Telecom Italia stigmatizza il comportamento del quotidiano La Repubblica che, sul tema delle intercettazioni telefoniche, continua a riportare notizie denigratorie senza neppure dare conto di quanto più volte dichiarato ufficialmente dalla società.
Per la seconda volta in pochi giorni si trova quindi costretta a ribadire che, anche quanto riportato oggi all’interno dell’articolo “La grande spia bipartisan” pubblicato sul citato quotidiano, in merito alla presunta esistenza in Telecom Italia di “un luogo dove si effettuano tutte le intercettazioni telefoniche del Paese, utilizzandole secondo necessità assolutamente estranee a ragioni istituzionali”, è completamente destituito di fondamento.
Il Gruppo Telecom Italia non ha mai effettuato attività connesse alle intercettazioni telefoniche operando al di fuori delle regole.
Come già scritto al giornale lo scorso 21 gennaio, il ruolo di Telecom Italia nell’attività di collaborazione con l’Autorità Giudiziaria si limita all’instradamento delle chiamate verso dispositivi d’ascolto di proprietà dell’Autorità stessa o di Società che operano per conto di quest’ultima sotto la diretta responsabilità delle Procure. Di tali apparati tecnici Telecom Italia non dispone e pertanto non può in alcun modo effettuare le attività descritte nell’articolo.
Inoltre, in merito a sospetti o presunte indagini da parte della procura di Milano, Telecom Italia ribadisce di non essere mai stata a tutt’oggi informata di indagini in materia.
La Società, visto il perdurare di illazioni e il protrarsi della diffusione di notizie false e gravemente lesive della propria immagine, agirà in ogni opportuna sede a tutela della propria immagine e reputazione.
Milano, 26 gennaio 2006