Telecom Italia, ribadisce la piena correttezza di tutte le sue offerte commerciali formulate per andare incontro alle esigenze del mercato e per rispondere alle iniziative della concorrenza. Tali offerte, infatti, si posizionano sempre al di sopra dei costi e nel pieno rispetto delle condizioni di trasparenza della normativa di settore e antitrust, sia nazionale sia comunitaria.
Il disagio manifestato dal documento presentato dai 26 operatori di rete fissa è la dimostrazione di come si sia effettivamente esaurita la prima fase della concorrenza che, per decisione dell´Authority, si fonda su prezzi di interconnessione tra i più bassi d´Europa e su elevati prezzi delle interurbane di Telecom Italia necessarie a finanziare un consistente deficit dell´accesso.
In questo contesto, chiunque, anche con investimenti contenuti, poteva avviare una rivendita dei servizi di Telecom Italia, puntando soprattutto a conquistare clienti ad alto traffico. Oggi, inoltre, in un mercato concorrenziale i prezzi si riducono e si avvicinano ai costi e, conseguentemente, l´unica via per restare competitivi è quella di investire in infrastrutture.
I ventisei operatori vorrebbero evitare tale passaggio, che rappresenta di fatto la seconda fase della concorrenza. Il vero obiettivo della polemica innescata dagli operatori, infatti, è spingere l´Authority a imporre a Telecom Italia di rivendere interconnessione e unbundling sottocosto, andando contro la normativa e la logica di un mercato concorrenziale.