 1

Livello 2

Valori
rilevati in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value 
al 31.12.2019

PASSIVITÀ

Passività finanziarie valutate al
costo ammortizzato

AC/HD

31.745

31.745

33.126

Passività non correnti

Debiti finanziari a medio lungo
termine

(17)

23.945

23.945

Passività correnti

Debiti finanziari a breve termine

(17)

3.120

3.120

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

(25)

4.527

4.527

Contract liabilities

(25)

153

153

Passività finanziarie valutate al fair
value attraverso il conto economico
separato

FVTPL

1

1

1

Passività non correnti

Derivati non di copertura

(17)

1

1

1

Passività correnti

Derivati non di copertura

(17)

Derivati di copertura

HD

1.721

1.721

1.721

Passività non correnti

Derivati di copertura

(17)

1.659

1.659

1.659

Passività correnti

Derivati di copertura

(17)

62

62

62

Passività finanziarie per contratti di
locazione passiva

n.a.

5.215

5.215

5.664

Passività non correnti

4.576

4.576

Passività correnti

639

639

Totale                                           

38.682

31.745

1.721

1

1.722

5.215

40.512


Utili e perdite per categoria IFRS 9 – esercizio 2020

(milioni di euro)

Categorie IFRS9

Utili/(perdite)
nette 2020

di cui da interessi

Attività valutate al costo ammortizzato

AC

(441)

23

Attività e passività valutate al fair value rilevato a conto economico
separato

FVTPL

108

Attività valutate al fair value rilevato a conto economico
complessivo

FVTOCI

3

Passività valutate al costo ammortizzato

AC

(967)

961

Totale

(1.297)

984


Utili e perdite per categoria IFRS 9 – esercizio 2019

(milioni di euro)

Categorie IFRS 9

Utili/(perdite)
nette 2019 (1)

di cui da interessi

Attività valutate al costo ammortizzato

AC

(584)

34

Attività e passività valutate al fair value rilevato a conto economico
separato

FVTPL

(2)

Attività valutate al fair value rilevato a conto economico
complessivo

FVTOCI

2

Passività valutate al costo ammortizzato

AC

(1.099)

1.082

Totale

(1.683)

1.116

(1) Di cui 2 milioni di euro da compensi e spese non inclusi nel calcolo del tasso di interesse effettivo su attività/passività finanziarie diverse da quelle al fair value attraverso il conto economico.    

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 21

Informazioni integrative su strumenti finanziari

218



NOTA 22

FONDI RELATIVI AL PERSONALE

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 661 milioni di euro, e sono così composti:


(milioni di euro)

31.12.2018

Incrementi/
Attualizzazione

Decrementi

Differenze
cambio e
altre
variazioni

Held for
sale
INWIT

31.12.2019

Fondo Trattamento di Fine Rapporto

(a)

887

44

(88)

(2)

841

Fondi per piani pensionistici e altri

22

4

(2)

24

Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione
aziendale

710

256

(402)

(5)

559

Totale altri fondi relativi al personale

(b)

732

260

(404)

(5)

583

Totale

(a+b)

1.619

304

(492)

(5)

(2)

1.424

di cui:

quota non corrente

1.567

1.182

quota corrente (*)

52

242

(*) La quota corrente è riferibile ai soli Altri fondi relativi al personale.

(milioni di euro)

31.12.2019

Incrementi/
Attualizzazione

Decrementi

Differenze
cambio e
altre
variazioni

31.12.2020

Fondo Trattamento di Fine Rapporto

(a)

841

(142)

2

701

Fondi per piani pensionistici e altri

24

1

(2)

23

Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione
aziendale

559

34

(552)

(2)

39

Totale altri fondi relativi al personale

(b)

583

35

(554)

(2)

62

Totale

(a+b)

1.424

35

(696)

763

di cui:

quota non corrente

1.182

724

quota corrente (*)

242

39

(*) La quota corrente è riferibile ai soli Altri fondi relativi al personale.

Il Fondo Trattamento di Fine Rapporto (T.F.R.) si riferisce alle sole società italiane e diminuisce complessivamente di 140 milioni di euro. I decrementi di 142 milioni di euro si riferiscono agli utilizzi dell’esercizio per liquidazioni al personale cessato e per anticipazioni.

L’invarianza registrata negli “Incrementi/Attualizzazione” è così composta:

(milioni di euro)

2020

2019

Effetto (positivo)/negativo del c.d. curtailment

(1)

(8)

Costo previdenziale relativo alle prestazioni di lavoro correnti (*)

Oneri finanziari

6

10

(Utili) perdite attuariali nette dell’esercizio

(5)

42

Totale

44

Rendimento effettivo delle attività a servizio del piano

non sono presenti attività al
servizio del piano

(*) Le quote destinate al Fondo Tesoreria INPS o alle forme di previdenza complementare sono contabilizzate, nell’ambito dei “Costi del personale”, negli “Oneri sociali”; nella voce sono iscritte le sole quote relative alle società con meno di 50 dipendenti.

L’effetto positivo del c.d. “curtailment”, pari a 1 milione di euro, è connesso ad anticipazioni straordinarie intervenute rispetto alla precedente elaborazione.

Gli utili attuariali netti registrati al 31 dicembre 2020 sono pari a 5 milioni di euro (perdite attuariali nette per 42 milioni di euro nel 2019) e sono essenzialmente connessi al tasso di inflazione atteso passato dall’1,2% al 31 dicembre 2019 allo 0,8% del 31 dicembre 2020; anche il tasso di attualizzazione è variato, passando dallo 0,77% utilizzato al 31 dicembre 2019, allo 0,34% del 31 dicembre 2020.

Nota 22

Fondi relativi al personale

219


Secondo quanto previsto dalla normativa nazionale l’importo di T.F.R. spettante a ciascun dipendente matura in funzione del servizio prestato ed è erogato allorché il dipendente lascia la società. Il trattamento dovuto alla cessazione del rapporto di lavoro è calcolato in base alla sua durata e alla retribuzione imponibile di ciascun dipendente. La passività, annualmente rivalutata in ragione dell’indice ufficiale del costo della vita e degli interessi di legge, non è associata ad alcuna condizione o periodo di maturazione, né ad alcun obbligo di provvista finanziaria; non esistono, pertanto, attività al servizio del fondo. La stessa è iscritta al netto delle anticipazioni parziali del fondo e delle liquidazioni delle quote ottenute dai dipendenti per i motivi previsti dalle normative vigenti.

La disciplina è stata integrata dal D.Lgs. n. 252/2005 e dalla Legge n. 296/2006 che, per le aziende con almeno 50 dipendenti, ha stabilito che le quote maturate dal 2007 sono destinate, su opzione dei dipendenti, o al Fondo Tesoreria INPS o alle forme di previdenza complementare, assumendo la natura di “Piano a contribuzione definita”.

Restano comunque contabilizzate a T.F.R., per tutte le società, le rivalutazioni degli importi in essere alle date di opzione, così come, per le aziende con meno di 50 dipendenti, anche le quote maturate e non destinate a previdenza complementare. Ai sensi dello IAS 19, il fondo è contabilizzato come “Piano a benefici definiti”.

In applicazione dello IAS 19, il T.F.R. è stato elaborato secondo la metodologia denominata “Projected Unit Credit Method” come segue:

sono state proiettate, in base a una serie di ipotesi finanziarie (incremento del costo della vita, tasso d’interesse, incremento retributivo, ecc.), le possibili future prestazioni che potrebbero essere erogate a favore di ciascun dipendente iscritto al programma nel caso di pensionamento, decesso, invalidità, dimissioni, ecc.. La stima delle future prestazioni tiene conto degli eventuali prevedibili incrementi corrispondenti all’ulteriore anzianità di servizio nonché alla presumibile crescita del livello retributivo percepito alla data di valutazione – ciò, solo per i dipendenti delle aziende con meno di 50 dipendenti nel corso dell’anno 2006;

è stato calcolato il valore attuale medio delle future prestazioni alla data della valutazione, sulla base del tasso annuo di interesse adottato e della probabilità che ciascuna prestazione ha di essere effettivamente erogata;

è stata definita la passività per ciascuna società interessata, in misura pari al valore attuale medio delle future prestazioni che sarà generato dal fondo esistente alla data della valutazione, senza considerare alcun futuro accantonamento (per aziende con almeno 50 dipendenti nel corso dell’anno 2006) o individuando la quota del valore attuale medio delle future prestazioni che si riferisce al servizio già maturato dal dipendente in azienda alla data della valutazione (per le altre), ossia adottando il “service pro rate”.

Nel dettaglio, le ipotesi adottate sono state le seguenti:

IPOTESI ECONOMICHE

Dirigenti

Non Dirigenti

Tasso di inflazione

0,80% annuo

0,80% annuo

Tasso di attualizzazione

0,34% annuo

0,34% annuo

Tasso annuo di incremento TFR

2,10% annuo

2,10% annuo

Tasso annuo di incremento salariale reale:

età pari o inferiore a 40 anni

1,0% annuo

1,0% annuo

età superiore a 40 anni ma pari o inferiore a 55 anni

0,5% annuo

0,5% annuo

età superiore a 55 anni

0,0% annuo

0,0% annuo

IPOTESI DEMOGRAFICHE

Dirigenti

Non Dirigenti

Probabilità di decesso

Tabelle di mortalità

RG48 pubblicate

dalla Ragioneria

Generale dello Stato

Tabelle di mortalità

RG48 pubblicate

dalla Ragioneria

Generale dello Stato

Probabilità di invalidità

Tavole INPS distinte per
età e sesso

Tavole INPS distinte per
età e sesso

Probabilità di dimissioni:

sino al raggiungimento dei 40 anni di età

2,00%

1,00%

dai 41 ai 50 anni di età

2,00%

0,50%

dai 51 ai 59 anni di età

1,00%

0,50%

dai 60 ai 64 anni di età

nulla

0,50%

dai 65 in poi

nulla

nulla

Probabilità di pensionamento

100% al raggiungimento dei requisiti AGO adeguati al
D.L. n. 4/2019

Probabilità di ricevere all’inizio dell’anno un’anticipazione della
riserva di T.F.R. accantonata pari al 70%

1,5%

in ciascun anno

1,5%

in ciascun anno

Nota 22

Fondi relativi al personale

220


L’applicazione delle ipotesi sopra descritte ha determinato una passività per T.F.R. al 31 dicembre 2020 di 701 milioni di euro (841 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

E’ di seguito riportata l’analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale rilevante per la determinazione dell’ammontare della passività di fine esercizio; la stessa mostra gli effetti delle variazioni delle ipotesi attuariali ragionevolmente possibili a tale data espressi in termini assoluti.

La durata finanziaria media dell'obbligazione della Capogruppo è pari a 10,2 anni.

VARIAZIONE DELLE IPOTESI

Importi

(milioni di euro)

Tasso di turnover:

+0,25 p.p.

2

- 0,25 p.p.

(2)

Tasso annuo di inflazione:

+0,25 p.p.

(11)

- 0,25 p.p.

11

Tasso annuo di attualizzazione:

+0,25 p.p.

15

- 0,25 p.p.

(15)


I Fondi per piani pensionistici e altri ammontano a 23 milioni di euro al 31 dicembre 2020 (24 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono prevalentemente rappresentativi di piani pensionistici attivati da società estere del Gruppo.

I Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale diminuiscono complessivamente di 520 milioni di euro, sostanzialmente per effetto delle uscite e della riclassifica a debiti degli importi non ancora liquidati, relativi ai piani già accantonati nei precedenti esercizi (complessivamente pari a 552 milioni di euro). Gli incrementi, pari a 34 milioni di euro, sono correlati alla consuntivazione delle uscite della Capogruppo dell’esercizio 2020 (anche attraverso l’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, come definito nell’Accordo sindacale del 26 febbraio 2019 e dall’Accordo sindacale siglato il 4 giugno 2020) ed agli accantonamenti effettuati per uscite in base all’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, a valle degli accordi siglati con le OO.SS. il 22 aprile 2020 rispettivamente dalla società Olivetti e dalla società Telecom Italia Trust Technologies ed il 17 aprile 2020 dalla società Telecontact.








Nota 22

Fondi relativi al personale

221


NOTA 23

FONDI PER RISCHI ED ONERI

Si riducono rispetto al 31 dicembre 2019 di 147 milioni di euro e sono così composti:


(milioni di euro)

31.12.2019

Incremento

Utilizzo a
conto
economico

Utilizzo
diretto

Differenze
cambio e
altre
variazioni

31.12.2020

Fondo imposte e rischi fiscali

83

7

(1)

(3)

(19)

67

Fondo per oneri di ripristino

260

18

(7)

3

274

Fondo vertenze legali

869

85

(178)

(29)

747

Fondo rischi commerciali

30

1

(1)

(7)

6

29

Fondo per rischi e oneri su partecipazioni e
operazioni societarie

21

21

Altri fondi rischi e oneri

26

1

(23)

4

Totale

1.289

112

(2)

(218)

(39)

1.142

di cui:

quota non corrente

725

770

quota corrente

564

372


La quota non corrente dei fondi per rischi e oneri si riferisce principalmente a una parte del fondo vertenze legali e al fondo per oneri di ripristino. In particolare, conformemente ai principi contabili, l’ammontare complessivo del fondo oneri di ripristino è definito rivalutando gli importi per i quali è previsto un probabile esborso, sulla base dei tassi di inflazione stimati per le singole scadenze, e successivamente attualizzato alla data del bilancio sulla base del costo medio del debito, tenuto conto delle previsioni di uscita di cassa.


Il fondo imposte e rischi fiscali si riduce di 16 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. Tale variazione riflette principalmente le movimentazioni effettuate principalmente dalla Business Unit Brasile oltre che l'effetto della variazione dei tassi di cambio (-22 milioni di euro) anch'esse attribuibili alla Business Unit Brasile.


Il fondo per oneri di ripristino si riferisce agli accantonamenti dei costi previsti per il ripristino degli immobili in locazione e dei siti utilizzati nell’ambito della telefonia mobile nonché per lo smantellamento di alcuni cespiti (in particolare: batterie e palificazioni in legno) principalmente dalla Capogruppo (268 milioni di euro) e dalla Business Unit Brasile (5 milioni di euro).


Il fondo vertenze legali accoglie gli stanziamenti a fronte di vertenze con il personale e con altre controparti.

Al 31 dicembre 2020 è attribuibile per 666 milioni di euro alla Capogruppo e per 76 milioni di euro alla Business Unit Brasile. Gli utilizzi sono prevalentemente relativi alla Business Unit Domestic (123 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (55 milioni di euro) e derivano principalmente dalla definizione di accordi transattivi.


Il fondo per rischi commerciali è relativo alla Business Unit Domestic e principalmente alla Capogruppo TIM S.p.A..


Il fondo per rischi e oneri su partecipazioni ed operazioni societarie è invariato rispetto all’esercizio precedente.


Gli altri fondi rischi e oneri si riducono di 22 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e sono essenzialmente riconducibili alla Business Unit Domestic.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 23

Fondi per rischi e oneri

222

 


NOTA 24

DEBITI VARI E ALTRE PASSIVITA' NON CORRENTI

Aumentano, rispetto al 31 dicembre 2019, di 388 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Debiti vari non correnti

Debiti verso istituti di previdenza

501

379

Debiti per imposte sul reddito(*)

493

61

Altri debiti

1.748

1.808

(a)

2.742

2.248

Altre passività non correnti

Ricavi differiti da contratti con clienti (Contract liabilities)

106

94

Altri ricavi e proventi differiti

460

553

Contributi in conto capitale

294

319

(b)

860

966

Totale

(a+b)

3.602

3.214

(*) Analizzati nella nota “Imposte sul reddito”.

I debiti vari non correnti comprendono:

debiti verso istituti di previdenza pari a 501 milioni di euro principalmente relativi alla posizione debitoria verso l’INPS a fronte dell’applicazione degli accordi 2015 e successivi firmati nel 2018, nel 2019 e nel 2020 riguardanti l’art. 4 commi 1-7ter, della legge 28 giugno 2012, n. 92 (per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Costi del personale”). Tale posizione debitoria (quota non corrente e quota corrente) è così composta:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Debiti non correnti

Scadenti tra il 2° e il 5° esercizio  successivo

494

369

Scadenti oltre il 5°esercizio  successivo

7

10

501

379

Debiti correnti

298

217

Totale

799

596

altri debiti pari a 1.748 milioni di euro al 31 dicembre 2020. Comprendono, in particolare, il debito relativo alla quota non corrente, pari a 1.738 milioni di euro (55 milioni di euro iscritti tra i debiti correnti), a fronte dell’acquisizione – avvenuta nel 2018 - dei diritti d’uso delle frequenze nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz, da destinare ai servizi di comunicazione mobili in 5G.

Le altre passività non correnti includono:

Ricavi differiti da contratti con clienti (Contract liabilities) pari a 106 milioni di euro (94 milioni di euro al 31 dicembre 2019) che si riversano a conto economico in base alla durata derivante dai vincoli contrattuali tra le parti, pari mediamente a 24 mesi; pertanto il saldo al 31 dicembre 2020 si riverserà a conto economico generalmente entro l’esercizio 2022. La voce comprende in particolare:

i ricavi differiti di TIM S.p.A. relativi a canoni di abbonamento e noleggio e manutenzione (64 milioni di euro);

i ricavi differiti di TIM S.p.A. relativi a canoni di accesso alla rete (28 milioni di euro).

i ricavi differiti su contributi di attivazione e installazione dei nuovi contratti con i clienti di TIM S.p.A. (8 milioni di euro): in merito, si evidenzia che i ricavi di attivazione / installazione, in applicazione dell’IFRS 15, non essendo relativi a performance obligation separate, sono allocati alle diverse obbligazioni contenute nel contratto e contabilizzati lungo il periodo di esecuzione del contratto;

Altri ricavi e proventi differiti pari a 460 milioni di euro che comprendono la quota non corrente (circa 115 milioni di euro) della plusvalenza differita connessa all’operazione di “sale and lease back” per la cessione di torri di telecomunicazione della Business Unit Brasile; in tale voce sono ricompresi inoltre i ricavi differiti connessi a contratti di cessione di capacità trasmissiva (leasing attivi operativi).

Contributi in conto capitale pari a 294 milioni di euro al 31 dicembre 2020: la voce rappresenta la componente da imputare a conto economico sulla base della vita utile residua (stimabile in circa 18 anni) dei cespiti cui afferiscono i contributi stessi ed è principalmente connessa alla realizzazione delle infrastrutture sui progetti denominati Banda Ultra Larga-BUL e Banda Larga-BL.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 24

Debiti vari e altre passività non correnti

223

 


NOTA 25

DEBITI COMMERCIALI, VARI E ALTRE PASSIVITA' CORRENTI


Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 630 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui
Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui
Strumenti
Finanziari

Debiti commerciali

Debiti verso fornitori

3.689

3.689

3.937

3.937

Debiti verso altri gestori di telecomunicazioni

444

444

386

386

(a)

4.133

4.133

4.323

4.323

Debiti tributari

(b)

226

245

Debiti vari

Debiti per compensi al personale

166

197

Debiti verso istituti di previdenza

428

338

Debiti relativi al “Contributo per l’esercizio di attività
di TLC”

80

15

Dividendi deliberati, ma ancora da corrispondere ad
azionisti

33

33

50

50

Altri

263

163

300

154

Fondi relativi al personale (ad eccezione del T.F.R.)
per le quote che si prevede verranno liquidate entro
12 mesi

39

242

Fondi per rischi e oneri, per le quote che si prevede
verranno liquidate entro 12 mesi

372

564

(c)

1.381

196

1.706

204

Altre passività correnti

Passività derivanti da contratti con clienti (Contract
liabilities)

741

120

823

153

Altri ricavi e proventi differiti

86

101

Altre

21

20

(d)

848

120

944

153

Totale

(a+b+c+d)

6.588

4.449

7.218

4.680


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

I debiti commerciali, pari a 4.133 milioni di euro (4.323 milioni di euro al 31 dicembre 2019), si riferiscono principalmente a TIM S.p.A. (3.198 milioni di euro) e alle società della Business Unit Brasile (528 milioni di euro); per quanto riguarda TIM S.p.A. la riduzione dei debiti commerciali riflette la dinamica dei pagamenti relativi al fatturato passivo.

I debiti tributari sono pari a 226 milioni di euro e si riferiscono principalmente sia ai debiti tributari della Business Unit Brasile (103 milioni di euro) che ai debiti di TIM S.p.A. relativi: al debito verso Erario per le trattenute operate quale sostituto d’imposta (72 milioni di euro), al debito IVA (24 milioni di euro) e al debito per la tassa di concessione governativa (7 milioni di euro).

I debiti vari comprendono, tra gli altri, la posizione debitoria corrente verso l’INPS a fronte dell’applicazione degli accordi 2015 e successivi firmati nel 2018, nel 2019 e nel 2020, riguardanti l’art. 4 commi 1-7ter, della legge 28 giugno 2012, n. 92, come indicato nella nota “Debiti vari e altre passività non correnti”.




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 25

Debiti commerciali, vari e altre passività correnti

224

 


Le altre passività correnti ammontano a 848 milioni di euro (944 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono:

Passività derivanti da contratti con clienti (Contract liabilities), pari a 741 milioni di euro. La voce accoglie le passività verso clienti connesse alle obbligazioni delle società del Gruppo di trasferire beni e servizi per i quali hanno ricevuto un corrispettivo. Sono di seguito rappresentate le passività verso clienti, che hanno generalmente una scadenza entro 12 mesi; pertanto il saldo al 31 dicembre 2020 si riverserà sostanzialmente entro il 31 dicembre 2021.

In particolare:

contract liabilities, pari a 19 milioni di euro; la voce comprende contratti bundle (pacchetti di beni e servizi) aventi performance obligation con differente tempistica di riconoscimento dei ricavi e conseguente differimento temporale dei corrispettivi originariamente rilevati. Il decremento rilevato dell’esercizio (-38 milioni di euro) è principalmente connesso all’avvio di offerte commerciali che non prevedono più vincoli di permanenza e al rilascio a conto economico del saldo precedentemente accumulato;

poste connesse alla clientela, pari a 377 milioni di euro; la voce comprende debiti verso clienti a seguito di rapporti contrattuali, quali il debito per traffico prepagato e i canoni di abbonamento addebitati anticipatamente;

acconti e anticipi pari a 80 milioni di euro sono relativi a debiti verso clienti a seguito di pagamenti anticipati, quali i versamenti degli abbonati in conto conversazioni;

ricavi differiti da contratti con clienti, pari a 265 milioni di euro comprendenti essenzialmente:

i ricavi differiti della Capogruppo per canoni di noleggio e manutenzione (109 milioni di euro);

i ricavi differiti della Capogruppo per canoni di interconnessione (119 milioni di euro);

i ricavi differiti della Capogruppo su contributi di attivazione e installazione dei nuovi contratti con i clienti (10 milioni di euro).

Altri ricavi e proventi differiti, pari a 86 milioni di euro. Si riferiscono principalmente ai ricavi differiti derivanti dai contratti di cessione di capacità trasmissiva e a ricavi differiti dai contratti di locazione immobiliare (leasing attivi operativi).



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 25

Debiti commerciali, vari e altre passività correnti

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NOTA 26

CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI, ALTRE INFORMAZIONI, IMPEGNI E GARANZIE

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui le società del Gruppo TIM sono coinvolte al 31 dicembre 2020, nonché quelli chiusi nel corso dell’esercizio.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, il Gruppo TIM ha iscritto passività per complessivi 511 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura della presente Relazione Finanziaria Annuale e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l’Autorità Antitrust, si rammenta che in base all’art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 (“Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”), l’Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.

A) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Contenziosi fiscali e regolatori internazionali

Al 31 dicembre 2020 le società della Business Unit Brasile risultano coinvolte in contenziosi di natura fiscale o regolatoria il cui esito è valutato di possibile soccombenza per un ammontare complessivo di circa 16,6 miliardi di reais (16,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2019). Sono di seguito evidenziate le principali tipologie di contenzioso, classificate in base all’imposta cui fanno riferimento.

Imposte federali

In data 22 marzo 2011 TIM Celular S.A. (società incorporata in TIM S.A. a far data dal 31 ottobre 2018) ha ricevuto notifica di un accertamento fiscale emesso dall'Amministrazione Fiscale Federale del Brasile, per un importo complessivo pari, alla data di contestazione, a 1.265 milioni di reais, incluse le sanzioni e gli interessi, in esito all'ultimazione di una verifica fiscale relativa agli esercizi 2006, 2007, 2008 e 2009 per le società TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e TIM Nordeste S.A. (precedentemente denominata Maxitel), società che sono state progressivamente incorporate in TIM Celular con l'obiettivo di razionalizzare la struttura societaria in Brasile.

L'avviso di accertamento include varie rettifiche; le contestazioni principali sono così sintetizzabili:

disconoscimento degli effetti fiscali della fusione tra TIM Nordeste Telecomunicações S.A. e Maxitel S.A.;

disconoscimento della deducibilità fiscale dell'ammortamento dell'avviamento relativo all'acquisizione di Tele Nordeste Celular Participações S.A. (“TNC”);

disconoscimento di talune compensazioni fiscali;

diniego del beneficio fiscale territoriale SUDENE, in ragione di pretese irregolarità nella gestione e nella rendicontazione del beneficio stesso.

Le rettifiche incluse nell'avviso di accertamento sono state contestate da TIM Celular, in sede amministrativa, con la presentazione di una prima difesa in data 20 aprile 2011. Il 20 aprile 2012, TIM Celular ha ricevuto la notifica della decisione di primo grado amministrativo che ha confermato i rilievi dell’avviso di accertamento; contro tale decisione, TIM Celular ha presentato tempestivo appello, sempre in sede amministrativa, in data 21 maggio 2012.


La società, come confermato da appositi pareri legali, non ritiene probabile che ci si possa attendere esborsi significativi.


Sempre in relazione al livello federale dell’imposizione, si segnalano i seguenti, ulteriori filoni vertenziali:

contestazioni in ordine alle compensazioni con le perdite fiscali pregresse;

ulteriori contestazioni in ordine alla deducibilità fiscale dell’ammortamento dell’avviamento;

assoggettamento ad imposizione sul reddito di talune tipologie di differenze di cambio;

assoggettamento a ritenute alla fonte di talune tipologie di pagamenti effettuati verso l’estero (ad esempio, i pagamenti per roaming internazionale);

Bilancio consolidato del

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Nota 26

Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni,                    impegni e garanzie

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ulteriori contestazioni in ordine alle compensazioni effettuate tra imposte a debito, e posizioni fiscali creditorie delle società del gruppo.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 4,3 miliardi di reais (4,3 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

Imposte statali

Nell’ambito del prelievo statale, si segnalano molteplici contestazioni in materia di ICMS, ed in particolare:

contestazioni riguardanti l’abbattimento della base imponibile del tributo, a fronte di sconti concessi ai clienti, oltre a contestazioni in merito all’utilizzo dei crediti fiscali dichiarati dalle società del gruppo, a fronte della restituzione di terminali telefonici dati in comodato, ed a seguito della rilevazione di frodi da sottoscrizione ai danni delle società;

assoggettamento ad ICMS di talune tipologie di canoni, maturati a favore delle società del gruppo e da queste classificati come corrispettivi per servizi diversi da quelli di telecomunicazione;

contestazioni sull’utilizzo del beneficio fiscale “PRO-DF” originariamente concesso da taluni Stati, e successivamente dichiarato incostituzionale (la contestazione si riferisce all’effettiva spettanza del credito per ICMS, dichiarato dalla società TIM Celular sulla base delle predette disposizioni agevolative);

contestazioni relative all’utilizzo dei crediti per ICMS, rilevati dalle società del gruppo in esito alle acquisizioni di immobilizzazioni materiali, ed in relazione alle somministrazioni di energia elettrica a favore delle società, oltre che in applicazione delle disposizioni in materia di sostituzione d’imposta;

sanzioni irrogate alle società del gruppo per irregolarità negli adempimenti dichiarativi.

Nel mese di febbraio 2018, lo Stato di San Paolo ha notificato nei confronti di TIM Celular due avvisi di accertamento in materia di ICMS, per un importo complessivo pari a 679 milioni di reais (alla data di contestazione, incluse le sanzioni e gli interessi). Il primo accertamento (344 milioni di reais) reca una contestazione sui crediti per ICMS in relazione alla procedura di sostituzione d’imposta, prevista nei casi di acquisto e distribuzione di apparati tra Stati diversi. Il secondo avviso di accertamento (335 milioni di reais) contesta i crediti per ICMS derivanti dallo “special credit” riconosciuto dalla società ai clienti pre-paid, quale anticipazione delle successive ricariche.

Nel mese di giugno 2018, lo Stato di San Paolo ha emesso un ulteriore avviso di accertamento nei confronti di TIM Celular, sempre in materia di ICMS, per un importo complessivo di 369 milioni di reais (alla data della contestazione, comprese sanzioni e interessi). Anche questa contestazione è relativa – oltre che all’irrogazione di sanzioni per violazioni nel comparto dell’ICMS - a crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati come anticipazione delle successive ricariche. La società ha deciso – per una parte minoritaria della contestazione complessiva – di dare corso al pagamento di quanto richiesto, in alternativa all’instaurazione del contenzioso, beneficiando di un abbattimento delle sanzioni. La controversia procede quindi per l’importo residuo, pari a 296 milioni di reais.

Inoltre, a fine marzo 2020, lo Stato di San Paolo ha emesso un ulteriore avviso di accertamento nei confronti della società (i.e. TIM S.A. quale incorporante di TIM Celular) per un importo complessivo (alla data di contestazione, incluse le sanzioni e gli interessi) di 362 milioni di reais. L’accertamento si basa su due presunte infrazioni: (i) la contestazione dei crediti per ICMS derivanti dallo "special credit" riconosciuto dalla società ai clienti prepagati come anticipazione della successiva ricarica, per il periodo aprile - ottobre 2015; e (ii) la discrepanza tra le informazioni trasmesse con le comunicazioni periodiche e i dati sulle imposte versate (discrepanza dovuta a divergenze nelle modalità di rendicontazione).

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 8,6 miliardi di reais (8,2 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

Imposte municipali

Tra i contenziosi con un grado di rischio classificato come "possibile", vi sono alcune controversie relative alle imposte comunali (Municipal Taxes) il cui importo complessivo ammonta a circa 0,7 miliardi di reais (circa 0,7 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).

FUST e FUNTTEL

Le principali contestazioni in materia di contribuzioni all’ente regolatorio (Anatel), e in particolare in termini di FUST e FUNTTEL, riguardano l’assoggettamento a tali prelievi dei ricavi da interconnessione.

Complessivamente il rischio per tali fattispecie, ritenuto possibile, ammonta a 3 miliardi di reais (3 miliardi di reais al 31 dicembre 2019).



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Esclusione dell’ICMS dalla base imponibile PIS/COFINS

A marzo del 2017 la Suprema Corte Federale del Brasile ha riconosciuto l’incostituzionalità dell’inclusione dell’ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS. Le società del gruppo TIM Brasil (ex TIM Nordeste, ex TIM Celular e TIM S.A.) hanno agito in giudizio sin dal 2006, con richieste di rimborso riferite – come consentito – ai cinque anni precedenti, e dunque con effetti a partire dal 2001.

Nel corso del 2018, a seguito di una decisione definitiva e inappellabile, la società aveva iscritto un credito complessivo di 353 milioni di reais, di cui 159 milioni di reais per imposta e 194 milioni di reais per rivalutazioni di legge (importi relativi all’allora TIM Nordeste).

Nel corso dell’esercizio 2019, in esito a due decisioni conclusive (TIM Celular S.A. e TIM S.A.), la società ha iscritto un ulteriore credito di 3.024 milioni di reais, di cui 1.795 milioni di reais per imposta e 1.229 milioni di reais per rivalutazione di legge.

L'utilizzo dei crediti d'imposta iscritti ha avuto inizio già a partire dalla fine del 2019 ed è proseguito nel corso del 2020, in conformità alle procedure di certificazione formale previste dalle autorità fiscali brasiliane.

Contestazione di illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 per la c.d. Vicenda Security di TIM

Nel dicembre 2008 TIM riceveva la notifica della richiesta di rinvio a giudizio per l'illecito amministrativo di cui agli artt. 21 e 25, commi 2 e 4, del D.Lgs. n. 231/2001, in relazione alle vicende che vedevano coinvolti alcuni ex dipendenti della funzione Security ed ex collaboratori della Società, imputati – tra l’altro – di delitti di corruzione di Pubblici Ufficiali, in ipotesi d’accusa finalizzati ad acquisire informazioni da archivi riservati. Nel maggio 2010 TIM usciva definitivamente dal processo penale come imputata, essendo stata approvata dal giudice dell’Udienza Preliminare l’istanza di applicazione della sanzione su richiesta (patteggiamento) presentata dalla Società. Nel dibattimento avanti alla Prima Sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Milano, TIM ha rivestito il duplice ruolo di parte civile e di responsabile civile. Da un lato, infatti, è stata ammessa quale parte civile nei confronti di tutti gli imputati e per tutti i capi di imputazione; dall’altro, è stata chiamata a rivestire il ruolo di responsabile civile ai sensi dell’art. 2049 c.c. per i fatti degli imputati, in relazione a 32 parti civili. Al dibattimento hanno preso parte quali parti civili anche Telecom Italia Latam e Telecom Italia Audit & Compliance Services (ora incorporata in TIM), costituite sin dall’Udienza Preliminare nei confronti di alcuni tra gli imputati per i delitti di intrusione informatica. Al termine della lunga istruttoria dibattimentale, 22 parti civili hanno avanzato richieste risarcitorie anche nei confronti del responsabile civile TIM per oltre 60 milioni di euro (più di 42 milioni di euro sono stati chiesti da una sola parte civile). Anche la Società, quale parte civile, ha rassegnato le proprie conclusioni nei confronti degli imputati, chiedendo la loro condanna al risarcimento di tutti i danni subiti in conseguenza dei fatti in contestazione. Nel mese di febbraio 2013 la I Sezione della Corte d’Assise di Milano ha pronunciato la sentenza di primo grado, applicando agli imputati condanne con pene che vanno da 7 anni e 6 mesi ad un anno di reclusione. La Corte, inoltre, ha riconosciuto, in capo ad alcune parti civili, l’esistenza di un danno non patrimoniale quale conseguenza dei fatti contestati e ha condannato gli imputati in solido con il responsabile civile TIM al loro risarcimento, complessivamente liquidato in 270.000 euro (in parte in solido anche con Pirelli) oltre le spese processuali; contestualmente la Corte ha peraltro condannato gli imputati al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dalla Società, riconoscendo in favore della stessa una provvisionale di 10 milioni di euro. La sentenza ha inoltre riconosciuto l’esistenza di un danno non patrimoniale in capo a Telecom Italia Latam e Telecom Italia Audit & Compliance Services, condannando gli imputati al risarcimento del danno liquidato equitativamente in 20.000 euro per ciascuna società. Nel mese di novembre 2013 sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di primo grado (che per parte sua la Società ha ritenuto di non impugnare). All’esito del giudizio d’appello, promosso dagli imputati condannati, la sentenza di primo grado è stata parzialmente riformata. Il Giudice d’appello ha preso atto dell’intervenuta prescrizione della maggior parte dei capi d’imputazione pronunciando sentenza di non doversi procedere nei confronti degli imputati condannati in primo grado, fatta eccezione per due ex investigatori privati nei confronti dei quali è stata confermata la condanna, per il delitto di rivelazione di notizia di cui è vietata la divulgazione. Quanto alle statuizioni civili, la Corte ha revocato quelle disposte dal Giudice di primo grado in favore di tre Ministeri, AGCM e Agenzia delle Entrate. La Corte ha ritenuto di revocare anche la provvisionale di 10 milioni di euro concessa alla Società quale parte civile all’esito del primo grado, disponendo la condanna generica degli imputati al risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile. Infine, sono state rigettate dal Giudice d’appello anche tutte le richieste risarcitorie avanzate negli appelli da alcune parti civili per complessivi 60 milioni di euro circa, per le quali la Società riveste il ruolo di responsabile civile. All’esito del giudizio d’appello, quindi, sono risultate confermate le statuizioni civili liquidate in primo grado che TIM, in qualità di responsabile civile, ha già corrisposto alle parti civili richiedenti. Avverso la sentenza di secondo grado pronunciata dalla Corte d’Assise d’appello di Milano è stato proposto da parte di tre imputati ricorso per Cassazione. Ad aprile 2018 la Suprema Corte, ha confermato le condanne degli imputati, ha annullato le statuizioni civili, rinviando al giudice civile per una più attenta valutazione delle pretese avanzate, soprattutto in ordine alla prova del “quantum”, e ha annullato con rinvio la parte relativa alla confisca a favore dello Stato, che dovrà essere rivalutata da diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano nell’ambito di un procedimento che non vede il coinvolgimento della Società.




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Procedimento Golden Power

Nell’agosto 2017 la Presidenza del Consiglio ha avviato nei confronti di TIM (ed anche di Vivendi) un procedimento volto a verificare l’esistenza, in capo a TIM dell’obbligo di notificare, ai sensi della disciplina cd. Golden Power, l’acquisto da parte di Vivendi del controllo societario di TIM e degli attivi strategici da questa detenuti. Nel settembre 2017, il procedimento in questione si è concluso con l’affermazione dell’esistenza di tale obbligo in capo a TIM con decorrenza dal 4 maggio 2017 (data dell’Assemblea degli Azionisti che ha rinnovato gli organi sociali di TIM).

Per l’effetto di tale decisione della Presidenza del Consiglio, è stato avviato un nuovo procedimento amministrativo per la irrogazione in capo a TIM di una sanzione pecuniaria prevista dalla disciplina Golden Power per inottemperanza al citato obbligo di notifica. Tale procedimento si è concluso in data 8 maggio 2018 con l’irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a 74,3 milioni di euro.

La Società, essendo convinta di disporre di argomentazioni giuridiche volte a dimostrare che alcun obbligo di notifica del controllo di Vivendi su di essa gravava, ha presentato distinti ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l’annullamento del provvedimento del settembre 2017 e avanti il TAR Lazio contro il citato provvedimento dell’8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, con richiesta di sospensione in via cautelare dell’efficacia dello stesso. Quanto al ricorso al TAR Lazio contro il citato provvedimento dell’8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, il Tribunale, dopo aver accolto nel luglio 2018 l’istanza cautelare della Società e sospeso per l’effetto il pagamento della sanzione, successivamente, con sentenza non definitiva del maggio 2019 ha: respinto l'eccezione di inammissibilità del ricorso sulla sanzione di 74,3 milioni di euro; sospeso il giudizio per pregiudizialità rispetto al ricorso straordinario avente ad oggetto l'obbligo di notifica ai sensi della disciplina della Golden Power; sospeso ulteriormente l'esecuzione del provvedimento impugnato.

Si segnala, altresì, il rilascio a maggio 2018 di una fideiussione a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell’istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l’asserita violazione dell’art. 2 del D.L. 15/3/2012, n. 21 (Golden Power).

Inoltre, TIM impugnava avanti il TAR Lazio e poi appellava avanti il Consiglio di Stato il provvedimento con il quale Consob, il 13 settembre 2017, affermava l’esistenza del controllo di Vivendi su TIM. Nel dicembre 2020 il Consiglio di Stato, con sentenza definitiva, ha accolto il ricorso di TIM ed annullato il provvedimento di Consob, significativa premessa dell’intero procedimento successivo della Presidenza del Consiglio relativo all’obbligo di notifica Golden Power del quale s’è detto appena più sopra.

Per altro verso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali previsti dalla disciplina della Golden Power attraverso due specifici provvedimenti dell’ottobre e del novembre 2017 tramite i quali ha imposto specifiche prescrizioni e condizioni a TIM S.p.A. e alle società del gruppo Telecom Italia Sparkle e Telsy Elettronica e Telecomunicazioni (ora Telsy S.p.A.).

Le prescrizioni, secondo l’Autorità Amministrativa, sono sostanzialmente connesse alla circostanza che tali società svolgono, in parte, attività rilevanti per la sicurezza nazionale e per ciò che riguarda TIM alla circostanza che questa è anche titolare delle infrastrutture e degli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale.

L’eventuale mancata esecuzione, da parte dei destinatari dei provvedimenti, delle condizioni e prescrizioni è sanzionata con le stesse modalità previste dalla mancata notifica di atti rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina della cd. Golden Power.

Le società soggette alle prescrizioni sono tenute a inviare relazioni periodiche ad un apposito Comitato di Monitoraggio costituito presso la Presidenza del Consiglio con la finalità di verificare l’ottemperanza alle suddette prescrizioni.

La prima relazione di ottemperanza che illustra tutte le proposte e le attività poste in essere per dar corso alle prescrizioni è già stata inviata dal Gruppo alla Presidenza del Consiglio nel dicembre 2017. A tale relazione sono poi seguite relazioni semestrali, come previsto dalla disciplina vigente.

Non di meno anche in tale caso TIM ha già presentato due ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l’annullamento (i) dell’irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012 e (i) dell’irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012.

Come detto, il presupposto dell’esercizio dei poteri speciali era (erroneamente, secondo la Società) racchiuso nel controllo di fatto risultante dall’esito della assemblea del 4 maggio 2017 e nella direzione e coordinamento di Vivendi su TIM. Entrambe queste circostanze sono venute meno, in quanto: nell’assemblea del 4 maggio 2018 ha prevalso la lista presentata dai soci Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership; il Consiglio di Amministrazione rinnovato è composto da 13 amministratori indipendenti su 15 e solo 5 provengono dalla lista di Vivendi; sono venuti meno la direzione e coordinamento di Vivendi, così come il controllo di fatto.

Conseguentemente, la Società ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la revoca dei due Decreti manifestando, comunque, in via subordinata, la propria disponibilità a concorrere a una rielaborazione delle prescrizioni in capo a TIM che tenesse conto della mutata realtà.

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La Presidenza del Consiglio, con decreto del 6 luglio 2018, ha ritenuto di non disporre un ulteriore esercizio dei poteri speciali, ribadendo la validità dei due Decreti già emessi, e ne ha respinto l’istanza di revoca.

La motivazione di tale diniego risiede nell’asserita circostanza che i nuovi assetti di governance della Società sarebbero allo stato caratterizzati da una estrema variabilità; il che non consentirebbe, ferme le esigenze di tutela degli interessi pubblici relativi alla sicurezza ed al funzionamento delle reti, di superare i provvedimenti con i quali sono stati esercitati i poteri speciali.

Conseguentemente la Società ha presentato ricorso per motivi aggiunti, nell’ambito dei già pendenti ricorsi avverso i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre e del 2 novembre 2017, avverso la delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2018, con cui è stata respinta l’istanza di revoca presentata dalla Società, all’esito della mutata situazione della corporate governance. Con sentenza non definitiva pubblicata a maggio 2019, il TAR Lazio: (i) ha accolto la richiesta TIM di provvedimenti provvisori per la sospensione dell'ammenda condizionata all'offerta della garanzia; (ii) concesso la sospensione del procedimento al fine di attendere la sentenza definitiva nella causa (pregiudizievole) pendente dinanzi al Presidente della Repubblica in merito all'obbligo di notifica, ai sensi delle disposizioni Golden Power; (iii) respinto la richiesta di archiviare il caso.

Procedimento Antitrust A428

A conclusione del procedimento A428, nel mese di maggio 2013 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comminato a TIM due sanzioni amministrative, per 88.182.000 euro e 15.612.000 euro, per abuso di posizione dominante. La Società (i) avrebbe ostacolato o ritardato l’attivazione dei servizi di accesso richiesti dagli OLO tramite rifiuti ingiustificati e pretestuosi; (ii) avrebbe offerto i propri servizi di accesso ai clienti finali a condizioni economiche e tecniche asseritamente non eguagliabili da parte dei concorrenti che acquistano servizi di accesso all’ingrosso dalla stessa TIM, nelle sole aree geografiche del Paese in cui sono disponibili i servizi di accesso disaggregato alla rete locale e dove, quindi, gli altri operatori possono svolgere un’azione concorrenziale più efficace nei confronti della Società.

TIM ha impugnato il provvedimento innanzi al TAR Lazio, con istanza di sospensiva del pagamento della sanzione. In particolare ha contestato: la lesione dei diritti di difesa all’interno del procedimento, la circostanza che le presunte scelte organizzative contestate da AGCM e asseritamente alla base dell’abuso in materia di processi di provisioning verso gli OLO fossero state oggetto di specifici provvedimenti dell’Autorità di settore (AGCom), la circostanza che la disamina comparata dei processi di provisioning interni/esterni portasse invero a risultanze migliorative per gli OLO rispetto alla direzione retail di TIM, essendo quindi assente ogni forma di disparità di trattamento e/o di comportamenti opportunistici da parte di TIM, nonché (con riferimento al secondo abuso) la inidoneità strutturale delle condotte contestate a determinare una compressione dei margini degli OLO.

Nel maggio 2014, è stata pubblicata la sentenza con la quale il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM confermando le sanzioni statuite nel provvedimento impugnato. Avverso tale decisione la Società ha presentato, a settembre 2014, ricorso in appello.

Con sentenza n. 2497/15 del mese di maggio 2015, il Consiglio di Stato ha ritenuto la decisione di primo grado immune dai vizi denunciati da TIM e confermato quanto stabilito dall’AGCM. La società aveva provveduto, già in precedenza, al pagamento delle sanzioni e dei relativi interessi.

Con provvedimento notificato nel luglio 2015, l’AGCM ha infine avviato nei confronti di TIM un procedimento di inottemperanza per verificare se la Società abbia rispettato la diffida a non porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell’infrazione accertata con il provvedimento di conclusione del procedimento A428 del maggio 2013.

Il 13 gennaio 2017 è stata notificata a TIM la valutazione conclusiva dell’AGCM, che riconosce che TIM ha pienamente ottemperato al provvedimento A428 e, dunque, che non sussistono i presupposti per l’irrogazione di alcuna sanzione per inottemperanza.

AGCM riconosce, altresì, che il comportamento di TIM successivo al provvedimento del 2013 è stato orientato a un continuo miglioramento delle performance nella fornitura dei servizi di accesso wholesale che ha riguardato, non solo i servizi oggetto dell’istruttoria, ma anche i nuovi servizi di accesso ultrabroadband. Nella valutazione di ottemperanza AGCM ha riconosciuto l’impatto positivo dell’implementazione, ancorché non ancora conclusa, del Nuovo Modello di Equivalence (NME) di TIM. La decisione AGCM ha imposto a TIM di: (i) proseguire nell’attuazione del NME, fino al suo completamento previsto entro il 30 aprile 2017; (ii) informare l’Autorità sui livelli di prestazione dei sistemi di fornitura dei servizi di accesso wholesale e sul completamento del relativo progetto di riorganizzazione interna entro maggio 2017. Entrambe le imposizioni sono state oggetto di tempestivo adempimento valutato positivamente dall’Autorità con comunicazione del 9 agosto 2017.

Vodafone ha impugnato innanzi al TAR Lazio il provvedimento finale del procedimento di inottemperanza adottato da AGCM. TIM si è costituita in giudizio, così come negli ulteriori giudizi intentati nel mese di marzo 2017 dagli operatori CloudItalia, KPNQWest Italia e Digitel.

Vodafone (A428)

Nel mese di agosto 2013 Vodafone, anche in qualità di incorporante dell’operatore Teletu, ha formulato, innanzi al Tribunale di Milano, ingenti pretese risarcitorie per presunte condotte abusive e anticoncorrenziali

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(fondate principalmente sul provvedimento AGCM A428) che TIM avrebbe attuato nel periodo 2008 – 2013. La pretesa economica è stata quantificata da Vodafone in un importo stimato compreso tra 876 milioni di euro e 1.029 milioni di euro.

Vodafone, in particolare, ha contestato l’attuazione di attività di boicottaggio tecnico con il rifiuto delle attivazioni delle linee richieste per i clienti di Teletu (nel periodo dal 2008 al mese di giugno 2013), unitamente all’adozione di asserite politiche abusive di prezzo per i servizi all’ingrosso di accesso alla rete (periodo dal 2008 al mese di giugno 2013). Inoltre la controparte ha lamentato la presunta applicazione di sconti alla clientela business maggiori di quelli previsti (c.d. pratiche di “margin squeeze”) e il compimento di presunte pratiche illecite e anticoncorrenziali di winback (nel periodo dalla seconda metà del 2012 al mese di giugno 2013).

TIM si è costituita in giudizio, confutando le richieste di controparte nel merito e nel quantum e spiegando a sua volta domanda riconvenzionale. A seguito dell’intervenuta decisione di agosto 2016 della Corte di Cassazione, confermativa della competenza del Tribunale di Milano a decidere la controversia, il giudizio di merito è quindi ripreso con l’udienza di dicembre 2016.

Con atto di citazione del 28 maggio 2015 dinanzi al Tribunale di Milano Vodafone ha avanzato ulteriori pretese risarcitorie, fondate sullo stesso provvedimento AGCM A428 e riferite agli asseriti danni subiti nel periodo luglio 2013 – dicembre 2014 (quindi in un arco temporale successivo a quello oggetto dell’analogo giudizio risarcitorio sopra riportato), per circa 568,5 milioni di euro.

L’azione contiene altresì una riserva di ulteriore quantificazione di danni, in corso di causa, per i periodi successivi, lamentando parte attrice il perdurare delle presunte condotte abusive di TIM. TIM si è costituita in giudizio, confutando le richieste di controparte nel merito e nel quantum e spiegando a sua volta domanda riconvenzionale.

Con ordinanza del 6 ottobre 2016, il Giudice ha accolto l’istanza di Vodafone di riunione delle due cause A428 azionate dalla stessa. Al termine dell’udienza di riassunzione del 21 dicembre, sono stati disposti i termini per le memorie istruttorie e fissata, al giorno 11 luglio 2017, l’udienza per l’ammissione dei mezzi di prova. In occasione del deposito della prima memoria istruttoria, successivo all’esito favorevole per TIM del procedimento A428-C (che ha affermato l’assenza di condotte abusive A428 della Società successivamente al 2011) Vodafone ha ritenuto comunque di avanzare ulteriori analoghe pretese anche per il biennio 2015 – 2016, con ciò rideterminando la propria richiesta in complessivi 1.812 milioni di euro, parimenti oggetto di contestazione e confutazione da parte di TIM.

Colt Technology Services

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di agosto 2015, l’operatore Colt Technology Services ha avanzato pretese risarcitorie fondate sul provvedimento decisorio del procedimento A428, e riferite ad asseriti danni subiti nell’arco temporale 2009/2011, in ragione della presunta condotta inefficiente e discriminatoria di TIM nel processo di fornitura dei servizi wholesale. La richiesta risarcitoria è stata quantificata in 27 milioni di euro a titolo di lucro cessante per l’asserita mancata acquisizione di nuovi clienti, ovvero per la ritenuta impossibilità di fornire nuovi servizi alla clientela già acquisita; la controparte ha formulato inoltre richiesta di risarcimento del danno all’immagine e alla reputazione commerciale. Tale giudizio fa seguito alla pretesa stragiudiziale di circa 23 milioni di euro già formulata da Colt nel mese di giugno 2015, che la Società ha respinto integralmente. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte.

COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.)

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell’AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza richiedendo il rigetto integrale delle domande proposte da COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) nel giudizio di primo grado e, nel successivo mese di luglio, ha ottenuto la sospensione del pagamento di una quota rilevante rispetto a quanto definito nella sentenza.

Teleunit

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Roma Teleunit ha avanzato pretese risarcitorie nei confronti di TIM per 35,4 milioni di euro fondando la propria azione sul noto provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. In particolare, la controparte lamenta di aver subito da parte di TIM, nel periodo 2009/2010, sia condotte abusive di boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi di accesso alla rete – KO) sia pratiche anticoncorrenziali di “margin squeeze” (eccesso di compressione dei margini di sconto ritenuti abusivi perché non replicabili dai concorrenti). TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la società sul conto economico.

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Con atto di citazione dell’ottobre 2009 dinanzi alla Corte d’Appello di Milano, Teleunit ha chiesto l’accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium. L’attrice ha quantificato i danni in un importo di circa 362 milioni di euro. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte.

A seguito della sentenza del gennaio 2014 con la quale la Corte d’Appello ha dichiarato la propria incompetenza, in favore del Tribunale, Teleunit ha riassunto, nel successivo mese di aprile, il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. TIM si è costituita nel giudizio riassunto confutando le tesi di controparte.

Con sentenza del maggio 2017 il Tribunale di Milano ha integralmente rigettato la domanda di Teleunit, condannando la stessa alla rifusione delle spese di lite. Tale sentenza è stata impugnata da Teleunit, nel mese di giugno 2017, innanzi alla Corte d’Appello di Milano. TIM si è costituita nel giudizio d’appello confutando le argomentazioni di controparte e chiedendo l’integrale conferma della sentenza di primo grado. Con ordinanza del mese di marzo 2018 la Corte d’Appello di Milano, ha dichiarato inammissibile l’appello di Teleunit ex art. 348-bis c.p.c., in quanto manifestamente infondato. Teleunit ha proposto ricorso per Cassazione, nel mese di maggio 2018, avverso l’ordinanza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha proposto controricorso chiedendo l’integrale conferma della ordinanza impugnata (e quindi della sentenza di primo grado).

Siportal

Siportal ha promosso dinanzi al Tribunale di Roma un giudizio risarcitorio nei confronti di TIM, con pretese complessivamente indicate in circa 48,4 milioni di euro per asseriti danni derivanti dalla condotta di boicottaggio tecnico attuata nel periodo dal 2009-2011 e dagli effetti inerziali dell’abuso sino al 2015 con la perdita di partner commerciali e di ulteriori acquisizioni di clienti (tale ultima voce di danno è stata quantificata in 25 milioni di euro). L’azione è fondata sul provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte. Il Tribunale di Roma ha deciso a favore di Siportal sull’an della pretesa attorea; il giudizio proseguirà con la CTU. TIM si riserva ogni rimedio a tutela delle proprie ragioni. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la società sul conto economico.

MC-Link

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, MC-Link ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 51 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2012, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell’AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte.

Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni

Con atto di citazione di maggio 2020, Eutelia in Amministrazione Straordinaria e Clouditalia Telecomunicazioni S.p.A., acquirente del ramo TLC di Eutelia, hanno convenuto in giudizio TIM, dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando pretese risarcitorie, per circa 40 milioni di euro, per i danni asseritamente subiti, nel periodo 2009-2012, a seguito delle condotte di boicottaggio tecnico e margin squeeze, oggetto del procedimento AGCM A428. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale con riserva di quantificare i danni subiti in corso di causa.

Procedimento Antitrust I761

Con provvedimento deliberato in data 10 luglio 2013 l’AGCM ha esteso a TIM l’istruttoria avviata nel marzo dello stesso anno nei confronti di alcune imprese attive nel settore dei servizi di manutenzione di rete fissa, volta a verificare l’esistenza di un’intesa vietata ai sensi dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Il procedimento è stato avviato in seguito alla presentazione da parte di Wind di due segnalazioni con le quali si informava l’AGCM di aver riscontrato, a fronte di una richiesta d’offerta per l’affidamento dei servizi di manutenzione correttiva della rete, la sostanziale uniformità dei prezzi praticati dalle suddette imprese e la significativa differenza con le offerte presentate successivamente da altre e diverse aziende.

A TIM l’AGCM ha contestato di avere svolto un ruolo di coordinamento delle altre parti della procedura sia nel corso della formulazione delle offerte richieste da Wind, sia in relazione alle posizioni rappresentate all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

TIM ha impugnato i suddetti provvedimenti dinanzi al TAR, per carenza di competenza dell’Autorità Antitrust.

In data 7 luglio 2014, l’AGCM ha notificato l’estensione oggettiva del procedimento al fine di verificare se la Società, abusando della propria posizione dominante, abbia posto in essere iniziative idonee a influenzare le condizioni di offerta dei servizi tecnici accessori in occasione della formulazione delle offerte a Wind e Fastweb da parte delle imprese di manutenzione. Con il provvedimento di estensione, l’Autorità ha altresì prorogato il termine di chiusura del procedimento, originariamente previsto per il 31 luglio 2014, al 31 luglio 2015. Anche tale provvedimento di estensione è stato impugnato innanzi al TAR del Lazio per carenza di competenza dell’Autorità Antitrust.

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Nel novembre 2014, per ragioni di economia procedimentale e pur convinta di aver agito in maniera legittima, TIM ha presentato all’Autorità una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell’istruttoria. Con delibera del 19 dicembre 2014 l’AGCM ha ritenuto che detti impegni non fossero manifestamente infondati e ne ha successivamente disposto la pubblicazione a market test.

Il 25 marzo 2015, AGCM ha definitivamente rigettato gli impegni suddetti ritenendoli non idonei a rimuovere i profili anticoncorrenziali oggetto dell’istruttoria.

In data 21 luglio 2015 è stata notificata alle parti del procedimento la Comunicazione delle Risultanze Istruttorie nella quale gli Uffici dell’AGCM hanno espresso la propria posizione nel senso di (i) archiviare le contestazioni relative all’abuso di posizione dominante e di (ii) confermare invece l’esistenza tra TIM e le imprese di manutenzione di un’intesa volta a coordinare le offerte economiche predisposte per Wind e Fastweb e a prevenire l’erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori.

Il 16 dicembre 2015 è stato emesso il provvedimento finale che conferma le conclusioni della Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, sostenendo l’esistenza, tra il 2012 e il 2013, di una intesa restrittiva della concorrenza e per l’effetto infliggendo alla Società una sanzione di 21,5 milioni di euro, pagata a marzo 2016. Il mercato rilevante è quello della manutenzione correttiva (assurance) e, più precisamente, della bonifica impulsiva su linee ULL di TIM. Obiettivo delle condotte tenute dalla Società e dalle imprese di rete sarebbe stato quello di limitare il confronto competitivo e prevenire l’evoluzione delle forme di erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori.

TIM ha presentato ricorso al TAR Lazio avverso il provvedimento. Con sentenza n. 09554/2016 del mese di settembre 2016, il ricorso è stato respinto e avverso tale decisione la Società ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato. All’esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato decidendo in modo favorevole a TIM ha annullato il provvedimento AGCM I761 e ha rinviato ad AGCM il compito di effettuare ex novo l'istruttoria nei limiti di quanto deciso dal Consiglio di Stato medesimo. Nel corso del 2020, TIM ha ottenuto la restituzione di quanto pagato a titolo sanzionatorio.

Wind (I761)

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Milano, Wind ha avanzato pretese risarcitorie nei confronti di TIM per circa 57 milioni di euro recentemente incrementate in corso di giudizio a circa 58 milioni di euro, a titolo di danni conseguenti ad asserite condotte anticoncorrenziali oggetto di censura del procedimento AGCM I-761 (in tema di manutenzione correttiva). A dire della controparte tali condotte avrebbero ritardato e ostacolato la possibilità per la stessa di ottenere condizioni più favorevoli all’acquisto disaggregato dei servizi di riparazione guasti sulle linee di accesso ULL e i loro effetti, inizialmente indicati come protratti sino al dicembre 2015, sono poi stati indicati da Wind come ancora in corso. TIM si è costituita in giudizio confutando le richieste di controparte. Nel mese di dicembre 2020 la causa è stata conciliata nell’ambito di un global settlement con Wind Tre.

Vodafone (I761)

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Milano, Vodafone ha convenuto in giudizio TIM e alcune imprese di rete, avanzando pretese risarcitorie nei confronti della Società per circa 193 milioni di euro, a titolo di danni conseguenti ad asserite condotte anticoncorrenziali oggetto di censura del noto procedimento AGCM I-761 (in tema di manutenzione correttiva), riferite all’arco temporale dal 2011 al 2017.

Vodafone contesta un’asserita violazione della normativa antitrust attuata da TIM, nei mercati all’ingrosso dell’accesso alla propria rete fissa (linee ULL; Bitstream; WLR), mediante abuso di posizione dominante e intesa illecita con le imprese di manutenzione per il mantenimento del monopolio sull’offerta dei servizi di manutenzione correttiva sulla propria rete. In particolare tale intesa restrittiva avrebbe riguardato il coordinamento, da parte della Società, delle condizioni economiche contenute nelle offerte formulate dalle suddette imprese nei confronti degli OAO, per il servizio di manutenzione, a prezzi artificiosamente elevati rispetto al costo della manutenzione ricompresa nel canone di accesso regolamentato, allo scopo di far ritenere come non conveniente la disaggregazione del servizio stesso. La Società si è costituita in giudizio contestando integralmente le richieste di controparte.

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 del “Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea”. Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l’AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l’ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti.

A seguito dell’avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un’ispezione da parte dei funzionari dell’Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva

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nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l’oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all’ingrosso a banda larga e ultralarga, e l’utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l’AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l’impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento. 

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l’audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell’istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.

La sanzione irrogata a TIM per l’illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 di euro. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio contestando tanto il merito delle accuse, quanto l'ammontare della sanzione irrogata.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale. Il TAR Lazio ha fissato l’udienza di discussione per il 3 novembre 2021.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all’ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all’AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF. Enel spa è intervenuta nel giudizio chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF.

TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il provvedimento sanzionatorio A514, richiamato ampiamente da controparte nella citazione.

Vodafone

Nel mese di gennaio 2021 Vodafone Italia S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a circa 100 milioni di euro per danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall’AGCM con il provvedimento conclusivo del procedimento A514.

Le condotte di TIM sanzionate dall’Autorità avrebbero determinato un rallentamento della penetrazione delle infrastrutture UBB nel mercato delle aree bianche e, di conseguenza, la ritardata o mancata acquisizione di nuova clientela da parte di Vodafone, nonché un ostacolo all’acquisizione di ulteriore clientela dovuto alle presunte pratiche leganti sull’intero territorio nazionale. TIM si costituirà in giudizio forte di una serie di solide argomentazioni giuridiche a propria tutela.



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Fastweb

Nel mese di febbraio 2021 Fastweb S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a circa 996 mln di euro per danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall’AGCM con il provvedimento conclusivo del procedimento A514, nonché di presunte sospensioni opportunistiche di ordini di attivazione inviati da Fastweb.

Fastweb lamenta che TIM avrebbe ritardato l’offerta all’ingrosso di servizi a banda ultra-larga da parte di Open Fiber nelle c.d. aree bianche, conseguentemente rallentando l’offerta di tali servizi da parte di Fastweb alla clientela finale in tali aree; attuato pratiche leganti nei rapporti con la clientela finale, ostacolando l’accesso al mercato da parte degli operatori alternativi (inclusa Fastweb). Inoltre, TIM avrebbe gestito in modo strumentale il processo di fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla propria rete fissa a banda larga e ultra-larga, sospendendo opportunisticamente gli ordini di attivazione inoltrati da Fastweb e, in tal modo, ostacolando le attivazioni di nuovi clienti da parte sua. TIM si costituirà in giudizio disponendo di solide argomentazioni volte a confutare le pretese di Fastweb.

Procedimento Antitrust I799

Nella sua adunanza del 1° febbraio 2017, AGCM ha avviato un procedimento istruttorio per possibile violazione dell’articolo 101 TFUE (divieto di intese restrittive della concorrenza) nei confronti di TIM S.p.A. e Fastweb S.p.A., a seguito della sottoscrizione di un accordo volto alla costituzione di una impresa comune cooperativa denominata Flash Fiber S.r.l.. TIM, d’intesa con Fastweb, ha presentato ad AGCM, sotto forma di proposta di impegni, alcune modifiche agli accordi sottoscritti, finalizzate a chiudere il procedimento senza accertare l'infrazione e, quindi, senza alcuna sanzione pecuniaria.

Il 28 marzo 2018 AGCM ha deliberato l’approvazione degli impegni rendendoli obbligatori per le parti e ha chiuso il procedimento senza l’imposizione di alcuna sanzione.

Il 30 gennaio 2019 TIM ha inviato ad AGCM la prevista relazione annuale sulla copertura realizzata, integrata con successiva comunicazione del 29 marzo 2019. TIM ha trasmesso ad AGCM ulteriori informazioni nel mese di luglio ed AGCM ha preso atto delle suddette il 15 ottobre 2019. Il 31 gennaio 2020 TIM ha inviato ad AGCM la terza relazione relativa all’attuazione degli impegni assunti.

Con distinti ricorsi, entrambi notificati in data 11 giugno 2018, Open Fiber S.p.A. e Wind Tre S.p.A. hanno impugnato dinnanzi al TAR Lazio il provvedimento di chiusura del procedimento I799 con l'accettazione degli impegni. A loro dire, tale provvedimento sarebbe viziato da una serie di motivi procedimentali e sostanziali.

Open Fiber S.p.A. ha anche chiesto la sospensione in via cautelare del provvedimento.

Con sentenza di marzo 2020, il TAR ha integralmente respinto il ricorso di Open Fiber S.p.A.. Per il ricorso di Wind Tre non è stata ancora fissata l’udienza di merito.

Vodafone

Nel mese di giugno 2015 Vodafone ha promosso un’azione risarcitoria innanzi al Tribunale di Milano per l’asserito abuso di posizione dominante da parte di TIM nel mercato dei servizi di accesso in fibra bitstream “NGA” e “VULA”, con pretese economiche indicate inizialmente in circa 4,4 milioni di euro e incrementate in un range compreso tra i 30 e i 48,9 milioni di euro.

La condotta abusiva lamentata da controparte sarebbe stata attuata da TIM mediante offerte aggressive per l’accaparramento di clientela e ostacolando l’accesso di Vodafone alla rete in fibra per rendere più difficoltosa l’erogazione di servizi ultrabroadband ai propri clienti.

TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le richieste di controparte nonché, successivamente, la revisione dell’entità economica della pretesa formulata nel 2016 in corso di causa.

Eutelia e Voiceplus

Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l’accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull’offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.

L’azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d’Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l’incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L’udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l’interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.

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Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado.

TIM si è costituita in appello chiedendo l’integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l’appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato.  Nel mese di dicembre 2019 Eutelia e Voiceplus hanno proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva  con cui il Consiglio di Stato  ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE)  in merito  alla sussistenza in capo all’Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali  e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio anche questa seconda delibera con richiesta di sospensione cautelare che, in data 22 febbraio 2018, è stata accolta dal TAR limitatamente alla parte relativa agli ordini di rimborso.

Successivamente la Legge 4 dicembre 2017 n. 172 ha stabilito che i contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica prevedano obbligatoriamente la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese. TIM si è adeguata a tale dispositivo nei tempi previsti dalla legge, e cioè entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore (5 aprile 2018).

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale; e (ii) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale. Anche tale delibera è stata impugnata con atto di motivi aggiunti innestato nell’ambito del ricorso contro la delibera 499/17/CONS con richiesta di misure cautelari monocratiche, accolte in via provvisoria fino alla camera di consiglio dell’11 aprile 2018 con decreto presidenziale pubblicato il 26 marzo 2017.

AGCom, con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori. TIM e gli altri operatori interessati dal decreto presidenziale hanno rinunciato all’istanza cautelare verso la delibera 112/18/CONS. A maggio 2018 TIM ha quindi impugnato il decreto presidenziale AGCom n. 9/18/PRES e la relativa delibera n. 187/18/CONS di ratifica.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori debbono restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all’AGCom. TIM, in continuità con le azioni intraprese e le argomentazioni già spese, ha impugnato anche tale delibera.

A settembre 2018 TIM ha impugnato la delibera 297/18/CONS con cui AGCom le ha comminato la sanzione di euro 696.000 per aver continuato ad applicare – in violazione della delibera AGCom 121/17/CONS – una fatturazione e rinnovo quadrisettimanale delle offerte consumer a decorrere dal 16 febbraio 2018 (e fino al 31 marzo 2018).

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l’obbligo di restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e, con ordinanza del 20 dicembre 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo l’appello di TIM, ha sospeso l’efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all’ordine di storno, fino al 31 marzo 2019.

A novembre 2018 AGCom ha pubblicato la delibera 521/18/CONS, con cui ha comminato a TIM una sanzione di 1.044.000 euro. La sanzione è stata imposta per violazione delle regole di trasparenza e dei diritti di recesso

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nella modifica delle condizioni contrattuali delle offerte mobili applicate ai clienti dal 8 aprile 2018 a seguito del ripristino della fatturazione mensile. TIM a gennaio 2019 ha impugnato dinnanzi al TAR anche tale delibera. A seguito di una nuova istanza formulata da TIM il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 20 marzo 2019, ha prolungato l’effetto della misura cautelare di sospensione degli effetti del dispositivo della sentenza fino al 21 maggio 2019, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Nella camera di consiglio del 21 maggio 2019, preso atto della intervenuta pubblicazione delle motivazioni della sentenza avvenuta il 10 maggio 2019, è stato disposto il differimento della trattazione della domanda cautelare alla camera di consiglio del 4 luglio 2019, per consentire a TIM la finalizzazione dei motivi aggiunti con una nuova istanza cautelare. A seguito di tale udienza, con ordinanza pubblicata il 5 luglio 2019, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di TIM di sospensione dell'esecutività della sentenza del TAR, che quindi è operativa dal 21 maggio 2019. Si attende ad oggi ancora la fissazione dell’udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM. Il 12 luglio 2019 sono stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e nel corso del mese di febbraio 2020 sono state pubblicate le relative sentenze contenenti le motivazioni.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall’art. 98, comma 16 del CCE vigente all’epoca dei fatti.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all’ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l’Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l’inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020.

Da giugno 2019, TIM comunque aveva deciso di offrire ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS. Successivamente, da settembre 2019, TIM ha deciso di accogliere anche le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell’ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell’Associazione di categoria Asstel per verificare l’ipotesi della sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l’art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell’obbligo introdotto dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l’attuazione dell’intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell’11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l’annullamento di tale provvedimento.

L’Autorità nell’adunanza del 27 giugno 2018 ha preso atto della relazione presentata da TIM in merito all’ottemperanza alla misura cautelare.

Il 17 luglio 2019 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 gennaio 2020.

Nelle risultanze istruttorie (CRI) comunicate da AGCM a TIM, gli Uffici confermano la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza unica, complessa e continuata tra Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, con l’agevolazione dell’Associazione di categoria Asstel.

Il 10 ottobre TIM ha depositato la sua memoria finale ed il successivo 15 ottobre si è tenuta l’audizione finale presso AGCM.

Il 31 gennaio 2020 a TIM è stato notificato il provvedimento di chiusura dell’istruttoria, con il quale AGCM ha deliberato la sussistenza dell’intesa tra Telecom, Vodafone, Fastweb e WindTre, escludendo invece dai partecipanti all’intesa l’associazione Asstel. La sanzione irrogata a TIM per la partecipazione all’intesa anticoncorrenziale è pari a 114.398.325 euro. TIM ad aprile 2020 ha impugnato anche il provvedimento sanzionatorio e a seguito di istanza di prelievo l’udienza pubblica è stata fissata al 26 maggio 2021.



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Procedimento Antitrust I850

Con decisione del 15 dicembre 2020 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti delle società Telecom Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co. Inc. per accertare l’esistenza di eventuali violazioni dell’articolo 101 del TFUE.

Più precisamente l’istruttoria riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali.

AGCM intende verificare che tali accordi non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese.

Il procedimento deve concludersi entro il 31 dicembre 2021.

Contenzioso Vodafone - Servizio Universale

Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l’Autorità non ha dimostrato quel certo grado di “sostituibilità” tra telefonia fissa e mobile propedeutica all’inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l’AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento.

TIM ha presentato istanza di rinnovazione all’AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).

Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso innanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l’ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l’ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.

Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l’ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l’obbligo in capo all’Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell’entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell’ottobre del 2019 ha accolto l’appello di Vodafone affermando l’obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.

Contenzioso per “Conguagli su canoni di concessione” per gli anni 1994-1998

In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l’esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All’esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all’annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore.

Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato.

Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).

Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l’altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di

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telecomunicazioni, nonostante l’intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l’esercizio 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l’altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un’autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell’UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinnanzi al TAR Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l’illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società impugnerà nelle forme dovute la sentenza del TAR Lazio.

Wind Tre

Con atto di citazione dinnanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di aprile 2019, Wind Tre S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 255 milioni di euro, per asserite condotte anticoncorrenziali e abusive attuate negli anni 2014-2018. In particolare, secondo Wind Tre, TIM avrebbe utilizzato illecitamente attraverso la propria divisione commerciale informazioni ottenute nella fornitura delle prestazioni di provisioning e assurance di servizi wholesale convincendo i clienti a tornare in TIM o ad attivare la nuova utenza con TIM; effettuato attività di promozione commerciale in favore di TIM attraverso il proprio personale tecnico in concomitanza degli interventi di riparazione di guasti o di attivazione di utenze Wind Tre; attuato altri comportamenti sleali volti ad ottenere il passaggio a TIM di clienti Wind Tre. A sostegno delle proprie argomentazioni Wind Tre adduce anche alcuni elementi emersi durante l’istruttoria del procedimento AGCM A514. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale, fondata su fatti analoghi a quelli dedotti dall’attrice riservandosi di quantificare i danni subiti. Nelle prime memorie istruttorie, Wind Tre ha esteso le proprie domande fino a giugno 2019 e ha riquantificato i danni richiesti in ca. 346 milioni di euro; TIM ha precisato la propria domanda riconvenzionale chiedendo un importo di ca. 20 milioni di euro a titolo di danno all’immagine commerciale, oltre al danno da perdita di clienti da quantificare in corso di causa anche in via equitativa. Nel mese di dicembre 2020 la causa è stata conciliata nell’ambito di un global settlement con Wind Tre.

Poste

Sono pendenti alcuni contenziosi instaurati, alla fine degli anni ’90, dalla Ing. C. Olivetti & C. S.p.A. (oggi TIM) avverso le Poste, riguardanti il mancato pagamento di prestazioni rese nell’ambito di una serie di contratti di fornitura di beni e servizi informatici. Le sentenze, già emesse in primo grado, hanno stabilito un esito parzialmente favorevole alla ex Olivetti e sono state impugnate da Poste in singoli giudizi d’appello.

A tale riguardo, mentre una sentenza della Corte d’Appello di Roma del 2009 ha confermato una delle partite creditorie a favore di TIM, un’altra sentenza della stessa Corte ha dichiarato la nullità di uno dei contratti controversi. A seguito di tale pronuncia, Poste aveva notificato un atto di precetto per la restituzione di circa 58 milioni di euro, opposto da TIM data la pendenza del giudizio di Cassazione per la riforma della suddetta decisione.

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 2012 che ha cassato con rinvio la decisione della Corte di Appello a fondamento del precetto, il Tribunale di Roma ha dichiarato cessata la materia del contendere nell’ambito del procedimento esecutivo, essendo venuto meno il titolo azionato da Poste. Il giudizio è stato riassunto innanzi ad altra sezione della Corte d’Appello di Roma. Con sentenza n. 563 del 25 gennaio 2019, la Corte d’Appello di Roma in sede di rinvio, ribaltando la precedente pronuncia d’appello sfavorevole alla Società, ha confermato la validità del contratto e, con esso, la legittimità della percezione da parte di TIM del corrispettivo già incassato e di cui Poste pretendeva la restituzione. Tale pronuncia è stata impugnata da Poste con ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, notificato in data 31 luglio 2019, al quale TIM si è opposta con relativo controricorso.

Fallimento Elinet S.p.A.

La curatela del fallimento Elinet S.p.A., e successivamente le curatele di Elitel S.r.l. e di Elitel Telecom S.p.A (allora controllante del gruppo Elitel), hanno impugnato nel 2014 la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha rigettato le domande risarcitorie delle curatele del Gruppo Elinet-Elitel, riproponendo una pretesa risarcitoria per complessivi 282 milioni di euro. Le contestazioni rivolte alla Società riguardano il presunto svolgimento di attività di direzione e coordinamento sull’attrice, e con essa sul gruppo Elitel (operatore alternativo nel cui capitale la TIM non ha mai avuto alcuna interessenza), che sarebbe stato attuato mediante la leva della gestione dei crediti commerciali. TIM si è costituita in giudizio confutando le pretese di controparte. Il giudizio di appello è stato deciso con sentenza del luglio 2019 che con riferimento a TIM ha confermato la piena liceità dei suoi comportamenti e la completa insussistenza di qualsivoglia elemento di direzione e coordinamento. Le curatele fallimentari Elinet S.p.A. e Elitel Telecom S.p.A. hanno proposto ricorso per Cassazione nel mese di gennaio 2020 per ottenere l’annullamento della sentenza di secondo grado. Ia curatela

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del fallimento Elitel S.r.l. non ha proposto ricorso per Cassazione e quindi la pretesa risarcitoria complessiva si è ridotta a complessivi 244 milioni di euro. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.

Procedimento Antitrust PS11532 – TIM in Nave

Avviato il 4 dicembre 2019 su segnalazione di alcuni consumatori, il procedimento ha ad oggetto il servizio “TIM in Nave” con la contestazione di profili di ingannevolezza sull'informativa al cliente e profili di aggressività. “TIM in Nave” non è un servizio accessorio, ma, in piena compliance con la regolamentazione di settore, una tipologia di tariffazione di roaming che si attiva quando il cliente è sotto la rete di copertura marittima. Sono stati presentati impegni consistenti nel migliorare gli aspetti informativi rendendo quindi il consumatore pienamente consapevole del funzionamento del “TIM in Nave”. Il procedimento si è chiuso il 28 luglio 2020 con l’irrogazione di una sanzione pari a 1,8 milioni di euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei confronti degli altri maggiori operatori. TIM ha impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiedendone l’annullamento ed in subordine la riduzione della sanzione.

Procedimento Antitrust IP 327 - inottemperanza IBAN discrimination

Avviato il 23 dicembre 2019 su attività d’ufficio dell’Autorità, il procedimento ha ad oggetto la presunta inottemperanza al provvedimento del PV4 relativo alla IBAN Discrimination dell’aprile 2019. In particolare AGCM contestava che il processo di domiciliazione sul canale web non fosse ancora automatizzato e quindi il cliente non fosse autonomo per gestire tale attività. TIM ha eliminato ogni forma di discriminazione fra le domiciliazioni su banche italiane e banche dell’area SEPA con la completa automazione del processo di domiciliazione da web. Il procedimento si è chiuso il 3 luglio 2020 con l’irrogazione di una sanzione pari a 500.000 euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei confronti degli altri maggiori operatori.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l’udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso.

Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo.

Successivamente, il Tribunale Arbitrale ha consentito alle parti uno scambio di brevi memorie e la Corte ICC ha prorogato il termine per il deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative (il “Lodo 2016”).

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2016 avanti alla Corte d’Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso Lodo 2016 depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l’emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d’Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso Lodo 2016. A novembre 2018, la Corte d’ Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del Lodo 2016, ad ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l’udienza di discussione. Ad agosto 2020, il Tribunale Arbitrale ha emesso il lodo rigettando la Richiesta di Revisione presentata dal gruppo Opportunity (il “Lodo 2020”). A dicembre 2020, il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2020 avanti alla Corte d’Appello di Parigi.

Iliad

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l’ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A; sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell’art. 2598 c.c, con riferimento alle condotte denigratorie poste in essere da Iliad Italia S.p.A nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni.

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Nella prima memoria istruttoria Iliad ha aggiornato le proprie pretese risarcitorie portandole a 242,8 milioni di euro. La prossima udienza è fissata al 13 aprile 2021.

B) Altre informazioni

Telefonia mobile - procedimenti penali

Nel marzo 2012 TIM ha ricevuto la notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, dal quale risultava che la Società era indagata dalla Procura della Repubblica di Milano ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 per i delitti di ricettazione e di falso, commessi, in ipotesi d’accusa, da quattordici dipendenti del c.d. “canale etnico”, in concorso con alcuni dealer, allo scopo di ottenere indebite provvigioni da TIM.

La Società che, nel corso del 2008 e del 2009 aveva già presentato due atti di querela in quanto persona offesa e danneggiata da simili condotte, e che aveva provveduto a sospendere i dipendenti coinvolti nel procedimento penale (sospensione alla quale è seguito il licenziamento), ha depositato una prima memoria difensiva corredata da una consulenza tecnica di parte, richiedendo l’archiviazione della propria posizione e l’iscrizione degli indagati anche per il delitto di truffa aggravata ai suoi danni. Nel dicembre 2012 la Procura della Repubblica ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 89 imputati e della stessa Società.

Nel corso dell’udienza preliminare, la Società è stata ammessa come parte civile nel processo e, nel novembre 2013, sono state depositate le conclusioni nell’interesse della parte civile, ribadendo nel merito la totale estraneità di TIM agli addebiti mossi.

All’esito dell’udienza preliminare, svoltasi nel marzo 2014, il Giudice dell’Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (inclusa TIM) che non hanno richiesto la definizione della propria posizione con riti alternativi, ritenendo necessario “il vaglio dibattimentale”. Ad aprile 2016, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, il P.M. ha chiesto la condanna di TIM a una sanzione amministrativa pecuniaria di 900 mila euro, mentre ha ritenuto di non chiedere alcuna confisca del presunto profitto dei reati (che in sede di richiesta di rinvio a giudizio era stato quantificato in una somma di diversi milioni di euro), sull’assunto che TIM abbia comunque posto rimedio alle presunte carenze organizzative. La Società, pur dando atto del considerevole ridimensionamento del quadro accusatorio, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti in questione. Nel mese di novembre 2016 il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione della Società perché il fatto non sussiste. Sono, inoltre, stati assolti, a vario titolo, anche tutti gli imputati persone fisiche.

La sentenza di assoluzione è stata impugnata dal P.M. che ha proposto ricorso per Cassazione c.d. “per saltum”. A gennaio 2019 la Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso in appello e ha, pertanto, disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Milano.

Il procedimento è stato assegnato alla Sezione IV della Corte d’Appello di Milano ed è in attesa di fissazione d’udienza.

Contenzioso canone di concessione per l’anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d’appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l’azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall’ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l’anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l’intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell’ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L’Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L’azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale, il quale ha dichiarato l’inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.

TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni. La Corte di Appello ha fissato l’udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l’udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l’ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 26

Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni,                    impegni e garanzie

241


Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell’azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell’azione ai sensi dell’art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;

sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano – e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TTIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l’anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);

sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l’anno 1998 – si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all’anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio.

In sostanza, la società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell’articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l’anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (ii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell’anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell’ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la Società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l’ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l’inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell’8 febbraio 2021, La Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l’istanza di anticipazione, fissando l’udienza al 30 novembre 2021. La società confida che la anticipazione dell’udienza possa portare a definire la vertenza in appello in tempi congrui.

Vodafone (già TELETU)

Con atto di citazione del febbraio 2012, TIM ha convenuto in giudizio l’operatore TELETU (oggi incorporato in Vodafone) dinanzi al Tribunale di Roma per avere indebitamente trattenuto clienti intenzionati a rientrare in TIM. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 93 milioni di euro. Con sentenza di dicembre 2020, il Tribunale ha accertato che nel periodo da luglio 2008 a ottobre 2011 TELETU ha posto in essere un illecito concorrenziale ex art. 2598 c.c. in relazione alle richieste di migrazione verso TIM, condannando la stessa a risarcire TIM per l’importo di 1.378.000 euro oltre interessi e rivalutazione.

Altre passività connesse alle cessioni di asset e partecipazioni

Nell’ambito dei contratti di cessione di asset e società il Gruppo TIM ha garantito agli acquirenti, a fronte di passività derivanti principalmente da problematiche in materia legale, fiscale, previdenziale e giuslavoristica, indennizzi normalmente commisurati a una percentuale del prezzo di acquisto.

A fronte delle suddette passività potenziali, complessivamente ammontanti a circa 300 milioni di euro, per i soli casi in cui si è ritenuto probabile un esborso di risorse, risultano accantonati a fondi rischi circa 9 milioni di euro.

Si precisa inoltre che il Gruppo TIM si è impegnato a concedere a fronte della cessione di asset e di partecipazioni ulteriori indennizzi relativi ad alcune specifiche previsioni contrattuali la cui passività potenziale non è attualmente determinabile.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 26

Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni,                    impegni e garanzie

242


C) Impegni e garanzie

Le garanzie personali prestate, al netto di controgaranzie ricevute, sono pari a 53 milioni di euro.


Le garanzie altrui prestate per obbligazioni delle aziende del Gruppo, pari a 6.044 milioni di euro, si riferiscono a fideiussioni prestate da banche e altre istituzioni finanziarie a garanzia del corretto adempimento di obbligazioni contrattuali.


In particolare, si evidenzia quanto segue:

il Gruppo TIM ha rilasciato sei fideiussioni a favore del Ministero dello Sviluppo Economico per complessivi 1.922 milioni di euro a fronte del differimento del pagamento del corrispettivo dovuto per l’acquisizione dei diritti d’uso delle frequenze nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz, da destinare ai servizi di comunicazione mobili in 5G. Al 31 dicembre 2020 l’impegno residuo è pari a 1.794 milioni di euro;

le garanzie assicurative, complessivamente pari a 812 milioni di euro, si riferiscono prevalentemente a fideiussioni prestate dal Gruppo TIM in applicazione a disposizioni di legge per appalti delle Pubbliche Amministrazioni ed organismi equiparati;

il Gruppo TIM ha rilasciato garanzie a favore di INPS a sostegno dell’applicazione – da parte di TIM e di alcune società del Gruppo – dell’art.4 della legge 28 giugno 2012, n.92, per l’incentivazione all’esodo dei lavoratori in possesso dei requisiti richiesti; l’ammontare complessivo delle garanzie emesse è di 1.280 milioni di euro, di cui 1.208 milioni di euro per TIM S.p.A. e 72 milioni di euro per società del Gruppo.

Si ricorda inoltre, la fideiussione rilasciata da TIM a maggio 2018 a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell’istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l’asserita violazione dell’art. 2 del D.L. 15/3/2012 n. 21 (Golden Power).

Sono altresì presenti fideiussioni connesse ai servizi di telecomunicazioni in Brasile per 81 milioni di euro.

d) Attività date a garanzia di passività finanziarie

Con riferimento ai contratti di finanziamento agevolati concessi dalla Banca di Sviluppo Brasiliana BNDES (Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social) a Tim Celular, ora fusa in TIM S.A. e per i quali erano stati rilasciati specifici covenant, si segnala che tali finanziamenti sono stati integralmente rimborsati nel corso del 2020.






















Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 26

Contenziosi e azioni giudiziarie pendenti, altre informazioni,                    impegni e garanzie

243


NOTA 27

RICAVI

Diminuiscono, rispetto al 2019, di 2.169 milioni di euro e sono così composti:


(milioni di euro)

2020

2019

Vendite prodotti

1.402

1.647

Prestazioni e servizi

14.403

16.327

Totale

15.805

17.974


I ricavi per servizi di telecomunicazioni sono esposti al lordo delle quote spettanti agli operatori terzi, pari a 1.198 milioni di euro (1.205 milioni di euro nel 2019), ricomprese nei “Costi per prestazioni di servizi”.

I ricavi da servizi del 2020 comprendono ricavi da servizi di fonia e dati su reti fissa e mobile per clientela Retail per 8.734 milioni di euro e per altri operatori Wholesale per 2.793 milioni di euro.

Nel 2020 sono state rilevate rettifiche di ricavi non ricorrenti per 38 milioni di euro, connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi ed operazioni significativi non ricorrenti”.

Per quanto concerne l’analisi dei ricavi per settore/area geografica, si rimanda alla Nota “Informativa per settore operativo”.


NOTA 28

ALTRI PROVENTI OPERATIVI

Diminuiscono, rispetto al 2019, di 722 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Indennità di ritardato pagamento dei servizi telefonici

46

59

Recupero costi del personale, acquisti e prestazioni di servizi

14

50

Contributi in conto impianti e in conto esercizio

34

33

Risarcimenti, penali e recuperi connessi a vertenze

24

20

Revisioni di stima e altre rettifiche

59

36

Provento fiscale Business Unit Brasile

685

Altri

34

50

Totale

211

933


Nel 2019 comprendevano, fra gli altri, il provento connesso all’iscrizione, nella Business Unit Brasile, dei crediti fiscali conseguenti all’esito favorevole dei contenziosi relativi all’inclusione dell’imposta indiretta ICMS nella base di calcolo della contribuzione PIS/COFINS, per i quali la società ha agito in giudizio sin dal 2006, con richieste di rimborso riferite – come consentito – ai cinque anni precedenti, e dunque con effetti a partire dal 2001. Tale provento, pari a 685 milioni di euro, comprendeva 407 milioni di euro relativi al recupero di imposta e 278 milioni di euro a titolo di rivalutazione di legge.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 27

Ricavi

244



NOTA 29

ACQUISTI DI MATERIE E SERVIZI


Diminuiscono, rispetto al 2019, di 290 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Acquisti di materie prime e merci

(a)

1.203

1.396

Costi per prestazioni di servizi:

Quote di ricavo da riversare ad altri operatori

1.198

1.205

Costi per servizi di accesso a reti di telecomunicazioni

116

119

Commissioni, provvigioni e altre spese commerciali

996

1.133

Spese di pubblicità e promozione

196

218

Consulenze e prestazioni professionali

216

220

Consumi energetici

435

472

Spese di manutenzione

277

244

Costi per altri servizi in outsourcing

348

403

Spese invio fatture, elenchi telefonici, altro materiale alla clientela

46

63

Altre spese per servizi

706

562

(b)

4.534

4.639

Costi per godimento di beni di terzi:

Affitti e locazioni

51

68

Canoni per locazioni di circuiti

87

110

Altri costi per godimento beni di terzi

298

250

(c)

436

428

Totale

(a+b+c)

6.173

6.463


Nel 2020 sono stati sostenuti costi operativi non ricorrenti riferibili ad approvvigionamenti e costi vari per circa 16 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, principalmente per acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale, termoscanner e costi per servizi di igiene ambientale. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi ed operazioni significativi non ricorrenti”.

Nell’esercizio 2020 i costi per godimento beni di terzi includono canoni di locazione relativi a contratti di breve durata e di modesto valore per circa 11 milioni di euro (circa 20 milioni di euro nell’esercizio 2019).


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 29

Acquisti di materie e servizi

245



NOTA 30

COSTI DEL PERSONALE

Sono pari a 2.639 milioni di euro, in riduzione di 438 milioni di euro rispetto al 2019 e sono così composti:


(milioni di euro)

2020

2019

Costi ordinari del personale

 

Salari e stipendi

1.804

1.950

Oneri sociali

647

716

Altri costi connessi al personale dipendente

146

143

(a)

2.597

2.809

Costi e accantonamenti per lavoro somministrato

(b)

Oneri diversi del personale e altre prestazioni lavorative

Oneri per esodi agevolati

1

9

Oneri di ristrutturazione aziendale

38

256

Altri

3

3

(c)

42

268

Totale

(a+b+c)

2.639

3.077


I costi del personale si riferiscono, in prevalenza, alla Business Unit Domestic per 2.401 milioni di euro (2.753 milioni di euro nel 2019) e alla Business Unit Brasile per 236 milioni di euro (323 milioni di euro nel 2019).

Gli “oneri di ristrutturazione aziendale” ammontano a 38 milioni di euro. Gli accantonamenti sono correlati alla consuntivazione delle uscite della Capogruppo dell’esercizio 2020 (anche attraverso l’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, come definito nell’Accordo sindacale del 26 febbraio 2019 e dall’Accordo sindacale siglato il 4 giugno 2020) ed agli accantonamenti effettuati per uscite in base all’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, a valle degli accordi siglati con le OO.SS. il 22 aprile 2020 rispettivamente dalla società Olivetti e dalla società Telecom Italia Trust Technologies ed il 17 aprile 2020 dalla società Telecontact.  Nel 2019 erano stati accantonati oneri per complessivi 256 milioni di euro.

Nel 2020 sono stati sostenuti costi non ricorrenti per circa 7 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti”.

La consistenza media retribuita dei dipendenti, comprensiva del personale con contratto di lavoro somministrato, è nel 2020 di 49.099 unità (51.917 unità nel 2019). La ripartizione per categorie è la seguente:

(numero unità)

2020

2019

Dirigenti

587

566

Quadri

4.083

4.157

Impiegati

44.420

47.188

Operai

1

Organico a payroll

49.090

51.912

Lavoratori con contratto di lavoro somministrato

9

5

Consistenza media retribuita totale

49.099

51.917


Il personale in servizio al 31 dicembre 2020, comprensivo del personale con contratto di lavoro somministrato, è di 52.347 unità (55.198 unità al 31 dicembre 2019) con un decremento di 2.851 unità.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 30

Costi del personale

246



NOTA 31

ALTRI COSTI OPERATIVI


Diminuiscono, rispetto al 2019, di 664 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Svalutazioni e oneri connessi alla gestione dei crediti

423

577

Accantonamenti ai fondi per rischi e oneri

43

497

Contributi e canoni per l’esercizio di attività di telecomunicazioni

199

268

Oneri e accantonamenti per imposte indirette e tasse

96

124

Penali, indennizzi per transazioni e sanzioni amministrative

120

58

Quote e contributi associativi, elargizioni, borse di studio e stages

12

12

Altri

68

89

Totale

961

1.625

di cui inseriti tra le informazioni integrative su strumenti finanziari

423

577


Nel 2020 sono stati sostenuti costi operativi non ricorrenti per complessivi 46 milioni di euro riferibili principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico conseguente alla pandemia Covid-19. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi ed operazioni significativi non ricorrenti”.

Per ulteriori dettagli sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.




NOTA 32

ATTIVITA' REALIZZATE INTERNAMENTE


Diminuiscono, rispetto al 2019, di 35 milioni di euro e sono così composte:


(milioni di euro)

2020

2019

Attività immateriali a vita utile definita

231

238

Attività materiali

271

299

Totale

502

537


Si riferiscono principalmente a costi del lavoro per personale tecnico dedicato alle attività di progettazione, realizzazione e collaudo di infrastrutture ed impianti di rete nonché allo sviluppo software e sviluppo di soluzioni di rete, applicazioni e servizi innovativi.




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 31

Altri costi operativi

247



NOTA 33

AMMORTAMENTI

Diminuiscono, rispetto al 2019, di 311 milioni di euro e sono così composti:


(milioni di euro)

2020

2019

Ammortamento delle attività immateriali a vita utile definita

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno

1.152

1.187

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

473

486

Altre attività immateriali

2

2

(a)

1.627

1.675

Ammortamento delle attività materiali di proprietà

Fabbricati civili e industriali

35

38

Impianti e macchinari

2.115

2.272

Attrezzature industriali e commerciali

11

12

Altri beni

140

147

(b)

2.301

2.469

Ammortamento dei diritti d'uso su beni di terzi

Immobili

397

475

Impianti e macchinari

252

264

Altri beni

39

44

(c)

688

783

Totale

(a+b+c)

4.616

4.927


Per ulteriori dettagli si rimanda alle Note “Attività immateriali a vita utile definita”, “Attività materiali” e “Diritti d’uso su beni di terzi”.

Per quanto concerne l’analisi degli ammortamenti per settore/area geografica, si rimanda alla Nota “Informativa per settore operativo”.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 33

Ammortamenti

248



NOTA 34

PLUSVALENZE/(MINUSVALENZE) DA REALIZZO DI ATTIVITA' NON CORRENTI

Sono così composte:

(milioni di euro)

2020

2019

Plusvalenze da realizzo di attività non correnti:

Plusvalenze derivanti dallo smobilizzo/dismissione di attività immateriali,
materiali e diritti d’uso su beni di terzi

29

14

Plusvalenze da alienazioni di partecipazioni in imprese controllate

(a)

29

14

Minusvalenze da realizzo di attività non correnti:

Minusvalenze derivanti dallo smobilizzo/dismissione di attività immateriali,
materiali e diritti d’uso su beni di terzi

40

45

Minusvalenze da alienazioni di partecipazioni in imprese controllate

18

(b)

40

63

Totale

(a-b)

(11)

(49)


Nel 2019 la voce "minusvalenze da alienazioni di partecipazioni in imprese consolidate" era relativa alla cessione della società Persidera S.p.A..

A seguito della cessione di Persidera, che ha generato un incasso pari a 142 milioni di euro, così come richiesto dallo IAS 36 par. 86 è stata effettuata la derecognition del goodwill ad essa associato pari a 68 milioni di euro, con il risultato esposto in tabella.

Si segnala che nel Bilancio Separato tale operazione di cessione ha generato una plusvalenza complessiva pari a circa 8 milioni di euro.


249


NOTA 35

RIPRISTINI DI VALORE/(SVALUTAZIONI) DI ATTIVITA' NON CORRENTI

Sono così composte:

(milioni di euro)

2020

2019

Ripristini di valore di attività non correnti:

delle attività immateriali

delle attività materiali

(a)

Svalutazioni di attività non correnti:

delle attività immateriali

delle attività materiali

8

(b)

8

Totale

(a-b)

(8)


Le svalutazioni dell'esercizio 2020 sono principalmente attribuibili agli accantonamenti della Capogruppo TIM S.p.A. a fronte di differenze inventariali relative a materiali di magazzino impianti presso i cantieri di imprese esterne.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 35

Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti

250



NOTA 36

ALTRI PROVENTI/(ONERI) DA PARTECIPAZIONI

Sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Dividendi da Altre partecipazioni

1

Plusvalenze nette su cessione di partecipazioni in imprese collegate e joint
ventures valutate con il metodo del patrimonio netto

452

2

Proventi diversi

2

Totale

454

3

di cui inseriti tra le informazioni integrative su strumenti finanziari

2

1


Nell’esercizio 2020 la voce comprende “plusvalenze nette su cessione di partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto” relative a:

441 milioni di euro per la plusvalenza netta contabilizzata a seguito della diluizione dal 60% al 37,5% della partecipazione del Gruppo TIM nel capitale di INWIT S.p.A. conseguente alla fusione di INWIT con Vodafone Towers;

7 milioni di euro per la plusvalenza derivante dalla cessione, in data 23 aprile 2020, di un pacchetto azionario pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT, attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali;

2 milioni di euro per la plusvalenza derivante dalla cessione di un pacchetto azionario corrispondente al 1,2% del capitale sociale di INWIT ceduto in data 2 ottobre 2020 ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited;

per 2 milioni di euro per la plusvalenza derivante dalla cessione di un pacchetto azionario corrispondente a circa l'1,8% del capitale sociale di INWIT a fronte dell’esercizio di un'opzione di acquisto da parte del veicolo costituito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited;

Per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Partecipazioni”.

I "proventi diversi" dell'esercizio 2020 sono relativi a proventi distribuiti dal fondo Northgate CommsTech Innovations Partners L.P..


Nell’esercizio 2019 la voce era positiva per 3 milioni di euro. In particolare, le "plusvalenze su cessione di partecipazioni in imprese collegate e joint ventures valutate con il metodo del patrimonio netto" si riferivano principalmente alla cessione della partecipazione di TIM S.p.A. in Alfiere S.p.A.
















251


NOTA 37

PROVENTI FINANZIARI E ONERI FINANZIARI

Il saldo dei proventi (oneri) finanziari è negativo per 1.179 milioni di euro (nel 2019 era negativo per 1.436 milioni di euro) ed è così composto:

(milioni di euro)

2020

2019

Proventi finanziari

1.143

946

Oneri finanziari

(2.322)

(2.382)

Proventi/(Oneri) finanziari netti

(1.179)

(1.436)

In particolare, il dettaglio delle voci è il seguente:


(milioni di euro)

2020

2019

Interessi passivi ed altri oneri finanziari:

Interessi passivi ed altri oneri su prestiti obbligazionari

(872)

(962)

Interessi passivi a banche

(65)

(74)

Interessi passivi ad altri

(20)

(21)

Oneri finanziari su passività per leasing

(283)

(356)

(1.240)

(1.413)

Commissioni

(74)

(67)

Altri oneri finanziari (*)

(124)

(211)

(198)

(278)

Interessi attivi ed altri proventi finanziari:

Interessi attivi

55

76

Proventi da crediti finanziari iscritti fra le Attività non correnti

2

Proventi da titoli diversi dalle partecipazioni iscritti fra le Attività non
correnti

Proventi da titoli diversi dalle partecipazioni iscritti fra le Attività correnti (*)

11

26

Proventi finanziari diversi

27

19

95

121

Totale interessi/Oneri finanziari netti

(a)

(1.343)

(1.570)

Altre componenti gestione finanziaria:

Risultato netto sui cambi

(51)

3

Risultato netto da strumenti finanziari derivati

109

133

Adeguamenti netti al fair value di derivati di copertura in fair value hedge e
relativi sottostanti

3

9

Adeguamenti netti al fair value di derivati non di copertura

103

(11)

Totale altre componenti gestione finanziaria

(b)

164

134

Totale netto proventi (oneri) finanziari

(a+b)

(1.179)

(1.436)

di cui inseriti tra le informazioni integrative su strumenti finanziari netti

(876)

(1.107)


(*) di cui impatto IFRS 9:


(milioni di euro)

2020

2019

Oneri/Proventi da adeguamento riserva da impairment IFRS 9 su attività
finanziarie valutate al FVTOCI

(1)

(2)

Reversal riserva impairment IFRS 9 su attività finanziarie valutate al FVTOCI

1

8

Riduzioni di valore di attività finanziarie diverse dalle partecipazioni


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 37

Proventi finanziari e Oneri finanziari

252


Per maggior chiarezza espositiva, nella tabella seguente vengono riassunti gli effetti netti a saldi aperti relativi agli strumenti finanziari derivati:


(milioni di euro)

2020

2019

Utili su cambi

393

141

Perdite su cambi

(444)

(138)

Risultato netto sui cambi

(51)

3

Proventi da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value hedge

47

43

Oneri da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value hedge

Risultato netto da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value
hedge

(a)

47

43

Effetto positivo del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

376

474

Effetto negativo del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

(309)

(381)

Effetto netto del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

(b)

67

93

Proventi da strumenti finanziari derivati non di copertura

6

4

Oneri da strumenti finanziari derivati non di copertura

(11)

(7)

Risultato netto da strumenti finanziari derivati non di copertura

(c)

(5)

(3)

Risultato netto da strumenti finanziari derivati

(a+b+c)

109

133

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati di
copertura in fair value hedge

46

100

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Attività e passività finanziarie
sottostanti i derivati di copertura in fair value hedge

(44)

(91)

Adeguamenti netti al fair value

(d)

2

9

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Attività e passività finanziarie
sottostanti i derivati di copertura in fair value hedge

6

1

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati di
copertura in fair value hedge

(5)

(1)

Adeguamenti netti al fair value

(e)

1

Adeguamenti netti al fair value di derivati di copertura in fair value
hedge e relativi sottostanti

(d+e)

3

9

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati
non di copertura

(f)

174

62

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati
non di copertura

(g)

(71)

(73)

Adeguamenti netti al fair value di derivati non di copertura

(f+g)

103

(11)




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 37

Proventi finanziari e Oneri finanziari

253


NOTA 38

UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO


Il risultato dell’esercizio aumenta, rispetto all’esercizio 2019, di 6.110 milioni di euro ed è così analizzabile:


(milioni di euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio

7.352

1.242

Attribuibile a:

Soci della Controllante:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.224

900

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

16

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

Partecipazioni di minoranza:

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

128

326

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile alle Partecipazioni di minoranza

128

326





Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 38

Utile (perdita) dell’esercizio

254


    


NOTA 39

RISULTATO PER AZIONE


2020

2019

Risultato per azione base

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

Meno: maggiorazione del dividendo per le azioni di risparmio (euro
0,011 per azione e comunque fino a capienza)

(66)

(66)

(milioni di euro)

7.158

850

Numero medio azioni ordinarie e risparmio

(milioni)

21.080

21.067

Risultato per azione base – Azione ordinaria

(euro)

0,34

0,04

Più: maggiorazione del dividendo per Azione di risparmio

0,01

0,01

Risultato per azione base – Azione di risparmio

(euro)

0,35

0,05

Risultato per azione base da attività in funzionamento

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento attribuibile
ai Soci della Controllante

7.224

900

Meno: quota della maggiorazione del dividendo per le azioni di
risparmio

(66)

(66)

(milioni di euro)

7.158

834

Numero medio azioni ordinarie e di risparmio

(milioni)

21.080

21.067

Risultato per azione base da Attività in funzionamento - Azione
ordinaria

(euro)

0,34

0,04

Più: maggiorazione del dividendo per Azione di risparmio

0,01

0,01

Risultato per azione base da Attività in funzionamento - Azione di
risparmio

(euro)

0,35

0,05

Risultato per azione base da Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad
essere cedute

(milioni di euro)

16

Numero medio azioni ordinarie e di risparmio

(milioni)

21.080

21.067

Risultato per azione base da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute – Azione ordinaria

(euro)

Risultato per azione base da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute – Azione di risparmio

(euro)

2020

2019

Numero medio di azioni ordinarie

15.051.766.083

15.039.368.195

Numero medio di azioni di risparmio

6.027.791.699

6.027.791.699

Totale

21.079.557.782

21.067.159.894













    

Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 39

Risultato per azione

255



2020

2019

Risultato per azione diluito

Utile (perdita) dell'esercizio attribuibile ai Soci della Controllante

7.224

916

Effetto diluitivo da piani di stock options e obbligazioni convertibili (*)

42

41

Meno: maggiorazione del dividendo per le azioni di risparmio (euro
0,011 per azione e comunque fino a capienza)

(66)

(66)

(milioni di euro)

7.200

891

Numero medio azioni ordinarie e risparmio

(milioni)

22.163

22.167

Risultato per azione diluito – Azione ordinaria

(euro)

0,33

0,04

Più: maggiorazione del dividendo per Azione di risparmio

0,01

0,01

Risultato per azione diluito – Azione di risparmio

(euro)

0,34

0,05

Risultato per azione diluito da attività in funzionamento

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento attribuibile
ai Soci della Controllante

7.224

900

Effetto diluitivo da piani di stock options e obbligazioni convertibili (*)

42

41

Meno: quota della maggiorazione del dividendo per le azioni di
risparmio

(66)

(66)

(milioni di euro)

7.200

875

Numero medio azioni ordinarie e di risparmio

(milioni)

22.163

22.167

Risultato per azione diluito da Attività in funzionamento - Azione
ordinaria

(euro)

0,33

0,04

Più: maggiorazione del dividendo per Azione di risparmio

0,01

0,01

Risultato per azione diluito da Attività in funzionamento - Azione di
risparmio

(euro)

0,34

0,05

Risultato per azione diluito da Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere cedute

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad
essere cedute

(milioni di euro)

16

Effetto diluitivo da piani di stock options e obbligazioni convertibili

Numero medio azioni ordinarie e di risparmio

(milioni)

22.163

22.167

Risultato per azione diluito da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute – Azione ordinaria

(euro)

Risultato per azione diluito da Attività cessate/Attività non correnti
destinate ad essere cedute – Azione di risparmio

(euro)

2020

2019

Numero medio di azioni ordinarie (*)

16.134.874.545

16.139.213.020

Numero medio di azioni di risparmio

6.027.791.699

6.027.791.699

Totale

22.162.666.244

22.167.004.719

(*) Il numero medio di azioni ordinarie include anche le potenziali azioni ordinarie relative ai piani di partecipazione al capitale dei dipendenti per i quali risultano soddisfatte le condizioni di performance (di mercato e non), nonché il numero teorico di azioni emettibili a seguito della conversione del prestito obbligazionario convertibile unsecured equity-linked. Conseguentemente, anche l’“Utile (perdita) netto dell’esercizio attribuibile ai Soci della Controllante” e l’“Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento attribuibile ai Soci della Controllante” sono stati rettificati per escludere gli effetti, al netto delle imposte, correlati ai piani di cui sopra e al prestito obbligazionario convertibile (+42 milioni di euro nel 2020; +41 milioni di euro nel 2019).



Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 39

Risultato per azione

256



Variazioni potenziali future di capitale

Nella tabella seguente sono riportate le variazioni potenziali future di capitale sulla base dell’emissione effettuata da TIM S.p.A. a marzo 2015 del prestito obbligazionario convertibile, del Piano di Azionariato Diffuso 2020 e dei piani di incentivazione azionaria di lungo termine, in essere al 31 dicembre 2020:

n. Azioni massime
emettibili

Capitale

(migliaia di euro)

Sovrapprezzo

(migliaia di euro)

Prezzo di sottoscrizione per azione

(euro)

Aumenti già deliberati (azioni ordinarie)

Piano di Azionariato Diffuso 2020 (emissione gratuita) (*)


Long Term Incentive Plan 2020-2022 (emissione gratuita)

42.114.637


180.000.000








Stock Options

222.114.637

Prestito obbligazionario 2015 convertibile (azioni ordinarie)(**)

1.112.718.371

2.000.000

n.d.

n.d.

Prestiti obbligazionari

1.112.718.371

2.000.000

Totale

1.334.833.008

2.000.000

(*)  Il numero massimo di azioni gratuite emettibili indicato è ottenuto applicando il rapporto di assegnazione pari a un terzo delle 126.343.913 nuove azioni ordinarie emesse a pagamento il 27 novembre 2020 (pari al 99,09% delle 127.500.000 offerte).

(**)  Il numero di azioni potenzialmente emettibili è indicato salvo aggiustamenti.



Per ulteriori informazioni si rimanda alle Note “Passività finanziarie (non correnti e correnti)” e “Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale”.






    



Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 39

Risultato per azione

257



NOTA 40

INFORMATIVA PER SETTORE OPERATIVO

a) Informativa per settore operativo

I settori operativi del Gruppo TIM, organizzati per quanto riguarda il business delle telecomunicazioni tenendo conto della relativa localizzazione geografica, sono i seguenti:

Domestic: comprende le attività in Italia relative ai servizi di fonia e dati su rete fissa e mobile per clienti finali (retail) e altri operatori (wholesale), le attività del gruppo Telecom Italia Sparkle che, in campo internazionale (in Europa, nel Mediterraneo e in Sud America), opera nell’ambito dello sviluppo di reti in fibre ottiche per clienti wholesale, le attività di Olivetti (prodotti e servizi per l’Information Technology) nonché, sino al 31 marzo 2020, INWIT S.p.A. (società operante nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche, nello specifico in quelle dedicate all’ospitalità di apparati di trasmissione radio per le reti di telefonia mobile sia di TIM sia di altri operatori) e le strutture di supporto al settore Domestic.

Brasile: comprende le attività di telecomunicazioni mobili e fisse in Brasile (TIM S.A.);

Altre attività: comprendono le imprese finanziarie (Telecom Italia Capital S.A. e Telecom Italia Finance S.A.) e le altre società minori non strettamente legate al “core business” del Gruppo TIM.

In considerazione del processo decisionale adottato dal Gruppo TIM, l’informativa per settore è esposta per i dati economico-patrimoniali operativi.

I risultati economici della gestione finanziaria, le imposte sul reddito dell’esercizio, nonché gli utili (perdite) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute sono esposti a livello consolidato.






Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 40

Informativa per settore operativo

258



Conto economico separato consolidato per settore operativo

(milioni di euro)

Domestic

Brasile

Altre attività

Rettifiche ed
Elisioni

Totale
consolidato

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

Ricavi da terzi

12.874

14.039

2.931

3.935

15.805

17.974

Ricavi infragruppo

31

39

2

2

(33)

(41)

Ricavi di settore

12.905

14.078

2.933

3.937

(33)

(41)

15.805

17.974

Altri proventi operativi

200

225

11

708

211

933

Totale ricavi e proventi operativi

13.105

14.303

2.944

4.645

(33)

(41)

16.016

18.907

Acquisti di materie e servizi

(5.129)

(5.042)

(1.070)

(1.450)

(3)

(6)

29

35

(6.173)

(6.463)

Costi del personale

(2.401)

(2.753)

(236)

(323)

(1)

(1)

(1)

(2.639)

(3.077)

di cui: accantonamento TFR

(1)

(7)

(1)

(7)

Altri costi operativi

(639)

(1.099)

(318)

(523)

(5)

(2)

1

(1)

(961)

(1.625)

di cui: svalutazioni e oneri su crediti,
accantonamenti a fondi

(334)

(825)

(132)

(249)

(466)

(1.074)

Variazione delle rimanenze

(13)

(132)

8

5

(1)

(1)

(6)

(128)

Attività realizzate internamente

416

431

79

97

7

9

502

537

EBITDA

5.339

5.708

1.407

2.451

(9)

(9)

2

1

6.739

8.151

Ammortamenti

(3.677)

(3.761)

(939)

(1.165)

(1)

(4.616)

(4.927)

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo
di attività non correnti

(19)

(60)

8

11

(11)

(49)

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di
attività non correnti

(8)

(8)

EBIT

1.635

1.887

476

1.297

(9)

(10)

2

1

2.104

3.175

Quota dei risultati delle partecipazioni
in imprese collegate e Joint Ventures
valutate con il metodo del patrimonio
netto

18

(3)

18

(3)

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni

454

3

Proventi finanziari

1.143

946

Oneri finanziari

(2.322)

(2.382)

Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

1.397

1.739

Imposte sul reddito

5.955

(513)

Utile (perdita) derivante dalle attività in funzionamento

7.352

1.226

Utile (perdita) da Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

16

Utile (perdita) dell’esercizio

7.352

1.242

Attribuibile a:

Soci della Controllante

7.224

916

Partecipazioni di minoranza

128

326


Ricavi per settore operativo


(milioni di euro)

Domestic

Brasile

Altre attività

Rettifiche ed
Elisioni

Totale
consolidato

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

Ricavi da Vendite prodotti-terzi

1.300

1.470

102

177

1.402

1.647

Ricavi da Vendite prodotti-infragruppo

Totale ricavi da Vendite prodotti

1.300

1.470

102

177

1.402

1.647

Ricavi da Prestazioni e servizi-terzi

11.574

12.569

2.829

3.758

14.403

16.327

Ricavi da Prestazioni e servizi-
infragruppo

31

39

2

2

(33)

(41)

Totale ricavi da Prestazioni e servizi

11.605

12.608

2.831

3.760

(33)

(41)

14.403

16.327

Totale Ricavi da terzi

12.874

14.039

2.931

3.935

15.805

17.974

Totale Ricavi infragruppo

31

39

2

2

(33)

(41)

Totale ricavi di settore

12.905

14.078

2.933

3.937

(33)

(41)

15.805

17.974






Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 40

Informativa per settore operativo

259



Acquisti di Attività immateriali, materiali e diritti d’uso su beni di terzi per settore operativo


(milioni di euro)

Domestic

Brasile

Altre attività

Rettifiche ed
Elisioni

Totale
consolidato

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

2020

2019

Acquisti di attività immateriali

1.004

871

193

193

1.197

1.064

Acquisti di attività materiali

1.682

1.964

456

680

2.138

2.644

Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi

843

800

519

416

1.362

1.216

Totale acquisti di attività immateriali
e materiali e diritti d'uso su beni di
terzi

3.529

3.635

1.168

1.289

4.697

4.924

di cui: investimenti industriali

2.748

2.912

661

872

3.409

3.784

di cui: incrementi di contratti di diritti
d'uso su beni di terzi/leasing

781

723

507

417

1.288

1.140


Distribuzione organici per settore operativo


(numero unità)

Domestic

Brasile

Altre attività

Totale consolidato

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

Organici

42.925

45.496

9.409

9.689

13

13

52.347

55.198


Attività e passività per settore operativo


(milioni di euro)

Domestic

Brasile

Altre attività

Rettifiche ed
Elisioni

Totale consolidato

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2020

31.12.2019

Attività operative non correnti

44.736

45.342

5.098

7.498

1

1

(1)

(1)

49.834

52.840

Attività operative correnti

3.755

3.964

845

1.166

19

6

(35)

(19)

4.584

5.117

Totale Attività operative

48.491

49.306

5.943

8.664

20

7

(36)

(20)

54.418

57.957

Partecipazioni valutate con il metodo del
patrimonio netto

2.728

11

2.728

11

Attività cessate/ Attività non correnti destinate ad essere cedute

4.647

Attività non allocate

16.088

7.489

Totale Attività

73.234

70.104

Totale Passività operative

10.535

10.645

1.191

1.739

29

38

(82)

(96)

11.673

12.326

Passività direttamente correlate ad Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute

805

Passività non allocate

32.721

34.347

Patrimonio netto

28.840

22.626

Totale Patrimonio netto e passività

73.234

70.104


b) Informativa per area geografica

Ricavi

Attività operative non correnti

(milioni di euro)

Ripartizione in base alla
localizzazione delle attività

Ripartizione in base alla
localizzazione dei clienti

Ripartizione in base alla
localizzazione delle attività

2020

2019

2020

2019

31.12. 2020

31.12. 2019

Italia

(a)

12.638

13.815

12.018

13.178

44.477

45.066

Estero

(b)

3.167

4.159

3.787

4.796

5.357

7.774

Totale

(a+b)

15.805

17.974

15.805

17.974

49.834

52.840


c) Informazioni in merito ai principali clienti

Nessuno dei clienti del Gruppo TIM supera il 10% dei ricavi consolidati.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 40

Informativa per settore operativo

260




NOTA 41

OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Sono qui di seguito riportate le tabelle riepilogative dei saldi relativi alle operazioni con parti correlate nonché l’incidenza di detti importi sui corrispondenti valori di conto economico separato consolidato, della situazione patrimoniale - finanziaria consolidata e di rendiconto finanziario consolidato.

Le operazioni con parti correlate, quando non dettate da specifiche condizioni normative, sono state di norma regolate a condizioni di mercato; la loro realizzazione è avvenuta nel rispetto della procedura interna che contiene le regole volte ad assicurarne la trasparenza e la correttezza ai sensi del Regolamento Consob n. 17221/2010, consultabile nella versione in vigore sul sito gruppotim.it, sezione il Gruppo – canale Sistema di Governance.

Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle singole voci di conto economico separato consolidato del Gruppo per l’esercizio 2020 e 2019 sono riportati qui di seguito:



VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO 2020

(milioni di euro)

Totale

Società
collegate,
controllate di
collegate e
joint ventures

Altre parti
correlate (*)

Fondi Pensione

Dirigenti con
responsabilità
strategiche
dell'impresa

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Ricavi

15.805

90

4

94

0,6

Altri proventi operativi

211

1

1

0,5

Acquisti di materie e
servizi

6.173

250

113

363

5,9

Costi del personale

2.639

73

16

89

3,4

Altri costi operativi

961

2

2

0,2

Ammortamenti

4.616

39

39

0,8

Oneri finanziari

2.322

15

15

0,6

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con  responsabilità strategiche dell’impresa.



VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO 2019

(milioni di euro)

Totale

Società collegate, controllate di collegate e joint ventures



Altre parti
correlate (*)

Fondi Pensione

Dirigenti con
responsabilità
strategiche
dell'impresa

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Ricavi

17.974

2

2

4

Acquisti di materie e
servizi

6.463

6

141

147

2,3

Costi del personale

3.077

76

20

96

3,1

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con  responsabilità strategiche dell’impresa.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

261





Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle singole voci della situazione patrimoniale-finanziaria consolidata del Gruppo al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono riportati qui di seguito:


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA AL 31.12.2020

(milioni di euro)

Totale

Società collegate,
controllate di
collegate e joint
ventures

Altre parti
correlate (*)

Fondi Pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Indebitamento finanziario
netto

Passività finanziarie non
correnti per contratti di
locazione passiva

4.199

313

313

7,5

Passività finanziarie correnti
per contratti di locazione
passiva

631

50

50

7,9

Altre partite patrimoniali

Diritti d’uso su beni di terzi

4.992

347

347

7,0

Crediti commerciali, vari e
altre attività correnti

4.346

57

4

61

1,4

Debiti vari e altre passività
non correnti

3.602

2

1

3

0,1

Debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

6.588

101

40

22

163

2,5

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci
e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA AL 31.12.2019

(milioni di euro)

Totale

Società collegate, controllate di collegate e joint ventures



Altre parti
correlate (*)

Fondi pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Indebitamento finanziario
netto

Passività finanziarie non
correnti per contratti di
locazione passiva

4.576

1

1

Altre partite patrimoniali

Crediti commerciali, vari e
altre attività correnti

4.857

2

6

8

0,2

Debiti vari e altre passività
non correnti

3.214

1

1

Debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

7.218

4

34

23

61

0,8

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci
e Dirigenti con  responsabilità strategiche dell’impresa.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

262




Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle voci rilevanti di rendiconto finanziario consolidato del Gruppo per l’esercizio 2020 e 2019 sono riportati qui di seguito:


VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO 2020

(milioni di euro)

Totale

Società collegate,
controllate di
collegate e joint
ventures

Altre parti
correlate (*)

Fondi Pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Acquisti di attività
immateriali, attività
materiali e diritti d'uso su
beni di terzi per competenza

4.697

378

378

8,0

Dividendi pagati

390

36

36

9,2

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci
e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.


VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO 2019

(milioni di euro)

Totale

Società collegate,
controllate di
collegate e joint
ventures

Altre parti
correlate (*)

Fondi Pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Acquisti di attività
immateriali, attività
materiali e diritti d'uso su
beni di terzi per competenza

4.924

2

2

0,0

(*) Gruppo Vivendi e società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci
e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.





















Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

263





Operazioni verso società collegate, controllate di collegate e joint ventures

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO

(milioni di euro)

2020

2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Ricavi

INWIT S.p.A.

89

Servizi di fonia e trasmissione dati a uso sociale, servizi
ICT di Desktop Management, cessione in modalità IRU
di Fibra Ottica Scura e Infrastrutture Locali, servizio
Easy IP ADSL, servizi di progettazione e realizzazione
small cell, locazioni immobiliari, manutenzione siti,
fornitura di energia elettrica e outsourcing
amministrativo (per il periodo aprile-dicembre 2020).

NordCom S.p.A.

1

1

Servizi di fonia fissa e mobile, apparati, collegamenti
rete dati ed outsourcing.

Altre minori

1

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche la società Asscom S.r.l. oggetto di
cessione a giugno 2020.

Totale ricavi

90

2

Altri proventi operativi

1

Acquisti di materie e servizi

INWIT S.p.A.

242

Fornitura di servizi su siti SRB come la messa a
disposizione dell'infrastruttura passiva ed i sistemi di
alimentazione, servizi di monitoraggio e sicurezza
(allarmistica) e servizi di gestione e manutenzione
(MSA).

W.A.Y. S.r.l.

6

5

Fornitura, allestimenti e servizi di assistenza tecnica per
apparecchiature di geolocalizzazione nell'ambito di
offerte a clienti TIM, sviluppi evolutivi della piattaforma
software CCS dedicata al servizio Company Car Sharing
di TIM.

Altre minori

2

1

Totale acquisti di materie e servizi

250

6

Altri costi operativi

2

Penali per inadempienze contrattuali sui servizi di
gestione manutenzione verso INWIT S.p.A. (per il
periodo aprile-dicembre 2020)

Ammortamenti

39

Ammortamento diritti d'uso connessi all'iscrizione di
maggiori attività non correnti ammortizzate per la
durata contrattuale residua, verso INWIT S.p.A. (per il
periodo aprile-dicembre 2020)

Oneri finanziari

15

Oneri finanziari per interessi connessi alle passività
finanziarie per diritti d'uso verso INWIT S.p.A. (per il
periodo aprile-dicembre 2020)













Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

264







VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Indebitamento finanziario netto

Passività finanziarie non correnti

313

Passività finanziarie non correnti connesse
all'iscrizione di diritti d'uso per contratti di locazione
passiva verso INWIT S.p.A.

Passività finanziarie correnti

50

Passività finanziarie correnti connesse all'iscrizione
di diritti d’uso per contratti di locazione passiva
verso INWIT S.p.A.

Altre partite patrimoniali

Diritto d’uso su beni di terzi

347

Diritti d’uso connessi all’iscrizione di maggiori
attività non correnti ammortizzate per la durata
contrattuale residua verso INWIT S.p.A.

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

INWIT S.p.A.

55

Servizi di fonia e trasmissione dati ad uso sociale,
licenze Microsoft, fornitura apparati, Hosting
evoluto, servizi ICT di Desktop Management, servizi
Vai e manutenzione SAP, assistenza posta
elettronica, implementazione e gestione
piattaforma IoT, servizi di sicurezza SAG per
l’autorità giudiziaria, cessione in modalità IRU di
Fibra Ottica Scura e infrastrutture locali, servizio
Easy IP ADSL, servizi di progettazione e
realizzazione small cell, locazioni immobiliari,
outsourcing amministrativo e dividendi da
incassare.

W.A.Y. S.r.l.

2

2

Costi differiti per fornitura di piattaforme
personalizzate, offerte applicativi e servizi di fonia
fissa e mobile.

Totale crediti commerciali vari e
altre attività correnti

57

2

Debiti vari e altre passività non
correnti

2

Ricavi contrattuali differiti verso INWIT S.p.A..

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

INWIT S.p.A.

98

Fornitura di servizi su siti SRB , servizi di
monitoraggio e sicurezza, servizi di gestione e
manutenzione.

Movenda S.p.A.

1

1

Fornitura e certificazione SIM-card, sistemi
software.

W.A.Y. S.r.l.

2

2

Fornitura, allestimenti e servizi di assistenza tecnica
per apparecchiature di geolocalizzazione
nell'ambito di offerte a clienti TIM, sviluppi evolutivi
della piattaforma software CCS dedicata al servizio
Company Car Sharing di TIM.

Altre minori

1

Totale debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

101

4








Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

265






VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO


(milioni di euro)

2020

2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Acquisti di attività immateriali,
attività materiali e diritti d'uso su
beni di terzi per competenza

INWIT S.p.A.

376

Maggior valore di diritti d'uso a seguito di nuovi
contratti o variazione di contratti esistenti di
locazione passiva (per il periodo aprile-dicembre
2020)

Movenda S.p.A.

1

1

Fornitura e sviluppi sistemi software.

Altre minori

1

1

Totale acquisti di attività
immateriali, attività materiali e
diritti d'uso su beni di terzi per
competenza

378

2

Al 31 dicembre 2020 TIM S.p.A. ha prestato garanzie nell’interesse della joint venture INWIT S.p.A. per 14 milioni di euro.





























Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

266




Operazioni verso altre parti correlate (sia per il tramite di Amministratori, Sindaci e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa, sia in quanto partecipanti ai patti parasociali ai sensi dell’art. 122 del Testo Unico della Finanza)

Sono di seguito esposti i rapporti con:

Gruppo Vivendi e società del gruppo a cui la stessa appartiene (per effetto delle delibere del Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A. del 3 maggio e del 1° giugno 2017);

Società correlate per il tramite di Amministratori nominati il 4 maggio 2018;

Società correlate per il tramite di Amministratori cessati al 4 maggio 2018.

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


(milioni di euro)

2020

2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Ricavi

Altri Amministratori o per il tramite di

3

1

Servizi di fonia fissa, mobile ed apparati.

Gruppo Havas

1

Servizi di fonia fissa e mobile.

Gruppo Vivendi

1

Servizi di affitto circuiti e realizzazione studio di fattibilità
per routing e soluzioni di interfaccia cavo sottomarino in
America.

Totale ricavi

4

2

Acquisti di materie e servizi

Gruppo Havas

109

137

Acquisto di spazi media per conto del Gruppo TIM e, in
misura minore, studio e realizzazione di campagne
pubblicitarie.

Gruppo Vivendi

4

4

Acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi
(TIMmusic e TIMvision) e fornitura di giochi cloud D&P
(TIMgames).

Totale acquisti di materie e servizi

113

141



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

267




VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Indebitamento finanziario netto

Passività finanziarie non correnti

1

Passività finanziarie non correnti connesse all'iscrizione
di diritti d’uso per contratti di locazione passiva


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Altre partite patrimoniali

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

Altri Amministratori o per il tramite di

3

1

Servizi di fonia fissa, mobile ed apparati.

Gruppo Havas

4

Risconti attivi connessi a costi per servizi pubblicitari.

Gruppo Vivendi

1

Diritti serie TV.

Altre minori

1

Totale crediti commerciali, vari e
altre attività correnti

4

6

Debiti vari e altre passività non
correnti

1

1

Risconti passivi per vendita IRU verso il gruppo Vivendi.

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

Altri Amministratori o per il tramite di

1

Gruppo Havas

37

33

Acquisto di spazi media per conto del Gruppo TIM e, in
misura minore, studio e realizzazione di campagne
pubblicitarie.

Gruppo Vivendi

2

1

Acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi 
(TIMmusic e TIMvision) e fornitura di giochi cloud D&P
(TIMgames).

Totale debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

40

34



VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO


(milioni di euro)

2020

2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Dividendi pagati

Gruppo Vivendi

36

Totale Dividendi pagati

36
















Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

268








Operazioni verso fondi pensione

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO CONSOLIDATO


(milioni di euro)

2020

2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Costi del personale

Contribuzione ai fondi pensione.

Fontedir

9

7

Telemaco

60

65

Altri fondi pensione

4

4

Totale costi del personale

73

76


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CONSOLIDATA


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

TIPOLOGIA CONTRATTI

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

Debiti relativi alla contribuzione ai fondi pensione
ancora da versare.

Fontedir

3

3

Telemaco

19

20

Altri fondi pensione

Totale debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

22

23





















Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

269






Compensi a dirigenti con responsabilità strategiche dell’impresa

Nell’esercizio 2020, i compensi contabilizzati per competenza da TIM o da società controllate del Gruppo per i dirigenti con responsabilità strategiche sono stati pari a 16,0 milioni di euro (20 milioni di euro nell'esercizio 2019) suddivisi come segue:

(milioni di euro)

2020

2019

Compensi a breve termine

11,1 (1)

11,9 (3)

Compensi a lungo termine

0,3 (4)

Indennità per la cessazione anticipata del rapporto di lavoro

2,3 (0)

5,6 (5)

Pagamenti in azioni (*)

2,6 (2)

2,2 (0)

Totale

16,0 (0)

20,0 (0)

(*) Si riferiscono al fair value, maturato al 31 dicembre, dei Diritti sui piani di incentivazione di TIM S.p.A. e sue controllate basati su azioni (Long Term Incentive  e Piani delle società controllate).

(1) di cui  1,0  milioni di euro contabilizzati dalle società controllate;

(2) di cui  0,4  milioni di euro contabilizzati dalle società controllate;

(3) di cui  1,2  milioni di euro contabilizzati dalle società controllate;

(4) di cui  0,3  milioni di euro contabilizzati dalle società controllate;

(5) di cui  1,0  milioni di euro contabilizzati dalle società controllate.


I compensi a breve termine sono erogati nel corso dell’esercizio di riferimento, comunque entro i sei mesi successivi alla chiusura dello stesso e, nel 2020, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2019 pari a -0,6 milioni di euro.


I compensi a lungo termine, al 31 dicembre 2019, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2018 pari a -0,5 milioni di euro.


Le indennità per la cessazione anticipata del rapporto di lavoro, al 31 dicembre 2019, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2018 pari a -0,2 milioni di euro.


I pagamenti in azioni, al 31 dicembre 2019, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2018 del Piano di LTI 2018/2020 per -0,4 milioni di euro.


Nell’esercizio 2020, i contributi versati per piani a contribuzione definita (Assida e Fontedir) da TIM S.p.A. o da società controllate del Gruppo a favore dei dirigenti con responsabilità strategiche, sono stati pari a 135.000 euro (141.000 euro al 31 dicembre 2019)



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

270




Nell’esercizio 2020 i “Dirigenti con responsabilità strategiche dell’impresa”, ossia coloro che hanno il potere e la responsabilità, direttamente o indirettamente, della pianificazione, della direzione e del controllo delle attività del Gruppo TIM, compresi gli amministratori, sono così individuati:


Amministratori:

Luigi Gubitosi

Amministratore Delegato e Chief Executive Officer di TIM S.p.A.

Direttore Generale

Dirigenti:

Pietro Labriola

Diretor Presidente Tim S.A.

Lorenzo Forina

(1)

Chief Revenue Officer

Federico Rigoni

(2)

Michele Gamberini

Chief Technology & Information Officer

Stefano Grassi

Responsabile Security

Luciano Sale

Responsabile Human Resources, Organization & Real Estate

Giovanni Gionata Massimiliano Moglia

Chief Regulatory Affairs & Wholesale Market Officer

Carlo Nardello

Chief Strategy, Customer Experience & Transformation Officer

Agostino Nuzzolo

Responsabile Legal and Tax

Giovanni Ronca

Chief Financial Officer

Elisabetta Romano

(4)

Chief Innovation & Partnership Officer

Federico Rigoni

(1)

Responsabile Procurement

Nicola Grassi

(3)

Stefano Siragusa

Chief Operations Officer

(1) fino al 4 febbraio 2020;

(2) dal 5 febbraio 2020;

(3) dal 16 marzo 2020;

(4) fino al 5 agosto 2020.

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 41

Operazioni con parti correlate

271



NOTA 42

PIANI RETRIBUTIVI SOTTO FORMA DI PARTECIPAZIONE AL CAPITALE

I piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale, in essere al 31 dicembre 2020 sono utilizzati a fini di retention e di incentivazione a lungo termine dei manager e del personale del Gruppo.

E’ di seguito presentato un sommario dei piani in essere al 31 dicembre 2020.

Descrizione dei piani di stock option

Per quanto concerne il Piano di Stock Option 2014-2016 di TIM S.p.A., già presente al 31 dicembre 2019, il periodo di esercizio si è concluso il 24 marzo 2020 e le totalità delle opzioni assegnate, non esercitate, sono decadute.

Piani di Stock Option di TIM S.A. (ex Tim Participações S.A.)

Il 10 aprile 2014 è stato approvato dall’Assemblea Generale degli Azionisti di Tim Participações S.A. (ora incorporata in TIM S.A.) il piano di incentivazione a lungo termine a favore di dirigenti operanti in posizioni chiave della società e delle sue controllate. L’esercizio delle opzioni non è condizionato al raggiungimento di obiettivi specifici di performance, ma il prezzo di esercizio è rivisto al rialzo o al ribasso in relazione alla performance delle azioni Tim Participações S.A. in un ranking di Total Shareholder Return, dove sono comparate, durante ogni anno di vigenza del piano, le imprese del settore delle Telecomunicazioni, Information Technology e Media.

Il periodo di vesting è di 3 anni (un terzo per anno), la vigenza delle opzioni è di 6 anni e la società non ha l'obbligo giuridico di riacquistare o di regolare le opzioni in contanti o in qualsiasi altra forma.

Anno 2014

Il 29 settembre 2014, agli assegnatari delle opzioni è stato concesso il diritto di acquistare complessivamente 1.687.686 azioni. Al 31 dicembre 2020 non sono presenti opzioni esercitabili. Sul totale attribuito, 1.558.043 opzioni sono state annullate, per recesso dei partecipanti dalla società o per aver raggiunto la durata di 6 anni, e sono state esercitate 129.643 opzioni.

Anno 2015

Il 16 ottobre 2015, agli assegnatari delle opzioni è stato concesso il diritto di acquistare complessivamente 3.355.229 azioni. Al 31 dicembre 2020 sono considerate vested il 100% delle opzioni. Del totale concesso, 1.646.080 opzioni sono state cancellate per l’uscita dall’azienda dei partecipanti. Del saldo residuo pari a 1.709.149 opzioni, 1.687.378 sono state esercitate e 21.771 sono ancora esercitabili.

Anno 2016

L’8 novembre 2016, agli assegnatari delle opzioni è stato concesso il diritto di acquistare complessivamente 3.922.204 azioni.

Al 31 dicembre 2020 sono considerate vested il 100% delle opzioni. Del totale concesso, 1.727.424 opzioni sono state cancellate per l’uscita dall’azienda dei partecipanti. Del saldo residuo pari a 2.194.780 opzioni, 1.899.717 sono state esercitate e 295.063 sono ancora esercitabili.

Descrizione degli altri piani retributivi

TIM S.p.A. - Special Award 2016 – 2019

Come previsto dal Regolamento, a valle dell’approvazione del Bilancio per l’esercizio 2019, si è proceduto alla liquidazione dei premi maturati nell’ambito del Piano. Pertanto, ad aprile 2020 è stato erogato ai destinatari un premio in cash pari complessivamente a 486.000 euro (20% del premio maturato) e sono state assegnate complessivamente n. 2.492.305 di azioni ordinarie (80% del premio maturato).

TIM S.p.A. - Long Term Incentive Plan 2018-2020

Il Piano, approvato dall’Assemblea degli Azionisti di Telecom Italia S.p.A. del 24 aprile 2018, prevedeva un periodo di vesting di tre anni (2018-2020) e l’assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Telecom Italia S.p.A. in funzione del raggiungimento di due condizioni di performance, quali accertate dal Consiglio di Amministrazione in sede di approvazione del Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020:

performance media relativa dell’azione ordinaria TIM rispetto alla performance media di mercato di un peer basket, nei trimestri precedenti l’inizio e il fine periodo (peso 70%). Il peer basket è costituito dalle seguenti



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 42

Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

272



Società: Deutsche Telekom AG, Vodafone Group PLC, Telefonica SA, Orange SA, BT Group PLC, Telenor ASA, Swisscom AG, Telia Co AB, Koninklijke KPN NV, Proximus SADP, Elisa OYJ;

equity free cash flow cumulato nel triennio 2018-2020 (peso 30%). Questo parametro è legato alla generazione di cassa, inteso come flusso di cassa netto prima del dividendo e dell’investimento in frequenze. Rappresenta il Free Cash Flow disponibile per il pagamento dei dividendi, il rimborso del debito, l’impatto dello IAS 17 (leasing finanziario) e l’investimento in frequenze e non include l’impatto finanziario di eventuali operazioni di acquisizione e/o cessione di partecipazioni (M&A).

Il Piano ha avuto due tranche di assegnazione: la prima riservata all’Amministratore Delegato con un numero massimo di azioni al servizio pari a 30.000.000 e la seconda rivolta ad una parte selezionata del management del Gruppo (con un numero massimo di azioni al servizio pari a 55.000.000).

A valle della consuntivazione dei risultati del triennio di vesting 2018-2020, saranno determinati i livelli di raggiungimento dei due parametri indicati così da quantificare l’eventuale maturazione di quote di premio in azioni.

TIM S.p.A. - Long Term Incentive Plan 2020-2022

L’Assemblea degli Azionisti del 23 aprile 2020 ha approvato il lancio del nuovo Piano di Incentivazione di lungo periodo denominato LTI 2020-2022, di tipo rolling ed equity based. Il Consiglio di Amministrazione del 18 maggio 2020 ha dato successivamente avvio al primo ciclo del nuovo Piano, per il triennio 2020-2022, assegnandolo contestualmente all’Amministratore Delegato.

Il primo ciclo è rivolto a 147 risorse del Gruppo TIM: l’Amministratore Delegato, il Top Management e un segmento selezionato della dirigenza del Gruppo TIM.

Ciascun ciclo di piano è suddiviso in due parti:

Performance Share: assegnazione gratuita di azioni ordinarie della Società la cui maturazione è soggetta ad un gate di accesso collegato al valore dell’azione e a due condizioni di performance di tipo azionario ed industriale, di seguito riportate.

Attraction/Retention Share: assegnazione gratuita di azioni ordinarie della Società, la cui maturazione è soggetta alla continuità del rapporto di lavoro con TIM o Società del Gruppo TIM.

Relativamente alla componente di Performance Share, le condizioni di performance sono le seguenti:

gate di accesso, rappresentato dal valore del titolo, che al termine di ciascun ciclo deve essere uguale o maggiore al valore del titolo all’avvio del medesimo (si fa riferimento al valore normale dell’azione pari alla media dei prezzi ufficiali di chiusura di Borsa dei 30 giorni antecedenti all’avvio e alla fine del ciclo di Piano);

rapporto NFP/EBITDA, con peso relativo pari a 40%;

performance relativa (TSR) del titolo azionario ordinario rispetto ad un paniere di Peers, con peso relativo pari al 60%.

Ad entrambe le componenti (Performance Share e Attraction/Retention Share) sarà applicato un meccanismo di bonus/malus del payout pari al 4%, collegato, in pari misura, alla crescita della % di utilizzo di energie rinnovabili sul totale dell’energia e alla riduzione di emissioni indirette di CO2.

Per il CEO, il 100% della pay opportunity è collegata alla componente di Performance Share.  Per i restanti manager destinatari, il 70% della Pay Opportunity è collegata al Performance Share e il restante 30% alle Attraction/Retention Share.

TIM S.p.A. – Piano di Azionariato Diffuso 2020

In attuazione delle determinazioni assunte in data 23 aprile 2020 dall’Assemblea straordinaria e successivamente in data 18 maggio 2020 dal Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia S.p.A., il 16 giugno 2020 si è aperta la campagna di adesione al Piano di Azionariato Diffuso 2020.

L’obiettivo del Piano è stato l’attribuzione ai dipendenti del Gruppo della facoltà di investire in azioni della Società, allo scopo di aumentarne la motivazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali e rafforzarne il senso di appartenenza all’impresa.

Il Piano di Azionariato Diffuso 2020 è consistito nell’offerta di sottoscrizione a pagamento di azioni ordinarie della Società a sconto rispetto al prezzo di mercato ed era rivolto ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato della Società o di società da questa controllate con sede in Italia, ad esclusione della categoria dei “Top Managers”.

Ai dipendenti che conserveranno le azioni sottoscritte per il periodo di un anno dalla data di assegnazione, subordinatamente al mantenimento della qualifica di dipendenti, saranno assegnate a titolo gratuito azioni ordinarie della Società nel rapporto di 1 azione gratuita (la “Bonus Share”) ogni 3 azioni sottoscritte a pagamento.

Per la sottoscrizione delle azioni, erano previste due modalità di pagamento alternative e integrative tra loro: versamento in denaro mediante bonifico bancario e/o anticipazione del Trattamento di Fine Rapporto.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 42

Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

273



A servizio dell’iniziativa era prevista un’emissione di massime n. 127.500.000 nuove azioni, da offrire in sottoscrizione a pagamento e, successivamente, l’emissione di massime n. 42.500.000 nuove azioni, senza aumento di capitale, in funzione dell’assegnazione gratuita di n. 1 Bonus Share per ogni n. 3 azioni sottoscritte.

L’offerta delle azioni si è svolta dal 16 giugno al 30 ottobre 2020; le azioni sono state sottoscritte al prezzo unitario di 0,31 euro, corrispondente alla media aritmetica dei prezzi ufficiali rilevati dal 17 maggio 2020 al 15 giugno 2020, scontata del 10%.

In data 27 novembre 2020 sono state emesse 126.343.913 azioni ordinarie Telecom Italia nei confronti dei sottoscrittori. In conformità alla citata delibera assembleare l’emissione delle nuove azioni non ha dato origine ad aumento del capitale sociale e il relativo controvalore di sottoscrizione è stato imputato a riserva sovrapprezzo azioni.

TIM S.A. (ex Tim Participações S.A.) – Long Incentive Plan 2018-2020

Il 19 aprile 2018 è stato approvato dall’Assemblea Generale degli Azionisti di Tim Participações S.A. (ora incorporata in TIM S.A.) il piano di incentivazione a lungo termine a favore di dirigenti operanti in posizioni chiave della società. Il piano si propone di premiare i partecipanti con azioni emesse dalla società, soggette a determinate condizioni temporali e di performance (al raggiungimento di obiettivi specifici). Il periodo di vesting è di 3 anni (misurazione annuale) e la società non ha l'obbligo giuridico di riacquistare o di regolare le azioni in contanti o in qualsiasi altra forma. La quota delle azioni legate alla performance (70%) è concessa in misura di 1/3 per anno, se viene raggiunta la performance definita; e la restante quota delle azioni (30%) è concessa dopo 3 anni dall’assegnazione (restricted share).

Il piano - oltre il trasferimento delle azioni ai beneficiari - prevede anche la possibilità di premiare i partecipanti attraverso la liquidazione del valore equivalente in cash.

Anno 2018

Il 20 aprile 2018 ai beneficiari del piano è stato riconosciuto il diritto di ricevere complessivamente 849.932 azioni, di cui 594.954 performance shares, vincolate a condizioni di performance e con vesting graduale per 3 anni, e 254.978 restricted shares, con vesting totale di 3 anni.

Al 31 dicembre 2020, il primo e il secondo periodo di vesting delle performance shares del programma erano terminati:

Primo periodo di vesting: in conformità ai risultati approvati il 29 maggio 2019, sono state trasferite ai beneficiari 115.949 azioni, di cui 91.708 relative al volume originario maturato, 20.594 concesse in base al livello di raggiungimento degli obiettivi e 3.647 azioni per effetto dei dividendi distribuiti nel periodo. Per i partecipanti trasferiti ad altre società facenti parte del Gruppo, secondo le regole previste dal Piano, è stato considerato il pagamento in cash dell'importo corrispondente a 3.685 azioni (2.915 relativo al volume originario maturato, 654 riconosciute in funzione del livello di raggiungimento degli obiettivi e 116 dovute ai dividendi distribuiti nel periodo).

Secondo periodo di vesting: in conformità ai risultati approvati il 17 giugno 2020 sono state trasferite ai beneficiari 87.766 azioni, di cui 83.181 relative al volume originario maturato, 70 scontate in base al livello di raggiungimento degli obiettivi e 4.655 azioni per dividendi distribuiti nel periodo. Per i partecipanti trasferiti ad altre società facenti parte del Gruppo, secondo le regole previste dal Piano, è stato considerato il pagamento in cash dell'importo corrispondente a 3.084 azioni (2.915 relative al volume originario maturato, 5 riconosciute in funzione del livello di raggiungimento degli obiettivi e 164 dovute ai dividendi distribuiti nel periodo).

Al 31 dicembre 2020, del totale assegnato pari a 849.932 azioni, 469.619 sono state annullate per l’uscita dei beneficiari dalla società partecipante, 203.715 azioni sono state trasferite ai beneficiari (174.889 relative al volume originario maturato, 20.524 da performance raggiunta e 8.302 per pagamento dei dividendi in azioni) e 6.769 azioni sono state valorizzate e pagate in cash (5.830 relative al volume originario maturato, 659 da performance raggiunte e 280 per pagamento di dividendi in azioni), lasciando così un saldo di 199.594 azioni maturabili a fine periodo.

Anno 2019

Il 30 luglio 2019 ai beneficiari del piano è stato riconosciuto il diritto di ottenere complessivamente 930.662 azioni, di cui 651.462 performance shares, vincolate a condizioni di performance e con vesting graduale per 3 anni, e 279.200 restricted shares, con vesting totale di 3 anni.

Al 31 dicembre 2020, il primo periodo di vesting delle performance shares è terminato:

Primo periodo di vesting: in conformità ai risultati approvati il 29 luglio 2020, sono state trasferite ai beneficiari 309.557 azioni, di cui 209.349 relative al volume originario maturato, 83.672 riconosciute in base al livello di raggiungimento degli obiettivi e 16.536 azioni per effetto dei dividendi distribuiti nel periodo.

Fino al 31 dicembre 2020, del totale assegnato pari a 930.662 azioni, 33.418 sono state annullate per uscita dei beneficiari dalla società partecipante e 309.557 azioni sono state trasferite ai beneficiari (di cui 209.349 per maturazione, 83.672 da performance raggiunte e 16.536 per pagamento di dividendi in azioni), lasciando così un saldo di 687.895 azioni maturabili a fine periodo.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 42

Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

274



Anno 2020

Il 14 aprile 2020 ai beneficiari del piano è stato riconosciuto il diritto di ricevere complessivamente 796.054 azioni, di cui 619.751 performance shares, vincolate a condizioni di performance e con vesting graduale per 3 anni, e 176.303 restricted shares, con vesting totale di 3 anni.

Al 31 dicembre 2020, non è ancora terminato il primo periodo di vesting.

Modalità di valutazione al fair value delle opzioni e diritti assegnati

Parametri utilizzati per la determinazione del fair value – TIM S.p.A.

Piani/Parametri


Prezzo
esercizio
(euro)

Valore normale (euro)

(1)

Volatilità
(2)

Durata

Dividendi attesi

(euro)

(3)

Tasso di interesse senza rischio

(4)

Piano LTI 2018 – 2020 – componente equity

-

0,63

n.a.

3 anni

_

-0,552% a 3
anni

Piano LTI 2018 – 2020 – componente equity
(assegnazione biennale CEO)

-

0,51

n.a.

2 anni

_

-0,594% a 2
anni

Piano LTI 2018 – 2020 – componente equity
(assegnazioni biennali)

-

0,48

n.a.

2 anni

_

-0,569% a 2
anni

Piano LTI 2018 – 2020 – componente equity
(assegnazioni biennali)

-

0,48

n.a.

2 anni

_

-0,570% a 2
anni

Piano LTI 2020-2022

-

0,35

n.a.

3 anni

0,01

-0,714% a 3
anni

Piano di Azionariato Diffuso 2020

-

0,333861

n.a.

1 anno

0,01

-0,699% a 1
anno

(1)Media aritmetica dei prezzi ufficiali delle Azioni rilevati a partire dal giorno di borsa aperta precedente quello di assegnazione sino al trentesimo giorno di calendario ordinario precedente (entrambi inclusi) sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., calcolata utilizzando come divisore soltanto i giorni cui si riferiscono le quotazioni prese a base del calcolo, con troncamento al secondo decimale.

(2)In funzione degli obiettivi di performance del piano sono stati considerati i valori di volatilità del titolo TIM e, ove del caso, dei titoli delle società delle principali società del settore delle telecomunicazioni “peer basket”.

(3)I dividendi sono stati stimati in base ai dati dell’agenzia Bloomberg.

(4)Il tasso di interesse privo di rischio fa riferimento al tasso dei titoli governativi della Repubblica Federale di Germania (benchmark di mercato per le operazioni in euro) con scadenza coerente al periodo di riferimento alla data di valutazione.

Parametri utilizzati per le assegnazioni di TIM S.A. (ex Tim Participações S.A.)

Piani/Parametri


Prezzo
base
azioni
(reais)

Valore normale

(reais)

Volatilità

Durata

Dividendi attesi

(reais)

Tasso di interesse senza rischio


Piano stock option 2011

8,84

n.a.

51,73%

6 anni

-

11,94% annuo

Piano stock option 2012

8,96

n.a.

50,46%

6 anni

-

8,89% annuo

Piano stock option 2013

8,13

n.a.

48,45%

6 anni

-

10,66% annuo

Piano stock option 2014

13,42

n.a.

44,60%

6 anni

-

10,66% annuo

Piano stock option 2015

8,45

n.a.

35,50%

6 anni

-

16,10% annuo

Piano stock option 2016

8,10

n.a.

36,70%

6 anni

-

11,73% annuo

Piano PS/RS 2018

n.a.

14,41

n.a.

3 anni

n.a.

n.a.

Piano PS/RS 2019

n.a.

11,28

n.a.

3 anni

n.a.

n.a.

Piano PS/RS 2020

n.a.

14,40

n.a.

3 anni

n.a.

n.a.

I parametri sono caratteristici di un piano basato su opzioni, considerando l'utilizzo del fair value appropriato solo per i Piani di Stock Options.

Effetti sul risultato economico e sulla situazione patrimoniale - finanziaria

I piani retributivi che prevedono una remunerazione in strumenti di capitale sono rilevati al fair value (fatto salvo il Piano 2018 di Tim Participações) che rappresenta il costo di tali strumenti alla data di assegnazione ed è rilevato a conto economico separato tra i “costi del personale” lungo il periodo intercorrente tra la data di assegnazione e quella di maturazione (vesting period) con contropartita una riserva di patrimonio netto (“Altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto”). La parte dei piani che prevede la corresponsione di compensi in denaro è iscritta tra le passività in contropartita dei “Costi del personale”. I piani retributivi che prevedono una remunerazione in strumenti di capitale non hanno impatti significativi né sul risultato economico né sulla situazione patrimoniale e finanziaria al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 42

Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

275



NOTA 43

EVENTI ED OPERAZIONI SIGNIFICATIVI NON RICORRENTI

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, sono di seguito esposte le informazioni circa l’impatto sui risultati economici, finanziari e patrimoniali del Gruppo TIM, degli eventi e operazioni non ricorrenti dell’esercizio 2020. Gli effetti non ricorrenti su Patrimonio Netto e Utile (perdita) dell’esercizio sono espressi al netto degli impatti fiscali.


(milioni di euro)

Patrimonio
Netto

Utile (perdita)
dell'esercizio

Indebitamento
finanziario
netto
contabile

Flussi
finanziari
(*)

Valore di bilancio

(a)

28.840

7.352

23.714

1.465

Rettifiche ricavi

(28)

(28)

Altri proventi operativi

1

1

(22)

22

Acquisti di materie e servizi - Oneri connessi ad accordi e allo
sviluppo di progetti non ricorrenti ed altri costi

(46)

(46)

47

(47)

Costi del personale - Oneri connessi a processi di
riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

(52)

(52)

360

(360)

Altri costi operativi - Oneri conseguenti a contenziosi e
sanzioni di carattere regolatorio e a potenziali passività ad
essi correlati, oneri connessi a vertenze con personale ex
dipendente e passività con clienti e/o fornitori e altri
accantonamenti ed oneri

(110)

(110)

245

(245)

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni

411

411

(1.286)

638

Altri oneri finanziari

(5)

(5)

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art 110

5.877

5.877

Totale effetti non ricorrenti

(b)

6.048

6.048

(656)

8

Proventi/(Oneri) connessi ad Attività cessate

(c)

Valore figurativo di bilancio

(a-b-c)

22.792

1.304

24.370

1.457

(*) I flussi finanziari si riferiscono all’aumento (diminuzione) nell’esercizio della Cassa e disponibilità liquide equivalenti.





Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 43

Eventi ed operazioni significativi non ricorrenti

276


L’impatto sulle singole voci di conto economico separato consolidato delle partite di natura non ricorrente è così dettagliato:


(milioni di euro)

2020

2019

Ricavi:

Rettifiche ricavi

(39)

(15)

Altri proventi operativi:

Effetto recupero fiscale BU Brasile e recupero costi operativi BU Domestic

706

Assorbimento altri fondi operativi

1

Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze:

Consulenze, prestazioni professionali e altri costi

(64)

(21)

Costi del personale:

Oneri connessi a processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

(74)

(282)

Altri costi operativi:

Altri oneri e accantonamenti

(148)

(459)

Impatto su Risultato operativo ante Ammortamenti, Plusvalenze/(minusvalenze) e
Ripristini di valore/(svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)

(324)

(71)

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo di attività non correnti:

Cessione Persidera S.p.A. (BU Domestic)

(18)

Impatto su Risultato operativo (EBIT)

(324)

(89)

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni:

Plusvalenza netta operazioni INWIT

452

Plusvalenze nette su cessione di partecipazioni in imprese collegate e joint ventures
valutate con il metodo del patrimonio netto

1

Oneri finanziari:

Altri oneri finanziari

(7)

(34)

Impatto sull’Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in
funzionamento

121

(122)

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art 110

5.877

Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti

50

(40)

Proventi/(Oneri) connessi ad Attività cessate

16

Impatto sull’Utile (perdita) dell'esercizio

6.048

(146)

L’emergenza Covid-19, dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2 e qualificata come pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in data 11 marzo 2020, ha comportato per il Gruppo TIM il sostenimento di oneri non ricorrenti, al lordo degli effetti fiscali, per complessivi 108 milioni di euro. Le rettifiche di ricavi non ricorrenti registrate nel 2020 (38 milioni di euro) sono connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. Oltre agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, sono stati sostenuti costi operativi riferibili principalmente ad accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico (46 milioni di euro), oneri connessi al personale (7 milioni di euro) nonché agli approvvigionamenti e costi vari pari a circa 17 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria, principalmente per acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale e termoscanner e per servizi di igiene ambientale.

Per maggiori dettagli sul riallineamento fiscale si rinvia alla Nota "Imposte sul reddito (correnti e differite)".



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 43

Eventi ed operazioni significativi non ricorrenti

277


NOTA 44

POSIZIONI O TRANSAZIONI DERIVANTI DA OPERAZIONI ATIPICHE E/O INUSUALI

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, si precisa che nel corso dell’esercizio 2020 non sono state poste in essere operazioni atipiche e/o inusuali, così come definite dalla Comunicazione stessa.




Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 44

Posizioni o transazioni derivanti da operazioni atipiche e/o inusuali

278



NOTA 45

ALTRE INFORMAZIONI

a) Tassi di cambio utilizzati per la conversione dei bilanci delle imprese estere(*) 


Cambi di fine esercizio

Cambi medi dell'esercizio

(poste patrimoniali)

(poste economiche e flussi finanziari)

(unità di valuta locale per 1 euro)

31.12.2020

31.12.2019

2020

2019

Europa

BGN

Lev Bulgaro

1,95580

1,95580

1,95580

1,95580

CZK

Corona ceca

26,24200

25,40800

26,45640

25,66928

CHF

Franco svizzero

1,08020

1,08540

1,07047

1,11263

TRY

Lira turca

9,11310

6,68430

8,04599

6,36122

GBP

Lira sterlina

0,89903

0,85080

0,88940

0,87750

RON

Leu Romania

4,86830

4,78300

4,83817

4,74547

RUB

Rublo Russo

91,46700

69,95600

82,66883

72,45046

Nord America

USD

Dollaro USA

1,22710

1,12340

1,14179

1,11954

America Latina

VES

Bolivar venezuelano -
Soberano

      1356945.08

52.308,38000

375.274,05000

14.692,87000

BOB

Boliviano

8,47930

7,76270

7,88964

7,73599

PEN

Nuevo sol peruviano

4,44260

3,72550

3,99284

3,73612

ARS

Peso argentino

103,24940

67,27490

80,83685

53,80911

CLP

Peso cileno

872,52000

844,86000

902,97084

786,86284

COP

Peso colombiano

4.202,34000

3.688,66000

4.215,45981

3.673,62602

BRL

Real brasiliano

6,37680

4,52808

5,88806

4,41422

Altri paesi

ILS

Shekel israeliano

3,94470

3,88450

3,92462

3,99076

NGN

Nigerian Naira

465,68500

344,32200

407,22874

343,07080

(*)    Fonte: Elaborazione su dati Banca Centrale Europea, Reuters e principali Banche Centrali.





b) Ricerca e sviluppo

I costi sostenuti per le attività di ricerca e sviluppo sono rappresentati da costi esterni, costo del personale dedicato e ammortamenti e sono così dettagliati:

(milioni di euro)

2020

2019

Costi per attività di ricerca e sviluppo spesati nell'esercizio

79

55

Costi di sviluppo capitalizzati

1.043

1.111

Totale costi (spesati e capitalizzati) di ricerca e sviluppo

1.122

1.166


279


La diminuzione rilevata nel 2020 è da ricondurre principalmente al completamento delle attività di ingegneria e di diffusione e sviluppo condotte sulle reti LTE e NGAN, ormai giunte a maturazione, parzialmente compensato da maggiori attività implementative connesse alla rete 5G di nuova generazione.

Si segnala inoltre che nel conto economico separato consolidato dell’esercizio 2020 sono iscritti ammortamenti per costi di sviluppo, capitalizzati nell’esercizio e in esercizi precedenti, per un importo di 910 milioni di euro.

Le attività di ricerca e sviluppo effettuate dal Gruppo TIM sono dettagliate nella Relazione sulla gestione (Sezione “Ricerca e sviluppo”).


c) Leasing attivi

Il Gruppo TIM ha stipulato contratti di leasing su terreni e fabbricati per uso ufficio e industriale, siti infrastrutturali per la rete mobile e infrastrutture di rete; al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 l’ammontare dei canoni a valore nominale ancora da incassare è il seguente:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Entro l’esercizio successivo

154

147

Dal 1° al 2° esercizio successivo 

74

113

Dal 2° al 3° esercizio successivo

62

87

Dal 3° al 4° esercizio successivo

56

59

Dal 4° al 5° esercizio successivo 

54

46

Oltre il 5° esercizio successivo 

54

76

Totale

454

528


d) Erogazioni pubbliche

La legge n.124/2017 prevede l’obbligo di fornire informazioni relative a sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e a vantaggi economici di qualunque genere ricevuti da pubbliche amministrazioni italiane. A tale proposito, si evidenziano nella tabella seguente le erogazioni incassate dal Gruppo TIM nel corso degli esercizi 2020 e 2019:



Ente erogante

settore di intervento

Incasso 2020

(milioni di euro)

Incasso 2019

(milioni di euro)

Fondimpresa/Fondirigenti

formazione

1

4

Infratel

realizzazione infrastrutture per Banda Larga e Ultra Larga

24

28

MUR (ex MIUR)

progetti di ricerca

3

2

Altri (*)

innovazione e Digital Divide

1

Totale

29

34

(*) 2020 - MiSE; Regione Lombardia, Regione Puglia

2019  - MiSE; MEF; Regione Lazio, Regione Piemonte, Regione Veneto; Provincia Autonoma di Trento.




280


e) Compensi Amministratori e Sindaci

I compensi complessivamente spettanti per l’esercizio 2020 agli Amministratori e ai Sindaci di TIM S.p.A., per lo svolgimento di tali funzioni nella Capogruppo e in altre imprese consolidate, ammontano a 4,179 milioni di euro per gli Amministratori e a 0,575 milioni di euro per i Sindaci. Con riferimento ai compensi spettanti agli Amministratori si segnala che l’importo è determinato conteggiando i soli compensi per incarichi societari (in primis quelli ex art. 2389 c.c. 1° e 3° comma) senza includere quindi le somme relative agli eventuali rapporti di lavoro dipendente con società del Gruppo e ai benefici non monetari; per una descrizione completa e dettagliata dei compensi corrisposti agli Amministratori si fa rinvio a quanto esposto nella Relazione sulla Remunerazione, disponibile presso la sede della Società e sul sito internet gruppotim.it/assemblea.


f) Prospetto riepilogativo dei corrispettivi alla Società di Revisione e alle altre entità appartenenti alla sua rete

Il seguente prospetto riporta i corrispettivi complessivamente spettanti a EY S.p.A. e alle altre entità della rete EY per la revisione dei bilanci 2020, nonché i corrispettivi di competenza dell’esercizio 2020 per gli altri servizi di revisione/verifica e per gli altri servizi diversi dalla revisione resi alle società del Gruppo TIM da EY S.p.A. e dalle altre entità appartenenti alla rete EY. Vengono qui incluse anche le spese vive, sostenute nel 2020, relativamente a detti servizi.


EY S.p.A.

Altre entità della rete EY

(euro)

TIM

S.p.A.

Società
controllate

Gruppo
TIM

TIM

S.p.A.

Società
controllate

Gruppo
TIM

Totale
rete EY

Servizi di revisione

2.927.874

1.151.770

4.079.644

1.538.677

1.538.677

5.618.321

Servizi di verifica con emissione di
attestazione

40.000

20.000

60.000

92.773

92.773

152.773

Attestazione di conformità su
dichiarazione consolidata di
carattere non finanziario

72.000

72.000

15.268

15.268

87.268

Altri servizi

110.000

110.000

110.000

Totale corrispettivi 2020 per
servizi di revisione e diversi verso
la rete EY

3.149.874

1.171.770

4.321.644

1.646.718

1.646.718

5.968.362

Spese vive

30.158

36.205

66.363

70.590

70.590

136.953

Totale

3.180.032

1.207.975

4.388.007

1.717.308

1.717.308

6.105.315

Si segnala inoltre che nell’esercizio 2020 sono stati consuntivati costi di revisione aggiuntivi per l’esercizio 2019 di 585.000 euro nei confronti di EY S.p.A. (di cui 550.000 euro per TIM S.p.A. e 35.000 euro afferenti TI Sparkle S.p.A.) dovuti a fatti eccezionali e imprevedibili all’atto dell’originaria offerta contrattuale. Di detti costi aggiuntivi è già stata data sostanzialmente informativa nel corso dell’Assemblea degli azionisti di TIM di bilancio 2019 tenutasi il 23 aprile 2020.



281


NOTA 46

EVENTI SUCCESSIVI AL 31 DICEMBRE 2020

TIM: collocato primo Sustainability Bond con scadenza 8 anni

In data 11 gennaio 2021 TIM ha concluso con successo il collocamento del suo primo Sustainability Bond da 1 miliardo di euro, con scadenza di 8 anni, destinato ad incrementare l’efficienza energetica del Gruppo e a finanziare progetti Green e Social. La domanda è stata superiore a 4 miliardi di euro a dimostrazione del forte posizionamento di TIM sui mercati internazionali anche alla luce della presentazione, a dicembre 2020, presso la comunità finanziaria del Sustainability Financing Framework che ha coinvolto oltre 40 investitori istituzionali.

TIM ha prezzato il prestito obbligazionario ben al di sotto rispetto al mercato secondario di riferimento, fissando la cedola annuale all’1,625%, la più bassa di sempre. Con questa operazione, inoltre, TIM estende la scadenza media del debito e raccoglie nuovi fondi per importo eccedente le scadenze del 2021.

I proventi della nuova emissione saranno utilizzati per la trasformazione della rete da rame in fibra, da cui si attende un significativo efficientamento energetico. Inoltre, per la prima volta in Italia una Corporate investirà parte dei fondi raccolti in progetti con valenza sociale come previsto nel Sustainability Financing Framework.


Emittente: TIM S.p.A.

Importo: 1 miliardo di euro

Data di regolamento: 18 gennaio 2021

Scadenza: 18 gennaio 2029

Cedola annuale: 1,625%

Prezzo di emissione: 99,074%

Prezzo di rimborso: 100,000%.


Nasce Noovle S.p.A., il più grande progetto Cloud per l'Italia


In data 25 gennaio 2021, TIM ha annunciato la nascita di Noovle S.p.A., la nuova società interamente controllata dal Gruppo TIM, che si propone sul mercato come centro di eccellenza italiano per il Cloud e l’edge computing, con l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi innovativi TIM di public, private e hybrid cloud alle imprese - dalle Pmi alla grande industria - e alla Pubblica Amministrazione, accelerando la trasformazione digitale del Paese.

La cloud company, frutto dell’esperienza e delle competenze digitali del Gruppo TIM, dei suoi Data Center che vi confluiscono e delle professionalità specialistiche di Noovle S.r.l. – società acquisita da TIM nel maggio 2020 e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano - si focalizzerà sulla fornitura di servizi e soluzioni Multicloud innovativi e su misura per i clienti TIM, che vanno dalla gestione nei propri Data Center delle infrastrutture di rete, ai servizi di progettazione e assistenza, alla migrazione verso il cloud e al supporto delle attività di gestione collegate, utilizzando le più evolute tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e l’Internet of Things. I servizi offerti permetteranno ai clienti di affrontare le sfide della trasformazione digitale e migliorare l’esperienza d’uso. Noovle vuole accompagnare le aziende nei progetti di trasformazione cloud e quindi innovare il mondo del lavoro e l’esperienza digitale. Tutti questi servizi vedranno la sicurezza al centro della proposta.

Grazie ad una rete proprietaria di complessivi 17 Data Center all’avanguardia distribuita su tutto il territorio nazionale - realizzata secondo i più avanzati standard tecnologici e di sicurezza e secondo le più recenti best practice di sostenibilità ambientale nel rispetto degli obiettivi ESG di Gruppo - la società offrirà risorse e servizi innovativi assicurando la gestione di server, dati e informazioni in un ambiente cloud sicuro, localizzato in Italia.

In particolare, TIM affiderà a Noovle il compito di realizzare sei nuovi Data Center specializzati nell’offerta public e hybrid cloud, con certificazione TIER IV, e gestire sette Data Center Core e quattro centri servizi già operativi per la più ampia offerta di soluzioni informatiche, dislocati su tutto il territorio nazionale, dai quali viene erogata l’offerta Cloud, hybrid Cloud e Multicloud di TIM. Una infrastruttura all’avanguardia che nel 2022 raggiungerà oltre 50.000 mq di superficie totale su scala nazionale per una capacità che toccherà fino a 100 MW di potenza IT fruibile e strettamente integrata con la rete primaria in fibra ottica di TIM per una riduzione strutturale delle latenze di interconnessione tra i servizi.

Noovle parte con circa 1.000 professionisti e stima di raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato nel 2024 con una crescita media annua di circa il 20% e un EBITDA atteso di circa 400 milioni di euro.

La scelta strategica di focalizzare in Noovle le competenze cloud di TIM si inserisce nel più ampio percorso di importanti investimenti tecnologici che il Gruppo TIM sta realizzando per lo sviluppo di infrastrutture di rete di ultima generazione, di competenze chiave nell’Information Technology e nel cloud per supportare la digitalizzazione del tessuto produttivo e amministrativo del Paese.

Noovle rafforzerà l’alleanza già avviata dal Gruppo TIM con Google Cloud e si avvarrà inoltre di importanti partnership strategiche realizzate con le principali società leader del settore quali Atos, Cisco, Citrix, Microsoft, Salesforce, SAP e VMware.

Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 46

Eventi successivi al 31 dicembre 2020

282



TIM S.A. ottiene il diritto di esercitare i bonus di sottoscrizione presso Banco C6

TIM S.A. ha ottenuto, nell'ambito della partnership strategica sottoscritta con Banco C6 S.A., il diritto di esercitare i bonus di sottoscrizione pari ad una quota indiretta di circa l'1,4% del capitale sociale di C6 dopo aver raggiunto, nel dicembre 2020, il 1° livello degli obiettivi concordati. Tale diritto verrà esercitato nel momento in cui il management della Società lo riterrà più opportuno. È importante notare che i bonus di sottoscrizione garantiranno a TIM S.A., quando esercitati, una posizione di minoranza senza controllo o influenza significativa sulla gestione di C6.

C6 è una banca digitale brasiliana con una crescita notevole, essendo l'istituto che è cresciuto di più nel terzo trimestre del 2020, superando più di 4 milioni di conti aperti fino a novembre. La banca dispone di circa 5,3 miliardi di reais di attività totali e la sua piattaforma di pagamento transa più di 1,5 miliardi di reais al mese.

In meno di un anno, la partnership tra le società ha generato un numero significativo di conti aperti attraverso le offerte combinate di telecomunicazioni e servizi finanziari, rafforzando il rapporto tra TIM e C6 con risultati significativi e confermando il carattere innovativo e centrato sulla convenienza per il cliente.


Accordo con le Organizzazioni Sindacali

In data 8 marzo 2021 è stato siglato con le Organizzazioni Sindacali un accordo che prevede l’esodo anticipato per 1.300 persone - ai sensi dell’articolo 4, commi da 1 a 7ter, legge n. 92/2012.

Potranno aderire volontariamente i dipendenti che maturino i requisiti pensionistici entro la data del 31 dicembre 2026 e che risolvano il rapporto di lavoro entro novembre 2021.

L’accordo rientra nel più complessivo percorso di remix generazionale e rinnovamento professionale avviato dall’azienda in coerenza con la trasformazione digitale in corso.

Bilancio consolidato

del Gruppo TIM

Nota 46

Eventi successivi al 31 dicembre 2020

283



NOTA 47

LE IMPRESE DEL GRUPPO TIM

Ai sensi della comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 di seguito viene riportato l’elenco delle imprese del Gruppo.

Nell’elenco sono indicate le imprese suddivise per tipo di rapporto di partecipazione, modalità di consolidamento e per settore operativo.

Per ogni impresa sono evidenziati: la denominazione, la sede, la relativa nazione di appartenenza e il capitale sociale nella valuta originaria. Sono inoltre indicate la quota di partecipazione sul capitale, la percentuale di voto nell’assemblea ordinaria dei soci, se diversa dalla percentuale di partecipazione sul capitale e l’evidenza delle imprese partecipanti.

Denominazione sociale

Sede

Valuta

Capitale
sociale

% Partecipazione
Capitale

% Voto

Imprese partecipanti

IMPRESA CONTROLLANTE

TIM S.p.A.

MILANO

EUR

11.677.002.855

IMPRESE CONTROLLATE CONSOLIDATE CON IL METODO INTEGRALE

BU DOMESTIC

CD FIBER S.r.l.
(attività di progettazione, realizzazione, manutenzione e
gestione di infrastrutture reti servizi e sistemi di
comunicazione elettronica ad alta velocità)

ROMA

EUR

50.000

100,0000

TIM S.p.A.

DAPHNE 3 S.p.A.
(assunzione, detenzione, gestione e la disposizione di
partecipazioni in INWIT)

MILANO

EUR

100.000

51,0000

TIM S.p.A.

FIBERCOP S.p.A.
(infrastrutture, reti, servizi passivi di accesso cablato ai locali
degli utenti finali da offrire agli operatori di TLC su tutto il
territorio italiano)

MILANO

EUR

50.000

100,0000

TIM S.p.A.

FLASH FIBER S.r.l
(progettazione, realizzazione, manutenzione e fornitura
della rete in fibra sul territorio italiano)

MILANO

EUR

30.000

80,0000

TIM S.p.A.

GLOBAL SPACE TRE S.r.l.
(servizi ICT)

ROMA

EUR

10.000

100,0000

NOOVLE S.r.l.

MED 1 SUBMARINE CABLES Ltd
(manutenzione e gestione del cavo lev1)

RAMAT GAN
(ISRAELE)

ILS

55.886.866

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

NOOVLE S.p.A.
(progettazione, implementazione e gestione di infrastrutture
e servizi data center)

MILANO

EUR

50.000

100,0000

TIM S.p.A.

NOOVLE AI S.r.l.
(servizi ICT)

ROVERETO

EUR

10.000

100,0000

NOOVLE S.r.l.

NOOVLE FRANCE Sasu
(servizi ICT)

PARIGI
(FRANCIA)

EUR

20.000

100,0000

NOOVLE S.r.l.

NOOVLE INTERNATIONAL SAGL
(servizi ICT)

PREGASSONA
(SVIZZERA)

CHF

20.000

100,0000

NOOVLE S.r.l.

NOOVLE MALTA Ltd
(servizi ICT)

GZIRA
(MALTA)

EUR

10.000

90,0000

NOOVLE INTERNATIONAL SAGL

NOOVLE S.r.l.
(servizi ICT)

MILANO

EUR

300.000

100,0000

TIM S.p.A.

NOOVLE SICILIA S.c.a.r.l.
(servizi ICT)

PALERMO

EUR

50.000

80,0000

NOOVLE S.r.l.

NOOVLE SLOVAKIA S.R.O.
(servizi ICT)

BRATISLAVA
(SLOVACCHIA)

EUR

5.000

85,0000
15,0000

NOOVLE S.r.l.
TELECOM ITALIA FINANCE S.A.

OLIVETTI S.p.A.
(produzione e commercializzazione di prodotti e servizi per
l'information technology)

IVREA
(TORINO)

EUR

10.000.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA SAN MARINO S.p.A.
(gestione telecomunicazioni San Marino)

BORGO MAGGIORE
(SAN MARINO)

EUR

1.808.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
(espletamento e gestione di servizi di telecomunicazioni ad
uso pubblico e privato)

ROMA

EUR

200.000.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA TRUST TECHNOLOGIES S.r.l.
(altre attività dei servizi connesse alle tecnologie
dell'informatica NCA)

POMEZIA
(ROMA)

EUR

7.000.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.
(holding di partecipazioni)

MILANO

EUR

10.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECONTACT CENTER S.p.A.
(servizi di telemarketing)

NAPOLI

EUR

3.000.000

100,0000

TIM S.p.A.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 47

Le imprese del Gruppo TIM

284



Denominazione sociale

Sede

Valuta

Capitale
sociale

% Partecipazione
Capitale

% Voto

Imprese partecipanti

TELEFONIA MOBILE SAMMARINESE S.p.A.
(realizzazione e gestione di impianti e servizi di
telecomunicazioni mobili)

BORGO
MAGGIORE
(SAN MARINO)

EUR

78.000

51,0000

TELECOM ITALIA SAN MARINO S.p.A.

TELENERGIA S.r.l.
(attività di importazione, esportazione, acquisto, vendita e
scambio di energia elettrica)

ROMA

EUR

50.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELSY S.p.A.
(produzione, installazione, manutenzione, revisione e
vendita di terminali, radiotelefoni, sistemi di
telecomunicazioni ed elettronici in genere)

TORINO

EUR

5.390.000

100,0000

TIM S.p.A.

TI SPARKLE AMERICAS Inc.
(servizi di "managed bandwidth")

MIAMI
(STATI UNITI
D'AMERICA)

USD

10.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE ARGENTINA S.A.
(servizi di "managed bandwidth")

BUENOS AIRES
(ARGENTINA)

ARS

9.998.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE AUSTRIA GmbH
(servizi di telecomunicazioni)

VIENNA
(AUSTRIA)

EUR

2.735.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE BELGIUM S.P.R.L. - B.V.B.A.
(servizi di telecomunicazioni)

BRUXELLES
(BELGIO)

EUR

2.200.000

99,9967
0,0033

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE UK Ltd

TI SPARKLE BRASIL PARTIÇIPAÇÕES Ltda
(holding di partecipazioni)

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

71.563.866

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE AMERICAS Inc.

TI SPARKLE BRASIL TELECOMUNICAÇÕES Ltda
(servizi di "managed bandwidth")

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

69.337.363

99,9999
0,0001

TI SPARKLE BRASIL PARTIÇIPAÇÕES Ltda
TI SPARKLE AMERICAS Inc.

TI SPARKLE BULGARIA EOOD
(attività di telecomunicazioni)

SOFIA
(BULGARIA)

BGN

100.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE CHILE S.p.A.
(servizi di "managed bandwidth")

SANTIAGO
(CILE)

CLP

5.852.430.960

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE COLOMBIA Ltda
(servizi di "managed bandwidth")

BOGOTA'
(COLOMBIA)

COP

12.635.774.000

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE AMERICAS Inc.

TI SPARKLE CZECH S.R.O.
(servizi di telecomunicazioni)

PRAGA
(REPUBBLICA
CECA)

CZK

6.720.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE FRANCE S.A.S.
(installazione e gestione di servizi di telecomunicazioni per la
rete fissa e le attività afferenti)

PARIGI
(FRANCIA)

EUR

18.295.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE GERMANY GmbH
(servizi di telecomunicazioni)

FRANCOFORTE
(GERMANIA)

EUR

25.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE GREECE S.A.
(attività di telecomunicazioni)

ATENE
(GRECIA)

EUR

368.760

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE ISRAEL Ltd
(servizi di telecomunicazioni internazionali wholesale)

RAMAT GAN
(ISRAELE)

ILS

1.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE NETHERLANDS B.V.
(servizi di telecomunicazioni)

AMSTERDAM
(PAESI BASSI)

EUR

18.200

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE NORTH AMERICA, Inc.
(servizi di telecomunicazioni e attività di rappresentanza)

NEW YORK
(STATI UNITI
D'AMERICA)

USD

15.550.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE PANAMA S.A.
(servizi di "managed bandwidth")

PANAMA

USD

10.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE PERU' S.A.
(servizi di "managed bandwidth")

LIMA
(PERÙ)

PEN

57.101.788

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE AMERICAS Inc.

TI SPARKLE PUERTO RICO LLC
(servizi di "managed bandwidth")

SAN JUAN
(PORTO RICO)

USD

3.050.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE ROMANIA S.r.l.
(servizi di telecomunicazioni)

BUCAREST
(ROMANIA)

RON

3.021.560

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE RUSSIA LLC
(servizi di telecomunicazioni)

MOSCA
(RUSSIA)

RUB

8.520.000

99,0000
1,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE UK Ltd

TI SPARKLE SINGAPORE Pte.Ltd
(servizi di telecomunicazioni)

SINGAPORE

USD

5.121.120

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE NORTH AMERICA,

TI SPARKLE SLOVAKIA S.R.O.
(servizi di telecomunicazioni)

BRATISLAVA
(SLOVACCHIA)

EUR

300.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE SPAIN TELECOMMUNICATIONS S.L.
(servizi di telecomunicazioni)

MADRID
(SPAGNA)

EUR

1.687.124

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE ST. CROIX LLC
(servizi di "managed bandwidth")

ISOLE VERGINI
(STATI UNITI
D'AMERICA)

USD

1.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.




Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 47

Le imprese del Gruppo TIM

285



Denominazione sociale

Sede

Valuta

Capitale
sociale

% Partecipazione
Capitale

% Voto

Imprese partecipanti

TI SPARKLE SWITZERLAND GmbH
(servizi di telecomunicazioni)

ZURIGO
(SVIZZERA)

CHF

2.000.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE TURKEY TELEKOMÜNIKASYON ANONIM SIRKETI
(servizi di telecomunicazioni)

ISTANBUL
(TURCHIA)

TRY

65.000.000

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE UK Ltd
(offerta di servizi di valore aggiunto e di networking)

LONDRA
(REGNO UNITO)

EUR

3.983.254

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TI SPARKLE VENEZUELA C.A.
(servizi di "managed bandwidth")

CARACAS
(VENEZUELA)

VES

10

100,0000

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.

TIESSE S.c.p.A.
(installazione e assistenza di apparecchiature  elettroniche,
informatiche, telematiche e di telecomunicazioni)

IVREA
(TORINO)

EUR

103.292

61,0000

OLIVETTI S.p.A.

TIM MY BROKER S.r.l.
(attività di intermediazione assicurativa)

ROMA

EUR

10.000

100,0000

TIM S.p.A.

TIM RETAIL S.r.l. (ex 4G RETAIL S.r.l.)
(commercializzazione di prodotti e servizi nel campo delle
telecomunicazioni fisse e mobili e di tutti i mezzi di
diffusione analogici e digitali)

MILANO

EUR

2.402.241

100,0000

TIM S.p.A.

TIS LAGOS LIMITED
(servizi di telecomunicazioni)

LAGOS
(NIGERIA)

NGN

10.000.000

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA SPARKLE S.p.A.
TI SPARKLE UK Ltd

BU BRASILE

FIBERCO SOLUÇÕES DE INFRAESTRUTURA Ltda
(servizi di telecomunicazioni)

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

1.000

100,0000

TIM S.A.

TIM BRASIL SERVIÇOS E PARTICIPAÇÕES S.A.
(holding di partecipazioni)

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

7.169.029.859

99,9999
0,0001

TELECOM ITALIA FINANCE S.A.
TIM S.p.A.

TIM S.A.
(servizi di telecomunicazioni)

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

13.477.890.508

66,5882
0,0164

66,5991

TIM BRASIL SERVIÇOS E PARTICIPAÇÕES
S.A.
TIM S.A.

ALTRE ATTIVITA'

OLIVETTI DEUTSCHLAND GmbH
(commercializzazione di prodotti e accessori per ufficio)

NURNBERG
(GERMANIA)

EUR

25.600.000

100,0000

OLIVETTI S.p.A.

OLIVETTI UK Ltd.
(commercializzazione di prodotti e accessori per ufficio)

NORTHAMPTON
(REGNO UNITO)

GBP

6.295.712

100,0000

OLIVETTI S.p.A.

TELECOM ITALIA CAPITAL S.A.
(società finanziaria)

LUSSEMBURGO

EUR

2.336.000

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA FINANCE S.A.
(società finanziaria)

LUSSEMBURGO

EUR

1.818.691.979

100,0000

TIM S.p.A.

TELECOM ITALIA LATAM PARTICIPAÇÕES E GESTÃO
ADMINISTRATIVA Ltda
(prestazioni di servizi di telecomunicazioni e di
rappresentanza)

SAN PAOLO
(BRASILE)

BRL

118.925.804

100,0000

TIM S.p.A.

TIAUDIT COMPLIANCE LATAM S.A. (in liquidazione)
(servizi di revisione interna)

RIO DE JANEIRO
(BRASILE)

BRL

1.500.000

69,9996
30,0004

TIM S.p.A.
TIM BRASIL SERVIÇOS E PARTICIPAÇÕES
S.A.

TIM TANK S.r.l.
(investimento in fondi e titoli mobiliari)

MILANO

EUR

18.600.000

100,0000

TIM S.p.A.



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 47

Le imprese del Gruppo TIM

286



Denominazione sociale

Sede

Valuta

Capitale
sociale

% Partecipazione
Capitale

% Voto

Imprese partecipanti

IMPRESE COLLEGATE E JOINT VENTURES VALUTATE CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO

AREE URBANE S.r.l. (in liquidazione)
(gestione immobiliare)

MILANO

EUR

100.000

32,6200

TIM S.p.A.

INFRASTRUTTURE WIRELESS ITALIANE S.p.A.
(installazione ed esercizio di impianti e infrastrutture per la
gestione e la commercializzazione dei servizi di
telecomunicazione elettronica)

MILANO

EUR

600.000.000

30,2000

DAPHNE 3 S.p.A.

MOVENDA S.p.A.
(ideazione, realizzazione e diffusione di siti internet, prodotti
e supporti informatici)

ROMA

EUR

133.333

24,9998

TELECOM ITALIA FINANCE S.A.

NORDCOM S.p.A.
(application service provider)

MILANO

EUR

5.000.000

42,0000

TIM S.p.A.

PEDIUS S.r.l.
(erogazione di applicazioni di telecomunicazioni
specializzate, di servizi di telecomunicazione su connessioni
telefoniche, di servizi voip)

ROMA

EUR

181

(*)

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.

TIGLIO I S.r.l.
(gestione immobiliare)

MILANO

EUR

1.000.000

47,8020

TIM S.p.A.

TIGLIO II S.r.l. (in liquidazione)
(gestione immobiliare)

MILANO

EUR

10.000

49,4700

TIM S.p.A.

TIMFIN S.p.A.  (ex TIM-SCB JV S.p.A.)
(svolgimento nei confronti del pubblico, dell'attività di
concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma e,
segnatamente, di ogni tipo di finanziamento erogato nella
forma di prestito personale e al consumo)

TORINO

EUR

6.000.000

49,0000

TIM S.p.A.

W.A.Y. S.r.l.
(sviluppo e commercializzazione di prodotti e sistemi di
geolocalizzazione per la sicurezza e la logistica)

TORINO

EUR

136.383

39,9999

OLIVETTI S.p.A.

WEBIDOO S.p.A.
(servizi ICT)

MILANO

EUR

200.000

(*)

NOOVLE S.r.l.

WESCHOOL S.r.l. (ex OILPROJECT S.r.l.)
(ricerca, sviluppo, commercializzazione e brevettazione di
tutte le opere dell'ingegno legate alla tecnologia,
all'informatica e alle TLC)

MILANO

EUR

16.108

(*)

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.

WIMAN S.r.l.
(sviluppo, gestione ed implementazione di piattaforme per
autenticazione wi-fi su base social)

MATTINATA
(FOGGIA)

EUR

22.233

(*)

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.

(*) Società collegata su cui TIM S.p.A. esercita direttamente o indirettamente un'influenza notevole ai sensi dello IAS 28 (Partecipazioni in società collegate e joint venture).


Denominazione sociale

Sede

Valuta

Capitale
sociale

% Partecipazione
Capitale

% Voto

Imprese partecipanti

ALTRE PARTECIPAZIONI RILEVANTI AI SENSI DELLA DELIBERA CONSOB N. 11971 DEL 14 MAGGIO 1999 E SUCCESSIVE MODIFICHE

CONSORZIO HEALTH INNOVATION HUB (in liquidazione)
(sviluppo del mercato dei sistemi e dei servizi per il settore
socio-sanitario)

TRENTO

EUR

57.000

12,5000

TIM S.p.A.

DAHLIA TV S.p.A. (in liquidazione)
(servizi di pay per view)

ROMA

EUR

11.318.833

10,0786

TIM S.p.A.

FIN.PRIV. S.r.l.
(società finanziaria)

MILANO

EUR

20.000

14,2900

TIM S.p.A.

IGOON S.r.l. (in liquidazione)
(sistema di car pooling per la condivisione di posti auto in
tempo reale tramite App mobile)

NAPOLI

EUR

16.498

14,2805

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.

INNAAS S.r.l.
(realizzazione, progettazione e commercializzazione di
software e programmi informatici ed elettronici ad alto
contenuto tecnologico)

ROMA

EUR

108.700

15,2539

TELECOM ITALIA VENTURES S.r.l.

MIX S.r.l.
(internet service provider)

MILANO

EUR

1.000.000

11,0937

TIM S.p.A.


Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Nota 47

Le imprese del Gruppo TIM

287



ATTESTAZIONE DEL BILANCIO CONSOLIDATO

AI SENSI DELL’ART. 81-TER DEL REGOLAMENTO CONSOB N. 11971 DEL 14 MAGGIO 1999 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI

1.I sottoscritti Luigi Gubitosi, in qualità di Amministratore Delegato, e Giovanni Ronca, in qualità di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di TIM S.p.A., attestano, tenuto anche conto di quanto previsto dall’art. 154-bis, commi 3 e 4, del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58:

l’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa e

l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del Bilancio consolidato nel corso dell’esercizio 2020.


2.TIM ha adottato come framework di riferimento per la definizione e la valutazione del proprio sistema di controllo interno, con particolare riferimento ai controlli interni per la formazione del bilancio, il modello Internal Control - Integrated Framework (2013) emesso dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission.


3.Si attesta, inoltre, che:

3.1.il Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020:

a)è redatto in conformità ai principi contabili internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 (International Financial Reporting Standards – IFRS), nonché alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in Italia anche con particolare riferimento ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 del Decreto Legislativo 28 febbraio 2005, n. 38;

b)corrisponde alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;

c)è idoneo a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’emittente e dell’insieme delle imprese incluse nel consolidamento;

3.2.La relazione sulla gestione comprende un’analisi attendibile dell’andamento e del risultato della gestione, nonché della situazione dell’emittente e dell’insieme delle imprese incluse nel consolidamento, unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze cui sono esposti. La relazione sulla gestione comprende altresì un’analisi attendibile delle informazioni sulle operazioni rilevanti con parti correlate.



23 febbraio 2021



Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Attestazione del Bilancio Consolidato

288


RELAZIONE DELLA SOCIETA' DI REVISIONE

Bilancio consolidato del

Gruppo TIM

Relazione della Società di Revisione

289




















INDICE

BILANCIO SEPARATO DI TIM S.P.A.






SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA

Attività


(euro)

note

31.12.2020

di cui con parti
correlate

31.12.2019

di cui con parti
correlate

Attività non correnti

Attività immateriali

Avviamento

3)

23.050.788.256

24.340.444.756

Attività immateriali a vita utile
definita

4)

5.500.451.232

5.818.455.532

28.551.239.488

30.158.900.288

Attività materiali

5)

Immobili, impianti e
macchinari di proprietà

10.335.288.469

10.591.121.055

Diritti d'uso su beni di terzi

2) 6)

4.095.532.681

888.531.000

4.905.684.994

1.294.419.000

Altre attività non correnti

Partecipazioni

7)

7.244.594.938

6.861.203.426

Crediti finanziari non correnti
per contratti di locazione
attiva

8)

16.870.793

16.335.820

Altre attività finanziarie non
correnti

8)

2.489.871.187

658.163.000

2.332.818.305

641.496.000

Crediti vari e altre attività non
correnti

9)

1.733.641.142

131.043.000

1.745.781.815

139.378.000

Attività per imposte anticipate

10)

7.336.789.781

881.857.275

18.821.767.841

11.837.996.641

Totale Attività non correnti

(a)

61.803.828.479

57.493.702.978

Attività correnti

Rimanenze di magazzino

11)

143.772.151

155.541.552

Crediti commerciali, vari e
altre attività correnti

12)

3.464.016.413

280.258.000

3.729.789.412

331.469.000

Crediti per imposte sul reddito

10)

39.809.071

67.540.811

Partecipazioni

Attività finanziarie correnti

Crediti finanziari correnti per
contratti di locazione attiva

44.356.056

2.749.000

53.793.050

Titoli diversi dalle
partecipazioni, altri crediti
finanziari e altre attività
finanziarie correnti

110.022.447

9.960.000

121.953.712

17.186.000

Cassa e altre disponibilità
liquide equivalenti

1.765.441.712

92.297.000

829.022.799

780.000

8)

1.919.820.215

1.004.769.561

Sub-totale Attività correnti

5.567.417.850

4.957.641.336

Attività cessate/Attività non
correnti destinate ad essere
cedute

13)

828.494.069

Totale Attività correnti

(b)

5.567.417.850

5.786.135.405

Totale Attività

(a+b)

67.371.246.329

63.279.838.383

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Situazione patrimoniale-finanziaria

300


Patrimonio netto e Passività


(euro)

note

31.12.2020

di cui con parti
correlate

31.12.2019

di cui con parti
correlate

Patrimonio netto

14)

Capitale emesso

11.677.002.855

11.677.002.855

meno: Azioni proprie

(19.234.377)

(20.719.608)

Capitale

11.657.768.478

11.656.283.247

Riserva da sovrapprezzo
azioni

2.133.374.023

2.094.207.410

Riserva legale

2.312.977.576

2.293.873.993

Altre riserve

Riserva per rimisurazione piani
per dipendenti a benefici
definiti (IAS 19)

(106.381.744)

(110.564.900)

Altre

1.311.892.366

1.366.969.441

Totale Altre riserve

1.205.510.622

1.256.404.541

Utili (perdite) accumulati,
incluso l'utile (perdita)
dell'esercizio

7.698.445.058

873.523.296

Totale Patrimonio netto

(c)

25.008.075.757

18.174.292.487

Passività non correnti

Passività finanziarie non
correnti per contratti di
finanziamento e altri

15)

24.440.361.873

5.665.036.000

26.181.613.166

5.756.665.000

Passività finanziarie non
correnti per contratti di
locazione passiva

15)

3.505.783.671

809.746.000

4.001.651.991

997.771.000

Fondi relativi al personale

20)

676.081.097

1.106.545.929

Passività per imposte differite

10)

2.352.153

Fondi per rischi e oneri

21)

618.128.216

527.779.856

Debiti vari e altre passività
non correnti

22)

3.477.543.318

161.586.000

2.973.016.553

141.214.000

Totale Passività non correnti

  (d)

32.717.898.175

34.792.959.648

Passività correnti

Passività finanziarie correnti
per contratti di finanziamento
e altri

15)

3.341.906.670

293.144.000

3.787.097.263

1.330.093.000

Passività finanziarie correnti
per contratti di locazione
passiva

15)

462.721.808

63.347.000

666.329.070

270.191.000

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

23)

5.609.421.674

497.665.000

5.842.636.759

381.348.000

Debiti per imposte sul reddito

10)

231.222.245

16.523.156

Totale Passività correnti

(e)

9.645.272.397

10.312.586.248

Totale Passività

(f=d+e)

42.363.170.572

45.105.545.896

Totale Patrimonio netto e
passività

(c+f)

67.371.246.329

63.279.838.383

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Situazione patrimoniale-finanziaria

301


CONTO ECONOMICO SEPARATO

Esercizio

di cui con parti

Esercizio

di cui con parti

2020

correlate

2019

correlate

(euro)

note

Ricavi

25)

12.029.901.155

311.682.000

13.136.933.872

333.157.000

Altri proventi operativi

26)

188.895.769

8.188.000

197.623.543

11.224.000

Totale ricavi e proventi operativi

12.218.796.924

13.334.557.415

Acquisti di materie e servizi

27)

(4.610.694.132)

(1.015.398.000)

(4.595.820.812)

(913.114.000)

Costi del personale

28)

(2.192.697.306)

(78.483.000)

(2.491.870.230)

(84.151.000)

Altri costi operativi

29)

(605.118.222)

(2.489.000)

(1.061.237.597)

(6.359.000)

Variazione delle rimanenze

30)

(11.769.401)

(106.500.060)

Attività realizzate internamente

31)

381.424.171

403.037.336

Risultato operativo ante
ammortamenti, plusvalenze/
(minusvalenze) e ripristini di valore/
(svalutazioni) di attività non correnti
(EBITDA)

5.179.942.034

5.482.166.052

di cui: impatto delle Partite di natura
non ricorrente

39)

(311.004.000)

(668.135.000)

Ammortamenti

32)

(3.581.638.098)

(141.558.000)

(3.719.256.987)

(273.443.000)

Plusvalenze/(Minusvalenze) da realizzo
di attività non correnti

33)

(14.850.367)

(41.501.105)

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di
attività non correnti

34)

(7.738.314)

117.583

Risultato operativo (EBIT)

1.575.715.255

1.721.525.543

di cui: impatto delle Partite di natura
non ricorrente

39)

(311.004.000)

(668.135.000)

Proventi/(oneri) da partecipazioni

35)

551.366.213

331.004.000

116.990.556

139.341.000

Proventi finanziari

36)

1.012.294.893

320.045.000

1.195.620.784

171.298.000

Oneri finanziari

36)

(1.972.897.516)

(574.275.000)

(2.461.921.850)

(1.004.648.000)

Utile (perdita) prima delle imposte

1.166.478.845

572.215.033

di cui: impatto delle Partite di natura
non ricorrente

39)

(91.116.000)

(672.642.000)

Imposte sul reddito

10)

5.994.990.200

(190.143.377)

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161.469.045

382.071.656

di cui: impatto delle Partite di natura
non ricorrente

39)

5.831.279.000

(514.863.000)



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Situazione patrimoniale-finanziaria

302


CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO

Nota 12

Esercizio

Esercizio

(euro)

2020

2019

Utile (perdita) dell'esercizio

(a)

7.161.469.045

382.071.656

Altre componenti del conto economico complessivo

Altre componenti che non saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(4.533.712)

3.227.418

Effetto fiscale

51.646

(52.113)

(b)

(4.482.066)

3.175.305

Rimisurazione piani per i dipendenti a benefici definiti (IAS 19):

Utili (perdite) attuariali

5.504.153

(39.552.345)

Effetto fiscale

(1.320.997)

9.492.563

(c)

4.183.156

(30.059.782)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Effetto fiscale

(d)

Totale altre componenti che non saranno successivamente
riclassificate nel conto economico separato

(e=b+c+d)

(298.910)

(26.884.477)

Altre componenti che saranno successivamente riclassificate nel
conto economico separato

Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre
componenti di conto economico complessivo:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

4.056.453

(36.051.956)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

24.882.430

Effetto fiscale

(973.549)

1.074.869

(f)

3.082.904

(10.094.657)

Strumenti derivati di copertura:

Utili (perdite) da adeguamento al fair value

(409.582.216)

(201.997.758)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

312.250.000

7.856.000

Effetto fiscale

23.359.732

46.594.022

(g)

(73.972.484)

(147.547.736)

Altri utili (perdite) di imprese collegate e Joint Ventures valutate con
il metodo del patrimonio netto:

Utili (perdite)

Perdite (utili) trasferiti al conto economico separato

Effetto fiscale

(h)

Totale altre componenti che saranno successivamente riclassificate
nel conto economico separato

(i= f+g+h)

(70.889.580)

(157.642.393)

Totale altre componenti del conto economico complessivo

(k= e+i)

(71.188.490)

(184.526.870)

Utile (perdita) complessivo dell'esercizio

(a+k)

7.090.280.555

197.544.786


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Conto economico complessivo

303


MOVIMENTI DEL PATRIMONIO NETTO

Movimenti del patrimonio netto dal 1°gennaio al 31 dicembre 2019


(euro)

Capitale

Riserva da
sovrapprezzo azioni

Riserva per attività
finanziarie valutate
al fair value
rilevato nelle altre
componenti di
conto economico
complessivo

Riserva per
adeguamento al
fair value degli
strumenti derivati
di copertura

Riserva per rimisurazione piani per dipendenti a benefici definiti

(IAS 19)

Altre riserve e utili
(perdite)
accumulati, incluso
l'utile (perdita)
dell'esercizio

Totale Patrimonio
netto

Saldo al 31
dicembre 2018

11.656.283.247

2.094.207.410

17.091.496

(992.066.033)

(80.505.118)

5.443.194.051

18.138.205.053

Adozione IFRS 16

233.916

233.916

Saldo rettificato al
1.1.2019

11.656.283.247

2.094.207.410

17.091.496

(992.066.033)

(80.505.118)

5.443.427.967

18.138.438.969

Movimenti di
patrimonio netto
dell’esercizio:

Dividendi deliberati

(165.764.272)

(165.764.272)

Totale utile (perdita)
complessivo
dell'esercizio

(6.919.352)

(147.547.736)

(30.059.782)

382.071.656

197.544.786

Avanzo di fusione di
Norverca S.p.A. in
TIM S.p.A.

526.081

526.081

Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto

3.516.061

3.516.061

Altri movimenti

1.361.353

(1.330.491)

30.862

Saldo al 31
dicembre 2019

11.656.283.247

2.094.207.410

11.533.497

(1.139.613.769)

(110.564.900)

5.662.447.002

18.174.292.487

 

Movimenti del patrimonio netto dal 1°gennaio al 31 dicembre 2020 – Nota 14


(euro)

Capitale

Riserva da
sovrapprezzo azioni

Riserva per attività
finanziarie valutate
al fair value rilevato
nelle altre
componenti di
conto economico
complessivo

Riserva per
adeguamento al
fair value degli
strumenti
derivati di
copertura

Riserva per
rimisurazione piani
per dipendenti a
benefici definiti
(IAS 19)

Altre riserve e utili
(perdite)
accumulati, incluso
l'utile (perdita)
dell'esercizio

Totale Patrimonio
netto

Saldo al 31
dicembre 2019

11.656.283.247

2.094.207.410

11.533.497

(1.139.613.769)

(110.564.900)

5.662.447.002

18.174.292.487

Movimenti di
patrimonio netto
dell’esercizio:

Dividendi deliberati

(317.443.700)

(317.443.700)

Totale utile (perdita)
complessivo
dell’esercizio

(1.399.162)

(73.972.484)

4.183.156

7.161.469.045

7.090.280.555

Avanzo di fusione
per incorporazione
di HR Services S.r.l.
in TIM S.p.A

11.758.020

11.758.020

Piano di Azionariato
Diffuso 2020

39.166.613

4.649.454

43.816.067

Emissione di
strumenti
rappresentativi di
patrimonio netto

3.867.672

3.867.672

Altri movimenti

1.485.231

19.425

1.504.656

Saldo al 31
dicembre 2020

11.657.768.478

2.133.374.023

10.134.335

(1.213.586.253)

(106.381.744)

12.526.766.918

25.008.075.757

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Movimenti del patrimonio netto

304


RENDICONTO FINANZIARIO

Esercizio

Esercizio

(euro)

note

2020

2019

Flusso monetario da attività operative:

Utile (perdita) dell'esercizio

7.161.469.045

382.071.656

Rettifiche per :

Ammortamenti

32)

3.581.638.098

3.719.256.987

Svalutazioni (ripristini di valore) di attività non correnti (incluse
partecipazioni)

43.102.000

57.335.000

Variazione netta delle attività (passività) per imposte anticipate
(differite)

(6.433.126.000)

55.119.000

Minusvalenze (plusvalenze) da realizzo di attività non correnti
(incluse partecipazioni)

(211.775.000)

31.886.000

Variazione dei fondi relativi al personale

(610.592.000)

(259.846.000)

Variazione delle rimanenze

11.770.000

106.500.000

Variazione dei crediti commerciali e altri  crediti netti

216.587.000

106.733.000

Variazione dei debiti commerciali

(22.869.000)

(120.373.000)

Variazione netta dei crediti/debiti per imposte sul reddito

693.552.000

99.830.000

Variazione netta dei crediti/debiti vari e di altre attività/passività

56.594.416

216.689.245

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività operative

(a)

4.486.350.559

4.395.201.888

Flusso monetario da attività di investimento:

Acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni di terzi
per cassa

(2.285.445.000)

(2.307.295.000)

Contributi in conto impianti incassati

23.982.000

28.034.000

Disponibilità liquide derivanti da operazioni societarie

7)

50.524.000

13.976.000

Acquisizione/cessione di altre partecipazioni

(101.314.000)

(43.472.000)

Variazione dei crediti finanziari e di altre attività finanziarie (esclusi i
derivati attivi di copertura e non)

(61.272.000)

240.825.000

Corrispettivo incassato dalla vendita di partecipazioni in imprese
controllate

142.170.000

Corrispettivo incassato/ rimborsato dalla vendita di attività
immateriali, materiali, diritti d'uso su beni di terzi e di altre attività non
correnti

1.821.958.000

12.183.000

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di investimento

(b)

(551.567.000)

(1.913.579.000)

Flusso monetario da attività di finanziamento

Variazione delle passività finanziarie correnti e altre

(732.399.000)

(885.905.000)

Accensione di passività finanziarie non correnti (inclusa quota
corrente)

1.022.437.000

3.814.352.000

Rimborsi di passività finanziarie non correnti (inclusa quota corrente)

(2.808.685.000)

(4.795.912.000)

Variazione dei derivati attivi/passivi di copertura e non

92.667.000

(187.407.000)

Incassi per aumenti/rimborsi di capitale

7.849.000

Dividendi pagati (*)

(317.139.000)

(165.720.000)

Flusso monetario generato (assorbito) dalle attività di
finanziamento

(c)

(2.735.270.000)

(2.220.592.000)

Flusso monetario complessivo

(d=a+b+c)

1.199.513.559

261.030.888

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio
dell'esercizio

(e)

45.363.804

(215.667.084)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti  nette alla fine
dell'esercizio

(f=d+e)

1.244.877.363

45.363.804

(*) di cui verso parti correlate

(37.686.924)




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Rendiconto finanziario

305


Acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d’uso su beni di terzi


Esercizio

Esercizio

(euro)

note

2020

2019

Acquisti di attività immateriali

4)

(959.315.000)

(819.485.000)

Acquisti di attività materiali

5)

(1.467.357.000)

(1.657.804.000)

Acquisti di diritti d'uso su beni di terzi

6)

(946.769.000)

(920.375.000)

Totale acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per competenza (*)

(3.373.441.000)

(3.397.664.000)

Variazione debiti per acquisti di attivitàimmateriali, materiali e diritti d'uso
su beni di terzi

1.087.996.000

1.090.369.000

Totale acquisti di attività immateriali, materiali e diritti d'uso su beni di
terzi per cassa

(2.285.445.000)

(2.307.295.000)

(*) di cui verso parti correlate

565.708.000

315.473.000


Informazioni aggiuntive del rendiconto finanziario

Esercizio

Esercizio

(euro)

2020

2019

Imposte sul reddito (pagate)/ incassate

249.301.000

(27.544.000)

Interessi pagati

(1.389.399.000)

(1.689.383.000)

Interessi incassati

465.448.000

654.562.000

Dividendi incassati

331.127.000

140.495.000


Analisi della cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette

Esercizio

Esercizio

(euro)

2020

2019

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette all'inizio
dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

829.022.799

885.426.755

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista

(783.658.995)

(1.101.093.839)

45.363.804

(215.667.084)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti nette alla fine
dell'esercizio:

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

1.765.441.712

829.022.799

Scoperti di conto corrente rimborsabili a vista

(520.564.349)

(783.658.995)

1.244.877.363

45.363.804

Le ulteriori informazioni integrative, richieste dallo IAS 7, sono presentate nell’ambito della Nota “Indebitamento finanziario netto” del presente Bilancio separato.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Rendiconto finanziario

306


NOTA 1 

FORMA, CONTENUTO E ALTRE INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Forma e contenuto

Telecom Italia, denominata in forma sintetica anche TIM, è una società per azioni (S.p.A.) organizzata secondo l’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana.

La sede legale di TIM S.p.A. è in via Gaetano Negri 1, Milano, Italia.

La durata di TIM S.p.A. è fissata, come previsto dallo Statuto, sino al 31 dicembre 2100.

TIM S.p.A. opera in Italia nel settore delle telecomunicazioni fisse e mobili.

Il bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020 è stato redatto nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale (vedasi per maggiori dettagli la Nota “Principi contabili”) e nel rispetto degli International Financial Reporting Standards emessi dall’International Accounting Standards Board e omologati dall’Unione Europea (definiti come “IFRS”), nonché delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in Italia.

Si precisa, inoltre, che nel 2020 TIM S.p.A. ha applicato principi contabili coerenti con quelli dell’esercizio precedente.

Il bilancio separato è stato redatto secondo il principio generale del costo, ad eccezione delle attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo, delle attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico e degli strumenti finanziari derivati che sono stati valutati al fair value. I valori contabili delle attività e delle passività oggetto di copertura sono rettificati per riflettere le variazioni di fair value relative ai rischi coperti (fair value hedge).

In ottemperanza allo IAS 1 (Presentazione del bilancio) le informazioni comparative di bilancio si riferiscono, salvo diversa indicazione, all’esercizio precedente.

La situazione patrimoniale-finanziaria, il conto economico separato e complessivo, i movimenti del patrimonio netto nonché il rendiconto finanziario sono presentati in unità di euro (senza decimali) e le note di bilancio in milioni di euro, salvo diversa indicazione.

La pubblicazione del bilancio separato di TIM S.p.A. per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020 è stata autorizzata con delibera del Consiglio di Amministrazione del 23 febbraio 2021.

Peraltro, all’Assemblea degli Azionisti compete l’approvazione finale del bilancio separato di TIM S.p.A..


Schemi di bilancio

Gli schemi di bilancio adottati sono coerenti con quelli previsti dallo IAS 1; in particolare:

la Situazione patrimoniale-finanziaria è stata predisposta classificando le attività e le passività secondo il criterio “corrente/non corrente”;

il Conto economico separato è stato predisposto classificando i costi operativi per natura, in quanto tale forma di esposizione è ritenuta più idonea a rappresentare lo specifico business della Società, risulta conforme alle modalità di reporting interno ed è in linea con la prassi del settore industriale di riferimento.

Il Conto economico separato include, in aggiunta all’EBIT (Risultato Operativo), l’indicatore alternativo di performance denominato EBITDA (Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di Attività non correnti).


In particolare, TIM utilizza, in aggiunta all’EBIT, l’EBITDA come financial target nelle presentazioni interne (business plan) e in quelle esterne (agli analisti e agli investitori); detto indicatore, rappresenta un’utile unità di misura per la valutazione delle performance operative di TIM S.p.A.. L’EBIT e l’EBITDA sono determinati come segue:


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 1

Forma, contenuto e altre informazioni di carattere generale

 307


Utile (perdita) prima delle imposte derivante dalle attività in funzionamento

+

Oneri finanziari

-

Proventi finanziari

+/-

Oneri (Proventi) da partecipazioni

EBIT- Risultato Operativo

+/-

Svalutazioni/(Ripristini di valore) di attività non correnti

+/-

Minusvalenze/(Plusvalenze) da realizzo di attività non correnti

+

Ammortamenti

EBITDA-Risultato Operativo Ante Ammortamenti, Plusvalenze/(Minusvalenze) e Ripristini di valore/(Svalutazioni) di
Attività non correnti


il Conto economico complessivo comprende, oltre all’utile (perdita) dell’esercizio, come da Conto economico separato, le altre variazioni dei Movimenti di Patrimonio Netto diverse da quelle con gli Azionisti;

il Rendiconto finanziario è stato predisposto esponendo i flussi finanziari derivanti dalle attività operative secondo il “metodo indiretto”, come consentito dallo IAS 7 (Rendiconto finanziario).

Inoltre, come richiesto dalla delibera Consob n. 15519 del 27 luglio 2006, nel contesto del conto economico separato, i proventi e gli oneri derivanti da operazioni che per loro natura non si verificano continuativamente nella normale attività operativa (operazioni non ricorrenti) sono specificatamente identificati ed i relativi effetti sui principali livelli intermedi di risultato sono evidenziati separatamente, quando significativi. In particolare, tra gli oneri/proventi non ricorrenti vengono inclusi, a titolo non esaustivo: proventi/oneri derivanti dalla cessione di immobili, impianti e macchinari, di rami d’azienda e di partecipazioni; oneri derivanti da processi/progetti di ristrutturazione e razionalizzazione aziendale anche connessi ad operazioni societarie (fusioni, scissioni, ecc.); oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a correlate passività; altri accantonamenti a fondi rischi e oneri e relativi storni; oneri per definizione in via transattiva di contenziosi diversi da quelli di natura regolatoria; rettifiche, riallineamenti e altre partite di natura non ripetitiva anche relativi ad esercizi precedenti; impairment losses (svalutazioni) sull’avviamento e/o su altre attività immateriali e materiali. Sono, inoltre, identificati quali oneri non ricorrenti taluni costi legati alla pandemia Covid-19.

Sempre in relazione alla citata delibera Consob, nei prospetti di bilancio gli importi relativi alle posizioni o transazioni con parti correlate sono stati evidenziati separatamente.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 1

Forma, contenuto e altre informazioni di carattere generale

 308


NOTA 2

PRINCIPI CONTABILI

Continuità aziendale

Il bilancio separato dell'esercizio 2020 è stato redatto nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale in quanto vi è la ragionevole aspettativa che TIM S.p.A. continuerà la sua attività operativa in un futuro prevedibile (e comunque con un orizzonte temporale superiore ai dodici mesi).

In particolare, sono stati presi in considerazione i seguenti fattori:


i principali rischi e incertezze (per la maggior parte di natura esogena) a cui TIM è esposta:

i mutamenti nella situazione macroeconomica generale nel mercato italiano, europeo e brasiliano, inclusi gli effetti derivanti dal perdurare dello stato di emergenza sanitaria connessi al Covid-19,  nonché la volatilità dei mercati finanziari della “zona Euro” anche a seguito della “Brexit” del Regno Unito;

le variazioni delle condizioni di business anche in relazione alle dinamiche competitive;

i mutamenti delle norme legislative e regolatorie (variazioni dei prezzi e delle tariffe o decisioni che possano condizionare le scelte tecnologiche);

gli esiti di controversie e contenziosi con autorità regolatorie, concorrenti ed altri soggetti;

i rischi finanziari (andamento dei tassi di interesse e/o dei tassi di cambio, variazioni del merito di credito da parte delle agenzie di rating);

il mix considerato ottimale tra capitale di rischio e capitale di debito nonché la politica di remunerazione del capitale di rischio, così come descritti nel paragrafo “Informativa sul capitale” nell’ambito della Nota “Patrimonio netto”;

la politica di gestione dei rischi finanziari (rischio di mercato, rischio di credito e rischio di liquidità), così come descritti nella Nota “Gestione dei rischi finanziari”.

Sulla base di tali fattori, la Direzione aziendale ritiene che, allo stato attuale, non vi siano elementi di incertezza sulla prospettiva della continuità aziendale per TIM S.p.A..


Attività immateriali

Avviamento

Ai sensi dell’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali), l’avviamento viene rilevato nel bilancio alla data di acquisizione (realizzata anche tramite fusione o conferimento) di aziende o di rami d’azienda ed è determinato come differenza tra il corrispettivo pagato (misurato secondo l’IFRS 3 che in genere viene determinato sulla base del fair value alla data di acquisizione) e il fair value alla data di acquisizione delle attività identificabili acquisite al netto delle passività identificabili assunte.

L’avviamento è classificato nella situazione patrimoniale-finanziaria come attività immateriale a vita utile indefinita, mentre l’eventuale “utile derivante da un acquisto a prezzi favorevoli (o avviamento negativo)” è iscritto nel conto economico separato.

L’avviamento inizialmente rilevato è successivamente ridotto solo per le riduzioni di valore cumulate (per maggiori dettagli si veda nel seguito la sezione Riduzione di valore delle attività immateriali, materiali e diritti d’uso su beni di terzi – Avviamento.

Costi di sviluppo

I costi sostenuti internamente per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi costituiscono, a seconda dei casi, attività immateriali (principalmente costi per software) o attività materiali e sono iscritti all’attivo solo se tutte le seguenti condizioni sono rispettate: i) il costo attribuibile all’attività di sviluppo è attendibilmente determinabile, ii) vi è l’intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l’attività disponibile all’uso o alla vendita, iii) è dimostrabile che l’attività è in grado di produrre benefici economici futuri. I costi di sviluppo capitalizzati comprendono le sole spese sostenute che possono essere attribuite direttamente al processo di sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

I costi di sviluppo capitalizzati sono ammortizzati sistematicamente lungo la vita stimata del relativo prodotto/servizio in modo da riflettere le modalità con cui ci si attende che i benefici economici futuri derivanti dall’attività siano consumati dall’entità.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 2

Principi contabili

 309


Altre attività immateriali a vita utile definita

Le altre attività immateriali a vita utile definita acquistate o prodotte internamente sono iscritte all’attivo, secondo quanto disposto dallo IAS 38 (Attività immateriali), quando è probabile che l’uso dell’attività genererà benefici economici futuri e quando il costo dell’attività può essere determinato in modo attendibile.

Tali attività sono rilevate al costo di acquisto o di produzione ed ammortizzate in quote costanti lungo la loro stimata vita utile; le aliquote di ammortamento sono riviste su base annuale e sono modificate se l’attuale vita utile stimata differisce da quella stimata in precedenza. Gli effetti di tali variazioni sono riconosciuti a conto economico separato su base prospettica.


Attività materiali

Immobili, impianti e macchinari

Gli immobili, impianti e macchinari sono iscritti al costo di acquisto o di produzione. I costi sostenuti successivamente all’acquisto sono capitalizzati solo se determinano un incremento dei benefici economici futuri insiti nel bene a cui si riferiscono. Tutti gli altri costi sono rilevati nel conto economico separato quando sostenuti.

Il costo dei cespiti include anche i costi previsti per lo smantellamento del cespite ed il ripristino del sito laddove sia presente un’obbligazione legale o implicita. La corrispondente passività è rilevata in un fondo iscritto tra le passività nell’ambito dei fondi per rischi e oneri, al valore attuale; l’imputazione a conto economico separato dell’onere capitalizzato avviene lungo la vita utile delle relative attività materiali attraverso il processo di ammortamento delle stesse.

La rideterminazione delle stime relative ai costi di smantellamento, ai tassi di attualizzazione e alle date in cui si prevede di sostenere tali costi è effettuata annualmente, ad ogni chiusura di bilancio. Le variazioni della citata passività devono essere rilevate ad incremento o a riduzione del costo della relativa attività; l’importo dedotto dal costo dell’attività non deve eccedere il valore contabile della stessa. L’eventuale eccedenza è rilevata immediatamente nel conto economico separato, in via convenzionale, alla voce Ammortamenti.

L’ammortamento è calcolato in base ad un criterio a quote costanti sulla vita utile stimata delle attività. Le aliquote di ammortamento sono riviste su base annuale e sono modificate se l’attuale vita utile stimata differisce da quella stimata in precedenza. Gli effetti di tali variazioni sono riconosciuti a conto economico separato su base prospettica.

I terreni, inclusi quelli pertinenziali ai fabbricati, non vengono ammortizzati.


Diritti d'uso su beni di terzi

In base a quanto previsto dall’IFRS 16, la rappresentazione contabile dei contratti di locazione passiva avviene attraverso l’iscrizione nella situazione patrimoniale-finanziaria di una passività di natura finanziaria, rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri, a fronte dell’iscrizione nell’attivo del diritto d’uso dell’attività presa in locazione.

Alla data di decorrenza del contratto, il diritto d’uso è iscritto al costo che comprende: l’importo della valutazione iniziale della passività del leasing, eventuali pagamenti dovuti per il leasing effettuati alla data o prima della data di decorrenza, i costi diretti iniziali sostenuti per la sottoscrizione del contratto e il valore attuale della stima dei costi di ripristino e smantellamento previsti dal contratto, al netto di eventuali incentivi ricevuti.

Successivamente, il diritto d’uso è ammortizzato lungo la durata contrattuale (o la vita utile del bene se inferiore), soggetto a eventuali riduzioni di valore e rettificato per tener conto di eventuali rideterminazioni della passività del leasing.


Riduzione di valore delle attività immateriali, materiali e dei diritti d’uso su beni di terzi

Avviamento

L’avviamento è sottoposto a verifica della recuperabilità del valore (c.d. impairment test) annualmente o più frequentemente, se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che abbia subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dallo IAS 36 (Riduzione di valore delle attività); il valore originario non viene comunque ripristinato qualora vengano meno le ragioni che hanno determinato la riduzione di valore.

La verifica viene svolta, di norma, alla fine di ogni esercizio e, pertanto, la data di riferimento per tale verifica è costituita dalla data di chiusura del bilancio. L’avviamento acquisito ed allocato nel corso dell’esercizio è sottoposto a verifica della recuperabilità del valore alla fine dell’esercizio in cui l’acquisizione e l’allocazione sono avvenute.

Al fine della verifica della sua recuperabilità, l’avviamento è allocato, alla data di acquisizione, ad ogni unità o gruppo di unità generatrici di flussi di cassa (Cash Generating Unit – CGU) che beneficiano dell’acquisizione.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 2

Principi contabili

 310


Se il valore contabile dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) eccede il rispettivo valore recuperabile, si rileva a conto economico separato una perdita per riduzione di valore. La perdita per riduzione di valore è imputata dapprima a riduzione del valore contabile dell’avviamento allocato all’unità generatrice di flussi di cassa (o al gruppo di unità) e solo successivamente alle altre attività dell’unità in proporzione al loro valore contabile fino all’ammontare del valore recuperabile delle attività a vita utile definita. Il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi di cassa (o di un gruppo di unità) cui è allocato l’avviamento è il maggiore fra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso della stessa unità.

Il valore d’uso di un’attività è costituito dal valore attuale dei flussi di cassa attesi calcolato applicando un tasso di attualizzazione che riflette le valutazioni correnti di mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività. I flussi di cassa futuri si riferiscono a quelli previsti su un orizzonte temporale esplicito compreso fra i tre e i cinque anni, nonché a quelli estrapolati dall’ultimo anno dell’orizzonte temporale esplicito per la stima del valore terminale. Il tasso di crescita a lungo termine utilizzato al fine della stima del valore terminale dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) viene assunto in misura non eccedente il tasso medio di crescita a lungo termine del settore o del mercato nel quale l’unità generatrice di flussi di cassa (o il gruppo di unità) opera.

I flussi di cassa futuri sono stimati facendo riferimento alle condizioni correnti dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) e, pertanto, non si considerano né i benefici derivanti da ristrutturazioni future per le quali l’entità non è ancora impegnata, né gli investimenti futuri di miglioramento o di ottimizzazione dell’unità.

Ai fini della verifica della riduzione di valore, il valore contabile di un’unità generatrice di flussi di cassa viene determinato coerentemente con il criterio con cui è determinato il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa, escludendo i c.d. surplus assets (ossia le attività finanziarie, le attività per imposte anticipate e le attività non correnti nette destinate ad essere cedute).

Dopo aver effettuato la verifica per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi di cassa (o del gruppo di unità) cui è allocato l’avviamento si effettua un secondo livello di verifica della riduzione di valore comprendendo anche quelle attività centralizzate con funzioni ausiliarie (corporate assets) che non generano flussi positivi di risultato e che non possono essere allocate secondo un criterio ragionevole e coerente alle singole unità. A questo secondo livello il valore recuperabile di tutte le unità generatrici di flussi di cassa (o gruppi di unità) viene confrontato con il valore contabile di tutte le unità (o gruppi di unità), comprendendo anche quelle unità alle quali non è stato allocato alcun avviamento e le attività centralizzate.

Attività (immateriali e materiali) a vita utile definita e diritti d’uso su beni di terzi

Ad ogni data di riferimento del bilancio, la Società verifica se esistono indicazioni che le attività sia immateriali che materiali a vita utile definita e i diritti d’uso su beni di terzi possano aver subito una riduzione di valore. A tal fine si considerano sia fonti interne che esterne di informazione. Relativamente alle prime (fonti interne) si considera: l’obsolescenza o il deterioramento fisico dell’attività, eventuali cambiamenti significativi nell’uso dell’attività e l’andamento economico dell’attività rispetto a quanto previsto. Relativamente alle fonti esterne, invece, si considera: l’andamento dei prezzi di mercato delle attività, eventuali discontinuità tecnologiche, di mercato o normative, l’andamento dei tassi di interesse di mercato e del costo del capitale utilizzato per valutare gli investimenti ed infine se il valore contabile delle attività nette della Società dovesse risultare superiore alla capitalizzazione di borsa.

Se esistono indicazioni che le attività sia immateriali che materiali a vita utile definita e i diritti d’uso su beni di terzi abbiano subito una riduzione di valore, il valore di carico è ridotto al relativo valore recuperabile. Il valore recuperabile è definito come il maggiore tra il fair value, al netto dei costi di vendita, ed il suo valore d’uso. Il valore d’uso è costituito dal valore attuale dei flussi di cassa attesi calcolato applicando un tasso di attualizzazione che riflette le valutazioni correnti di mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività o del diritto. Quando non è possibile stimare il valore recuperabile, la Società stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa cui l’attività appartiene. La riduzione di valore è iscritta a conto economico separato.

Quando successivamente vengono meno i motivi che hanno determinato una riduzione di valore, il valore contabile dell’attività /diritto d’uso o dell’unità generatrice di flussi di cassa è incrementato sino alla nuova stima del valore recuperabile che, comunque, non può eccedere il valore che si sarebbe determinato se non fosse stata rilevata alcuna riduzione di valore. Il ripristino di valore è iscritto a conto economico separato.


Strumenti finanziari

Modelli di business nella gestione delle attività finanziarie

Nell’ambito della gestione del credito commerciale, il Management della Società ha definito i propri modelli di business in base alla specificità della natura del credito, del tipo di controparte, della dilazione d’incasso; ciò, al fine di ottimizzare la gestione del capitale circolante attraverso il continuo monitoraggio delle performance d’incasso dalla clientela, l’indirizzo delle credit collection policies, la gestione di programmi di smobilizzo crediti,

l’attivazione di cessioni del credito (factoring) coerenti con le esigenze di programmazione finanziaria.

I Modelli di Business adottati sono i seguenti.  

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Nota 2

Principi contabili

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Hold to Collect: trattasi dei crediti generalmente detenuti fino a scadenza quali, ad esempio, i crediti verso i grandi clienti e gli OLO; tali strumenti ricadono nella categoria IFRS 9 “Attività valutate al costo ammortizzato; 

Hold to Collect and Sell: trattasi dei crediti generalmente oggetto di cessione in modalità massiva e ricorrente quali, ad esempio, i crediti verso la clientela attiva consumer, small e business in attesa di essere ceduti; tali strumenti ricadono nella categoria IFRS 9 “Attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo”. Così come previsto dall’IFRS 9, la relativa riserva viene riversata a conto economico separato al momento della cessione, ovvero in presenza di una riduzione di valore.

Nell’ambito della gestione delle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali verso i clienti, il Management della società ha definito i propri modelli di business in base alle logiche di impiego della liquidità ed alle tecniche di gestione degli strumenti finanziari; ciò, per mantenere un adeguato livello di flessibilità finanziaria e gestire al meglio – in termini di rischio/rendimento - le risorse finanziarie di immediata disponibilità e secondo l’indirizzo strategico. 

I Modelli di Business adottati sono i seguenti:


Hold to Collect: trattasi di strumenti finanziari impiegati per assorbire i surplus di cassa temporanei; sono caratterizzati da un basso livello di rischio e detenuti principalmente fino alla scadenza; la valutazione avviene al costo ammortizzato; 

Hold to Collect and Sell: trattasi di strumenti monetari o obbligazionari impiegati per assorbire i surplus di cassa di breve / medio termine; sono caratterizzati da un basso livello di rischio e detenuti, di norma, fino alla scadenza o venduti per coprire specifiche necessità di liquidità; la valutazione avviene al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo; 

Hold to Sell: trattasi di strumenti monetari, obbligazionari e di equity trading impiegati per la gestione dinamica dei surplus di cassa non riconducibili ai precedenti Modelli di Business; sono caratterizzati da un livello di rischio più elevato e da acquisti e vendite ripetuti nel tempo; la valutazione avviene al fair value attraverso il conto economico separato.

Partecipazioni in controllate, collegate e joint venture

Le partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint venture sono valutate al costo rettificato per le riduzioni di valore. In presenza di obiettive evidenze di perdita di valore, la recuperabilità è verificata confrontando il valore di iscrizione della partecipazione con il relativo valore recuperabile rappresentato dal maggiore tra il fair value, al netto dei costi di vendita, e il valore d’uso.

Altre partecipazioni

Le altre partecipazioni (diverse da quelle in controllate, collegate e joint venture) sono incluse fra le attività non correnti o fra quelle correnti se sono destinate a permanere nel patrimonio della Società per un periodo, rispettivamente, superiore o non superiore a 12 mesi.


Le altre partecipazioni sono classificate tra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato” (FVTPL), nell’ambito delle attività correnti.


Al momento dell’acquisto di ciascuna partecipazione, l’IFRS 9 prevede l’opzione irrevocabile di iscrivere tali partecipazioni tra le “attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo” (FVTOCI), nell’ambito delle attività non correnti o correnti.


Le altre partecipazioni classificate fra le “attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo” sono valutate al fair value; le variazioni di valore di dette partecipazioni sono iscritte in una riserva di patrimonio netto attraverso la loro imputazione alle altre componenti di conto economico complessivo (Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo), senza riclassificazione a conto economico separato, in sede di derecognition (cessione) o riduzione di valore ritenuta definitiva. I dividendi sono invece rilevati a conto economico separato.

Le variazioni di valore delle altre partecipazioni classificate fra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato” sono iscritte direttamente a conto economico separato.

Titoli diversi dalle partecipazioni

I titoli diversi dalle partecipazioni, inclusi fra le attività non correnti o fra quelle correnti, a seconda del modello di business adottato e dei flussi contrattuali previsti rientrano fra le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, oppure valutate al fair value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo oppure al fair value attraverso il conto economico separato.

I titoli diversi dalle partecipazioni, inclusi fra le attività correnti, sono quelli che, per scelta degli amministratori, sono destinati a permanere nel patrimonio di TIM S.p.A. per un periodo non superiore a 12 mesi, e vengono classificati:

tra le “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” (AC) quando sono detenuti in portafoglio sino alla scadenza (originariamente superiore a 3 mesi ma inferiore a 12 mesi, oppure, pur avendo una

Bilancio separato di

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Principi contabili

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scadenza originaria superiore a 12 mesi, sono stati acquistati in un periodo nel quale la scadenza era compresa tra 3 e 12 mesi);

tra le “attività finanziarie valutare al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo” (FVTOCI) quando è detenuta nell’ambito di un modello di business il cui obiettivo è quello di vendere l’attività finanziaria e/o incassare i flussi contrattuali. La “Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo” è riversata a conto economico separato al momento della cessione ovvero in presenza di una riduzione di valore;

tra le “attività finanziarie valutate al fair value attraverso il conto economico separato” (FVTPL) negli altri casi.

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

La cassa e le altre disponibilità liquide equivalenti sono iscritte, a seconda della loro natura, al valore nominale ovvero al costo ammortizzato.

Le altre disponibilità liquide equivalenti rappresentano impieghi finanziari a breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e soggetti ad un irrilevante rischio di variazione del loro valore, la cui scadenza originaria ovvero al momento dell’acquisto non è superiore a 3 mesi.

Riduzione di valore di attività finanziarie

Ad ogni data di riferimento del bilancio, vengono effettuate valutazioni al fine di verificare se esista evidenza oggettiva che un’attività finanziaria o un gruppo di attività possa aver subito una riduzione di valore.

La riduzione di valore di attività finanziarie si basa sul modello delle perdite attese (expected credit loss).

In particolare:


la riduzione di valore sui crediti commerciali e sui contract assets viene effettuata attraverso l'approccio semplificato, che prevede la stima della perdita attesa lungo tutta la vita del credito al momento dell'iscrizione iniziale e nelle valutazioni successive. Per ciascun segmento di clientela, la stima è effettuata principalmente attraverso la determinazione dell'inesigibilità media attesa, basata su indicatori storico-statistici, eventualmente adeguata utilizzando elementi prospettici. Per alcune categorie di crediti caratterizzate da elementi di rischio peculiari vengono invece effettuate valutazioni specifiche sulle singole posizioni creditorie;

la riduzione di valore sulle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali viene effettuata seguendo il modello generale che rileva le perdite attese sui crediti nei 12 mesi successivi o sull’intera vita residua in caso di peggioramento sostanziale del rischio di credito. 

Strumenti finanziari derivati

Così come consentito dall’IFRS 9, la Società ha scelto di continuare ad applicare le disposizioni in materia di contabilizzazione delle operazioni di copertura contenute nello IAS 39 invece delle disposizioni dell’IFRS 9.

Gli strumenti finanziari derivati perfezionati dalla Società sono volti a fronteggiare l’esposizione al rischio di cambio e di tasso di interesse e ad una diversificazione dei parametri di indebitamento che ne permetta una riduzione del costo e della volatilità entro prefissati limiti gestionali.

Coerentemente con quanto stabilito dallo IAS 39, gli strumenti finanziari derivati di copertura sono contabilizzati secondo le modalità stabilite per l’hedge accounting solo quando:


all’inizio della copertura, esistono la designazione formale e la documentazione della relazione di copertura stessa;

si prevede che la copertura sarà altamente efficace;

l’efficacia può essere attendibilmente misurata;

la copertura stessa è altamente efficace durante i diversi periodi contabili per i quali è designata.

Tutti gli strumenti finanziari derivati sono valutati al fair value, come stabilito dallo IAS 39.

Quando gli strumenti finanziari derivati hanno le caratteristiche per essere contabilizzati in hedge accounting, si applicano i seguenti trattamenti contabili:


Fair value hedge – Se uno strumento finanziario derivato è designato come copertura dell’esposizione alle variazioni del fair value di un’attività o di una passività attribuibili ad un particolare rischio, l’utile o la perdita derivante dalle successive variazioni del fair value dello strumento di copertura è rilevato a conto economico separato. L’utile o la perdita derivante dall’adeguamento al fair value della posta coperta, per la parte attribuibile al rischio coperto, modifica il valore contabile di tale posta e viene rilevato a conto economico separato.

Cash flow hedge – Se uno strumento finanziario derivato è designato come copertura dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari di un’attività o di una passività iscritta in bilancio o di un’operazione prevista altamente probabile, la porzione efficace degli utili o delle perdite derivanti dall’adeguamento al fair value dello strumento derivato è rilevata in una specifica riserva di patrimonio netto (Riserva per adeguamento al

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Principi contabili

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fair value degli strumenti derivati di copertura). L’utile o la perdita cumulato è stornato dalla riserva di patrimonio netto e contabilizzato a conto economico separato negli stessi esercizi in cui gli effetti dell’operazione oggetto di copertura vengono rilevati a conto economico separato. L’utile o la perdita associato a quella parte della copertura inefficace è iscritto a conto economico separato immediatamente. Se l’operazione oggetto di copertura non è più ritenuta probabile, gli utili o le perdite non ancora realizzati contabilizzati nella riserva di patrimonio netto sono rilevati immediatamente a conto economico separato.

Per gli strumenti derivati per i quali non è stata designata una relazione di copertura, le variazioni di valore rispetto alla rilevazione iniziale sono iscritte direttamente a conto economico separato.

Passività finanziarie

Le passività finanziarie includono i debiti finanziari, comprensivi dei debiti per anticipazioni su cessione di crediti qualora la cessione non trasferisca sostanzialmente tutti i rischi ed i benefici, nonché altre passività finanziarie, ivi inclusi gli strumenti finanziari derivati e le passività a fronte delle attività iscritte nell’ambito dei contratti di locazione finanziaria iscritti ai sensi dell’IFRS 16.

Ai sensi dell'IFRS 9, esse comprendono anche i debiti commerciali e quelli di natura varia.

Nell’ambito dei debiti commerciali sono anche classificate le operazioni di reverse factoring. TIM ha posto in essere accordi di reverse factoring attraverso i quali TIM conferisce alle banche partner mandato di pagare i suoi fornitori a scadenza delle fatture. I fornitori che partecipano a tali programmi hanno la facoltà di cedere (senza alcun onere per TIM) i crediti vantati verso TIM. Essi possono esercitare tale facoltà a loro totale discrezione e sostenendone tutti i costi per beneficiare dell’incasso prima della scadenza contrattuale.

Le passività finanziarie, diverse dagli strumenti finanziari derivati, sono inizialmente iscritte al fair value; successivamente vengono valutate al costo ammortizzato.


Le passività finanziarie coperte da strumenti finanziari derivati volti a fronteggiare il rischio di variazione di valore della passività (derivati in fair value hedge), sono valutate al fair value, secondo le modalità stabilite dallo IAS 39 per l’hedge accounting: gli utili e le perdite derivanti dai successivi adeguamenti al fair value, limitatamente alla componente coperta, sono rilevati a conto economico separato e sono controbilanciati dalla porzione efficace della perdita o dell’utile derivante dalle corrispondenti valutazioni al fair value dello strumento di copertura.

Le passività finanziarie coperte da strumenti finanziari derivati volti a fronteggiare il rischio di variazione dei flussi finanziari (derivati in cash flow hedge) rimangono valutate al costo ammortizzato, secondo le modalità stabilite dallo IAS 39 per l’hedge accounting.


Cessioni di crediti

TIM S.p.A. effettua cessioni di crediti sulla base di contratti di factoring. Tali cessioni, nella maggior parte dei casi, sono caratterizzate dal trasferimento a terzi sostanzialmente di tutti i rischi e benefici relativi ai crediti, rispondendo in tal modo ai requisiti dell’IFRS 9 per lo storno degli stessi. Appositi contratti di servizio, in virtù dei quali gli acquirenti conferiscono mandato a TIM S.p.A. di gestire le attività di incasso e gestione dei crediti, sono stati stipulati per mantenere la relazione tra la Società e la propria clientela.


Rimanenze di magazzino

Le rimanenze di magazzino sono valutate al minore tra il costo di acquisto e/o di produzione e il presumibile valore di realizzo; il costo viene determinato con il metodo del costo medio ponderato per singolo movimento mentre il presumibile valore di realizzo viene rilevato dall’osservazione dei prezzi correnti alla chiusura dell’esercizio. Sono inoltre stanziati dei fondi svalutazione per le rimanenze di magazzino considerate obsolete o a lenta rotazione, tenuto conto del loro utilizzo futuro atteso e del loro presumibile valore di realizzo.


Attività non correnti destinate a essere cedute/Attività operative cessate

Le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione il cui valore contabile sarà recuperato principalmente attraverso la vendita anziché con il loro utilizzo continuativo sono classificate come possedute per la vendita e rappresentate separatamente dalle altre attività e passività della situazione patrimoniale-finanziaria. I corrispondenti valori patrimoniali dell’esercizio precedente non sono riclassificati nella situazione patrimoniale – finanziaria ma sono invece esposti separatamente in una specifica colonna di variazione nell’evoluzione delle voci dell’attivo e del passivo nell’esercizio in cui le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione sono classificati come tali.

Un’attività operativa cessata (Discontinued Operations) rappresenta una parte dell’entità che è stata dismessa o classificata come posseduta per la vendita, e:


rappresenta un importante ramo di attività o area geografica di attività; oppure

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Principi contabili

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è parte di un piano coordinato di dismissione di un importante ramo di attività o area geografica di attività; oppure

è una controllata acquisita esclusivamente allo scopo di essere rivenduta.

I risultati delle attività operative cessate – siano esse dismesse oppure classificate come possedute per la vendita – sono esposti separatamente nel conto economico separato, al netto degli effetti fiscali. I corrispondenti valori relativi all’esercizio precedente, ove presenti, sono riclassificati ed esposti separatamente nel conto economico separato, al netto degli effetti fiscali, ai fini comparativi.

Le attività non correnti destinate a essere cedute o i gruppi in dismissione classificati come posseduti per la vendita, sono dapprima rilevati in conformità allo specifico IFRS di riferimento applicabile a ciascuna attività e passività e, successivamente, sono rilevati al minore tra il valore contabile e il relativo fair value, al netto dei costi di vendita.

Eventuali successive perdite di valore sono rilevate direttamente a rettifica delle attività non correnti o dei gruppi in dismissione classificati come posseduti per la vendita con contropartita a conto economico separato.

Viene invece rilevato un ripristino di valore per ogni incremento successivo del fair value di un’attività al netto dei costi di vendita, ma solo fino a concorrenza della perdita per riduzione di valore complessiva precedentemente rilevata.

In conformità alle previsioni dell’IFRS 5 (Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate) le attività non correnti classificate come possedute per la vendita o facenti parte di un gruppo in dismissione non vengono ammortizzate.

Gli oneri finanziari e le altre spese attribuibili alle passività di un gruppo in dismissione classificato come posseduto per la vendita devono continuare ad essere rilevati.


Fondi relativi al personale

Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR)

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), obbligatorio ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, ha natura di retribuzione differita ed è correlato alla durata della vita lavorativa dei dipendenti e alla retribuzione percepita nel periodo di servizio prestato.

In applicazione dello IAS 19 (Benefici per i dipendenti), il TFR così calcolato assume la natura di “Piano a benefici definiti” e la relativa obbligazione da iscrivere in bilancio (Fondo TFR) è determinata mediante un calcolo attuariale.

La rilevazione delle variazioni degli utili/perdite attuariali (“rimisurazioni”) è iscritta fra le altre componenti del conto economico complessivo. Gli interessi passivi relativi alla componente del “time value” nei calcoli attuariali sono invece iscritti a conto economico separato tra gli oneri finanziari.

A partire dal 1° gennaio 2007, la legge italiana ha previsto per il lavoratore la possibilità di scegliere la destinazione del proprio TFR maturando ai fondi di previdenza complementare oppure all’azienda di appartenenza. Per le aziende con almeno 50 dipendenti è fatto obbligo di versare tale TFR al “Fondo di Tesoreria” gestito dall’INPS. Conseguentemente, l’obbligazione nei confronti dell’INPS e le contribuzioni alle forme pensionistiche complementari hanno assunto, ai sensi dello IAS 19, la natura di “Piani a contribuzioni definite”.

Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale

TIM S.p.A. riconosce benefici addizionali a taluni dirigenti delle Società del Gruppo attraverso piani di partecipazione al capitale (ad esempio: piani di stock option e Long-term incentive plan). I summenzionati piani vengono contabilizzati secondo quanto previsto dall’IFRS 2 (Pagamenti basati su azioni).

Secondo quanto stabilito dall’IFRS 2, tali piani rappresentano una componente della retribuzione dei beneficiari; pertanto, per i piani che prevedono una remunerazione in strumenti di capitale, il costo è rappresentato dal fair value di tali strumenti alla data di assegnazione, ed è rilevato tra i “Costi del personale”, nel caso di dipendenti della Società, e tra le “Partecipazioni”, nel caso di dipendenti di controllate, lungo il periodo intercorrente tra la data di assegnazione e quella di maturazione, con contropartita una riserva di Patrimonio Netto denominata “Altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto”. Le variazioni nel fair value successive alla data di assegnazione non hanno effetto sulla valutazione iniziale. Alla fine di ogni esercizio viene aggiornata la stima del numero di diritti che matureranno fino alla scadenza. La variazione di stima è portata a rettifica della voce “Altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto” con contropartita rispettivamente “Costi del personale” o “Partecipazioni”.

La parte dei piani che prevede la corresponsione di compensi in denaro è iscritta tra le passività in contropartita dei “Costi del personale”, nel caso di dipendenti della Società, e tra le “Partecipazioni”, nel caso di dipendenti di controllate; alla fine di ogni esercizio detta passività è valutata al relativo fair value.



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Principi contabili

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Fondi per rischi e oneri

La Società rileva i fondi per rischi e oneri quando, in presenza di un’obbligazione attuale, legale o implicita, nei confronti di terzi, quale risultato di un evento passato, è probabile che si renderà necessario l’impiego di risorse per adempiere all’obbligazione e quando può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione stessa.

Quando l’effetto finanziario del trascorrere del tempo è significativo e le date di pagamento delle obbligazioni sono attendibilmente stimabili, l’accantonamento è determinato attualizzando i flussi di cassa attesi determinati tenendo conto dei rischi associati all’obbligazione; l’incremento del fondo connesso al trascorrere del tempo è rilevato nel conto economico separato alla voce “Oneri finanziari”.


Contributi pubblici

I contributi pubblici sono rilevati quando esiste una ragionevole certezza che saranno ricevuti e che la Società rispetterà tutte le condizioni previste dal Governo, da enti governativi e analoghi enti locali, nazionali o internazionali per la loro erogazione.

I contributi pubblici sono rilevati a Conto economico separato, con un criterio sistematico, negli esercizi in cui la Società rileva come costi le relative spese che i contributi intendono compensare.

I contributi pubblici in conto capitale ricevuti per l’acquisto e/o la costruzione di attività materiali non correnti sono iscritti come ricavo differito nel prospetto della Situazione patrimoniale-finanziaria e accreditati a Conto economico separato su base sistematica lungo la vita utile degli impianti cui i contributi si riferiscono.


Azioni proprie

Le azioni proprie sono iscritte in riduzione del patrimonio netto. In particolare, le azioni proprie sono contabilizzate in riduzione del capitale sociale emesso per la parte corrispondente alla cd. “parità contabile”, che risulta dal rapporto tra il capitale sociale complessivo e il numero delle azioni emesse, mentre l’eccedenza del valore di acquisto rispetto alla parità contabile è portata in riduzione delle “Altre riserve e utili (perdite) accumulati, incluso l’utile (perdita) dell’esercizio”.


Operazioni in valuta estera

Le operazioni in valuta estera sono registrate al tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione. Le attività e le passività monetarie denominate in valuta estera sono convertite al tasso di cambio in essere alla data di riferimento del bilancio. Sono rilevate a conto economico separato le differenze cambio generate dall’estinzione di poste monetarie o dalla loro conversione a tassi differenti rispetto a quelli della loro rilevazione iniziale nell’esercizio o a quelli di fine esercizio precedente.

Ricavi

I ricavi rappresentano i flussi lordi di benefici economici dell’esercizio derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria. I corrispettivi riscossi per conto terzi quali le imposte sulle vendite, le imposte su beni e servizi e l’imposta sul valore aggiunto non sono benefici economici fruiti dalla Società e non determinano un incremento del patrimonio netto. Per questo motivo essi sono esclusi dai ricavi.


Il processo sottostante la rilevazione dei ricavi segue le fasi previste dall’IFRS 15:


identificazione del contratto: avviene quando le parti approvano il contratto (con sostanza commerciale) e individuano i rispettivi diritti ed obbligazioni: in altri termini il contratto deve essere legalmente vincolante, possono essere chiaramente identificati i diritti a ricevere beni e/o servizi ed i termini di pagamento e la Società ritiene probabile il percepimento del corrispettivo;

identificazione delle performance obligation: le principali performance obligation identificate, vale a dire promesse di trasferimento di beni e servizi che sono distinti, sono prestazioni di servizi (tra cui traffico voce e dati e soluzioni ICT) alla clientela retail, prestazioni di servizi alla clientela wholesale e vendita di prodotti;

determinazione del transaction price: è l’importo complessivamente contrattualizzato con la controparte, avuto riguardo all’intera durata contrattuale. La Società ha definito che la durata contrattuale è quella derivante dai vincoli contrattuali tra le parti, oppure, in assenza di tali vincoli, è convenzionalmente pari ad un mese;

allocazione del transaction price alle performance obligation: l’allocazione avviene proporzionalmente ai rispettivi stand alone selling price, determinati in base ai prezzi di listino (laddove presenti) oppure stimati applicando un margine appropriato al costo di acquisto/produzione del bene/servizio.

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Principi contabili

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I ricavi da attivazione del servizio di connettività non costituiscono una performance obligation; vengono, pertanto, allocati alle performance obligation contrattuali (tipicamente ai servizi).

Per le offerte che comprendono sia la vendita degli apparati sia la prestazione di servizi (offerte bundle), la Società alloca il transaction price contrattuale alle performance obligation del contratto proporzionalmente agli stand alone selling price delle singole perfomance obligation;

rilevazione dei ricavi: i ricavi sono rappresentati al netto di sconti, abbuoni e resi e rilevati in relazione alle caratteristiche della tipologia di ricavo:

Ricavi per prestazioni di servizi

I ricavi per prestazioni di servizi sono rilevati a conto economico separato con riferimento allo stadio di completamento del servizio, ovvero in base all’effettivo consumo.

I ricavi da traffico telefonico per interconnessione e roaming sono esposti al lordo delle quote spettanti agli altri operatori di telecomunicazioni.

I ricavi per la fornitura di informazioni ed altri contenuti sono iscritti in base all’ammontare fatturato al cliente quando il servizio è reso direttamente dalla Società. Nel caso in cui la Società operi esclusivamente in qualità di agente (ad esempio per le Numerazioni Non Geografiche), viene invece iscritta tra i ricavi la sola provvigione riconosciuta dal fornitore di contenuti.

I ricavi derivanti dal traffico prepagato sono contabilizzati sulla base dell’effettivo consumo. I ricavi differiti corrispondenti al traffico già incassato ma non ancora consumato sono registrati nella Situazione patrimoniale-finanziaria alla voce “Debiti commerciali, vari e altre passività correnti”.

Generalmente i ricavi per prestazioni di servizi sono fatturati e riscossi su base bimestrale/mensile per la clientela Retail, mentre sono fatturati su base mensile e riscossi in 40/60 giorni per la clientela wholesale.



Ricavi per vendite 

I ricavi per vendite (prodotti telefonici e altri) sono rilevati alla consegna quando il controllo dei beni è trasferito ai clienti.

Gli apparati venduti separatamente dai servizi sono fatturati al momento della consegna; la riscossione avviene a vista o in base a piani rateizzati (fino a 48 rate mensili). Gli apparati venduti nell’ambito di offerte bundle sono fatturati al momento della consegna e riscossi, di regola, in 24 rate mensili.


La rilevazione dei ricavi può generare l’iscrizione di una attività o passività derivante da contratti. In particolare:

le Attività derivanti da contratto rappresentano il diritto ad un corrispettivo in cambio di beni o servizi che sono stati trasferiti al cliente, quando il diritto è subordinato a qualcosa di diverso dal passare del tempo;

le Passività derivanti da contratto rappresentano l'obbligazione di trasferire al cliente beni o servizi per i quali la Società ha ricevuto (o per i quali è dovuto) un corrispettivo dal cliente.

I costi contrattuali (costi di adempimento e di ottenimento di un contratto; principalmente, costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) sono oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti. TIM si avvale dell’espediente pratico, previsto dall’IFRS 15, di rilevare interamente a conto economico i costi incrementali per l’ottenimento del contratto se il periodo di ammortamento non supera i 12 mesi.


Periodicamente viene valutata la recuperabilità delle attività derivanti da contratto e dei costi differiti.


Costi di ricerca e costi di pubblicità

I costi di ricerca e quelli di pubblicità vengono spesati direttamente a conto economico separato nell’esercizio in cui vengono sostenuti.

Proventi e oneri finanziari

I proventi e gli oneri finanziari sono rilevati per competenza e comprendono: gli interessi maturati sulle relative attività e passività finanziarie utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo, le variazioni di fair value dei derivati e degli altri strumenti finanziari rilevati al fair value attraverso il conto economico, gli utili e le perdite di cambio e su strumenti finanziari (inclusi i derivati).


Dividendi

I dividendi ricevuti sono contabilizzati a conto economico separato secondo il principio della competenza, ossia nell’esercizio in cui sorge il relativo diritto al credito, a seguito della delibera assembleare di distribuzione dei dividendi delle partecipate.

I dividendi distribuibili sono rappresentati come movimento di patrimonio netto nell’esercizio in cui sono approvati dall’assemblea degli azionisti.


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Nota 2

Principi contabili

 317


Imposte sul reddito (correnti e differite)

Le imposte sul reddito includono tutte le imposte calcolate sul reddito imponibile della Società.

Il calcolo delle imposte sul reddito correnti e differite è effettuato utilizzando tutti gli elementi e le informazioni disponibili alla data del bilancio, tenendo conto delle leggi in vigore ed anche considerando ed includendo nelle valutazioni tutti gli elementi che possono determinare incertezze nella determinazione degli importi a debito verso l’erario, così come previsto dall’IFRIC 23.

Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico separato, ad eccezione di quelle relative a voci direttamente addebitate o accreditate ad una riserva di patrimonio netto; in tali casi il relativo effetto fiscale è riconosciuto direttamente alle rispettive riserve di patrimonio netto. Nel prospetto di conto economico complessivo, è indicato l’ammontare delle imposte sul reddito relativo a ciascuna voce inclusa fra le “altre componenti del conto economico complessivo”.

Le imposte differite/anticipate sono rilevate secondo il metodo dello stanziamento globale della passività (balance sheet liability method). Esse sono calcolate su tutte le differenze temporanee che emergono tra la base imponibile delle attività e delle passività ed i relativi valori contabili nel bilancio separato. Le attività per imposte anticipate sulle perdite fiscali riportabili a nuovo sono riconosciute nella misura in cui è probabile che sia disponibile un reddito imponibile futuro a fronte del quale possano essere recuperate. Le attività e le passività fiscali per imposte sono compensate, separatamente per le imposte correnti e per le imposte differite, quando vi è un diritto legale di compensazione. Le attività fiscali per imposte anticipate e le passività fiscali per imposte differite sono determinate adottando le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili negli esercizi nei quali le differenze temporanee si annulleranno.

Le altre imposte non correlate al reddito sono incluse tra gli “Altri costi operativi”.


Uso di stime contabili

La redazione del bilancio separato e delle relative note in applicazione degli IFRS richiede da parte della Direzione aziendale l’effettuazione di stime e di assunzioni basate anche su giudizi soggettivi, esperienze passate e ipotesi considerate ragionevoli e realistiche in relazione alle informazioni note al momento della stima. Tali stime hanno effetto sui valori delle attività e delle passività di bilancio e sull’informativa relativa ad attività e passività potenziali alla data del bilancio nonché sull’ammontare dei ricavi e dei costi nell’esercizio di riferimento. I risultati che si consuntiveranno potrebbero differire, anche significativamente, da tali stime a seguito di possibili mutamenti dei fattori considerati nella determinazione di tali stime. Le stime sono riviste periodicamente.



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Nota 2

Principi contabili

 318


Nel seguito, sono indicate le più significative stime contabili che comportano un elevato ricorso ad assunzioni e giudizi soggettivi da parte degli Amministratori.


Area di Bilancio

Stime contabili

Riduzione di valore
dell’avviamento

La verifica della riduzione di valore dell’avviamento è effettuata mediante il confronto tra il valore contabile
delle unità generatrici di flussi di cassa e il loro valore recuperabile; quest’ultimo è rappresentato dal
maggiore fra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso della stessa unità. Tale complesso
processo di valutazione implica, tra l’altro, l’utilizzo di metodi quali il discounted cash flow con le relative
assunzioni sulla stima dei flussi di cassa. Il valore recuperabile dipende sensibilmente dal tasso di sconto
utilizzato nel modello dei flussi di cassa attualizzati così come dai flussi di cassa attesi in futuro e dal tasso di
crescita utilizzato ai fini dell’estrapolazione. Le ipotesi chiave utilizzate per determinare il valore recuperabile
per le diverse unità generatrici di flussi di cassa, inclusa un’analisi di sensitività, sono dettagliatamente
esposte nella Nota ”Avviamento”.

Riduzione di valore delle attività
immateriali, materiali a vita utile
definita e diritti d’uso su beni di
terzi

Ad ogni data di riferimento del bilancio, la società verifica se esistono indicazioni che le attività sia materiali che immateriali a vita utile definita e i diritti d’uso su beni di terzi possano aver subito una riduzione di valore. A tal fine si considerano sia fonti interne che esterne di informazione.

L'identificazione di indicatori di riduzione di valore, la stima dei flussi di cassa futuri e la determinazione del fair value di ciascuna attività richiede alla Direzione aziendale di effettuare stime e assunzioni significative circa la determinazione del tasso di sconto da applicare, della vita utile e del valore residuo delle attività. Queste stime possono avere un impatto significativo sul fair value delle attività e sull’ammontare di eventuali svalutazioni.

Passività per leasing e Diritti
d’uso su beni di terzi

La determinazione del valore della passività per leasing e del corrispondente diritto d’uso è effettuata
calcolando il valore attuale dei canoni di leasing, anche considerando la stima sulla ragionevole certezza del
rinnovo del contratto.

Capitalizzazione / differimento
costi

Il processo di capitalizzazione / differimento dei costi interni ed esterni è caratterizzato da alcuni elementi di
stima / valutazione; in particolare, si segnala la valutazione di: i) probabilità che l’ammontare dei costi
capitalizzati venga recuperato attraverso i correlati ricavi futuri; e ii) effettivo incremento dei benefici
economici futuri insiti nel bene a cui si riferiscono.

Fondo svalutazione crediti

La riduzione di valore sui crediti commerciali e sui contract assets viene effettuata attraverso l'approccio
semplificato, che prevede la stima della perdita attesa lungo tutta la vita del credito al momento
dell'iscrizione iniziale e nelle valutazioni successive. Per ciascun segmento di clientela, la stima è effettuata
principalmente attraverso la determinazione dell'inesigibilità media attesa, basata su indicatori storico-
statistici, eventualmente adeguata utilizzando elementi prospettici. Per alcune categorie di crediti
caratterizzate da elementi di rischio peculiari vengono invece effettuate valutazioni specifiche sulle singole
posizioni creditorie.

Ammortamenti

I cambiamenti nelle condizioni economiche dei mercati, nella tecnologia e nello scenario competitivo
potrebbero influenzare significativamente la vita utile delle attività materiali e immateriali non correnti e
potrebbero comportare una differenza nelle tempistiche del processo di ammortamento e quindi
sull’ammontare dei costi per ammortamento.

Accantonamenti, passività
potenziali e fondi relativi al
personale

Per quanto riguarda gli accantonamenti connessi al “Fondo oneri di ripristino”, la stima dei costi futuri di smantellamento del cespite e di ripristino del sito è un processo complesso che richiede la valutazione delle passività derivanti da obblighi di smantellamento e di ripristino spesso non compiutamente definiti da leggi, regolamenti amministrativi o clausole contrattuali, e che generalmente si dovranno adempiere a distanza di parecchi anni.

Gli accantonamenti connessi a contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali nonché a procedimenti di natura regolatoria sono frutto di un processo di stima complesso che si basa anche sulla probabilità di soccombenza. Gli accantonamenti connessi ai fondi relativi al personale, ed in particolare al Fondo Trattamento di Fine Rapporto, sono determinati sulla base di ipotesi attuariali; le variazioni di tali ipotesi potrebbero avere effetti significativi su tali fondi.

Ricavi

Il riconoscimento dei ricavi è influenzato dalle stime dell’ammontare di sconti, abbuoni e resi da iscrivere a
diretta rettifica dei ricavi, oltre che dalle modalità di definizione degli stand alone selling price dei singoli
prodotti o servizi e di determinazione della durata contrattuale in presenza di opzioni di rinnovo.

Costi contrattuali (IFRS 15)

Il riconoscimento dei costi di ottenimento e adempimento dei contratti è influenzato dalla stima della durata
attesa del rapporto con il cliente, calcolata sulla base degli indici di rotazione storica e delle previsioni future.
Questa stima è comunque soggetta a fluttuazioni è potrebbe rappresentare in maniera limitata il
comportamento futuro della clientela, specialmente in presenza di nuove offerte commerciali o cambiamenti
del contesto competitivo.

Imposte sul reddito (correnti e
differite)

Le imposte sul reddito (correnti e differite) sono determinate secondo una prudente interpretazione delle
normative fiscali vigenti. Questo processo comporta talvolta complesse stime nella determinazione del
reddito imponibile e delle differenze temporanee deducibili ed imponibili tra valori contabili e fiscali. In
particolare, le attività per imposte anticipate sono riconosciute nella misura in cui è probabile che sia
disponibile un reddito imponibile futuro a fronte del quale possano essere recuperate. La valutazione della
recuperabilità delle attività per imposte anticipate, rilevate in relazione sia alle perdite fiscali utilizzabili in
esercizi successivi sia alle differenze temporanee deducibili, tiene conto della stima dei redditi imponibili futuri
e si basa su una prudente pianificazione fiscale.

Strumenti derivati e strumenti
rappresentativi di capitale

Il fair value degli strumenti derivati e degli strumenti rappresentativi di capitale è determinato sia mediante
modelli di valutazione che tengono anche conto di valutazioni soggettive quali, ad esempio, le stime dei flussi
di cassa, la volatilità attesa dei prezzi, ecc., sia sulla base di valori rilevati su mercati regolamentati o
quotazioni fornite da controparti finanziarie. Per ulteriori dettagli vedasi la Nota “Informazioni integrative su
strumenti finanziari”.



Bilancio separato di

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Nota 2

Principi contabili

 319


Così come previsto dallo IAS 8 (Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori) paragrafo 10, in assenza di un Principio o di un’Interpretazione applicabile specificatamente ad una determinata operazione, la Direzione aziendale definisce, attraverso ponderate valutazioni soggettive, le metodologie contabili da adottare nell’ottica di fornire un bilancio che rappresenti fedelmente la situazione patrimoniale-finanziaria, il risultato economico e i flussi finanziari della Società, che rifletta la sostanza economica delle operazioni, sia neutrale, redatto su basi prudenziali e completo sotto tutti gli aspetti rilevanti.


Nuovi Principi e Interpretazioni recepiti dalla UE e in vigore a partire dal 1° gennaio 2020

Ai sensi dello IAS 8 (Principi Contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori), vengono di seguito indicati e brevemente illustrati gli IFRS in vigore a partire dal 1° gennaio 2020.

Modifiche all'IFRS 9, Strumenti finanziari, IAS 39, Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e IFRS 7, Strumenti finanziari: informazioni integrative - Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse

In data 15 gennaio 2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/34 che ha recepito a livello comunitario alcuni emendamenti all'IFRS 9 - Strumenti finanziari, IAS 39 - Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione e IFRS 7 - Strumenti finanziari: informazioni integrative.

Le modifiche sono relative ad alcuni requisiti specifici di hedge accounting e sono mirate a fornire un’agevolazione in relazione ai potenziali effetti dell'incertezza causata dalla riforma dei tassi di offerta interbancaria (IBOR).

Inoltre, le modifiche richiedono alle società di fornire ulteriori informazioni agli investitori in merito alle loro relazioni di copertura che sono direttamente interessate da tali incertezze.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre  2020.

Modifiche ai riferimenti al “Conceptual Framework” negli IFRS

In data 29 novembre 2019 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2019/2075 che ha recepito a livello comunitario la versione rivista del Conceptual Framework for Financial Reporting. Le principali modifiche rispetto alla versione del 2010 riguardano:

un nuovo capitolo in tema di valutazione;

migliori definizioni e guidance, in particolare con riferimento alla definizione di passività;

chiarimenti di importanti concetti, come “stewardship”, prudenza e incertezza nelle valutazioni.

E’ stato pubblicato anche un documento che aggiorna i riferimenti presenti negli IFRS al precedente Conceptual Framework.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre  2020.

Modifiche allo IAS 1 e allo IAS 8 (Definizione di Materiale)

In data 29 novembre 2019 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2019/2104 che ha recepito alcune modifiche allo IAS 1 (Presentazione del bilancio) e allo IAS 8 (Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori).

Tali modifiche chiariscono la definizione di “materiale” e allineano la definizione usata nel “Conceptual Framework” con quella utilizzata nei singoli IFRS. La definizione di “materiale”, come rivista dalle modifiche in oggetto, è la seguente: “l’informazione è materiale se omettendola, dichiarandola inesattamente o oscurandola può essere ragionevolmente attesa influenzare le decisioni che gli utenti primari per scopi generali dei rendiconti finanziari fanno in base a quei rendiconti finanziari, che forniscono informazioni finanziarie su una specifica reporting entity”.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre  2020.

Modifiche all’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali)

In data 21 aprile 2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/551 che ha recepito alcune modifiche all’IFRS 3 (Aggregazioni aziendali). Tali modifiche riguardano la definizione di “business” e aiutano le entità a determinare se un’acquisizione effettuata è un “business” o un gruppo di attività.

In base alla nuova definizione un “business” è: “un gruppo integrato di attività e di asset che può essere indirizzato e gestito per lo scopo di fornire beni o servizi ai clienti, generando reddito da investimenti (come dividendi o interessi) o generando altri redditi dalle attività ordinarie. Le modifiche chiariscono anche che, per

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Nota 2

Principi contabili

 320


essere considerato un business, un’acquisizione deve includere un input e un processo sostanziale che insieme contribuiscono alla capacità di creare un output”.

L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre  2020.

Modifiche all’IFRS 16- Leasing, per concessioni relative al Covid-19

In data 9-10-2020 è stato emesso il Regolamento (UE) n. 2020/1434 che ha recepito alcune modifiche all’IFRS 16 per fornire una semplificazione ai locatari nella contabilizzazione delle riduzioni dei canoni di leasing per effetto del Covid 19.

Come espediente pratico, un locatario può scegliere di non valutare se una riduzione di canone di locazione concessa dal locatore costituisce una modifica al contratto di leasing. Tale espediente pratico si applica solo alle riduzioni di canone che sono una diretta conseguenza del Covid-19 e solo se tutte le  condizioni previste dalla modifica in oggetto sono soddisfatte.

Un locatario che applica tale espediente pratico deve fornirne informativa.


Tali modifiche devono essere applicate per gli esercizi che iniziano a partire dal 1° giugno 2020, in modo retrospettivo. È consentita un'applicazione anticipata.


L’adozione di dette modifiche non ha comportato effetti sul bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.


NUOVI PRINCIPI E INTERPRETAZIONI EMESSI DALLO IASB MA NON ANCORA APPLICABILI

Alla data di redazione del presente bilancio separato sono stati emessi dallo IASB i seguenti nuovi Principi/ Interpretazioni non ancora entrati in vigore:



Applicazione
obbligatoria a
partire dal

Nuovi Principi / Interpretazioni recepiti dalla UE ma non ancora in vigore

Modifiche all’IFRS 4 Contratti assicurativi - Differimento dell’IFRS 9

1/1/2021

Modifiche all'IFRS 9, IAS 39, IFRS 7, IFRS 4 e IFRS 16 Riforma del benchmark dei tassi di interesse - Fase 2

1/1/2021

Nuovi Principi / Interpretazioni non ancora in vigore e non ancora recepiti dalla UE

Modifiche a: IFRS 3 Aggregazioni aziendali; IAS 16 Immobili, Impianti e Macchinari; IAS 37
Accantonamenti, passività e attività potenziali; Ciclo annuale di miglioramenti 2018-2020

1/1/2022

Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio: classificazione delle passività come correnti o non
correnti

1/1/2023

Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio: Informativa sulle politiche contabili

1/1/2023

Modifiche allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori: Definizione di stime
contabili

1/1/2023

IFRS 17 (Contratti di assicurazione), incluse modifiche all’IFRS 17

1/1/2023


Gli eventuali impatti sul bilancio separato derivanti dai nuovi Principi/Interpretazioni sono tuttora in corso di valutazione.

In merito al processo di riforma dei tassi di interesse di riferimento, non si prevedono particolari impatti sulle coperture in Hedge Accounting nel corso del 2021.

Nello specifico, TIM ha aderito all’IBOR Fallback Protocol 2020 pubblicato dall’ISDA in data 23 ottobre che definisce i meccanismi di fallback (compounded RFR in arrears cui si aggiunge uno spread adjustment) in seguito alla realizzazione di un “permanent cessation trigger” o “pre-cessation trigger”; il passaggio non dovrebbe comunque provocare variazioni di rilievo nelle coperture in Cash Flow Hedge di sottostanti a tasso fisso in valuta né nelle coperture in Fair Value Hedge di sottostanti in Euro (il processo di sostituzione dell’Euribor pare in ritardo rispetto a quello del Libor).

La fattispecie che richiede maggiore attenzione e analisi è quella dei loan intercompany a tasso variabile oggetto di copertura in Hedge Accounting sulla TIM S.p.A.; se da una parte l’adesione al protocollo ISDA assicura l’adeguamento delle condizioni in ambito derivati, sarà monitorata la possibilità di adeguare di conseguenza anche le partite sottostanti in modo da salvaguardare la tenuta delle coperture.




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Nota 2

Principi contabili

 321


NOTA 3

AVVIAMENTO

La voce al 31 dicembre 2020 è pari a 23.051 milioni di euro, in diminuzione di 1.290 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, e fa riferimento all’avviamento incluso nel segmento di attività domestica di TIM S.p.A..

Nella tabella sottostante si riporta la movimentazione dell'Avviamento nell'esercizio 2020:


(milioni di euro)

Avviamento al 1° gennaio 2020

24.341

cessione di un pacchetto azionario, pari al 4,3% del capitale sociale, di INWIT attraverso una
procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali

(253)

cessione in data 2 ottobre 2020 a Daphne 3 S.p.A. del 14,80% del capitale sociale di INWIT

(863)

cessione in data 2 ottobre 2020 ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited dell’1,2% del capitale sociale di INWIT

(70)

cessione a dicembre 2020 al medesimo veicolo del residuo 1,8% del capitale sociale di INWIT a
seguito dell'esercizio della relativa opzione di acquisto

(104)

Avviamento al 31 dicembre 2020

23.051


Conseguentemente alle operazioni avvenute nel corso del 2020 riguardanti la partecipazione in Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT), a  seguito delle quali al 31 dicembre 2020 TIM S.p.A. esercita un controllo indiretto su INWIT per il tramite della società controllata Daphne 3 S.p.A, la quota di avviamento attribuita alla partecipazione in Daphne 3 risulta pari a 898 milioni di euro al netto di quanto già incluso nella partecipazione stessa.

L’Avviamento, ai sensi dello IAS 36, non è soggetto ad ammortamento, ma a verifica per riduzione di valore (impairment test) con cadenza almeno annuale in occasione della redazione del bilancio separato della società TIM S.p.A. in sede di redazione del Bilancio 2020 ha effettuato la verifica di recuperabilità del valore dell’avviamento (impairment test) in ottemperanza alla procedura di cui la Società si è dotata.

Il valore recuperabile delle attività al 31 dicembre 2020 è risultato superiore al valore netto contabile non evidenziando dunque perdite per riduzione di valore.

Il valore recuperabile delle attività è stato determinato in conformità con l’impairment test della CGU Domestic svolto ai fini della redazione del Bilancio consolidato di Gruppo ed ha riguardato il ramo aziendale domestico di TIM S.p.A., corrispondente alla Unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit - CGU) Domestic considerata ai fini dell’impairment test dell’avviamento nel bilancio consolidato, dopo aver escluso i valori contabili delle società controllate che rientrano nel suo perimetro.

La stima di valore d’uso è stata effettuata, nel rispetto dello IAS36, dei principi e delle best practices di valutazione, avendo a riferimento flussi di cassa attesi in diversi scenari. I diversi flussi attesi sono sintetizzati in un flusso medio normale determinato con il supporto di esperti valutatori e industriali (gli Esperti), partendo dai dati prospettici riportati nel Piano Industriale 2021-2023 approvato dal Consiglio di Amministrazione. In particolare i flussi medio attesi sono stati determinati avendo a riferimento i tre anni del Piano Industriale 2021-2023 ai quali si aggiungono dati estrapolati per ulteriori due anni, portando così il periodo di previsione esplicita dei flussi finanziari futuri a complessivi cinque anni (2021-2025). L’estrapolazione di dati previsionali per il biennio  2024-2025 è stata effettuata al fine di  intercettare fenomeni di mercato e concorrenziali che manifesteranno i loro segnali oltre l’orizzonte di previsione del Piano Industriale.

Per quanto concerne la stima del valore terminale, si è assunto come flusso sostenibile di lungo periodo l’estrapolazione del flusso stimato al 2025, opportunamente rettificato per tenere in considerazione un adeguato livello di investimenti di lungo termine. Inoltre, con specifico riferimento al valore incrementale derivante dall’utilizzo della licenza 5G, e quindi dallo sviluppo di nuove e innovative aree di business, si è adottato un modello di valutazione che tiene conto dei flussi incrementali netti per un arco di tempo basato sulla sola durata temporale della licenza. Tale approccio è coerente con la necessità di intercettare nella configurazione di valore, da un lato i flussi negativi derivanti dal pagamento della licenza (2019 – 2022) e degli investimenti industriali a supporto del suo sviluppo (inclusi nel Piano Industriale), e dall’altro lato i flussi netti positivi derivanti dalla componente incrementale di business che l’acquisizione della licenza consentirà di sviluppare in un arco temporale ampio e oltre i 5 anni di previsione esplicita.

Il Piano Industriale 2021-2023 recepisce alcune valutazioni sui potenziali elementi di rischio di natura esogena ed endogena nonché le relative azioni di contrasto e risposta, tenuto conto anche dell’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19.  Al fine di definire il flusso medio normale per l’impairment test, il management con l’ausilio degli Esperti ha identificato ulteriori fattori di rischio, apportando variazioni negli ammontari e/o nella distribuzione temporale dei flussi di cassa futuri, attribuendo maggior peso alle evidenze esterne disponibili.

Il costo del capitale utilizzato per lo sconto dei flussi finanziari previsionali nelle stime di valore d’uso è stato definito come segue:

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Nota 3

Avviamento

 322


è stimato con il modello denominato CAPM - Capital Asset Pricing Model, che costituisce un criterio applicativo di generale accettazione richiamato dal principio contabile IAS 36;

riflette le stime correnti del mercato circa il valore temporale del denaro e i rischi specifici dei gruppi di attività e include premi di rendimento appropriati per il rischio paese;

è stato calcolato utilizzando parametri comparativi di mercato per stimare il “coefficiente Beta” e il coefficiente di ponderazione delle componenti del capitale proprio e del capitale di debito;

Si riportano nel seguito:

il costo medio ponderato del capitale utilizzato per lo sconto dei flussi finanziari previsionali (c.d. tasso WACC) e il tasso equivalente al lordo dell’effetto fiscale;

i tassi di crescita utilizzati per la stima del valore residuo dopo il periodo di previsione esplicita (c.d. tassi g), che sono espressi in termini nominali;

i tassi di capitalizzazione impliciti che risultano dalla differenza tra il costo del capitale al netto delle imposte e il tasso di crescita g.


Parametri rilevanti ai fini delle stime di valore d’uso


TIM S.p.A.

WACC

4,73%

WACC prima delle imposte

6,33%

Tasso di crescita oltre il periodo esplicito (g)

0,5%

Tasso di capitalizzazione netto imposte (WACC-g)

4,23%

Tasso di capitalizzazione prima delle imposte (WACC-g)

5,83%

Investimenti/Ricavi, in perpetuo

19,2%


Il tasso di crescita nel valore terminale “g” è stato stimato tenendo conto dell’evoluzione attesa nel periodo di previsione esplicita e si colloca all’interno dell’intervallo dei tassi di crescita applicati dagli analisti che seguono il titolo TIM.

Nella stima del livello di investimenti necessario a sostenere lo sviluppo perpetuo dei flussi finanziari nel periodo successivo a quello di previsione esplicita si sono considerati la fase del ciclo di investimento, del posizionamento competitivo e le infrastrutture tecnologiche gestite.

In sede di stima dei valori recuperabili si sono svolte analisi di simulazione dei risultati al variare dei parametri rilevanti. Nel seguito si riportano i parametri che, se considerati singolarmente e in costanza degli altri, rendono il valore recuperabile uguale al loro valore netto contabile.


Parametri che rendono il valore d’uso pari al valore contabile


TIM S.p.A.

WACC prima delle imposte

8,25%

Tasso di capitalizzazione prima delle imposte (WACC-g)

7,75%

Investimenti/Ricavi, in perpetuo

26,98%

In aggiunta ai flussi medio normali utilizzati per determinare il valore d’uso, sono state effettuate anche analisi di sensitività sui principali fattori di rischio individuati con gli Esperti per tenere conto della prospettiva dell’operatore di mercato. A seguito di tali analisi il valore recuperabile è risultato comunque superiore al valore netto contabile.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 3

Avviamento

 323


NOTA 4 

ATTIVITA' IMMATERIALI A VITA UTILE DEFINITA

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 318 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:

(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)
/Ripristini

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2019

Diritti di brevetto
industriale e diritti di
utilizzazione delle
opere dell'ingegno

1.256

511

(842)

424

1.349

Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili

2.160

(120)

(380)

1.719

3.379

Altre attività
immateriali

1

1

Attività immateriali in
corso e acconti

2.923

307

(1)

(2.140)

1.089

Totale

6.339

(120)

819

(1.222)

(1)

3

5.818



(milioni di euro)

31.12.2019

Fusioni/
Conferimento
Rami
d'Azienda

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)
/Ripristini

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2020

Diritti di brevetto
industriale e diritti di
utilizzazione delle
opere dell'ingegno

1.349

11

482

(910)

371

1.303

Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili

3.379

(379)

3.000

Altre attività
immateriali

1

(1)

Attività immateriali in
corso e acconti

1.089

3

477

(1)

(371)

1.197

Totale

5.818

14

959

(1.290)

(1)

5.500


I dati riflettono le operazioni di fusione per incorporazione, avvenute rispettivamente in data 30 settembre 2020, in data 1° ottobre 2020 e in data 31 dicembre 2020, tutte con effetti fiscali e contabili retroattivi al 1° gennaio 2020., di TN Fiber S.r.l., TIM Vision S.r.l. e HR Services S.r.l. in TIM S.p.A.. In particolare, i valori acquisiti si riferiscono per 11 milioni di euro a diritti di brevetto e licenze televisive e per 3 milioni di euro a attività immateriali in corso a seguito della fusione per incorporazione della società TIM Vision S.r.l..

I diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno sono rappresentati da software, brevetti e diritti televisivi. In particolare:

i diritti televisivi per le piattaforme multimediali TIM sono ammortizzati in base alla durata dei contratti;

il software (applicativo e di funzionamento impianti), acquisito a titolo di proprietà e in licenza d’uso, è ammortizzato in funzione della vita utile prevista su base biennale o triennale;

i brevetti sono ammortizzati in 5 anni.

Si decrementano di 46 milioni di euro principalmente a seguito degli ammortamenti dell’esercizio.

Le concessioni, licenze, marchi e diritti simili si riferiscono principalmente al costo residuo delle licenze per il servizio di telefonia mobile e fissa; rispetto al 31 dicembre 2019, diminuiscono di 379 milioni di euro per effetto degli ammortamenti dell'esercizio.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 4

Attività immateriali a vita utile definita

 324


Il valore delle licenze di telefonia e dei diritti assimilabili in esercizio al 31 dicembre 2020 (3.000 milioni di euro) e le relative vite utili sono così dettagliati:

Tipologia

Valore residuo al 31.12.2020

(migliaia di euro)

Vita utile

(Anni)

Scadenza

 

Quota di Amm.to 2020

(migliaia di euro)

UMTS

134.279

18

31/12/2021

134.279

UMTS 2100 MHz

7.362

12

31/12/2021

7.362

WiMax

2.225

15

31/05/2023

921

LTE 1800 MHz

77.139

18

31/12/2029

8.571

LTE 800 MHz

540.284

17

31/12/2029

60.031

LTE 2600 MHz

59.419

17

31/12/2029

6.602

Banda L (1452-1492 MHz)

148.236

14

31/12/2029

16.471

Banda 900 e 1800 MHz

492.735

11

31/12/2029

54.748

Banda 3600-3800 MHz (5G)

1.508.670

19

31/12/2037

88.745

Banda 26.5-27.5 GHz (5G)

29.544

19

31/12/2037

1.738


Le attività immateriali in corso e acconti ammontano a 1.197 milioni di euro (1.089 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e registrano un incremento di 108 milioni di euro. Includono 680 milioni di euro relativi ai diritti delle frequenze nelle bande 694-790 MHz non ancora in esercizio e attività in corso relative principalmente a sviluppi software e a investimenti finalizzati all’evoluzione digitale delle Infrastrutture di Rete.


Gli investimenti industriali dell'esercizio 2020 sono pari a 959 milioni di euro e si incrementano di 140 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019, principalmente a seguito dei maggiori investimenti necessari a supportare l’evoluzione digitale della Core Network, e, in misura minore, per nuovi progetti di sviluppo software (es. Digital CFO) e per acquisto di contenuti multimediali. 

Comprendono 180 milioni di euro di attività realizzate internamente (185 milioni di euro nel 2019), che riguardano attività di sviluppo e manutenzione evolutiva di programmi e piattaforme software e attività di engineering, progettazione di soluzioni, applicazioni e servizi innovativi di rete.


Gli ammortamenti relativi alle attività immateriali sono pari a 1.290 milioni di euro e si incrementano di 68 milioni di euro rispetto a quelli rilevati nel 2019 (1.222 milioni di euro). Gli ammortamenti sono stati iscritti a conto economico tra i componenti del risultato operativo.


Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono così riepilogati:


31.12.2019

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore netto

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione
delle opere dell'ingegno

7.060

(5.711)

1.349

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

6.523

(3.144)

3.379

Altre attività immateriali

56

(55)

1

Attività immateriali in corso e acconti

1.089

1.089

Totale

14.729

(8.911)

5.818



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 4

Attività immateriali a vita utile definita

 325


31.12.2020

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni

accumulate

(*)

Fondo
ammortamento

Valore netto

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione
delle opere dell'ingegno

7.610

(1)

(6.306)

1.303

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

6.523

(3.523)

3.000

Altre attività immateriali

56

(56)

Attività immateriali in corso e acconti

1.197

1.197

Totale

15.386

(1)

(9.885)

5.500

(*) Include l’importo di 1 milione di euro relativo alle Svalutazioni accumulate sui valori delle attività immateriali del ramo “Scuola Digitale”, oggetto di scissione a favore di TIM S.p.A., con efficacia civilistica e fiscale dal 1° dicembre 2020.

Con riferimento ai valori lordi delle attività immateriali a vita utile definita, nel 2020 sono state effettuate dismissioni per 324 milioni di euro, relative a diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, totalmente ammortizzati, che hanno riguardato principalmente release obsolete di sistemi software.

 


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 4

Attività immateriali a vita utile definita

 326


NOTA 5

ATTIVITA' MATERIALI 

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 256 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:


(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)/
Ripristini

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2019

Terreni

224

2

226

Fabbricati civili e
industriali

574

6

(36)

21

565

Impianti e macchinari

9.162

1.120

(1.689)

(20)

359

8.932

Attrezzature industriali
e commerciali

30

5

(12)

2

25

Altri beni

219

(25)

41

(81)

33

187

Attività materiali in
corso e acconti

573

486

(3)

(400)

656

Totale

10.782

(25)

1.658

(1.818)

(23)

17

10.591



(milioni di euro)

31.12.2019

Fusioni/
Conferimento
Rami
d'Azienda

Investimenti

Ammortamenti

(Svalutazioni)/
Ripristini

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2020

Terreni

226

9

(3)

232

Fabbricati civili e
industriali

565

18

(33)

(1)

22

571

Impianti e macchinari

8.932

5

981

(1.623)

(4)

369

8.660

Attrezzature industriali
e commerciali

25

4

(11)

3

21

Altri beni

187

56

(83)

23

183

Attività materiali in
corso e acconti

656

400

(8)

(2)

(378)

668

Totale

10.591

5

1.468

(1.750)

(8)

(10)

39

10.335


I dati riflettono le operazioni di fusione per incorporazione, avvenute rispettivamente in data 30 settembre 2020, in data 1° ottobre 2020 e in data 31 dicembre 2020, tutte con effetti fiscali e contabili retroattivi al 1° gennaio 2020, di TN Fiber S.r.l., TIM Vision S.r.l. e HR Services S.r.l. in TIM S.p.A.. In particolare, i valori si riferiscono per 4 milioni di euro all'acquisizione a seguito della fusione di TN Fiber S.r.l. e per 1 milione di euro acquisizione a seguito della fusione di HR Services S.r.l..


La voce Terreni comprende sia i terreni edificati (con presenza di fabbricati o costruzioni leggere), che terreni disponibili (sui quali insistono opere edili varie non accatastate, quali tralicci, basamenti ecc.); si precisa che i terreni, inclusi quelli pertinenziali ai fabbricati, non vengono ammortizzati.


La voce Fabbricati civili e industriali comprende gli immobili ad uso industriale adibiti a centrali telefoniche, o a ufficio e le costruzioni leggere (piccoli prefabbricati e container accatastati).


La voce Impianti e macchinari è rappresentativa dell’infrastruttura tecnica adibita alla fornitura dei servizi di telecomunicazioni (trasporto e distribuzione del traffico voce/dati). Nel dettaglio è costituita da impianti di commutazione e alimentazione, portanti in rame e fibra ottica, apparati trasmissivi per reti fissa e mobile e sistemi telefonici di terminazione del traffico a uso dei vari segmenti di clientela. La voce diminuisce di 272 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, principalmente a seguito degli ammortamenti dell'esercizio, parzialmente compensati da investimenti ed esercibilità relativi a rete in rame sotterranea e aerea e pali (260 milioni di euro), rete di accesso e trasporto in fibra ottica ( 218 milioni di euro), raccordi d’abbonato (130 milioni di euro), LTE/UMTS  core e accesso (111 milioni di euro), apparati trasmissivi fra cui SDH-Wdm (42 milioni di euro), rete dati e commutazione (39 milioni di euro), apparati NGAN (12 milioni di euro), impianti alimentazione

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 5

Attività materiali

 327


(14 milioni di euro) e prodotti commerciali fisso e mobile per contratti di noleggio alla clientela (43 milioni di euro).

La voce include in Altre variazioni la riclassifica di 6 milioni di euro dai Diritti d'uso su beni di terzi a Impianti e macchinari del valore acquisito a seguito della fusione di TN Fiber S.r.l. in quanto relativo al diritto d'uso precedentemente in capo a TIM sulla rete TN Fiber acquisita con l'operazione.


La voce Attrezzature industriali e commerciali comprende gli strumenti e gli attrezzi impiegati per l’esercizio e la manutenzione degli impianti e macchinari.


La voce Altri beni comprende principalmente hardware per il funzionamento dei Data Center e per postazioni di lavoro, mobili e arredi e, in misura minimale, mezzi di trasporto e macchine d’ufficio; si decrementa di 4 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, a seguito degli ammortamenti dell'esercizio (83 milioni di euro), parzialmente compensati dagli investimenti (56 milioni di euro), prevalentemente attribuibili all’acquisto di hardware per data center e postazioni di lavoro, e degli altri movimenti (23 milioni di euro) riferiti principalmente a esercibilità per altre tipologie di hardware.


La voce Attività materiali in corso ed acconti si incrementa di 12 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e comprende i costi (interni ed esterni) sostenuti per l’acquisizione o la produzione interna di attività materiali, per le quali non risulta ancora avviato il processo di utilizzazione economica. Nelle Altre variazioni vengono ricompresi i passaggi in esercizio di capitalizzazioni di anni precedenti.


Le dismissioni sono pari a 10 milioni di euro e sono relative principalmente alla cessione immobilizzazioni materiali, incluse le cessioni di Dark Fiber per infrastrutture di rete (posa, trasporto, accesso), nonché all'abbandono di siti per Stazioni Radio Base.


Gli investimenti industriali nel 2020 sono pari a 1.468 milioni di euro, diminuiscono di 190 milioni di euro rispetto al 2019, principalmente a seguito della diversa temporizzazione dei programmi di sviluppo FTTCab e degli investimenti di rete in generale, oltre che dei minori investimenti necessari allo sviluppo della Core Network, caratterizzata da un’evoluzione tecnologica sempre più spinta verso l’automazione e la digitalizzazione. Comprendono 201 milioni di euro di attività realizzate internamente (218 milioni di euro nell’esercizio 2019), che riguardano attività di Progettazione, Realizzazione e Collaudo di infrastrutture ed impianti delle reti d’accesso e di trasporto.


Gli ammortamenti relativi alle attività materiali sono pari a 1.750 milioni di euro, con un decremento di 68 milioni di euro rispetto al 2019.

L’ammortamento è calcolato con il metodo della vita utile residua in base al Piano degli ammortamenti annualmente rivisto per tener conto delle vite utili per singola categoria di classe cespite. Gli effetti di eventuali variazioni della vita utile sono riconosciuti a conto economico su base prospettica.

L’ammortamento del 2020 è calcolato in quote costanti sulla base della vita utile stimata delle attività che è rappresentata dalle seguenti aliquote minime e massime:


Fabbricati civili e industriali

3% – 5,55%

Impianti e macchinari

3% - 50%

Attrezzature industriali e commerciali

20%

Altri beni

11% - 33%


Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono così riepilogati:


31.12.2019

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore netto

Terreni

226

226

Fabbricati civili e industriali

1.794

(1.229)

565

Impianti e macchinari

62.204

(5)

(53.267)

8.932

Attrezzature industriali e
commerciali

284

(259)

25

Altri beni

2.124

(3)

(1.934)

187

Attività materiali in corso e
acconti

656

656

Totale

67.288

(8)

(56.689)

10.591

 


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 5

Attività materiali

 328


31.12.2020

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni accumulate

(*)

Fondo
ammortamento

Valore netto

Terreni

232

232

Fabbricati civili e industriali

1.822

(1.251)

571

Impianti e macchinari

63.163

(13)

(54.490)

8.660

Attrezzature industriali e
commerciali

291

(270)

21

Altri beni

2.217

(3)

(2.031)

183

Attività materiali in corso e
acconti

676

(8)

668

Totale

68.401

(24)

(58.042)

10.335


(*) Include l’importo di 8 milioni di euro relativo alle Svalutazioni accumulate sui valori delle attività materiali della società TN Fiber S.r.l., fusa in TIM S.p.A. in data 30 settembre 2020 con effetti fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020.

Con riferimento ai valori lordi delle immobilizzazioni materiali, nel 2020 sono state effettuate dismissioni per un valore complessivo di 425 milioni di euro, che hanno riguardato prevalentemente cespiti completamente ammortizzati. I cespiti maggiormente interessati sono stati: fabbricati civili (13 milioni di euro), impianti di commutazione (9 milioni di euro), infrastrutture e raccordi banda larga (147 milioni di euro), apparecchiature a noleggio (46 milioni di euro), palificazioni (33 milioni di euro), rete sotterranea e aerea (157 milioni di euro).

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 5

Attività materiali

 329


NOTA 6

DIRITTI D'USO SU BENI DI TERZI

Diminuiscono, rispetto al 31 dicembre 2019, di 810 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:

(milioni di euro)

31.12.2018

Riclassifiche
IFRS 16

Adozione
IFRS 16

Investimenti

Incrementi
contratti di
leasing

Ammortamenti

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2019

Immobili

1.406

2.364

33

588

(567)

(44)

(11)

3.769

Impianti e macchinari

228

545

11

263

(80)

(1)

13

979

Attrezzature

Altri beni

141

10

(32)

(2)

117

Attività in corso e acconti

64

16

(39)

41

Totale

1.839

2.909

60

861

(679)

(47)

(37)

4.906


(milioni di euro)

31.12.2019

Fusioni/
Conferimento
Rami
d'Azienda

Investimenti

Incrementi
contratti di
leasing

Ammortamenti

(Svalutazioni)
/ Ripristini

Dismissioni

Altre
variazioni

31.12.2020

Immobili

3.769

12

687

(402)

(880)

(597)

2.589

Impianti e macchinari

979

6

9

191

(111)

(241)

525

1.358

Attrezzature

Altri beni

117

11

(29)

(4)

(2)

93

Attività in corso e acconti

41

37

(22)

56

Totale

4.906

6

58

889

(542)

(1.125)

(96)

4.096


I dati riflettono le operazioni di fusione per incorporazione, avvenute rispettivamente in data 30 settembre 2020, in data 1° ottobre 2020 e in data 31 dicembre 2020, tutte con effetti fiscali e contabili retroattivi al 1° gennaio 2020, di TN Fiber S.r.l., TIM Vision S.r.l. e HR Services S.r.l. in TIM S.p.A.. In particolare, i valori si riferiscono per 6 milioni di euro all'acquisizione a seguito della fusione di TN Fiber S.r.l. del valore relativo al diritto d'uso conferito precedentemente da TIM in qualità di socio e avente ad oggetto gli spazi disponibili all'interno delle infrastrutture di proprietà di TIM esistenti nel territorio della Provincia di Trento. Conseguentemente alla fusione e alle elisioni delle relative partite reciproche, il valore netto è stato riclassificato dalla voce Diritti d'uso alla voce Impianti e macchinari delle Attività materiali di proprietà.

Dal 31 marzo 2020 è efficace il nuovo contratto di Master Service Agreement (MSA) stipulato tra TIM S.p.A. e INWIT S.p.A., ora società a controllo congiunto TIM-Vodafone, che disciplina i servizi c.d. di ospitalità sui siti INWIT. In particolare, l’MSA disciplina i seguenti servizi di messa a disposizione dello spazio elettromagnetico e fisico per l’installazione e la gestione degli apparati necessari all’erogazione del servizio mobile e servizi di messa a disposizione di Sistemi di Alimentazione e Condizionamento:

servizi di monitoraggio e sicurezza;

servizi di gestione e di manutenzione;

servizio di fornitura di energia elettrica;

servizio di misurazione e monitoraggio dello spazio fisico ed elettromagnetico.

Si tratta di un insieme di servizi che ha la finalità di garantire ai Gestori (Vodafone e TIM) la gestione degli apparati tecnologici, che utilizzano le frequenze che sono attualmente nella disponibilità dei due Gestori, funzionali all’erogazione dei servizi mobili alla clientela.

L’efficacia del nuovo contratto MSA, che rientra nell’ambito della complessa operazione che ha visto la nascita - attraverso la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT con conseguente cessione, da parte del Gruppo TIM, della quota di controllo in INWIT - del primo Tower Operator italiano, ha determinato in TIM S.p.A.:


la derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con Inwit (777 milioni di euro) e con Vodafone (266 milioni di euro), inclusi nel flusso “Dismissioni”. La chiusura dei precedenti contratti di locazione ha comportato l’iscrizione nell’ambito del Conto Economico separato di plusvalenze nette da realizzo complessivamente par a circa 1 milione di euro;

la derecognition delle passività finanziarie verso Inwit e verso Vodafone connesse ai precedenti contratti di locazione;

l’iscrizione di nuovi diritti d’uso sui beni di INWIT S.p.A. (flusso “Incrementi di contratti di leasing finanziari”) e di una corrispondente passività di natura finanziaria per 368 milioni di euro.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 6

Diritti d'uso su beni di terzi

330


Il nuovo MSA prevede inoltre la contabilizzazione dei corrispettivi nei costi per servizi secondo il criterio della competenza contabile, ad eccezione dei 3.500 siti strategici per i quali permane la contabilizzazione in applicazione dell’IFRS 16 come leasing, con una durata di 8 anni, posto che il controllo dei citati siti strategici è rimasto in capo a TIM S.p.A..


Gli investimenti sono rappresentati dall’acquisizione di capacità trasmissiva in IRU (16 milioni di euro di cui 7 milioni rilevati nelle Attività in corso e acconti) e da spese incrementative e migliorie sostenute su beni mobili o immobili di terzi in locazione (42 milioni di euro di cui 37 milioni di euro nelle Attività in corso e acconti relativi a migliorie in via di realizzazione).


Gli incrementi di contratti di leasing comprendono il maggior valore di diritti d’uso iscritto a seguito di nuovi contratti di locazione passiva, di incrementi dei canoni di locazione e di rinegoziazioni di contratti esistenti relativi a terreni e fabbricati per uso ufficio ed industriale, a siti infrastrutturali per la rete di telefonia mobile e a infrastrutture di rete.

In proposito si ricorda che il principio IFRS16 (Leasing) determina la rappresentazione dei contratti di locazione passiva attraverso l’iscrizione nella situazione patrimoniale-finanziaria di una passività di natura finanziaria, rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri, a fronte dell’iscrizione nell’attivo del diritto d’uso dell’attività presa in locazione.

La voce include 368 milioni di euro relativi alla rilevazione - per la quota configurabile come lease - del citato nuovo contratto con la società collegata Inwit.  Include inoltre 148 milioni di euro connessi alla rilevazione del Minimo Garantito 2020 di competenza dell'esercizio 2020 per il contratto Pay Per Use con Flash Fiber.


La voce Dismissioni è rappresentativa del valore contabile degli asset da contratti di lease immobiliare (e relative migliorie) rilasciati anticipatamente, al netto del valore del debito finanziario residuo. La voce include 1.043 milioni di euro relativi alla citata derecognition dei diritti d’uso connessi ai precedenti contratti di locazione stipulati con Inwit e con Vodafone.


La voce Altre variazioni comprende i passaggi in esercizio e le variazioni connesse al minor valore di diritti d’uso iscritto a seguito delle modifiche contrattuali intervenute nell'esercizio, principalmente per i contratti di locazione passiva in ambito IFRS16. 


Gli ammortamenti e le svalutazioni sono stati iscritti a conto economico tra i componenti del risultato operativo.


Nella voce Immobili sono ricompresi gli stabili e i terreni oggetto di contratto di locazione finanziaria e i relativi adattamenti edili; diminuiscono di 1.180 milioni di euro rispetto al valore complessivo iscritto al 1° gennaio 2020, principalmente a seguito della citata operazione relativa ai contratti Inwit e Vodafone, classificati come Immobili.


La voce Impianti e macchinari accoglie prevalentemente i diritti d’uso sulle infrastrutture per i servizi di telecomunicazioni. Si incrementa di 379 milioni di euro rispetto al valore complessivo iscritto al 1° gennaio 2020 principalmente a seguito della citata operazione relativa ai contratti Inwit e Vodafone, classificati come Impianti.


La voce Altri beni accoglie prevalentemente i contratti di locazione finanziaria su autoveicoli.


Il valore lordo, le svalutazioni per riduzione di valore e gli ammortamenti accumulati al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono così riepilogati:


31.12.2019

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore netto

Immobili

5.882

(13)

(2.100)

3.769

Impianti e macchinari

1.146

(167)

979

Attrezzature

Altri beni

227

(110)

117

Attività in corso e acconti

41

41

Totale

7.296

(13)

(2.377)

4.906


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 6

Diritti d'uso su beni di terzi

331


31.12.2020

(milioni di euro)

Valore lordo

Svalutazioni
accumulate

Fondo
ammortamento

Valore netto

Immobili

4.652

(13)

(2.050)

2.589

Impianti e macchinari

1.672

(314)

1.358

Attrezzature

Altri beni

220

(127)

93

Attività in corso e acconti

56

56

Totale

6.600

(13)

(2.491)

4.096

Con riferimento ai valori lordi dei diritti d’uso su beni di terzi, nel 2020 sono state effettuate dismissioni per un valore complessivo di 1.553 milioni di euro. I cespiti maggiormente interessati sono stati: diritti d’uso su fibra IRU (13 milioni di euro), migliorie in stabili di terzi (17 milioni di euro), terreni in locazione (64 milioni di euro), immobili in locazione (1.161 milioni di euro), stazioni radio base (278 milioni di euro), autovetture in leasing (12 milioni di euro).

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 6

Diritti d'uso su beni di terzi

332


NOTA 7

PARTECIPAZIONI

Si incrementano, rispetto al 31 dicembre 2019, di 384 milioni di euro e si riferiscono a:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui Strumenti
Finanziari

Imprese controllate

7.209

6.825

Imprese collegate e joint venture

6

3

Altre partecipazioni

30

30

33

33

Totale

7.245

30

6.861

33


Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.


TIM S.p.A., così come consentito dall’IFRS 9, valuta tutte le Altre partecipazioni al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo (FVTOCI).


Nel corso del 2020 le operazioni che hanno riguardato società controllate, collegate, joint venture e altre partecipazioni di TIM S.p.A. sono le seguenti:


Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (INWIT): il 31 marzo 2020 si è perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A., operazione che ha consentito la nascita del primo Tower Operator italiano. Si segnala in particolare quanto segue:

in data 23 aprile 2020, si è proceduto alla cessione di un pacchetto azionario, pari al 4,3% del capitale sociale, di INWIT attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali;

in data 2 ottobre 2020 TIM e Ardian, società privata di investimento leader a livello mondiale attiva nel settore delle infrastrutture, hanno perfezionato l’accordo annunciato in data 24 giugno 2020 per una parziale condivisione dell’investimento in INWIT S.p.A.. L’operazione ha comportato l’acquisto da parte di un consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian del 49% di Daphne 3 S.p.A., holding neo-costituita e controllata da TIM, in cui TIM ha apportato il 30,2% delle azioni di INWIT S.p.A.. La holding è subentrata a TIM - per la quota di azioni INWIT trasferita - nell’accordo parasociale in essere tra TIM e Vodafone Europe B.V., in forza del quale queste controllano congiuntamente INWIT;

la residua partecipazione diretta di TIM S.p.A. in INWIT, pari al 3% del capitale sociale di INWIT, è stata ceduta ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited. In particolare, in data 2 ottobre 2020 è stato ceduto dapprima il 1,2% e in data 3 dicembre 2020 il residuo 1,8%.

A seguito delle operazioni avvenute nel corso del 2020, TIM S.p.A. esercita un controllo indiretto su INWIT per il tramite della società controllata Daphne 3 S.p.A..


Noovle S.r.l.: in data 21 maggio 2020 TIM S.p.A. ha perfezionato l’acquisizione del 100% delle quote di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano;

Daphne 3 S.p.A.: società costituita in data 24 luglio 2020; la società ha come oggetto sociale l’assunzione, la detenzione, la gestione e la disposizione di partecipazioni in INWIT - Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.;

TIM My Broker S.r.l.: società costituita in data 4 agosto 2020; la società ha come oggetto sociale lo svolgimento in via prevalente dell’attività di intermediazione assicurativa di cui all’art. 106 del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 e successive modifiche e/o integrazioni;

TN Fiber S.r.l.: è stata fusa in TIM S.p.A. in data 30 settembre 2020 con effetti fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

TIM Vision S.r.l.: è stata fusa in TIM S.p.A. in data 1° ottobre 2020 con effetti fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

HR Services S.r.l.: è stata fusa in TIM S.p.A. in data 31 dicembre 2020 con effetti fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020;

Olivetti: scissione parziale del ramo “Scuola Digitale” a favore di TIM S.p.A., con efficacia civilistica e fiscale dal 1° dicembre 2020.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 7

Partecipazioni

333


Sono di seguito riportati i movimenti avvenuti nel 2020 per ciascuna partecipazione ed i corrispondenti valori ad inizio e fine dell'esercizio. L’elenco delle partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint venture al 31 dicembre 2020 ai sensi dell’art. 2427 del Cod. Civ. è riportato nella Nota “Elenco delle partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint venture”.


Partecipazioni


(migliaia di euro)

Valore a
bilancio
31.12.2019

Fusioni/
scissioni

Acq./
Sottoscr./
Vers. Cop.
Perdite

Alienazioni/
Rimborsi

Svalutazioni
/ Riprist.
Valore/
Adeg. Fair
value

Altri movimenti e riclassifiche (*)

Totale
variazioni

Valore a
bilancio
31.12.2020

Partecipazioni in imprese controllate

CD FIBER

50

(7)

(7)

43

FLASH FIBER

202.424

48.000

11

48.011

250.435

FIBERCOP

50

50

50

DAPHNE 3

340.161

340.161

340.161

HR SERVICES

575

(575)

(575)

OLIVETTI

(2.182)

25.000

(5.795)

(6.194)

10.829

10.829

NOOVLE S.p.A.

50

50

50

NOOVLE S.r.l.

12.743

12.743

12.743

TELECOM ITALIA
CAPITAL

2.388

2.388

TELECOM ITALIA
FINANCE

5.914.971

5.914.971

TELECOM ITALIA
LATAM
PARTICIPACOES E
GESTAO
ADMINISTRATIVA

TELECOM ITALIA
SAN MARINO

7.565

7.565

TELECOM ITALIA
SPARKLE

586.726

160

160

586.886

TELECOM ITALIA
TRUST
TECHNOLOGY

8.498

8

8

8.506

TELECOM ITALIA
VENTURES

2.217

(371)

(371)

1.846

TELECONTACT
CENTER

12.527

17

17

12.544

TELENERGIA

50

50

TELSY

14.517

5.000

2

5.002

19.519

TI AUDIT
COMPLIANCE
LATAM (in
liquidazione)

313

(132)

(132)

181

TIM BRASIL
SERVICOS E
PARTICIPACOES

TIM RETAIL (ex 4 G
RETAIL)

15.108

8

8

15.116

TIM MY BROKER

10

10

10

TIM TANK

18.609

6.230

6.230

24.839

TIMVISION

761

(761)

(761)

TN FIBER

37.557

(37.557)

(37.557)

6.824.856

(41.075)

97.083

(6.305)

334.173

383.876

7.208.732

(*) Nella colonna "Altri movimenti e riclassifiche" sono compresi 117 migliaia di euro quale fair value degli oneri relativi all'assegnazione dei piani retributivi a dipendenti di Società del Gruppo Telecom, nell'ambito del Piano di Azionariato Diffuso 2020”

    

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 7

Partecipazioni

334


(migliaia di euro)

Valore a
bilancio
31.12.2019

Fusioni/
scissioni

Acq./
Sottoscr./
Vers. Cop.
Perdite

Alienazioni/
Rimborsi

Svalutazioni
/ Riprist.
Valore/
Adeg. Fair
value

Altri
movimenti
e
riclassifiche

Totale
variazioni

Valore a
bilancio
31.12.2020

Partecipazioni in imprese collegate e joint venture

AREE URBANE (in
liquidazione)

ASSCOM
INSURANCE
BROKERS

20

(20)

(20)

INFRASTRUTTURE
WIRELESS ITALIANE

(1.777.990)

1.777.990

NORDCOM

2.143

2.143

TIGLIO I

1.189

1.189

TIGLIO II (in
liquidazione)

119

(31)

(31)

88

TIMfin

2.940

2.940

2.940

Consorzio EO (in
liquidazione)

3.471

2.940

(1.778.010)

(31)

1.777.990

2.889

6.360



(migliaia di euro)

Valore a
bilancio
31.12.2019

Fusioni/
scissioni

Acq./
Sottoscr./
Vers. Cop.
Perdite

Alienazioni/
Rimborsi

Svalutazioni
/ Riprist.
Valore/
Adeg. Fair
value

Altri
movimenti
e
riclassifiche

Totale
variazioni

Valore a
bilancio
31.12.2020

Partecipazioni in altre imprese

BANCA UBAE

2.573

2.573

FIN. PRIV.(**)

20.648

(4.667)

(4.667)

15.981

IST. ENCICLOPEDIA
ITALIANA G.
TRECCANI

3.832

613

50

663

4.495

ISTITUTO EUROPEO
DI ONCOLOGIA

2.558

170

170

2.728

Altre partecipazioni
minori

3.265

678

(53)

(168)

457

3.723

32.876

1.291

(53)

(4.615)

(3.377)

29.500

Totale
Partecipazioni

6.861.203

(41.075)

101.314

(1.778.063)

(10.951)

2.112.163

383.388

7.244.592

(**) Partecipazione valutata al fair value rilevata nelle altre componenti di conto economico complessivo (FVTOCI).



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

Nota 7

Partecipazioni

335


NOTA 8

ATTIVITA' FINANZIARIE (NON CORRENTI E CORRENTI)


Le Attività finanziarie (non correnti e correnti) sono così dettagliate:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività finanziarie non correnti

Crediti finanziari e altre attività finanziarie non correnti

Crediti finanziari verso imprese controllate

500

491

Crediti finanziari verso imprese collegate e joint venture

Crediti finanziari verso altre parti correlate

Crediti finanziari per contratti di locazione attiva

17

16

Crediti verso il personale

38

40

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/
passività non correnti di natura finanziaria

500

530

Derivati non di copertura

1.239

1.272

Altri crediti finanziari

213

Totale attività finanziarie non correnti

(a)

2.507

2.349

Attività finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Valutati al costo ammortizzato (AC)

Valutati al fair value attraverso il conto economico complessivo (FVTOCI)

Valutati al fair value attraverso il conto economico separato (FVTPL)

Crediti finanziari e altre attività finanziarie correnti

Disponibilità liquide presso banche, istituti finanziari e postali (con
scadenza superiore a 3 mesi)

Crediti finanziari per contratti di locazione attiva

44

54

Crediti verso il personale

12

12

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le attività/
passività correnti di natura finanziaria

46

48

Derivati non di copertura

49

53

Crediti finanziari verso imprese controllanti

Crediti finanziari verso imprese controllate

1

6

Crediti finanziari verso imprese collegate e joint venture

Altri crediti finanziari

2

3

154

176

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

1.766

829

Totale attività finanziarie correnti

(b)

1.920

1.005

Totale attività finanziarie

(c)=(a+b)

4.427

3.354


Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

I crediti finanziari per contratti di locazione attiva (correnti e non correnti) sono pari a 61 milioni di euro (70 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono i seguenti rapporti contrattuali rilevati secondo la metodologia finanziaria prevista dall’IFRS 16:

offerte commerciali per i clienti Consumer e Business che prevedono il noleggio di router ADSL (7 milioni di euro, 21 milioni di euro al 31 dicembre 2019);

contratti di noleggio di prodotti alla clientela di TIM con prestazione di servizi accessori (cd. “formula full rent”) e contratti di leasing stipulati negli anni passati da Teleleasing con clienti TIM (1 milione di euro, 4 milioni di euro al 31 dicembre 2019);

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

336


contratti di vendita di infrastrutture di rete in IRU con incasso dilazionato nel tempo (pari a 32 milioni di euro, 33 milioni di euro al 31 dicembre 2019) rilevati secondo la metodologia finanziaria prevista dall’IFRS 16 in considerazione della durata contrattuale sostanzialmente prossima alla vita economica del bene;

contratti di lease di prodotti commerciali alla clientela, per un importo di 21 milioni di euro (12 milioni di euro al 31 dicembre 2019). A fronte dei crediti finanziari per i contratti di lease attivi è presente il debito finanziario per le corrispondenti locazioni passive.

I crediti verso il personale (correnti e non correnti) sono pari a 50 milioni di euro e comprendono l’ammontare residuo dei prestiti concessi.

I derivati di copertura, pari a 546 milioni di euro (578 milioni di euro al 31 dicembre 2019), sono relativi a:

elementi coperti classificati fra le attività/passività non correnti di natura finanziaria (500 milioni di euro), che afferiscono principalmente alla componente di valutazione spot mark to market di contratti derivati di copertura in cash flow hedge (di cui 142 milioni di euro effettuati con Telecom Italia Finance S.A.) e in fair value hedge;

elementi coperti classificati fra le attività/passività correnti di natura finanziaria (46 milioni di euro), relativi alla componente ratei attivi su contratti derivati di copertura in cash flow hedge e in fair value hedge.

I derivati non di copertura, pari a 1.288 milioni di euro (1.325 milioni di euro al 31 dicembre 2019), accolgono la valorizzazione attiva delle operazioni che TIM S.p.A. esegue a servizio delle società del Gruppo nell’esclusiva funzione di Tesoreria accentrata. Tale voce trova compensazione nella corrispondente voce classificata tra le passività finanziarie. Al 31 dicembre 2020, i derivati non di copertura sono relativi a:

elementi classificati fra le attività finanziarie non correnti (1.239 milioni di euro), che afferiscono alla componente di valutazione spot mark to market di contratti derivati non di copertura;

elementi classificati fra le attività finanziarie correnti (49 milioni di euro), relativi alla componente ratei attivi su contratti derivati non di copertura.

Per ulteriori dettagli si fa rimando alla Nota “Strumenti Derivati”.

Gli altri crediti finanziari si riferiscono per 200 milioni di euro al Vendor Loan che TIM S.p.A. vanta nei confronti di Ardian (tramite il vettore finanziario Impulse I) in seguito all’operazione mediante la quale TIM S.p.A. ha conferito il 30,2% delle azioni di INWIT a Daphne 3.

La cassa e altre disponibilità liquide equivalenti si incrementano di 937 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Disponibilità liquide presso banche, istituti finanziari e postali

1.673

828

Assegni, cassa e altri crediti e depositi per elasticità di cassa

Crediti verso imprese controllate

93

1

Totale

1.766

829


Le differenti forme tecniche di impiego delle disponibilità liquide sono così analizzabili:

scadenze: gli impieghi hanno durata massima di tre mesi;

rischio controparte: gli impieghi sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie con elevato merito di credito e classe di rating almeno pari a BBB per l’agenzia Standard & Poor’s o equivalenti;

rischio Paese: gli impieghi sono stati effettuati sulle principali piazze finanziarie europee.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

337


NOTA 9 

CREDITI VARI E ALTRE ATTIVITA' NON CORRENTI

I crediti vari e altre attività non correnti al 31 dicembre 2020 sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui Strumenti
Finanziari

Crediti vari non correnti

Crediti vari verso imprese controllate

3

5

Crediti vari verso imprese collegate

Crediti verso altri

46

16

39

2

(a)

49

16

44

2

Altre attività non correnti

Costi contrattuali differiti

1.643

1.680

Altri costi differiti

41

22

(b)

1.684

1.702

Totale

(a+b)

1.733

16

1.746

2


Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Crediti vari non correnti

La voce comprende principalmente crediti per 31 milioni di euro verso Erario per imposte sul reddito (37 milioni al 31 dicembre 2019).

 

Altre attività non correnti

La voce diminuisce di 18 milioni rispetto al 31 dicembre 2019 e comprende:

Costi contrattuali differiti per 1.643 milioni di euro (1.680 milioni di euro al 31 dicembre 2019): sono relativi principalmente al differimento di costi connessi ad attivazioni e acquisizioni di nuovi contratti con la clientela. I costi contrattuali (principalmente costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) sono oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti (in media circa 3 anni per il business mobile e 7 anni per il business fisso).

I costi contrattuali differiti complessivi (non correnti e correnti) ammontano a 2.301 milioni di euro (2.324 milioni di euro al 31 dicembre 2019); si riportano di seguito l’evidenza al 31 dicembre 2020 dei costi contrattuali differiti complessivi (non correnti e correnti) e la relativa movimentazione nell'esercizio:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Costi contrattuali differiti

Costi contrattuali differiti non correnti

1.643

1.680

Costi contrattuali differiti correnti

658

644

Totale

2.301

2.324


(milioni di euro)

31.12.2019

Incremento

Rilascio a
conto
economico

Altre
variazioni

31.12.2020

Costi di acquisizione del contratto

1.298

389

(393)

1.294

Costi di esecuzione del contratto

1.026

231

(250)

1.007

Totale Costi contrattuali differiti

2.324

620

(643)

2.301


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

338


I costi contrattuali differiti complessivi saranno rilevati nel conto economico degli esercizi futuri della Società e in particolare per circa 658 milioni di euro nell’esercizio 2021, sulla base della consistenza al 31 dicembre 2020, senza tener conto delle nuove quote differite; in particolare:

(milioni di euro)

31.12.2020

esercizio di rilevazione a conto economico

 

 


2021


2022


2023


2024


2025

oltre il
2025

Costi contrattuali differiti

 

 

 

 

 

 

 

Costi di acquisizione del contratto

1.294

396

309

220

155

109

105

Costi di esecuzione del contratto

1.007

262

236

197

149

94

69

Totale

2.301

658

545

417

304

203

174


Altri costi differiti per 41 milioni di euro (22 milioni di euro al 31 dicembre 2019): si riferiscono principalmente a costi di noleggio beni di terzi.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

339


NOTA 10

IMPOSTE SUL REDDITO (CORRENTI E DIFFERITE)

Crediti per imposte sul reddito

I crediti per imposte non correnti (classificati all’interno della voce Crediti vari e altre attività non correnti) ammontano al 31 dicembre 2020 a 31 milioni di euro (37 milioni di euro al 31 dicembre 2019); si riferiscono ai crediti non oggetto di cessione, relativi a imposte e interessi derivanti dalla riconosciuta deducibilità ai fini Ires dell’Irap sul costo del lavoro, relativamente a esercizi precedenti il 2012, in seguito all’entrata in vigore del D.L. 16/2012.


I crediti per imposte correnti ammontano a 40 milioni di euro, si decrementano di 27 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (67 milioni di euro) e accolgono principalmente il credito Ires per eccedenze e ritenute pari a 5 milioni di euro e il credito Irap di TIM per 29 milioni di euro per eccedenze di acconti versati e per il beneficio derivante dalla presentazione delle dichiarazioni integrative a seguito del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box”.

Inoltre, per quanto attiene all’Ires, sono stati oggetto di cessione crediti per euro 303 milioni originati anche dall’agevolazione del “patent box”.


Attività per imposte anticipate e passività per imposte differite

Il saldo netto è così composto:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività per imposte anticipate

7.337

882

Passività per imposte differite

(2)

Totale

7.337

880

TIM S.p.A. usufruisce al 31 dicembre 2020 della possibilità di riallineare i valori fiscali ai maggiori valori dei beni che risultano iscritti in bilancio, nello specifico il valore dell’avviamento di 23.051 milioni di euro, come previsto dal DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis, Ciò determinerà, a fronte del pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 3% del valore riallineato (692 milioni di euro), la deduzione in 18 esercizi, a partire dal 2021, dall'ammortamento fiscale del valore riallineato di 23.051 milioni di euro. Tali deduzioni genereranno benefici in termini di Ires e Irap, rilevati al 31 dicembre 2020 tra le attività per imposte differite attive per 6.569 milioni di euro.

Le imposte differite attive iscritte sono interamente recuperabili, in considerazione delle possibilità di assorbimento attraverso i futuri imponibili della Società, anche tenendo conto della riportabilità in avanti senza limiti di tempo delle perdite Ires che si dovessero verificare in caso di eventuale temporanea incapienza del reddito imponibile.


La contabilizzazione in bilancio delle imposte anticipate e differite è stata effettuata tenendo conto delle compensazioni giuridicamente effettuabili; si fornisce evidenza del valore delle stesse prima dell’effettuazione delle compensazioni:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Attività per imposte anticipate

7.381

928

Passività per imposte differite

(44)

(48)

Totale

7.337

880



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

340


Le differenze temporanee che compongono la voce al 31 dicembre 2020 e 2019, nonché la relativa movimentazione nel corso dell’esercizio 2020, sono analizzate nel seguente prospetto:

(milioni di euro)

31.12.2019

Iscritte a conto
economico

Riconosciute a
patrimonio
netto

Altre
variazioni

31.12.2020

Attività per imposte anticipate:

Fondo oneri previdenziali ex lege 58/92

5

(1)

4

Fondi per rischi e oneri

308

(142)

1

167

Fondo svalutazioni crediti

101

(11)

90

Strumenti finanziari

359

24

383

Ammortamenti tassati

101

(9)

92

Attualizzazione Fondo TFR

28

(1)

(2)

25

Perdite fiscali

18

18

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020
art. 110

6.569

6.569

Altre attività per imposte anticipate

26

5

2

33

Totale

928

6.428

22

3

7.381

Passività per imposte differite:

Ammortamenti anticipati

(5)

1

(4)

Plusvalenze differite

(1)

1

Strumenti finanziari

(2)

(1)

(3)

Spese emissione obbligazioni

(7)

2

(5)

Altre passività per imposte differite

(33)

1

(32)

Totale

(48)

5

(1)

(44)

Totale Attività per imposte anticipate al
netto delle Passività per imposte
differite

880

6.433

21

3

7.337


Le scadenze delle Attività per imposte anticipate e delle Passività per imposte differite al 31 dicembre 2020 sono le seguenti:

(milioni di euro)

Entro
l’esercizio
successivo

Oltre l’esercizio

successivo

Totale

al 31.12.2020

Attività per imposte anticipate

539

6.842

7.381

Passività per imposte differite

(8)

(36)

(44)

Totale Attività per imposte anticipate al netto delle Passività per
imposte differite

531

6.806

7.337


Debiti per imposte sul reddito

I debiti per imposte correnti ammontano al 31 dicembre 2020 a 231 milioni di euro (17 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono relativi alla prima rata dell’imposta sostitutiva ex DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis; i debiti per imposte non correnti ammontano al 31 dicembre 2020 a 463 milioni di euro (19 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono relativi per 461 milioni di euro alle ulteriori due rate dell’imposta sostitutiva ex DL 104/2020, art. 110, commi 8 e 8 bis.

 


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341


Imposte sul reddito

Le imposte sul reddito per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2020 e 2019 sono di seguito dettagliate:

(milioni di euro)

2020

2019

Irap corrente dell’esercizio

62

96

Ires corrente dell’esercizio

65

Imposta sostitutiva ex DL 104/2020 art. 110

692

Oneri/(proventi) da consolidato fiscale

6

Imposte correnti di esercizi precedenti

(316)

(32)

Totale imposte correnti

438

135

Imposte differite dell’esercizio

168

45

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art. 110

(6.569)

Imposte differite di esercizi precedenti

(32)

10

Totale imposte differite

(6.433)

55

Totale imposte sul reddito

(5.995)

190

L’aliquota IRES corrente è pari al 24%, mentre l’aliquota effettiva dell’IRAP è il 4,5%; l’aliquota dell’imposta sostitutiva per il riallineamento dell’avviamento è pari al 3%.

Il provento per imposte correnti di esercizi precedenti (316 milioni di euro) riflette gli effetti della dichiarazione dei redditi rispetto alla stima effettuata nel bilancio 2019 sulla base degli elementi allora disponibili. Beneficia altresì degli impatti conseguenti alla definizione del ruling firmato il 3 agosto 2020 con l’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’agevolazione del “patent box” (299 milioni di euro, di cui 254 milioni di euro Ires e 45 milioni di euro Irap).

Le imposte sul reddito beneficiano inoltre dell’iscrizione di imposte differite attive conseguenti al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi del DL 104/2020 art. 110, co. 8 e 8 bis per complessivi 6.569 milioni di euro (di cui IRES per 5.532 milioni di euro e IRAP per 1.037 milioni di euro).


La riconciliazione tra l’onere fiscale teorico, determinato applicando l’aliquota fiscale IRES al 31 dicembre 2020 (24%), e quello effettivo a bilancio è la seguente:


(milioni di euro)

2020

2019

Risultato prima delle imposte

Derivante dalle Attività in funzionamento

1.166

572

Totale risultato prima delle imposte

1.166

572

Imposte sul reddito teoriche

280

137

Effetto imposte su variazioni in aumento (diminuzione):

dividendi a conto economico

(75)

(32)

Plusvalenze, minusvalenze e svalutazioni su partecipazioni

(12)

(1)

ammortamenti e svalutazioni indeducibili

3

4

costi indeducibili

3

37

altre partite (super ammortamenti, ACE, ecc.)

(51)

(35)

Ires esercizi precedenti (patent box, ecc.)

(299)

(19)

Ires beneficio imposte anticipate ex DL 104/2020 art. 110

(5.532)

Imposte effettive a conto economico, esclusa IRAP e Imposta sostitutiva

(5.683)

91

Irap (comprensiva del beneficio patent box)

33

99

Irap beneficio imposte anticipate ex DL 104/2020 art. 110

(1.037)

Imposta sostitutiva ex DL 104/2020 art. 110

692

Totale imposte effettive a conto economico

(5.995)

190


Ai fini di una migliore comprensione della riconciliazione in esame, gli impatti dell’IRAP e dell’imposta sostitutiva ex DL 104/2020 art. 110 sono stati tenuti distinti per evitare ogni effetto distorsivo, essendo tali imposte commisurate a una base imponibile diversa dal risultato ante imposte.





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342


NOTA 11

RIMANENZE DI MAGAZZINO

Al 31 dicembre 2020 sono pari a 144 milioni di euro (155 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono principalmente apparati e terminali di telecomunicazioni fisse e mobili e relativi accessori.

La voce si decrementa di 11 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 principalmente a seguito dei rilevanti trend in diminuzione verificatisi nell’esercizio per quel che ha riguardato sia gli acquisti, sia i consumi, con riferimento ad apparati e accessori per telefonia mobile, in applicazione di una più mirata politica commerciale e di approvvigionamento.

Non esistono rimanenze date a garanzia.


NOTA 12

CREDITI COMMERCIALI, VARI E ALTRE ATTIVITA' CORRENTI

I crediti commerciali, vari e altre attività correnti al 31 dicembre 2020 sono così composti:


(milioni di euro)

31.12.2020

di cui Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui Strumenti
Finanziari

Crediti commerciali

Crediti verso clienti

1.423

1.423

1.531

1.531

Crediti verso altri gestori di
telecomunicazioni

677

677

693

693

Crediti verso imprese controllate

163

163

245

245

Crediti verso imprese collegate e joint
venture

30

30

Crediti verso altre imprese correlate

3

3

2

2

Incassi dall’utenza in corso di accredito

9

9

13

13

(a)

2.305

2.305

2.484

2.484

Crediti vari correnti

Crediti verso imprese controllate

8

9

Crediti verso imprese collegate e joint
venture

7

Crediti verso altre parti correlate

Crediti verso altri

202

78

313

112

(b)

217

78

322

112

Altre attività correnti

Attività derivanti da contratti con la
clientela (Contract Assets)

23

23

31

31

Costi contrattuali differiti

658

644

Altri costi differiti

201

167

Altre

60

83

(c)

942

23

925

31

Totale

(a+b+c)

3.464

2.406

3.731

2.627


Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.



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343


Sono di seguito riportate le analisi, al 31 dicembre 2020 e 31 dicembre 2019, dell’anzianità degli Strumenti Finanziari inclusi nei crediti commerciali, vari e altre attività correnti:


Di cui scaduti da:

(milioni di euro)

31.12.2020

di cui non
scaduti

di cui
scaduti

0-90 gg.

91-180 gg.

181-365 gg.

Oltre 365 gg.

Crediti commerciali,
vari e altre attività
correnti

2.406

1.976

430

45

83

59

243


Di cui scaduti da:

(milioni di euro)

31.12.2019

di cui non
scaduti

di cui
scaduti

0-90 gg.

91-180 gg.

181-365 gg.

Oltre 365 gg.

Crediti commerciali,
vari e altre attività
correnti

2.627

2.125

502

129

54

76

243


Gli Strumenti finanziari inclusi nei crediti commerciali, vari e altre attività correnti comprendono Attività derivanti da contratti con la clientela (Contract Assets) per 23 milioni di euro; diminuiscono rispetto al 31 dicembre 2019 di 221 milioni di euro. In particolare:


crediti netti non scaduti: registrano un decremento di 149 milioni di euro, dovuto principalmente alla significativa riduzione dei crediti per abbonati, conseguente alle maggiori cessioni su prodotti/servizi rateizzati ed a minori crediti per vendita e offerte prepagate. A tale andamento si contrappone l'incremento dei crediti wholesale (per le dinamiche delle minori cessioni pro soluto e del repricing), dei crediti roaming e dei crediti per fatturazione varia;

crediti netti scaduti: diminuiscono di 72 milioni di euro, principalmente a seguito della contrazione del credito abbonati e dei crediti relativi a partite di fatturazione varia, fenomeni concentrati nella quota di crediti con scadenza a breve (0-90 giorni) e in quella ad ageing elevato (tra 181 e 365 giorni).


Crediti commerciali

Ammontano a 2.305 milioni di euro (2.484 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e sono al netto del relativo fondo svalutazione crediti di 496 milioni di euro (549 milioni di euro al 31 dicembre 2019); in particolare, il fondo svalutazione al 31 dicembre 2020 sconta gli accantonamenti effettuati nel corso del 2020 per complessivi 187 milioni di euro, di cui 41 milioni di euro di natura non ricorrente in relazione all’emergenza sanitaria Covid-19, che ha determinato un peggioramento dell'Expected Credit Loss di parte della clientela conseguente alle aspettative di deterioramento del contesto macroeconomico. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.


La movimentazione del fondo svalutazione crediti è stata la seguente:

(milioni di euro)

31.12..2020

31.12.2019

Al 1°gennaio

549

541

Accantonamenti a conto economico

187

193

Utilizzo e altre variazioni

(240)

(185)

Al 31 dicembre

496

549

I crediti commerciali diminuiscono di 179 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, principalmente a seguito delle dinamiche delle posizioni creditorie verso altri gestori, e verso clienti. Si evidenzia in particolare quanto segue:

crediti verso clienti: sono pari a 1.423 milioni di euro e diminuiscono di 108 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019;

crediti verso altri gestori: sono pari a 677 milioni di euro e diminuiscono di 16 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019;

crediti verso imprese controllate: sono pari a 163 milioni di euro e diminuiscono di 82 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019; sono relativi principalmente alla fornitura di prodotti e servizi di TLC a Flash Fiber (96 milioni di euro), TIM Retail (17 milioni di euro), Telecom Italia Sparkle (18 milioni di euro), TIM S.A. (12 milioni di euro), Olivetti (6 milioni di euro), Telenergia (7 milioni di euro) e Telecontact (3 milioni di euro);

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344


crediti verso imprese collegate: sono pari a 30 milioni di euro (non presenti al 31 dicembre 2019) e sono relativi alla fornitura di servizi a INWIT, diventata società collegata.

Crediti vari correnti

Ammontano a 217 milioni di euro (al netto di un fondo svalutazione pari a 48 milioni di euro) e diminuiscono di 105 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. Comprendono:

crediti verso imprese controllate: ammontano a 8 milioni di euro (9 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferiscono principalmente a crediti verso società del Gruppo per consolidato fiscale;

crediti verso imprese collegate e joint venture: sono pari a 7 milioni di euro (non presenti al 31 dicembre 2019) e sono relativi a Inwit, diventata società collegata;

crediti verso altri: sono pari a 202 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Anticipi a fornitori

3

2

Crediti verso il personale

8

9

Crediti tributari

1

35

Crediti per contributi da Stato ed Enti pubblici

29

44

Partite diverse

161

223

Totale

202

313

I crediti tributari, pari a 1 milione di euro, sono essenzialmente rappresentati da importi a credito risultanti da dichiarazioni fiscali, da crediti per tributi, nonché dal credito IVA sulle acquisizioni di autoveicoli e relativi accessori chiesto a rimborso ai sensi del DL n. 258/2006 convertito con modificazioni dalla L. n. 278/2006.

I crediti per contributi da Stato ed Enti pubblici (29 milioni di euro) afferiscono principalmente ai progetti denominati Banda Ultra Larga-BUL e Banda Larga-BL. Il riconoscimento a conto economico di detti contributi avviene al momento dell’entrata in esercizio degli impianti cui i contributi si riferiscono.

Le partite diverse comprendono in particolare:

crediti per cessioni pro solvendo verso società di factoring (37 milioni di euro);

crediti verso enti previdenziali ed assistenziali (24 milioni di euro);

crediti vari verso altri operatori di TLC (34 milioni di euro);

crediti per Servizio Universale (32 milioni di euro).

Altre attività correnti

La voce ammonta a 942 milioni di euro e si incrementa di 17 milioni rispetto al 31 dicembre 2019; comprende:

Attività derivanti da contratti con la clientela - Contract Assets (23 milioni di euro, 31 milioni di euro al 31 dicembre 2019): si riferiscono all’anticipazione del riconoscimento dei ricavi per quei contratti bundle (quali pacchetti di beni e servizi) con singole Performance Obligation aventi differente tempistica di riconoscimento, nei quali i beni rilevati “at point in time” sono venduti ad un prezzo scontato, oppure per quei contratti che, prevedendo uno sconto per un periodo di tempo inferiore alla durata minima contrattuale, necessitano ai sensi dell’IFRS 15 di una riallocazione dello sconto lungo la durata minima contrattuale. I Contract Assets - al netto del relativo fondo svalutazione di 2 milioni di euro – diminuiscono di 8 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 in quanto il rilascio a conto economico del saldo precedentemente accumulato è sostanzialmente compensato dalla necessità di ripartire temporalmente lungo la durata minima contrattuale gli sconti concessi alla clientela con particolare riferimento a quelli connessi all’impatto del COVID-19;

Costi contrattuali differiti (658 milioni di euro, 644 milioni di euro al 31 dicembre 2019): i costi contrattuali (principalmente costi tecnici di attivazione e costi per le provvigioni alla rete di vendita) sono oggetto di differimento e rilevati a conto economico separato in funzione della durata attesa del rapporto contrattuale con i clienti (in media circa 3 anni per il business mobile e 7 anni per il business fisso). Per ulteriori dettagli sui costi contrattuali differiti e sulla loro movimentazione nell’esercizio si rinvia alla Nota “Crediti vari e altre attività non correnti”;

Altri costi differiti: ammontano a 201 milioni di euro e si riferiscono principalmente a:

per 148 milioni di euro al differimento di costi connessi a canoni di noleggio e altri costi per godimento beni di terzi;

per 28 milioni di euro al differimento di costi per acquisti di prodotti e servizi;

per 19 milioni di euro al differimento di spese post vendita su offerte applicativi;

per 4 milioni di euro a premi assicurativi;

per 2 milioni di euro a canoni di manutenzione.


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345


Altre (60 milioni di euro, 83 milioni di euro al 31 dicembre 2019): comprendono circa 1 milione di euro di crediti per lavori verso la società controllata Flash Fiber. La diminuzione rispetto al 31 dicembre 2019 è principalmente connessa a minori crediti per lavori di rete verso organismi della Pubblica Amministrazione.


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346


NOTA 13

ATTIVITA' CESSATE/ATTIVITA' NON CORRENTI DESTINATE AD ESSERE CEDUTE

Le “Attività cessate/Attività non correnti destinate ad essere cedute” sono assenti al 31 dicembre 2020.


Al 31 dicembre 2019 ammontavano a 828 milioni di euro e si riferivano al valore di carico della partecipazione nella società INWIT S.p.A. classificata in tale voce a seguito dell’esito dell’Assemblea del 2019, che aveva approvato la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT, con conseguente cessione, da parte del Gruppo TIM, della quota di controllo in INWIT e ritenendo altamente probabile il completamento dell’operazione entro l’esercizio 2020.

Il 31 marzo 2020 si è in effetti perfezionata la fusione mediante incorporazione di Vodafone Towers S.r.l. in INWIT S.p.A..


Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Partecipazioni” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020





















Bilancio separato di

TIM S.p.A.

347


NOTA 14

PATRIMONIO NETTO


E' così composto:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Capitale emesso

meno Azioni proprie

Capitale

Riserva da sovrapprezzo azioni

Riserva legale

2.313

2.294

Altre Riserve:

Riserva avanzo di fusione

1.734

1.722

Altre

(528)

(465)

Totale altre riserve

1.206

1.257

Utili accumulati, incluso l'utile (perdita) dell'esercizio

7.698

873

Totale

11.217

4.424


Le movimentazioni del capitale nell’esercizio 2020 sono riportate nelle seguenti tabelle:


Riconciliazione tra il numero delle azioni in circolazione al 31.12.2019 ed il numero delle azioni in circolazione al 31.12.2020


(numero azioni)

Al 31.12.2019

Assegnazione/
Emissione azioni

Al 31.12.2020

% sul Capitale

Azioni ordinarie emesse

(a)

15.203.122.583

126.343.913

15.329.466.496

71,78

meno: azioni proprie

(b)

(37.672.014)

2.492.305

(35.179.709)

Azioni ordinarie in circolazione

(c)

15.165.450.569

128.836.218

15.294.286.787

Azioni di risparmio emesse
e in circolazione

(d)

6.027.791.699

6.027.791.699

28,22

Totale azioni emesse

(a+d)

21.230.914.282

126.343.913

21.357.258.195

100,00

Totale azioni in circolazione

(c+d)

21.193.242.268

128.836.218

21.322.078.486


Riconciliazione tra il valore delle azioni in circolazione al 31.12.2019 ed il valore delle azioni in circolazione al 31.12.2020


(migliaia di euro)

Capitale
al  31.12.2019

Variazione
di capitale

Capitale al
31.12.2020

Azioni ordinarie emesse

(a)

8.361.718

19.612

8.381.330

meno: azioni proprie

(b)

(20.720)

1.485

(19.235)

Azioni ordinarie in
circolazione

(c)

8.340.998

21.097

8.362.095

Azioni di risparmio emesse
e in circolazione

(d)

3.315.285

(19.612)

3.295.673

Totale Capitale emesso

(a+d)

11.677.003

11.677.003

Totale Capitale in
circolazione

(c+d)

11.656.283

1.485

11.657.768


Bilancio separato di

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348


Il capitale sociale si incrementa di 1.485 migliaia di euro rispetto al 31 dicembre 2019 a seguito dell'assegnazione ai destinatari dello Special Award 2016-2019 di complessive n. 2.492.305 azioni proprie ordinarie.

Informativa sul capitale

Le azioni ordinarie e di risparmio di TIM S.p.A. sono quotate in Italia (indice FTSE).

Nelle deliberazioni di aumento del capitale sociale a pagamento, il diritto di opzione può essere escluso nella misura massima del dieci per cento del capitale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione della società incaricata della revisione contabile.

La Società si dota del capitale necessario per finanziare i fabbisogni di sviluppo dei business e di funzionamento operativo; le fonti di finanziamento si articolano in un mix bilanciato di capitale di rischio, apportato a titolo permanente dai soci, e di capitale di debito, per garantire un’equilibrata struttura finanziaria e la minimizzazione del costo complessivo del capitale, con conseguente vantaggio di tutti gli “stakeholders”.

Il capitale di debito è strutturato in diverse scadenze e valute in modo da garantire un’adeguata diversificazione delle fonti di provvista e un accesso efficiente alle fonti esterne di finanziamento (sfruttando le migliori opportunità sui mercati finanziari delle aree euro, dollaro USA e sterlina inglese al fine di minimizzare il costo), avendo attenzione alla riduzione del rischio di rifinanziamento.

La remunerazione del capitale di rischio è proposta dal Consiglio di Amministrazione all’Assemblea degli Azionisti, che si riunisce per approvare il Bilancio annuale, sulla base dell’andamento del mercato e delle performance di business, una volta soddisfatte tutte le altre obbligazioni, tra cui il servizio del debito; pertanto al fine di garantire un’adeguata remunerazione del capitale, la salvaguardia della continuità aziendale e lo sviluppo dei business, la Società monitora costantemente l’evoluzione del livello di indebitamento in rapporto al patrimonio netto, il livello di indebitamento netto e il margine operativo delle attività industriali.

Privilegi delle azioni di risparmio

Di seguito sono riportati i privilegi delle azioni di risparmio di TIM S.p.A.:

gli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato, dedotta la quota da destinare a riserva legale, devono essere distribuiti alle azioni di risparmio fino alla concorrenza del 5% di 0,55 euro per azione;

gli utili che residuano dopo l’assegnazione alle azioni di risparmio del dividendo privilegiato sopra indicato, di cui l’Assemblea deliberi la distribuzione, sono ripartiti tra tutte le azioni in modo che alle azioni di risparmio spetti un dividendo complessivo maggiorato, rispetto a quello delle azioni ordinarie, in misura pari al 2% di 0,55 euro per azione;

quando in un esercizio sia stato assegnato alle azioni di risparmio un dividendo inferiore al 5% di 0,55 euro per azione, la differenza è computata in aumento del dividendo privilegiato nei due esercizi successivi;

in caso di distribuzione di riserve le azioni di risparmio hanno gli stessi diritti delle altre azioni. Peraltro è facoltà dell’Assemblea chiamata ad approvare il bilancio d’esercizio, in caso di assenza o insufficienza degli utili netti risultanti dal bilancio stesso per soddisfare i diritti patrimoniali sopra indicati, deliberare di soddisfare mediante distribuzione di riserve disponibili il privilegio e/o il diritto di maggiorazione. Il pagamento mediante riserve esclude l’applicazione del meccanismo di trascinamento nei due esercizi successivi del diritto al dividendo privilegiato non percepito mediante distribuzione di utili, di cui al punto che precede;

la riduzione del capitale sociale per perdite non ha effetto sulle azioni di risparmio se non per la parte della perdita che non trova capienza nella frazione di capitale rappresentata dalle altre azioni;

allo scioglimento di TIM S.p.A. le azioni di risparmio hanno prelazione nel rimborso del capitale fino a concorrenza di 0,55 euro per azione;

nel caso di esclusione dalle negoziazioni delle azioni ordinarie o di risparmio, l’Azionista di risparmio potrà richiedere a TIM S.p.A. la conversione delle proprie azioni in azioni ordinarie, secondo le modalità deliberate dall’Assemblea straordinaria all’uopo convocata entro due mesi dall’esclusione dalle negoziazioni.

Si precisa che nel capitale sociale è presente il vincolo di sospensione d’imposta ai fini fiscali per un importo pari a 11.104 milioni di euro (1.191 milioni al 31 dicembre 2019). L’incremento rispetto al 31 dicembre 2019 di 9.913 milioni di euro soddisfa la condizione posta dal DL 104/2020 art. 110, co. 8 in relazione al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio.


La Riserva da sovrapprezzo azioni è pari, al 31 dicembre 2020, a 2.133 milioni di euro e si incrementa di 39 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, a seguito dell'emissione avvenuta in data 27 novembre 2020 di n. 126.343.913 azioni ordinarie Telecom Italia nei confronti dei sottoscrittori del Piano di Azionariato Diffuso 2020. Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota "Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale". La riserva sovrapprezzo azioni viene interamente vincolata in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.

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349



La Riserva legale è pari, al 31 dicembre 2020, a 2.313 milioni di euro e si incrementa di 19 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, per effetto della destinazione dell’utile dell’esercizio 2019. Si segnala che la riserva, oltre che per l’ammontare di 1.835 milioni di euro già vincolato al 31 dicembre 2019, viene ulteriormente vincolata per 478 milioni di euro in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.


Le Altre riserve ammontano complessivamente, al 31 dicembre 2020, a 1.206 milioni di euro, con un decremento, rispetto al 31 dicembre 2019, di 51 milioni di euro.


Le Altre riserve, movimentate per il tramite del conto economico complessivo, sono le seguenti:


Riserva per rimisurazioni piani a benefici definiti (negativa per 106 milioni di euro): si incrementa rispetto al 31 dicembre 2019 di 5 milioni di euro a seguito della rilevazione degli utili attuariali TFR dell’esercizio 2020 al netto del relativo effetto fiscale;

Riserva per adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura (negativa per 1.214 milioni di euro, con un decremento di 74 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019): tale riserva è correlata alla contabilizzazione delle operazioni di copertura dei flussi finanziari (cash flow hedge). In particolare, trattasi degli utili e delle perdite non realizzati, al netto dei relativi effetti fiscali, che derivano dall’adeguamento al fair value degli strumenti finanziari designati come strumenti a copertura dei flussi finanziari;

Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo (10 milioni di euro): diminuisce, rispetto al 31 dicembre 2019, di 2 milioni di euro.

Le Altre riserve comprendono inoltre:

Riserva avanzo di fusione (1.734 milioni di euro): aumenta di 12 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, a seguito della fusione per incorporazione di HR Services S.r.l. in TIM S.p.A., avvenuta il 31 dicembre 2020 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2020. La riserva avanzo di fusione viene interamente vincolata in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.

Riserva altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto: è pari a 203 milioni di euro (in incremento di 3 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019) e comprende:

il valore del Piano di Azionariato Diffuso 2020 (5 milioni di euro);

il valore del prestito obbligazionario convertibile con scadenza 2015-2022 (186 milioni di euro);

il valore del Long Term Incentive Plan 2018-2020, approvato dall’Assemblea dei soci del 24 aprile 2018 (6 milioni di euro);

il valore del Long Term Incentive Plan 2020-2022, approvato dall’Assemblea dei soci del 23 aprile 2020 (6 milioni di euro).

Per ulteriori dettagli si rimanda alla Nota “Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale”.

La riserva altri strumenti rappresentativi di patrimonio netto per 142 milioni di euro viene vincolata in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.


Riserva indisponibile originata dall’applicazione dell’art. 7 comma 7 del D.Lgs n. 38/2005 (521 milioni di euro): rimane immutata rispetto al 31 dicembre 2019. Tale riserva viene interamente vincolata in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.

Riserve diverse (58 milioni di euro). Tali riserve vengono interamente vincolate in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.


Gli Utili (perdite) accumulati, incluso l’utile dell’esercizio, positivi per 7.698 milioni di euro al 31 dicembre 2020, si incrementano di 6.825 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. La movimentazione è connessa alle seguenti variazioni:

incremento per 7.161 milioni di euro riferiti all’utile dell’esercizio 2020;

diminuzione per 317 milioni di euro a seguito della distribuzione di dividendi riferiti al Bilancio 2019, come deliberato dall’Assemblea dei soci del 23 aprile 2020;

diminuzione di 19 milioni di euro connessi all’accantonamento alla riserva legale del 5% dell’utile dell’esercizio 2019 come deliberato dall’Assemblea dei soci del 23 aprile 2020.

Gli Utili (perdite) accumulati, incluso l’utile dell’esercizio per 7.380 milioni di euro vengono vincolati in sospensione d’imposta ai fini fiscali ai sensi del DL 104/2020, art. 110, co. 8.


A completamento dell’informativa sul patrimonio netto si fornisce di seguito il prospetto ex art. 2427, n. 7 - bis, riportante le voci di patrimonio netto distinte in base alla loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione nel triennio 2018-2020.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

350


Prospetto ex art. 2427, n. 7-bis


Natura/descrizione

Importo al

31.12.2020

Possibilità di
utilizzazione

Quota
disponibile

Riepilogo delle utilizzazioni effettuate
nel triennio 2018-2020

(milioni di euro)

per copertura perdite

per altre ragioni

Capitale

 

 

 

 

Riserve di capitale:

 

 

 

 

 

Riserva da soprapprezzo delle azioni

2.134

A,B,C

2.134

Riserva legale

1.953

B

Riserva altri strumenti rappresentativi di
patrimonio netto

203

B

Riserve diverse

64

A,B,C

64

Riserva per rimisurazione piani a benefici
definiti

57

A,B,C

57

Riserva ex D.Lgs. 38/2005 art.7 comma 7

521

B

Riserva avanzo di fusione

1.679

A,B,C

1.679

Riserve di utili:

Riserva da soprapprezzo delle azioni

(1)

A,B,C

(1)

Riserva legale

360

B

Riserva ex art. 34, legge 576/1975

A,B,C

13

Riserve diverse

12

A,B,C

12

Riserva per adeguamento al fair value
degli strumenti derivati di copertura e dei
relativi sottostanti

(1.214)

Riserva per adeguamento al fair value
delle attività finanziarie disponibili per la
vendita

10

B

Riserva per rimisurazione piani a benefici
definiti

(163)

A,B,C

(163)

Riserva avanzo di fusione

55

A,B,C

55

Utili portati a nuovo

537

A,B,C

537

1.841

166

Totale

6.207

4.374

1.854

166

Azioni proprie

(37)

Quota non distribuibile (1)

(23)

Residua quota distribuibile

4.314

Legenda:

A = per aumento di capitale;

B = per copertura perdite;

C = per distribuzione ai soci

(1) Rappresenta l'ammontare della quota non distribuibile relativa alla parte di riserva sovrapprezzo azioni necessaria a integrare la riserva legale per il raggiungimento del 1/5 del capitale sociale.


In particolare, gli importi indicati nella colonna “Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nel triennio 2018/2020 per altre ragioni” si riferiscono alla distribuzione dei dividendi.


Al 31 dicembre 2020 la Società ha riserve in sospensione d’imposta, soggette a tassazione in caso di distribuzione, per  14.281 milioni di euro (1.835 milioni di euro al 31.12.2019) sulle quali non sono state stanziate imposte differite in quanto non ne è prevista la distribuzione. L’incremento di 12.446 milioni di euro soddisfa la condizione posta dal DL 104/2020 art. 110, co. 8 in relazione al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio. Il vincolo  totale di 22.359 milioni di euro in sospensione d’imposta ai fini fiscali è così apposto:


capitale sociale per 9.913 milioni di euro;

riserve designate per 12.446 milioni di euro (come precedentemente individuate).


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

351


La tabella sotto riportata evidenzia i vincoli, ai sensi dell’art. 109, comma 4, lettera b) del TUIR, relativi alle deduzioni effettuate in via extracontabile nei precedenti esercizi:


(milioni di euro)

Deduzioni extracontabili al 31.12.2019

22

Reversal per tassazioni nell’esercizio

(3)

Deduzioni extracontabili al 31.12.2020

19

Imposte differite (IRES e IRAP)

(4)

Vincolo sul patrimonio netto al 31.12.2020

15


Tale regime ha comportato l’apposizione di un vincolo indistintamente riferito alla massa delle riserve del patrimonio netto per un importo pari alle deduzioni extracontabili effettuate al netto delle relative imposte differite. Tale vincolo permane fino al riassorbimento contabile delle eccedenze fiscali dedotte e alla conseguente tassazione.

Più in particolare, rispetto alla situazione al 31 dicembre 2019, le deduzioni diminuiscono di 3 milioni di euro per tassazioni effettuate nell’esercizio.

Pertanto, tenuto conto delle deduzioni residue effettuate nei precedenti esercizi e non oggetto del riallineamento fiscale effettuato ai sensi della L. 24 dicembre 2007 n. 244, il vincolo complessivo sul patrimonio netto a bilancio ammonta a 15 milioni di euro.


Variazioni potenziali future di capitale

Nella tabella seguente sono riportate le variazioni potenziali future di capitale sulla base dell’emissione effettuata da TIM S.p.A. a marzo 2015 del prestito obbligazionario convertibile, del Piano di Azionariato Diffuso 2020 e dei piani di incentivazione azionaria di lungo termine, in essere al 31 dicembre 2020:


n. Azioni massime
emettibili

Capitale

(migliaia di euro)

Sovrapprezzo

(migliaia di euro)

Prezzo di sottoscrizione per azione

(euro)

Aumenti già deliberati (azioni ordinarie)

Piano Azionariato Diffuso 2020 (emissione gratuita) (*)

42.114.637

Long Term Incentive Plan 2020-2022 (emissione
gratuita)

180.000.000







Stock Options

222.114.637

Prestito obbligazionario 2015 convertibile (azioni ordinarie)(**)

1.112.718.371

2.000.000

n.d.

n.d.

Prestiti obbligazionari

1.112.718.371

2.000.000

Totale

1.334.833.008

2.000.000

(*) Il numero massimo di azioni gratuite emettibili indicato è ottenuto applicando il rapporto di assegnazione pari a un terzo delle 126.343.913 nuove azioni ordinarie emesse a pagamento il 27 novembre 2020 (pari al 99,09% delle 127.500.000 offerte).

(**) Il numero di azioni potenzialmente emettibili è indicato salvo aggiustamenti.


Per ulteriori informazioni si rimanda alle Note “Passività finanziarie (non correnti e correnti)” e “Piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale”.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

352


NOTA 15

PASSIVITA' FINANZIARIE (NON CORRENTI E CORRENTI)


Le Passività finanziarie non correnti e correnti (indebitamento finanziario lordo) sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività finanziarie non correnti

Debiti finanziari non correnti

Obbligazioni

12.548

13.193

Obbligazioni convertibili

1.958

1.925

Debiti verso banche

2.649

3.832

Debiti verso altri finanziatori

29

16

Debiti verso imprese controllate

4.204

4.285

21.388

23.251

Passività finanziarie non correnti per contratti di locazione passiva

Verso imprese controllate

497

997

Verso imprese collegate

313

Verso terzi

2.696

3.005

3.506

4.002

Altre passività finanziarie non correnti

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le
attività/passività non correnti di natura finanziaria

1.813

1.659

Derivati non di copertura

1.239

1.272

Risconti passivi

3.052

2.931

Totale passività finanziarie non correnti

(a)

27.946

30.184

Passività finanziarie correnti

Debiti finanziari correnti

Obbligazioni

858

1.597

Obbligazioni convertibili

6

6

Debiti verso banche

2.013

687

Debiti verso altri finanziatori

116

110

Debiti verso imprese controllate

247

1.281

Debiti verso imprese collegate

3.240

3.681

Passività  finanziarie correnti per contratti di locazione passiva

Verso imprese controllate

14

270

Verso imprese collegate

50

Verso terzi

399

396

463

666

Altre passività finanziarie correnti

Derivati di copertura relativi ad elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti di natura finanziaria

53

53

Derivati non di copertura

49

53

Risconti passivi

102

106

Totale Passività finanziarie correnti

(b)

3.805

4.453

Totale Passività finanziarie (Indebitamento Finanziario Lordo)

(a+b)

31.751

34.637

Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

353


L’indebitamento finanziario lordo per valuta originaria dell’operazione è il seguente:


31.12.2020

31.12.2020

31.12.2019

31.12.2019

(milioni di valuta estera)

(milioni di euro)

(milioni di valuta estera)

(milioni di euro)

USD

2.507

2.043

2.506

2.231

GBP

389

433

389

457

JPY

20.000

158

20.031

165

EURO

29.117

31.784

31.751

34.637


Di seguito viene riportata l’analisi dell’indebitamento finanziario lordo per fasce di tasso di interesse effettivo riferito all’operazione originaria escludendo l’effetto di eventuali strumenti derivati di copertura:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Fino a 2,5%

7.862

9.445

Da 2,5% a 5%

14.282

14.654

Da 5% a 7,5%

4.111

5.005

Da 7,5% a 10%

1.730

1.829

Oltre 10%

4

77

Ratei/risconti, MTM e derivati

3.762

3.627

31.751

34.637


A seguito, invece, dell’utilizzo di strumenti derivati di copertura, l’indebitamento finanziario lordo per fasce di tasso di interesse nominale di posizione è il seguente:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Fino a 2,5%

13.232

13.462

Da 2,5% a 5%

8.515

11.183

Da 5% a 7,5%

4.508

4.459

Da 7,5% a 10%

1.730

1.829

Oltre 10%

4

77

Ratei/risconti, MTM e derivati

3.762

3.627

31.751

34.637


Le scadenze delle passività finanziarie, in termini di valore nominale dell’esborso atteso, come contrattualmente definito, sono le seguenti:

Dettaglio delle scadenze delle Passività finanziarie – al valore nominale di rimborso:


con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre
2025

Totale

Prestiti obbligazionari

564

3.101

2.417

3.222

2.000

3.670

14.974

Loans ed altre passività finanziarie

1.201

1.368

1.244

174

573

3.863

8.423

Passività  finanziarie per contratti di locazione
passiva

396

437

393

391

374

1.911

3.902

Totale

2.161

4.906

4.054

3.787

2.947

9.444

27.299

Passività finanziarie correnti

1.127

1.127

Totale

3.288

4.906

4.054

3.787

2.947

9.444

28.426


Le principali componenti delle passività finanziarie vengono nel seguito commentate.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

354



Le obbligazioni sono così composte:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Quota non corrente

12.548

13.193

Quota corrente

858

1.597

Totale valore contabile

13.406

14.790

Adeguamento al fair value per effetto delle operazioni in fair value hedge e valutazione
al costo ammortizzato

(432)

(424)

Totale valore nominale di rimborso

12.974

14.366


Le obbligazioni convertibili comprendono il prestito obbligazionario unsecured equity-linked, 2.000 milioni di euro, tasso 1,125% emesso da TIM S.p.A. convertibile in azioni ordinarie di nuova emissione con scadenza 2022.

Sono così composte:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Quota non corrente

1.958

1.925

Quota corrente

6

6

Totale valore contabile

1.964

1.931

Adeguamento al fair value per effetto delle operazioni in fair value hedge e valutazioni
al costo ammortizzato

36

69

Totale valore nominale di rimborso

2.000

2.000


In termini di valore nominale le obbligazioni e le obbligazioni convertibili ammontano complessivamente a 16.366 milioni di euro e aumentano di 517 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (15.849 milioni di euro) a seguito della dinamica di accensioni e rimborsi intervenuta nel corso dell’esercizio 2019.


Nella tabella che segue sono sintetizzati i prestiti obbligazionari emessi da TIM S.p.A., espressi sia al valore nominale di rimborso, al netto dei riacquisti, sia al valore di mercato:


Valuta

Ammontare
(milioni)

Valore
nominale di
rimborso
(milioni di
euro)

Cedola

Data di
emissione

Data di
scadenza

Prezzo di
emissione
(%)

Prezzo di
mercato al
31.12.20 (%)

Valore di
mercato al
31.12.20
(milioni di
euro)

Obbligazioni emesse

Euro

564

564

4,500 %

23/1/14

25/1/21

99,447

100,527

567

Euro

(a) 217

217

Euribor 6 mesi (base 365)

1/1/02

1/1/22

100,000

100,000

217

Euro

884

884

5,250 %

10/2/10

10/2/22

99,295

106,072

938

Euro

(b) 2.000

2.000

1,125 %

26/3/15

26/3/22

100,000

99,757

1.995

Euro

1.000

1.000

3,250 %

16/1/15

16/1/23

99,446

105,512

1.055

GBP

375

417

5,875 %

19/5/06

19/5/23

99,622

109,783

458

Euro

1.000

1.000

2,500 %

19/1/17

19/7/23

99,288

104,845

1.049

Euro

750

750

3,625 %

20/1/16

19/1/24

99,632

107,340

805

Euro

1.250

1.250

4,000 %

11/1/19

11/4/24

99,436

108,418

1.355

USD

1.500

1.222

5,303 %

30/5/14

30/5/24

100,000

109,065

1.333

Euro

1.000

1.000

2,750 %

15/4/19

15/4/25

99,320

104,932

1.049

Euro

1.000

1.000

3,000 %

30/9/16

30/9/25

99,806

106,935

1.069

Euro

750

750

2,875 %

28/6/18

28/1/26

100,000

106,152

796

Euro

1.000

1.000

3,625 %

25/5/16

25/5/26

100,000

110,396

1.104

Euro

1.250

1.250

2,375 %

12/10/17

12/10/27

99,185

104,428

1.305

Euro

670

670

5,250 %

17/3/05

17/3/55

99,667

127,584

855

Totale

14.974

15.950

(a) Riservato ai dipendenti.

(b) Prestito obbligazionario convertibile in azioni ordinarie di nuova emissione TIM S.p.A..


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

355


Si segnala che i regolamenti e/o i prospetti relativi ai prestiti obbligazionari sopra esposti sono disponibili sul sito telecomitalia.com.

Relativamente all’evoluzione dei prestiti obbligazionari nel corso del 2020, si segnala quanto segue:

Rimborsi


(milioni di valuta originale)

valuta

importo

Data di rimborso

Telecom Italia S.p.A. 719 milioni di euro 4,000% (1)

Euro

719

21/1/2020

Telecom Italia S.p.A 547 milioni di euro 4,875% (2)

Euro

547

25/9/2020

(1)Al netto dei riacquisti per 281 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.

(2)Al netto dei riacquisti per 453 milioni di euro effettuati dalla società nel corso del 2015.


I debiti verso banche non correnti sono pari a 2.649 milioni di euro (3.832 milioni di euro al 31 dicembre 2019). I debiti verso banche correnti, pari a 2.013 milioni di euro, si incrementano di 1.326 milioni di euro (687 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono 1.204 milioni di euro di quota corrente dei debiti verso banche non correnti.

I debiti verso altri finanziatori non correnti sono pari a 29 milioni di euro (16 milioni di euro al 31 dicembre 2019), mentre i debiti correnti ammontano a 116 milioni di euro (110 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprendono 5 milioni di quota corrente dei debiti verso altri finanziatori non correnti.

I debiti verso imprese controllate non correnti, pari a 4.204 milioni di euro (4.285 milioni di euro al 31 dicembre 2019), si riferiscono ai finanziamenti ottenuti da Telecom Italia Capital S.A. (3.046 milioni di euro) e da Telecom Italia Finance S.A. (1.158 milioni di euro), conseguenti alle emissioni di prestiti obbligazionari effettuate dalle finanziarie del Gruppo sul mercato americano e lussemburghese.

I debiti verso imprese controllate correnti sono pari a 247 milioni di euro e diminuiscono di 1.034 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 (1.281 milioni di euro). Comprendono:


le quote correnti dei finanziamenti non correnti nei confronti di Telecom Italia Finance S.A. (35 milioni di euro) e Telecom Italia Capital S.A. (10 milioni di euro);

rapporti di conto corrente intrattenuti nell’ambito del servizio di tesoreria regolati a tassi di mercato per complessivi 202 milioni di euro, intrattenuti in particolare nei confronti di Telecom Italia Sparkle (111 milioni di euro), Telecontact (44 milioni di euro), Olivetti S.p.A. (23 milioni di euro), Telecom Italia Trust Technology (13 milioni di euro).

Le passività finanziarie non correnti per contratti di locazione passiva ammontano a 3.506 milioni di euro (4.002 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Le passività finanziarie correnti per contratti di locazione passiva ammontano a 463 milioni di euro (666 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e si riferiscono per 456 milioni di euro alla quota corrente delle passività per locazioni finanziarie non correnti.

Con riferimento alle passività per locazioni finanziarie nel 2020 e 2019 si rileva quanto segue:


(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Rimborsi quota capitale

575

699

Cash out quota interessi

119

143

Totale

694

842


I derivati di copertura relativi a elementi coperti classificati fra le passività non correnti di natura finanziaria ammontano a 1.813 milioni di euro (1.659 milioni di euro al 31 dicembre 2019). I derivati di copertura relativi a elementi coperti classificati fra le passività correnti di natura finanziaria ammontano a 53 milioni di euro (53 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

I derivati non di copertura non correnti ammontano a 1.239 milioni di euro (1.272 milioni di euro al 31 dicembre 2019). I derivati non di copertura correnti ammontano a 49 milioni di euro (53 milioni di euro al 31 dicembre 2019). Tali voci accolgono la valorizzazione passiva delle operazioni che TIM S.p.A. esegue con controparti bancarie a servizio delle società del Gruppo nell’esclusiva funzione di Tesoreria accentrata e trovano piena compensazione nelle corrispondenti voci classificate tra le attività finanziarie.

Per ulteriori dettagli si fa rimando alla Nota “Strumenti Derivati”.


“Covenants”, “Negative pledges” e altre condizioni contrattuali in essere al 31 dicembre 2020

I titoli obbligazionari emessi dal Gruppo TIM non contengono covenant finanziari di sorta (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) né clausole che comportino il rimborso anticipato automatico dei prestiti in funzione di

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

356


eventi diversi dall’insolvenza del Gruppo TIM(1); inoltre il rimborso dei prestiti obbligazionari e il pagamento degli interessi non sono assistiti da garanzie specifiche, né sono previsti impegni a rilasciare future garanzie, ad eccezione delle garanzie piene ed incondizionate concesse da TIM S.p.A. per i prestiti obbligazionari emessi da Telecom Italia Finance S.A. e Telecom Italia Capital S.A..

Trattandosi principalmente di operazioni collocate presso investitori istituzionali sui principali mercati dei capitali mondiali (Euromercato e USA), i termini che regolano i prestiti sono in linea con la market practice per operazioni analoghe effettuate sui medesimi mercati; sono quindi presenti, ad esempio, impegni a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti ("negative pledge").

Con riferimento ai finanziamenti accesi da TIM S.p.A. con la Banca Europea degli Investimenti (“BEI”), alla data del 31 dicembre 2020 il totale nominale dei finanziamenti in essere è pari a 850 milioni di euro, tutti non assistiti da garanzia bancaria.

Nei due finanziamenti BEI firmati in data 14 dicembre 2015 e in data 25 novembre 2019 si rilevano i seguenti covenant:

nel caso in cui la società sia oggetto di fusione, scissione o conferimento di ramo d’azienda al di fuori del Gruppo, ovvero alieni, dismetta o trasferisca beni o rami d’azienda (ad eccezione di alcuni atti di disposizione espressamente previsti), dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento, oppure, solo per alcuni contratti, il rimborso anticipato del prestito (qualora l’operazione di fusione e scissione al di fuori del Gruppo comprometta l’esecuzione o l’esercizio del Progetto oppure rechi pregiudizio alla BEI nella sua qualità di creditrice);

TIM si è impegnata a far sì che, per tutta la durata del prestito, l’indebitamento finanziario complessivo delle società facenti parte del Gruppo diverse da TIM S.p.A., e fatti salvi i casi in cui tale indebitamento sia interamente e irrevocabilmente garantito da TIM S.p.A., sia inferiore ad un ammontare pari al 35% (trentacinque per cento) dell’indebitamento finanziario complessivo del Gruppo;

“Clausola per inclusione”, ai sensi della quale, nel caso in cui TIM si impegni a mantenere in altri contratti di finanziamento parametri finanziari (e per il finanziamento a rischio diretto del 2015, anche alcune clausole più stringenti, tra cui, ad esempio, cross default ed impegni di limitazione alla vendita di beni) che non siano presenti o siano più stringenti rispetto a quelli concessi alla BEI, quest’ultima avrà la facoltà di richiedere qualora reputi, a proprio ragionevole giudizio, che tali modifiche possano avere conseguenze negative sulla capacità finanziaria di TIM, la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento al fine di prevedere una disposizione equivalente a favore della BEI;

“Evento Rete”, ai sensi della quale a fronte di una cessione totale o di una porzione sostanzialmente rilevante (in ogni caso superiore alla metà in termini quantitativi) della rete fissa in favore di soggetti terzi non controllati oppure nel caso di cessione della partecipazione di controllo nella società a cui la rete o una sua porzione sostanzialmente rilevante sia stata precedentemente ceduta, TIM dovrà darne immediata comunicazione alla BEI che avrà la facoltà di richiedere la costituzione di garanzie o la modifica del contratto di finanziamento o una soluzione alternativa.

I contratti di finanziamento di TIM S.p.A. non contengono covenant finanziari (es. ratio Debt/Ebitda, Ebitda/Interessi, ecc.) il cui mancato rispetto comporti l’obbligo di rimborso del prestito in essere.

Nei contratti di finanziamento sono previsti gli usuali covenant di altro genere, fra cui l’impegno a non vincolare asset aziendali a garanzia di finanziamenti (“negative pledge”), l’impegno a non modificare l’oggetto del business o cedere asset aziendali a meno che non sussistano specifiche condizioni (ad es. la cessione avvenga al fair market value). Covenant di contenuto sostanzialmente simile sono riscontrabili nei finanziamenti di export credit agreement.

Nei Contratti di Finanziamento e nei Prestiti Obbligazionari, TIM è tenuta a comunicare il cambiamento di controllo. Elementi identificativi del verificarsi di tale ipotesi di change of control e le conseguenze ad essi applicabili – tra le quali rientrano, a discrezione degli investitori, l’eventuale costituzione di garanzie ovvero il rimborso anticipato della quota erogata per cassa o per azioni e la cancellazione del commitment in assenza di diverso accordo – sono puntualmente disciplinati nei singoli contratti.

Inoltre, i contratti di finanziamento in essere contengono un generico impegno di TIM, la cui violazione costituisce un event of default, a non porre in essere operazioni societarie di fusione, scissione, conferimento di ramo d’azienda al di fuori del Gruppo. Il verificarsi di tale event of default può implicare, se richiesto dal Lender, il rimborso anticipato degli importi utilizzati e/o la cancellazione dei commitment non ancora utilizzati.


Si segnala, infine, che al 31 dicembre 2020, nessun covenant, negative pledge o altra clausola, relativi alla posizione debitoria sopra descritta, risulta in alcun modo violato o non rispettato.


Revolving Credit Facility

Nella tabella sottostante sono riportate le linee di credito committed disponibili al 31 dicembre 2020:

1 Il caso di change of control può comportare il rimborso anticipato del prestito obbligazionario convertibile di TIM S.p.A., come più oltre dettagliato.

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357


(miliardi di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Accordato

Utilizzato

Accordato

Utilizzato

Revolving Credit Facility – scadenza gennaio 2023

5,0

5,0

Bridge to Bond Facility – scadenza maggio 2021

1,7

Totale

6,7

5,0


Al 31 dicembre 2020 TIM dispone di Term Loan bilaterali con diverse controparti bancarie per complessivi 1.500 milioni di euro e di linee Hot Money per 490 milioni di euro interamente utilizzate.

In data 18 maggio 2020 TIM ha stipulato una nuova Linea di Credito strutturata come Bridge to Bond per successive emissioni sul mercato obbligazionario per un importo pari a 1,7 miliardi di euro ed una scadenza iniziale di 12 mesi con opzione di estensione per ulteriori 12 mesi.

In data 18 gennaio 2021 TIM ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

In data 19 gennaio 2021 TIM ha deciso di cancellare totalmente la linea Bridge to Bond da 1,7 miliardi di euro, non utilizzati.


Rating di TIM al 31 dicembre 2020

Al 31 dicembre 2020, il giudizio su TIM delle tre agenzie di rating - Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings – risulta il seguente:

Rating

Outlook

STANDARD & POOR'S

BB+

Negativo

MOODY'S

Ba2

Negativo

FITCH RATINGS

BB+

Stabile


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358


NOTA 16

INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO


Nella tabella di seguito riportata è rappresentato l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019, determinato con i criteri indicati nella Raccomandazione dell’ESMA (European Securities & Markets Authority) del 10 febbraio 2005 “Raccomandazioni per l’attuazione uniforme del regolamento della Commissione Europea sui prospetti informativi” e richiamati dalla Consob stessa.

Al fine di determinare tale grandezza, si è provveduto a rettificare l’importo delle passività finanziarie dell’effetto dei relativi derivati di copertura iscritti all’attivo nonché dei crediti derivanti da sublocazioni finanziarie.

Nella tabella è inoltre evidenziata la riconciliazione dell’indebitamento finanziario netto determinato secondo i criteri previsti dall’ESMA con quello calcolato secondo i criteri di TIM S.p.A.



(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Passività finanziarie non correnti

27.946

30.184

Passività finanziarie correnti

3.805

4.453

Totale debito finanziario lordo

(a)

31.751

34.637

Attività finanziarie non correnti (°)

Crediti finanziari non correnti per contratti di locazione attiva

(17)

(16)

Derivati attivi di copertura - non correnti

(500)

(530)

(b)

(517)

(546)

Attività finanziarie correnti

Titoli diversi dalle partecipazioni

Crediti finanziari correnti per contratti di locazione attiva

(44)

(54)

Crediti finanziari e altre attività finanziarie

(110)

(122)

Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti

(1.766)

(829)

(c)

(1.920)

(1.005)

Indebitamento finanziario netto come da comunicazione Consob n.
Dem/6064293/2006 (ESMA)

(d=a+b+c)

29.314

33.086

Attività finanziarie non correnti (°)

Altri crediti finanziari e altre attività finanziarie

(e)

(1.990)

(1.803)

Indebitamento finanziario netto(*)

(f=d+e)

27.324

31.283

Storno valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività
finanziarie

(g)

(1.541)

(1.543)

Indebitamento finanziario netto rettificato

(f+g)

25.783

29.740

(º)Al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 la voce Attività finanziarie non correnti (b + e) ammonta rispettivamente a 2.507 milioni di euro e a 2.349 milioni di euro.

(*)Per quanto riguarda l'incidenza dei rapporti con Parti Correlate sull'Indebitamento Finanziario Netto, si rimanda all'apposito prospetto inserito nella Nota "Operazioni con parti correlate".



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359


Si riportano di seguito le informazioni aggiuntive al rendiconto finanziario, come richiesto dallo IAS 70



Informazioni aggiuntive al Rendiconto Finanziario richieste dallo IAS 7

Movimenti monetari

Movimenti non monetari

(migliaia di euro)

31.12.2019

Incassi e/o
Emissioni

Pagamenti
e/o Rimborsi

Differenze         
tassi di
cambio

Variazioni di
Fair Value

Altre
variazioni e
riclassifiche

31.12.2020

Debiti finanziari non correnti:

Obbligazioni

14.790

(1.267)

(136)

27

(8)

13.406

Obbligazioni convertibili

1.931

33

1.964

Debiti verso banche

4.128

271

(512)

(34)

3.853

Altri debiti finanziari

4.804

4

(455)

(81)

11

4.283

(a)

25.653

275

(2.234)

(217)

27

2

23.506

di cui quota corrente

2.402

2.118

Passività finanziarie non correnti
per contratti di locazione
passiva:

4.668

747

(575)

(878)

3.962

(b)

4.668

747

(575)

(878)

3.962

di cui quota corrente

666

456

Altre passività finanziarie non
correnti:

Derivati passivi di copertura
relativi a elementi coperti
classificati fra le attività/passività
non correnti di natura finanziaria:

1.712

99

56

(1)

1.866

Derivati non di copertura

1.325

(234)

200

(3)

1.288

Altre passività

(c)

3.037

(135)

256

(4)

3.154

di cui quota corrente

106

102

Debiti finanziari correnti:

Debiti verso banche

391

418

809

Altri debiti finanziari

888

2

(2)

(568)

320

Derivati passivi di copertura
relativi a elementi coperti
classificati fra le attività/passività 
correnti di natura finanziaria

(d)

1.279

2

(2)

(150)

1.129

Totale passività finanziarie
(Indebitamento finanziario
lordo)

(e=a+b+c+d)

34.637

1.022

(2.809)

(350)

281

(1.030)

31.751

Derivati attivi di copertura relativi
a elementi coperti classificati fra
le attività/passività non correnti e 
correnti di natura finanziaria

(f)

578

(119)

85

2

546

Derivati attivi non di copertura

(g)

1.325

Totale

(h=e-f-g)

32.734

1.022

(2.809)

(2)

(1.028)

29.917










Informazioni aggiuntive del Rendiconto Finanziario


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

360


Il valore degli interessi pagati ed incassati riportato nella Relazione sulla gestione considera le movimentazioni afferenti alle operazioni in derivati CCIRS a copertura di sottostanti in divisa sia nella loro componente attiva (incassi) sia nella componente passiva (pagamenti) senza netting delle posizioni.

(milioni di euro)

2020

2019

Interessi pagati

(1.389)

(1.689)

Interessi incassati

465

654

Totale netto

(924)

(1.035)


Al fine di considerare le componenti dei derivati CCIRS come un’unica operazione viene proposta una rappresentazione in cui i flussi di interesse in entrata e in uscita vengono esposti al netto. Tale impostazione determinerebbe i seguenti risultati:

(milioni di euro)

2020

2019

Interessi pagati

(1.308)

(1.526)

Interessi incassati

384

491

Totale netto

(924)

(1.035)



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

361


NOTA 17

GESTIONE DEI RISCHI FINANZIARI


Obiettivi e politica di gestione dei rischi finanziari di TIM S.p.A.

Come riportato nella Nota “Gestione dei Rischi finanziari” del Bilancio Consolidato del Gruppo TIM, TIM S.p.A. si attiene alle Linee Guida per la “Gestione e controllo dei rischi finanziari” definite a livello di Gruppo.

Le politiche di gestione dei rischi di TIM S.p.A. rispettano le politiche di diversificazione definite a livello di Gruppo.

La definizione della composizione ottimale della struttura dell’indebitamento tra componente a tasso fisso e componente a tasso variabile avviene a livello di Gruppo Consolidato e non a livello di singola società.

Per quanto concerne il rischio di cambio derivante dai debiti finanziari contratti da TIM S.p.A. denominati in valute diverse dall’Euro, tale rischio risulta integralmente coperto.

Gli strumenti finanziari derivati sono designati a copertura del fair value per la gestione del rischio di cambio e di tasso di interesse sugli strumenti denominati in valute diverse dall’Euro e per la gestione del rischio di interesse sui finanziamenti in Euro a tasso fisso. Gli strumenti finanziari derivati sono invece designati a copertura dei flussi di cassa quando hanno l’obiettivo di predeterminare il tasso di cambio delle transazioni future e il tasso di interesse.

Tutti gli strumenti finanziari derivati sono stipulati con primarie controparti bancarie e finanziarie, il cui credit rating è oggetto di monitoraggio costante al fine di ridurre il rischio di credito.

Si evidenzia che TIM S.p.A. nei confronti delle società controllate mantiene rapporti di conto corrente, intrattenuti nell’ambito del servizio di tesoreria e regolati a tassi di mercato, e stipula con le stesse finanziamenti con durata pluriennale sempre a condizioni di mercato.

Rischio di tasso d’interesse: analisi di sensitività

La variazione dei tassi d’interesse sulla componente variabile di debiti e liquidità può comportare maggiori o minori oneri/proventi finanziari, mentre le variazioni del livello dei tassi d’interesse attesi influiscono sulla valutazione al fair value dei derivati di TIM S.p.A.. In particolare:

relativamente ai derivati che trasformano in tasso fisso euro le passività contratte da TIM S.p.A. (cash flow hedging), in applicazione dei principi contabili internazionali che regolano l’hedge accounting, la valorizzazione al fair value (mark to market) di tali strumenti viene accantonata in apposita riserva indisponibile del Patrimonio Netto. La variazione congiunta delle numerose variabili di mercato cui il calcolo del mark to market è soggetto tra la data di stipula delle operazioni e quella della valutazione, rende poco significativa qualsiasi ipotesi circa l’andamento delle variabili stesse. Con l’approssimarsi della scadenza dei contratti, gli effetti contabili descritti saranno gradualmente assorbiti fino al loro completo esaurimento;

se al 31 dicembre 2020 i tassi di interesse nei diversi mercati nei quali TIM S.p.A. opera fossero stati 100 punti base più alti/più bassi rispetto a quanto effettivamente realizzatosi, si sarebbero registrati a livello di conto economico, maggiori/minori oneri finanziari, al lordo del relativo effetto fiscale, per 68 milioni di euro (86 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

Si rimanda alla Nota 2 “Principi Contabili” per il rischio potenziale generato dalla riforma dei tassi di interesse di riferimento.

Ripartizione della struttura finanziaria tra tasso fisso e tasso variabile

Relativamente alla ripartizione della struttura finanziaria tra componente a tasso fisso e componente a tasso variabile, sia per le passività che per le attività finanziarie, si considerino le tabelle di seguito riportate. Nella strutturazione delle tabelle seguenti si è tenuto conto del valore nominale di rimborso/impiego poiché tale grandezza risulta esprimere l’effettiva esposizione al rischio di tasso del Gruppo e, per quanto concerne le attività finanziarie, si è tenuto conto della natura intrinseca delle operazioni considerate (caratteristiche finanziarie e durata) piuttosto che unicamente delle condizioni contrattualmente definite. In tal senso, un’operazione le cui caratteristiche (orizzonte temporale di breve o brevissimo periodo, frequente rinnovo) fanno sì che il tasso di interesse sia periodicamente oggetto di rideterminazione sulla base di parametri di mercato, ancorché contrattualmente non preveda re-fixing di tasso di interesse stesso (come nel caso dei depositi bancari e dei crediti per cessione titoli), è stata considerata a tasso variabile.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

362


Totale Passività finanziarie (al valore nominale di rimborso)


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Tasso fisso

Tasso
variabile

Totale

Tasso fisso

Tasso
variabile

Totale

Obbligazioni

10.423

4.551

14.974

11.827

4.539

16.366

Loans e altre passività finanziarie (*)

8.854

4.598

13.452

9.714

5.513

15.227

Totale

19.277

9.149

28.426

21.541

10.052

31.593

(*) Al 31.12.2020 le passività correnti sono pari a 1.127 milioni di euro, di cui 521 milioni di euro a tasso variabile (al 31.12.2019 erano pari a 1.276 milioni di euro, di cui 784 milioni di euro a tasso variabile).


Totale Attività finanziarie (al valore nominale di impiego)


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Tasso fisso

Tasso
variabile

Totale

Tasso fisso

Tasso
variabile

Totale

Cash & cash equivalents

1.765

1.765

829

829

Titoli

Altri crediti

598

626

1.224

691

589

1.280

Totale

598

2.391

2.989

691

1.418

2.109


Relativamente agli strumenti finanziari a tasso variabile, le revisioni dei relativi parametri sono contrattualmente previste entro i dodici mesi successivi.

Tasso di interesse effettivo

Con riferimento al tasso di interesse effettivo, per le categorie per le quali tale parametro è determinabile, si evidenzia che tale parametro è quello riferito all’operazione originaria al netto dell’effetto di eventuali strumenti derivati di copertura. L’informativa, essendo fornita per classi di attività e passività finanziarie, è stata determinata utilizzando come peso ai fini della ponderazione il valore contabile rettificato del valore dei ratei, risconti e degli adeguamenti al fair value: trattasi pertanto del costo ammortizzato, al netto di ratei e di eventuali adeguamenti al fair value per effetto dell’hedge accounting.


Totale Passività finanziarie

31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Obbligazioni

14.877

3,70

16.220

3,79

Loans e altre passività finanziarie

13.112

2,91

14.789

2,73

Totale

27.989

3,33

31.009

3,28


Totale Attività finanziarie


31.12.2020

31.12.2019

(milioni di euro)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Valore contabile
rettificato

Tasso di interesse
effettivo (%)

Cash & cash equivalents

1.765

829,00

0,01

Titoli

Altri crediti

802

0,98

619,00

1,33

Totale

2.567

0,31

1.448,00

0,57


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

363


Relativamente alle attività finanziarie, si evidenzia che il tasso di interesse effettivo medio ponderato non è sostanzialmente influenzato dalla presenza di strumenti derivati.

Per quanto concerne la gestione dei rischi di mercato con l’utilizzo degli strumenti finanziari derivati si veda la Nota “Strumenti derivati”.


Rischio di credito

Il rischio di credito rappresenta l’esposizione di TIM a potenziali perdite derivanti dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalle controparti sia commerciali sia finanziarie. Al fine di misurare tale rischio nel tempo, nell’ambito dell’impairment delle proprie attività finanziarie (crediti di natura commerciale verso clienti inclusi), l’introduzione dell’IFRS 9 ha imposto il passaggio dal modello delle perdite sostenute (incurred loss) ai sensi dello IAS 39 al modello delle perdite attese (expected credit loss).

Tale rischio discende principalmente da fattori economico-finanziari, ovvero dalla possibilità che si verifichi una situazione di default di una controparte, ovvero da fattori più strettamente tecnico-commerciali o amministrativi.

La massima esposizione teorica al rischio di credito per TIM è rappresentata dal valore contabile delle attività finanziarie e dei crediti commerciali iscritti in bilancio, escluse le garanzie attive ricevute, illustrate nella nota “Passività potenziali, altre informazioni, impegni e garanzie”.

Il rischio afferente la componente dei crediti commerciali viene gestito con strumenti di analisi e scoring della clientela. Per alcune tipologie di credito commerciale il Gruppo si avvale anche di strumenti di factoring che regolamentano le cessioni di credito per lo più con clausola “pro soluto”.

Rinviando per i dettagli a quanto indicato nella nota “Crediti commerciali, vari ed altre attività correnti”, si precisa che gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti sono effettuati in maniera specifica sulle posizioni creditorie che presentano elementi di rischio peculiari. Sulle posizioni creditorie che non presentano tali caratteristiche, sono invece effettuati, per il segmento di clientela di appartenenza, accantonamenti sulla base dell’inesigibilità media stimata in funzione di indicatori statistici.

L’impairment sulle attività finanziarie diverse dai crediti commerciali viene effettuato seguendo il modello generale che rileva le perdite attese sui crediti nei 12 mesi successivi o sull’intera vita residua in caso di peggioramento sostanziale del rischio di credito. L’expected credit loss è calcolata tramite la default probability (probabilità che si verifichi l’evento di default) e la percentuale di credito che non si riuscirà a recuperare in caso di default (loss given default).

Il modello adottato per il calcolo della expected credit loss si basa sul Bloomberg Credit Risk Model, un modello sviluppato da Bloomberg che, partendo dal concetto di distance-to-default (“DD”) di Merton, stima la probabilità di default unitamente al recovery rate. Contestualmente la loss given default viene definita come la componente non recuperabile dell’attività finanziaria post default.

In particolare, la DD - basata su dati di bilancio - viene arricchita con una serie di informazioni aggiuntive per Paese (macroeconomiche, di rischio), settore di attività e per singola società, nonché da aggiustamenti contabili finalizzati a garantire omogeneità degli output del modello; infine, tramite una funzione non lineare della DD, si ottiene la default probability.

Con riferimento alla pandemia in corso COVID-19, l’utilizzo del modello Bloomberg Credit Risk Model, che come detto tiene conto anche della situazione politica ed economica dei diversi Paesi nel breve e nel medio-lungo periodo (dai 3 mesi ai 5 anni), assicura che tutte le componenti di rischio vengano adeguatamente riflesse nella misurazione del rischio di credito.


Al fine di migliorare la gestione del rischio credito e ridurre la pressione sul capitale circolante, a febbraio 2020 è stata costituita la joint venture societaria TIM-SCB JV S.p.A con una partecipazione del 51% di Santander Consumer Bank (SCB) e del 49% di TIM. La partnership con SCB è volta a sviluppare e distribuire prodotti finanziari per il finanziamento dell’acquisto da parte dei clienti TIM di prodotti relativi al mondo delle telecomunicazioni e la cessione pro soluto di crediti commerciali.

Il 3 novembre 2020 la nuova entità societaria ha ricevuto l’autorizzazione da parte di Banca d’Italia all’esercizio di concessione di finanziamenti nei confronti del pubblico ai sensi degli articoli 106 e seguenti del Testo Unico bancario (“TUB”). Negli ultimi mesi del 2020 e a inizio 2021 sono stati completati alcuni passaggi societari, incluso il cambio di denominazione sociale da TIM-SCB JV S.p.A a TIMFin S.p.A..


Inoltre, sempre per quanto concerne il rischio di credito afferente alle componenti attive che concorrono alla determinazione dell’Indebitamento finanziario netto, si evidenzia che, come da politica di Gruppo, la gestione della liquidità di TIM S.p.A. si ispira a criteri prudenziali e si articola principalmente nella gestione di mercato monetario. A tale gestione è affidato l’investimento degli eccessi temporanei di cassa in corso d’anno, il cui riassorbimento si prevede che avverrà entro i dodici mesi successivi.

Al fine di contenere il rischio di inadempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte, i depositi sono stati effettuati con primarie istituzioni bancarie e finanziarie con rating non inferiore all’investment grade ed outlook non negativo. Inoltre, i depositi vengono solitamente effettuati per periodi inferiori a tre mesi.


Per quanto attiene il rischio di credito afferente alle componenti attive del circolante e con particolare riferimento ai crediti commerciali, il rischio viene gestito su due piani:


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

364


la gestione operativa lungo tutta la filiera del processo, a cominciare dalle verifiche in fase di acquisizione per passare a quelle di gestione interna verso i clienti ancora attivi e alle successive fasi di sospensione del servizio, risoluzione contrattuale e affido ad appositi istituti specializzati nel recupero

la gestione di specifici programmi di cartolarizzazione piuttosto che di cessioni non ricorrenti, per la massima parte di natura pro soluto.


Rischio di liquidità

TIM S.p.A. opera per perseguire l’obiettivo di Gruppo di un adeguato livello di flessibilità finanziaria.

Le attività finanziarie correnti al 31 dicembre 2020, insieme alle linee bancarie committed non utilizzate, consentono una copertura completa delle scadenze di rimborso del debito previste nei prossimi 24 mesi.

Al 31 dicembre 2020 il margine di liquidità disponibile per TIM S.p.A. è pari a 8.466 milioni di euro, con un incremento di 2.637 milioni di euro rispetto a fine 2019 (5.829 milioni di euro). L’impatto della pandemia COVID-19 non ha pertanto comportato rischi di liquidità. Inoltre, in data 18 gennaio 2021 TIM S.p.A. ha emesso il suo primo Sustainability Bond a 8 anni per un ammontare pari a 1 miliardo di euro, cedola 1,625%.

Il 12% dell’indebitamento finanziario lordo al 31 dicembre 2020 (valori nominali di rimborso) scadrà nei dodici mesi successivi.

Di seguito sono riportati i flussi finanziari contrattuali non attualizzati del debito finanziario lordo a valori nominali di rimborso e i flussi di interesse, determinati utilizzando le condizioni e i tassi di interesse e di cambio in essere al 31 dicembre 2020. Le quote di capitale e d’interesse delle passività oggetto di copertura includono sia gli esborsi sia gli incassi dei relativi strumenti derivati di copertura.


Passività finanziarie - Analisi per scadenza degli esborsi contrattualmente previsti


con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre
2025

Totale

Prestiti obbligazionari

Quota capitale

564

3.101

2.417

3.222

2.000

3.670

14.974

Quota interessi

499

462

404

290

180

1.172

3.007

Loans e altre passività finanziarie (*)

Quota capitale

1.201

1.368

1.244

174

573

3.713

8.273

Quota interessi

245

236

231

242

254

2.638

3.846

Passività per contratti di locazione

Quota capitale

396

437

393

391

374

1.911

3.902

Quota interessi

145

130

116

101

86

278

856

Passività finanziarie non correnti(*)

Quota capitale

2.161

4.906

4.054

3.787

2.947

9.294

27.149

Quota interessi

889

828

751

633

520

4.088

7.709

Passività finanziarie correnti(**)

Quota capitale

1.127

1.127

Quota interessi

Totale passività finanziarie

Quota capitale

3.288

4.906

4.054

3.787

2.947

9.294

28.276

Quota interessi

889

828

751

633

520

4.088

7.709

(*)Comprendono gli strumenti derivati di copertura, ma escludono gli strumenti derivati non di copertura.

(**)Esclusi gli strumenti derivati non di copertura.


Strumenti derivati su passività finanziarie - Tabella dei flussi di interesse contrattualmente previsti


con scadenza entro il 31.12 dell’anno:

(milioni di euro)

2021

2022

2023

2024

2025

Oltre
2025

Totale

Esborsi

215

215

209

160

136

1.185

2.120

Incassi

(159)

(158)

(149)

(81)

(44)

(142)

(733)

Derivati di copertura - esborsi
(incassi) netti

56

57

60

79

92

1.043

1.387

Esborsi

253

252

253

254

252

2.568

3.832

Incassi

(253)

(252)

(253)

(254)

(252)

(2.568)

(3.832)

Derivati non di copertura -
esborsi (incassi) netti

Totale esborsi (incassi) netti

56

57

60

79

92

1.043

1.387


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TIM S.p.A.

365


Al fine di individuare nella Capogruppo l’unica controparte del sistema bancario, tutte le operazioni in derivati del Gruppo, ad eccezione di quelle relative a due controparti bancarie, sono state accentrate in capo a TIM S.p.A.. Tale accentramento ha comportato per il Bilancio di TIM S.p.A. la presenza, per ogni operazione accentrata, di due derivati non di copertura (l’uno verso la banca e l’altro di importo uguale e contrario verso la società del Gruppo), mentre la relazione di copertura rimane in capo alla controllata ed al Gruppo.

I flussi relativi ai derivati non di copertura oggetto di gestione accentrata sono stati quindi esclusi sia dall’analisi per scadenza degli esborsi contrattualmente previsti per le passività finanziarie sia dall’analisi per scadenza dei flussi di interesse contrattualmente previsti per gli strumenti finanziari derivati, in quanto, essendo posizioni nettate tra loro, non sono significativi per l’analisi del rischio liquidità.


Valore di mercato degli strumenti derivati

Al fine di determinare il valore di mercato degli strumenti derivati, il Gruppo TIM utilizza vari modelli di valutazione. Il calcolo del mark to market avviene attraverso l’attualizzazione a tassi e cambi di mercato correnti dei futuri flussi contrattuali di interesse e nozionale.

Il valore nozionale degli IRS non rappresenta l’ammontare scambiato tra le parti e pertanto non costituisce una misura dell’esposizione al rischio di credito, che è invece limitata al valore del differenziale dei tassi di interesse a pagare/ricevere. Il valore di mercato dei CCIRS dipende invece anche dal differenziale tra il tasso di cambio di riferimento alla data di stipulazione ed il tasso di cambio alla data della valutazione, dal momento che i CCIRS implicano lo scambio degli interessi e del capitale di riferimento, nelle rispettive divise di denominazione.

Le opzioni sono valutate secondo i modelli Black & Scholes o Binomiale ed implicano l’utilizzo di diversi fattori di valutazione, tra i quali: l’orizzonte temporale di vita dell’opzione, il tasso di rendimento privo di rischio, il prezzo corrente, la volatilità e gli eventuali flussi di cassa (es. dividendo) dello strumento finanziario sottostante, ed il prezzo di esercizio.


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366


NOTA 18

STRUMENTI DERIVATI


Gli strumenti derivati perfezionati da TIM S.p.A. sono volti a fronteggiare l’esposizione al rischio di cambio e di tasso di interesse e ad una diversificazione dei parametri di indebitamento, che ne permetta una riduzione del costo e della volatilità entro prefissati limiti gestionali.

Le operazioni con prodotti derivati in essere al 31 dicembre 2020 sono legate principalmente alla gestione dell’indebitamento, come interest rate swaps (IRS) per ricondurre al profilo di rischio ritenuto più opportuno i prestiti bancari e obbligazionari a tasso fisso e a tasso variabile, nonché operazioni quali cross currency and interest rate swaps (CCIRS), currency forwards per convertire finanziamenti/crediti contratti in valute diverse nella divisa di riferimento.

Le operazioni IRS prevedono, a scadenze determinate, lo scambio con le controparti di flussi di interesse, calcolati su un valore nozionale di riferimento, ai tassi fissi o variabili concordati.

Ciò vale anche per i CCIRS, che possono prevedere, oltre alla liquidazione dei flussi di interesse periodici, lo scambio dei capitali di riferimento, nelle rispettive divise di denominazione, a scadenza ed eventualmente a pronti.

Nello svolgimento della funzione di Tesoreria del Gruppo e col fine di accentrare su un’unica entità (i.e. TIM S.p.A.) tutta l’esposizione verso le controparti bancarie, TIM detiene contratti derivati stipulati con banche e speculari contratti derivati intercompany con le società Telecom Italia Capital S.A., Telecom Italia Finance S.A., per un valore nozionale pari a 4.116 milioni di euro. Il saldo delle valorizzazioni attive e passive dei contratti in oggetto è pari a zero.


Coperture: relazione economica tra sottostante e derivati

Le relazioni di copertura documentate in hedge accounting in TIM SpA appartengono a quattro categorie: i) coperture del fair value di emissioni obbligazionarie denominate in Euro e ii) coperture dei cash flow rivenienti dal flusso cedolare di emissioni obbligazionarie denominate in valute diverse dall’Euro, iii) coperture dei cash flow rivenienti dal flusso di interessi variabili su finanziamenti intercompany denominati in Euro, iv) coperture dei cash flow rivenienti dal flusso di interessi variabili su finanziamenti intercompany denominati in valuta.

Nel primo caso, il rischio coperto è rappresentato dal fair value dell’obbligazione riconducibile ai tassi di interesse ed i derivati di copertura sono IRS che consentono di ricevere tutto o parte del flusso cedolare obbligazionario a fronte di un flusso di interesse variabile. 

Il valore attuale di entrambi gli strumenti, sottostante e derivati, dipende dalla struttura dei tassi di interesse di mercato Euro, alla base del calcolo dei discount factor e dei flussi di interesse variabili del derivato. In particolare, le oscillazioni dei tassi si traducono in variazioni dei discount factor del flusso passivo di interesse fisso sul sottostante; sul derivato, si osservano variazioni dei discount factor del flusso attivo di interesse fisso e variazioni del flusso nominale di interesse variabile (solo parzialmente corrette dall’effetto discounting). Gli effetti indotti sul derivato hanno segno contabile contrario a quelli sul sottostante.

Nel secondo caso, il rischio coperto è rappresentato dalla variabilità dei cash flow (e del rimborso del nominale) generata dai tassi di cambio; la copertura è costituita da combinazioni di IRS e CCIRS che sinteticamente trasformano il flusso cedolare in valuta a tasso fisso in flusso Euro a tasso fisso. In tale fattispecie, le oscillazioni del tasso di cambio producono effetti fisiologicamente contrari sul sottostante e sul derivato in quanto la leg attiva di quest’ultimo riflette fedelmente il sottostante, mentre la leg passiva è denominata in Euro e perciò insensibile al tasso di cambio.

Nel terzo caso, il rischio coperto è rappresentato dalla variabilità dei cash flow a fronte dell’andamento dei tassi di interesse Euro di mercato. La copertura è effettuata mediante IRS che permettono di incassare un flusso variabile di interessi a fronte del pagamento di un flusso di interessi a tasso fisso. Il valore attuale di sottostante e derivati dipende dalla struttura dei tassi di interesse Euro di mercato. Le oscillazioni dei tassi generano un impatto sul valore nominale del flusso di interesse variabile del finanziamento (solo parzialmente corretto dall’effetto discounting); sul derivato si osservano variazioni dei discount factor del flusso passivo di interesse fisso e variazioni del flusso nominale di interesse variabile attivo (solo parzialmente corrette dall’effetto discounting). Gli effetti indotti sul derivato hanno segno contabile unico e contrario a quelli sul sottostante.

Nel quarto caso, il rischio coperto è la variabilità dei cash flow (compreso il nominale di rimborso) indotta dal tasso di cambio oltre che dai tassi di interesse di mercato in valuta; la copertura è costituita da derivati IRS e CCIRS che trasformano in tasso fisso Euro il tasso variabile in valuta. In tale fattispecie, le oscillazioni del tasso di cambio (oltre a quelle dei tassi di interesse in valuta) producono effetti fisiologicamente contrari sul sottostante e sul derivato in quanto la leg attiva di quest’ultimo riflette fedelmente il sottostante, mentre la leg passiva è denominata in Euro e perciò insensibile al tasso di cambio (ed ai tassi di interesse in valuta). Gli impatti provocati invece dai tassi di interesse Euro sulla leg passiva del derivato sono limitati al solo discounting.



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367


COPERTURE: DETERMINAZIONE DELL’HEDGE RATIO

Le tipologie di copertura implementate dal Gruppo richiedono l’adozione di un hedge ratio pari a 1:1 in quanto le tipologie di rischio coperto (tasso di interesse e tasso di cambio) sono tali da generare effetti economici negli strumenti sottostanti compensabili solo tramite altrettante quantità nozionali di strumenti derivati.


COPERTURE: FONTI POTENZIALI DI INEFFICACIA

La contrattualizzazione degli strumenti derivati a copertura dei rischi finanziari avviene a condizioni di mercato ed ha l’obiettivo di neutralizzare completamente gli effetti da essi prodotti.

Nella pratica tuttavia, può succedere che sia le coperture in fair value hedge che quelle in cash flow hedge, benché finanziariamente perfette, non riescano a garantire anche una efficacia contabile assoluta a causa della molteplicità di controparti bancarie coinvolte, delle peculiarità di alcuni derivati riconducibili ad esempio a fixing e/o indicizzazione dei parametri variabili, della possibile imperfetta coincidenza tra critical terms.


Nella seguente tabella sono riportate le consistenze complessive degli strumenti finanziari derivati di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020 e 2019; in ottemperanza al principio IFRS 7, si rappresentano gli importi nozionali di  tutti gli strumenti derivati coinvolti nelle coperture.


Nelle successive tabelle gli strumenti finanziari derivati sono suddivisi per tipologia di rischio per ogni tipo di copertura, separando attività e passività finanziarie. Per i CCIRS l’importo nozionale si riferisce al controvalore Euro contrattuale, per gli IRS in valuta diversa dall’Euro, al controvalore al tasso di cambio di mercato.


Tipologia

Rischio coperto

Nozionale al 31.12.2020



(milioni di euro)

Nozionale al 31.12.2019



(milioni di euro)

Mark to Market Spot (*) (Clean Price) al 31.12.2020

(milioni di euro)

Mark to Market Spot(*) (Clean Price) al 31.12.2019

(milioni di euro)

Interest rate swaps

Rischio tasso di interesse

4.334

4.334

192

152

Cross Currency and
Interest Rate Swaps

Rischio tasso di interesse
e rischio di cambio

Totale derivati in Fair Value Hedge

4.334

4.334

192

152

Interest rate swaps

Rischio tasso di interesse

2.177

2.200

(935)

(876)

Cross Currency and
Interest Rate Swaps

Rischio tasso di interesse
e rischio di cambio

2.673

2.673

(614)

(444)

Totale derivati in Cash Flow Hedge

4.850

4.873

(1.549)

(1.320)

Totale derivati Non in Hedge Accounting

Totale derivati TIM

9.184

9.207

(1.357)

(1.168)

(*)  Il Mark to Market Spot sopra riportato rappresenta la valutazione di mercato del derivato al netto della quota maturata del flusso in corso.

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368


Coperture in Fair Value Hedge

(milioni di euro)

Voce contabile

Valore nozionale


Valore contabile


Variazione fair value anno

Interest rate swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

a)

4.334

192

41

Attività

192

Passività

Cross Currency and Interest Rate
Swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

b)

Attività

Passività

Strumenti derivati (spot value)

a)+b)

4.334

192

41

Ratei

24

Strumenti derivati (gross value)

216

Strumenti sottostanti (1)

Obbligazioni - Passività correnti / non
correnti

4.334

(4.504)

di cui adeguamento al fair value

Adeguamento al fair value per
effetto delle operazioni in fair value
hedge e valutazioni al costo
ammortizzato

c)

(186)

(38)

Inefficacia

a)+b)+c)

3

Adeguamento al fair value per coperture chiuse anticipatamente (2)

(116)

(1) Comprende il valore di costo ammortizzato delle obbligazioni attualmente coperte maggiorato dell’adeguamento al fair value.

(2) Riferito ad obbligazioni non più coperte, quindi non rappresentate in tabella.


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369


Coperture in Cash Flow Hedge

(milioni di euro)

Voce contabile

Valore nozionale


Valore contabile


Variazione fair value

Variazione fair value cumulata

Interest rate swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

a)

2.177

(935)

(59)

Attività

48

(11)

Passività

(983)

(48)

Cross Currency and Interest
Rate Swaps

Derivati di copertura relativi ad
elementi coperti classificati fra le
attività/passività correnti (non
correnti) di natura finanziaria -
Attività correnti / non correnti.

b)

2.673

(614)

(170)

Attività

216

(64)

Passività

(830)

(106)

Strumenti derivati (spot value)

a)+b
)

4.850

(1.549)

(229)

Ratei

14

Strumenti derivati (gross value)

(1.535)

di cui utili e perdite a riserva di
patrimonio netto

5

Determinazione inefficacia

Variazione strumenti derivati

c)

(1.098)

Strumenti sottostanti (3)

d)

1.099

Inefficacia (4)

Adeguamento positivo al Fair
Value di strumenti finanziari
derivati - non di copertura

c)+d)

(21)

Riserva Patrimonio Netto

Saldo riserva di patrimonio netto

(1.597)

di cui dovuto a fair value di
coperture concluse
anticipatamente

26

Riclassifica a P&L

Reversal negativo della riserva
per adeguamento al fair value di
derivati di copertura (cash flow
hedge)

1

(3) Derivati ipotetici impiegati nelle misurazioni di efficacia delle coperture in cash flow hedge.

(4) Il dato di inefficacia, per sua natura e calcolo, non necessariamente coincide con la differenza delle variazioni cumulate di fair value derivati e sottostante; non considera l’effetto dovuto all’applicazione del CVA/DVA.


Le operazioni oggetto di copertura in Cash Flow Hedge genereranno flussi finanziari e produrranno gli effetti economici di competenza sul conto economico nei periodi indicati nella tabella sottostante:

Valuta di
denominazione

Nozionale in valuta di denominazione

(milioni)

Inizio
periodo

Fine
periodo

Tasso applicato

Periodo di
interesse

Nozionale in Euro copertura

(milioni)

Tasso Euro
copertura

GBP

375

gen-21

mag-23

5,875%

Annuale

552

5,535%

JPY

20.000

gen-21

ott-29

JPY Libor 6m + 0,94625%

Semestrale

174

5,940%

USD

1.000

gen-21

nov-33

USD Libor 3m + 0.756%

Trimestrale

849

5,994%

USD

1.500

gen-21

mag-24

5,303%

Semestrale

1.099

4,226%

EURO

794

gen-21

set-34

Euribor 6m + 0,8787%

Semestrale

794

4,332%

EURO

791

gen-21

lug-36

Euribor 6m + 1,45969%

Semestrale

791

5,884%

(*) Asset finanziario.




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370


La metodologia prescelta per effettuare il test di efficacia retrospettiva e, qualora non vi sia piena coincidenza dei termini principali, prospettica, per i derivati in Cash Flow Hedge, è il Volatility Risk Reduction (VRR) Test. Tale test valuta il rapporto tra il rischio del portafoglio (dove per portafoglio si intende il derivato e l’elemento coperto) ed il rischio dell’elemento coperto preso singolarmente. In sintesi, il rischio del portafoglio deve essere significativamente inferiore al rischio dell’elemento coperto.


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371


NOTA 19

INFORMAZIONI INTEGRATIVE SU STRUMENTI FINANZIARI 

Valutazione al fair value

Ai fini dell’informazione di comparazione tra valori contabili e fair value degli strumenti finanziari, richiesta dall’IFRS 7, si evidenzia che la maggior parte delle passività finanziarie non correnti di TIM è costituita da prestiti obbligazionari, il cui fair value è direttamente osservabile sui mercati finanziari, in quanto trattasi di strumenti finanziari che per dimensione e diffusione tra gli investitori sono comunemente scambiati sui mercati di riferimento (si veda la Nota “Passività finanziarie non correnti e correnti”). Per quanto concerne, invece, le altre tipologie di finanziamento sono state fatte le seguenti assunzioni ai fini della determinazione del fair value:

per i finanziamenti a tasso variabile è stato assunto il valore nominale di rimborso;

per i finanziamenti a tasso fisso è stato assunto il valore attuale dei flussi futuri ai tassi di mercato del 31 dicembre 2020.

Infine, per la maggior parte delle attività finanziarie il valore di carico delle stesse rappresenta una ragionevole approssimazione del loro fair value in quanto trattasi di impieghi finanziari a breve termine e ad alta liquidità.

Le valutazioni al fair value degli strumenti finanziari di TIM, sono state classificate nei 3 livelli previsti da IFRS 7. In particolare la scala gerarchica del fair value è composta dai seguenti livelli:

Livello 1: corrisponde a prezzi quotati su mercati attivi;

Livello 2: corrisponde a prezzi calcolati attraverso elementi desunti da dati di mercato osservabili;

Livello 3: corrisponde a prezzi calcolati attraverso altri elementi differenti dai dati di mercato osservabili.

Nelle tabelle che seguono sono riportate, per le attività e le passività al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 e in base alle categorie previste dall’IFRS 9 le informazioni integrative su strumenti finanziari richieste dall’IFRS 7 e i prospetti degli utili e delle perdite. 


Legenda Categorie IFRS 9

Acronimo

Attività finanziarie valutate a:

Costo ammortizzato

Amortized Cost

AC

Fair value rilevato nelle altre componenti di conto
economico complessivo

Fair Value Through Other Comprehensive
Income

FVTOCI

Fair value attraverso il conto economico separato

Fair Value Through Profit or Loss

FVTPL

Passività finanziarie valutate a:

Costo ammortizzato

Amortized Cost

AC

Fair value attraverso il conto economico separato

Fair Value Through Profit or Loss

FVTPL

Derivati di copertura

Hedge Derivatives

HD

Non applicabile

Not applicable

n.a.



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372


Valore di bilancio e livello gerarchico di fair value per ciascuna categoria/classe di attività/passività finanziaria e confronto con il relativo fair value al 31.12.2020


Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o di
fair value

  (milioni di euro)

Categorie

IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2020

Costo
ammortizzato

Fair Value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello
1

Livello
2

Livello
3

Valori
rilevati
in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value
al
31.12.2020

ATTIVITÀ’

Attività finanziarie valutate
al costo ammortizzato

AC

4.954

4.954

4.954

        Attività non correnti

Crediti verso il personale

8)

38

38

Altri crediti finanziari

8)

713

713

Crediti vari verso altri
(non correnti)

9)

16

16

        Attività correnti

Crediti verso il personale

8)

12

12

Altri crediti finanziari a
breve

8)

3

3

Cassa e altre disponibilitò
liquide equivalenti

8)

1.766

1.766

Crediti commerciali

12)

2.305

2.305

Crediti vari verso altri
(correnti)

12)

78

78

Contract assets

12)

23

23

Attivita' finanziarie valutate
al fair value rilevato nelle
altre componenti di conto
economico complessivo

FVTOCI

30

30

30

        Attività non correnti

Altre partecipazioni

7)

30

30

16

14

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

        Attività correnti

Crediti commerciali

12)

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

Attività finanziarie valutate
al fair value rilevato
attraverso il conto economico
separato

FVTPL

1.288

1.288

1.288

        Attività non correnti

Derivati non di copertura

8)

1.239

1.239

1.239

        Attività correnti

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

Derivati non di copertura

8)

49

49

49

Derivati di copertura

HD

546

331

215

546

        Attività non correnti

Derivati di copertura

8)

500

308

192

500

        Attività correnti

Derivati di copertura

8)

46

23

23

46

Crediti finanziari per contratti
di locazione attiva

n.a.

61

61

61

        Attività non correnti

8)

17

17

        Attività correnti

8)

44

44

Totale

6.879

4.954

361

1.503

16

1.834

14

61

6.879

Gli strumenti finanziari appartenenti al livello di gerarchia 3 del fair value sono rappresentati dalle seguenti Altre partecipazioni iscritte tra le Attività non correnti per le quali non sono disponibili prezzi osservabili direttamente o indirettamente sul mercato:


Banca UBAE

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

373


Istituto Europeo di Oncologia

Altre minori.

La valutazione di Banca UBAE, Istituto Europeo di Oncologia e delle altre società è stata effettuata sulla base di una analisi, ritenuta attendibile, degli elementi patrimoniali rilevanti.

Nel corso del 2020, non sono stati rilevati effetti economici a seguito della valutazione degli strumenti finanziari appartenenti al livello di gerarchia 3 del fair value.

L’utile/(perdite) riconosciute nelle Altre componenti del Conto Economico Complessivo sono state iscritte nell’ambito della Riserva per attività finanziarie valutate al fair value rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo.


Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o
di fair value

  (milioni di euro  )

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2020

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello
1

Livello
2

Valori
rilevati
in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value
al
31.12.2020

PASSIVITA'

Passività finanziarie valutate
al costo ammortizzato

FLAC/HD

28.386

28.386

25.569

        Passivita' non correnti

Debiti finanziari non
correnti

15)

21.388

21.388

        Passività correnti

Debiti finanziari correnti

15)

3.240

3.240

Debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

23)

3.641

3.641

Contract liabilities

23)

117

117

Passività finanziarie valutate
al fair value attraverso il
conto economico separato

FLHfT

1.288

1.288

1.288

        Passività non correnti

Derivati non di copertura

15)

1.239

1.239

1.239

        Passività correnti

Derivati non di copertura

15)

49

49

49

Derivati di copertura

HD

1.866

1.866

1.866

        Passività non correnti

Derivati di copertura

15)

1.813

1.813

1.813

        Passività correnti

Derivati di copertura

15)

53

53

53

Passività per contratti di
locazione passiva

n.a.

3.969

3.969

4.240

        Passività non correnti

15)

3.506

3.506

        Passività correnti

15)

463

463

Totale

35.509

28.386

1.866

1.288

3.154

3.969

32.963



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

374


Valore di bilancio e livello gerarchico di fair value per ciascuna categoria/classe di attività/passività finanziaria e confronto con il relativo fair value al 31.12.2019

Valori rilevati in bilancio

Livelli di gerarchia o di
fair value

  (milioni di euro)

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2019

Costo
ammortizzato

Fair Value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello
1

Livello
2

Livello
3

Valori
rilevati in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value
al
31.12.2019

ATTIVITÀ’

Attività finanziarie valutate
al costo ammortizzato

AC

4.010

4.010

4.010

        Attività non correnti

Crediti verso il personale

8)

40

40

Altri crediti finanziari

8)

491

491

Crediti vari verso altri
(non correnti)

9)

2

2

        Attività correnti

Crediti verso il personale

8)

12

12

Altri crediti finanziari a
breve

8)

9

9

Cassa e altre disponibilitò
liquide equivalenti

8)

829

829

Crediti commerciali

12)

2.484

2.484

Crediti vari verso altri
(correnti)

12)

112

112

Contract assets

12)

31

31

Attivita' finanziarie valutate
al fair value rilevato nelle
altre componenti di conto
economico complessivo

FVTOCI

33

33

33

        Attività non correnti

Altre partecipazioni

7)

33

33

21

12

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

        Attività correnti

Crediti commerciali

12)

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

Attività finanziarie valutate
al fair value rilevato
attraverso il conto economico
separato

FVTPL

1.325

1.325

1.325

        Attività non correnti

Derivati non di copertura

8)

1.272

1.272

1.272

        Attività correnti

Titoli diversi dalle
partecipazioni

8)

Derivati non di copertura

8)

53

53

53

Derivati di copertura

HD

578

404

174

578

        Attività non correnti

Derivati di copertura

8)

530

378

152

530

        Attività correnti

Derivati di copertura

8)

48

26

22

48

Crediti finanziari per contratti
di locazione attiva

n.a.

70

70

70

        Attività non correnti

8)

16

16

        Attività correnti

8)

54

54

Totale

6.016

4.010

437

1.499

1.924

12

70

6.016


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

375


Valori rilevati in bilancio

Livelli di
gerarchia o
di fair value

  (milioni di euro  )

Categorie
IFRS 9

note

Valore di
bilancio al
31.12.2019

Costo
ammortizzato

Fair value
rilevato a
conto
economico
complessivo

Fair Value
rilevato a
conto
economico
separato

Livello
1

Livello
2

Valori
rilevati
in
bilancio
secondo
IFRS 16

Fair Value
al
31.12.2019

PASSIVITA'

Passività finanziarie valutate
al costo ammortizzato

FLAC/HD

30.493

30.493

28.041

        Passivita' non correnti

Debiti finanziari non
correnti

15)

23.251

23.251

        Passività correnti

Debiti finanziari correnti

15)

3.681

3.681

Debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

23)

3.413

3.413

Contract liabilities

23)

148

148

Passività finanziarie valutate
al fair value attraverso il
conto economico separato

FLHfT

1.325

1.325

1.325

        Passività non correnti

Derivati non di copertura

15)

1.272

1.272

1.272

        Passività correnti

Derivati non di copertura

15)

53

53

53

Derivati di copertura

HD

1.712

1.712

1.712

        Passività non correnti

Derivati di copertura

15)

1.659

1.659

1.659

        Passività correnti

Derivati di copertura

15)

53

53

53

Passività per contratti di
locazione passiva

n.a.

4.668

4.668

5.152

        Passività non correnti

15)

4.002

4.002

        Passività correnti

15)

666

666

Totale

38.198

30.493

1.712

1.325

3.037

4.668

36.230


Utili e perdite per categorie IFRS 9 – esercizio 2020

(milioni di euro)

Categorie IFRS 9

Utili/(perdite) nette 2020

di cui da

interessi

Attività valutate al costo ammortizzato

AC

(354)

12

Attività e passività valutate al fair value rilevato a conto
economico separato

FVTPL

88

Attività e passività al fair value rilevato a conto economico
complessivo

FVTOCI

Passività al costo ammortizzato

AC

(766)

729

Totale

(1.032)

741


Utili e perdite per categorie IFRS 9 – esercizio 2019

(milioni di euro)

Categorie IFRS 9

Utili/(perdite) nette

2019 (1)

di cui da

interessi

Attività valutate al costo ammortizzato

AC

(423)

10

Attività e passività valutate al fair value rilevato a conto
economico separato

FVTPL

(40)

Attività e passività al fair value rilevato a conto economico
complessivo

FVTOCI

6

Passività al costo ammortizzato

AC

(958)

(893)

Totale

(1.415)

(883)

(1) Di cui 2 milioni di euro da compensi e spese non inclusi nel calcolo del tasso di interesse effettivo su attività/passività finanziarie diverse da quelle al fair value attraverso il conto economico.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

376


NOTA 20

FONDI RELATIVI AL PERSONALE

Diminuiscono rispetto al 31 dicembre 2019 di 631 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:

(milioni di euro)

31.12.2018

Incrementi/

Attualizz.

Decrementi

31.12.2019

Fondo Trattamento di Fine Rapporto

847

42

(84)

805

Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale

706

236

(401)

541

Totale

di cui:

1.553

278

(485)

1.346

quota non corrente

1.502

1.106

quota corrente (*)

51

240

(*) La quota corrente è riferibile ai Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale.


(milioni di euro)

31.12.2019

Incrementi/

Attualizz.

Decrementi

31.12.2020

Fondo Trattamento di Fine Rapporto

805

(1)

(128)

676

Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale

541

30

(532)

39

Totale

1.346

29

(660)

715

di cui:

quota non corrente

1.106

676

quota corrente (*)

240

39

(*) La quota corrente è riferibile ai Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale.


Il Fondo Trattamento di Fine Rapporto (T.F.R.) si decrementa di 129 milioni di e rispetto al 31 dicembre 2019.

La voce "Incrementi / Attualizzazione" è pari a -1 milione di euro ed è così composta

(milioni di euro)

2020

2019

Effetto (positivo)/negativo del c.d. curtailment

(1)

(8)

Oneri finanziari

6

10

(Utili) perdite attuariali nette rilevate nell’esercizio

(6)

40

Totale (proventi) oneri

(1)

42

Rendimento effettivo delle attività a servizio del piano

non sono presenti attività al
servizio del piano


L’effetto positivo del c.d. “curtailment”, pari a 1 milione di euro, è connesso ad anticipazioni intervenute rispetto alla precedente elaborazione attuariale.


Gli utili attuariali netti registrati al 31 dicembre 2020 sono pari a 6 milioni di euro (perdite attuariali nette per 40 milioni di euro nel 2019) e sono essenzialmente connessi al tasso di inflazione atteso passato dall’1,2% al 31 dicembre 2019 allo 0,8% del 31 dicembre 2020; anche il tasso di attualizzazione è variato, passando dallo 0,77% utilizzato al 31 dicembre 2019, allo 0,34% del 31 dicembre 2020.


Secondo quanto previsto dalla normativa nazionale, l’importo spettante a ciascun dipendente matura in funzione del servizio prestato ed è erogato allorché il dipendente lascia la Società. Il trattamento dovuto alla cessazione del rapporto di lavoro è calcolato in base alla sua durata ed alla retribuzione imponibile di ciascun dipendente. La passività, annualmente rivalutata in ragione dell’indice ufficiale del costo della vita e degli interessi di legge, non è associata ad alcuna condizione o periodo di maturazione, né ad alcun obbligo di provvista finanziaria; non esistono, pertanto, attività al servizio del fondo. La stessa è iscritta al netto delle anticipazioni parziali del fondo e delle liquidazioni delle quote ottenute dai dipendenti per i motivi previsti dalle normative vigenti.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

377


Ai sensi dello IAS 19 il fondo è stato contabilizzato come “Piano a prestazione definita”, per le quote maturate fino al 31 dicembre 2020.

In base alla disciplina introdotta dal D.Lgs. n.252/2005 e dalla Legge n.296/2006 (Finanziaria 2007), le quote maturate dal 2008 sono destinate o al Fondo Tesoreria INPS o alle forme di previdenza complementare e assumono la natura di “Piano a contribuzioni definite”. Restano comunque contabilizzate a T.F.R. le rivalutazioni del fondo al 31 dicembre 2006 effettuate in ragione dell’indice ufficiale del costo della vita e degli interessi di legge.

In applicazione dello IAS 19, il T.F.R. è stato elaborato secondo la metodologia denominata Projected Unit Credit Method:

sono state proiettate, in base a una serie di ipotesi finanziarie (incremento del costo della vita, tasso d’interesse, incremento retributivo, ecc.), le possibili future prestazioni che potrebbero essere erogate a favore di ciascun dipendente iscritto al programma nel caso di pensionamento, decesso, invalidità, dimissioni, ecc.;

è stato calcolato il valore attuale medio delle future prestazioni alla data della valutazione, sulla base del tasso annuo di interesse adottato e della probabilità che ciascuna prestazione ha di essere effettivamente erogata;

è stata definita la passività, in misura pari al valore attuale medio delle future prestazioni che sarà generato dal fondo esistente alla data della valutazione, senza considerare alcun futuro accantonamento.

Nel dettaglio, le ipotesi adottate sono state le seguenti:

IPOTESI ECONOMICHE

Dirigenti

Non Dirigenti

Tasso di inflazione

0,80% annuo

0,80% annuo

Tasso di attualizzazione

0,34% annuo

0,34% annuo

Tasso annuo di incremento TFR

2,10% annuo

2,10% annuo

Tasso annuo di incremento salariale reale:

età pari o inferiore a 40 anni

1,0% annuo

1,0% annuo

età superiore a 40 anni ma pari o inferiore a 55 anni

0,5% annuo

0,5% annuo

età superiore a 55 anni

0,0% annuo

0,0% annuo


IPOTESI DEMOGRAFICHE

Dirigenti

Non Dirigenti

Probabilità di decesso

Tabelle di mortalità RG

48 pubblicate

dalla Ragioneria

Generale dello Stato

Tabelle di mortalità RG

48 pubblicate

dalla Ragioneria

Generale dello Stato

Probabilità di invalidità

Tavole INPS distinte per età
e sesso

Tavole INPS distinte per età
e sesso

Probabilità di dimissioni:

sino al raggiungimento dei 40 anni di età

2,00%

1,00%

Dai 41 ai 50 anni di età

2,00%

0,50%

Dai 51 ai 59 anni di età

1,00%

0,50%

Dai 60 ai 64 anni di età

nulla

0,50%

Dai 65 in poi

nulla

nulla

Probabilità di pensionamento

100% al raggiungimento dei requisiti AGO adeguati al
D.L. n. 4/2019

Probabilità di ricevere all’inizio dell’anno una anticipazione della
riserva di T.F.R. accantonata pari al 70%

1,5%

in ciascun anno

1,5%

in ciascun anno


L’applicazione delle ipotesi sopra descritte ha determinato una passività per T.F.R. al 31 dicembre 2020 di 676 milioni di euro (805 milioni di euro al 31 dicembre 2019).


È di seguito riportata l’analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale rilevante per la determinazione dell’ammontare della passività di fine esercizio; la stessa mostra gli effetti delle variazioni delle ipotesi attuariali ragionevolmente possibili a tale data espressi in termini assoluti.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

378


La durata finanziaria media dell'obbligazione è pari a 10,2 anni.


VARIAZIONE DELLE IPOTESI

Importi

(milioni di euro)

Tasso di turnover:

+ 0,25 p.p.

(2)

-  0,25 p.p.

2

Tasso annuo di inflazione:

+ 0,25 p.p.

12

-  0,25 p.p.

(12)

Tasso annuo di attualizzazione:

+ 0,25 p.p.

16

-  0,25 p.p.

(16)


I Fondi per esodi agevolati e ristrutturazione aziendale diminuiscono complessivamente di 502 milioni di euro, sostanzialmente per effetto delle uscite e della riclassifica a debiti degli importi non ancora liquidati, relativi ai piani già accantonati nei precedenti esercizi (532 milioni di euro). Gli incrementi, pari a 30 milioni di euro, sono correlati alla rivisitazione di stima e decorrenza delle uscite della Società previste per l’esercizio 2020 (anche attraverso l’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, come definito da ultimo nell'Accordo sindacale del 26 febbraio 2019).


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

379


NOTA 21

FONDI PER RISCHI ED ONERI

Si decrementano, rispetto al 31 dicembre 2019, di 104 milioni di euro e presentano la seguente composizione e variazione:

 

(milioni di euro)

31.12.2019

Incrementi

Utilizzo a
conto
economico

Utilizzo
diretto

Riclassifiche/
altri
movimenti

31.12.2020

Fondo imposte e rischi fiscali

7

(1)

(1)

(3)

2

Fondo per oneri di ripristino

250

18

(6)

6

268

Fondo vertenze legali

756

29

(123)

4

666

Fondo rischi commerciali

24

(5)

6

25

Fondo per rischi e oneri su
partecipazioni e operazioni
societarie

34

(6)

28

Altri fondi rischi e oneri

23

1

(23)

1

Totale

1.094

48

(1)

(158)

7

990

di cui:

quota non corrente

528

618

quota corrente

566

372


La quota non corrente dei fondi per rischi ed oneri si riferisce principalmente al fondo per oneri di ripristino e a una parte del fondo vertenze legali. In particolare, conformemente ai principi contabili, l’ammontare complessivo del fondo per oneri di ripristino viene definito rivalutando gli importi per i quali è previsto un probabile esborso, sulla base dei tassi di inflazione stimati nelle singole scadenze, e successivamente attualizzato alla data del bilancio sulla base del costo medio del debito, tenuto conto delle previsioni di uscita di cassa.


Il fondo imposte e rischi fiscali diminuisce di 5 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. 


Il fondo per oneri di ripristino si riferisce agli accantonamenti dei costi previsti per il ripristino degli immobili in locazione e dei siti utilizzati nell’ambito della telefonia mobile nonché per lo smantellamento di alcuni cespiti (batterie, palificazioni in legno). Si incrementa di 18 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019.


Il fondo vertenze legali diminuisce di 90 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019; comprende gli stanziamenti a fronte di vertenze con il personale (56 milioni di euro) e con i terzi (610 milioni di euro).


Il fondo rischi commerciali si incrementa di 1 milione di euro rispetto al 31 dicembre 2019.


Il fondo rischi e oneri su partecipazioni e operazioni societarie diminuisce di 6 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019.


Gli altri fondi rischi e oneri diminuiscono di 22 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

380


NOTA 22

DEBITI VARI E ALTRE PASSIVITA' NON CORRENTI

I debiti vari e altre passività non correnti al 31 dicembre 2020 sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Debiti vari non correnti

Debiti verso istituti di previdenza

480

363

Debiti verso imprese controllate

4

11

Altri debiti verso terzi

2.202

1.814

(a)

2.686

2.188

Altre passività non correnti

Ricavi differiti da contratti con clienti (Contract liabilities)

104

92

Altri ricavi e proventi differiti

392

374

Contributi in conto capitale

295

319

(b)

791

785

Totale

(a+b)

3.477

2.973


Debiti vari non correnti

La voce si incrementa di 498 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e comprende principalmente:

Debiti verso istituti di previdenza pari a 480 milioni di euro (363 milioni di euro al 31 dicembre 2019): sono relativi alla posizione debitoria verso l’INPS a fronte dell’applicazione degli accordi 2015 e successivi firmati nel 2018 e 2019, riguardanti l’art. 4 commi 1-7ter, della legge 28 giugno 2012, n. 92 (per maggiori dettagli si rimanda alla Nota “Costi del personale”).

Sono così composti:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Debiti non correnti

Scadenti tra il 2° e il 5° esercizio successivo

473

354

Scadenti oltre il 5°esercizio successivo

7

9

480

363

Debiti correnti

290

209

Totale

770

572

Debiti verso imprese controllate, pari a 4 milioni di euro (11 milioni di euro al 31 dicembre 2019): si riferiscono alle posizioni debitorie per l’adozione del consolidato fiscale nazionale;

Altri debiti verso terzi, pari a 2.202 milioni di euro (1.814 milioni di euro al 31 dicembre 2019). La voce comprende la quota non corrente, pari a 1.738 milioni di euro (55 milioni di euro iscritti tra i debiti correnti), a fronte dell’acquisizione – avvenuta nel 2018 - dei diritti d’uso delle frequenze nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz, da destinare ai servizi di comunicazione mobili in 5G. Comprende altresì 461 milioni di euro relativi alle due rate dell’imposta sostitutiva da versare ai sensi del DL 104/2020 art. 110, commi 8 e 8bis.

.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

381


Altre passività non correnti

La voce – pari a 791 milioni di euro – si incrementa di 6 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e comprende:

Ricavi differiti da contratti con clienti (Contract liabilities), pari a 104 milioni di euro (92 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce si riversa a conto economico in base alla durata derivante dai vincoli contrattuali tra le parti, pari mediamente a 24 mesi; pertanto il saldo al 31 dicembre 2020 si riverserà a conto economico generalmente entro l’esercizio 2022. La voce comprende principalmente:

i ricavi differiti su contributi di attivazione e installazione dei nuovi contratti con i clienti per 8 milioni di euro (8 milioni di euro al 31 dicembre 2019): in merito, si evidenzia che i ricavi di attivazione / installazione, in applicazione dell’IFRS 15, non essendo relativi a performance obligation separate, sono allocati alle diverse obbligazioni contenute nel contratto e contabilizzati lungo il periodo di esecuzione del contratto;

i ricavi differiti relativi a canoni di accesso alla rete per 28 milioni di euro;

i ricavi differiti relativi a canoni di abbonamento e noleggio e manutenzione per 64 milioni di euro.

Altri ricavi e proventi differiti, pari a 392 milioni di euro (374 milioni di euro al 31 dicembre 2019): si riferiscono ai ricavi differiti derivanti dai contratti di cessione di capacità trasmissiva (leasing attivi operativi);

Contributi in conto capitale, pari a 295 milioni di euro (319 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce rappresenta la componente da imputare a conto economico sulla base della vita utile residua (stimabile in circa 18 anni) dei cespiti cui afferiscono i contributi stessi ed è principalmente connessa alla realizzazione delle infrastrutture sui progetti denominati Banda Ultra Larga-BUL e Banda Larga-BL.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

382


NOTA 23

DEBITI COMMERCIALI, VARI E ALTRE PASSIVITA' CORRENTI

I debiti commerciali, vari e altre passività correnti al 31 dicembre 2020 sono così composti:


(milioni di euro)

31.12.2020

di cui Strumenti
Finanziari

31.12.2019

di cui Strumenti
Finanziari

Debiti commerciali

Debiti verso fornitori

2.687

2.687

2.678

2.678

Debiti verso altri gestori di
telecomunicazioni

374

374

302

302

Debiti verso imprese controllate

280

280

250

250

Debiti verso imprese collegate e joint
venture

102

102

3

3

Debiti verso altre imprese correlate

35

35

30

30

(a)

3.478

3.478

3.263

3.263

Debiti vari

Debiti verso imprese controllate

42

Debiti verso imprese collegate e joint
venture

49

Debiti verso altre parti correlate

61

21

Debiti tributari

109

97

Debiti verso istituti di previdenza

341

285

Debiti per compensi al personale

118

142

Altri

260

163

304

150

Fondi relativi al personale (ad
eccezione del TFR) per le quote che si
prevede verranno liquidate entro 12
mesi

39

240

Fondi per rischi e oneri per le quote che
si prevede verranno liquidate entro 12
mesi

372

566

(b)

1.342

163

1.703

150

Altre passività correnti

Passività derivanti da contratti con
clienti (Contract liabilities)

711

117

789

148

Altri ricavi e proventi differiti

58

68

Altre

21

20

(c)

790

117

877

148

Totale

(a+b+c)

5.610

3.758

5.843

3.561

Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Debiti commerciali

La voce si incrementa di 215 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, principalmente a seguito della dinamica dei pagamenti relativi al fatturato passivo. Si segnala in particolare quanto segue:

debiti commerciali verso imprese controllate, pari a 280 milioni di euro: si riferiscono a posizioni debitorie verso Telecom Italia Sparkle (82 milioni di euro) per servizi di telecomunicazioni, Telenergia (68 milioni di euro), Flash Fiber (42 milioni di euro), Olivetti (37 milioni di euro), TIM Retail (20 milioni di euro), Telecontact (13 milioni di euro), Telecom Italia Trust Technologies (9 milioni di euro) e Telsy (7 milioni di euro) per rapporti di fornitura;

debiti commerciali verso imprese collegate, pari a 102 milioni di euro: sono relativi a posizioni debitorie principalmente verso INWIT S.p.A. (99 milioni di euro), diventata società collegata.

debiti commerciali verso altre parti correlate, pari a 35 milioni di euro: si riferiscono principalmente a posizioni debitorie verso il gruppo Havas.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

383



Debiti vari

Sono pari a 1.342 milioni di euro e diminuiscono di 361 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. Comprendono principalmente:

i debiti tributari, pari a 109 milioni di euro: si riferiscono principalmente al debito per IVA (24 milioni di euro), al debito verso l’Erario per le trattenute operate quale sostituto d’imposta (72 milioni di euro) e al debito per la tassa di concessione governativa (7 milioni di euro).

i debiti verso istituti di previdenza: comprendono la quota a breve del debito verso INPS a fronte dell’applicazione degli accordi 2015 e successivi firmati nel 2018, nel 2019 e nel 2020, riguardanti l’art. 4 commi 1-7ter, della legge 28 giugno 2012, n. 92, come indicato nella nota “Debiti vari e altre passività non correnti”;

i debiti verso società controllate includono 10 milioni di euro per consolidato fiscale (principalmente verso Olivetti, Telecom Italia Sparkle e Flash Fiber);

gli altri debiti comprendono - tra le altre partite - i debiti per contributi da Stato e Unione Europea;

i fondi relativi al personale e i fondi per rischi ed oneri.

Altre passività correnti

Sono pari a 790 milioni di euro, con un decremento di 87 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e comprendono principalmente:

Passività derivanti da contratti con clienti (Contract liabilities), pari a 711 milioni di euro (789 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce evidenzia le passività verso clienti connesse alle obbligazioni della Società di trasferire beni e servizi per i quali ha ricevuto un corrispettivo. Sono di seguito rappresentate le passività verso clienti, che hanno generalmente una scadenza entro 12 mesi; pertanto il saldo al 31 dicembre 2020 si riverserà sostanzialmente entro il 31 dicembre 2021. In particolare:

Contract Liabilities pari a 17 milioni di euro (53 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce comprende contratti bundle (pacchetti di beni e servizi) aventi performance obligation con differente tempistica di riconoscimento dei ricavi e conseguente differimento temporale dei corrispettivi originariamente rilevati. Il decremento rilevato nell'esercizio 2020 (-36 milioni di euro) è principalmente connesso all’avvio di offerte commerciali che non prevedono più vincoli di permanenza e al rilascio a conto economico del saldo precedentemente accumulato;

Poste connesse alla clientela pari a 351 milioni di euro (356 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce comprende debiti verso clienti a seguito di rapporti contrattuali, quali il debito per traffico prepagato e i canoni di abbonamento addebitati anticipatamente;

Acconti e anticipi pari a 80 milioni di euro (100 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce comprende debiti verso clienti a seguito di pagamenti anticipati, quali i versamenti degli abbonati in conto conversazioni;

Ricavi differiti da contratti con clienti pari a 263 milioni di euro (280 milioni di euro al 31 dicembre 2019): la voce è relativa al differimento dei ricavi da contratti con i clienti e comprende principalmente:

i ricavi differiti su contributi di attivazione e installazione dei nuovi contratti con i clienti (10 milioni di euro);

i ricavi differiti da canoni di interconnessione (119 milioni di euro);

i ricavi differiti per canoni di noleggio e manutenzione (109 milioni di euro).

Altri ricavi e proventi differiti pari a 58 milioni di euro (68 milioni di euro al 31 dicembre 2019): si riferiscono per 48 milioni di euro ai ricavi differiti derivanti dai contratti di cessione di capacità trasmissiva e per 10 milioni di euro ai ricavi differiti dai contratti di locazione immobiliare (leasing attivi operativi).


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

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NOTA 24

CONTENZIOSI E AZIONI GIUDIZIARIE PENDENTI, ALTRE INFORMAZIONI, IMPEGNI E GARANZIE

Sono illustrati qui di seguito i principali contenziosi giudiziari, arbitrali e fiscali in cui TIM S.p.A. è coinvolta al 31 dicembre 2020, nonché quelli chiusi nel corso dell’esercizio.

Per quei contenziosi, di seguito descritti, per i quali si è ritenuto probabile un rischio di soccombenza, TIM S.p.A. ha iscritto passività per complessivi 511 milioni di euro.

Si segnala che per alcuni contenziosi di seguito riportati non è stato possibile, sulla base delle informazioni disponibili alla data di chiusura del presente documento e con particolare riferimento alla complessità dei procedimenti, al loro stato di avanzamento, nonché agli elementi di incertezza di carattere tecnico-processuale, effettuare una stima attendibile degli oneri e/o delle tempistiche degli eventuali pagamenti. Inoltre, nei casi in cui la diffusione delle informazioni relative al contenzioso potesse pregiudicare seriamente la posizione di TIM o delle sue controllate, viene descritta unicamente la natura generale della controversia.

Infine, relativamente ai procedimenti con l’Autorità Antitrust, si rammenta che in base all’art. 15, comma 1, della Legge n. 287/1990 (“Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”), l’Autorità ha la facoltà di comminare una sanzione amministrativa commisurata al fatturato del Gruppo, nei casi di infrazioni ritenute gravi.


a) Principali contenziosi e azioni giudiziarie pendenti

Contestazione di illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 per la c.d. Vicenda Security di TIM

Nel dicembre 2008 TIM riceveva la notifica della richiesta di rinvio a giudizio per l'illecito amministrativo di cui agli artt. 21 e 25, commi 2 e 4, del D.Lgs. n. 231/2001, in relazione alle vicende che vedevano coinvolti alcuni ex dipendenti della funzione Security ed ex collaboratori della Società, imputati – tra l’altro – di delitti di corruzione di Pubblici Ufficiali, in ipotesi d’accusa finalizzati ad acquisire informazioni da archivi riservati. Nel maggio 2010 TIM usciva definitivamente dal processo penale come imputata, essendo stata approvata dal giudice dell’Udienza Preliminare l’istanza di applicazione della sanzione su richiesta (patteggiamento) presentata dalla Società. Nel dibattimento avanti alla Prima Sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Milano, TIM ha rivestito il duplice ruolo di parte civile e di responsabile civile. Da un lato, infatti, è stata ammessa quale parte civile nei confronti di tutti gli imputati e per tutti i capi di imputazione; dall’altro, è stata chiamata a rivestire il ruolo di responsabile civile ai sensi dell’art. 2049 c.c. per i fatti degli imputati, in relazione a 32 parti civili. Al dibattimento hanno preso parte quali parti civili anche Telecom Italia Latam e Telecom Italia Audit & Compliance Services (ora incorporata in TIM), costituite sin dall’Udienza Preliminare nei confronti di alcuni tra gli imputati per i delitti di intrusione informatica. Al termine della lunga istruttoria dibattimentale, 22 parti civili hanno avanzato richieste risarcitorie anche nei confronti del responsabile civile TIM per oltre 60 milioni di euro (più di 42 milioni di euro sono stati chiesti da una sola parte civile). Anche la Società, quale parte civile, ha rassegnato le proprie conclusioni nei confronti degli imputati, chiedendo la loro condanna al risarcimento di tutti i danni subiti in conseguenza dei fatti in contestazione. Nel mese di febbraio 2013 la I Sezione della Corte d’Assise di Milano ha pronunciato la sentenza di primo grado, applicando agli imputati condanne con pene che vanno da 7 anni e 6 mesi ad un anno di reclusione. La Corte, inoltre, ha riconosciuto, in capo ad alcune parti civili, l’esistenza di un danno non patrimoniale quale conseguenza dei fatti contestati e ha condannato gli imputati in solido con il responsabile civile TIM al loro risarcimento, complessivamente liquidato in 270.000 euro (in parte in solido anche con Pirelli) oltre le spese processuali; contestualmente la Corte ha peraltro condannato gli imputati al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dalla Società, riconoscendo in favore della stessa una provvisionale di 10 milioni di euro. La sentenza ha inoltre riconosciuto l’esistenza di un danno non patrimoniale in capo a Telecom Italia Latam e Telecom Italia Audit & Compliance Services, condannando gli imputati al risarcimento del danno liquidato equitativamente in 20.000 euro per ciascuna società. Nel mese di novembre 2013 sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di primo grado (che per parte sua la Società ha ritenuto di non impugnare). All’esito del giudizio d’appello, promosso dagli imputati condannati, la sentenza di primo grado è stata parzialmente riformata. Il Giudice d’appello ha preso atto dell’intervenuta prescrizione della maggior parte dei capi d’imputazione pronunciando sentenza di non doversi procedere nei confronti degli imputati condannati in primo grado, fatta eccezione per due ex investigatori privati nei confronti dei quali è stata confermata la condanna, per il delitto di rivelazione di notizia di cui è vietata la divulgazione. Quanto alle statuizioni civili, la Corte ha revocato quelle disposte dal Giudice di primo grado in favore di tre Ministeri, AGCM e Agenzia delle Entrate. La Corte ha ritenuto di revocare anche la provvisionale di 10 milioni di euro concessa alla Società quale parte civile all’esito del primo grado, disponendo la condanna generica degli imputati al risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile. Infine, sono state rigettate dal Giudice d’appello anche tutte le richieste risarcitorie avanzate negli appelli da alcune parti civili per complessivi 60 milioni di euro circa, per le quali la Società riveste il ruolo di responsabile civile. All’esito del giudizio d’appello, quindi, sono risultate confermate le statuizioni civili liquidate in primo grado che TIM, in

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385


qualità di responsabile civile, ha già corrisposto alle parti civili richiedenti. Avverso la sentenza di secondo grado pronunciata dalla Corte d’Assise d’appello di Milano è stato proposto da parte di tre imputati ricorso per Cassazione. Ad aprile 2018 la Suprema Corte, ha confermato le condanne degli imputati, ha annullato le statuizioni civili, rinviando al giudice civile per una più attenta valutazione delle pretese avanzate, soprattutto in ordine alla prova del “quantum”, e ha annullato con rinvio la parte relativa alla confisca a favore dello Stato, che dovrà essere rivalutata da diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano nell’ambito di un procedimento che non vede il coinvolgimento della Società.

Procedimento Golden Power

Nell’agosto 2017 la Presidenza del Consiglio ha avviato nei confronti di TIM (ed anche di Vivendi) un procedimento volto a verificare l’esistenza, in capo a TIM dell’obbligo di notificare, ai sensi della disciplina cd. Golden Power, l’acquisto da parte di Vivendi del controllo societario di TIM e degli attivi strategici da questa detenuti. Nel settembre 2017, il procedimento in questione si è concluso con l’affermazione dell’esistenza di tale obbligo in capo a TIM con decorrenza dal 4 maggio 2017 (data dell’Assemblea degli Azionisti che ha rinnovato gli organi sociali di TIM).

Per l’effetto di tale decisione della Presidenza del Consiglio, è stato avviato un nuovo procedimento amministrativo per la irrogazione in capo a TIM di una sanzione pecuniaria prevista dalla disciplina Golden Power per inottemperanza al citato obbligo di notifica. Tale procedimento si è concluso in data 8 maggio 2018 con l’irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a 74,3 milioni di euro.

La Società, essendo convinta di disporre di argomentazioni giuridiche volte a dimostrare che alcun obbligo di notifica del controllo di Vivendi su di essa gravava, ha presentato distinti ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l’annullamento del provvedimento del settembre 2017 e avanti il TAR Lazio contro il citato provvedimento dell’8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, con richiesta di sospensione in via cautelare dell’efficacia dello stesso. Quanto al ricorso al TAR Lazio contro il citato provvedimento dell’8 maggio 2018 che ha irrogato la sanzione pecuniaria, il Tribunale, dopo aver accolto nel luglio 2018 l’istanza cautelare della Società e sospeso per l’effetto il pagamento della sanzione, successivamente, con sentenza non definitiva del maggio 2019 ha: respinto l'eccezione di inammissibilità del ricorso sulla sanzione di 74,3 milioni di euro; sospeso il giudizio per pregiudizialità rispetto al ricorso straordinario avente ad oggetto l'obbligo di notifica ai sensi della disciplina della Golden Power; sospeso ulteriormente l'esecuzione del provvedimento impugnato.

Si segnala, altresì, il rilascio a maggio 2018 di una fideiussione a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell’istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l’asserita violazione dell’art. 2 del D.L. 15/3/2012, n. 21 (Golden Power).

Inoltre, TIM impugnava avanti il TAR Lazio e poi appellava avanti il Consiglio di Stato il provvedimento con il quale Consob, il 13 settembre 2017, affermava l’esistenza del controllo di Vivendi su TIM.

Nel dicembre 2020 il Consiglio di Stato, con sentenza definitiva, ha accolto il ricorso di TIM ed annullato il provvedimento di Consob, significativa premessa dell’intero procedimento successivo della Presidenza del Consiglio relativo all’obbligo di notifica Golden Power del quale s’è detto appena più sopra.

Per altro verso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali previsti dalla disciplina della Golden Power attraverso due specifici provvedimenti dell’ottobre e del novembre 2017 tramite i quali ha imposto specifiche prescrizioni e condizioni a TIM S.p.A. e alle società del gruppo Telecom Italia Sparkle e Telsy Elettronica e Telecomunicazioni (ora Telsy S.p.A.).

Le prescrizioni, secondo l’Autorità Amministrativa, sono sostanzialmente connesse alla circostanza che tali società svolgono, in parte, attività rilevanti per la sicurezza nazionale e per ciò che riguarda TIM alla circostanza che questa è anche titolare delle infrastrutture e degli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale.

L’eventuale mancata esecuzione, da parte dei destinatari dei provvedimenti, delle condizioni e prescrizioni è sanzionata con le stesse modalità previste dalla mancata notifica di atti rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina della cd. Golden Power.

Le società soggette alle prescrizioni sono tenute a inviare relazioni periodiche ad un apposito Comitato di Monitoraggio costituito presso la Presidenza del Consiglio con la finalità di verificare l’ottemperanza alle suddette prescrizioni.

La prima relazione di ottemperanza che illustra tutte le proposte e le attività poste in essere per dar corso alle prescrizioni è già stata inviata dal Gruppo alla Presidenza del Consiglio nel dicembre 2017. A tale relazione sono poi seguite relazioni semestrali, come previsto dalla disciplina vigente.

Non di meno anche in tale caso TIM ha già presentato due ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica per richiedere l’annullamento (i) dell’irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012 e (i) dell’irrogazione delle misure ex art. 1 D.L. 21/2012.

Come detto, il presupposto dell’esercizio dei poteri speciali era (erroneamente, secondo la Società) racchiuso nel controllo di fatto risultante dall’esito della assemblea del 4 maggio 2017 e nella direzione e coordinamento di Vivendi su TIM. Entrambe queste circostanze sono venute meno, in quanto: nell’assemblea del 4 maggio

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2018 ha prevalso la lista presentata dai soci Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership; il Consiglio di Amministrazione rinnovato è composto da 13 amministratori indipendenti su 15 e solo 5 provengono dalla lista di Vivendi; sono venuti meno la direzione e coordinamento di Vivendi, così come il controllo di fatto.

Conseguentemente, la Società ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la revoca dei due Decreti manifestando, comunque, in via subordinata, la propria disponibilità a concorrere a una rielaborazione delle prescrizioni in capo a TIM che tenesse conto della mutata realtà.

La Presidenza del Consiglio, con decreto del 6 luglio 2018, ha ritenuto di non disporre un ulteriore esercizio dei poteri speciali, ribadendo la validità dei due Decreti già emessi, e ne ha respinto l’istanza di revoca.

La motivazione di tale diniego risiede nell’asserita circostanza che i nuovi assetti di governance della Società sarebbero allo stato caratterizzati da una estrema variabilità; il che non consentirebbe, ferme le esigenze di tutela degli interessi pubblici relativi alla sicurezza ed al funzionamento delle reti, di superare i provvedimenti con i quali sono stati esercitati i poteri speciali.

Conseguentemente la Società ha presentato ricorso per motivi aggiunti, nell’ambito dei già pendenti ricorsi avverso i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre e del 2 novembre 2017, avverso la delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2018, con cui è stata respinta l’istanza di revoca presentata dalla Società, all’esito della mutata situazione della corporate governance. Con sentenza non definitiva pubblicata a maggio 2019, il TAR Lazio: (i) ha accolto la richiesta TIM di provvedimenti provvisori per la sospensione dell'ammenda condizionata all'offerta della garanzia; (ii) concesso la sospensione del procedimento al fine di attendere la sentenza definitiva nella causa (pregiudizievole) pendente dinanzi al Presidente della Repubblica in merito all'obbligo di notifica, ai sensi delle disposizioni Golden Power; (iii) respinto la richiesta di archiviare il caso.

Procedimento Antitrust A428

A conclusione del procedimento A428, nel mese di maggio 2013 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comminato a TIM due sanzioni amministrative, per 88.182.000 euro e 15.612.000 euro, per abuso di posizione dominante. La Società (i) avrebbe ostacolato o ritardato l’attivazione dei servizi di accesso richiesti dagli OLO tramite rifiuti ingiustificati e pretestuosi; (ii) avrebbe offerto i propri servizi di accesso ai clienti finali a condizioni economiche e tecniche asseritamente non eguagliabili da parte dei concorrenti che acquistano servizi di accesso all’ingrosso dalla stessa TIM, nelle sole aree geografiche del Paese in cui sono disponibili i servizi di accesso disaggregato alla rete locale e dove, quindi, gli altri operatori possono svolgere un’azione concorrenziale più efficace nei confronti della Società.

TIM ha impugnato il provvedimento innanzi al TAR Lazio, con istanza di sospensiva del pagamento della sanzione. In particolare ha contestato: la lesione dei diritti di difesa all’interno del procedimento, la circostanza che le presunte scelte organizzative contestate da AGCM e asseritamente alla base dell’abuso in materia di processi di provisioning verso gli OLO fossero state oggetto di specifici provvedimenti dell’Autorità di settore (AGCom), la circostanza che la disamina comparata dei processi di provisioning interni/esterni portasse invero a risultanze migliorative per gli OLO rispetto alla direzione retail di TIM, essendo quindi assente ogni forma di disparità di trattamento e/o di comportamenti opportunistici da parte di TIM, nonché (con riferimento al secondo abuso) la inidoneità strutturale delle condotte contestate a determinare una compressione dei margini degli OLO.

Nel maggio 2014, è stata pubblicata la sentenza con la quale il TAR Lazio ha respinto il ricorso di TIM confermando le sanzioni statuite nel provvedimento impugnato. Avverso tale decisione la Società ha presentato, a settembre 2014, ricorso in appello.

Con sentenza n. 2497/15 del mese di maggio 2015, il Consiglio di Stato ha ritenuto la decisione di primo grado immune dai vizi denunciati da TIM e confermato quanto stabilito dall’AGCM. La società aveva provveduto, già in precedenza, al pagamento delle sanzioni e dei relativi interessi.

Con provvedimento notificato nel luglio 2015, l’AGCM ha infine avviato nei confronti di TIM un procedimento di inottemperanza per verificare se la Società abbia rispettato la diffida a non porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell’infrazione accertata con il provvedimento di conclusione del procedimento A428 del maggio 2013.

Il 13 gennaio 2017 è stata notificata a TIM la valutazione conclusiva dell’AGCM, che riconosce che TIM ha pienamente ottemperato al provvedimento A428 e, dunque, che non sussistono i presupposti per l’irrogazione di alcuna sanzione per inottemperanza.

AGCM riconosce, altresì, che il comportamento di TIM successivo al provvedimento del 2013 è stato orientato a un continuo miglioramento delle performance nella fornitura dei servizi di accesso wholesale che ha riguardato, non solo i servizi oggetto dell’istruttoria, ma anche i nuovi servizi di accesso ultrabroadband. Nella valutazione di ottemperanza AGCM ha riconosciuto l’impatto positivo dell’implementazione, ancorché non ancora conclusa, del Nuovo Modello di Equivalence (NME) di TIM. La decisione AGCM ha imposto a TIM di: (i) proseguire nell’attuazione del NME, fino al suo completamento previsto entro il 30 aprile 2017; (ii) informare l’Autorità sui livelli di prestazione dei sistemi di fornitura dei servizi di accesso wholesale e sul completamento del relativo progetto di riorganizzazione interna entro maggio 2017. Entrambe le imposizioni sono state oggetto di tempestivo adempimento valutato positivamente dall’Autorità con comunicazione del 9 agosto 2017.

Bilancio separato di

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Vodafone ha impugnato innanzi al TAR Lazio il provvedimento finale del procedimento di inottemperanza adottato da AGCM. TIM si è costituita in giudizio, così come negli ulteriori giudizi intentati nel mese di marzo 2017 dagli operatori CloudItalia, KPNQWest Italia e Digitel.

Vodafone (A428)

Nel mese di agosto 2013 Vodafone, anche in qualità di incorporante dell’operatore Teletu, ha formulato, innanzi al Tribunale di Milano, ingenti pretese risarcitorie per presunte condotte abusive e anticoncorrenziali (fondate principalmente sul provvedimento AGCM A428) che TIM avrebbe attuato nel periodo 2008 – 2013. La pretesa economica è stata quantificata da Vodafone in un importo stimato compreso tra 876 milioni di euro e 1.029 milioni di euro.

Vodafone, in particolare, ha contestato l’attuazione di attività di boicottaggio tecnico con il rifiuto delle attivazioni delle linee richieste per i clienti di Teletu (nel periodo dal 2008 al mese di giugno 2013), unitamente all’adozione di asserite politiche abusive di prezzo per i servizi all’ingrosso di accesso alla rete (periodo dal 2008 al mese di giugno 2013). Inoltre la controparte ha lamentato la presunta applicazione di sconti alla clientela business maggiori di quelli previsti (c.d. pratiche di “margin squeeze”) e il compimento di presunte pratiche illecite e anticoncorrenziali di winback (nel periodo dalla seconda metà del 2012 al mese di giugno 2013).

TIM si è costituita in giudizio, confutando le richieste di controparte nel merito e nel quantum e spiegando a sua volta domanda riconvenzionale. A seguito dell’intervenuta decisione di agosto 2016 della Corte di Cassazione, confermativa della competenza del Tribunale di Milano a decidere la controversia, il giudizio di merito è quindi ripreso con l’udienza di dicembre 2016. 

Con atto di citazione del 28 maggio 2015 dinanzi al Tribunale di Milano Vodafone ha avanzato ulteriori pretese risarcitorie, fondate sullo stesso provvedimento AGCM A428 e riferite agli asseriti danni subiti nel periodo luglio 2013 – dicembre 2014 (quindi in un arco temporale successivo a quello oggetto dell’analogo giudizio risarcitorio sopra riportato), per circa 568,5 milioni di euro.

L’azione contiene altresì una riserva di ulteriore quantificazione di danni, in corso di causa, per i periodi successivi, lamentando parte attrice il perdurare delle presunte condotte abusive di TIM. TIM si è costituita in giudizio, confutando le richieste di controparte nel merito e nel quantum e spiegando a sua volta domanda riconvenzionale.

Con ordinanza del 6 ottobre 2016, il Giudice ha accolto l’istanza di Vodafone di riunione delle due cause A428 azionate dalla stessa. Al termine dell’udienza di riassunzione del 21 dicembre, sono stati disposti i termini per le memorie istruttorie e fissata, al giorno 11 luglio 2017, l’udienza per l’ammissione dei mezzi di prova. In occasione del deposito della prima memoria istruttoria, successivo all’esito favorevole per TIM del procedimento A428-C (che ha affermato l’assenza di condotte abusive A428 della Società successivamente al 2011) Vodafone ha ritenuto comunque di avanzare ulteriori analoghe pretese anche per il biennio 2015 – 2016, con ciò rideterminando la propria richiesta in complessivi 1.812 milioni di euro, parimenti oggetto di contestazione e confutazione da parte di TIM.

Colt Technology Services

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di agosto 2015, l’operatore Colt Technology Services ha avanzato pretese risarcitorie fondate sul provvedimento decisorio del procedimento A428, e riferite ad asseriti danni subiti nell’arco temporale 2009/2011, in ragione della presunta condotta inefficiente e discriminatoria di TIM nel processo di fornitura dei servizi wholesale. La richiesta risarcitoria è stata quantificata in 27 milioni di euro a titolo di lucro cessante per l’asserita mancata acquisizione di nuovi clienti, ovvero per la ritenuta impossibilità di fornire nuovi servizi alla clientela già acquisita; la controparte ha formulato inoltre richiesta di risarcimento del danno all’immagine e alla reputazione commerciale. Tale giudizio fa seguito alla pretesa stragiudiziale di circa 23 milioni di euro già formulata da Colt nel mese di giugno 2015, che la Società ha respinto integralmente. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte.

COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.)

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 37 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2011, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell’AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. All'esito del giudizio, con sentenza di aprile 2019, il Tribunale di Roma ha accolto parzialmente le domande di COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) condannando TIM al pagamento di un importo significativamente inferiore a quanto oggetto delle pretese risarcitorie di controparte. Nel mese di giugno 2019, TIM ha proposto appello avverso la sentenza richiedendo il rigetto integrale delle domande proposte da COMM 3000 S.p.A. (già KPNQWest Italia S.p.A.) nel giudizio di primo grado e, nel successivo mese di luglio, ha ottenuto la sospensione del pagamento di una quota rilevante rispetto a quanto definito nella sentenza.


Bilancio separato di

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TELEUNIT

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Roma Teleunit ha avanzato pretese risarcitorie nei confronti di TIM per 35,4 milioni di euro fondando la propria azione sul noto provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. In particolare, la controparte lamenta di aver subito da parte di TIM, nel periodo 2009/2010, sia condotte abusive di boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi di accesso alla rete – KO) sia pratiche anticoncorrenziali di “margin squeeze” (eccesso di compressione dei margini di sconto ritenuti abusivi perché non replicabili dai concorrenti). TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la società sul conto economico.

Con atto di citazione dell’ottobre 2009 dinanzi alla Corte d’Appello di Milano, Teleunit ha chiesto l’accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium. L’attrice ha quantificato i danni in un importo di circa 362 milioni di euro. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte. 

A seguito della sentenza del gennaio 2014 con la quale la Corte d’Appello ha dichiarato la propria incompetenza, in favore del Tribunale, Teleunit ha riassunto, nel successivo mese di aprile, il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. TIM si è costituita nel giudizio riassunto confutando le tesi di controparte.

Con sentenza del maggio 2017 il Tribunale di Milano ha integralmente rigettato la domanda di Teleunit, condannando la stessa alla rifusione delle spese di lite. Tale sentenza è stata impugnata da Teleunit, nel mese di giugno 2017, innanzi alla Corte d’Appello di Milano. TIM si è costituita nel giudizio d’appello confutando le argomentazioni di controparte e chiedendo l’integrale conferma della sentenza di primo grado. Con ordinanza del mese di marzo 2018 la Corte d’Appello di Milano, ha dichiarato inammissibile l’appello di Teleunit ex art. 348-bis c.p.c., in quanto manifestamente infondato. Teleunit ha proposto ricorso per Cassazione, nel mese di maggio 2018, avverso l’ordinanza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha proposto controricorso chiedendo l’integrale conferma della ordinanza impugnata (e quindi della sentenza di primo grado).

SIPORTAL 

Siportal ha promosso dinanzi al Tribunale di Roma un giudizio risarcitorio nei confronti di TIM, con pretese complessivamente indicate in circa 48,4 milioni di euro per asseriti danni derivanti dalla condotta di boicottaggio tecnico attuata nel periodo dal 2009-2011 e dagli effetti inerziali dell’abuso sino al 2015 con la perdita di partner commerciali e di ulteriori acquisizioni di clienti (tale ultima voce di danno è stata quantificata in 25 milioni di euro). L’azione è fondata sul provvedimento AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte. Il Tribunale di Roma ha deciso a favore di Siportal sull’an della pretesa attorea; il giudizio proseguirà con la CTU. TIM si riserva ogni rimedio a tutela delle proprie ragioni. Nel mese di ottobre 2020 la vertenza è stata conciliata tra le parti senza oneri aggiuntivi per la Società sul conto economico.

MC-Link

Con atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, MC-Link ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 51 milioni di euro, per asserite condotte abusive e anticoncorrenziali attuate nel periodo 2009-2012, mediante boicottaggio tecnico (rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso - KO); tali pretese sono fondate sui contenuti del provvedimento dell’AGCM che ha definito il procedimento A428. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le tesi di controparte.

Eutelia e Clouditalia Telecomunicazioni

Con atto di citazione di maggio 2020, Eutelia in Amministrazione Straordinaria e Clouditalia Telecomunicazioni S.p.A., acquirente del ramo TLC di Eutelia, hanno convenuto in giudizio TIM, dinanzi al Tribunale di Roma, avanzando pretese risarcitorie, per circa 40 milioni di euro, per i danni asseritamente subiti, nel periodo 2009-2012, a seguito delle condotte di boicottaggio tecnico e margin squeeze, oggetto del procedimento AGCM A428. TIM si è costituita in giudizio contestando le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale con riserva di quantificare i danni subiti in corso di causa.

Procedimento Antitrust I761

Con provvedimento deliberato in data 10 luglio 2013 l’AGCM ha esteso a TIM l’istruttoria avviata nel marzo dello stesso anno nei confronti di alcune imprese attive nel settore dei servizi di manutenzione di rete fissa, volta a verificare l’esistenza di un’intesa vietata ai sensi dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Il procedimento è stato avviato in seguito alla presentazione da parte di Wind di due segnalazioni con le quali si informava l’AGCM di aver riscontrato, a fronte di una richiesta d’offerta per l’affidamento dei servizi di manutenzione correttiva della rete, la sostanziale uniformità dei prezzi praticati dalle suddette imprese e la significativa differenza con le offerte presentate successivamente da altre e diverse aziende.

A TIM l’AGCM ha contestato di avere svolto un ruolo di coordinamento delle altre parti della procedura sia nel corso della formulazione delle offerte richieste da Wind, sia in relazione alle posizioni rappresentate all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

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TIM ha impugnato i suddetti provvedimenti dinanzi al TAR, per carenza di competenza dell’Autorità Antitrust.

In data 7 luglio 2014, l’AGCM ha notificato l’estensione oggettiva del procedimento al fine di verificare se la Società, abusando della propria posizione dominante, abbia posto in essere iniziative idonee a influenzare le condizioni di offerta dei servizi tecnici accessori in occasione della formulazione delle offerte a Wind e Fastweb da parte delle imprese di manutenzione. Con il provvedimento di estensione, l’Autorità ha altresì prorogato il termine di chiusura del procedimento, originariamente previsto per il 31 luglio 2014, al 31 luglio 2015. Anche tale provvedimento di estensione è stato impugnato innanzi al TAR del Lazio per carenza di competenza dell’Autorità Antitrust.

Nel novembre 2014, per ragioni di economia procedimentale e pur convinta di aver agito in maniera legittima, TIM ha presentato all’Autorità una proposta di impegni al fine di risolvere le preoccupazioni concorrenziali oggetto dell’istruttoria. Con delibera del 19 dicembre 2014 l’AGCM ha ritenuto che detti impegni non fossero manifestamente infondati e ne ha successivamente disposto la pubblicazione a market test.

Il 25 marzo 2015, AGCM ha definitivamente rigettato gli impegni suddetti ritenendoli non idonei a rimuovere i profili anticoncorrenziali oggetto dell’istruttoria.

In data 21 luglio 2015 è stata notificata alle parti del procedimento la Comunicazione delle Risultanze Istruttorie nella quale gli Uffici dell’AGCM hanno espresso la propria posizione nel senso di (i) archiviare le contestazioni relative all’abuso di posizione dominante e di (ii) confermare invece l’esistenza tra TIM e le imprese di manutenzione di un’intesa volta a coordinare le offerte economiche predisposte per Wind e Fastweb e a prevenire l’erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori.

Il 16 dicembre 2015 è stato emesso il provvedimento finale che conferma le conclusioni della Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, sostenendo l’esistenza, tra il 2012 e il 2013, di una intesa restrittiva della concorrenza e per l’effetto infliggendo alla Società una sanzione di 21,5 milioni di euro, pagata a marzo 2016. Il mercato rilevante è quello della manutenzione correttiva (assurance) e, più precisamente, della bonifica impulsiva su linee ULL di TIM. Obiettivo delle condotte tenute dalla Società e dalle imprese di rete sarebbe stato quello di limitare il confronto competitivo e prevenire l’evoluzione delle forme di erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori.

TIM ha presentato ricorso al TAR Lazio avverso il provvedimento. Con sentenza n. 09554/2016 del mese di settembre 2016, il ricorso è stato respinto e avverso tale decisione la Società ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato. All’esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato decidendo in modo favorevole a TIM ha annullato il provvedimento AGCM I761 e ha rinviato ad AGCM il compito di effettuare ex novo l'istruttoria nei limiti di quanto deciso dal Consiglio di Stato medesimo.

Nel corso del 2020, TIM ha ottenuto la restituzione di quanto pagato a titolo sanzionatorio.

Wind (I761)

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Milano, Wind ha avanzato pretese risarcitorie nei confronti di TIM per circa 57 milioni di euro recentemente incrementate in corso di giudizio a circa 58 milioni di euro, a titolo di danni conseguenti ad asserite condotte anticoncorrenziali oggetto di censura del procedimento AGCM I-761 (in tema di manutenzione correttiva). A dire della controparte tali condotte avrebbero ritardato e ostacolato la possibilità per la stessa di ottenere condizioni più favorevoli all’acquisto disaggregato dei servizi di riparazione guasti sulle linee di accesso ULL e i loro effetti, inizialmente indicati come protratti sino al dicembre 2015, sono poi stati indicati da Wind come ancora in corso. TIM si è costituita in giudizio confutando le richieste di controparte. Nel mese di dicembre 2020 la causa è stata conciliata nell’ambito di un global settlement con Wind Tre.

Vodafone (I761)

Con atto di citazione innanzi al Tribunale di Milano, Vodafone ha convenuto in giudizio TIM e alcune imprese di rete, avanzando pretese risarcitorie nei confronti della Società per circa 193 milioni di euro, a titolo di danni conseguenti ad asserite condotte anticoncorrenziali oggetto di censura del noto procedimento AGCM I-761 (in tema di manutenzione correttiva), riferite all’arco temporale dal 2011 al 2017.

Vodafone contesta un’asserita violazione della normativa antitrust attuata da TIM, nei mercati all’ingrosso dell’accesso alla propria rete fissa (linee ULL; Bitstream; WLR), mediante abuso di posizione dominante e intesa illecita con le imprese di manutenzione per il mantenimento del monopolio sull’offerta dei servizi di manutenzione correttiva sulla propria rete. In particolare tale intesa restrittiva avrebbe riguardato il coordinamento, da parte della Società, delle condizioni economiche contenute nelle offerte formulate dalle suddette imprese nei confronti degli OAO, per il servizio di manutenzione, a prezzi artificiosamente elevati rispetto al costo della manutenzione ricompresa nel canone di accesso regolamentato, allo scopo di far ritenere come non conveniente la disaggregazione del servizio stesso. La Società si è costituita in giudizio contestando integralmente le richieste di controparte.

Procedimento Antitrust A514

Nel mese di giugno 2017 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato il procedimento A514 nei confronti di TIM per accertare un possibile abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 del

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“Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea”. Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni giunte, tra il mese di maggio e di giugno 2017, da parte di Infratel, Enel, Open Fiber, Vodafone e Wind Tre e riguarda un presunto abuso di posizione dominante nei mercati dei servizi di accesso wholesale e dei servizi retail relativi alla rete fissa a banda larga e ultralarga. In particolare, l’AGCM ha ipotizzato che TIM abbia tenuto condotte volte a: i) rallentare e ostacolare lo svolgimento delle gare Infratel, al fine di ritardare o rendere meno remunerativo l’ingresso di un altro operatore sul mercato wholesale; ii) accaparrarsi preventivamente la clientela sul mercato retail dei servizi a banda ultralarga, mediante politiche commerciali volte a restringere lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti. 

A seguito dell’avvio del procedimento, nel mese di luglio 2017 è stata svolta un’ispezione da parte dei funzionari dell’Autorità presso alcune sedi di TIM. Il 2 novembre 2017 TIM ha depositato una memoria difensiva nella quale, a supporto della correttezza del proprio operato, sono state confutate tutte le ipotesi di illegittimità dei comportamenti asseritamente tenuti da TIM e formanti oggetto del procedimento.

In data 14 febbraio 2018, AGCM ha deliberato di estendere l’oggetto del procedimento per la verifica di ulteriori condotte, concernenti la strategia dei prezzi wholesale di TIM sul mercato dei servizi di accesso all’ingrosso a banda larga e ultralarga, e l’utilizzo di informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi.

In data 5 luglio 2018, TIM ha depositato una proposta di impegni che, ove accettata definitivamente dall'Autorità, comporterebbe la chiusura dell'istruttoria senza accertamento di alcun illecito e irrogazione di sanzione. Gli impegni sono stati ritenuti preliminarmente ammissibili dall'Autorità che li ha sottoposti a market test nei mesi di agosto e settembre.

Il 30 ottobre 2018 TIM ha formulato le proprie repliche rispetto alle osservazioni dei terzi ed ha integrato la proposta di impegni con modifiche accessorie. Con provvedimento notificato in data 4 dicembre 2018, l’AGCM ha definitivamente respinto la proposta di impegni, ritenendoli non idonei alla luce delle contestazioni sollevate.

In data 4 marzo 2019, TIM ha chiesto ad AGCM la proroga del termine di chiusura del procedimento (inizialmente fissato al 31 maggio 2019).

Il 10 aprile 2019 AGCM ha deliberato una proroga del termine di conclusione del procedimento al 30 settembre 2019. Il 17 maggio 2019 AGCM ha comunicato a TIM le risultanze istruttorie (CRI). Nella CRI, AGCM conferma sostanzialmente l’impianto accusatorio ipotizzato nei provvedimenti di avvio ed estensione del procedimento. 

Il 12 giugno 2019 AGCM ha esteso i termini per il deposito della memoria finale di TIM al 20 settembre 2019 e per l’audizione finale al 25 settembre 2019.

Il 18 settembre 2019 AGCM ha deliberato una nuova proroga del termine di conclusione del procedimento fissandolo al 28 febbraio 2020.

Il 6 marzo 2020 è stato notificato a TIM il provvedimento di chiusura dell’istruttoria: AGCM ha deliberato la sussistenza di un abuso di posizione dominante di TIM, accertando che TIM ha posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga.

La sanzione irrogata a TIM per l’illecito anticoncorrenziale è pari a 116.099.937,60 di euro. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il suddetto provvedimento sanzionatorio contestando tanto il merito delle accuse, quanto l'ammontare della sanzione irrogata.

Il 25 giugno 2020 TIM ha inviato ad AGCM la c.d. relazione di ottemperanza come prescritto nel dispositivo del provvedimento finale. Il TAR Lazio ha fissato l’udienza di discussione per il 3 novembre 2021.

Open Fiber

Nel mese di marzo 2020 Open Fiber (OF) ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a 1,5 miliardi di euro per danni causati da un presunto abuso di posizione dominante escludente nei confronti di OF. Le presunte condotte contestate consistono in: (i) investimenti pre-emptive in reti FTTC nelle aree bianche; (ii) avvio di azioni legali pretestuose per ostacolare le gare Infratel; (iii) repricing strumentale di alcuni servizi all’ingrosso; (iv) offerte commerciali di lock-in sul mercato retail; (v) comunicazione di informazioni false all’AGCom, in sede di approvazione di una offerta wholesale, e diffusione di voci circa un interesse di TIM ad acquisire OF; (vi) discriminazione nelle condizioni di accesso alle infrastrutture passive di TIM. TIM si è costituita in giudizio contestando le argomentazioni di OF.

Enel spa è intervenuta nel giudizio chiedendo di condannare TIM al risarcimento di tutti i danni patiti e patendi dalla stessa Enel e da OF.

TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio il provvedimento sanzionatorio A514, richiamato ampiamente da controparte nella citazione.

Vodafone

Nel mese di gennaio 2021 Vodafone Italia S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a circa 100 milioni di euro per danni asseritamente subiti in

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conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall’AGCM con il provvedimento conclusivo del procedimento A514.

Le condotte di TIM sanzionate dall’Autorità avrebbero determinato un rallentamento della penetrazione delle infrastrutture UBB nel mercato delle aree bianche e, di conseguenza, la ritardata o mancata acquisizione di nuova clientela da parte di Vodafone, nonché un ostacolo all’acquisizione di ulteriore clientela dovuto alle presunte pratiche leganti sull’intero territorio nazionale. TIM si costituirà in giudizio forte di una serie di solide argomentazioni giuridiche a propria tutela.

Fastweb

Nel mese di febbraio 2021 Fastweb S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM dinanzi al Tribunale di Milano, avanzando una pretesa risarcitoria pari a circa 996 mln di euro per danni asseritamente subiti in conseguenza delle condotte illecite di TIM sanzionate dall’AGCM con il provvedimento conclusivo del procedimento A514, nonché di presunte sospensioni opportunistiche di ordini di attivazione inviati da Fastweb.

Fastweb lamenta che TIM avrebbe ritardato l’offerta all’ingrosso di servizi a banda ultra-larga da parte di Open Fiber nelle c.d. aree bianche, conseguentemente rallentando l’offerta di tali servizi da parte di Fastweb alla clientela finale in tali aree; attuato pratiche leganti nei rapporti con la clientela finale, ostacolando l’accesso al mercato da parte degli operatori alternativi (inclusa Fastweb). Inoltre, TIM avrebbe gestito in modo strumentale il processo di fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla propria rete fissa a banda larga e ultra-larga, sospendendo opportunisticamente gli ordini di attivazione inoltrati da Fastweb e, in tal modo, ostacolando le attivazioni di nuovi clienti da parte sua. TIM si costituirà in giudizio disponendo di solide argomentazioni volte a confutare le pretese di Fastweb.

Procedimento Antitrust I799

Nella sua adunanza del 1° febbraio 2017, AGCM ha avviato un procedimento istruttorio per possibile violazione dell’articolo 101 TFUE (divieto di intese restrittive della concorrenza) nei confronti di TIM S.p.A. e Fastweb S.p.A., a seguito della sottoscrizione di un accordo volto alla costituzione di una impresa comune cooperativa denominata Flash Fiber S.r.l.. TIM, d’intesa con Fastweb, ha presentato ad AGCM, sotto forma di proposta di impegni, alcune modifiche agli accordi sottoscritti, finalizzate a chiudere il procedimento senza accertare l'infrazione e, quindi, senza alcuna sanzione pecuniaria.

Il 28 marzo 2018 AGCM ha deliberato l’approvazione degli impegni rendendoli obbligatori per le parti e ha chiuso il procedimento senza l’imposizione di alcuna sanzione.

Il 30 gennaio 2019 TIM ha inviato ad AGCM la prevista relazione annuale sulla copertura realizzata, integrata con successiva comunicazione del 29 marzo 2019. TIM ha trasmesso ad AGCM ulteriori informazioni nel mese di luglio ed AGCM ha preso atto delle suddette il 15 ottobre 2019. Il 31 gennaio 2020 TIM ha inviato ad AGCM la terza relazione relativa all’attuazione degli impegni assunti.

Con distinti ricorsi, entrambi notificati in data 11 giugno 2018, Open Fiber S.p.A. e Wind Tre S.p.A. hanno impugnato dinnanzi al TAR Lazio il provvedimento di chiusura del procedimento I799 con l'accettazione degli impegni. A loro dire, tale provvedimento sarebbe viziato da una serie di motivi procedimentali e sostanziali.

Open Fiber S.p.A. ha anche chiesto la sospensione in via cautelare del provvedimento.

Con sentenza di marzo 2020, il TAR ha integralmente respinto il ricorso di Open Fiber S.p.A.. Per il ricorso di Wind Tre non è stata ancora fissata l’udienza di merito.

Vodafone

Nel mese di giugno 2015 Vodafone ha promosso un’azione risarcitoria innanzi al Tribunale di Milano per l’asserito abuso di posizione dominante da parte di TIM nel mercato dei servizi di accesso in fibra bitstream “NGA” e “VULA”, con pretese economiche indicate inizialmente in circa 4,4 milioni di euro e incrementate in un range compreso tra i 30 e i 48,9 milioni di euro.

La condotta abusiva lamentata da controparte sarebbe stata attuata da TIM mediante offerte aggressive per l’accaparramento di clientela e ostacolando l’accesso di Vodafone alla rete in fibra per rendere più difficoltosa l’erogazione di servizi ultrabroadband ai propri clienti.

TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le richieste di controparte nonché, successivamente, la revisione dell’entità economica della pretesa formulata nel 2016 in corso di causa.

Eutelia e Voiceplus

Nel mese di giugno 2009, Eutelia e Voiceplus hanno chiesto l’accertamento di asseriti atti di abuso di posizione dominante, da parte di TIM, nel mercato dei servizi premium (basato sull’offerta al pubblico di servizi resi tramite le cosiddette Numerazioni Non Geografiche). Le attrici hanno quantificato i loro danni in un importo complessivo pari a circa 730 milioni di euro.

L’azione segue un procedimento cautelare in cui la Corte d’Appello di Milano ha inibito alla Società alcuni comportamenti in materia di gestione delle relazioni economiche con Eutelia e Voiceplus aventi a oggetto le

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Numerazioni Non Geografiche, per le quali TIM gestiva, per conto di tali OLO e in virtù di obblighi regolatori, l’incasso dai clienti finali. A seguito della sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano ha accolto le eccezioni di TIM dichiarando la propria incompetenza in favore del Tribunale Civile, Eutelia in amministrazione straordinaria e Voiceplus in liquidazione hanno riassunto il giudizio innanzi al Tribunale di Milano. L’udienza di prima comparizione si è svolta nel mese di marzo 2014. TIM si è costituita in giudizio confutando le tesi delle controparti. A seguito del fallimento di Voiceplus il Tribunale di Milano, con ordinanza del mese di settembre 2015, ha dichiarato l’interruzione del giudizio che è stato successivamente riassunto da Voiceplus.

Con sentenza del mese di febbraio 2018, il Tribunale di Milano, in accoglimento delle tesi difensive di TIM, ha rigettato la domanda risarcitoria delle controparti condannando le stesse, in solido, alla rifusione delle spese legali. Nel mese di marzo 2018, Eutelia e Voiceplus hanno proposto appello avverso la sentenza di primo grado.

TIM si è costituita in appello chiedendo l’integrale conferma della sentenza di primo grado. Con sentenza del 5 agosto 2019, l’appello di Eutelia e di Voiceplus è stato integralmente rigettato.  Nel mese di dicembre 2019 Eutelia e Voiceplus hanno proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.

Fatturazione a 28 giorni

Con la delibera 121/17/CONS AGCom ha introdotto disposizioni sulla cadenza della fatturazione per la telefonia, prescrivendo per la telefonia fissa che essa dovesse essere su base mensile o suoi multipli e per la telefonia mobile su base almeno quadrisettimanale. TIM ha impugnato dinanzi al TAR la delibera n. 121/17/CONS. A febbraio 2018 è stato pubblicato il dispositivo di sentenza che respinge il ricorso. Tale sentenza è stata impugnata da TIM innanzi al Consiglio di Stato nel giugno 2018. Il 23 settembre 2020 è stata pubblicata la sentenza non definitiva  con cui il Consiglio di Stato  ha riunito i ricorsi in appello di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre ed ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE)  in merito  alla sussistenza in capo all’Autorità del potere di regolamentare la cadenza di rinnovo delle offerte commerciali  e dei periodi di fatturazione, rigettando al contempo gli altri motivi di ricorso degli operatori e sospendendo il giudizio. A febbraio 2021 TIM ha depositato le osservazioni scritte sulle domande di pronuncia pregiudiziale alla CGUE.

AGCom, con la delibera 499/17/CONS, accertata la violazione della delibera 121/17/CONS ha applicato a TIM una sanzione di 1.160.000 euro, diffidandola a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese - a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile. TIM ha impugnato dinanzi al TAR Lazio anche questa seconda delibera con richiesta di sospensione cautelare che, in data 22 febbraio 2018, è stata accolta dal TAR limitatamente alla parte relativa agli ordini di rimborso.

Successivamente la Legge 4 dicembre 2017 n. 172 ha stabilito che i contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica prevedano obbligatoriamente la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o di multipli del mese. TIM si è adeguata a tale dispositivo nei tempi previsti dalla legge, e cioè entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore (5 aprile 2018).

A marzo 2018 con la delibera n. 112/18/CONS AGCom ha (i) diffidato TIM a posticipare, limitatamente ai servizi di telefonia fissa, la data di decorrenza delle fatture emesse dopo il ripristino della fatturazione con cadenza mensile di un numero di giorni pari a quelli presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale; e (ii) revocato la precedente delibera 499/17/CONS nella parte in cui TIM veniva diffidata a stornare gli importi presuntivamente erosi a partire dal 23 giugno 2017 con il ciclo di fatturazione quadrisettimanale. Anche tale delibera è stata impugnata con atto di motivi aggiunti innestato nell’ambito del ricorso contro la delibera 499/17/CONS con richiesta di misure cautelari monocratiche, accolte in via provvisoria fino alla camera di consiglio dell’11 aprile 2018 con decreto presidenziale pubblicato il 26 marzo 2017.

AGCom, con il decreto presidenziale n. 9/18/PRES, ha modificato la delibera n. 112/18/CONS nelle parti in cui prevedeva che il differimento della fatturazione dovesse avvenire in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o suoi multipli disponendo, altresì, che le tempistiche entro cui adempiere alla diffida sarebbero state individuate a seguito di audizioni con gli operatori e le principali associazioni dei consumatori. TIM e gli altri operatori interessati dal decreto presidenziale hanno rinunciato all’istanza cautelare verso la delibera 112/18/CONS. A maggio 2018 TIM ha quindi impugnato il decreto presidenziale AGCom n. 9/18/PRES e la relativa delibera n. 187/18/CONS di ratifica.

A luglio 2018 AGCom con la delibera 269/18/CONS ha fissato al 31 dicembre 2018 il termine entro cui gli operatori debbono restituire alla clientela di rete fissa un numero di giorni di servizio pari a quelli erosi per effetto della fatturazione a 28 giorni oppure proporre alla clientela interessata eventuali misure compensative alternative, previa comunicazione all’AGCom. TIM, in continuità con le azioni intraprese e le argomentazioni già spese, ha impugnato anche tale delibera.

A settembre 2018 TIM ha impugnato la delibera 297/18/CONS con cui AGCom le ha comminato la sanzione di euro 696.000 per aver continuato ad applicare – in violazione della delibera AGCom 121/17/CONS – una fatturazione e rinnovo quadrisettimanale delle offerte consumer a decorrere dal 16 febbraio 2018 (e fino al 31 marzo 2018).

Con dispositivo di sentenza pubblicato nel mese di novembre 2018 il TAR ha annullato la sanzione pecuniaria amministrativa di 1,16 milioni di euro comminata con la delibera 499/17/CONS ed ha confermato l’obbligo di

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restitutio in integrum alla clientela di rete fissa entro il 31 dicembre 2018. TIM ha presentato appello cautelare dinnanzi al Consiglio di Stato per la sospensione della esecutività di tale decisione e, con ordinanza del 20 dicembre 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo l’appello di TIM, ha sospeso l’efficacia del suddetto dispositivo, limitatamente all’ordine di storno, fino al 31 marzo 2019.

A novembre 2018 AGCom ha pubblicato la delibera 521/18/CONS, con cui ha comminato a TIM una sanzione di 1.044.000 euro. La sanzione è stata imposta per violazione delle regole di trasparenza e dei diritti di recesso nella modifica delle condizioni contrattuali delle offerte mobili applicate ai clienti dal 8 aprile 2018 a seguito del ripristino della fatturazione mensile. TIM a gennaio 2019 ha impugnato dinnanzi al TAR anche tale delibera. A seguito di una nuova istanza formulata da TIM il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 20 marzo 2019, ha prolungato l’effetto della misura cautelare di sospensione degli effetti del dispositivo della sentenza fino al 21 maggio 2019, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Nella camera di consiglio del 21 maggio 2019, preso atto della intervenuta pubblicazione delle motivazioni della sentenza avvenuta il 10 maggio 2019, è stato disposto il differimento della trattazione della domanda cautelare alla camera di consiglio del 4 luglio 2019, per consentire a TIM la finalizzazione dei motivi aggiunti con una nuova istanza cautelare. A seguito di tale udienza, con ordinanza pubblicata il 5 luglio 2019, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di TIM di sospensione dell'esecutività della sentenza del TAR, che quindi è operativa dal 21 maggio 2019. Si attende ad oggi ancora la fissazione dell’udienza per la trattazione del merito del ricorso introduttivo e dei motivi aggiunti nel frattempo presentati da TIM. Il 12 luglio 2019 sono stati pubblicati i dispositivi di sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto gli analoghi appelli proposti da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e nel corso del mese di febbraio 2020 sono state pubblicate le relative sentenze contenenti le motivazioni.

A settembre 2019 TIM ha impugnato dinnanzi al TAR anche la delibera 221/19/CONS con cui la sanzione di cui alla Delibera 499/17/CONS, annullata dal TAR del Lazio, è stata rideterminata in 580.000,00 euro, applicando il massimo edittale previsto dall’art. 98, comma 16 del CCE vigente all’epoca dei fatti.

Ad agosto 2019 è stato avviato da parte di AGCom un nuovo procedimento sanzionatorio (CONT 12/19/DTC) per inottemperanza all’ordine di restituzione dei giorni erosi dalla fatturazione a 28 giorni per i clienti di rete fissa e convergente, secondo le modalità stabilite nelle delibere nn. 112/18/CONS e 269/18/CONS. Con la delibera n. 75/20/CONS l’Autorità a conclusione di tale procedimento ha accertato l’inottemperanza di TIM alle delibere sopra indicate comminandole una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato impugnato da TIM dinnanzi al TAR a luglio 2020.

Da giugno 2019, TIM comunque aveva deciso di offrire ai propri clienti di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018 e che sono stati oggetto di fatturazione a 28 giorni, la possibilità di aderire ad una soluzione compensativa, alternativa alla restituzione dei giorni erosi di cui alla delibera AGCom n. 269/18/CONS. Successivamente, da settembre 2019, TIM ha deciso di accogliere anche le richieste di rimborso dei giorni erosi. In entrambi i casi TIM ha provveduto ad informare la clientela con diversi messaggi in fattura, sul web e sulle principali testate giornalistiche. Le iniziative appena descritte sono state comunicate ad AGCom nell’ambito del sopra richiamato procedimento sanzionatorio.

Procedimento Antitrust I820

In data 19 febbraio 2018 l'AGCM ha avviato il procedimento istruttorio I820 nei confronti delle società TIM, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e dell’Associazione di categoria Asstel per verificare l’ipotesi della sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori di telefonia fissa e mobile al fine di coordinare le rispettive strategie commerciali, violando in tal modo l’art. 101 TFUE.

Il presunto coordinamento, secondo il provvedimento di apertura del procedimento da parte di AGCM, si sarebbe concretizzato nelle modalità di attuazione dell’obbligo introdotto dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017) che impone agli operatori di servizi di comunicazione elettronica una cadenza mensile (o di multipli del mese) per la fatturazione e il rinnovo delle offerte dei servizi fissi e mobili.

In data 21 marzo 2018, AGCM ha emanato una misura cautelare provvisoria nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nel procedimento con cui ha ordinato di sospendere, nelle more del procedimento, l’attuazione dell’intesa concernente la determinazione del repricing comunicato agli utenti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla Legge 172/17 e di rideterminare autonomamente la propria strategia commerciale. Con provvedimento n. 27112 dell’11 aprile 2018 AGCM ha confermato la misura cautelare.

Il 12 giugno 2018 TIM ha presentato ricorso al TAR per l’annullamento di tale provvedimento.

L’Autorità nell’adunanza del 27 giugno 2018 ha preso atto della relazione presentata da TIM in merito all’ottemperanza alla misura cautelare.

Il 17 luglio 2019 AGCM ha deliberato la proroga del termine di conclusione del procedimento al 31 gennaio 2020.

Nelle risultanze istruttorie (CRI) comunicate da AGCM a TIM, gli Uffici confermano la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza unica, complessa e continuata tra Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, con l’agevolazione dell’Associazione di categoria Asstel.

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Il 10 ottobre TIM ha depositato la sua memoria finale ed il successivo 15 ottobre si è tenuta l’audizione finale presso AGCM.

Il 31 gennaio 2020 a TIM è stato notificato il provvedimento di chiusura dell’istruttoria, con il quale AGCM ha deliberato la sussistenza dell’intesa tra Telecom, Vodafone, Fastweb e WindTre, escludendo invece dai partecipanti all’intesa l’associazione Asstel. La sanzione irrogata a TIM per la partecipazione all’intesa anticoncorrenziale è pari a 114.398.325 euro. TIM ad aprile 2020 ha impugnato anche il provvedimento sanzionatorio e a seguito di istanza di prelievo l’udienza pubblica è stata fissata al 26 maggio 2021.

Procedimento Antitrust I850

Con decisione del 15 dicembre 2020 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti delle società Telecom Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Teemo Bidco S.r.l., FiberCop S.p.A., Tiscali Italia S.p.A. e KKR & Co. Inc. per accertare l’esistenza di eventuali violazioni dell’articolo 101 del TFUE.

Più precisamente l’istruttoria riguarda i contratti che regolano la costituzione e il funzionamento di FiberCop e gli accordi di fornitura con Fastweb e Tiscali.

AGCM intende verificare che tali accordi non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e siano volti ad assicurare il rapido ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione fissa del Paese.

Il procedimento deve concludersi entro il 31 dicembre 2021.

Contenzioso Vodafone - Servizio Universale

Con decisione pubblicata nel mese di luglio 2015, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto da AGCom e TIM avverso la sentenza del TAR Lazio in tema di finanziamento degli obblighi di Servizio Universale per il periodo 1999-2003. Con tale sentenza il giudice amministrativo ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone annullando le delibere AGCom nn. 106, 107, 109/11/CONS di rinnovazione dei procedimenti relativi, che includevano anche Vodafone tra i soggetti tenuti al contributo, per un importo di circa 38 milioni di euro. La sentenza, in sostanza, afferma che l’Autorità non ha dimostrato quel certo grado di “sostituibilità” tra telefonia fissa e mobile propedeutica all’inclusione dei gestori mobili tra i soggetti tenuti a remunerare il costo del servizio universale, ciò che comporta per l’AGCom la necessità di emettere un nuovo provvedimento.

TIM ha presentato istanza di rinnovazione all’AGCom e ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione ha poi ritenuto inammissibile tale ricorso).

Nel mese di aprile 2016, Vodafone ha proposto ricorso innanzi al Consiglio di Stato contro il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nei confronti di TIM, per l’ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato. Tale ricorso si riferisce alla delibera AGCom n. 109/11/CONS (annualità 2003 per la quale Vodafone aveva versato la somma di circa 9 milioni di euro a titolo di contributo di cui chiede la restituzione).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza di novembre 2016, ha rigettato il ricorso rinviando al TAR la decisione sulle modalità di ottemperanza. Nel mese di febbraio 2017, Vodafone ha presentato al TAR Lazio quattro nuovi ricorsi contro il MISE e nei confronti di TIM per l’ottemperanza della sentenza, confermata in secondo grado, di annullamento delle delibere per le annualità 1999-2003 e la restituzione dei citati importi di circa 38 milioni di euro già versati al MISE a titolo di contributo.

Il TAR, con sentenze del giugno 2018, ha rigettato tutti ricorsi per l’ottemperanza proposti da Vodafone affermando espressamente, così come chiesto da TIM, l’obbligo in capo all’Autorità di rinnovare i procedimenti con particolare riguardo alla determinazione dell’entità del grado di sostituibilità tra fisso e mobile. Le quattro sentenze sono state impugnate da Vodafone innanzi al Consiglio di Stato, il quale con decisione dell’ottobre del 2019 ha accolto l’appello di Vodafone affermando l’obbligo restitutorio delle somme in questione in capo a TIM.

Contenzioso per “Conguagli su canoni di concessione” per gli anni 1994-1998

In ordine ai giudizi promossi negli anni scorsi relativi alla richiesta di pagamento, da parte del Ministero delle Comunicazioni, di conguagli su quanto versato a titolo di canone di concessione per gli anni 1994-1998 (per un importo complessivo di 113 milioni di euro), il TAR Lazio ha respinto il ricorso della Società avverso la richiesta di conguaglio sul canone per l’esercizio 1994 per un importo di circa 11 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro a fronte di fatturato non percepito per perdite su crediti. TIM ha proposto ricorso in appello. All’esito del giudizio, con sentenza di dicembre 2019, il Consiglio di Stato ha accolto in parte la tesi di TIM, stabilendo il principio secondo cui avrebbero potuto essere dedotti dalla base imponibile per il calcolo del canone concessorio i crediti riferiti all’annualità 1994 non riscossi per causa non imputabile al gestore.

Con due ulteriori sentenze il TAR Lazio, ribadendo le motivazioni già espresse in precedenza, ha respinto anche i ricorsi con i quali la Società ha impugnato le richieste di conguagli per canoni di concessione relativi agli anni 1995 e 1996-1997-1998, per un importo di circa 46 milioni di euro. Anche per queste sentenze TIM ha proposto ricorso al Consiglio di Stato.

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Con riferimento al conguaglio del canone 1998 (pari a circa 41 milioni di euro), il TAR Lazio con ordinanza del dicembre 2018 ha sospeso il giudizio, sollevando due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE sulla corretta portata della direttiva comunitaria CE n. 97/13 (in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione alla base del contenzioso sul canone 1998 attualmente pendente dinanzi alla corte di appello di Roma ed illustrato in un successivo paragrafo).

Le questioni pregiudiziali si basavano, tra l’altro, sul quesito posto alla Corte di Giustizia in ordine al possibile contrasto tra la citata Direttiva CE 97/13 e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone (commisurato ad una porzione del fatturato) a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l’intervenuto processo di liberalizzazione. Con sentenza di marzo 2020, la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che il sistema normativo comunitario debba essere interpretato nel senso che esso non consenta a una normativa nazionale di prorogare per l’esercizio 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni, precedentemente concessionaria (come TIM), di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali. La Corte ha, tra l’altro, affermato che il Consiglio di Stato giudicando nella sentenza n. 7506/2009 che il canone imposto per il 1998 a TIM, titolare di un’autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore della Direttiva 97/13, fosse dovuto, ha interpretato il diritto nazionale in un senso incompatibile con il diritto dell’UE, quale interpretato dalla Corte nella sua sentenza del 21 febbraio 2008. A seguito della sentenza della Corte di Giustizia UE il giudizio sul conguaglio del canone del 1998 è stato riassunto dinnanzi al Tar Lazio che, con sentenza del febbraio scorso, ha dichiarato improcedibile il ricorso di TIM per una motivazione di carattere processuale, e cioè in ragione della prevalenza del giudicato formale rappresentato dalla sentenza n. 7506/09; sul piano sostanziale invece la sentenza della Corte di Giustizia UE ha accertato nuovamente l’illegittimità comunitaria della pretesa creditoria della PA di ottenere il pagamento del canone del 1998 e di conseguenza del conguaglio. La società impugnerà nelle forme dovute la sentenza del Tar Lazio.

Wind Tre

Con atto di citazione dinnanzi al Tribunale di Milano, notificato nel mese di aprile 2019, Wind Tre S.p.A. ha convenuto in giudizio TIM avanzando pretese risarcitorie quantificate in complessivi 255 milioni di euro, per asserite condotte anticoncorrenziali e abusive attuate negli anni 2014-2018. In particolare, secondo Wind Tre, TIM avrebbe utilizzato illecitamente attraverso la propria divisione commerciale informazioni ottenute nella fornitura delle prestazioni di provisioning e assurance di servizi wholesale convincendo i clienti a tornare in TIM o ad attivare la nuova utenza con TIM; effettuato attività di promozione commerciale in favore di TIM attraverso il proprio personale tecnico in concomitanza degli interventi di riparazione di guasti o di attivazione di utenze Wind Tre; attuato altri comportamenti sleali volti ad ottenere il passaggio a TIM di clienti Wind Tre. A sostegno delle proprie argomentazioni Wind Tre adduce anche alcuni elementi emersi durante l’istruttoria del procedimento AGCM A514. TIM si è costituita in giudizio contestando integralmente le pretese di controparte e formulando domanda riconvenzionale, fondata su fatti analoghi a quelli dedotti dall’attrice riservandosi di quantificare i danni subiti. Nelle prime memorie istruttorie, Wind Tre ha esteso le proprie domande fino a giugno 2019 e ha riquantificato i danni richiesti in ca. 346 milioni di euro; TIM ha precisato la propria domanda riconvenzionale chiedendo un importo di ca. 20 milioni di euro a titolo di danno all’immagine commerciale, oltre al danno da perdita di clienti da quantificare in corso di causa anche in via equitativa. Nel mese di dicembre 2020 la causa è stata conciliata nell’ambito di un global settlement con Wind Tre.

Poste

Sono pendenti alcuni contenziosi instaurati, alla fine degli anni ’90, dalla Ing. C. Olivetti & C. S.p.A. (oggi TIM) avverso le Poste, riguardanti il mancato pagamento di prestazioni rese nell’ambito di una serie di contratti di fornitura di beni e servizi informatici. Le sentenze, già emesse in primo grado, hanno stabilito un esito parzialmente favorevole alla ex Olivetti e sono state impugnate da Poste in singoli giudizi d’appello.

A tale riguardo, mentre una sentenza della Corte d’Appello di Roma del 2009 ha confermato una delle partite creditorie a favore di TIM, un’altra sentenza della stessa Corte ha dichiarato la nullità di uno dei contratti controversi. A seguito di tale pronuncia, Poste aveva notificato un atto di precetto per la restituzione di circa 58 milioni di euro, opposto da TIM data la pendenza del giudizio di Cassazione per la riforma della suddetta decisione.

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 2012 che ha cassato con rinvio la decisione della Corte di Appello a fondamento del precetto, il Tribunale di Roma ha dichiarato cessata la materia del contendere nell’ambito del procedimento esecutivo, essendo venuto meno il titolo azionato da Poste. Il giudizio è stato riassunto innanzi ad altra sezione della Corte d’Appello di Roma. Con sentenza n. 563 del 25 gennaio 2019, la Corte d’Appello di Roma in sede di rinvio, ribaltando la precedente pronuncia d’appello sfavorevole alla Società, ha confermato la validità del contratto e, con esso, la legittimità della percezione da parte di TIM del corrispettivo già incassato e di cui Poste pretendeva la restituzione. Tale pronuncia è stata impugnata da Poste con ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, notificato in data 31 luglio 2019, al quale TIM si è opposta con relativo controricorso.

Fallimento Elinet S.p.A.

La curatela del fallimento Elinet S.p.A., e successivamente le curatele di Elitel S.r.l. e di Elitel Telecom S.p.A (allora controllante del gruppo Elitel), hanno impugnato nel 2014 la sentenza con la quale il Tribunale di Roma

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ha rigettato le domande risarcitorie delle curatele del Gruppo Elinet-Elitel, riproponendo una pretesa risarcitoria per complessivi 282 milioni di euro. Le contestazioni rivolte alla Società riguardano il presunto svolgimento di attività di direzione e coordinamento sull’attrice, e con essa sul gruppo Elitel (operatore alternativo nel cui capitale la TIM non ha mai avuto alcuna interessenza), che sarebbe stato attuato mediante la leva della gestione dei crediti commerciali. TIM si è costituita in giudizio confutando le pretese di controparte. Il giudizio di appello è stato deciso con sentenza del luglio 2019 che con riferimento a TIM ha confermato la piena liceità dei suoi comportamenti e la completa insussistenza di qualsivoglia elemento di direzione e coordinamento. Le curatele fallimentari Elinet S.p.A. e Elitel Telecom S.p.A. hanno proposto ricorso per Cassazione nel mese di gennaio 2020 per ottenere l’annullamento della sentenza di secondo grado. Ia curatela del fallimento Elitel S.r.l. non ha proposto ricorso per Cassazione e quindi la pretesa risarcitoria complessiva si è ridotta a complessivi 244 milioni di euro. TIM ha notificato controricorso chiedendo la conferma della sentenza impugnata.

Procedimento Antitrust PS11532 – TIM in Nave

Avviato il 4 dicembre 2019 su segnalazione di alcuni consumatori, il procedimento ha ad oggetto il servizio “TIM in Nave” con la contestazione di profili di ingannevolezza sull'informativa al cliente e profili di aggressività. “TIM in Nave” non è un servizio accessorio, ma, in piena compliance con la regolamentazione di settore, una tipologia di tariffazione di roaming che si attiva quando il cliente è sotto la rete di copertura marittima. Sono stati presentati impegni consistenti nel migliorare gli aspetti informativi rendendo quindi il consumatore pienamente consapevole del funzionamento del “TIM in Nave”. Il procedimento si è chiuso il 28 luglio 2020 con l’irrogazione di una sanzione pari a 1,8 milioni di euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei confronti degli altri maggiori operatori. TIM ha impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiedendone l’annullamento ed in subordine la riduzione della sanzione.

Procedimento Antitrust IP 327 - inottemperanza IBAN discrimination

Avviato il 23 dicembre 2019 su attività d’ufficio dell’Autorità, il procedimento ha ad oggetto la presunta inottemperanza al provvedimento del PV4 relativo alla IBAN Discrimination dell’aprile 2019. In particolare AGCM contestava che il processo di domiciliazione sul canale web non fosse ancora automatizzato e quindi il cliente non fosse autonomo per gestire tale attività. TIM ha eliminato ogni forma di discriminazione fra le domiciliazioni su banche italiane e banche dell’area SEPA con la completa automazione del processo di domiciliazione da web. Il procedimento si è chiuso il 3 luglio 2020 con l’irrogazione di una sanzione pari a 500.000 euro. Analoghi procedimenti si sono conclusi anche nei confronti degli altri maggiori operatori.

Brasile - arbitrato Opportunity

Nel maggio 2012, TIM e Telecom Italia International N.V. (oggi fusa in Telecom Italia Finance) hanno ricevuto la notifica di un procedimento arbitrale promosso dal gruppo Opportunity per il risarcimento di danni asseritamente subiti per la presunta violazione di un accordo transattivo firmato nel 2005. Nella prospettazione di parte attrice, i danni sarebbero riconducibili a circostanze emerse nell'ambito dei procedimenti penali innanzi al Tribunale di Milano aventi, fra l'altro, a oggetto attività illecite poste in essere da ex dipendenti di TIM.

Conclusasi la fase istruttoria, nel mese di novembre 2014 si è tenuta l’udienza di discussione, a seguito della quale le parti hanno depositato le proprie memorie conclusionali in vista della decisione del caso. Nel mese di settembre 2015, il Tribunale Arbitrale ha dichiarato la chiusura del procedimento in vista del deposito del lodo. Successivamente, il Tribunale Arbitrale ha consentito alle parti uno scambio di brevi memorie e la Corte ICC ha prorogato il termine per il deposito del lodo.

Nel settembre 2016 la Corte ICC ha comunicato alle parti il lodo, mediante il quale il Tribunale Arbitrale ha respinto tutte le pretese del gruppo Opportunity e ha deciso per la compensazione fra le parti delle spese legali, per gli esperti e amministrative (il “Lodo 2016”).

Ad aprile 2017 il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2016 avanti alla Corte d’Appello di Parigi.

Nel novembre 2017, TIM e Telecom Italia Finance hanno ricevuto dal Segretariato della Corte Internazionale di Arbitrato dell'ICC la notifica di una Richiesta per la Revisione dello stesso Lodo 2016 depositata dal gruppo Opportunity, al fine di ottenere l’emissione di un nuovo lodo. Successivamente, è stato costituito il Tribunale Arbitrale.

Ad ottobre 2018, TIM e Telecom Italia Finance hanno chiesto la sospensione del procedimento pendente di fronte alla Corte d’Appello di Parigi, in ragione della pendenza del procedimento di revisione di fronte al Tribunale Arbitrale ICC sullo stesso Lodo 2016. A novembre 2018, la Corte d’ Appello di Parigi ha sospeso il procedimento fino alla decisione del Tribunale Arbitrale nel procedimento di revisione.

Relativamente al procedimento di revisione del Lodo 2016, ad ottobre 2019, si è tenuta a Parigi l’udienza di discussione. Ad agosto 2020, il Tribunale Arbitrale ha emesso il lodo rigettando la Richiesta di Revisione presentata dal gruppo Opportunity (il “Lodo 2020”). A dicembre 2020, il gruppo Opportunity ha presentato appello contro il Lodo 2020 avanti alla Corte d’Appello di Parigi.


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Iliad

Con atto di citazione notificato nel corso del primo trimestre 2020, Iliad Italia S.p.A. ha convenuto TIM dinanzi al Tribunale di Milano per presunte condotte anticoncorrenziali, adottate anche tramite il marchio Kena Mobile, asseritamente volte ad ostacolarne l’ingresso ed il consolidamento nel mercato della telefonia mobile in Italia, avanzando pretese risarcitorie per almeno 71,4 milioni di euro.

TIM si è costituita in giudizio sia contestando integralmente le richieste di Iliad Italia S.p.A; sia proponendo a sua volta domanda riconvenzionale ai sensi dell’art. 2598 c.c, con riferimento alle condotte denigratorie poste in essere da Iliad Italia S.p.A nei confronti di TIM, e formulando simmetricamente richiesta risarcitoria di danni. Nella prima memoria istruttoria Iliad ha aggiornato le proprie pretese risarcitorie portandole a 242,8 milioni di euro. La prossima udienza è fissata al 13 aprile 2021.


b) Altre informazioni

Telefonia mobile - procedimenti penali

Nel marzo 2012 TIM ha ricevuto la notifica di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, dal quale risultava che la Società era indagata dalla Procura della Repubblica di Milano ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 per i delitti di ricettazione e di falso, commessi, in ipotesi d’accusa, da quattordici dipendenti del c.d. “canale etnico”, in concorso con alcuni dealer, allo scopo di ottenere indebite provvigioni da TIM.

La Società che, nel corso del 2008 e del 2009 aveva già presentato due atti di querela in quanto persona offesa e danneggiata da simili condotte, e che aveva provveduto a sospendere i dipendenti coinvolti nel procedimento penale (sospensione alla quale è seguito il licenziamento), ha depositato una prima memoria difensiva corredata da una consulenza tecnica di parte, richiedendo l’archiviazione della propria posizione e l’iscrizione degli indagati anche per il delitto di truffa aggravata ai suoi danni. Nel dicembre 2012 la Procura della Repubblica ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 89 imputati e della stessa Società.

Nel corso dell’udienza preliminare, la Società è stata ammessa come parte civile nel processo e, nel novembre 2013, sono state depositate le conclusioni nell’interesse della parte civile, ribadendo nel merito la totale estraneità di TIM agli addebiti mossi.

All’esito dell’udienza preliminare, svoltasi nel marzo 2014, il Giudice dell’Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (inclusa TIM) che non hanno richiesto la definizione della propria posizione con riti alternativi, ritenendo necessario “il vaglio dibattimentale”. Ad aprile 2016, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, il P.M. ha chiesto la condanna di TIM a una sanzione amministrativa pecuniaria di 900 mila euro, mentre ha ritenuto di non chiedere alcuna confisca del presunto profitto dei reati (che in sede di richiesta di rinvio a giudizio era stato quantificato in una somma di diversi milioni di euro), sull’assunto che TIM abbia comunque posto rimedio alle presunte carenze organizzative. La Società, pur dando atto del considerevole ridimensionamento del quadro accusatorio, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti in questione. Nel mese di novembre 2016 il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione della Società perché il fatto non sussiste. Sono, inoltre, stati assolti, a vario titolo, anche tutti gli imputati persone fisiche.

La sentenza di assoluzione è stata impugnata dal P.M. che ha proposto ricorso per Cassazione c.d. “per saltum”. A gennaio 2019 la Corte di Cassazione ha riqualificato il ricorso in appello e ha, pertanto, disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Milano.

Il procedimento è stato assegnato alla Sezione IV della Corte d’Appello di Milano ed è in attesa di fissazione d’udienza.

Contenzioso canone di concessione per l’anno 1998

TIM ha convenuto in giudizio in sede civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risarcimento del danno causato dallo Stato Italiano attraverso la sentenza d’appello n. 7506/09 pronunciata dal Consiglio di Stato in violazione, ad avviso della Società, dei principi del diritto comunitario.

La domanda principale su cui si fonda l’azione trova il suo fondamento nella giurisprudenza comunitaria che riconosce il diritto di far valere la responsabilità dello Stato rispetto alla violazione dei diritti riconosciuti dall’ordinamento comunitario e lesi da una sentenza divenuta definitiva, rispetto alla quale nessun altro rimedio sia più esperibile. La pronuncia del Consiglio di Stato ha definitivamente negato il diritto di TIM alla restituzione del canone di concessione per l’anno 1998 (pari a 386 milioni di euro per Telecom Italia e 143 milioni di euro per ex TIM, oltre ad interessi), già negato dal TAR Lazio nonostante la pronuncia favorevole e vincolante della Corte di Giustizia UE del mese di febbraio 2008. Tale pronuncia riguardava il contrasto tra la Direttiva CE 97/13 in materia di autorizzazioni generali e licenze individuali nel settore dei servizi di telecomunicazione e le norme nazionali, che avevano prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone a carico dei concessionari di telecomunicazioni, nonostante l’intervenuto processo di liberalizzazione. La Società ha poi proposto, nell’ambito del medesimo procedimento, una domanda subordinata di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c.. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 529 milioni di euro, oltre interessi legali e rivalutazione. L’Avvocatura di Stato si è costituita in giudizio avanzando domanda riconvenzionale per pari importo. L’azione è stata sottoposta a un vaglio di ammissibilità da parte del

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Tribunale, il quale ha dichiarato l’inammissibilità della domanda principale di TIM (azione per danni per manifesta violazione del diritto comunitario ai sensi della legge 117/88). Detta decisione è stata però riformata in appello, in senso favorevole alla Società. Nel mese di marzo 2015 il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado dichiarando la domanda della società inammissibile.TIM nel 2015 ha presentato appello avverso tale decisione ed il giudizio pende in fase di precisazione delle conclusioni.La Corte di Appello ha fissato l’udienza di precisazione delle conclusioni per il 2 aprile 2019. Successivamente, senza che sia intervenuta alcuna nuova attività processuale, la Corte di Appello ha apoditticamente rinviato prima nel 2020 e poi nel 2021 l’udienza di precisazione delle conclusioni (da cui decorrono i termini per conclusioni e repliche che portano in tempi stretti alla emissione della sentenza). A tali rinvii è seguito l’ultimo del 15 gennaio 2021 con fissazione della nuova udienza al 25 gennaio 2022.

Sulle questioni di fondo della causa si deve rilevare quanto segue:

sulla ritenuta incompetenza del Tribunale di Roma (oggetto della sentenza del Tribunale di Roma appellata da TIM) a giudicare dell’azione di responsabilità dello Stato Italiano per attività di magistrati di vertice (nella specie, Consiglio di Stato), dalla quale sarebbe derivata la dichiarata inammissibilità dell’azione ai sensi dell’art. 5 legge n. 117/1978 (vecchio testo) – si sono pronunciate le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 7 giugno 2018, n. 14842, confermando la competenza del Tribunale di Roma e quindi la correttezza della scelta di TIM di radicare nel foro romano la sua azione legale;

sulla illiceità del comportamento dello Stato Italiano – e pertanto sulla responsabilità dello Stato–Giudice ai sensi della legge n. 117/1998 – si è ancora una volta pronunciata, decidendo sulla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lazio in altro giudizio connesso, la Corte di Giustizia UE con sentenza 4 marzo 2020 in C-34/19, ribadendo che TTIM non era tenuta al pagamento del canone preteso dallo Stato per l’anno 1998, e pertanto confermando la manifesta violazione da parte del Consiglio di Stato del diritto comunitario (anche perché in aperto spregio della decisione già resa dalla Corte di Giustizia UE il 21 febbraio 2008, in C-296/06, come peraltro già statuito dalla stessa Corte di Appello di Roma, sez. I, con decreto 31 gennaio 2012 che ha sancito la ammissibilità processuale della azione legale di TIM);

sulla questione del diritto alla ripetizione del canone versato per l’anno 1998 – si è pronunciata la Corte di Cassazione, con sentenza 7 settembre 2020, n. 18603, respingendo il ricorso proposto dalla Presidenza del Consiglio avverso la sentenza con quale la stessa Corte di Appello di Roma aveva accolto la domanda restitutoria proposta da Vodafone (pagamento del canone relativo all’anno 1998) per il medesimo titolo in separato giudizio. 

In sostanza, la Società ha pagato il canone contestato nel 1998; ha prontamente impugnato dinanzi al giudica amministrativo il provvedimento amministrativo che le aveva ingiustamente imposto tale pagamento; il giudizio amministrativo dinanzi al Consiglio di Stato si è concluso negativamente nel 2009 (nonostante la richiamata sentenza di segno opposto della Corte di Giustizia europea); il giudizio civile di primo grado si è concluso nel marzo 2015 con sentenza di rigetto per motivi di ammissibilità (risolti poi nel senso indicato dalla società con la richiamata sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 14842/18) e a oltre 6 anni dalla sentenza di primo grado – passando di rinvio in rinvio – la sentenza di appello (che non potrà che valorizzare le citate sentenze della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione) non è stata ancora emessa (né sulla base di questi reiterati rinvii la società può prevedere quando sarà emessa).

La Società sta esaminando i diversi scenari ed azioni giuridiche (nazionali, comunitarie, ecc.) che possano contribuire alla definizione della vertenza di appello. Si ritiene, infatti, che i principi della durata ragionevole del processo, ai sensi del comma 2 dell’articolo 111 della Costituzione nonché ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, risultino vulnerati nella presente vicenda considerando: (i) l’anno del pagamento del canone non dovuto è il 1998; (ii) Il valore di tale canone è di circa 529 milioni di euro cui aggiungere gli interessi da tale data; (ii) Il lunghissimo iter processuale che non ha portato neanche ad una sentenza di appello (il cui avvio è dell’anno 2015 e la cui conclusione non è prevedibile, attesi i continui rinvii); (iv) La circostanza che la questione giuridica appare di pronta soluzione, essendo state emesse ben due sentenze della Corte di Giustizia UE che dichiarano incompatibile il pagamento del canone con la disciplina comunitaria (sentenze che risultano, allo stato, disattese dal giudice nazionale).

Nell’ambito delle citate analisi volte a giungere alla definizione della sentenza di appello si deve segnalare che in data 25 gennaio 2021 la Società ha depositato presso la corte di appello di Roma una istanza di anticipazione della udienza (slittata come detto al 25 gennaio 2022); ciò al fine di scongiurare l’ennesimo rinvio della causa, che – come noto - ha ad oggetto l’inottemperanza a ben due decisioni rese inter partes, sul medesimo oggetto, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per manifesta violazione del diritto europeo da parte dello Stato-Giudice. Con provvedimento dell’8 febbraio 2021, La Corte di Appello di Roma (seconda sezione specializzata in materia di impresa) ha ritenuto di poter accogliere l’istanza di anticipazione, fissando l’udienza al 30 novembre 2021. La società confida che la anticipazione dell’udienza possa portare a definire la vertenza in appello in tempi congrui.

Vodafone (già TELETU)

Con atto di citazione del febbraio 2012, TIM ha convenuto in giudizio l’operatore TELETU (oggi incorporato in Vodafone) dinanzi al Tribunale di Roma per avere indebitamente trattenuto clienti intenzionati a rientrare in TIM. La pretesa risarcitoria è stata quantificata in circa 93 milioni di euro. Con sentenza di dicembre 2020, il Tribunale ha accertato che nel periodo da luglio 2008 a ottobre 2011 TELETU ha posto in essere un illecito

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

399


concorrenziale ex art. 2598 c.c. in relazione alle richieste di migrazione verso TIM, condannando la stessa a risarcire TIM per l’importo di € 1.378.000 oltre interessi e rivalutazione.


c) Impegni e garanzie

Le garanzie personali prestate, complessivamente pari a 5.005 milioni di euro, si riferiscono essenzialmente a fideiussioni prestate da TIM nell’interesse di imprese controllate (di cui si segnalano 3.260 milioni di euro relativi a Telecom Italia Capital, 1.424 milioni di euro relativi a Telecom Italia Finance, 72 milioni di euro relativi a Flash Fiber, 61 milioni di euro relativi a Telecom Italia Sparkle, 86 milioni di euro relativi a Olivetti e 57 milioni di euro relativi a Telenergia).

Gli impegni di acquisto rilevanti in essere al 31 dicembre 2020 per contratti di durata pluriennale rientranti nell’attività operativa di TIM S.p.A., complessivamente pari a circa 2,5 miliardi di euro, si riferiscono principalmente a impegni assunti dalla Società per forniture connesse alla gestione della rete di telecomunicazioni.

Le garanzie altrui prestate per obbligazioni delle aziende del Gruppo, pari a 4.157 milioni di euro, si riferiscono per 3.401 milioni di euro a fideiussioni prestate da banche e altre istituzioni finanziarie a fronte del corretto adempimento di obbligazioni contrattuali e per 756 milioni di euro a garanzie assicurative. In particolare, si evidenzia quanto segue:

la Società ha rilasciato sei fideiussioni a favore del Ministero dello Sviluppo Economico per complessivi 1.922 milioni di euro a fronte del differimento del pagamento del corrispettivo dovuto per l’acquisizione dei diritti d’uso delle frequenze nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz, da destinare ai servizi di comunicazione mobili in 5G. Al 31 dicembre 2020 l’impegno residuo è pari a 1.794 milioni di euro;

le garanzie assicurative, complessivamente pari a 756 milioni di euro, si riferiscono prevalentemente a fideiussioni prestate da TIM in applicazione a disposizioni di legge per appalti delle Pubbliche Amministrazioni ed organismi equiparati;

TIM ha rilasciato garanzie a favore di INPS a sostegno dell’applicazione – da parte di alcune società del Gruppo – dell’art. 4, comma 1, della legge 28 giugno 2012, n. 92, per l’incentivazione all’esodo dei lavoratori in possesso dei requisiti richiesti; l’ammontare complessivo delle garanzie è di 72 milioni di euro (di cui 29 milioni di euro per Telecom Italia Sparkle e 19 milioni di euro per Olivetti).

Si ricorda infine la fideiussione rilasciata da TIM a maggio 2018 a favore della Presidenza del Consiglio di 74,3 milioni di euro, richiesta per la presentazione da parte di TIM dinanzi al TAR Lazio dell’istanza di sospensione cautelare della riscossione della sanzione irrogata per l’asserita violazione dell’art. 2 del D.L. 15/3/2012 n. 21 (Golden Power).





Bilancio separato di

TIM S.p.A.

400


NOTA 25

RICAVI

Si decrementano rispetto al 2019 di 1.087 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Vendite prodotti

1.271

1.440

Prestazioni e servizi

10.759

11.697

Totale

12.030

13.137


I ricavi da servizi sono principalmente rappresentati da servizi di fonia e dati su reti fissa e mobile per clientela Retail (8.141 milioni di euro) e per altri operatori Wholesale (2.045 milioni di euro).

I ricavi sono esposti al lordo delle quote da versare agli altri operatori (591 milioni di euro), ricomprese nei “Costi per prestazioni di servizi”.

Nel 2020 sono state rilevate rettifiche di ricavi non ricorrenti per 38 milioni di euro, connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.


NOTA 26

ALTRI PROVENTI OPERATIVI

Diminuiscono di 9 milioni di euro e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Indennità di ritardato pagamento dei servizi telefonici

40

48

Recupero costi del personale, acquisti e prestazioni di servizi

16

37

Contributi in conto impianti e in conto esercizio

31

27

Risarcimenti, penali e recuperi connessi a vertenze

17

17

Revisioni di stima e altre rettifiche

59

36

Altri

26

33

Totale

189

198



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

401


NOTA 27

ACQUISTI DI MATERIE PRIME E SERVIZI

Aumentano di 15 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019 e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Acquisti di materie prime e merci

(a)

926

1.076

Costi per prestazioni di servizi

Quote di ricavo da riversare ad altri operatori

591

593

Costi per servizi di accesso a reti di telecomunicazioni

101

100

Commissioni, provvigioni e altre spese commerciali

827

792

Spese di pubblicità e promozione

130

134

Consulenze e prestazioni professionali

114

86

Consumi energetici

353

381

Spese di manutenzione

277

251

Costi per altri servizi in outsourcing

388

428

Spese invio fatture, elenchi telefonici, altro materiale alla clientela

33

38

Spese di distribuzione e logistica

7

6

Spese di viaggio e soggiorno

6

13

Costi per assicurazioni

33

30

Prestazioni e servizi vari

519

410

(b)

3.379

3.262

Costi per godimento di beni di terzi

Affitti e locazioni

5

4

Altri costi per godimento beni di terzi

301

254

(c)

306

258

Totale

(a+b+c)

4.611

4.596


In applicazione dell’IFRS16, i costi di godimento di beni di terzi includono principalmente canoni di locazione per contratti relativi a attività immateriali (301 milioni di euro, relativi soprattutto a licenze software e royalties).


Nel 2020 sono stati sostenuti costi operativi non ricorrenti riferibili ad approvvigionamenti e costi vari per circa 15 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, principalmente per acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale, termoscanner e costi per servizi di igiene ambientale. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

402


NOTA 28

COSTI DEL PERSONALE

Diminuiscono di 299 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019 e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Costi ordinari del personale

Salari e stipendi

1.496

1.576

Oneri sociali

556

590

Trattamento di Fine Rapporto

(1)

(7)

Altri costi connessi al personale dipendente

106

87

(a)

2.157

2.246

Costi e accantonamenti per lavoro somministrato

(b)

Oneri diversi del personale ed altre prestazioni lavorative

Oneri per esodi agevolati

7

Oneri di ristrutturazione aziendale

35

236

Altri

1

3

(c)

36

246

Totale

(a+b+c)

2.193

2.492


La voce “Costi ordinari del personale” si decrementa di 89 milioni di euro per effetto principalmente della contrazione della consistenza media retribuita pari a complessive –2.191 unità medie. A seguito delle fusioni di TN Fiber e HR Services in TIM S.p.A., avvenute rispettivamente il 30 settembre 2020 ed il 31 dicembre 2020, sono state inoltre acquisite complessivamente 340 unità medie.


Gli “Oneri di ristrutturazione aziendale” ammontano a 35 milioni di euro (236 milioni di euro nel 2019) e sono correlati principalmente alla consuntivazione delle uscite rilevate in TIM S.p.A. nel 2020 (anche attraverso l’applicazione dell’art. 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92, come definito nell’Accordo sindacale del 26 febbraio 2019 e dall’Accordo sindacale siglato il 4 giugno 2020). Nel 2019 erano stati accantonati oneri per complessivi 236 milioni di euro.


Nel 2020 sono stati sostenuti costi non ricorrenti per circa 7 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.


Il numero medio equivalente retribuito dei dipendenti è pari al 31 dicembre 2020 a 36.621 unità (38.473 unità al 31 dicembre 2019). La ripartizione per categorie è la seguente:

(numero unità)

2020

2019

Dirigenti

458

426

Quadri

3.320

3.374

Impiegati

32.843

34.673

Operai

-

-

Organico a payroll

36.621

38.473

Lavoratori con contratto di lavoro somministrato

-

-

Organico totale

36.621

38.473


Il personale in servizio al 31 dicembre 2020 è di 38.516 unità (40.237 unità al 31 dicembre 2019), con un decremento di 1.721 unità.

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TIM S.p.A.

403


NOTA 29

ALTRI COSTI OPERATIVI

Diminuiscono di 456 milioni di euro rispetto all’esercizio 2019 e sono così composti:


(milioni di euro)

2020

2019

Svalutazioni e oneri connessi alla gestione dei crediti

328

402

Accantonamenti ai fondi per rischi e oneri

1

414

Contributi e canoni per l’esercizio di attività di telecomunicazioni

42

43

Oneri ed accantonamenti per imposte indirette e tasse

53

63

Penali, indennizzi per transazioni e sanzioni amministrative

120

64

Quote e contributi associativi, elargizioni, borse di studio e stages

10

10

Altri

51

65

Totale

605

1.061

di cui inseriti tra le Informazioni integrative su strumenti finanziari

328

402

Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Nel 2020 sono stati sostenuti costi operativi non ricorrenti per complessivi 46 milioni di euro, riferibili principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico conseguente alla pandemia Covid-19 (41 milioni di euro). Per ulteriori dettagli, si rinvia alla Nota “Eventi e operazioni non ricorrenti” del Bilancio separato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020.


NOTA 30

VARIAZIONE DELLE RIMANENZE

Risulta negativa per 11 milioni di euro (negativa per 107 milioni di euro al 31 dicembre 2019) ed è principalmente riconducibile ai rilevanti trend in diminuzione verificatisi nell’esercizio per quel che ha riguardato sia gli acquisti, sia i consumi, con riferimento ad apparati e accessori per telefonia mobile, in applicazione di una più mirata politica commerciale e di approvvigionamento.



NOTA 31

ATTIVITA' REALIZZATE INTERNAMENTE

Ammontano a 381 milioni di euro e diminuiscono, rispetto al 2019, di 22 milioni di euro.

L’andamento è riconducibile a minori capitalizzazioni relative sia ad attività materiali di realizzazione di reti d’accesso e di trasporto (-17 milioni di euro), sia ad attività immateriali di sviluppo software e di soluzioni di rete e servizi innovativi (-5 milioni di euro). Le minori capitalizzazioni conseguono principalmente ad una riduzione delle ore lavorate (-7% rispetto all’esercizio precedente), con un impatto pari a -25 milioni di euro, solo in minima parte compensato dall’incremento medio del costo orario (+ 1% rispetto al 2019), con un impatto pari a +3 milioni di euro. L’aumento del costo medio orario è riconducibile ad un incremento del costo del lavoro (+4 milioni di euro), parzialmente compensato dall’azzeramento degli Overhead Costs (- 1 milione di euro), non più capitalizzati a partire dal 2020.

Le attività realizzate internamente nel 2020 sono complessivamente costituite da:


costo del lavoro per 376 milioni di euro;

altri costi esterni per 5 milioni di euro.

Si riferiscono per 201 milioni di euro alla voce “attività materiali”, relative a Progettazione, Realizzazione e Collaudo di infrastrutture ed impianti di rete, e per 180 milioni di euro alla voce “attività immateriali a vita definita”, riguardanti principalmente attività di sviluppo software e sviluppo di soluzioni di rete, applicazioni e servizi innovativi.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

404


NOTA 32

AMMORTAMENTI

Diminuiscono di 137 milioni di euro rispetto al 2019 e sono così composti:

(milioni di euro)

2020

2019

Ammortamento delle attività immateriali a vita utile definita

Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno

910

842

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

379

380

Altre attività immateriali

1

(a)

1.290

1.222

Ammortamento delle attività materiali di proprietà

Fabbricati civili e industriali

33

36

Impianti e macchinari

1.623

1.689

Attrezzature industriali e commerciali

11

12

Altri beni

83

81

(b)

1.750

1.818

Ammortamento dei diritti d'uso su beni di terzi

Immobili

402

567

Impianti e macchinari

111

80

Altri beni

29

32

(c)

542

679

Totale

(a+b+c)

3.582

3.719


Per ulteriori dettagli si rimanda alle Note “Attività immateriali a vita utile definita”, “Attività materiali” e “Diritti d’uso su beni di terzi”.







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TIM S.p.A.

405


NOTA 33

PLUSVALENZE/(MINUSVALENZE) DA REALIZZO DI ATTIVITA' NON CORRENTI

Sono così composte:

(milioni di euro)

2020

2019

Plusvalenze da realizzo di attività non correnti

Plusvalenze derivanti dallo smobilizzo/dismissione di attività immateriali,
materiali e diritti d'uso su beni di terzi

30

2

(a)

30

2

Minusvalenze da realizzo di attività non correnti

Minusvalenze derivanti dallo smobilizzo/dismissione di attività immateriali,
materiali e diritti d'uso su beni di terzi

44

43

(b)

44

43

Totale

(a-b)

(14)

(41)



NOTA 34

RIPRISTINI DI VALORE/(SVALUTAZIONI) DI ATTIVITA' NON CORRENTI

La voce è negativa per 8 milioni di euro (assente nel 2019) principalmente a seguito degli accantonamenti a fronte di differenze inventariali relative a materiali di magazzino impianti presso i cantieri di imprese esterne.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

406


NOTA 35

PROVENTI/(ONERI) DA PARTECIPAZIONE

Sono così dettagliati:

(milioni di euro)

2020

2019

Dividendi

331

141

Plusvalenze nette su partecipazioni

227

35

Minusvalenze da cessioni di partecipazioni

(26)

Riduzioni di valore di attività finanziarie

(7)

(28)

Altri oneri da partecipazione

(5)

Totale

551

117

di cui inseriti tra le Informazioni integrative su strumenti finanziari

1


Per ulteriori informazioni sugli Strumenti Finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Si segnala in particolare quanto segue:

i dividendi si riferiscono principalmente alla società controllata TI Finance (75 milioni di euro) e alla società collegata INWIT S.p.A. (256 milioni di euro). Nel 2019 i dividendi si riferivano principalmente all’allora società controllata INWIT S.p.A. (76 milioni di euro), nonché alle società controllate TI Finance (53 milioni di euro) e Persidera (10 milioni di euro);

le plusvalenze nette – pari a 227 milioni di euro – sono correlate principalmente alle operazioni di cessione di azioni INWIT avvenute nel 2020; in particolare si riferiscono:

per 51 milioni di euro alla cessione avvenuta in data 23 aprile 2020 di azioni, pari al 4,3% del capitale sociale di INWIT attraverso una procedura di accelerated book-building riservata ad investitori istituzionali;

per 144 milioni di euro alla vendita avvenuta in data 2 ottobre 2020 a Daphne 3 S.p.A. di n. 142.090.396 azioni INWIT, rappresentanti il 14,80% del capitale sociale della società stessa;

per 13 milioni di euro al trasferimento da parte di TIM in favore ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners (Guernsey) Limited di una partecipazione in INWIT pari a circa l’1,2% del relativo capitale sociale (corrispondente a n.11.522.400 azioni INWIT), avvenuto sempre in data 2 ottobre 2020;

per 19 milioni di euro al trasferimento da parte di TIM in favore del medesimo veicolo di un'ulteriore quota di azioni INWIT pari all'1,8% del capitale sociale della stessa (corrispondente a n.17.030.535 azioni), a seguito dell'esercizio della relativa opzione di acquisto, avvenuto a dicembre 2020.

le riduzioni di valore si riferiscono alla svalutazione della partecipazione nella società controllata Olivetti. Nel 2019 le riduzioni di valore si riferivano principalmente alla svalutazione delle partecipazioni nelle società controllate Olivetti (18 milioni di euro), Tim Tank (3 milioni di euro), Timvision (2 milioni di euro), Tn Fiber (1 milione di euro), nonché nella società collegata Tiglio I (4 milioni di euro).





Bilancio separato di

TIM S.p.A.

407


NOTA 36

PROVENTI FINANZIARI E ONERI FINANZIARI

Il saldo dei proventi (oneri) finanziari è negativo per 961 milioni di euro ed è così composto:

(milioni di euro)

2020

2019

Proventi finanziari

1.012

1.195

Oneri finanziari

1.973

2.462

Totale netto proventi (oneri) finanziari

(961)

(1.267)


In particolare, il dettaglio delle voci è il seguente:

(milioni di euro)

2020

2019

Interessi passivi e altri oneri finanziari

Interessi passivi e altri oneri su prestiti obbligazionari

(563)

(608)

Interessi passivi ad imprese controllate

(166)

(269)

Interessi passivi ad imprese collegate

Interessi passivi a banche

(47)

(54)

Oneri finanziari su passività per lease finanziario

(145)

(163)

Interessi passivi ad altri

(1)

(922)

(1.094)

Commissioni

(54)

(50)

Altri oneri finanziari (*)

(74)

(135)

(185)

Interessi attivi e altri proventi finanziari:

Interessi attivi

30

39

Interessi attivi da imprese controllate

3

1

Interessi attivi da imprese collegate

Proventi da crediti finanziari iscritti fra le Attività non correnti

2

Proventi da crediti finanziari verso controllate iscritti fra le Attività non
correnti

8

7

Proventi da crediti finanziari verso collegate iscritti fra le Attività non correnti

Proventi da titoli diversi dalle partecipazioni iscritti fra le Attività non correnti

Proventi da titoli diversi dalle partecipazioni iscritti fra le Attività correnti  (*)

4

13

Proventi finanziari diversi

7

17

54

77

Totale interessi/Oneri finanziari netti

(a)

(996)

(1.202)

Altre componenti gestione finanziaria:

Risultato netto sui cambi

(2)

(1)

Risultato netto da strumenti finanziari derivati

(48)

(30)

Adeguamenti netti al fair value di derivati di copertura in fair value hedge e
relativi sottostanti

2

10

Adeguamenti netti al fair value di derivati non di copertura

83

(44)

Totale altre componenti gestione finanziaria:

(b)

35

(65)

Totale netto proventi (oneri) finanziari

(c)=(a+b)

(961)

(1.267)

di cui inseriti tra le Informazioni integrative su strumenti finanziari

(704)

(1.015)


Per ulteriori dettagli sugli strumenti finanziari si rinvia alla Nota “Informazioni integrative su strumenti finanziari”.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

408



(*) di cui impatto IFRS9:


(milioni di euro)

2020

2019

Proventi da adeguamento negativo riserva impairment IFRS 9 su
attività finanziarie al FVTOCI

7

Oneri da adeguamento positivo riserva da impairment IFRS 9 su
attività finanziarie al FVTOCI

Reversal riserva impairment IFRS 9 su attività finanziarie al FVTOCI

Riduzioni di valore di attività finanziarie diverse dalle partecipazioni


Per maggior chiarezza espositiva, nella tabella seguente vengono riassunti gli effetti netti a saldi aperti relativi agli strumenti finanziari derivati:

(milioni di euro)

2020

2019

Utili su cambi

8

31

Perdite su cambi

(10)

(32)

Risultato netto sui cambi

(2)

(1)

Proventi da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value hedge

47

43

Oneri da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value hedge

Risultato netto da strumenti finanziari derivati di copertura in fair value
hedge

(a)

47

43

Effetto positivo del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

118

180

Effetto negativo del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

(213)

(253)

Effetto netto del rigiro a conto economico della Riserva per
adeguamento al fair value degli strumenti derivati di copertura in cash
flow hedge (componente tasso)

(b)

(95)

(73)

Proventi da strumenti finanziari derivati non di copertura

285

364

Oneri da strumenti finanziari derivati non di copertura

(285)

(364)

Risultato netto da strumenti finanziari derivati non di copertura

(c)

Risultato netto da strumenti finanziari derivati

(a+b+c)

(48)

(30)

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati di
copertura in fair value hedge

45

100

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Attività e passività finanziarie
sottostanti i derivati di copertura in fair value hedge

(44)

(91)

Adeguamenti netti al fair value

(d)

1

9

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Attività e passività finanziarie
sottostanti i derivati di copertura in fair value hedge

6

1

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati di
copertura in fair value hedge

(5)

Adeguamenti netti al fair value

(e)

1

1

Adeguamenti netti al fair value di derivati di copertura in fair value
hedge e relativi sottostanti

(d+e)

2

10

Adeguamenti positivi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati
non di copertura

(f)

449

399

Adeguamenti negativi al fair value relativi a Strumenti finanziari derivati
non di copertura

(g)

(366)

(443)

Adeguamenti netti al fair value di derivati non di copertura

(f+g)

83

(44)





Bilancio separato di

TIM S.p.A.

409


NOTA 37

OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Sono qui di seguito riportate le tabelle riepilogative dei saldi relativi alle operazioni con parti correlate nonché l’incidenza di detti importi sui corrispondenti valori di conto economico separato, della situazione patrimoniale - finanziaria e di rendiconto finanziario di TIM S.p.A..

Le operazioni con parti correlate, quando non dettate da specifiche condizioni normative, sono state di norma regolate a condizioni di mercato; la loro realizzazione è avvenuta nel rispetto della procedura interna che contiene le regole volte ad assicurarne la trasparenza e la correttezza ai sensi del Regolamento Consob n. 17221/2010, consultabile nella versione in vigore sul sito gruppotim.it, sezione il Gruppo – canale Sistema di Governance.

Si rimanda alla Nota “Partecipazioni” per l’analisi delle operazioni che hanno riguardato società controllate e collegate da TIM S.p.A..


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

410


Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle singole voci di conto economico separato per l’esercizio 2020 e 2019 sono riportati qui di seguito:

VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO 2020


(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società
collegate,
controllate di
collegate e
joint ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Dirigenti con
resp.
strategiche
dell'impresa

Totale
parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Ricavi

12.030

248

60

3

311

2,6

Altri proventi

189

7

1

8

4,2

Acquisti di materie e servizi

4.611

688

249

78

1.015

22,0

Costi del personale

2.193

64

14

78

3,6

Altri costi operativi

605

2

2

0,3

Ammortamenti

3.582

103

39

142

4,0

Plusvalenze/minusvalenze da
realizzo di attività non
correnti

(14)

3

3

(21,4)

Proventi (oneri) da
partecipazioni

551

75

256

331

60,1

Proventi finanziari

1.012

320

320

31,6

Oneri finanziari

1.973

559

15

574

29,1

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO 2019


(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società
collegate,
controllate di
collegate e
joint ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Dirigenti con
resp.
strategiche
dell'impresa

Totale
parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Ricavi

13.137

330

2

2

334

2,5

Altri proventi

198

11

11

5,6

Acquisti di materie e servizi

4.596

828

5

80

913

19,9

Costi del personale

2.492

66

18

84

3,4

Altri costi operativi

1.061

6

6

0,6

Ammortamenti

3.719

274

274

7,4

Plusvalenze/minusvalenze da
realizzo di attività non
correnti

(41)

Proventi (oneri) da
partecipazioni

117

139

139

Proventi finanziari

1.195

171

171

14,3

Oneri finanziari

2.462

1.005

1.005

40,8

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

411


Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle singole voci della situazione patrimoniale finanziaria al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 sono riportati qui di seguito:

VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA AL 31 DICEMBRE 2020

(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società collegate,
controllate di
collegate e joint
ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

INDEBITAMENTO FINANZIARIO
NETTO

Attività finanziarie non correnti

2.507

658

658

26,2

Titoli diversi dalle partecipazioni
(attività correnti)

Crediti finanziari e altre attività
finanziarie correnti

154

13

13

8,4

Cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti

1.766

92

92

5,2

Attività finanziarie correnti

1.920

105

105

5,5

Passività finanziarie non correnti

27.946

6.162

313

6.475

23,2

di cui: Passività finanziarie non
correnti per contratti di locazione
passiva

3.506

497

313

810

23,1

Passività finanziarie correnti

3.805

307

50

357

9,4

di cui: Passività finanziarie
correnti per contratti di locazione
passiva

463

14

50

64

13,8

Totale indebitamento
finanziario netto

27.324

5.706

363

6.069

22,2

ALTRE PARTITE PATRIMONIALI

Diritti d'uso su beni di terzi

4.096

541

347

888

21,7

Crediti vari e altre attività non
correnti

1.733

131

131

7,6

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

3.464

239

39

3

281

8,1

Debiti vari e altre passività non
correnti

3.477

159

2

161

4,6

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

5.610

341

101

36

20

498

8,9

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

412


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA AL 31 DICEMBRE 2019


(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società collegate,
controllate di
collegate e joint
ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Totale parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

INDEBITAMENTO FINANZIARIO
NETTO

Attività finanziarie non correnti

2.349

641

641

27,3

Titoli diversi dalle partecipazioni
(attività correnti)

Crediti finanziari e altre attività
finanziarie correnti

176

17

17

9,7

Cassa e altre disponibilità liquide
equivalenti

829

1

1

0,1

Attività finanziarie correnti

1.005

18

18

1,8

Passività finanziarie non correnti

30.184

6.753

1

6.754

22,4

di cui: Passività finanziarie non
correnti per contratti di locazione
passiva

4.002

997

1

998

24,9

Passività finanziarie correnti

4.453

1.600

1.600

35,9

di cui: Passività finanziarie
correnti per contratti di locazione
passiva

666

270

270

40,5

Totale indebitamento
finanziario netto

31.283

7.694

1

7.695

24,6

ALTRE PARTITE PATRIMONIALI

Diritti d'uso su beni di terzi

4.906

1.293

1

1.294

26,4

Crediti vari e altre attività non
correnti

1.746

139

139

8,0

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

3.731

327

2

2

331

8,9

Debiti vari e altre passività non
correnti

2.973

141

141

4,7

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

5.843

326

4

31

21

382

6,5

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

413


Gli effetti delle operazioni con parti correlate sulle voci rilevanti di rendiconto finanziario e per gli esercizi 2020 e 2019 sono riportati qui di seguito:

VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO 2020


(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società
collegate,
controllate di
collegate e
joint ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Totale
parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Acquisti di attività immateriali,
attività materiali e diritti d'uso
su beni di terzi per competenza

3.374

188

378

566

16,8

Dividendi pagati

317

1

36

37

11,8

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.


VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO 2019


(milioni di euro)

Totale

Parti correlate

Società
controllate

Società
collegate,
controllate di
collegate e
joint ventures

Altre parti
correlate
(*)

Fondi
Pensione

Totale
parti
correlate

Incidenza %
sulla voce di
bilancio

(a)

(b)

(b/a)

Acquisti di attività immateriali,
attività materiali e diritti d'uso
su beni di terzi per competenza

3.398

313

2

315

9,3

(*) Gruppo Vivendi e Società appartenenti al gruppo a cui lo stesso appartiene; altre parti correlate per il tramite di Amministratori, Sindaci e
Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa.



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

414


Operazioni verso società controllate

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Ricavi

TIM Retail

60

75


Fornitura di prodotti destinati alla vendita al pubblico, servizi
di fonia, trasmissione dati e servizi ICT ad uso sociale,
locazione di immobili

Flash Fiber S.r.l.

104

118

Realizzazione della rete secondaria orizzontale in modalità
FTTH a seguito dell'accordo di coinvestimento del 28 luglio
2016 intercorso tra TIM e Fastweb, servizi di fonia, apparati e
servizi di trasmissione dati, outsourcing amministrativo

TIM S.A.

24

29

Servizi di roaming, attività di assistenza e fornitura licenze
nell'ambito delle attività di Rete, information technology,
marketing & sales, Royalties Trademark License Agreement
e Brand TIM

INWIT S.p.A.

12

39

Servizi di fonia e trasmissione dati a uso sociale, cessione in
modalità IRU di Fibra Ottica Scura e Infrastrutture Locali,
servizio Easy IP ADSL, servizi di progettazione e realizzazione
small cell, locazioni immobiliari, vendite prodotti di tlc rete
mobile, noleggio prodotti, outsourcing amministrativo (per
la quota relativa ai primi tre mesi del 2020)

Olivetti S.p.A.

(9)

6

Servizi di fonia, di connettività MPLS e in fibra per la rete dati
nazionale, vendite prodotti, locazioni immobiliari, sviluppo
progetti, outsourcing amministrativo e margini per le
soluzioni end to end proposte da Olivetti su piattaforma
Jasper e intermediate da TIM, nell'ambito del contratto per
lo sviluppo, la gestione e la commercializzazione di servizi
Machine to Machine e Internet of Things

Telecom Italia S. Marino S.p.A.

2

2

Servizi di connessione e telecomunicazione, in particolare
finalizzati alla vendita di servizi dati (bitstream), contratto
dark fiber, unbundling local loop

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

47

47

Servizi di fonia e trasmissione dati, servizi inerenti
l'interconnessione tra le reti di telecomunicazioni di
Telecom Italia Sparkle e TIM con particolare riferimento agli
accessi ed al traffico internazionale, cessione IRU Dark Fiber,
locazioni immobiliari, outsourcing amministrativo

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

2

2

Servizi in outsourcing di fonia, prodotti di rete fissa,
outsourcing amministrativo

Telecontact S.p.A.

3

4

Locazioni immobiliari e servizi di facility management,
fornitura prodotti e servizi di telecomunicazioni di rete fissa
e mobile e di connettività IP, outsourcing amministrativo

Telefonia Mobile Sammarinese
S.p.A.

1

1

Servizi di fonia mobile e vendita prodotti di
telecomunicazioni

Telenergia S.p.A.

1

1

Outsourcing per lo svolgimento dell'attività sociale,
outsourcing amministrativo

Altre minori

1

6

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche la società HR Services che nel 2020 si è fusa in
TIM S.p.A, nonché la società Persidera, oggetto di cessione a
fine 2019

Totale ricavi

248

330





Bilancio separato di

TIM S.p.A.

415


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Altri proventi

7

11

Recupero costi personale distaccato, rimborsi di costi per
prestazioni di servizi, emolumenti per cariche sociali, altri
proventi

Acquisti di materie e servizi

TIM Retail

92

113

Fornitura di servizi per l'acquisizione di nuovi clienti, attività
di informativa e di assistenza post vendita verso i clienti TIM,
attività di promozione dell'immagine e dei segni distintivi di
TIM tramite le vetrine del punto vendita

Flash Fiber S.r.l.

1

-

Utilizzo della rete in modalità GPON per le forniture del
servizio FTTH

INWIT S.p.A.

11

64

Fornitura di servizi su siti SRB, servizi di monitoraggio e
sicurezza, servizi di gestione e manutenzione (per la quota
relativa ai primi tre mesi del 2020)

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

20

17

Servizio di Certification Authority per TIM e nell'ambito di
offerte a clienti finali TIM, servizio di conservazione a norma
della PEC della casella istituzionale di TIM S.p.A., fornitura di
servizi di Identità Digitale

Olivetti S.p.A.

70

43

Fornitura servizio di Cloud Printing e relativa manutenzione
software, fornitura di servizi personalizzati nell'ambito di
offerte TIM per la clientela finale, acquisto di prestazioni di
informatica, costi di installazione prodotti ICT, assistenza
post-vendita nell'ambito di offerte TIM per la clientela finale,
servizi di elaborazione, supporto, dispatching di flussi
informatici connessi all'attività di recupero dei crediti e
conservazione sostitutiva di documentazione a  norma di
legge,  servizi di gestione dei contratti Prepagati ed
Abbonati per i Clienti di telefonia fissa e mobile consumer
rispettivamente per l'archiviazione elettronica e cartacea,
servizi di gestione dei contratti consumer a supporto della
Linea TIM CDA, servizi di back office nell'ambito del progetto
denominato "Postino Intelligente" volto alla
commercializzazione dell'offerta mobile a distanza, sviluppi
evolutivi di progetti e piattaforme, acquisto in licenza d'uso
di piattaforme software, sviluppi software,  affidamento dei
servizi di Cloud Enabling e dei servizi di Cloud Computing, di
sicurezza, di realizzazione di portali e servizi online e di
cooperazione applicativa per le Pubbliche Amministrazioni

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

146

156

Quote da riversare per servizi di telecomunicazioni e costi
d'interconnessione, servizi di fonia, trasmissione dati ed
affitto circuiti internazionali

Telecontact S.p.A.

87

83

Servizi di Customer Care per la clientela TIM, per la Pubblica
Amministrazione nell'ambito della Convenzione Consip,
servizi di back office relativi alla fatturazione ai clienti dei
servizi a pagamento forniti dai tecnici TIM, servizi di call-
center e back office inerenti la gestione delle informazioni
del front end tecnico e commerciale di telefonia pubblica

Telenergia S.p.A.

255

304

Servizi energetici

Telsy S.p.A.

5

3

Fornitura di apparati e licenze nell'ambito di offerte TIM a
clienti finali, soluzioni e servizi di sicurezza ICT per TIM,
servizi di manutenzione e licenze

Altre minori

1

45

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche le società HR Services e Tim Vision che nel
2020 si sono fuse in TIM S.p.A, nonché la società Persidera,
oggetto di cessione a fine 2019

Totale acquisti di materie

e servizi

688

828


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

416


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Costi del personale

Altri costi operativi

6

Penali contrattuali, altri oneri

Ammortamenti diritti d’uso su
beni di terzi

Flash Fiber S.r.l.

39

18

Ammortamento diritti d'uso connessi all'iscrizione di
maggiori attività non correnti ammortizzate per la durata
contrattuale residua

INWIT S.p.A.

64

255

Ammortamento diritti d'uso connessi all'iscrizione di
maggiori attività non correnti ammortizzate per la durata
contrattuale residua (per la quota relativa ai primi tre
mesi del 2020)

Altre minori

1

L'importo indicato nel 2019 accoglie, la società TN Fiber
che nel 2020 si è  fusa in TIM S.p.A.

Totale Ammortamenti diritti
d’uso su beni di terzi

103

274

Plusvalenze/(minusvalenze) da
realizzo di attività non correnti

3

Plusvalenze da alienazione diritti d'uso su beni di terzi
conseguente alla derecognition dei diritti stessi per
effetto del nuovo Master Service Agreement di marzo
2020

Proventi (oneri) da
partecipazioni

Telecom Italia Finance S.A.

75

53

Dividendi

Altre minori

86

L'importo indicato nel 2019 accoglie, la società Persidera,
oggetto di cessione a fine 2019, nonchè INWIT S.p.A.,
considerata società collegata dal 2020

Totale proventi (oneri)
da partecipazioni

75

139

Proventi finanziari

Flash Fiber S.r.l.

10

7

Proventi da crediti, commissioni finanziarie attive

Olivetti S.p.A.

1

Interessi attivi su crediti finanziari, commissioni finanziarie
attive

Telecom Italia Capital S.A.

273

124

Proventi da titoli, proventi da derivati, commissioni
finanziarie attive, altri proventi finanziari

Telecom Italia Finance S.A.

36

38

Proventi da titoli, proventi da derivati, commissioni
finanziarie attive

Telenergia S.p.A.

1

1

Interessi attivi su crediti finanziari, commissioni finanziarie
attive

Totale proventi finanziari

320

171

Oneri finanziari

Flash Fiber S.r.l.

4

Oneri finanziari per interessi connessi ai diritti d'uso
conseguenti all'iscrizione di maggiori passività finanziarie

INWIT S.p.A.

4

17

Oneri finanziari per interessi connessi ai diritti d'uso
conseguenti all'iscrizione di maggiori passività finanziarie
(per la quota relativa ai primi tre mesi del 2020)

Telecom Italia Capital S.A.

429

845

Interessi su debiti finanziari, oneri da derivati, altri oneri
finanziari

Telecom Italia Finance S.A.

126

139

Interessi su debiti finanziari, oneri da derivati,
commissioni finanziarie passive, altri oneri finanziari

Totale oneri finanziari

559

1.005



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

417


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Indebitamento finanziario
netto

Attività finanziarie non
correnti

Flash Fiber S.r.l.

500

491

Finanziamento

Telecom Italia Finance S.A.

142

150

Derivati attivi

Telecom Italia Capital S.A.

16

Derivati attivi

Totale attività finanziarie non
correnti

658

641

Titoli diversi dalle
partecipazioni (attività
correnti)

Crediti finanziari e altre
attività finanziarie correnti

Flash Fiber S.r.l.

1

1

Crediti finanziari a breve termine

Telecom Italia Capital S.A.

7

7

Derivati attivi

Telecom Italia Finance S.A.

2

3

Derivati attivi

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

3

Crediti finanziari per contratti di vendita di infrastrutture di
rete in IRU

Altre minori

6

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società minori,
anche la società TimVision che nel 2020 si è fusa in TIM
S.p.A.

Totale crediti finanziari e
altre attività finanziarie
correnti

13

17

Cassa e altre disponibilità
liquide equivalenti

Rapporti di conto corrente di tesoreria

Flash Fiber S.r.l.

73

Telenergia S.p.A.

19

1

Totale Cassa e altre
disponibilità liquide
equivalenti

92

1

Passività finanziarie non
correnti

Flash Fiber S.r.l.

495

388

Passività finanziarie non correnti connesse all'iscrizione di
diritti d’uso per contratti di locazione passiva

Telecom Italia Capital S.A.

4.217

4.335

Debiti finanziari e derivati passivi

Telecom Italia Finance S.A.

1.448

1.422

Debiti finanziari e derivati passivi

Altre minori

2

608

Passività finanziarie non correnti connesse all'iscrizione di
diritti d’uso per contratti di locazione passiva verso la società
INWIT S.p.A, considerata società collegata dal 2020

Totale Passività finanziarie
non correnti

6.162

6.753






Bilancio separato di

TIM S.p.A.

418



31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Passività finanziarie correnti

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

13

10

Debiti per rapporti di conto corrente

Olivetti S.p.A.

23

1

Debiti per rapporti di conto corrente

Flash Fiber S.r.l.

6

18

Passività finanziarie correnti connesse all'iscrizione di diritti
d’uso per contratti di locazione passiva, debiti per rapporti di
conto corrente

Telecom Italia Capital S.A.

51

56

Debiti finanziari, derivati

Telecom Italia Finance S.A.

42

991

Debiti finanziari, debiti per rapporti di conto corrente, derivati

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

118

177

Debiti per rapporti di conto corrente

Telecontact S.p.A.

45

34

Debiti per rapporti di conto corrente

Telsy S.p.A.

6

3

Debiti per rapporti di conto corrente

Altre minori

3

310

L’importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società minori,
anche le società HR Services, Tim Vision e TN Fiber che nel
2020 si sono fuse in TIM S.p.A, nonché le passività finanziarie
non correnti connesse all'iscrizione di diritti d’uso per
contratti di locazione passiva verso la società INWIT S.p.A,
considerata società collegata dal 2020

Totale Passività finanziarie
correnti

307

1.600



31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Altre partite patrimoniali

Diritti d’uso su beni di terzi

Flash Fiber S.r.l.

532

422

Diritti d’uso connessi all’iscrizione di maggiori attività non
correnti ammortizzate per la durata contrattuale residua

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

7

Diritti d'uso per la fornitura di una coppia di fibre scure sul
sistema via cavo sottomarino Bluemed e relative attività di
studio e progettazione

Altre Minori

2

871

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche la società TN Fiber nel 2020 si è fusa in TIM
S.p.A, nonché i diritti d’uso per contratti di locazione passiva
verso la società INWIT S.p.A, considerata società collegata
dal 2020

Totale Diritti d’uso su beni di
terzi

541

1.293

Crediti vari e altre attività non
correnti

131

139

Costi contrattuali differiti e altri costi differiti per rapporti
verso Telecontact (servizi di customer care) e TIM Retail
(nuove attivazioni), crediti per consolidate fiscale


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

419



31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

TIM Retail

49

58

Fornitura di prodotti destinati alla vendita al pubblico, servizi
di fonia, trasmissione dati e servizi ICT ad uso sociale,
locazione di immobili, crediti per consolidato fiscale

Flash Fiber S.r.l.

102

121

Realizzazione della rete secondaria orizzontale in modalità
FTTH a seguito dell'accordo di coinvestimento del 28 luglio
2016 intercorso tra TIM e Fastweb, servizi di fonia, apparati e
servizi di trasmissione dati, outsourcing amministrativo

TIM S.A.

13

18

Servizi di roaming, attività di assistenza e fornitura licenze
nell'ambito delle attività di Rete, information technology,
marketing & sales, Royalties Trademark License Agreement
e Brand TIM

Olivetti S.p.A.

8

14

Servizi di fonia, di connettività MPLS e in fibra per la rete dati
nazionale, vendite prodotti, locazioni immobiliari, sviluppo
progetti, outsourcing amministrativo

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

3

2

Servizi in outsourcing di fonia, prodotti di rete fissa,
outsourcing amministrativo, crediti per consolidato fiscale

Telecom Italia S. Marino S.p.A.

1

1

Servizi di connessione e telecomunicazione, in particolare
finalizzati alla vendita di servizi dati (bitstream), contratto
dark fiber, unbundling local loop

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

18

24

Servizi di fonia e trasmissione dati, servizi inerenti
l'interconnessione tra le reti di telecomunicazioni di Telecom
Italia Sparkle e TIM con particolare riferimento agli accessi
ed al traffico internazionale, cessione IRU Dark Fiber,
locazioni immobiliari, outsourcing amministrativo

Telecontact S.p.A.

33

30

Locazioni immobiliari e servizi di facility management,
fornitura prodotti e servizi di telecomunicazioni di rete fissa e
mobile e di connettività IP, outsourcing amministrativo, costi
contrattuali differiti, crediti per consolidato fiscale

Telenergia S.p.A.

8

7

Outsourcing per lo svolgimento dell'attività sociale,
outsourcing amministrativo, crediti per consolidato fiscale

Telsy S.p.A.

2

1

Costi differiti per la fornitura di apparati e licenze nell'ambito
di offerte TIM a clienti finali, soluzioni e servizi di sicurezza
ICT per TIM, servizi di manutenzione e licenze

Altre minori

2

51

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche le società HR Services, Tim Vision e TN Fiber
che nel 2020 si sono fuse in TIM S.p.A., nonchè INWIT S.p.A.,
considerata società collegata dal 2020

Totale Crediti commerciali, vari
e altre attività correnti

239

327



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

420


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Debiti vari e altre passività non
correnti

Flash Fiber S.r.l.

149

120

Debiti per consolidato fiscale, ricavi differiti derivanti da
contratti di cessione di capacità trasmissiva

Olivetti S.p.A.

1

3

Debiti per consolidato fiscale

Telecom Italia S. Marino S.p.A.

1

1

Ricavi differiti da contratti per servizi di connessione e
telecomunicazione

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

7

14

Ricavi differiti da contratti per interconnessione, debiti per
consolidato fiscale

Telenergia S.P.A.

1

Debiti per consolidato fiscale

Altre minori

3

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche la società TN Fiber che nel 2020 si è fusa in
TIM S.p.A., nonchè INWIT S.p.A., considerata società
collegata dal 2020

Totale Debiti vari e altre
passività non correnti

159

141

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

TIM Retail

22

27

Fornitura di servizi per l'acquisizione di nuovi clienti, attività
di informativa e di assistenza post vendita verso i clienti TIM,
attività di promozione dell'immagine e dei segni distintivi di
TIM tramite le vetrine del punto vendita, debiti per
consolidato fiscale

Flash Fiber S.r.l.

62

64

Utilizzo della rete in modalità GPON per le forniture del
servizio FTTH, ricavi differiti, debiti per consolidato fiscale

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

11

10

Servizio di Certification Authority per TIM e nell'ambito di
offerte a clienti finali TIM, servizio di conservazione a norma
della PEC della casella istituzionale di TIM S.p.A., fornitura di
servizi di Identità Digitale

Olivetti S.p.A.

46

37

Fornitura servizio di Cloud Printing e relativa manutenzione
software, fornitura di servizi personalizzati nell'ambito di
offerte TIM per la clientela finale, acquisto di prestazioni di
informatica, costi di installazione prodotti ICT, assistenza
post-vendita nell'ambito di offerte TIM per la clientela finale,
servizi di elaborazione, supporto, dispatching di flussi
informatici connessi all'attività di recupero dei crediti e
conservazione sostitutiva di documentazione a  norma di
legge, servizi di gestione dei contratti Prepagati ed Abbonati
per i Clienti di telefonia fissa e mobile consumer
rispettivamente per l'archiviazione elettronica e cartacea,
servizi di gestione dei contratti consumer a supporto della
Linea TIM CDA, servizi di back office nell'ambito del progetto
denominato "Postino Intelligente" volto alla
commercializzazione dell'offerta mobile a distanza, sviluppi
evolutivi di progetti e piattaforme, acquisti in licenza d’uso di
piattaforme software, sviluppi software,  affidamento dei
servizi di Cloud Enabling e dei servizi di Cloud Computing, di
sicurezza, di realizzazione di portali e servizi online e di
cooperazione applicativa per le Pubbliche Amministrazioni, 
debiti per consolidato fiscale

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

97

57

Quote da riversare per servizi di telecomunicazioni e costi
d'interconnessione, servizi di fonia, trasmissione dati ed
affitto circuiti internazionali, debiti per consolidato fiscale

Telecontact S.p.A.

13

19

Servizi di Customer Care per la clientela TIM, per la Pubblica
Amministrazione nell'ambito della Convenzione Consip,
servizi di back office relative alla fatturazione ai clienti dei
servizi a pagamento forniti dai tecnici TIM, servizi di call-
center e back office inerenti la gestione delle informazioni
del front end tecnico e commerciale di telefonia pubblica,
debiti per consolidato fiscale


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

421


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Telenergia S.p.A.

78

51

Servizi energetici

Telsy S.p.A.

9

5

Fornitura di apparati nell'ambito di offerte TIM a clienti
finali, soluzioni e servizi di sicurezza ICT per TIM, servizi di
manutenzione e licenze

Altre minori

3

56

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche le società HR Services, Tim Vision e TN Fiber
che nel 2020 si sono fuse in TIM S.p.A., nonchè INWIT
S.p.A., considerata società collegata dal 2020

Totale Debiti commerciali, vari e
altre passività correnti

341

326



VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO


VOCI DI RENDICONTO
FINANZIARIO

2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Acquisti di attività immateriali,
attività materiali e diritti d'uso
su beni di terzi per competenza

Flash Fiber S.r.l.

149

231

Maggior valore di diritti d'uso iscritto a seguito di nuovi
contratti o variazione di contratti esistenti di locazione
passiva

Olivetti S.p.A.

11

7

Acquisizione di prodotti destinati alla rivendita e al noleggio
nell'ambito di offerte per la clientela finale, sviluppi e
implementazioni su piattaforme

Telecom Italia Sparkle S.p.A.

7

Diritti d'uso per la fornitura di una coppia di fibre scure sul
sistema via cavo sottomarino Bluemed e relative attività di
studio e progettazione

Telecom Italia Trust
Technologies S.r.l.

3

2

Digital Identity e Certification Authority

Telenergia S.p.A.

1

1

Allacci per l'alimentazione in locale dei cabinet NGAN

Telsy S.p.A.

11

3

Acquisizione di apparati nell'ambito di offerte TIM a clienti
finali, soluzioni e servizi di sicurezza ICT per TIM

Altre minori

6

69

L'importo indicato nel 2019 accoglie la società TN Fiber che
nel 2020 si è fusa in TIM S.p.A., nonchè INWIT S.p.A.,
considerata società collegata dal 2020

Totale Acquisti di attività
immateriali, attività materiali e
diritti d'uso su beni di terzi per
competenza

188

313

Dividendi pagati

1

Dividendi pagati verso la società Telecom Italia Finance S.A.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

422


Operazioni verso società collegate, controllate di collegate e joint ventures

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Ricavi

INWIT S.p.A.

59

Servizi di fonia e trasmissione dati a uso sociale, servizi ICT
di Desktop Management, cessione in modalità IRU di Fibra
Ottica Scura e Infrastrutture Locali, servizio Easy IP ADSL,
servizi di progettazione e realizzazione small cell, locazioni
immobiliari, manutenzione siti e outsourcing
amministrativo (per il periodo aprile-dicembre 2020)

Nordcom S.p.A.

1

1

Servizi di fonia fissa e mobile, apparati, collegamenti rete
dati e outsourcing

Altre minori

1

L'importo indicato nel 2019 accoglie, oltre alle società
minori, anche la società Asscom, oggetto di cessione a
giugno 2020

Totale ricavi

60

2

Altri proventi

1

Acquisti di materie e servizi

INWIT S.p.A.

242

Fornitura di servizi su siti SRB come la messa a
disposizione dell'infrastruttura passiva ed i sistemi di
alimentazione, servizi di monitoraggio e sicurezza
(allarmistica) e servizi di gestione e manutenzione (MSA)
((per il periodo aprile-dicembre 2020)

W.A.Y.  S.r.l.

6

4

Fornitura, allestimenti e servizi di assistenza tecnica per
apparecchiature di geolocalizzazione nell'ambito di offerte
a clienti TIM, sviluppi software

Altre minori

1

1

Totale acquisti di materie e
servizi

249

5

Altri costi operativi

2

Penali per inadempienze contrattuali sui servizi di gestione
manutenzione verso INWIT S.p.A. (per il periodo aprile-
dicembre 2020)

Ammortamenti diritti d’uso su
beni di terzi

39

Ammortamento diritti d'uso connessi all'iscrizione di
maggiori attività non correnti ammortizzate per la durata
contrattuale residua, verso INWIT S.p.A. (per il periodo
aprile-dicembre 2020)

Proventi/(oneri) da
partecipazioni

256

Dividendi verso INWIT S.p.A.

Proventi finanziari

Oneri finanziari

15

Oneri finanziari per interessi connessi alle passività
finanziarie per diritti d'uso verso INWIT S.p.A. (per il
periodo aprile-dicembre 2020)











Bilancio separato di

TIM S.p.A.

423




VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Indebitamento finanziario netto

Passività finanziarie non
correnti

313

Passività finanziarie non correnti connesse all'iscrizione di
diritti d’uso per contratti di locazione passiva verso INWIT
S.p.A.

Passività finanziarie correnti

50

Passività finanziarie correnti connesse all'iscrizione di diritti
d’uso per contratti di locazione passiva verso INWIT S.p.A.



31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Altre partite patrimoniali

Diritti d’uso su beni di terzi

347

Diritti d’uso connessi all’iscrizione di maggiori attività non
correnti ammortizzate per la durata contrattuale residua
verso INWIT S.p.A.

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

 

INWIT S.p.A.

36

Servizi di fonia e trasmissione dati ad uso sociale, cessione
in modalità IRU di Fibra Ottica Scura e Infrastrutture
Locali, servizio Easy IP ADSL, servizi di progettazione e
realizzazione small cell, locazioni immobiliari, vendite
prodotti di tlc rete mobile, noleggio prodotti, outsourcing
amministrativo, crediti per consolidato fiscale

W.A.Y. S.r.l.

2

2

Costi differiti per fornitura di piattaforme personalizzate,
offerte applicativi e servizi di fonia fissa e mobile

Altre minori

1

Totale Crediti commerciali, vari
e altre attività correnti

39

2

Debiti vari e altre passività non
correnti

2

Ricavi da canoni differiti verso INWIT S.p.A.

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

INWIT S.p.A.

98

Fornitura di servizi su siti SRB, servizi di monitoraggio e
sicurezza, servizi di gestione e manutenzione

Movenda S.p.A.

1

1

Fornitura e certificazione SIM CARD, sistemi software

W.A.Y. S.r.l.

2

2

Fornitura, allestimenti e servizi di assistenza tecnica per
apparecchiature di geolocalizzazione nell'ambito di offerte
a clienti TIM, sviluppi software

Altre minori

1

Totale Debiti commerciali, vari
e altre passività correnti

101

4




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

424


VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Acquisti di attività immateriali,
attività materiali e diritti d'uso
su beni di terzi per competenza

INWIT S.p.A.

376

Maggior valore di diritti d'uso a seguito di nuovi contratti o
variazione di contratti esistenti di locazione passiva (per il
periodo aprile-dicembre 2020)

Movenda S.p.A.

1

1

Fornitura e sviluppi sistemi software

Altre minori

1

1

Totale Acquisti di attività
immateriali, attività materiali e
diritti d'uso su beni di terzi per
competenza

378

2


TIM S.p.A. ha prestato garanzie nell'interesse di imprese controllate, collegate e joint venture per complessivi 5.001 milioni di euro al netto delle controgaranzie ricevute (5.288 milioni di euro al 31 dicembre 2019).

Si segnalano in particolare:  3.260 milioni di euro relativi a Telecom Italia Capital S.A. (3.561 milioni di euro al 31 dicembre 2011); 1.424 milioni di euro relativi a Telecom Italia Finance S.A. (1.382 milioni di euro al 31 dicembre 2019); 61 milioni di euro verso il gruppo Sparkle (68 milioni di euro al 31 dicembre 2019); 86 milioni di euro relativi ad Olivetti S.p.A. (106 milioni di euro al 31 dicembre 2019); 57 milioni di euro a favore di Telenergia S.p.A. (50 milioni di euro al 31 dicembre 2019).


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

425


Operazioni verso altre parti correlate (sia per il tramite di Amministratori, Sindaci e Dirigenti con responsabilità strategiche dell'impresa, sia in quanto partecipanti ai patti parasociali ai sensi dell’art. 122 del Testo Unico della Finanza)

Sono di seguito esposti i rapporti con:

Gruppo Vivendi e società del gruppo a cui la stessa appartiene (per effetto delle delibere del Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A. del 3 maggio e del 1° giugno 2017);

Società correlate per il tramite di Amministratori nominati il 4 maggio 2018;

Società correlate per il tramite di Amministratori cessati al 4 maggio 2018.


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Ricavi

Altri Amministratori o per il
tramite di

3

1

Servizi di fonia fissa, mobile ed apparati

Gruppo Havas

1

Servizi di fonia fissa e mobile

Totale ricavi

3

2

Acquisti di materie e servizi

Gruppo Havas

74

76

Acquisto di spazi media per conto di TIM e, in misura
minore, studio e realizzazione di campagne pubblicitarie

Gruppo Vivendi

4

4

Acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi (TIMmusic,
TIMvision) e fornitura di giochi cloud D&P (TIMgames)

Totale acquisti di materie e
servizi

78

80




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

426


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Indebitamento finanziario netto

Passività finanziarie non
correnti

1

Passività finanziarie non correnti connesse all'iscrizione di
diritti d’uso per contratti di locazione passiva verso Altri
Amministratori



31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Altre partite patrimoniali

Diritti d’uso su beni di terzi

Altri Amministratori o per il
tramite di

1

Diritti d’uso conseguenti all'iscrizione di maggiori attività
non correnti ammortizzate per la durata contrattuale
residua

Totale Diritti d’uso su beni di
terzi

1

Crediti commerciali, vari e altre
attività correnti

Altri Amministratori o per il
tramite di

3

1

Servizi di fonia fissa, mobile ed apparati

Altre minori

1

Totale Crediti commerciali, vari
e altre attività correnti

3

2

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

Gruppo Havas

33

30

Acquisto di spazi media per conto di TIM e, in misura
minore, studio e realizzazione di campagne pubblicitarie

Gruppo Vivendi

2

1

Acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi 
(TIMmusic, TIMvision) e fornitura di giochi cloud D&P
(TIMgames)

Altre minori

1

Totale Debiti commerciali, vari
e altre passività correnti

36

31


VOCI DI RENDICONTO FINANZIARIO

2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Dividendi pagati

36

Dividendi pagati verso il Gruppo Vivendi

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

427


Operazioni verso fondi pensione

I valori più significativi sono così sintetizzabili:


VOCI DI CONTO ECONOMICO SEPARATO


2020

2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Costo del personale

Contribuzione ai Fondi Pensione

Fontedir

8

6

Telemaco

56

60

Totale Costo del personale

64

66


VOCI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE FINANZIARIA


31.12.2020

31.12.2019

Tipologia contratti

(milioni di euro)

Debiti commerciali, vari e altre
passività correnti

Debiti relativi alla contribuzione ai Fondi Pensione ancora
da versare

Fontedir

2

2

Telemaco

18

19

Totale Debiti commerciali, vari
e altre passività correnti

20

21



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

428


Compensi a dirigenti con responsabilità strategiche dell’impresa

Nell’esercizio 2020, i compensi contabilizzati per competenza da TIM S.p.A. per i dirigenti con responsabilità strategiche sono stati pari a 14 milioni di euro (18 milioni di euro al 31 dicembre 2019) suddivisi come segue:


(milioni di euro)

2020

2019

Compensi a breve termine

10

11

Compensi a lungo termine

Indennità per la cessazione anticipata del rapporto di lavoro

2

5

Pagamenti in azioni (*)

2

2

Totale

14

18

(*) Si riferiscono al fair value, maturato al 31 dicembre 2020, dei Diritti sui piani di incentivazione di TIM S.p.A. basati su azioni (Long Term Incentive e Piani delle società controllate).

I compensi a breve termine sono erogati nel corso dell'esercizio di riferimento, comunque entro i sei mesi successivi alla chiusura dello stesso. Al 31 dicembre 2020, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2019 pari a circa 600 mila euro.

I compensi a lungo termine, al 31 dicembre 2020, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2019 pari a 500 mila euro.

Le indennità per la cessazione anticipata del rapporto di lavoro, al 31 dicembre 2020, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2019 pari a 200 mila di euro.

I pagamenti in azioni, al 31 dicembre 2020, non accolgono gli effetti dello storno degli accertamenti relativi ai costi 2019 del Piano di LTI 2018/2020 per 400 mila euro.

Nell’esercizio 2020, i contributi versati per piani a contribuzione definita (Assida e Fontedir) da TIM S.p.A. o da società controllate del Gruppo a favore dei dirigenti con responsabilità strategiche, sono stati pari a 135 mila euro (141 mila euro al 31 dicembre 2019).


Per quanto riguarda i compensi a Amministratori e Sindaci spettanti per l’esercizio 2020, ai sensi dell’art. 2427, n.16 del Codice Civile, si fa rinvio a quanto esposto nella Relazione sulla Remunerazione, disponibile presso la sede della Società e sul sito internet www.telecomitalia.com/Assemblea.




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

429


Nell’esercizio 2020, i “Dirigenti con responsabilità strategiche dell’impresa”, ossia coloro che hanno il potere e la responsabilità, direttamente o indirettamente, della pianificazione, della direzione e del controllo delle attività del Gruppo TIM, compresi gli amministratori, sono così individuati:


Amministratori:

Luigi Gubitosi

Amministratore Delegato e Chief Executive Officer di TIM S.p.A.

Direttore Generale di TIM S.p.A.

Dirigenti:

Pietro Labriola

Diretor Presidente Tim S.A.

Lorenzo Forina

(1)

Chief Revenue Officer

Federico Rigoni

(2)

Michele Gamberini

Chief Technology & Information Office

Stefano Grassi

Responsabile Security

Luciano Sale

Responsabile Human Resources, Organization & Real Estate

Giovanni Gionata Massimiliano Moglia

Chief Regulatory Affairs & Wholesale Market Officer

Carlo Nardello

Chief Strategy, Customer Experience & Transformation Officer

Agostino Nuzzolo

Responsabile Legal and Tax

Giovanni Ronca

Chief Financial Officer

Elisabetta Romano

(4)

Chief Innovation & Partnership Officer

Federico Rigoni

(1)

Responsabile Procurement

Nicola Grassi

(3)

Stefano Siragusa

Chief Operations Officer

(1) fino al 4 febbraio 2020;                                                                               

(2) dal 5 febbraio 2020;                                                                                     

(3) fino al 16 marzo 2020;   

(4) fino al 5 agosto 2020.                                                                       


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

430


NOTA 38

PIANI RETRIBUTIVI SOTTO FORMA DI PARTECIPAZIONE AL CAPITALE

I piani retributivi sotto forma di partecipazione al capitale, in essere al 31 dicembre 2020 sono utilizzati a fini di retention e di incentivazione a lungo termine dei manager e del personale del Gruppo.

E’ di seguito presentato un sommario dei piani in essere al 31 dicembre 2020; per maggiori dettagli relativi ai piani già presenti al 31 dicembre 2019, si fa rimando al Bilancio separato al 31 dicembre 2019 di TIM S.p.A..


Descrizione dei piani di Stock Option

Per quanto concerne il Piano di Stock Option 2014-2016 di TIM S.p.A., già presente al 31 dicembre 2019, il periodo di esercizio si è concluso il 24 marzo 2020 e le totalità delle opzioni assegnate, non esercitate, sono decadute.


Descrizione degli altri piani retributivi

TIM S.p.A. - Special Award 2016 – 2019

Come previsto dal Regolamento, a valle dell’approvazione del Bilancio per l’esercizio 2019, si è proceduto alla liquidazione dei premi maturati nell’ambito del Piano. Pertanto, ad aprile 2020 è stato erogato ai destinatari un premio in cash pari complessivamente a 486.000 euro (20% del premio maturato) e sono state assegnate complessivamente n. 2.492.305 di azioni ordinarie (80% del premio maturato).

TIM S.p.A. - Long Term Incentive Plan 2018-2020

Il Piano, approvato dall’Assemblea degli Azionisti di Telecom Italia S.p.A. del 24 aprile 2018, prevede un periodo di vesting di tre anni (2018-2020) e l’assegnazione gratuita di azioni ordinarie di Telecom Italia S.p.A. in funzione del raggiungimento di due condizioni di performance, quali accertate dal Consiglio di Amministrazione in sede di approvazione del Bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020:

performance media relativa dell’azione ordinaria TIM rispetto alla performance media di mercato di un peer basket, nei trimestri precedenti l’inizio e il fine periodo (peso 70%). Il peer basket è costituito dalle seguenti Società: Deutsche Telekom AG, Vodafone Group PLC, Telefonica SA, Orange SA, BT Group PLC, Telenor ASA, Swisscom AG, Telia Co AB, Koninklijke KPN NV, Proximus SADP, Elisa OYJ;

equity free cash flow cumulato nel triennio 2018-2020 (peso 30%). Questo parametro è legato alla generazione di cassa, inteso come flusso di cassa netto prima del dividendo e dell’investimento in frequenze. Rappresenta il Free Cash Flow disponibile per il pagamento dei dividendi, il rimborso del debito, l’impatto dello IAS 17 (leasing finanziario) e l’investimento in frequenze e non include l’impatto finanziario di eventuali operazioni di acquisizione e/o cessione di partecipazioni (M&A).

Il Piano ha avuto due tranche di assegnazione: la prima riservata all’Amministratore Delegato con un numero massimo di azioni al servizio pari a 30.000.000 e la seconda rivolta ad una parte selezionata del management del Gruppo (con un numero massimo di azioni al servizio pari a 55.000.000).

A valle della consuntivazione dei risultati del triennio di vesting 2018-2020, saranno determinati i livelli di raggiungimento dei due parametri indicati così da quantificare l’eventuale maturazione di quote di premio in azioni. 

TIM S.p.A. - Long Term Incentive Plan 2020-2022

L’Assemblea degli Azionisti del 23 aprile 2020 ha approvato il lancio del nuovo Piano di Incentivazione di lungo periodo denominato LTI 2020-2022, di tipo rolling ed equity based. Il Consiglio di Amministrazione del 18 maggio 2020 ha dato successivamente avvio al primo ciclo del nuovo Piano, per il triennio 2020-2022, assegnandolo contestualmente all’Amministratore Delegato.

Il primo ciclo è rivolto a 147 risorse del Gruppo TIM: l’Amministratore Delegato, il Top Management e un segmento selezionato della dirigenza del Gruppo TIM.


Ciascun ciclo di piano è suddiviso in due parti:


Performance Share: assegnazione gratuita di azioni ordinarie della Società la cui maturazione è soggetta ad un gate di accesso collegato al valore dell’azione e a due condizioni di performance di tipo azionario ed industriale, di seguito riportate.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

431


Attraction/Retention Share: assegnazione gratuita di azioni ordinarie della Società, la cui maturazione è soggetta alla continuità del rapporto di lavoro con TIM o Società del Gruppo TIM.

Relativamente alla componente di Performance Share, le condizioni di performance sono le seguenti:

Gate di accesso, rappresentato dal valore del titolo, che al termine di ciascun ciclo deve essere uguale o maggiore al valore del titolo all’avvio del medesimo (si fa riferimento al valore normale dell’azione pari alla media dei prezzi ufficiali di chiusura di Borsa dei 30 giorni antecedenti all’avvio e alla fine del ciclo di Piano)

Rapporto NFP/EBITDA, con peso relativo pari a 40%

Performance relativa (TSR) del titolo azionario ordinario rispetto ad un paniere di Peers, con peso relativo pari al 60%

Ad entrambe le componenti (Performance Share e Attraction/Retention Share) sarà applicato un meccanismo di bonus/malus del payout pari al 4%, collegato, in pari misura, alla crescita della percentuale di utilizzo di energie rinnovabili sul totale dell’energia e alla riduzione di emissioni indirette di CO2.

Per il CEO, il 100% della pay opportunity è collegata alla componente di Performance Share.  Per i restanti manager destinatari, il 70% della Pay Opportunity è collegata al Performance Share e il restante 30% alle Attraction/Retention Share.


TIM S.p.A. – Piano di Azionariato Diffuso 2020

In attuazione delle determinazioni assunte in data 23 aprile 2020 dall’Assemblea straordinaria e successivamente in data 18 maggio 2020 dal Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia S.p.A., il 16 giugno 2020 si è aperta la campagna di adesione al Piano di Azionariato Diffuso.

L’obiettivo del Piano di Azionariato Diffuso 2020 è stato l’attribuzione ai dipendenti del Gruppo della facoltà di investire in azioni della Società, allo scopo di aumentare la motivazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali e di rafforzare il senso di appartenenza all’impresa.

Il Piano è consistito nell’offerta di sottoscrizione a pagamento di azioni ordinarie della Società a sconto rispetto al prezzo di mercato ed era rivolto ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato della Società o di società da questa controllate con sede in Italia, ad esclusione della categoria dei “Top Managers”.

Ai dipendenti che conserveranno le azioni sottoscritte per il periodo di un anno dalla data di assegnazione, subordinatamente al mantenimento della qualifica di dipendenti, saranno assegnate a titolo gratuito azioni ordinarie della Società nel rapporto di 1 azione gratuita (la “Bonus Share”) ogni 3 azioni sottoscritte a pagamento.

Per la sottoscrizione delle azioni, erano previste due modalità di pagamento alternative e integrative tra loro: versamento in denaro mediante bonifico bancario e/o anticipazione del Trattamento di Fine Rapporto.

A servizio dell’iniziativa era prevista un’emissione di massime n. 127.500.000 nuove azioni, da offrire in sottoscrizione a pagamento e, successivamente, l’emissione di massime n. 42.500.000 nuove azioni, senza aumento di capitale, in funzione dell’assegnazione gratuita di n. 1 Bonus Share per ogni n. 3 azioni sottoscritte.

L’offerta delle azioni si è svolta dal 16 giugno al 30 ottobre; le azioni sono state sottoscritte al prezzo unitario di 0,31 euro, corrispondente alla media aritmetica dei prezzi ufficiali rilevati dal 17 maggio 2020 al 15 giugno 2020, scontata del 10%.

In data 27 novembre 2020 sono state emesse 126.343.913 azioni ordinarie Telecom Italia nei confronti dei sottoscrittori. In conformità alla citata delibera assembleare l’emissione delle nuove azioni non ha dato origine ad aumento del capitale sociale e il relativo controvalore di sottoscrizione è stato imputato a riserva sovrapprezzo azioni.




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

432


NOTA 39

EVENTI ED OPERAZIONI SIGNIFICATIVI NON RICORRENTI

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, vengono qui di seguito esposte le informazioni circa l’impatto sulle singole voci di Conto Economico Separato degli eventi e operazioni non ricorrenti:

(milioni di euro)

Patrimonio
Netto

Utile (perdita)
dell'esercizio

Indebitamento
finanziario
netto

Flussi
finanziari (*)

Valore di bilancio

(a)

25.008

7.161

27.324

1.200

Ricavi - Rettifiche ricavi

(28)

(28)

Altri proventi - Rimborso sanzione I761

(22)

22

Acquisti di materie e servizi - Oneri connessi ad
accordi e allo sviluppo di progetti non ricorrenti

(42)

(42)

42

(42)

Costo del personale - Oneri connessi a processi di
riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

(49)

(49)

350

(350)

Altri costi operativi - Oneri conseguenti a
contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a
potenziali passività ad essi correlati, oneri connessi
a vertenze con personale ex dipendente e
passività con clienti e/o fornitori

(5)

(5)

241

(241)

Altri costi operativi - Altri oneri

(103)

(103)

3

(3)

Plusvalenze nette su cessione di Altre
partecipazioni

186

186

(1.816)

1.816

Altri oneri finanziari

(5)

(5)

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art 110

5.877

5.877

Totale effetti non ricorrenti

(b)

5.831

5.831

(1.202)

1.202

Valore figurativo

(a-b)

19.177

1.330

28.526

(2)

(*) I flussi finanziari si riferiscono all’aumento (diminuzione) nell’esercizio della Cassa e altre disponibilità liquide equivalenti.


Bilancio separato di

TIM S.p.A.

433


L’impatto sulle singole voci di conto economico separato delle partite di natura non ricorrente, è così dettagliato:

(milioni di euro)

2020

2019

Ricavi e altri proventi operativi

(39)

6

Rettifiche ricavi

(39)

(15)

Altri proventi operativi

21

Acquisti di materie e servizi, Variazione delle rimanenze

(58)

(14)

Consulenze, prestazioni professionali e altri costi

(58)

(14)

Costi del personale

(69)

(248)

Oneri connessi ai processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale e altri

(69)

(248)

Altri costi operativi

(145)

(412)

Oneri conseguenti a contenziosi e sanzioni di carattere regolatorio e a potenziali passività
ad essi correlati, oneri connessi a vertenze con personale ex dipendente e passività con
clienti e/o fornitori

(5)

(396)

Altri oneri

(140)

(16)

Impatto su risultato operativo ante ammortamenti, plusvalenze (minusvalenze e
ripristini di valore (svalutazioni) di attività non correnti (EBITDA)

(311)

(668)

Ripristini di valore/(Svalutazioni) di attività non correnti

Svalutazione dell’avviamento

Svalutazione di immobilizzazioni immateriali

Impatto su risultato operativo (EBIT)

(311)

(668)

Altri proventi/(oneri) da partecipazioni

227

5

Altri proventi (oneri) finanziari

(7)

(10)

Impatto sull'Utile (perdita) prima delle imposte

(91)

(673)

Riallineamento fiscale ex DL 104/2020 art. 110

5.877

Imposte sul reddito relative a partite non ricorrenti

45

158

Impatto sull'Utile (perdita) dell'esercizio

5.831

(515)


L’emergenza Covid-19, dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2 e qualificata come pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in data 11 marzo 2020, ha comportato per TIM S.p.A. il sostenimento di oneri non ricorrenti, al lordo degli effetti fiscali, per complessivi 106 milioni di euro. Le rettifiche di ricavi non ricorrenti registrate nel 2020 (38 milioni di euro) sono connesse alle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19. Oltre agli impatti delle iniziative commerciali di TIM S.p.A. a supporto della clientela, sono stati sostenuti costi operativi riferibili principalmente agli accantonamenti ed oneri connessi alla gestione dei crediti derivanti dal deterioramento del quadro macroeconomico (46 milioni di euro), agli oneri connessi al personale (7 milioni di euro), nonchè agli approvvigionamenti e costi vari pari a circa 15 milioni di euro, resisi necessari per la gestione dell’emergenza sanitaria, principalmente per acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale, termoscanner e costi per servizi di igiene ambientale.

Per maggiori dettagli sul riallineamento fiscale, si rinvia alla Nota "Imposte sul reddito (correnti e differite)" del presente Bilancio.





Bilancio separato di

TIM S.p.A.

434


NOTA 40

POSIZIONI O TRANSAZIONI DERIVANTI DA OPERAZIONI ATIPICHE E/O INUSUALI

Ai sensi della Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, si precisa che nel corso del 2020 non sono state poste in essere operazioni atipiche e/o inusuali, così come definite dalla Comunicazione stessa.



NOTA 41

ALTRE INFORMAZIONI

Ricerca e sviluppo

I costi sostenuti per le attività di ricerca e sviluppo sono rappresentati da costi esterni, costo del personale dedicato e ammortamenti e sono così dettagliati:

(milioni di euro)

2020

2019

Costi per attività di ricerca e sviluppo spesati nell’esercizio

79

55

Costi di sviluppo capitalizzati

991

1.058

Totale costi (spesati e capitalizzati) di ricerca e sviluppo

1.070

1.113


La diminuzione rilevata nel 2020 è da ricondurre principalmente al completamento delle attività di ingegneria e di diffusione e sviluppo condotte sulle reti LTE e NGAN, ormai giunte a maturazione, parzialmente compensato da maggiori attività implementative connesse alla rete 5G di nuova generazione.

Si segnala che nel conto economico separato del 2020 sono iscritti ammortamenti per costi di sviluppo, capitalizzati nell’esercizio e in esercizi precedenti, per un importo complessivo di 870 milioni di euro.

Le attività di ricerca e sviluppo effettuate da TIM S.p.A. sono dettagliate nella Relazione sulla gestione (Sezione “Ricerca e Sviluppo”).


Leasing attivi

TIM ha stipulato contratti di leasing su terreni e fabbricati per uso ufficio e industriale, siti infrastrutturali per la rete mobile e infrastrutture di rete; al 31 dicembre 2020 l’ammontare dei canoni a valore nominale ancora da incassare è il seguente:

(milioni di euro)

31.12.2020

31.12.2019

Entro l’esercizio successivo

129

59

Dal 1° al 2° esercizio successivo

65

52

Dal 2° al 3° esercizio successivo

63

45

Dal 3° al 4° esercizio successivo

61

43

Dal 4° al 5° esercizio successivo

60

41

Oltre il 5° esercizio successivo

60

42

Totale

438

282



Bilancio separato di

TIM S.p.A.

435


Erogazioni pubbliche

La legge n.124/2017, prevede l’obbligo di fornire informazioni relative a sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e ai vantaggi economici di qualunque genere ricevuti da pubbliche amministrazioni. A tale proposito, si evidenziano nella tabella seguente le erogazioni incassate nel corso dell’esercizio:


Ente erogante

settore di intervento

Incasso 2020

(milioni di euro)

Incasso 2019

(milioni di euro)

Fondimpresa/
Fondirigenti

formazione

1

4

Infratel

realizzazione infrastrutture per Banda Larga e Ultra Larga

24

28

MUR (ex MIUR)

progetti di ricerca

3

2

Altri (*)

innovazione e Digital Divide

1

Totale

29

34

(*) 2020  -  MiSE; Regione Lombardia, Regione Puglia

    2019  -  MiSE; MEF; Regione Lazio, Piemonte e Veneto; Provincia Autonoma di Trento.


Prospetto riepilogativo dei corrispettivi alla Società di Revisione e alle altre entità appartenenti alla sua rete

Il seguente prospetto riporta i corrispettivi complessivamente spettanti a EY S.p.A. per la revisione dei bilanci 2020, nonché i corrispettivi di competenza dell’esercizio 2020 per gli altri servizi di revisione/verifica e per gli altri servizi diversi dalla revisione resi a TIM da EY e dalle altre entità appartenenti alla rete EY. Vengono qui incluse anche le spese vive sostenute nel 2020 relativamente a detti servizi.

TIM S.p.A.

(in euro)


EY S.p.A.

Altre entità

della rete EY

Totale rete
EY

Servizi di revisione:

revisione legale del bilancio separato

969.067

969.067

revisione legale del bilancio consolidato

167.000

167.000

revisione del sistema di controllo interno che sovraintende al processo di
redazione del bilancio consolidato e revisione contabile limitata
dell’informativa finanziaria al 31 marzo e al 30 settembre

963.000

963.000

revisione contabile limitata del bilancio consolidato semestrale abbreviato

195.000

195.000

altri

633.807

633.807

Servizi di verifica con emissione di attestazione

40.000

40.000

Attestazione di conformità su dichiarazione consolidata di carattere non
finanziario

72.000

72.000

Altri servizi

110.000

110.000

Totale corrispettivi 2020 per servizi di revisione e diversi verso la rete EY

3.149.874

3.149.874

Spese vive

30.158

30.158

Totale

3.180.032

3.180.032

Si segnala inoltre che nell’esercizio 2020 sono stati consuntivati costi di revisione aggiuntivi per l’esercizio 2019 di 550.000 Euro nei confronti di EY S.p.A. dovuti a fatti eccezionali e imprevedibili all’atto dell’originaria offerta contrattuale (di cui 127.539 Euro per la revisione legale del bilancio separato 2019 e 422.461 Euro per la revisione del sistema di controllo interno che sovraintende al processo di redazione del bilancio consolidato 2019). Di detti costi aggiuntivi è già stata data informativa nel corso dell’Assemblea degli azionisti di TIM di bilancio 2019 tenutasi il 23 aprile 2020.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

436


NOTA 42

EVENTI SUCCESSIVI AL 31 DICEMBRE 2020

TIM: collocato primo Sustainability Bond con scadenza 8 anni

In data 11 gennaio 2021 TIM ha concluso con successo il collocamento del suo primo Sustainability Bond da 1 miliardo di euro, con scadenza di 8 anni, destinato ad incrementare l’efficienza energetica del Gruppo e a finanziare progetti Green e Social. La domanda è stata superiore a 4 miliardi di euro a dimostrazione del forte posizionamento di TIM sui mercati internazionali anche alla luce della presentazione, a dicembre 2020, presso la comunità finanziaria del Sustainability Financing Framework che ha coinvolto oltre 40 investitori istituzionali.

TIM ha prezzato il prestito obbligazionario ben al di sotto rispetto al mercato secondario di riferimento, fissando la cedola annuale all’1,625%, la più bassa di sempre. Con questa operazione, inoltre, TIM estende la scadenza media del debito e raccoglie nuovi fondi per importo eccedente le scadenze del 2021.

I proventi della nuova emissione saranno utilizzati per la trasformazione della rete da rame in fibra, da cui si attende un significativo efficientamento energetico. Inoltre, per la prima volta in Italia una Corporate investirà parte dei fondi raccolti in progetti con valenza sociale come previsto nel Sustainability Financing Framework.


Emittente: TIM S.p.A.

Importo: 1 miliardo di euro

Data di regolamento: 18 gennaio 2021

Scadenza: 18 gennaio 2029

Cedola annuale: 1,625%

Prezzo di emissione: 99,074%

Prezzo di rimborso: 100,000%.


Nasce Noovle S.p.A., il più grande progetto Cloud per l'Italia


In data 25 gennaio 2021, TIM ha annunciato la nascita di Noovle S.p.A., la nuova società interamente controllata dal Gruppo TIM, che si propone sul mercato come centro di eccellenza italiano per il Cloud e l’edge computing, con l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi innovativi TIM di public, private e hybrid cloud alle imprese - dalle Pmi alla grande industria - e alla Pubblica Amministrazione, accelerando la trasformazione digitale del Paese.

La cloud company, frutto dell’esperienza e delle competenze digitali del Gruppo TIM, dei suoi Data Center che vi confluiscono e delle professionalità specialistiche di Noovle S.r.l. – società acquisita da TIM nel maggio 2020 e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano - si focalizzerà sulla fornitura di servizi e soluzioni Multicloud innovativi e su misura per i clienti TIM, che vanno dalla gestione nei propri Data Center delle infrastrutture di rete, ai servizi di progettazione e assistenza, alla migrazione verso il cloud e al supporto delle attività di gestione collegate, utilizzando le più evolute tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e l’Internet of Things. I servizi offerti permetteranno ai clienti di affrontare le sfide della trasformazione digitale e migliorare l’esperienza d’uso. Noovle vuole accompagnare le aziende nei progetti di trasformazione cloud e quindi innovare il mondo del lavoro e l’esperienza digitale. Tutti questi servizi vedranno la sicurezza al centro della proposta.

Grazie ad una rete proprietaria di complessivi 17 Data Center all’avanguardia distribuita su tutto il territorio nazionale - realizzata secondo i più avanzati standard tecnologici e di sicurezza e secondo le più recenti best practice di sostenibilità ambientale nel rispetto degli obiettivi ESG di Gruppo - la società offrirà risorse e servizi innovativi assicurando la gestione di server, dati e informazioni in un ambiente cloud sicuro, localizzato in Italia.

In particolare, TIM affiderà a Noovle il compito di realizzare sei nuovi Data Center specializzati nell’offerta public e hybrid cloud, con certificazione TIER IV, e gestire sette data center Core e quattro centri servizi già operativi per la più ampia offerta di soluzioni informatiche, dislocati su tutto il territorio nazionale, dai quali viene erogata l’offerta Cloud, hybrid Cloud e Multicloud di TIM. Una infrastruttura all’avanguardia che nel 2022 raggiungerà oltre 50.000 mq di superficie totale su scala nazionale per una capacità che toccherà fino a 100 MW di potenza IT fruibile e strettamente integrata con la rete primaria in fibra ottica di TIM per una riduzione strutturale delle latenze di interconnessione tra i servizi.

Noovle parte con circa 1.000 professionisti e stima di raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato nel 2024 con una crescita media annua di circa il 20% e un EBITDA atteso di circa 400 milioni di euro.

La scelta strategica di focalizzare in Noovle le competenze cloud di TIM si inserisce nel più ampio percorso di importanti investimenti tecnologici che il Gruppo TIM sta realizzando per lo sviluppo di infrastrutture di rete di ultima generazione, di competenze chiave nell’Information Technology e nel cloud per supportare la digitalizzazione del tessuto produttivo e amministrativo del Paese.

Noovle rafforzerà l’alleanza già avviata dal Gruppo TIM con Google Cloud e si avvarrà inoltre di importanti partnership strategiche realizzate con le principali società leader del settore quali Atos, Cisco, Citrix, Microsoft, Salesforce, SAP e VMware.

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TIM S.p.A.

437


Accordo con le Organizzazioni Sindacali

In data 8 marzo 2021 è stato siglato con le Organizzazioni Sindacali un accordo che prevede l’esodo anticipato  per 1.300 persone - ai sensi dell’ articolo 4, commi da 1 a 7ter, legge n. 92/2012.

Potranno aderire volontariamente i dipendenti che maturino i requisiti pensionistici entro la data del 31 dicembre 2026 e che risolvano il rapporto di lavoro entro novembre 2021.

L’accordo rientra nel più complessivo percorso di remix generazionale e rinnovamento professionale avviato dall’azienda in coerenza con la trasformazione digitale in corso.

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

438


NOTA 43

ELENCO DELLE PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE, COLLEGATE E JOINT VENTURE

(migliaia di euro)

Sede

Capitale


(1)

Patrimonio Netto

(1) (2)

Utile/

(perdita) (1)

Quota
partecipazione
(%)

Corrispondente
P.N. di bilancio
(A) (3)

Valore di carico


(B) (4)

Differenza


(B-A)

Partecipazioni in imprese controllate

CD FIBER

Roma

Euro

50

43

(1)

100,00 %

43

43

DAPHE 3

Milano

Euro

100

2.745.604

(30)

51,00 %

1.400.258

340.161

(1.060.097)

FIBERCOP

Milano

Euro

50

25

(25)

100,00 %

25

50

25

FLASH FIBER

Milano

Euro

30

290.728

(336)

80,00 %

232.582

 

250.435

17.853

NOOVLE S.p.A.

Milano

Euro

50

50

100,00 %

50

50

NOOVLE S.r.l.

Milano

Euro

300

(1.012)

(1.067)

100,00 %

(1.012)

12.743

13.755

OLIVETTI

Ivrea(TO)

Euro

10.000

10.556

(6.283)

100,00 %

10.556

 

10.829

273

TELECOM ITALIA
CAPITAL

Lussemburgo

Euro

2.336

(10.301)

(8.485)

100,00 %

(10.301)

 

2.388

12.689

TELECOM ITALIA
FINANCE

Lussemburgo

Euro

1.818.692

6.474.749

92.413

100,00 %

6.423.149

(3)

5.914.971

(508.178)

TELECOM ITALIA
LATAM PARTIC. E
GESTAO ADMIN.

SanPaolo (Brasile)

R$

118.926

(38.175)

(7.527)

 

 

 

Euro

18.650

(5.987)

(1.180)

100,00 %

(5.987)

(5)

5.987

TELECOM ITALIA
SAN MARINO

San Marino

Euro

1.808

8.298

1.458

100,00 %

8.298

 

7.565

(733)

TELECOM ITALIA
SPARKLE

Roma

Euro

200.000

658.915

(13)

100,00 %

741.337

(6)

586.886

(154.451)

TELECOM ITALIA
TRUST
TECHNOLOGY

Pomezia(RM)

Euro

7.000

14.991

937

100,00 %

14.991

 

8.506

(6.485)

TELECOM ITALIA
VENTURES

Milano

Euro

10

1.846

(336)

100,00 %

1.846

 

1.846

TELECONTACT
CENTER

Napoli

Euro

3.000

37.683

5.518

100,00 %

37.683

 

12.544

(25.139)

TELENERGIA

Roma

Euro

50

15.824

(19.031)

100,00 %

15.824

 

50

(15.774)

TELSY

Torino

Euro

5.390

23.582

(3.762)

100,00 %

23.582

 

19.519

(4.063)

TIAUDIT
COMPLIANCE
LATAM
(in liquidazione)

Rio de Janeiro (Brasile)

R$

1.500

1.643

(185)

 

 

 

Euro

235

258

(29)

69,9996%

180

181

1

TIM BRASIL
SERVICOS E
PARTICIPACOES

Rio de Janeiro  (Brasile)

R$

7.169.030

11.090.043

642.289

 

 

 

Euro

1.124.236

1.739.124

100.723

0,00000001 %

 

TIM MY BROKER

Roma

Euro

10

97

87

100,00 %

97

10

(87)

TIM RETAIL

Milano

Euro

2.402

76.571

4.297

100,00 %

76.571

 

15.116

(61.455)

TIM TANK

Milano

Euro

18.600

26.990

2.150

100,00 %

26.990

 

24.839

(2.151)

 

 

 

 

 

7.208.732

(1.788.030)

Bilancio separato di

TIM S.p.A.

439



(migliaia di euro)

Sede

Capitale


(1)

Patrimonio Netto

(1) (2)

Utile/

(perdita)

(1)

Quota
partecipazione
(%)

Corrispondente
P.N. di bilancio
(A) (3)

Valore di carico


(B) (4)

Differenza


(B-A)

Partecipazioni in imprese collegate e joint venture

AREE URBANE (in
liquidazione)

Milano

Euro

100

(92.175)

(1.185)

32,62 %

(30.067)

30.067

NORDCOM

Milano

Euro

5.000

13.413

841

42,00 %

5.633

2.143

(3.490)

TIGLIO I

Milano

Euro

1.000

2.738

132

47,80 %

1.309

1.189

(120)

TIGLIO II  (in
liquidazione)

Milano

Euro

10

178

(37)

49,47 %

88

88

TIMFIN

Torino

Euro

6.000

3.964

(2.036)

49,00 %

1.942

2.940

998

 

 

 

 

 

 

6.360

27.455

(1) Desunti dall'ultimo bilancio approvato. Per le Controllate sono stati utilizzati i dati a principi IFRS, predisposti per il consolidato.

(2) Comprensivo dell’utile (perdita).

(3) Al netto del dividendo da distribuire.

(4) Comprensivo dei versamenti in conto partecipazioni.

(5) Coperto dal fondo oneri su partecipate.

(6) Dati desunti dal bilancio consolidato.




Bilancio separato di

TIM S.p.A.

440


ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO AI SENSI DELL’ART. 81-TER DEL REGOLAMENTO CONSOB N. 11971 DEL 14 MAGGIO 1999 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI

1.I sottoscritti Luigi Gubitosi, in qualità di Amministratore Delegato, e Giovanni Ronca, in qualità di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari di TIM S.p.A., attestano, tenuto anche conto di quanto previsto dall’art. 154-bis, commi 3 e 4, del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58:

l’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa e

l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del Bilancio d’esercizio nel corso dell’esercizio 2020.

2.TIM ha adottato come framework di riferimento per la definizione e la valutazione del proprio sistema di controllo interno, con particolare riferimento ai controlli interni per la formazione del bilancio, il modello Internal Control - Integrated Framework (2013) emesso dal Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission.

3.Si attesta, inoltre, che:

3.1Il Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020:

a)è redatto in conformità ai principi contabili internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 (International Financial Reporting Standards – IFRS), nonché alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in Italia con particolare riferimento all’art. 154-ter del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998 n. 58 e ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 del Decreto Legislativo 28 febbraio 2005, n. 38;

b)corrisponde alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;

c)è idoneo a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’emittente;

3.2La relazione sulla gestione comprende un’analisi attendibile dell’andamento e del risultato della gestione nonché della situazione dell’emittente, unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze cui è esposto. La relazione sulla gestione comprende altresì un’analisi attendibile delle informazioni sulle operazioni rilevanti con parti correlate.


Milano, 23 febbraio 2021






441


RELAZIONE DELLA SOCIETA' DI REVISIONE

442


















RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ALL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DI TIM S.p.A. AI SENSI DELL’ART. 153 D.LGS. 58/1998

Signori Azionisti,

la presente relazione (nel seguito la “Relazione”) dà conto dell’attività di vigilanza svolta dal Collegio Sindacale della Società nel corso dell’esercizio 2020 e sino alla data odierna, secondo quanto prescritto dalla legge, dai principi di comportamento del Collegio Sindacale raccomandati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, dalle disposizioni Consob in materia di controlli societari e dalle indicazioni contenute nel Codice di Corporate Governance.

Il Collegio Sindacale ha acquisito le informazioni strumentali allo svolgimento dei compiti di vigilanza ad esso attribuiti mediante la partecipazione alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e dei Comitati endoconsiliari, le audizioni del management della Società, gli incontri con il revisore legale, con l’Organismo di Vigilanza e con i corrispondenti organi di controllo delle società del Gruppo TIM, l’analisi dei flussi informativi acquisiti dalle competenti strutture aziendali, nonché le ulteriori attività di controllo (1).

La presente Relazione è redatta secondo quanto richiesto dalla Comunicazione Consob n. DEM/1025564 del 6 aprile 2001 e successive integrazioni e modifiche.

(1) In concomitanza con la revisione del Modello Organizzativo 231 e al fine di rafforzare il presidio sulle tematiche 231 in un’ottica di continuous improvement, tenuto conto anche delle risultanze di un’analisi di benchmark dei principali players di mercato, a far data dal 1° aprile 2020, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato - dopo aver acquisito il consenso del Collegio Sindacale alla rinuncia a rivestire detto ruolo - di attribuire le funzioni di Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. n. 231/2001 ad un apposito organo, composto da un Sindaco effettivo, dal Responsabile della Direzione Audit e da due professionisti esterni (di cui uno con ruolo di Presidente).


1.Considerazioni sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale effettuate dalla Società e sulla loro conformità alla legge e all’atto costitutivo

    

Sulla base delle informazioni ricevute e in esito alle analisi condotte, è emerso che le operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale compiute dalla Società nell’esercizio 2020, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente partecipate, sono essenzialmente costituite da:

fusione per incorporazione di Vodafone Towers Srl in INWIT S.p.A. cui sono seguiti: (i) la cessione di un pacchetto del 4,3% del capitale sociale di INWIT S.p.A. a investitori istituzionali, (ii) il conferimento del 30,2% delle azioni INWIT nel veicolo Daphne 3 S.p.A., holding neocostituita e controllata da TIM, che è subentrata a TIM nei patti parasociali con Vodafone Europe BV, attraverso il quale TIM e Vodafone esercitano il controllo congiunto di INWIT S.p.A. e (iii) la cessione del 3% residuo detenuto da TIM in INWIT S.p.A. ad un veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners Limited;

fusione per incorporazione di TIM Vision S.r.l., TN Fiber S.r.l e HR Services S.r.l. in TIM;

scissione parziale, a favore di TIM, del ramo “Scuola Digitale” di Olivetti S.p.A.;

acquisizione del controllo di Noovle S.r.l., società italiana di consulenza ICT e system integration specializzata nella fornitura di progetti e soluzioni cloud e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano;

avvenuta efficacia della fusione per incorporazione di TIM Participações nella sua controllata TIM S.A.; e

sottoscrizione degli accordi con KKR Infrastructure e Fastweb S.p.A. avente ad oggetto la costituzione di FiberCop, la newco in cui verranno conferite la rete secondaria di TIM e la rete in fibra sviluppata da Flash Fiber, la joint venture realizzata con Fastweb. Parallelamente è stata firmata con CDP Equity (CDPE) una lettera di intenti finalizzata alla realizzazione del progetto di creazione di una rete unica nazionale (AccessCo) mediante fusione tra FiberCop e Open Fiber e attraverso un meccanismo di governance condivisa con CDPE.

Le operazioni sopra indicate sono riportate nelle note di commento al bilancio consolidato del Gruppo TIM e al bilancio separato di TIM S.p.A., nonché nella relazione sulla gestione dell’anno 2020.

Il Collegio Sindacale ha accertato la conformità delle suddette operazioni alla legge, allo Statuto sociale e ai principi di corretta amministrazione, assicurandosi che le medesime non fossero manifestamente imprudenti o azzardate, in contrasto con le delibere assunte dall’Assemblea degli azionisti o tali da compromettere l’integrità del patrimonio aziendale.

Si evidenzia, inoltre, che, successivamente alla chiusura dell’esercizio, sono intervenuti i seguenti fatti di rilievo:

1.in data 11 gennaio 2021 TIM ha concluso con successo il collocamento del suo primo Sustainability Bond da 1 miliardo di euro, con scadenza di 8 anni, destinato ad incrementare l’efficienza energetica del Gruppo e a finanziare progetti green e social. TIM ha prezzato il prestito ben al di sotto del mercato secondario di riferimento, fissando la cedola annuale all’1,625%. Con questa operazione TIM ha esteso la

451


scadenza media del debito e ha raccolto nuovi fondi per importo eccedente le scadenze 2021. I proventi verranno utilizzati per la trasformazione della rete da rame in fibra da cui si attende un significativo efficientamento energetico. Inoltre, per la prima volta in Italia, una corporate investirà parte dei fondi raccolti in progetti con valenza sociale come previsto nel Sustainability Financing Framework; e

2.in data 25 gennaio 2021 TIM ha annunciato la nascita di Noovle S.p.A., società interamente controllata dal Gruppo TIM che si propone come centro di eccellenza per il Cloud e l’edge computing, con l’obiettivo di potenziare i servizi innovativi TIM di public, private e Hybrid cloud alle imprese, dalle PMI all’industria, e alla Pubblica Amministrazione accelerando la trasformazione digitale del Paese. In particolare, TIM ha affidato a Noovle S.p.A. il compito di realizzare sei nuovi Data Center e gestire sette Data center già operativi, dislocati sul territorio nazionale.

Si evidenzia, infine, che TIM ha usufruito al 31 dicembre 2020 della possibilità di riallineare i valori fiscali ai maggiori valori dei beni che risultano iscritti in bilancio, e nello specifico il valore dell’avviamento, come previsto dal D.L. 104/2020, art 110, commi 8 e 8 bis. Questo consentirà, a partire dal 2021, previo pagamento di un’imposta sostitutiva del 3% del valore riallineato, la deduzione in 18 esercizi di tale valore. Ciò ha comportato la rilevazione di imposte differite attive al 31 dicembre 2020 per 6,6 miliardi di euro, a fronte dei benefici che saranno conseguiti in termini di IRES ed IRAP.


2.Indicazione dell’eventuale esistenza di operazioni atipiche e/o inusuali, comprese quelle infragruppo o con parti correlate

Il Collegio Sindacale non ha riscontrato, nel corso dell’esercizio 2020, operazioni atipiche e/o inusuali effettuate con terzi o con parti correlate (ivi comprese le società del Gruppo).

Le operazioni con interessi degli Amministratori o con altre parti correlate sono state sottoposte alle procedure di trasparenza previste dalle disposizioni in materia.

Le informazioni relative alle principali operazioni infragruppo e con le altre parti correlate, realizzate nell’esercizio 2020, nonché la descrizione delle loro caratteristiche e dei relativi effetti economici, sono contenute nelle note di commento al bilancio separato di TIM S.p.A. e al bilancio consolidato del Gruppo TIM.


3.Valutazione circa l’adeguatezza delle informazioni rese, nella Relazione sulla gestione degli amministratori, in ordine alle operazioni atipiche e/o inusuali comprese quelle infragruppo e con parti correlate

Il Collegio Sindaale reputa che l’informativa concernente le operazioni infragruppo e con parti correlate, riportata nelle note di commento al bilancio separato di TIM S.p.A. e al bilancio consolidato del Gruppo TIM, sia da considerarsi adeguata.


4.Osservazioni e proposte sui rilevi ed i richiami di informativa contenuti nella Relazione della Società di revisione

La società di revisione EY S.p.A. (di seguito anche “EY”) ha rilasciato, in data 10 marzo 2021, le relazioni ai sensi dell’art. 14 del d.lgs. n. 39/2010 e dell’art. 10 del Regolamento UE n. 537/2014 nelle quali si attesta che il bilancio separato di TIM S.p.A. e il bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020 forniscono una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria, del risultato economico e dei flussi di cassa per l’esercizio chiuso a tale data, in conformità agli International Financial Reporting Standards adottati dall’Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 del D.Lgs. 28 febbraio 2005, n.38.

In data 10 marzo 2021, EY ha altresì rilasciato la Relazione aggiuntiva per il Comitato per il controllo interno e la revisione contabile sui risultati della revisione legale dei conti che include, anche, la dichiarazione relativa all’indipendenza del medesimo revisore legale.

Dalla suddetta relazione è, in sostanza, emerso che “Nel corso della revisione del bilancio d’esercizio della Società e del bilancio consolidato del Gruppo chiuso al 31 dicembre 2020, non sono state individuate questioni significative riguardanti casi di non conformità, effettiva o presunta, a leggi e regolamenti o disposizioni statutarie”.

Il Collegio Sindacale provvederà ad informare il Consiglio di Amministrazione della Società sugli esiti della revisione legale, trasmettendo a tal fine la relazione aggiuntiva, corredata da eventuali osservazioni. 

La società di revisione ritiene, altresì, che la relazione sulla gestione e le informazioni della Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari indicate nell’art. 123-bis, comma 4, del TUF siano coerenti con il bilancio d’esercizio di TIM S.p.A. e con il bilancio consolidato del Gruppo TIM al 31 dicembre 2020.

Il Collegio Sindacale e la Società di revisione hanno mantenuto continui scambi informativi nonostante le difficoltà operative oggettive che si sono manifestate, a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.

452


5.Indicazioni dell’eventuale presentazione di denunce ex art. 2408 c.c., delle eventuali iniziative intraprese e dei relativi esiti

Dalla data della precedente relazione (31 marzo 2020) e sino alla data della presente Relazione (10 marzo 2021) sono pervenute, da parte degli azionisti della Società, due denunce ai sensi dell’art. 2408, comma 3, del codice civile.

La prima denuncia è relativa ad un contenzioso tra la Società e l’azionista denunciante, avente ad oggetto rilievi in ordine alla mancata definizione transattiva del contenzioso stesso. Il Collegio Sindacale ha svolto gli opportuni approfondimenti con il supporto della Funzione Legal & Tax, al termine dei quali ha ritenuto che tale denuncia non fosse fondata e ha, pertanto, deliberato di non darvi ulteriore seguito.

Quanto alla seconda denuncia pervenuta, questa è stata ritenuta qualificabile non come denuncia ex art. 2408 del codice civile, come indicato dal denunciante, ma come reclamo commerciale. Il Collegio Sindacale ne ha comunque seguito l’iter di risoluzione da parte della competente funzione aziendale verificando la sua chiusura con soddisfazione del cliente.


6.Indicazione dell'eventuale presentazione di esposti, delle eventuali iniziative intraprese e dei relativi esiti

È in vigore una procedura che disciplina le modalità di invio di segnalazioni all’organo di controllo. Sul sito internet della Società, nella sezione il Gruppo (Organi Sociali - Collegio Sindacale - Ruolo e attività), sono disponibili le istruzioni per l’inoltro di segnalazioni al Collegio Sindacale della Società.

La Società si è inoltre dotata di una nuova Procedura “Whistleblowing”, aggiornata anche a valle dell’attribuzione del ruolo di Organismo di Vigilanza a un organo separato dal Collegio, che prevede l’istituzione di canali informativi idonei a garantire la ricezione, l’analisi e il trattamento di segnalazioni relative a problematiche di controllo interno, informativa societaria, responsabilità amministrativa della Società, frodi o comunque relative ad anomalie comportamentali riferibili al personale TIM o a terzi in violazione di leggi e regolamenti e/o non conformità al Codice Etico ed al Modello Organizzativo 231, nonché al sistema di regole e procedure vigenti nel gruppo TIM, inoltrate da dipendenti, membri degli organi sociali o terzi anche in forma anonima.

Dalla data della precedente Relazione (31 marzo 2020) e sino alla data della presente Relazione (10 marzo 2021), sono pervenute al Collegio Sindacale n. 24 segnalazioni, nelle quali si lamentano, per lo più, disservizi tecnici e carenze di natura commerciale, contabile e amministrativa e una segnalazione avente ad oggetto una gara per l’acquisto di apparati tecnologici, a livello globale.

Su tutte tali segnalazioni il Collegio Sindacale ha svolto, con il supporto della Direzione Audit e dei competenti uffici della Società, gli opportuni approfondimenti, dai quali non sono emerse irregolarità da segnalare all’Assemblea degli azionisti. Si evidenzia che con riferimento alla gara citata innanzi è stata svolta un’indagine specifica, prima da parte della funzione Compliance e quindi dalla Direzione Audit di entrambe le società del Gruppo coinvolte, che hanno fatto emergere gli aspetti di miglioramento con riferimento alla conduzione di gare globali a livello di Gruppo.

Rispetto a n. 4 segnalazioni, alla data della presente Relazione le attività istruttorie risultano ancora in corso.


7.Indicazione dell'eventuale conferimento di ulteriori incarichi alla società di revisione e dei relativi costi

Nel corso dell’esercizio 2020 TIM S.p.A. ha conferito a EY S.p.A. alcuni incarichi diversi dalla revisione dei bilanci, i cui corrispettivi, escluse le spese vive e l’IVA, sono riepilogati nel seguito:


453


EY S.p.A.

(in euro)

Procedure di verifica svolte ai sensi degli International Standards on Auditing (ISA 805 - Revised):

sul fatturato dell’esercizio 2019 realizzato dal negozio sociale di TIM S.p.A. sito presso l’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma;

8.500,00

sul Rendiconto Finanziario Consolidato di TIM S.p.A. al 30.06.2020

15.000,00

Emissione di Comfort Letter connessa al rinnovo dell’Euro Medium Term Notes Programme per un importo fino a 20 miliardi di euro

40.000,00

Review delle carte di lavoro di altra Società di Revisione inerenti INWIT S.p.A. sulla Relazione Finanziaria Consolidata al 30.06.2020 e sul Bilancio Consolidato al 31.12.2020

70.000,00

Servizi di revisione/verifica (attestazione di conformità UNI ISO 26000) connessi all’ottenimento di specifiche riduzioni contributive (INAIL)

15.000,00

Incarichi su base volontaria correlati ad attività di Assessment su tematiche di Segregation of Duties (SOD):

Assessment i) della matrice tecnica rispetto alle Leading Practice di riferimento e ai Business Process, ii) in seguito al passaggio al sistema SAP S/4 HANA e del set-up del tool di monitoraggio SAP GRC Access control;

184.307,00

Assessment e riscontro su i) completezza dei rischi SOD rispetto al tool SAP S/4 HANA ii) valutazione dell’allineamento della matrice funzionale alle Leading Practice del settore TMT di riferimento

40.000,00

Incarichi su base volontaria per attività di Assurance sui processi di migrazione:

Attività di verifica del processo di migrazione e della quadratura dei dati contabili oggetto di migrazione da SAP P1E al nuovo sistema SAP S/4 HANA;

180.000,00

Attività di Assurance del processo di migrazione di alcuni applicativi ed infrastrutture di TIM derivanti dalle modifiche introdotte dai sistemi informatici che hanno impatti sul financial reporting

420.000,00

Totale complessivo

125.000,00


Inoltre, nel periodo tra il 1° gennaio 2021 e la data della presente Relazione, TIM S.p.A. ha conferito a EY S.p.A. i seguenti ulteriori incarichi, diversi dalla revisione dei bilanci, i cui corrispettivi, escluse le spese vive e l’IVA, sono riepilogati nel seguito:


EY S.p.A.

(in euro)

Servizi di revisione/verifica (svolti ai sensi dell’ISA 805 - Revised)) connessi alla fruizione di specifici
trattamenti fiscali (credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo e per attività di innovazione
tecnologica)

90.000,00

Emissione di comfort letter in relazione all’emissione di prestiti obbligazionari (Sustainability Bond)

40.000,00

Incarico su base volontaria inerente ad attività di assurance e assessment relative alla Dichiarazione Non Finanziaria (svolte secondo l’ISAE 3000 e ISAE 3410)

76.000,00

Incarico su base volontaria per il rilascio di una relazione in merito all’esame completo dell’informativa European Single Electronic Format (“ESEF”) riferita al bilancio consolidato di TIM S.p.A. al 31 dicembre 2020 (attività effettuata in base al principio ISAE 3000 Revised)

20.000,00

Totale

226.000,00


Ai sensi delle vigenti “Linee Guida Conferimento Incarichi a Società di Revisione”, il conferimento dei sopra riportati incarichi è stato preventivamente approvato dal Collegio Sindacale.


8.Indicazione dell'eventuale conferimento di incarichi a soggetti legati alla società incaricata della revisione da rapporti continuativi e dei relativi costi

Nel corso dell’esercizio 2020 e nel periodo tra il 1° gennaio 2021 e la data della presente Relazione, TIM S.p.A. non ha conferito alcun incarico a soggetti legati da rapporti continuativi con EY S.p.A. e/o a società appartenenti alla rete della medesima.


9.Indicazione dell'esistenza di pareri rilasciati ai sensi di legge nel corso dell'esercizio

Il Collegio Sindacale ha espresso parere favorevole, ai sensi dell’art. 2389, comma 3, del codice civile: 

sulla scheda degli obiettivi del compenso variabile (MBO 2020) dell’Amministratore Delegato; e

sulla rimodulazione della componente fissa di remunerazione riconosciuta all’Amministratore Delegato, consistente nella riarticolazione dell’importo lordo complessivo annuo fisso di 1,4 milioni di euro in (i) euro

454


1.300.000 quale Retribuzione Annua Lorda per il rapporto di lavoro dipendente e (ii) euro 100.000 quale compenso per la carica di Amministratore Delegato, ex art. 2389, comma 3, cod. civ..

Il Collegio Sindacale ha espresso, inoltre, ai sensi dei Principi di Autodisciplina della Società:

parere favorevole sulle schede degli obiettivi per l’incentivazione a breve termine (MBO 2020) dei Responsabili delle funzioni di controllo (Direzione Audit, Direzione Compliance e Funzione IT & Security Compliance);

parere sulla nomina del Consigliere Salvatore Rossi a Presidente del Consiglio di Amministrazione con le sole attribuzioni risultanti dallo Statuto, dalla legge e documenti di autodisciplina della Società, sulla conferma e accertamento dello stesso come consigliere indipendente e sulla conferma del trattamento economico già in essere; e

parere sulla nomina del consigliere Frank Cadoret come componente del Comitato Sostenibilità e Strategie con il trattamento economico già in essere.

Il Collegio Sindacale ha espresso, infine, ai sensi del Codice di Corporate Governance, parere favorevole al Piano di Audit preliminare 2021, esaminato dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 3 febbraio 2021, e che sarà consolidato in occasione di una successiva riunione dell’Organo consiliare.

 

10.Indicazione della frequenza e del numero delle riunioni del CdA, del Comitato Esecutivo e del Collegio Sindacale

Nel 2020 il Consiglio di Amministrazione della Società ha tenuto n. 14 riunioni alle quali il Collegio Sindacale ha sempre assistito.

Il Comitato per il controllo e i rischi si è riunito 11 volte, il Comitato per le nomine e la remunerazione si è riunito 10 volte, il Comitato parti correlate si è riunito 6 volte e il Comitato Sostenibilità e Strategie (già Comitato Strategico) si è riunito 4 volte. Il Collegio Sindacale ha assistito alle riunioni di tutti i comitati endoconsiliari mediante la partecipazione del Presidente e/o di altro Sindaco, vigilando sulle relative attività.

Nel corso del 2020 le riunioni del Collegio Sindacale sono state 24, di cui 2 nell’esercizio delle funzioni di Organismo di Vigilanza ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 (cfr. infra).

Nel 2021 e sino alla data dell’approvazione della Relazione le riunioni sono state 7.

La maggioranza dei componenti il Collegio Sindacale è intervenuta (mediante collegamento in audioconferenza) all’Assemblea degli Azionisti del 23 aprile 2020, tenutasi secondo le modalità consentite dalla disciplina eccezionale contenuta nel Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18.


11.Osservazioni sul rispetto dei principi di corretta amministrazione    

Il Collegio Sindacale ha vigilato sul rispetto dei principi di corretta amministrazione mediante la partecipazione alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e dei comitati endoconsiliari, la tenuta di incontri con il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, il Responsabile della Direzione Audit, il Group Compliance Officer, il Responsabile della funzione IT & Security Compliance, le audizioni del management della Società e l’acquisizione di informazioni. In particolare, il Collegio ha acquisito l’informativa sul sistema di gestione anticorruzione di TIM ai fini della norma UNI ISO 37001 da cui emerge il sostanziale rispetto dei requisiti indicati dalla norma e che il Sistema di Gestione Anticorruzione della Società è stato implementato nel rispetto dei requisiti previsti nella documentazione di riferimento, seppure a fronte di alcune raccomandazioni e spunti di miglioramento su aspetti comunque non critici.

Il Collegio Sindacale ritiene che gli strumenti e gli istituti di governance adottati dalla Società costituiscano nel complesso un presidio idoneo al rispetto dei principi di corretta amministrazione nella prassi operativa. Il Collegio Sindacale ha vigilato sui procedimenti deliberativi del Consiglio di Amministrazione e ha verificato che le scelte di gestione fossero conformi alla disciplina applicabile (legittimità sostanziale), adottate nell’interesse della Società, compatibili con le risorse e il patrimonio aziendale e adeguatamente supportate da processi di informazione, analisi e verifica, anche con il ricorso, quando ritenuto necessario, all’attività consultiva dei comitati e a professionisti esterni.


12.Osservazioni sull'adeguatezza della struttura organizzativa

Il Collegio Sindacale ha monitorato l’evoluzione della struttura organizzativa del Gruppo TIM (anche ai sensi della disciplina Golden Power, come da prescrizioni contenute nei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2017 e 2 novembre 2017), definita nel rispetto, da un lato, dell’autonomia organizzativa e gestionale della Capogruppo e delle società controllate e, dall’altro, dell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento da parte di TIM nei confronti delle società direttamente o indirettamente controllate.


455


In particolare, il Collegio Sindacale ha monitorato le principali evoluzioni dell’assetto organizzativo di TIM e del Gruppo TIM mediante incontri con il Responsabile della Funzione Human Resources, Organization & Real Estate, i Responsabili delle principali strutture aziendali e l’acquisizione delle comunicazioni organizzative che hanno avuto impatto sui primi e secondi riporti del vertice di TIM o sul macro assetto delle società del Gruppo.


13.Osservazioni sull'adeguatezza del sistema di controllo interno, in particolare sull'attività svolta dai preposti al controllo interno, ed evidenziazione di eventuali azioni correttive intraprese e/o di quelle ancora da intraprendere

Il Collegio Sindacale ha preso atto della valutazione complessiva del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi da parte del Responsabile della Direzione Audit le cui conclusioni vengono di seguito riportate: “in considerazione delle attività svolte dalla Direzione Audit nel periodo di riferimento su specifici contesti operativi, da cui sono emerse tematiche di controllo ed azioni di miglioramento; del reporting sullo stato di attuazione delle azioni correttive, derivanti dalle attività di audit; delle valutazioni fornite dalla Direzione Compliance e Direzione IT & Security Compliance di TIM S.p.A. e dal responsabile Audit di TIM S.A. al 31.12.2020; delle specifiche iniziative realizzate e/o avviate nel periodo di riferimento dal management in ottica di rafforzamento del SCIGR; della relazione del revisore esterno presentata in CCR il 3 dicembre 2020; alla data del 31 dicembre 2020, non sono emerse situazioni o criticità rilevanti tali da far ritenere nel suo complesso non adeguato il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi TIM”.

Il Collegio Sindacale ha condiviso la valutazione di complessiva adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi formulata dal Responsabile della Direzione Audit, tenuto anche conto del fatto che nel 2020 la Direzione Audit ha svolto verifiche prevalentemente focalizzate sull’analisi degli ambiti con i maggiori profili di criticità nell’ottica di supportare il Gruppo TIM nel percorso di rafforzamento dei processi e di miglioramento dell’efficienza operativa. Si segnala che il livello di committment sull’implementazione dei programmi di remediation e di rafforzamento dello SCIGR ha influito positivamente sul rispetto delle scadenze previste per la realizzazione delle azioni correttive e sulle richieste di ripianificazione. Il Collegio evidenzia che il percorso di rafforzamento del sistema di controllo interno è tuttora in atto e potrà, pertanto, trovare evoluzione ancora in diversi ambiti.

Ai fini dell’espressione del proprio giudizio sulla complessiva tenuta del sistema di controllo interno il Collegio Sindacale ha altresì monitorato le attività svolte dai principali attori del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, anche con riferimento a specifiche discipline, come quella in materia di poteri speciali (c.d. Golden Power). In particolare, per quanto di propria competenza, il Collegio Sindacale ha monitorato l’attuazione delle azioni di miglioramento e di mitigazione dei rischi sollecitando, in alcuni casi, appositi e ulteriori interventi di rafforzamento dei presidi di controllo. Il Collegio Sindacale ha preso atto delle risultanze dei controlli di primo e di secondo livello, in virtù dei poteri e delle funzioni di verifica attribuite dal DPCM 06/11/2015 n. 5, coordinato con il DPCM 02/10/2017 n. 3, al Funzionario alla Sicurezza di TIM. Questi ha dichiarato che nell’anno 2020 è emersa, con riferimento ai tre settori di attività della funzione (Sicurezza Industriale, Sicurezza Communication and Information System e Sicurezza delle Comunicazioni classificate e Procedure per il Servizio Cifra), la piena conformità: (i) nella tenuta e nella gestione della documentazione classificata, (ii) nella protezione e tutela di materiali classificati e (iii) nello svolgimento di attività riservate.

Si segnala, altresì, che TIM ha aderito su base volontaria al Regime di Adempimento Collaborativo e che il Collegio ha acquisito le Relazione predisposta dal Responsabile della funzione Reporting and Fiscal Monitoring ai sensi dell’art. 4, comma 2 del D.lgs. 128/2015 avente lo scopo di illustrare al Consiglio di Amministrazione, nell’ambito del Sistema di Gestione e Controllo del Rischio Fiscale (c.d. Tax Control Framework) adottato dalla Società, le verifiche svolte nel 2020, i risultati emersi e le misure di remediation poste in essere, nonché le attività pianificate per il 2021.

Il Collegio Sindacale ha scambiato informazioni con i corrispondenti organi di controllo delle principali società controllate nazionali, prendendo atto delle valutazioni di complessiva adeguatezza del relativo sistema di controllo interno. Ha incontrato altresì il Comitê de Auditoria Estatutário di TIM S.A. e l’Audit Committee di Telecom Italia Capital S.A. e Telecom Italia Finance S.A., prendendo atto della valutazione di complessiva adeguatezza del sistema di controllo interno della società brasiliana e di quelle lussemburghesi.

Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi contempla anche il Modello Organizzativo 231, vale a dire un modello di organizzazione e gestione volto a prevenire la commissione di reati che possono comportare una responsabilità della Società ai sensi del d.lgs. n. 231/2001. Il Modello Organizzativo 231 è adottato, oltre che da TIM, anche dalle società controllate nazionali del Gruppo.

Nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2020 e il 31 marzo 2020, il Collegio Sindacale nel ruolo di Organismo di Vigilanza si è riunito due volte, tenuto conto che dal 1° aprile 2020 la funzione di Organismo di Vigilanza è attribuita ad uno specifico organo separato dal Collegio Sindacale.

Il Collegio Sindacale ha successivamente acquisito informazioni dall’Organismo di Vigilanza nel corso di specifici incontri, oltre che dall’esame delle relazioni semestrali da questo predisposte.

Non sono state rilevate discrepanze fra quanto rappresentato nei documenti prodotti dal management, dall’Organismo di Vigilanza ex. D. Lgs. 231/2001 e dalla società incaricata della revisione legale dei conti.


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L’ultima versione del Modello Organizzativo 231 è stata approvata il 10 novembre 2020 e recepisce le novità normative introdotte dal Decreto Legislativo 14 luglio 2020, n. 75 (di recepimento della c.d. Direttiva PIF), che ha portato ad un ampliamento dei reati presupposto.

Il Gruppo TIM ha adottato un modello di Enterprise Risk Management (ERM) che consente di individuare e gestire i rischi in modo omogeneo all’interno delle società del Gruppo, evidenziando potenziali sinergie tra gli attori coinvolti nella valutazione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il processo è diretto dal Risk Management Steering Committee, che assicura il governo della gestione dei rischi di Gruppo, finalizzato a contenere il livello di esposizione al rischio entro limiti di accettabilità e a garantire la continuità operativa del business aziendale, monitorando l’efficacia delle contromisure adottate. Il Collegio Sindacale ha preso atto che il Consiglio di Amministrazione del 23 febbraio 2021 ha definito il rischio accettabile per il Gruppo (Risk Appetite) e i livelli di scostamento accettabili sui principali obiettivi aziendali (Risk Tolerance) nell’ambito del Piano Industriale. Si segnala che, a partire da luglio 2020, la Società ha avviato le attività del nuovo processo di ERM con l’obiettivo di identificare e quantificare i rischi strategici che possono compromettere il raggiungimento dei target di Piano Industriale e impattare in modo significativo sui risultati attesi. I principali sviluppi finalizzati sono riconducibili all’estensione del Modello di Mercato e del Modello del Consolidato e all’analisi ed integrazione del rischio credito, regolatorio e tecnologico.

Il Collegio Sindacale ha vigilato sulla conformità alle norme di legge e regolamentari della Procedura per l’effettuazione di operazioni con parti correlate, sulla sua effettiva attuazione e sul suo concreto funzionamento.

Il Collegio Sindacale è stato costantemente informato sull’effettuazione di operazioni con parti correlate e ha verificato il rispetto da parte della Società della disciplina applicabile.

In conformità al d.lgs. n. 254/2016 (di seguito, il “Decreto”), TIM è tenuta a comunicare le informazioni di carattere non finanziario a partire dall’esercizio 2018.

La DNF del Gruppo TIM contiene una descrizione di tematiche che riguardano: il modello aziendale di gestione, la corporate governance, lo stakeholder engagement, la matrice di materialità e la gestione del rischio, i risultati conseguiti dalla Società in ordine a tematiche rilevanti in materia di ambiente, la catena del valore e i diritti umani.

La società di revisione ha rilasciato in data 10 marzo 2021 apposita relazione contenente l’attestazione circa la conformità delle informazioni fornite nella DNF a quanto richiesto dal Decreto e dagli standard di rendicontazione utilizzati, che testualmente recita: “non sono pervenuti alla nostra attenzione elementi che facciano ritenere che la DNF del Gruppo TIM relativa all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020 non sia stata redatta, in tutti gli aspetti significativi, in conformità a quanto richiesto dagli articoli 3 e 4 del Decreto e dai GRI Standards”.

Il Collegio Sindacale ha ottenuto periodici aggiornamenti in merito allo svolgimento delle attività propedeutiche alla predisposizione della DNF e ha vigilato sull’osservanza delle disposizioni di cui al sopra citato Decreto nell’ambito delle funzioni ad esso attribuite dall’ordinamento e, in particolare, sull’adeguatezza delle procedure, dei processi e delle strutture che presiedono alla produzione, rendicontazione, misurazione e rappresentazione dei risultati e delle informazioni di tale natura.

Si rinvia alla Relazione sul governo societario e sugli assetti proprietari dell’esercizio 2020 di TIM per disporre di ulteriori elementi informativi sul sistema di controllo interno e di gestione dei rischi della Società.


14.Osservazioni sull'adeguatezza del sistema amministrativo-contabile e sulla affidabilità di questo a rappresentare correttamente i fatti di gestione

TIM, anche al fine di garantire la compliance rispetto alla normativa italiana, gestisce un modello di rilevazione e monitoraggio dei rischi connessi all’informativa finanziaria, strutturato e documentato, che fa riferimento al framework CoSO 2013. Tale modello, gestito con il supporto di uno specifico applicativo, riguarda i controlli interni associati ai rischi identificati sull’informativa finanziaria e le conseguenti attività di valutazione, con precise attribuzioni di responsabilità, nel rispetto del principio di accountability.

Il Collegio Sindacale ha vigilato sull’adeguatezza del sistema amministrativo-contabile della Società e sulla sua affidabilità a rappresentare correttamente i fatti di gestione, anche mediante la raccolta d’informazioni dal management della Società, l’esame di documentazione aziendale e l’analisi delle risultanze delle attività svolte dal revisore legale.

Il Collegio Sindacale ha vigilato altresì sul processo di informativa finanziaria.

Il Collegio Sindacale ha preso atto delle attestazioni rilasciate dall’Amministratore Delegato e dal Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili di TIM sull’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa e sull’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato nel corso dell’esercizio 2020.

In TIM l’impairment test dell’avviamento si realizza secondo un processo consolidato e strutturato, coordinato dal Chief Financial Office, con l’intervento di esperti esterni indipendenti di riconosciuta professionalità. La procedura di impairment è rivista annualmente e la metodologia di esecuzione del test di impairment è

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oggetto di analisi preliminare e discussione in apposite riunioni in cui sono coinvolti il Comitato per il controllo e i rischi e il Collegio Sindacale, a precedere il Consiglio di Amministrazione di approvazione dei resoconti finanziari in cui l’impairment test è richiesto.

Il Collegio Sindacale ha verificato che il processo di impairment test per il bilancio 2020 si sia svolto in termini coerenti con la procedura approvata da ultimo dal Consiglio di Amministrazione in data 16 dicembre 2020 e con i principi IFRS applicabili.

Si rimanda a quanto illustrato nella Nota “Avviamento” del bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo TIM.

In merito a quanto previsto dall’art. 15, comma 1, lett. c, punto ii), del Regolamento Mercati (Condizioni per la quotazione di azioni di società controllanti società costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all’Unione Europea), il Collegio Sindacale non ha constatato fatti e circostanze comportanti l’inidoneità del sistema amministrativo-contabile delle società controllate a far pervenire regolarmente alla direzione e al revisore della società controllante i dati economici, patrimoniali e finanziari necessari per la redazione del bilancio consolidato.


15.Osservazioni sull'adeguatezza delle disposizioni impartite dalla società alle società controllate ai sensi dell'art. 114, comma 2, D.Lgs. 58/1998

Il Collegio Sindacale ritiene che le disposizioni impartite da TIM alle società controllate ai sensi dell’art. 114, comma 2, TUF siano adeguate ad adempiere agli obblighi di comunicazione previsti dalla legge. Al riguardo, segnala che la Società regola, con apposite procedure, i flussi informativi a essa diretti dalle società controllate, relativi in particolare alle operazioni di maggior rilievo.


16.Osservazioni sugli eventuali aspetti rilevanti emersi nel corso delle riunioni tenutesi con i revisori ai sensi dell'art.150, comma 2, del D.Lgs. 58/1998

Nel corso del 2020, il Collegio Sindacale ha tenuto periodici incontri con il revisore legale (EY), nel corso dei quali sono stati scambiati i dati e le informazioni rilevanti per l’espletamento dei rispettivi compiti.

Il Collegio Sindacale ha analizzato l’attività svolta dalla società di revisione, con particolare riferimento all’approccio e alla strategia di revisione per l’esercizio 2020, nonché alla definizione del piano di revisione. Sono state condivise le principali tematiche (le c.d. key audit matters) e i relativi rischi aziendali, potendo così apprezzare l’adeguatezza della risposta pianificata dal revisore.

Il Collegio Sindacale ha accertato, tramite informazioni assunte presso la società di revisione EY e il management della Società, l’osservanza dei principi IAS/IFRS, nonché delle altre disposizioni legislative e regolamentari inerenti alla formazione e all’impostazione del bilancio separato, del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione a corredo degli stessi.

In particolare, il Collegio Sindacale ha verificato che la Società abbia adottato i necessari accorgimenti ai fini della redazione del bilancio consolidato in formato elettronico (utilizzando le tecnologie XHTML e iXBRL), secondo quanto prescritto dal Regolamento ESEF.

Non sono emerse carenze significative nel corso del 2020.

In conformità a quanto prescritto dall’art. 19 del d.lgs. n. 39/2010, il Collegio Sindacale ha verificato e monitorato l’indipendenza della società di revisione legale, in particolare per quanto concerne la prestazione di servizi forniti alla Società, diversi dalle attività di revisione.

Tenuto conto della dichiarazione di indipendenza di EY (contenuta nella Relazione aggiuntiva per il comitato per il controllo interno e la revisione contabile), e degli ulteriori incarichi conferiti da TIM e dalle società del Gruppo a EY ed alle società appartenenti al suo network, il Collegio Sindacale ritiene che sussistano le condizioni per attestare l’indipendenza della società di revisione EY.


17.Indicazione dell'eventuale adesione della società al codice di autodisciplina del Comitato per la Corporate Governance delle società quotate

La Società aderisce al Codice di Corporate Governance e precedentemente aderiva al Codice di Autodisciplina.

Il Collegio Sindacale ha vigilato sulle modalità di concreta attuazione delle regole di governo societario in esso contenute.

In particolare, TIM ha fatto propri i criteri del Codice di Corporate Governance per la qualificazione degli Amministratori come indipendenti. Alla loro stregua e sulla scorta degli elementi messi a disposizione dagli interessati ai sensi del Codice stesso e come da Regolamento Emittenti Consob, o comunque nella disponibilità della Società, è stata effettuata la valutazione dei requisiti nella prima riunione del Board successiva alla nomina, poi rinnovata il 20 febbraio 2019, il 29 gennaio 2020 e, da ultimo, il 3 febbraio 2021. Degli attuali 13 Consiglieri in carica (a seguito delle intervenute dimissioni a febbraio 2021 dei Consiglieri Ferrari e Morselli), 10

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risultano in possesso dei requisiti d’indipendenza: i Consiglieri Altavilla, Bonomo, Capaldo, Cappello, Giannotti de’ Ponti, Moretti, Roscini, Sabelli, Valensise e il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Consigliere Rossi. Rispetto a quest’ultimo, il Consiglio di Amministrazione ha espressamente escluso che il ruolo di “esponente di rilievo” dell’Emittente possa, nell’assetto di governance concretamente adottato, rappresentare un condizionamento alla sua autonomia di giudizio, idoneo a inficiarne l’indipendenza come amministratore.

In data 17 febbraio 2021 il Collegio Sindacale ha verificato la corretta applicazione dei criteri e delle procedure di accertamento adottati dal Consiglio di Amministrazione per valutare l’indipendenza dei propri componenti, ritenendo che esso si sia svolto correttamente.

Il punto di riferimento e coordinamento delle istanze e dei contributi degli Amministratori indipendenti e in genere degli Amministratori non esecutivi è il Lead Independent Director, il cui ruolo è ricoperto dal Consigliere Dante Roscini.

Al Lead Independent Director è riconosciuta la facoltà di avvalersi delle strutture aziendali per l’esercizio dei compiti affidati e di convocare apposite riunioni di soli Amministratori Indipendenti per la discussione di temi sul funzionamento del Consiglio di Amministrazione o sulla gestione dell’impresa.

In data 17 febbraio 2021, il Collegio Sindacale ha altresì effettuato, ai sensi dell’art. 148, comma 3, del TUF e del Codice di Autodisciplina, la verifica circa la sussistenza dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza in capo a ciascun Sindaco.

Si rinvia alla Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari dell’esercizio 2020 di TIM per disporre di elementi informativi sulla corporate governance della Società, rispetto alla quale il Collegio Sindacale esprime una valutazione nel complesso positiva.


18.Valutazioni conclusive in ordine all'attività di vigilanza svolta nonché in ordine alle eventuali omissioni, fatti censurabili o irregolarità rilevate nel corso della stessa

Dall’attività di vigilanza e controllo svolta dal Collegio Sindacale, come descritta in precedenza, non sono emersi fatti significativi da menzionare nella Relazione all’Assemblea.


19.Indicazione di eventuali proposte da rappresentare all'assemblea ai sensi dell'art. 153, comma 2, del d.lgs. 58/98

Preso atto del bilancio di esercizio 2020 di TIM, il Collegio Sindacale non ha obiezioni da formulare in merito alle proposte deliberative del Consiglio di Amministrazione, quali riportate nella Relazione sulla Gestione e reperibili all’indirizzo https://www.gruppotim.it/content/dam/gt/investitori/doc---avvisi/anno-2121/italiano/Assemblea-31-03-2021-Fascicolo-Relazioni-e-proposte-CdA-ITA.pdf.-

Il Collegio Sindacale ha preso atto che l’Assemblea degli azionisti è stata convocata, in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19, con modalità coerenti con la disciplina eccezionale contenuta nel Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18.

I mandati del Collegio Sindacale e del Consiglio di Amministrazione scadono con l'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020.

Al termine del proprio mandato, il Collegio Sindacale ringrazia gli Azionisti per la fiducia accordata ed invita alle deliberazioni inerenti e conseguenti.


Milano, 31 marzo 2020



Per il Collegio Sindacale

          Il Presidente

Roberto Capone

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PROPOSTE DELIBERATIVE

Assemblea di TIM S.p.A.

31 marzo 2021: assemblea ordinaria – unica convocazione

Ordine del giorno

Bilancio al 31 dicembre 2020 – approvazione della documentazione di bilancio – destinazione del risultato d'esercizio

Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti - Approvazione della prima sezione (politica di remunerazione 2020) - Voto non vincolante sulla seconda sezione (consuntivo 2020)

Nomina del Consiglio di Amministrazione - Determinazione del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione -  Determinazione della durata in carica del Consiglio di Amministrazione - Nomina degli Amministratori - Determinazione del compenso del Consiglio di Amministrazione

Nomina del Collegio Sindacale – nomina dei Sindaci effettivi e supplenti – nomina del Presidente del Collegio Sindacale – determinazione del compenso


Bilancio al 31 dicembre 2020 – approvazione della documentazione di bilancio – destinazione del risultato d’esercizio

Signori Azionisti,

il progetto di bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020 conferma la sostenibilità e la robustezza del progetto industriale di TIM S.p.A., che è stata capace di risultati netti positivi nonostante l’effort investitorio straordinario per il deployment delle nuove tecnologie di rete e una pandemia che si è tradotta in crisi economica globale, gravando anche sull’industry, benché in proporzioni inferiori rispetto a quanto verificatosi in altri settori. A questo risultato della Capogruppo si accompagna inoltre, a livello consolidato, l’ulteriore riduzione del livello di Adjusted Net Debt, in accelerazione rispetto ai target del ciclo di pianificazione 2020-2022.

A fronte di un utile d’esercizio complessivo di euro 7.161.469.044,90 (risultante dalle diverse componenti analiticamente esposte nella relazione finanziaria), viene confermata la distribuzione di dividendo a entrambe le categorie azionarie, in continuità con quanto già avvenuto lo scorso anno. La proposta è di procedere, a valle dell’accantonamento di euro 22.422.995,42 alla riserva legale, alla distribuzione di un dividendo in ragione di euro 0,01 per azione ordinaria ed euro 0,0275 per azione di risparmio, nel rispetto dei diritti contemplati per la categoria dall’art. 6 dello Statuto Sociale. L’ammontare del dividendo complessivo distribuito, fermi gli importi unitari testé indicati, varierà in funzione del numero di azioni al tempo in circolazione, tenuto conto degli aumenti di capitale in corso e del numero di azioni proprie in portafoglio della Società, a oggi pari a n. 35.179.709 azioni ordinarie.

Gli importi a titolo di dividendo saranno messi in pagamento a favore degli aventi diritto, sulla scorta delle evidenze dei conti di deposito titoli al termine della giornata contabile del 22 giugno 2021 (record date), a partire dal prossimo 23 giugno 2021, mentre la data di stacco cedola sarà il 21 giugno 2021.

Nel progetto di bilancio viene riallineato fiscalmente il valore dell’avviamento, ai sensi del D.L. n. 104/2020, art. 110, comma 8, apponendo un vincolo in sospensione d’imposta su una quota del patrimonio netto pari all’importo riallineato, dedotta l’imposta sostitutiva dovuta per il riallineamento stesso, con le conseguenti rilevazioni contabili o informative.

Tutto ciò premesso, il Consiglio di Amministrazione sottopone alla Vostra approvazione le seguenti proposte:

Proposta 1: approvazione della documentazione di bilancio

l’Assemblea di TIM S.p.A.,

esaminata la relazione finanziaria annuale di TIM S.p.A.;

preso atto delle relazioni del Collegio Sindacale e della società di revisione EY S.p.A.;

delibera

di approvare il bilancio di esercizio 2020 di TIM S.p.A..

Proposta 2: destinazione del risultato d'esercizio

l’Assemblea di TIM S.p.A.,

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visto il bilancio di esercizio 2020 di TIM S.p.A.;

tenuto conto della misura in essere della riserva legale;

delibera

di accantonare alla riserva legale l’importo di euro 22.422.995,42 necessario a portare l’importo complessivo della riserva alla misura di euro 2.335.400.571,02, pari al quinto del capitale sociale;

di destinare alla distribuzione parte dell’utile dell’esercizio 2020 in funzione del riconoscimento agli Azionisti di un dividendo complessivo calcolato sulla base dei seguenti importi, che saranno applicati al numero delle azioni ordinarie e di risparmio di cui saranno titolari alla record date (escluse quindi le azioni proprie in portafoglio della Società):

euro 0,01 (al lordo delle ritenute di legge) per ciascuna azione ordinaria,

euro 0,0275 (al lordo delle ritenute di legge) per ciascuna azione di risparmio,

di mettere in pagamento il dividendo a partire dal 23 giugno 2021, con stacco cedola in data 21 giugno 2021 (record date il 22 giugno 2021);

di riportare a nuovo l’utile residuo e conferire mandato al Consiglio di Amministrazione a procedere a ogni dovuta rilevazione contabile o informativa connessa al riallineamento fiscale del valore di bilancio dell’avviamento ai sensi del D.L. n. 104/2020, art. 110, comma 8.


Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti - Approvazione della prima sezione (politica di remunerazione) - Voto non vincolante sulla seconda sezione (consuntivo 2020)

Signori Azionisti,

in vista dell’Assemblea del 31 marzo 2021 è stata predisposta, sulla scorta del quadro normativo recentemente aggiornato in funzione del recepimento nell’ordinamento nazionale della Direttiva 2007/36/CE (nota come Direttiva Shareholders’ Rights II), la relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti.

Il documento è articolato in due sezioni:

la prima illustra la politica della Società in materia di remunerazione degli Amministratori, dei Sindaci e dei dirigenti con responsabilità strategiche, nonché le procedure utilizzate per l'adozione e l'attuazione di tale politica, ed è soggetta a deliberazione vincolante dell’Assemblea, con possibilità di deroga in presenza di circostanze eccezionali, nei limiti e nel rispetto delle condizioni procedurali specificate nello stesso documento;

la seconda fornisce la rappresentazione delle voci che compongono la remunerazione dei soggetti citati sopra, con illustrazione analitica dei compensi corrisposti nell’esercizio 2020, indica come la Società ha tenuto conto del voto dei soci ed è a sua volta soggetta a deliberazione non vincolante dell’Assemblea in senso favorevole o contrario.

Tutto ciò premesso, siete chiamati a esprimervi separatamente sulla prima e sulla seconda sezione della relazione, nei termini innanzi descritti. All’uopo il Consiglio di Amministrazione sottopone alla Vostra approvazione le seguenti proposte:

Proposta 1: approvazione della prima sezione della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti

l’Assemblea di TIM S.p.A., vista la disciplina applicabile in materia di relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti,

delibera

di approvare la prima sezione della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti dalla Società.

Proposta 2: voto non vincolante sulla seconda sezione della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti

L’Assemblea di TIM S.p.A., vista la disciplina applicabile in materia di relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti,


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delibera

in senso favorevole sulla seconda sezione della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti dalla Società.


Nomina del Consiglio di Amministrazione - Determinazione del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione - Determinazione della durata in carica del Consiglio di Amministrazione - Nomina degli Amministratori - Determinazione del compenso del Consiglio di Amministrazione

Signori Azionisti,

con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020 si conclude il mandato del Consiglio di Amministrazione nominato dall’Assemblea del 4 maggio 2018.

Ai fini del rinnovo dell’organo amministrativo, l’Assemblea è chiamata:

a determinare il numero dei componenti il Consiglio, nei limiti stabiliti dallo Statuto (da 7 a 19 membri),

a nominarli, secondo il procedimento previsto in Statuto (voto di lista);

a stabilire la durata dell’organo, fino a un massimo di tre esercizi;

a determinare la misura del compenso.

In vista della formulazione delle varie proposte, è stato pubblicato apposito documento (disponibile all’indirizzo www.gruppotim.it/assemblea), recante una sintesi delle regole applicabili e una serie di considerazioni del Consiglio di Amministrazione uscente sulla composizione quali-quantitativa ottimale dell’organo, a cui si invita a fare riferimento. Inoltre, come fatto oggetto di comunicazione al pubblico, in vista del rinnovo il Consiglio di Amministrazione uscente si è determinato a formulare proposte proprie e una propria lista, nel rispetto della procedura consultabile all’indirizzo www.gruppotim.it/assemblea. Per parte sua il Consiglio depositerà, insieme a lista e proposte accessorie, apposita relazione sul processo istruttorio compiuto; analogamente raccomanda ai soci di accompagnare le liste e proposte che intendono presentare con un’adeguata informativa sulle motivazioni delle scelte effettuate.

La lista presentata dal Board concorrerà con quelle presentate dai soci. Là dove poi si rendesse necessario procedere a integrazione della compagine consiliare con le maggioranze di legge (maggioranza assoluta del capitale presente in riunione), sarà messa in votazione la proposta di nomina dei candidati non eletti, inseriti nelle liste regolarmente pubblicate, a partire dalla lista che abbia ottenuto più voti, secondo l’ordine in cui nella medesima risultano elencati, nel numero necessario a completare la composizione dell’organo nel rispetto del requisito dell’equilibrio di genere. Resta inteso che, una volta completata la composizione dell’organo collegiale, non si procederà alla proposta di nomina dei candidati non eletti di eventuali altre liste.

Quanto alle proposte accessorie (relative a numero, durata e compensi degli Amministratori), le proposte di provenienza consiliare saranno messe ai voti per prime e, solo là dove non approvate dall’Assemblea, saranno considerate le eventuali proposte provenienti dai soci, a partire dalla proposta presentata dagli azionisti che rappresentano la percentuale maggiore del capitale. Resta inteso che, una volta approvata una proposta, non si procederà a votazione di eventuali proposte alternative.

Tutto ciò premesso, il Consiglio di Amministrazione uscente di TIM S.p.A., in vista dell’Assemblea del 31 marzo 2021, nelle more della presentazione di una propria lista e della formulazione delle necessarie proposte accessorie (come sopra),

raccomanda ai soci:

di voler esercitare tempestivamente i diritti di candidatura alla carica di Amministratore della Società loro attribuiti da legge e Statuto;

di presentare, unitamente alle liste, ove ritenuto opportuno, proposte motivate in ordine a numero dei componenti l’organo e durata del mandato, nonché sui relativi compensi.

Raccomanda altresì ai candidati di mettere a disposizione una foto e copia di un documento di identità e di autorizzare la pubblicazione del curriculum vitae sul sito internet della Società, evitando l’inserimento di dettagli di cui non desiderino la diffusione; invita i soci a votare a tempo debito sulle proposte accessorie pubblicate e a effettuare la propria scelta fra le liste che saranno presentate in conformità alle previsioni di Statuto.

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Nomina del Collegio Sindacale – nomina dei Sindaci effettivi e supplenti – nomina del Presidente del Collegio Sindacale – determinazione del compenso

Signori Azionisti,

con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020 si conclude il mandato del Collegio Sindacale nominato dall’Assemblea del 24 aprile 2018.

Ai fini del rinnovo dell’organo di controllo, l’Assemblea è chiamata:

a nominare cinque Sindaci effettivi e quattro Sindaci supplenti,

a nominare il Presidente del Collegio Sindacale tra i Sindaci eletti dalla minoranza, e

a determinare la misura annuale dei compensi per la carica.

Quanto sopra è devoluto alle proposte dei soci, il Consiglio di Amministrazione limitandosi a convocare la riunione e a fornire di seguito alcuni elementi informativi e raccomandazioni. Si rammenta che la durata del mandato è stabilita dalla legge in tre esercizi, e dunque sino all’Assemblea chiamata ad approvare il bilancio al 31 dicembre 2023.

Nomina dei Sindaci effettivi e supplenti

Lo Statuto prevede la nomina di cinque Sindaci effettivi (di cui due del genere meno rappresentato) e quattro Sindaci supplenti (due per ciascun genere). Almeno due Sindaci effettivi e un Sindaco supplente devono essere scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori legali che abbiano esercitato l’attività di revisione legale dei conti per un periodo non inferiore a tre anni. I restanti Sindaci (effettivi e supplenti) devono aver maturato un’esperienza di almeno tre anni nell’esercizio di:

attività di amministrazione o di controllo ovvero compiti direttivi presso società di capitali che abbiano un capitale sociale non inferiore a due milioni di euro, oppure

attività professionali o di insegnamento universitario di ruolo in materie giuridiche, economiche, finanziarie e tecnico-scientifiche, strettamente attinenti all’attività dell’impresa, ovvero ancora

funzioni dirigenziali presso enti pubblici o pubbliche amministrazioni operanti nei settori creditizio, finanziario e assicurativo o comunque in settori strettamente attinenti a quello di attività dell’impresa.

Per Statuto, sono considerati strettamente attinenti a quello della Società i settori di attività e le materie inerenti alle telecomunicazioni, all’informatica, alla telematica, all’elettronica e alla multimedialità, nonché le materie inerenti alle discipline giuridiche privatistiche e amministrative, alle discipline economiche e quelle relative all’organizzazione aziendale. Ancora in tema di requisiti, si rammenta che il quadro normativo applicabile è da ritenersi integrato, con riferimento all’indipendenza, dai criteri stabiliti nel Codice di corporate governance delle società con azioni quotate sul Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana, a cui TIM aderisce. Infine, alla luce dell’attività svolta dall’impresa, risulta opportuno che i componenti l’organo di controllo individualmente posseggano i requisiti per la stipula di contratti con pubbliche amministrazioni e lo svolgimento di attività in regime di autorizzazione.

Il rinnovo avviene sulla base di liste, articolate in due sezioni rispettivamente per la carica di Sindaco effettivo e la carica di Sindaco supplente. Il primo dei candidati di ciascuna sezione viene individuato tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro che abbiano esercitato l’attività di revisione legale dei conti per almeno tre anni. In ciascuna sezione, quando il numero di candidati sia pari o superiore a tre, è richiesto di assicurare la presenza di entrambi i generi, così che i candidati del genere meno rappresentato siano almeno un terzo del totale, con arrotondamento, in caso di numero frazionario, all’unità superiore.

Le liste possono essere presentate entro il 6 marzo 2021 da soci che, da soli o congiuntamente con altri, siano complessivamente titolari di azioni che rappresentino almeno lo 0,5% del capitale con diritto di voto nell’Assemblea ordinaria. Qualora al 6 marzo risulti validamente presentata una sola (o nessuna) lista, ovvero ancora risultino soltanto liste presentate da soci in rapporto di collegamento, la scadenza per il deposito è procrastinata al 9 marzo 2021 e la soglia di legittimazione è dimezzata allo 0,25%. In ogni caso, la Società deve ricevere dagli intermediari le comunicazioni di legittimazione entro il 10 marzo 2021.

Ogni socio può concorrere alla presentazione di una sola lista, fornendo informazioni circa la propria identità e la percentuale di partecipazione complessivamente detenuta, nonché dichiarando i rapporti di collegamento, anche indiretti, con l’azionista di maggioranza relativa. Unitamente alla lista debbono depositarsi per ciascun candidato l’accettazione della candidatura, l’attestazione del possesso dei requisiti (ivi incluso il rispetto del limite al cumulo di incarichi, come previsto dalla disciplina Consob), un curriculum vitae.

In sede assembleare,

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dalla lista che abbia ottenuto più voti (c.d. “lista di maggioranza”) sono tratti tre Sindaci effettivi e due Sindaci supplenti, secondo l’ordine con cui nella lista sono stati inseriti;

dalle restanti liste (c.d. “liste di minoranza”) sono tratti due Sindaci effettivi e due Sindaci supplenti, a seguito di assegnazione ai candidati, secondo l’ordine di elencazione nella lista, di un quoziente risultante dalla divisione del numero dei voti di lista per uno e per due, e selezione dei candidati abbinati ai quozienti più elevati, separatamente per la carica di Sindaco effettivo e la carica di Sindaco supplente.

Qualora in tal modo non sia rispettato l’equilibrio tra i generi, gli ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato sono sostituiti dai primi non eletti della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere meno rappresentato all’interno della lista di maggioranza, l’Assemblea integra l’organo con voto a maggioranza assoluta del capitale rappresentato in riunione, assicurando il soddisfacimento del requisito. A questo fine, e ogni qual volta risultasse necessario deliberare con le maggioranze di legge per il completamento della composizione della compagine sindacale, sarà messa in votazione la proposta di nomina dei candidati non eletti, inseriti nelle liste regolarmente pubblicate, a partire dalla lista che abbia ottenuto più voti, secondo l’ordine in cui nella medesima risultano elencati, nel numero necessario a completare la composizione dell’organo nel rispetto del requisito dell’equilibrio di genere.

Nomina del Presidente del Collegio Sindacale

Il meccanismo del voto di lista è volto, per legge, ad assicurare l’elezione di Sindaci “da parte dei soci di minoranza che non siano collegati, neppure indirettamente, con i soci che hanno presentato o votato la lista risultata prima per numero di voti” (così l’art. 148 del d.lgs. n. 58/1998). La legge prevede altresì che il Presidente del Collegio Sindacale sia nominato dall’Assemblea tra i Sindaci effettivi “eletti dalla minoranza”, ciò che lo Statuto interpreta come Sindaci effettivi tratti dalle liste di minoranza.

A questo fine si invitano i soci a indicare espressamente il proprio candidato alla carica di Presidente dell’organo, qualora la lista dovesse risultare come “lista di minoranza”.

L’Assemblea delibera al riguardo a maggioranza assoluta del capitale rappresentato in riunione. In caso di più proposte utili, verrà messa ai voti per prima la proposta proveniente dai soci che hanno presentato quella fra le liste di minoranza che ha ottenuto più voti. Resta inteso che, una volta approvata una proposta, non si procederà a votazione di eventuali proposte alternative.

Determinazione del compenso

La retribuzione annuale dei Sindaci è stabilita dall’Assemblea per l’intera durata del mandato, a maggioranza assoluta del capitale rappresentato in riunione. In caso di più proposte utili, verrà messa ai voti per prima quella formulata dai soci che dispongano di più azioni. Resta inteso che, una volta approvata una proposta, non si procederà a votazione di eventuali proposte alternative.

I soci sono invitati a presentare, unitamente alla lista, una proposta di compenso, che per prassi distingue la remunerazione del Presidente e la remunerazione dei restanti Sindaci effettivi. Si richiama al riguardo l’attenzione sulla circostanza che – come da modello organizzativo adottato da TIM ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 con decorrenza dal 1° aprile 2020 – un Sindaco effettivo sarà chiamato a far parte dell’organismo di vigilanza della Società. Nel formulare la proposta di retribuzione si raccomanda pertanto di prevedere, oltre al compenso “base” da riconoscere al Presidente dell’organo e a ciascun altro Sindaco effettivo, un compenso aggiuntivo per quello tra i Sindaci effettivi che sarà investito di detto ruolo.

A meri fini informativi si segnala che la remunerazione del Collegio Sindacale uscente è stata fissata dall’Assemblea del 24 aprile 2018 (in continuità con il precedente mandato) in 95.000 euro lordi annuali per ciascun Sindaco effettivo e in 135.000 euro lordi annuali per il Presidente del Collegio Sindacale. Al tempo, non si poneva il tema della partecipazione di un Sindaco a un separato organismo di vigilanza, in quanto le relative funzioni erano espletate direttamente dal Collegio Sindacale.

Tutto ciò premesso, il Consiglio di Amministrazione di TIM S.p.A., in vista dell’Assemblea di rinnovo del Collegio Sindacale,

raccomanda ai soci:

di voler esercitare tempestivamente i diritti di candidatura alla carica di Sindaci della Società loro attribuiti da legge e Statuto;

di voler presentare, unitamente alle liste, proposte accessorie sulla persona del Presidente e sui compensi dei componenti l’organo.

Raccomanda altresì ai candidati di mettere a disposizione una foto e copia di un documento di identità e di autorizzare la pubblicazione del curriculum vitae sul sito internet della Società, evitando l’inserimento di dettagli di cui non desiderino la diffusione;

invita i soci a effettuare la propria scelta fra le liste che saranno presentate in conformità alle previsioni di Statuto e a votare sulle proposte accessorie pubblicate.

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GLOSSARIO

Le seguenti spiegazioni non vanno intese come definizioni tecniche, ma come un supporto per il lettore per comprendere alcuni termini usati nella presente Relazione Annuale.

2G (second-Generation Mobile System)

Sistemi radiomobili di seconda generazione che utilizzano la codifica digitale e comprendono GSM, D-AMPS (TDMA) e CDMA. Le reti 2G sono correntemente utilizzate in tutta Europa ed in altre parti del mondo. Questi protocolli supportano servizi voce, limitate comunicazioni di dati e servizi ausiliari quali fax e SMS.

3G (third-Generation Mobile System)

Il sistema radiomobile di terza generazione è progettato per fornire alte velocità ed accesso continuo per il servizio dati, e maggiore capacità per i servizi voce. La tecnologia 3G fornisce il trasferimento dei servizi di comunicazione personale tradizionali (telefonia, messaggistica) e dati (come lo scarico di informazioni internet, lo scambio di e-mail e la messaggistica istantanea). Le alte velocità dati, misurate in Mbps, sono significativamente superiori al 2G e permettono la visione di video in mobilità e l’accesso ad alta velocità ad internet. Gli standard della tecnologia 3G comprendono UMTS, basato su tecnologia WCDMA (i due termini sono spesso usati in modo intercambiabile) e CDMA2000.

4G (fourth-Generation Mobile System)

Sistemi radiomobili di quarta generazione, progettati per fornire, in aggiunta ai servizi precedenti, un accesso mobile internet a banda ultra-larga ad una molteplicità di device, come laptop con modem wireless, smarthphone, tablets e ad altri dispositivi mobili. Le applicazioni attuali e potenziali includono applicazioni per l’accesso al web, telefonia IP, giochi, TV in alta definizione, videoconferenze, Internet delle cose e cloud computing. Gli standard 4G includono i sistemi LTE e LTE-A (LTE-Advanced). LTE mette a disposizione una velocità di trasmissione in download fino a 150 Mbit/s per cella (su 20 MHz di banda) con valori fortemente migliorativi sul tempo di latenza; LTE abilita i servizi che richiedono elevata interattività (ad esempio gaming, videoconferenza). Lo sviluppo di LTE, denominato “LTE Advanced”, già in corso di dispiegamento, consente di raggiungere velocità di trasmissione ancora superiori.

5G (fifth-Generation Mobile System) 

Il termine 5G indica i sistemi wireless di quinta generazione che saranno introdotti sul mercato a breve. Gli enti di standard a livello mondiale, come il 3GPP (3rd Generation Partnership Project) e l’ITU (International Telecommunication Union) stanno definendo le caratteristiche e i primi standard relativi alla futura connettività 5G, e sono state svolte prime sperimentazioni sul campo. I principali elementi della rete 5G saranno:

bit-rate superiori su larghezze di banda maggiori rispetto ai sistemi precedenti (capacità fino a decine di Gbit/s su centinaia di MHz) per garantire una maggiore qualità delle prestazioni per servizi innovativi come la Virtual Reality, l’Industry 4.0 etc;

bassissima latenza, nell’ordine del millisecondo;

possibilità di collegare simultaneamente centinaia di migliaia di oggetti nell’ambito dell’Internet of Things: dalle tecnologie indossabili ai sistemi automatici di controllo del traffico, dalla guida assistita di veicoli alla domotica.

possibilità di connettersi su mezzi in movimento a velocità elevatissime.

5G NR

5G New Radio. È la nuova tecnologia di accesso radio 5G (Radio Access Technology: RAT). Vedi 5G SA e 5GNSA

5G NSA

5G NonStand-Alone (NSA). La modalità Non Stand-Alone (NSA) fa riferimento a un'opzione di implementazione della NR 5G in cui NR lavora in modo collaborativo con un accesso LTE.

5G SA

5G standalone (SA). La modalità standalone (SA) si riferisce a un'opzione di implementazione 5G basata su una sola tecnologia di accesso radio 5G (i.e. NR o LTE), senza cooperazione con una seconda tecnologia di accesso, connessa ad una Core Network 5G.

Access charge

Importo addebitato dagli operatori nazionali per l'utilizzo della loro rete da parte degli operatori di altre reti conosciuto anche come un "canone di interconnessione".



ADS (American Depositary shares)/ADR (American Depositary Receipt)

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Strumenti utilizzati per la quotazione delle azioni sul NYSE (The New York Stock Exchange).

ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line)

Tecnologia che, attraverso un modem, trasforma la linea telefonica tradizionale su doppino in una linea di collegamento digitale ad alta velocità per il trasferimento di dati multimediali. L’ADSL è utilizzata per realizzare la trasmissione a banda larga in maniera asimmetrica.

Agile

Nell'ingegneria del software, l'espressione metodologia Agile (o sviluppo agile del software) si riferisce a un insieme di metodi di sviluppo del software che si contrappongono ai modelli tradizionali come quelli a cascata (es. waterfall model); i metodi Agile propongono un approccio meno strutturato e focalizzato sull'obiettivo di consegnare al cliente in tempi brevi e frequentemente software funzionante e di qualità. Fra le pratiche promosse dai metodi agili, oggi in generale riferiti al Project Management di prodotti non esclusivamente software, ci sono la formazione di team di sviluppo piccoli, poli-funzionali e auto-organizzati, lo sviluppo iterativo e incrementale, la pianificazione adattiva, e il coinvolgimento diretto e continuo del cliente nel processo di sviluppo del prodotto.

API (Application Programming Interface)

Le API (Application Programming Interface, in italiano Interfaccia di Programmazione di un'Applicazione) sono interfacce di programmazione, costituite da librerie Software disponibili per un determinato linguaggio di programmazione, utilizzate per interagire con altri programmi ed estendere le funzionalità delle piattaforme rendendole interoperabili e aperte a diverse implementazioni.

Aree bianche, grigie e nere

La distinzione tra aree bianche, grigie e nere è rilevante ai fini della valutazione degli aiuti di Stato a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga, sotto il profilo della compatibilità degli aiuti medesimi rispetto alla normativa comunitaria. Questa classificazione è contenuta negli Orientamenti dell’Unione Europea:

le aree bianche sono aree prive di reti ultra broadband, dove gli investitori privati non intendono investire nei prossimi tre anni;

le aree grigie sono aree in cui è presente o verrà sviluppata nei prossimi tre anni una rete ultra broadband da parte di un solo operatore privato.

le aree nere sono aree in cui sono presenti o verranno sviluppate nei prossimi tre anni almeno due reti ultra broadband di operatori diversi.

ATM (Asynchronous Transfer Mode)

Protocollo di rete attraverso il quale il trasferimento dei dati avviene ricorrendo all’l’incapsulamento dei dati in unità, dette celle, di lunghezza fissa (53 byte) anziché in pacchetti a lunghezza variabile come avviene invece nelle reti a commutazione di pacchetto.

Automation

Il termine automazione identifica le tecnologie di gestione automatica di apparati, sistemi e processi, riducendo la necessità dell'intervento umano e facilitando le attività di setup ed esercizio di rete.

Banda Larga 

Comprende le tecnologie di rete che consentono di raggiungere una velocità di trasmissione pari ad almeno 2 Mbit/s. Tali velocità vengono rese disponibili sia sulla rete fissa in rame, a partire dalla tecnologia ADSL, che sulla rete mobile a partire dai sistemi di terza generazione. I servizi a Banda Larga comprendono sia servizi dati che voce. I servizi dati comprendono l’accesso ad internet veloce, la possibilità di scaricare file audio e video, servizi video interattivi punto – punto e multi punto (video chiamata e video conferenza), video on demand e (download e streaming) programmi televisivi.

Banda Ultra Larga

Comprende tutte le tecnologie di rete che permettono di offrire connettività da 30MBit/s fino a oltre 1GBit/s. La definizione è legata alle caratteristiche della rete di accesso fissa e mobile. La Banda Ultra Larga aumentando la capacità e la velocità consente di accedere più rapidamente (e da più utenti contemporaneamente) ai contenuti disponibili in rete anche in mobilità e di poter usufruire di servizi video fino a qualità ultra HD e gaming interattivo.

Banda Ultralarga fissa: comprende le tecnologie di accesso che implicano l’utilizzo della fibra ottica, note come FTTx, per veicolare connettività a Banda Ultra Larga.

Banda Ultralarga mobile: si riferisce all’utilizzo della rete mobile HSPA (evoluzione della rete 3G), LTE e alle sue evoluzioni per veicolare connettività a Banda Ultra Larga.


Backhaul

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Si riferisce all'interfaccia tra il nodo di accesso radio e la rete core.

Backbone

Il backbone è la parte della rete di telecomunicazioni che supporta i collegamenti a lunga distanza, che aggregano grandi quantità di traffico e da cui si estendono le diramazioni della rete necessarie a servire determinate aree locali.

Big Data

Big data è un termine adoperato per descrivere l'insieme delle tecnologie e delle metodologie di analisi di dati massivi. Il termine indica la capacità di estrapolare, analizzare e mettere in relazione un'enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, per scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri.

Bitstream access

Servizio di interconnessione wholesale che consiste nella fornitura, da parte dell'operatore di telecomunicazioni dominante (incumbent), della capacità trasmissiva in accesso tra la postazione di un cliente finale ed un punto di interconnessione di un altro operatore OLO.

Blockchain

Per Blockchain si intende una tecnologia innovativa di strutturazione di dati e di informazioni con condivisione sulla rete; un sistema blockchain è assimilabile ad un database o registro virtuale distribuito, strutturato come una catena di blocchi (da qui il termine blockchain) contenenti le transazioni, e la cui validazione è affidata a un meccanismo di consenso distribuito su tutti i nodi della rete che partecipano alla chain. Le principali caratteristiche delle blockchain sono l’immutabilità del registro, la tracciabilità delle transazioni e la sicurezza basata su tecniche crittografiche avanzate e robuste agli attacchi informatici. Le tecnologie blockchain sono al momento utilizzate a supporto di catene di fornitura globali, alle transazioni finanziarie (es. BitCoin), ai beni contabili e ai social network distribuiti.

BRAS (Broadband Access Server)

Indicato anche come BNG, è un apparato che gestisce le sessioni di accesso degli utenti broadband fissi ovvero autentica gli utenti, funge da terminazione dei collegamenti logici originati dagli apparati utente, produce dati di tassazione, può applicare regole gestionali (policy) e tecniche per la QoS.

Broadcast

Trasmissione simultanea di informazioni e contenuti a tutti i nodi o dispositivi di una rete.

BSC (Base Station Controller)

Nodo di controllo della rete di accesso radio 2G e interfaccia con il sistema di commutazione MSC. Ha il compito di supervisionare e controllare le risorse radio, sia durante la fase di instaurazione della chiamata o connessione dati sia durante la fase di mantenimento delle stesse.

BSS (Business Support System)

È il sistema usato dagli operatori di rete per gestire processi aziendali quali la fatturazione, la gestione delle vendite, la gestione dei servizi al cliente e i data base dei clienti.

BTS (Base Transceiver Station)

Stazione radio base che trasmette e riceve i segnali radio GSM tramite opportune antenne, fornendo copertura in un’area organizzata in una o più “celle” attraverso uno o più radiotrasmettitori (TRX). Comunemente chiamato “ripetitore”, in realtà, non "ripete" alcun segnale come nel caso dei ponti radio, ma lo genera e lo trasmette in etere. La BTS effettua, inoltre la cifratura delle comunicazioni GSM.

Bundle

Offerta commerciale caratterizzata dalla proposizione congiunta di più servizi di telecomunicazioni (es: fonia, accesso ad internet a larga banda, servizi televisivi su protocollo IP, altro) da parte di un operatore con un unico brand commerciale. Si parla di bundle Dual Play quando l’offerta bundle unisce il servizio di telefonia fissa e l'accesso ad internet a larga banda; bundle Triple Play quando l’offerta bundle Dual Play è integrata con contenuti televisivi su protocollo IP (IPTV); bundle Quadruple Play quando all’offerta commerciale bundle Triple Play si aggiungono i servizi integrati di telefonia mobile.

Bypass

Opposto di COLT, sono centrali attualmente prive di apparati attivi per la raccolta di clienti NGAN, che nei piani di lungo termine potranno essere abbandonate (previa migrazione della clientela legacy ivi raccolta).

Caching

Il caching di contenuti web (video, pagine HTML, immagini, ecc.) è una tecnologia che permette di ridurre l'uso della banda e il tempo di accesso ai contenuti. Una cache memorizza copie di documenti richiesti dagli utenti in locazioni più vicine ad essi di quanto lo siano i siti originari, in modo che successive richieste possono essere soddisfatte dalla cache stessa, sotto opportune condizioni.

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Canale (o Channel) 

E’ una via di comunicazione che connette una sorgente a una o più destinazioni grazie a mezzi trasmissivi e segnali elettrici, elettromagnetici, ottici o di altra natura.

Carrier

Operatore di Telecomunicazioni che fornisce un servizio di trasporto di servizi di comunicazione attraverso una propria rete.

Carrier Aggregation

Tecnica per aggregare più portanti radio e di conseguenza incrementare la velocità di trasmissione su rete wireless.

CCA (Current Cost Accounting)

In un approccio contabilità a costi correnti (CCA), la base patrimoniale del gestore è stata annualizzata sulla base del costo di sostituzione lordo dei beni. CCA appartiene alla famiglia delle metodologie di annualizzazione costante dove la quota di ammortamento è stabile e il costo del capitale diminuisce nel tempo, con conseguente riduzione delle rendite. Tuttavia, a differenza della contabilità a costi storici, l’annualizzazione dell’ammortamento è regolata in base alle variazioni di prezzo delle attività in considerazione a causa del progresso tecnico e le variazioni generali dei prezzi (inflazione).

CDMA (Code Division Multiple Access)

Il CDMA è una tecnologia di accesso multiplo usato nelle comunicazioni radio. I primi sistemi radio basati sul CDMA sono stati sviluppata da Qualcomm, e introdotti commercialmente nel 1995. Abilita l’utilizzo simultaneo dello stesso canale per la trasmissione di molteplici segnali, ognuno dei quali è modulato attraverso un codice opportuno al fine di distinguere un messaggio dall’altro.

CDN (Content Delivery Network)

Le Content Delivery Network sono sistemi di distribuzione gestita di contenuti (specialmente contenuti multimediali di grandi dimensioni in termini di banda, come l'IPTV) da parte di un Service Provider per l’erogazione di servizi di streaming audio e video, con migliore qualità verso i clienti.

CDP (Carbon Disclosure Project)

Iniziativa internazionale che stimola le aziende a focalizzarsi sulla gestione dei rischi e delle opportunità emergenti dal cambiamento climatico.

Cella

Porzione geografica di territorio illuminata da una stazione radio.

C.E.M. (limiti di esposizione ai Campi ElettroMagnetici)

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque e sono prodotti sia da origini naturali (temporali, magnetismo terrestre) che da origini antropiche come linee elettriche, stazioni TV, stazioni radiomobili, forni a microonde. Gli effetti che producono sul corpo umano dipendono dalla loro frequenza. Per campi a radiofrequenza quali quelli prodotti dalle stazioni radio base e dai dispositivi mobili il maggiore effetto biologico è il riscaldamento dei tessuti del corpo. La posizione corrente della comunità scientifica, come espressa dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, è che mentre l’esposizione a livelli elevati di C.E.M. sono dannosi alla salute, non è dimostrato che una esposizione prolungata a bassi livelli di C.E.M. possa essere dannosa.

La definizione di quali livelli siano sufficientemente bassi da non essere dannosi è lasciata ai singoli Paesi, pur essendo state definite delle linee guida da parte della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP).

Per quanto riguarda l’Italia, il limite di esposizione è 20 V/m e inoltre è definita una ‘soglia di attenzione’ a 6 V/m, mediata sulle 24 ore, per l’interno di abitazioni, scuole, parchi giochi e tutti i luoghi in cui vi sia una permanenza superiore alle 4 ore giornaliere.

Central Office

Un Central Office è un edificio da cui originano le linee in rame o in fibra che formano la rete di accesso e che raggiungono i clienti. Ospita apparati per i servizi telefonici (Stadio di Linea in terminologia TIM), per servizi dati a larga banda (DSLAM) e eventualmente per servizi ultrabroadband (OLT).  Alcuni Central Office ospitano anche apparati di rango superiore (SGU per telefonia, router per servizi dati), e in tale caso raccolgono anche gli altri CO che ne sono privi.

Central Unit (CU)

E’un nodo logico che ospita livelli di protocollo PDCP, RRC e SDAP e altre funzioni di controllo basate su una suddivisione funzionale di livello superiore.

Closed User Group

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Un gruppo di utenti che può inviare o ricevere servizi di comunicazione solo all’interno dello stesso gruppo, a cui si possono applicare tariffe dedicate.

Cloud

Il termine Cloud si adopera come abbreviazione del concetto di “Cloud Computing”, vale a dire un modello di consumo di risorse di elaborazione (ad esempio reti, server, memoria, applicazioni e servizi) attraverso la rete; con il Cloud si consente al cliente finale, altrimenti definito consumatore, l’accesso diffuso, agevole e a richiesta (on demand) ad un insieme condiviso e configurabile di risorse che possono essere acquisite e rilasciate rapidamente e con minimo sforzo di gestione o di interazione con il fornitore di servizi. Il modello Cloud è composto da cinque caratteristiche essenziali: 1) Self Service su richiesta del cliente, 2) ampio accesso in rete, 3) condivisione delle risorse, 4) elasticità/automazione nella richiesta delle risorse, 5) SLA certificati, tre modalità di servizio (vedasi le voci SaaS, PaaS e IaaS) e quattro modelli di distribuzione/deployment (Cloud privato, pubblico, ibrido e attraverso communities).

Cloud nativo 

Il cloud nativo si riferisce a un approccio per costruire applicazioni in un modo che consente il pieno sfruttamento del paradigma cloud (vedi Cloud).

Cogenerazione

La cogenerazione è la produzione congiunta di energia elettrica (o meccanica) e calore utile a partire dalla stessa fonte primaria. La cogenerazione, utilizzando lo stesso combustibile per due utilizzi differenti, mira a un più efficiente utilizzo dell’energia primaria, con relativi risparmi economici soprattutto nei processi produttivi laddove esista una forte contemporaneità tra prelievi elettrici e prelievi termici.

Cognitive Computing

Sistema avanzato di intelligenza artificiale in cui le macchine hanno parte delle funzionalità tipiche di un cervello umano. Le tecnologie di cui si compone il cognitive computing sono in grado di elaborare enormi quantità di informazioni, imparare in modo autonomo, interagire nel linguaggio dell’uomo e riprodurne i modelli di pensiero.

COLT (Central Office Long Term)

Centrale che nei piani di trasformazione di lungo termine rimane necessaria per raccogliere la clientela NGAN mediante una rete di distribuzione in Fibra Ottica.

Community

Un gruppo di persone che hanno in comune un interesse di qualsiasi natura e si scambiano messaggi su internet (es. tramite social network).

Connected Car 

Una connected car (in italiano: auto connessa) è definita come un veicolo che, oltre ad avere accesso a internet, dispone di sensori e può inviare e ricevere segnali per esplorare l’ambiente circostante ed entrare in contatto con altri veicoli e servizi.

Co-siting

Accordi di condivisione di siti tecnologici (per le Tlc in particolare siti di accesso alla rete e infrastrutture passive) da parte di più attori, per un più efficiente utilizzo delle infrastrutture di rete sia in aree cittadine sia in aree rurali.

CO2 – Biossido di carbonio

Anidride carbonica, uno dei più rilevanti gas ad effetto serra. Riconducibile ai processi industriali come prodotto della combustione in particolare dall’uso dei combustibili fossili.

CPE (Customer Premise Equipment) 

Il Customer Premise Equipment è un dispositivo elettronico (terminale, telefono, modem) per le telecomunicazioni utilizzato lato utente che è in grado di connettersi direttamente alla rete di trasmissione geografica attraverso opportune interfacce. Il collegamento tra il CPE e la rete può essere realizzato su portante fisica (fibra ottica, doppino telefonico) o su portante radio (wireless).

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CPS (Carrier Pre-selection)

Nel quadro della politica di Equal Access garantita a tutti gli operatori, la CPS (Carrier Pre-Selection) è una prestazione della rete telefonica che consente di specificare in maniera permanente l’instradamento delle chiamate verso l’operatore preferenziale con il quale vengono eseguite tutte le chiamate. Tale funzione deve essere implementata dall'operatore di accesso nelle proprie centrali.

C-RAN

Si riferisce a una cloud RAN centralizzata, un paradigma che si occupa di elaborazione centralizzata, radio collaborativa, cloud computing in tempo reale e infrastruttura ad alta efficienza energetica. È un'architettura che aggrega le risorse computazionali delle stazioni base in un pool centrale consentendo un migliore coordinamento radio. C-RAN sfrutta le tecniche di rete definite dal software (SDN) e di virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV), nonché le capacità di elaborazione dei data center per consentire la separazione dei piani di controllo e dei dati e per ottenere un'alta flessibilità consentendo la condivisione delle risorse di rete in modo dinamico.

Cybersecurity

La Cybersecurity, nota anche come sicurezza informatica, si occupa delle analisi delle minacce, delle vulnerabilità e del rischio associato all’utilizzo di strumenti informatici, hardware, software e dati, connessi a Internet, per proteggerli dal tentativo di attacchi quali: alterazione, disabilitazione, furto, distruzione, accesso non autorizzato.

DAS (Distributed Antenna System)

E’ una rete di antenne distribuite connesse ad una sorgente di segnale in modo da fornire servizi wireless in una area geografica o un edificio. Il segnale in radiofrequenza viene combinato e distribuito attraverso il sistema di antenne.

Data Center

Il Data center è il reparto di un'azienda che ospita e gestisce sistemi informatici (IT) di back-end e archivi di dati: i suoi mainframe, i server, i database, etc. In passato questo tipo di gestione era localizzato in unico luogo fisico, da cui il nome di data center. Lo sviluppo di nuove tecnologiche di calcolo distribuito hanno inaugurato nuovi criteri di gestione che vedono esistere più data center dislocati sia a livello fisico che virtuale.

DCC (Digital Contact Center)

E’ un insieme di piattaforme usate per mettere in contatto il cliente con l’agente umano o virtuale di Customer Care più adatto all’esigenza, tramite differenti canali (voce, web, apps, mail, chat, sms), e per supportare gli agenti nell’interazione con i clienti (es. Ordinativi Vocali, Back Office).

DDoS (Distributed Denial of Service)

E' un tentativo di rendere una risorsa informatica in rete (sistema/servizio) non più disponibile agli utilizzatori. Gli attacchi di questo tipo cercano di saturare le risorse di rete e informatiche disponibili al sistema obiettivo dell’attacco, ad esempio un sito web, fino a renderlo non più in grado di erogare il servizio.

Decommissioning

Con il termine decommissioning si intende la dismissione delle soluzioni tecnologiche meno recenti (legacy o obsolete) al fine di razionalizzare e semplificare le attuali reti di Telecomunicazioni con l’obiettivo di ottimizzare gli investimenti e migliorare la qualità ed il time-to-market dei servizi.

DevOps

In informatica, con DevOps (dalla contrazione inglese di development e operations) si indica un metodo agile di sviluppo del software che punta alla comunicazione, collaborazione e integrazione tra sviluppatori e addetti alle operations. DevOps è pertanto un approccio allo sviluppo e all’implementazione di applicazioni in azienda che ha quindi come obiettivo il rilascio del prodotto, il collaudo del software, l'evoluzione e il mantenimento (correzione di bug e release minori) in modo tale da aumentare affidabilità e sicurezza e rendere più veloci i cicli di sviluppo e rilascio.

Digital divide

Divario tecnologico dovuto a ragioni territoriali che si può avere in alcune aree geografiche in cui le persone non hanno accesso effettivo alla tecnologia digitale, come ad esempio i servizi fissi di larga banda. Con il termine Digital Divide si intendono anche le barriere di tipo economico o culturale che hanno alcune fasce di popolazione nell’accedere a servizi digitali. 

Distributed Unit (DU) 

E’un nodo logico che ospita livelli di protocollo RLC / MAC / High-PHY basati su una suddivisione funzionale di livello inferiore.


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DLA (Data Layered Architecture)

E’ un’architettura per la gestione in tempo reale dei dati di utente in una rete di telecomunicazione (ad es. dei profili utente), che introduce una separazione tra un livello di memorizzazione dati logicamente centralizzato, il quale ha in carico la consistenza e disponibilità dei dati, e un livello di front-end che gestisce le richieste provenienti dagli apparati di rete.

DNS

Registro in cui sono contenuti gli indirizzi IP numerici (ad esempio 123.456.789.0) associati agli indirizzi alfanumerici (nome.cognome@dominio.com) comunemente utilizzati per identificare un sito web o un indirizzo di posta elettronica.

DPI (Deep Packet Inspection)

E’ una tecnologia di analisi in tempo reale di traffico a pacchetto che osserva ‘a fondo’ il contenuto dei pacchetti, ovvero fino al livello applicativo, piuttosto che solo fino al livello delle intestazioni IP/TCP/UDP. Abilita una gestione avanzata del traffico.

DSL Network (Digital Subscriber Line Network)

E’ una famiglia di tecnologie di rete che fornisce trasmissione digitale, con larghezza di banda ampia a distanze limitate, attraverso il tradizionale doppino telefonico in rame dalla prima centrale di commutazione fino all'utente finale.

DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer)

Apparato Multiplatore di Linee di Accesso Digitali: elabora segnali digitali di diversi clienti, le cui linee sono attrezzate di tecnologie xDSL, e ne multipla le comunicazioni su un collegamento ad alta velocità verso la dorsale internet.

DTT (TV Digitale Terrestre)

La TV Digitale Terrestre è un tipo di tecnologia di trasmissione che consente una maggiore efficacia nella trasmissione dei servizi televisivi (in termini di numero di canali e qualità delle immagini) mediante l’utilizzo di un sistema digitale.

DVB-H (Digital Video Broadcasting-Handheld)

Il DVBH è stato lo standard di trasmissione video digitale in broadcast ottimizzato per reti mobili su dispositivi portatili, come telefoni cellulari e smartphone.

DWDM (Dense Wavelength Division Multiplexing)

Tecnologia per multiplare e trasmettere contemporaneamente segnali ottici con differenti lunghezze d’onda lungo una singola fibra ottica al fine di aumentare la quantità di banda disponibile.

EDGE (Enhanced Data for GSM Evolution)

Tecnologia che aumenta la velocità di trasmissione dei dati dello standard GPRS dai 30-40 kbit/s fino a oltre 400 kbit/s in condizioni ottimali di radiotrasmissione.

Edge (Network Edge)

E’ un segmento di rete collocato tra accesso e rete principale, in cui sono collocate funzioni dei servizi (come ad es. quelle svolte dal BRAS). A seconda del contesto, questo segmento può essere molto distribuito, ad es. fino a livello di Stazioni Base mobili, o meno distribuito, ad es. posto "al bordo" della dorsale di rete.

Edge cloud.

Si riferisce a un'infrastruttura cloud distribuita ai bordi della rete. Un'architettura Edge Cloud viene utilizzata per decentralizzare la potenza di calcolo ai bordi della rete.

EEB (Energy Efficiency in Buildings)

Iniziativa internazionale promossa dal WBCSD (World Business Council for Sustainable Development) perla ricerca dell’efficienza energetica negli edifici al fine di ridurre l’impatto ambientale e i costi di energia.

EFFC (Extraction Full Free Cooling)

Sistema di raffreddamento per la riduzione dei consumi senza l’utilizzo di gas a effetto serra. L’EFFC si basa sul principio del Free Cooling (ventilazione forzata senza l’utilizzo di condizionamento), associato a un sistema di estrazione dell’aria calda prodotta dagli apparati e ulteriore raffreddamento (adiabatico) dell’aria in ingresso ottenuto mediante lo sfruttamento di una zona a elevata concentrazione di acqua nebulizzata.

EMS (Environmental Management Systems)

Sistemi di Gestione Ambientale contribuiscono alla gestione, in modo sostenibile, dei processi produttivi e di supporto, e sono uno stimolo al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali in quanto sono strumenti

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per garantire la gestione efficace, la prevenzione e la continua riduzione degli impatti ambientali nel campo dei processi di lavoro.

eNB (Evolved Node B)

E’ la Stazione Radio Base del 4G, che implementa l’interfaccia radio LTE e gestisce le proprie risorse radio.

EPC (Evolved Packet Core)

E’ il segmento "core" di una rete 4G. Svolge la gestione della mobilità utente, l’instradamento del traffico (che il 4G è solo traffico a pacchetto), l’applicazione di criteri, la produzione di dati di tassazione, l’interconnessione con reti IP.

EPS (External Power Supplies)

Alimentatori esterni di apparati.

eSIM (embedded SIM)

Rappresenta l’evoluzione delle SIM: si tratta di un circuito integrato incorporato direttamente all'interno di un dispositivo e di conseguenza non estraibile e non sostituibile, ma gestibile da remoto tramite le funzionalità del dispositivo stesso.

Ethernet

Famiglia di tecnologie di collegamento dati ad alta velocità per reti di area locale (LANs) e reti di area metropolitana (MANs).

EuP (Energy-using Products)

Nell’ambito della Direttiva per la progettazione ecocompatibile di prodotti che consumano energia (Eco-design Directive for Energy-using Products, 2005/32/EC), è stato definito il quadro normativo a cui i produttori di dispositivi che consumano energia (EuP) dovranno attenersi, già in fase di progettazione, per incrementare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale negativo dei propri prodotti.

Feeder

Router IP carrier class che svolgono la funzione di raccolta e concentrazione di traffico di rete fissa e mobile oltre che di origine commerciale relativamente ad un bacino di Aree di Centrale. Il traffico raccolto dai Feeder viene consegnato in double homing ai nodi Metro su percorsi fisicamente diversificati.

FFC – Full Free Cooling

Sistema di raffreddamento basato sull’utilizzo della ventilazione forzata per la riduzione dei consumi energetici.

Fibra Ottica

Filamenti di vetro o plastica che costituiscono la base di un’infrastruttura per la trasmissione di dati attraverso segnali luminosi. Un cavo in fibra contiene diverse fibre individuali, ciascuna capace di convogliare il segnale (impulsi di luce) a una larghezza di banda praticamente illimitata. La fibra è utilizzata per la realizzazione tanto delle dorsali di comunicazione (backbone ottico) quanto per le reti di accesso secondo molteplici architetture (FTTx).

Fronthaul

Nella divisione funzionale di una Stazione Base, si riferisce all'interfaccia tra Remote Unit (RU) e Distributed Unit (DU).

FSC (Forest Stewardship Council)

Il Forest Stewardship Council è un'ONG internazionale senza scopo di lucro. Il FSC rappresenta un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale e catena di custodia. Lo schema di certificazione FSC è indipendente e di parte terza.

FTTx (Fiber To The x)

È il termine utilizzato per indicare qualsiasi architettura di rete che usa collegamenti in fibra ottica in sostituzione parziale o totale del tradizionale collegamento in rame utilizzato nelle reti di telecomunicazioni. Le diverse soluzioni tecnologiche si differenziano per il punto della rete di distribuzione in cui arriva la connessione in fibra rispetto al cliente finale. Nel caso dell’FTTC (Fiber to the Cabinet) la fibra arriva fino all’apparato (armadio di distribuzione) posto sul marciapiede, da cui partono i collegamenti in rame verso il cliente; nel caso FTTB (Fiber to the Building) la fibra arriva al base dell’edificio ad un box di distribuzione da dove parte la salita verticale in rame; nel caso dell’FTTH (Fiber to the Home), la fibra arriva direttamente fino in casa del cliente.



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FWA (Fixed Wireless Access)

Fixed Wireless Access indica un insieme di sistemi di trasmissione sviluppati per sfruttare determinate frequenze dello spettro radio allo scopo di fornire servizi di accesso fisso a banda larga (con velocità di connessione nominali pari a 1 Gbps).

Gateway

Nodo di interconnessione di reti diverse. Un nodo Gateway può svolgere una funzione di separazione di Dominio tra reti omogenee oppure può interconnettere reti funzionalmente diverse e pertanto svolgere funzioni di interlavoro protocollare.

G-FAST

G.FAST (Fast Access to Subscriber Terminal, gruppo "G" delle raccomandazioni dell'ITU-T)  è uno standard DSL, quarta generazione su rame, adottato dall'ITU-T a partire dal 2014 che permette di raggiungere velocità aggregate Down Stream +Up Stream di circa 500 Mbit/s fino a 100m e di circa 800-900 Mbit/s fino a 50m.

Si tratta quindi di una tecnologia con velocità superiore a VDSL2 ed eVDSL ma, essendo ottimizzata per distanze molto brevi richiede che gli apparati di rete siano essere posizionati ancora più vicini al Cliente rispetto agli armadi ripartilinea, ovvero nei box di distribuzione presso o alla base degli edifici.

GPRS (General Packet Radio System)

Sistema a commutazione di pacchetto per la trasmissione dati su reti cellulari 2G.

GPON (Gigabit capable Passive Optical Network)

Una rete ottica passiva (PON) è un'architettura di rete che porta il cablaggio in fibra a casa cliente utilizzando uno schema point-to-multipoint, basato su splitter ottici passivi, per servire più locali con una singola fibra ottica.

GRX (GPRS Roaming eXchange for Mobile Operators)

Il servizio GRX permette agli operatori mobili di interconnettere reti GPRS in tutto il mondo e di offrire il servizio di Global Roaming per la copertura GPRS.

GRI (Global Reporting Initiative)

La Global Reporting Initiative (GRI) è un'organizzazione leader nel settore della sostenibilità. GRI promuove l'uso della rendicontazione di sostenibilità come un modo per le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile.

GSM (Global System for Mobile Communication)

Sistema a standard per le comunicazioni cellulari digitali sviluppata a livello mondiale e operante su banda 900 MHz e 1800 MHz. Il GSM appartiene alla famiglia dei sistemi di seconda generazione (2G).

HCFC (Hydrochlorofluorocarbons)

Molecole chimiche composte utilizzate principalmente negli impianti di raffreddamento per sostituire i Cloro Fluorocarburi, proibiti dal protocollo di Montreal, per il loro più limitato effetto depressivo dell’Ozono (hanno circa il 10% del potere dannoso sull’Ozono dei CFC).

HFC (Hydrofluorocarbons)

Idrofluorocarburi: molecole composte in uso negli impianti di raffreddamento. Sono parte della famiglia dei gas a effetto serra. Non hanno effetto ozonolesivo.

HDSL (High-bit-rate Digital Subscriber Line)

Tecnologia della famiglia xDSL standardizzata nel 1994. Fornisce connessioni fino a 8 Mb/s simmetrici su doppino.

HLR (Home Location Register)

Database dove sono registrati i profili dei clienti 2G e 3G.

Home Access Gateway – Access Gateway – Home Gateway – Residential Gateway

Apparati di uso domestico per concentrare il traffico voce/dati/video dei clienti per reti di telecomunicazione private e per connettere dispositivi domestici alla rete Internet o altre reti geografiche (WAN).

Housing 

Concessione in locazione di spazio fisico gestito all’interno di un Data Center per l’installazione di apparati o server.



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HSPA (High Speed Packet Access)

Evoluzione dell’UMTS che consente connessioni dati mobili a banda larga sia in Downstream (HSDPA) sia in Uplink (HSUPA), fino a 42 Mb/s e 5.76 Mb/s, rispettivamente.

IaaS (Infrastructure as a Service)

Attraverso un’offerta Cloud IaaS (Infrastructure as a Service, vedi anche modelli Cloud), un consumatore acquisisce in modo flessibile e dinamico da un Cloud Provider risorse di elaborazione, memoria, rete e altre risorse fondamentali di calcolo, attraverso i quali il cliente può sviluppare e far girare software arbitrario, inclusi sistemi operativi e applicazioni. Il consumatore non gestisce né controlla l’infrastruttura Cloud sottostante, ma controlla sistemi operativi, memoria, applicazioni ed eventualmente, in modo limitato, alcuni componenti di rete (esempio firewalls).

ICT (Information and Communication(s) Technology)

Insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni.

IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers)

Associazione internazionale di scienziati professionisti con l'obiettivo della promozione delle scienze tecnologiche e di ricerca di nuove applicazioni e teorie nella scienza elettrotecnica, elettronica, informatica, biomedica e delle telecomunicazioni. Si occupa inoltre di definire e pubblicare standard in tali campi.

IMS (IP Multimedia Subystem)

E’ l’architettura per la realizzazione di servizi IP Multimedia, ovvero comunicazioni voce/video/testo/ecc. su reti IP. Comprende tutti gli elementi di rete relativi al trattamento della segnalazione e dei flussi media.

IMSI (International Mobile Subscriber Identity)

L'International Mobile Subscriber Identity è un identificativo unico a livello globale associato ad una SIM card.

Intelligenza Artificiale

Abilità di un sistema tecnologico di risolvere problemi e svolgere compiti e attività tipici della mente e del comportamento umano. In ambito informatico, è la disciplina che si occupa di realizzare macchine (hardware e software) in grado di “agire” autonomamente (risolvere problemi, compiere azioni, ecc.)

Interconnessione

Con interconnessione si fa riferimento al collegamento fisico e logico delle reti pubbliche di comunicazione di operatori diversi, per consentire agli utenti di un operatore di comunicare con gli utenti del medesimo o di un altro operatore, o di accedere ai servizi offerti da un altro operatore.

Internet

Rete di interconnessione globale tra reti informatiche di natura e di estensione diversa, resa possibile da una suite di protocolli di rete comune (TCP/IP), che costituiscono la "lingua" comune con cui i computer connessi (gli host) sono interconnessi e comunicano tra loro.

Internet of Things

Per Internet of Things si intende l’estensione di Internet al mondo degli oggetti (dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi…), che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. I campi di applicabilità sono molteplici: dalle applicazioni industriali (processi produttivi), alla logistica e all'infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza remota e alla tutela ambientale.

IP (Internet Protocol)

Protocollo di trasmissione dati a pacchetto, usato per la trasmissione di dati su reti sia private sia pubbliche, in particolare su Internet.

IPCC (IP Contact Center)   

Si veda DCC.

IP/MPLS (Internet Protocol/Multi Protocol LabelSwitching)

Protocollo di commutazione pacchetto che ottimizza le prestazioni della rete mediante la mappatura del flusso di dati end-to-end (IP) sul traffico tra nodi di rete adiacenti (MPLS).

IPTV (Internet Protocol Television)

Tecnologia che utilizza l'infrastruttura di trasporto IP per veicolare contenuti televisivi in formato digitale attraverso connessione internet a banda larga.


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ISDN (Integrated Services Digital Network)

Sistema digitale di telecomunicazioni che consente la trasmissione di differenti servizi (es. voce e dati) end to end in forma digitale. La prima definizione tecnica dell'ISDN, che investe diverse componenti delle reti, risale alle raccomandazioni ITU-T della serie I del 1984.

ISPs (Internet Service Provider)

Società che vende il servizio di accesso a internet e al World Wide Web.

ITU (International Telecommunication Union)

L'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni è un'organizzazione internazionale che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni e nell'uso delle onde radio. Fondata nel 1865 a Parigi, è una delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite e l'attuale sede è a Ginevra.

Jitter

Il termine jitter indica la variazione di una o più caratteristiche di un segnale come, ad esempio, l'ampiezza, la frequenza, la fase o il ritardo di trasmissione.

KVAR (kilovolt–amperes reactive)

Sistema di misura, espresso in kilovolt, della corrente elettrica persa in un sistema elettrico AC.

LAN (Local Area Network)

Rete informatica che copre un'area geografica limitata (ad es. una scuola o una azienda) e fornisce servizi di telecomunicazione e interconnessione tra terminali (ad es. personal computer).

Lambda 

Rappresenta il singolo canale ottico sul quale viene trasmesso il segnale nelle reti in fibra ottica.

Latenza

La latenza di un sistema può essere definita come l'intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui arriva l'input al sistema e il momento in cui è disponibile il suo output. In altre parole, la latenza non è altro che una misura della velocità di risposta di un sistema.

LCA (Life Cycle Analysis)

Metodologia d’analisi per la valutazione e quantificazione degli impatti ambientali associati a un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’estrazione e acquisizione delle materie prime fino al riciclaggio.

LLU (Local Loop Unbundling)

E’ il servizio che consente agli operatori telefonici diversi da Telecom Italia di affittare l'ultimo tratto del doppino telefonico, ossia il cavo di rame che collega la centrale Telecom Italia alla sede dell'utente.

Local Loop (Doppino Telefonico)

Coppia di conduttori di rame attraverso i quali un'abitazione o un ufficio si connette ad una rete di telecomunicazioni; è la tecnologia tradizionale di realizzazione delle linee di accesso telefoniche ed è spesso chiamato "ultimo miglio".

LTE (Long Term Evolution)

Si veda 4G.

Machine Learning

Noto anche come Apprendimento Automatico, è l’abilità dei computer di apprendere senza essere stati esplicitamente e preventivamente programmati.

MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems)

I MEMS sono dispositivi miniaturizzati, di dimensione compresa tra alcuni micrometri ad alcuni millimetri, che eseguono funzioni di rilevazione, elaborazione ed attuazione, impiegando componenti elettronici, meccanici, ottici, chimici o biologici integrati solitamente su un circuito ibrido di silicio. 

MGCP (Media Gateway Control Protocol)

Protocollo di segnalazione che permette la gestione delle funzionalità multimediali e la conversione della telefonia tra le reti telefoniche tradizionali ed i servizi VoIP.


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MGW (Media GateWay).

Apparato che tratta le diverse connessioni voce, dati e video adattandone le codifiche tra differenti tecnologie e protocolli (es. da circuito a pacchetto).

Microservices

Nello sviluppo delle moderne applicazioni software, quando si usa il termine micro-servizi, si indica un modello architetturale specifico per lo sviluppo di una singola applicazione come una suite di piccoli servizi, ognuno identificato come un processo di elaborazione specializzato (es. un web server, un’applicazione di storage, etc.) e in grado di comunicare con meccanismi veloci e snelli, spesso basati su interfacce API per la descrizione di risorse HTTP. Questi servizi forniscono capabilities per lo sviluppo del business di un’azienda e sono particolarmente adatti per la realizzazione di prodotti software secondo metodologie agile; ogni micro-servizio può essere realizzato e gestito in modo indipendente mediante algoritmi di implementazione completamente automatizzati, garantendo così la massima flessibilità nello sviluppo e mantenimento delle applicazioni.

Midhauling

Nella divisione funzionale di una Base Station, si riferisce all'interfaccia tra la Distributed Unit (DU) e la Central Unit (CU).

MIMO (Multiple Input Multiple Output)

E’ un insieme di tecniche mirate ad aumentare la banda complessiva dell’accesso radio mediante la trasmissione simultanea di due (o più) segnali dati su due (o più) antenne colocate, utilizzando le stesse risorse frequenziali. Il lato ricevente, anche esso dotato di due o più antenne, è in grado di discriminare i diversi segnali dati sfruttando le differenze di tempo e direzione di arrivo dei segnali simultanei che sono causate dalla propagazione su percorsi multipli. In effetti, la propagazione radio su percorsi multipli ovvero il fatto che un segnale da un punto A raggiunge un punto B tramite percorsi multipli a causa delle riflessioni e dispersioni dovute a oggetti (es edifici, alberi) è un fenomeno naturale nelle comunicazioni radio, che era visto come un disturbo. Per contro, le tecniche MIMO sfruttano questa molteplicità di percorsi (utilizzando opportune codifiche dei segnali) per aumentare la capacità.

mMTC (Massive machine type communication)

mMTC noto anche come comunicazione MMC (Massive Machine Communication) è un tipo di comunicazione tra un enorme numero macchine su rete wireless in cui la generazione di dati, lo scambio di informazioni e l'attuazione avviene con un intervento minimo o nullo da parte dell'uomo.

MSC (MobIle Swiching Center)

Nodo della rete mobile che svolge funzioni di commutazione e controllo, quali gestione delle chiamate, commutazione del traffico, billing, registrazione e autenticazione e agisce come interfaccia con le altre reti.

Multimedialità

Servizio o prodotto che prevede l’uso simultaneo ed interattivo di due o più mezzi di comunicazione (es. voce, video, testo ecc) che si integrano in modo reciproco.

Multicast ABR (Multicast Adaptive Bit Rate)

Tecnologia che codifica il traffico multicast video in diversi flussi a bitrate differente, utilizzati in funzione delle condizioni di canale, consentendo di ottimizzare la fruizione da parte dell’utente e l’uso delle risorse di rete.

MVNO (Mobile Virtual Network Operator)

Fornitore di servizi di comunicazione mobili che non possiede lo spettro radio o l’infrastruttura di rete, ma le affitta da un operatore terzo.

NaaS (Network as a Service)

Con il termine NaaS (Network as a Service) si intende la fornitura di servizi di rete virtuali da parte di un Network Provider verso una terza parte, come ad esempio un Service Provider non dotato di risorse di rete infrastrutturate in ambito geografico, o un cliente di medie/grandi dimensioni che necessita di risorse di connettività di base o evoluta su una infrastruttura di rete pubblica o condivisa. Alcuni esempi di servizio che riferiscono al modello NaaS sono le VPN (Virtual Private Network, i servizi a banda dinamica (BoD, Bandwidth on Demand) e la Mobile Network Virtualization. La diffusione delle offerte NaaS oggi è sempre più sostenuta dai modelli flessibili di virtualizzazione della rete e dall’impiego di tecnologie di programmazione e automazione delle reti come l’SDN (Software Defined Networking).

Naked 

Per “linea naked” si intende una linea di accesso in rame “priva” (da cui naked, nuda) di un servizio fonia. Si tratta di una linea dedicata esclusivamente al servizio dati.


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NB IoT (NarrowBand Internet of Things)

E’ una specifica del 3GPP abilitante l’Internet of things, basata sull’ottimizzazione dell’accesso radio a banda stretta finalizzata all’applicazione della tecnologia LTE a reti di sensori: pochi messaggi al giorno e di piccole dimensioni, raggio di copertura elevato per poter raggiungere i contatori negli scantinati, durata delle batterie molto elevata (target 10 anni), numero di connessioni per cella dell’ordine di decine di migliaia e costo del modulo molto basso.

Net Neutrality (Neutralità della rete)

La neutralità della rete è il principio secondo cui i fornitori di servizi Internet devono trattare tutti i dati allo stesso modo e non discriminare o addebitare diversamente in base a utente, contenuto, sito Web, piattaforma, applicazione, tipo di apparecchiatura o metodo di comunicazione.

Network (Rete)

Sistema di elementi interconnessi. In una rete di telecomunicazioni, i dispositivi dei clienti e gli apparati per la gestione dei servizi di fonia e dati sono connessi tramite un sistema di trasmissione basato su fibra ottica, cavi metallici o connessioni radio.

Network cap

Vedere Price cap.

Network Slicing

Slicing di rete riferito al 5G: creazione di più reti logiche ad hoc tra loro segregate sulla stessa infrastruttura di rete fisica. Ogni “slice” è una rete end-to-end isolata su misura per soddisfare i diversi requisiti richiesti da una particolare applicazione.

NFV (Network Function Virtualization)

Il paradigma NFV consente alle funzionalità di rete, sia fissa che mobile, di diventare applicazioni software, denominate VNF (Virtual Network Function), che l’operatore può istanziare su server commerciali, sfruttando le tecnologie di virtualizzazione, separando il legame tra hardware e software presente negli apparati odierni.

NGAN (New Generation Access Network)

Rete di accesso fissa di nuova generazione realizzata con differenti soluzioni tecnologiche, che vanno dall’evoluzione dell’ADSL alla fibra ottica in casa dell’utente (vedi FTTx).

NGCN (Next Generation Core Network)

Il nome proprio del backbone IP di TIM.

NGDC (Next Generation Data Center)

Data center di nuova generazione basata su concentrazione fisica e virtualizzazione dei server per ridurre i costi di manutenzione e gestione e i consumi energetici e per migliorarne l’efficienza.

NGN (Next Generation Network)

Rete di nuova generazione realizzata da Telecom Italia per soddisfare le richieste dell’industria, della Pubblica Amministrazione e dei cittadini. La nuova architettura di rete garantisce un’infrastruttura al servizio di una pluralità di offerte che aumenta i livelli di personalizzazione e disponibilità di banda, insieme ad un’ampia varietà di sistemi di accesso.

NGNs (Non-Geographic Numbers)

Sono numeri telefonici non associati ad una particolare posizione geografica (ad esempio, servizi a tariffa maggiorata, numero verde, servizi di directory assistance).

Nodo

Indica genericamente un elemento di comunicazione ed elaborazione all’interno di una rete.

Node B (analogo di BTS in GSM)

Stazione radio base nella tecnologia UMTS che, via antenna, manda un segnale radio per la copertura di una cella (generalmente 3 celle ogni Node B). Svolge inoltre funzioni che sono strettamente associate con la gestione della connessione radio.

N-play offering

Offerte ai clienti che includono in una unica tariffa due o più servizi fissi e mobili: fonia, connettività e traffico dati, video e servizi TV, servizi a valore aggiunto (ad es. gaming).


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NYSE (New York Stock Exchange)

Borsa valori di New York.

OAO (Other Authorised Operator)

Operatori diversi da quello dominante che forniscono servizi ai loro clienti utilizzando la rete di accesso fissa dell’operatore dominante.

OHSAS (Occupational Health and Safety Assessment Series)

Standard internazionale che fissa i requisiti che deve avere un sistema di gestione a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori.

OLOs (Other Licensed Operators)

Operatori diversi da quello dominante che operano nel mercato nazionale dei servizi di telecomunicazioni.

OLT (Optical Line Termination)

Elemento ottico della rete PON (Passive Optical Network) che svolge la funzione di interfaccia tra la PON stessa e la rete di Backbone. OLT è collocato in sede di centrale.

ONU (Optical Network Unit)

Elemento ottico della rete PON (Passive Optical Network) che svolge la funzione di interfaccia con il dispositivo di accesso degli utenti o la rete di distribuzione verso gli utenti.  ONU è collocato in armadio ripartilinea.

OPB (Optical Packet Backbone)

È la dorsale IP multiservizio di trasporto nazionale. È costituita da nodi interconnessi che prendono il nome di nodi OPB, e dai collegamenti ad altissima capacità esistenti tra di essi.

OPM (Optical Packet Metro)

E’una rete metro-regionale di raccolta che fornisce connettività Ethernet e IP per il traffico di rete fissa e mobile, nonché per la clientela Retail o Wholesale. E’costituita da router IP distribuiti su tre livelli gerarchici di aggregazione: Remote Feeder, Feeder e Metro, interconnessi tra loro in double homing mediante link in doppia via fisicamente diversificata (ove possibile).

Open Source

Il termine inglese Open Source (che significa sorgente aperta) viene utilizzato per riferirsi ad un software di cui i detentori dei diritti rendono pubblico il codice sorgente, favorendone il libero studio e permettendo a programmatori indipendenti di apportarvi modifiche ed estensioni.

Operatori OTT (Over the Top)

Operatori che offrono contenuti e servizi su internet senza avere la proprietà dell’infrastruttura di rete di telecomunicazioni.

ORAN

Si riferisce a Open RAN, un'architettura per la creazione della RAN virtualizzata su hardware aperto, con controllo radio integrato basato su AI. Tale architettura si basa su interfacce ben definite e standardizzate per consentire un ecosistema aperto e interoperabile della catena di approvvigionamento nel pieno supporto e complementare agli standard promossi da 3GPP e altre organizzazioni di standard del settore.

OSS (Operations Support System)

Modalità, procedure (automatizzate e non) e sistemi che supportano direttamente il funzionamento e l’operatività dell'infrastruttura delle telecomunicazioni.

OTN (Optical Transport Network)

E’ una tecnologia sviluppata per abilitare la multiplazione di segnali digitali da trasportare su collegamenti WDM e per ottenere prestazioni di OAM di questi segnali simili a quelle disponibili in SDH.

Ciò permette una migliore utilizzazione dei collegamenti WDM, rendendo possibile inserire sulle lambda dei segnali ad alta velocità (es. 100 Gb/s) che possono contenere più segnali a velocità inferiore (es. 10 Gb/s) piuttosto che dedicare una lambda per ogni segnale a velocità inferiore.

Outsourcing

Affidare a soggetti esterni lo svolgimento di servizi e processi aziendali. Ad esempio possono essere svolti in outsourcing servizi di pianificazione, costruzione o hosting di una rete o di specifiche apparecchiature che appartengono ad una società e, in ultima istanza, la gestione dell’intero sistema di telecomunicazione.


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PaaS (Platform as a Service)

La PaaS (Platform as a Service) rappresenta uno dei tre modelli di servizio di offerta Cloud; attraverso un’offerta PaaS di un Cloud Provider, viene fornita al consumatore la possibilità di distribuire sull’infrastruttura cloud applicazioni create in proprio oppure acquisite da terzi, utilizzando linguaggi di programmazione, librerie, servizi e strumenti supportati dal fornitore. Il consumatore non gestisce né controlla l’infrastruttura cloud sottostante, compresi rete, server, sistemi operativi, memoria, ma ha il controllo sulle applicazioni ed eventualmente sulle configurazioni dell’ambiente che le ospita.

Packet-Switched Services

Servizi dati basati sulla commutazione a pacchetto.

Pay-Per-View o PPV

Sistema per cui lo spettatore paga per vedere un singolo programma (quale un evento sportivo, un film o un concerto) nel momento nel quale è trasmesso o diffuso.

Pay TV

Canali televisivi a pagamento.

PCS (Personal Communications Services)

Insieme di funzionalità di comunicazione wireless voce e/o dati, che forniscono servizi simili ai servizi di telefonia mobile.

Peering

È l'interconnessione volontaria tra reti Internet, appartenenti a Internet Service Provider diversi e distinte amministrativamente, che permette agli utenti di scambiare traffico tra le rispettive reti.

Penetrazione di mercato

Rappresenta il numero di persone (o abbonati) che acquista un bene/servizio di un particolare brand o di una particolare categoria, rispetto alla popolazione per la quale il servizio è disponibile.

Piattaforma

È un ambiente di esecuzione che comprende hardware e software, applicazioni ed altri strumenti di supporto all'esecuzione di programmi.

PON (Passive Optical Network)

Rete ottica utilizzata solitamente per architetture punto-multipunto in cui nella tratta che collega l’unità abitativa alla centrale non vi sono elementi o apparati che svolgono un ruolo “attivo” ovvero apparati che necessitano di alimentazione elettrica.

POP (Point Of Presence)

Il POP è un punto di accesso alla rete (router), fornito da un Internet Service Provider (ISP), in grado di instradare il traffico per gli utenti finali connessi ad esso.

POTS (Plain Old Telephone Service)

È il servizio di telefonia tradizionale (linea telefonica per la voce, servizi di telefonia fissa e accesso alla rete di telefonia vocale pubblica).

Price-cap 

Identifica il limite di prezzo massimo stabilito dal regolatorio, a cui un servizio/prodotto può essere venduto.

PSTN (Public Switched Telephone Network) - vedi anche RTG

La PSTN, anche chiamata rete telefonica pubblica commutata, è la rete telefonica di prima generazione e fornisce il servizio telefonico di base.

PTN (Packet Transport Network)

E’una classe di apparati che implementa nativamente le tecnologie SDH e Ethernet, ovvero è in grado di trasportare e commutare separatemente entrambi questi due tipi di traffic. E’ utilizzata per collegare sedi di Centrali minori, periferiche, a sedi maggiori, che è un caso di utilizzo dove accanto a traffico a pacchetto (es. backhauling di siti mobili e di accesso broadband) si può trovare anche traffico a circuito (es. telefonia, backhauling 2G).

RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettrice ed Elettroniche).

I RAEE, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, sono attrezzature elettriche/elettroniche di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guaste, inutilizzate, o obsolete.


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RAN (Radio Access Network)

E’ la parte della rete mobile che implementa le tecnologie radio, comprendendo sia funzioni di trasporto dati sull’interfaccia radio che funzioni di controllo.

RAN Sharing

E’ la forma più completa di sharing della rete di accesso. Implica lo sharing di tutte le apparecchiature della rete di accesso, comprese le apparecchiature di antenna, torri e backhaul. Ciascuna delle reti di accesso RAN è incorporata in una singola rete, che viene quindi suddivisa in reti separate nel punto di connessione al core.

Refarming

Riassegnazione di Banda di frequenze di un operatore di reti mobili da una tecnologia ad un’altra per ragioni di ottimizzazione (esempi: UMTS900 in luogo del GSM900 oppure LTE1800 in luogo di GSM1800).

Remote Feeder

Router IP carrier class che per una singola Area di Centrale svolgono la funzione di raccolta e concentrazione di traffico di rete fissa e mobile oltre che di origine commerciale. Il traffico raccolto dai Remote Feeder viene consegnato in double homing ai nodi Feeder, ove possibile su percorsi fisicamente diversificati.

Unità remota (RU)

E’un nodo logico che ospita il livello del protocollo Low-PHY e l'elaborazione RF basata su una suddivisione funzionale del livello inferiore.

RNC (Radio Network Controller)

Gli RNC sono degli apparati (o nodi) con la funzione di controllo delle risorse radio all’interno della rete 3G.

ROADM

Un ROADM (Reconfigurable Optical Add-Drop Multiplexer) è un multiplatore ottico riconfigurabile da remoto in grado di commutare traffico in un sistema WDM (Wavelength-Division Multiplexing). Il suo impiego in una rete trasmissiva aumenta l’efficienza del trasporto consentendo di trasportare su una singola coppia di fibre fino ad oltre 90 canali ad elevato bitrate (oggi fino a 200Gbit/s).

Roaming

Accordo tra due o più operatori telefonici mobili, operanti sullo stesso territorio o in paesi diversi, in base al quale gli utenti abbonati ad un operatore possono utilizzare la rete degli altri operatori.

Il servizio di roaming si attiva ad esempio quando il terminale è utilizzato all’estero e rende possibile ad un utente radiomobile di accedere ad una rete diversa da quella a cui è abbonato.

RoHS (Restriction of Hazardous Substances)

Direttiva europea n°95 del 2002 che istituisce norme riguardanti la restrizione all’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche al fine di contribuire alla tutela della salute umana e dell’ambiente.

RTG (Rete Telefonica Generale) - vedi anche PSTN

La RTG, anche chiamata rete telefonica pubblica commutata, è la rete telefonica di prima generazione e fornisce il servizio telefonico di base.

SaaS (Software as a Service)

Nell’ambito dei modelli di servizio delle offerte Cloud (vedasi anche voce Cloud), il modello SaaS (Software as a Service) esprime la facoltà fornita al consumatore di utilizzare applicazioni e servizi di un fornitore, funzionanti su un’infrastruttura cloud. Le applicazioni sono accessibili da diversi dispositivi attraverso un’interfaccia leggera (thin client), come ad esempio un’applicazione email su browser, oppure da programmi dotati di apposita interfaccia. Il consumatore non gestisce o controlla l’infrastruttura cloud sottostante, compresi rete, server, sistemi operativi, memoria, e nemmeno le capacità delle singole applicazioni, con la possibile eccezione di limitate configurazioni a lui destinate (parametrizzazione).

SAR (Specific Absorption Rate)

Il tasso di assorbimento specifico o SAR esprime la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando questo viene esposto all'azione di un campo elettromagnetico a radiofrequenza (RF). Si veda anche CEM (limiti di esposizione ai Campi ElettroMagnetici).

SDH (Synchronous Digital Hierarchy)

E’ un protocollo di livello fisico, ossia di trasporto, usato per la multiplazione a divisione di tempo e la successiva trasmissione digitale di telefonia e dati in reti di telecomunicazioni geografiche su fibra ottica, cavo elettrico o ponte radio. Le reti che utilizzano tale protocollo a livello fisico vengono dette reti SDH.


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SDN (Software Defined Networking)

Il Software Defined Networking è un paradigma basato sulla virtualizzazione della rete che ha la finalità di trasformare i network tradizionali in piattaforme flessibili e intelligenti per rispondere in tempo reale alle esigenze di larghezza di banda e alla natura dinamica delle moderne applicazioni.

SD WAN (Software Defined WAN)

Nell’ambito del networking, le soluzioni SD-WAN (Software Defined WAN) rappresentano una innovazione delle tradizionali soluzioni Wide Area Network e dell’Edge IP Networking, sviluppata per offrire servizi di connettività evoluti indirizzati a clientela Business. Le soluzioni SD-WAN lavorano in moda agnostico rispetto alla tecnologia di accesso, della rete WAN di trasporto, usano instradamento dinamico dei dati su base applicazione e in forte integrazione con le soluzioni Multi-Cloud, per concatenare alla connettività alcuni servizi a valore aggiunto come l'ottimizzazione WAN, il monitoring delle applicazioni e la sicurezza avanzata.

Service Exposure

La Service Exposure è un’infrastruttura di esposizione di funzionalità, denominate API (Application Programming Interface), sia verso Terze Parti (es. Business Partner), sia per utilizzo interno.

Service Orchestration

Con Service Orchestration si intende un singolo processo di business centralizzato ed eseguibile tramite un orchestratore (es. una piattaforma software) che coordina l'interazione tra vari servizi ed è responsabile per la loro invocazione e composizione, nonché della gestione delle transazioni tra i singoli servizi. La Service Orchestration è spesso comparata con la Service Choreography, che invece realizza un approccio decentralizzato alla composizione di servizi, dove ciascuno dei servizi che partecipano alla coreografia implementa un processo/workflow auto-consistente.

Service Provider

Il Service provider è un soggetto, che offre agli utenti (residenziali o imprese) una gamma di contenuti o servizi, dietro la stipulazione di un contratto di fornitura.

Servizio Universale

Garanzia fornita a tutti gli utenti del territorio nazionale (indipendentemente dalla loro ubicazione geografica) di poter utilizzare determinati servizi di comunicazioni elettroniche ad un livello qualitativo prestabilito e ad un prezzo accessibile, come espressione ed applicazione pratica di un fondamentale diritto del cittadino.

SIP Trunking

Il trunking SIP (Session Initiation Protocol) è un servizio offerto da un fornitore di servizi di comunicazione che utilizza il protocollo per fornire la connettività Voice over IP (VoIP) tra un sistema telefonico locale e la rete telefonica pubblica commutata (PSTN). SIP viene usato per l’instaurazione, la gestione e l’abbattimento della chiamata.

SLA (Service Level Agreement)

I Service Level Agreement, sono strumenti contrattuali attraverso i quali si definiscono le metriche di servizio (es. qualità di servizio) che devono essere rispettate da un fornitore di servizi (provider) nei confronti dei propri clienti/utenti.

Small Cell

Le small cells sono nodi di accesso allo spettro radio a basso consumo energetico. Più piccole rispetto alle antenne solitamente utilizzate nella telefonia mobile, posso essere impiegate sia per la copertura di aree outdoor (piazze, strade pedonali, ecc.) sia per la copertura di hot spot indoor (aeroporti, stadi, centri commerciali, stazioni, ospedali, campus universitari, ecc).

Stadio di Gruppo Urbano (SGU)

Centrale di commutazione locale per il trasporto del traffico telefonico, il routing e la trasmissione. Si veda anche Central Office.

Stadio di Linea (SL)

Si veda Central Office.

Shared Access

Consiste nella fornitura dell'accesso alla sola porzione superiore dello spettro disponibile sulla rete locale in rame dell'operatore di accesso, al fine di consentire la fornitura dei servizi a larga banda.

SLU (Sub Loop Unbundling)

Consiste nella fornitura dell'accesso alla sottorete locale in rame dell’Operatore, ossia al tratto di rete tra la sede dell'utente e l'armadio di distribuzione o un punto di concentrazione intermedio.

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SME (Small Medium Enterprise)

Segmento di mercato delle piccole e medie imprese che hanno tra i 3 e 50 dipendenti.

Smart City

Il Termine Smart City (“città intelligente”) si riferisce ad un’area urbana che impiega tecnologie ICT integrate per l’ottimizzazione di risorse in ambiti chiave: mobilità, comunicazione, economia, lavoro, ambiente, amministrazione ed edilizia. Dal punto di vista infrastrutturale, l’utilizzo in rete delle risorse disponibili migliora l’efficienza economica e politica e può consentire lo sviluppo sociale, culturale e urbano.

Smartphone

Apparecchio elettronico che combina le funzioni di un telefono cellulare e di un computer palmare dotato di un sistema operativo completo.

Smart TV

Il termine Smart TV identifica la nuova generazione di televisori, che permette di fruire di contenuti multimediali audio-video (film, serie TV, video musicali, gaming,..) attraverso una connessione ad internet.

SMS (Short Message Service)

Sono i brevi messaggi di testo che si possono inviare e ricevere sui telefoni cellulari collegati alle reti GSM. La lunghezza massima dei testi è di 160 caratteri alfanumerici.

SOHO (Small Office / Home Office)

Segmento di mercato consistente in piccole attività che usano le linee telefoniche per i collegamenti Internet, invece di utilizzare linee dedicate.  Consistono in piccole imprese, generalmente con uno o due dipendenti, e nelle attività condotte da casa.

SON (Self-Organizing Network)

E’ un insieme di tecnologie e architetture che permette agli Operatori di introdurre, nel contesto delle reti radiomobili, gli abilitatori tecnologici per l’automatizzazione dei processi di configurazione, ottimizzazione e assurance delle reti.

Switch

Switch telefonico: sinonimo di Centrale Telefonica, ovvero apparati utilizzati per stabilire e indirizzare chiamate telefoniche al numero chiamato eventualmente attraverso altre Centrali. Essi possono anche registrare informazioni per finalità di fatturazione e controllo;

Switch di rete: apparati di rete dati in grado di ricevere e inoltrare pacchetti utilizzando informazioni del livello 2 del modello OSI (ovvero indirizzi hardware di altri apparati).

Synchronous

Tipo di trasmissione dati in cui vi è la sincronizzazione permanente tra il trasmettitore e il ricevitore.

STB (Set-Top Box)

Dispositivo utente in grado di ricevere segnali TV da una rete di comunicazione (quali le reti di accesso broadband/ultrabroadband, la diffusione TV terrestre, la diffusione TV satellitare, ecc.) e di inviarli ad apparecchi TV o altri dispositivi di visualizzazione (monitor, proiettori, ecc.) Può includere funzioni di Accesso Condizionato per gestire contenuti a pagamento.

Tablet

Computer portatile di dimensioni ridotte, sul cui schermo è possibile scrivere o impartire comandi col tocco delle dita o mediante un apposito stilo.

TAL (Tele Alimentazione)

Tecnica per fornire energia elettrica ad apparati stradali (quali gli apparati ultra-broadband posti negli armadi ripartilinea dell’architettura Fiber to the Cabinet) dalla Centrale Telefonica.

TCO (Total Cost of Ownership)

Il TCO rappresenta il costo globale di un bene (es. un'apparecchiatura informatica) durante il suo ciclo di vita. Il TCO tiene conto sia dei costi diretti (costi hardware, infrastrutture di rete, licenze); sia dei costi indiretti (gestione, manutenzione, consumi energetici).

TDMA (Time Division Multiple Access)

Tecnologia per la trasmissione digitale dei segnali radio, ad esempio tra un telefono mobile e una stazione radio base. La tecnologia TDMA divide i segnali in parti sequenziali di estensione definita, ponendo ogni parte in un canale di informazioni di intervallo specifico e quindi ricomponendo le parti alla fine del canale.


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ToIP (Telephony over IP)

Termine spesso usato come sinonimo di VoIP, che ha tuttavia un significato più ampio in quanto include servizi avanzati di telefonia (come video, messaggistica, eventualmente prestazioni di trattamento chiamata, ecc.) oltre la chiamata voce di base.

Trasmissione Analogica

La trasmissione analogica è un metodo di trasmissione di informazioni voce, dati, immagini, o video usando un segnale continuo che varia in ampiezza, fase o altra proprietà, in proporzione a quella di una variabile. Un esempio è il trasferimento di un segnale sorgente, utilizzando un metodo di modulazione analogica come la modulazione di frequenza (FM) o la modulazione di ampiezza (AM), o nessuna modulazione. Nelle reti Telco la trasmissione analogica è stata comunemente sostituita dalle tecnologie di trasmissione digitale.

TRX

Radiotrasmettitori localizzati in BTS.

UMTS (Universal Mobile Telecommunications System)

Si veda 3G.

Unbundling

E’ il servizio che consente agli operatori telefonici diversi da Telecom Italia di affittare l'ultimo tratto del doppino telefonico, ossia il cavo di rame che collega la centrale Telecom Italia alla sede dell'utente, staccandolo dagli apparati Telecom e collegandolo ai propri.

UPS (Uninterruptible Power Supply)

Gruppo di continuità elettrica.

URLLC (Ultra-Reliable Low-Latency Communication)

URLLC è un insieme di funzionalità che offrono bassa latenza e altissima affidabilità per applicazioni mission-critical come Internet industriale, reti intelligenti, chirurgia a distanza e sistemi di trasporto intelligenti.vran.

VAS (Value-Added Services)

I servizi a valore aggiunto forniscono ai Clienti funzionalità ulteriori rispetto ai servizi di base offerti da una rete di telecomunicazione. Nelle reti telefoniche (PSTN) e mobili di prima generazione si considerava come servizio di base la telefonia (comunicazioni voce commutate, prima analogiche poi digitali) mentre i VAS potevano comprendere sia servizi di trasmissione dati e fax, che prestazioni di trattamento delle chiamate (es chiamata in attesa, inoltro di chiamata, ecc.).

Successivamente, i VAS basati sul trattamento di chiamata si sono ampliati con ulteriori prestazioni come numeri verdi, reti private virtuali fonia, ecc. Una nuova classe di VAS si è sviluppata sulle reti mobili, comprendente servizi di messaggistica come SMS e MMS. In parallelo lo sviluppo delle reti dati ha portato i servizi di trasmissione dati (es. inizialmente X25, poi Frame Relay, ATM, Ethernet, IP) a essere considerati servizi di base di tali reti, rispetto ai quali si possono avere dei VAS quali address translation, linee virtuali e reti virtuali dati, prioritizzazione del traffico, cifratura, ecc.

Un ulteriore ambito di VAS è quello basato sui contenuti forniti da Service Provider attestati alla rete, a partire dai servizi forniti sulla rete di telefonia per proseguire con contenuti forniti via SMS (news, meteo, ecc) e poi contenuti fruibili via browsing da mobile e fisso, fino ad arrivare a contenuti video in streaming.

VDSL (Very - high – data – rate Digital Subscriber Line)

Tecnologia di accesso che permette di fornire al cliente, tramite un apposito apparato installato in casa (modem VDSL), servizi di voce e TV sul tradizionale doppino telefonico con velocità fino a 50 megabit al secondo in downstream.

VDSL2 (Very - high – data – rate Digital Subscriber Line 2)

VDSL “di 2a generazione” in grado di raggiungere velocità in downstream di picco dell’ordine di centinaia di Megabit al secondo. La velocità effettiva dipende dalla distanza tra apparato del cliente e apparato di rete, ad esempio ad una distanza di qualche centinaio di metri, la velocità raggiungibile è di circa 100 megabit al secondo. Per questa ragione gli apparati di rete sono tipicamente collocati negli armadi ripartilinea così da essere più vicini al cliente. Una evoluzione del VDSL2 denominata eVDSL (enhanced VDSL) permette di raggiungere velocità effettive di circa 200 megabit al secondo ed è stata recentemente dispiegata nella rete TIM.

Vectoring

Tecnologia di trasmissione che cancella le interferenze reciproche (diafonia) tra linee in rame affasciate in uno stesso cavo. Di particolare interesse l’utilizzo su linee VDSL/VDSL2/eVDSL in prospettiva di crescente penetrazione dei servizi ultrabroadband, che renderebbe più sensibili le interferenze.  In questa prospettiva, l’utilizzo del vectoring permette di mantenere le prestazioni tipiche delle tecnologie suddette. La tecnologia si colloca negli apparati ONU dove per essere efficace va applicata su tutte le linee di un cavo; ciò comporta che

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in caso di SLU (Sub Loop Unbundling), ovvero presenza di ONU di più operatori che attestano le linee di uno stesso cavo, sia necessario una implementazione più complessa, il MOV (Multi-Operator Vectoring) che coordini il vectoring delle diverse ONU.

Virtualizzazione

Un approccio alla implementazione di funzionalità ricorrendo solo a software eseguibile su hardware commerciale e generalmente non dedicato, al contrario di approcci che ricorrono anche a hardware specializzato e/o dedicato.

VOD (Video On Demand)

Fornitura di programmi televisivi su richiesta dell'utente dietro pagamento di un abbonamento o di una cifra per ogni programma (un film, una partita di calcio..) acquistato. Diffuso in special modo per la televisione satellitare e per la TV via cavo.

VoIP (Voice Over IP)

Tecnologia che rende possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet o un'altra rete dedicata che utilizza il protocollo IP, anziché passare attraverso la normale linea di trasmissione telefonica.

VoLTE/ViLTE (Voice over LTE / Video over LTE)

Un servizio che fornisce chiamate voce e video su IP tramite l’accesso radio LTE e controllato dall’architettura standard ToIP detta IMS (IP Multimedia Subsystem). Si utilizza la definizione appaiata VoLTE/ViLTE in quanto il servizio è sostanzialmente lo stesso per voce e video, differendo solo per il tipo di flussi media che vengono instaurati. Essendo basato su standard, il servizio raggiunge l’interoperabilità tra terminali utente e tra questi e le reti.

VPN (Virtual Private Network)

E’ una rete progettata per cliente business o un ente pubblico, utilizzando le infrastrutture di un carrier che fornisce servizi personalizzati, e che opera in modo da sembrare dedicata a quello specifico utilizzatore.

VRAN (Virtual Radio Access Network)

E’ un architettura applicata nelle reti 4G/5G che presuppone la divisione della Base Station in due parti, una Unità Centralizzata e una Unità Remota o Distribuita. La prima viene tipicamente posta in un sito più centralizzato rispetto ai siti di antenna e svolge le elaborazioni dei segnali in banda base, per cui è detta anche BBU (BaseBand Unit) mentre la seconda, che rimane al sito di antenna per fornire la copertura radio, è anche detta RRU (Remote Radio Unit). Data questa suddivisione la Unità Centralizzata può essere implementata come una Virtual Network Function su una opportuna infrastruttura hardware, da cui l’intestazione ‘virtuale’.

Un aspetto fondamentale per la praticabilità dell’architettura è la scelta della divisione delle funzioni della Base Station tra Unità Centralizzata e Distribuita, che impatta i requisiti sui collegamenti tra CU e DU (detti midhaul). Negli sviluppi dei 5G questo aspetto è stato trattato individuando opzioni per la divisione che sono candidate alla standardizzazione.

VULA (Virtual Unbundling Local Access)

E’ un servizio wholesale offerto dall’operatore dominante agli operatori alternativi, nel quale il primo fornisce ai secondi il trasporto sulla sua rete di accesso broadband di traffico dati (“flussi di bit”) tra clienti finali e il punto di interconnessione dove l’operatore alternativo riceve il suddetto traffico. Nel caso specifico di Telecom Italia il punto di interconnessione è posto a livello di Centrale Locale, a fianco dell’OLT (Optical Line Termination) ovvero l’apparato di terminazione della rete di accesso ottica.

WAN (Wide Area Network)

Una rete privata che copre una vasta area geografica attraverso l’utilizzo di servizi di telecomunicazione pubblica.

WDM (Wavelength Division Multiplexing)

Tecnologia per mezzo della quale è possibile trasportare su un'unica fibra ottica differenti flussi di informazioni ai quali corrispondono distinte e separabili lunghezze d'onda.

Wi-Fi

Tecnologia wireless per la realizzazione di collegamenti dati in un’area limitata, generalmente nell’ambito del centinaio di metri, e con velocità fino a decine di Megabit per secondo. Usi tipici sono l’utilizzo all’interno di un’abitazione o ufficio come alternativa ad una LAN cablata, oppure in ambito pubblico per fornire accesso ad Internet, o anche per collegare tra loro dispositivi (es un PC portatile con uno smartphone collegato a Internet).


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WLL (Wireless Local Loop)

La fornitura di un equivalente di un accesso cliente (ovvero il collegamento tra sede cliente e Centrale Telefonica) senza l'uso di cavi, ricorrendo piuttosto a tecnologie wireless.

Wi – Max (Worldwide Interoperability for Microwave Access)

Tecnologia che consente l'accesso senza fili a reti di telecomunicazioni a banda larga, inizialmente specificata per operare su distanze fino a decine di chilometri e con velocità nell’ordine delle decine di Megabit per secondo. E’ stata definita dal WiMAX Forum, un consorzio a livello mondiale formato nel 2001 dalle più importanti aziende del campo delle telecomunicazioni fisse e mobili con lo scopo di sviluppare, promuovere e testare la interoperabilità di sistemi basati sugli standard IEEE.

WLR (Wholesale Line Rental)

E’ un servizio wholesale di sola telefonia offerto dall’operatore dominante agli operatori alternativi, nel quale l’operatore alternativo ottiene un servizio simile a ULL senza la necessità di installare propri apparati presso le Centrali Locali. E’ tecnicamente simile alla Carrier Preselection (CPS) e ne differisce commercialmente in quanto il cliente finale non è abbonato al servizio di accesso dell’operatore dominante, né riceve fatture da questo ultimo; ciò permette agli operatori alternativi di fornire ai clienti entrambi i servizi di accesso e traffico e di produrre una singola fattura relativa ad entrambi i servizi.

WTTX (Wireless to the X)

WTTx è una soluzione di accesso a banda larga basata su 4G e 4.5G, che utilizza il wireless per fornire accesso a banda larga simile alla fibra per uso domestico.

xDSL (Digital Subscriber Line)

Tecnologia che sfrutta le normali linee telefoniche e racchiude diverse categorie come ADSL (Asymmetric DSL), HDSL (High-data-rate DSL) e VDSL (Very high bit rate DSL) ed eVDSL (enhanced Very high bit rate DSL). Con tale tecnologia il segnale digitale va ad occupare frequenze elevate per cui il tasso di trasferimento dei dati è maggiore.

XGS-PON

XGS-PON è uno standard aggiornato per reti passive ottiche (PON) in grado di supportare il trasferimento di dati simmetrici a 10 Gbps a velocità più elevata e fa parte della famiglia di standard nota come PON compatibile con Gigabit o G-PON.


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NOTIZIE UTILI


La Relazione Finanziaria Annuale 2020 può essere consultata accedendo al sito gruppotim.it/report.


La Relazione annuale sul Governo Societario e la Relazione sulla remunerazione possono essere consultate accedendo rispettivamente a: gruppotim.it/governance/il-sistema/relazione-annuale e gruppotim.it/governance/remunerazione/relazione-remunerazione.


È inoltre possibile ricevere informazioni su TIM al sito gruppotim.it e informazioni su prodotti e servizi al sito tim.it.


Infine, sono disponibili i seguenti numeri:


Numero Verde 800.020.220 (per chiamate dall’Italia) oppure +39 011 2293603 (per chiamate dall’estero) a disposizione per informazioni ed assistenza agli azionisti


+39 36881 (centralino) oppure investor_relations@telecomitalia.it


gruppotim.it/it/gruppo/governance/il-sistema/relazione-annuale.html



















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