Il Collegio Sindacale di TIM prende atto che, in data odierna, il Consiglio di Amministrazione della Società ha deliberato a maggioranza di avviare le iniziative, anche in via di urgenza, volte ad impedire che le materie oggetto della richiesta di integrazione dell’ordine del giorno trasmessa alla Società da parte dei soci Elliott International LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership siano sottoposte alla deliberazione dell’assemblea ordinaria di TIM già convocata, in unica seduta, per il 24 aprile 2018. Come oggi comunicato al mercato, la posizione della Società sarebbe ora supportata da diversi pareri legali.
Al riguardo, il Collegio Sindacale ricorda anzitutto che, durante la seduta del 22 marzo 2018 del Consiglio di Amministrazione, l’organo di controllo, tenuto conto dell’assenza di adeguata motivazione della delibera ed in assenza di memorandum e/o legal opinion di advisor legali, si è riservato di effettuare gli opportuni approfondimenti e verifiche in ordine alla decisione del Consiglio di Amministrazione di non provvedere all’integrazione dell’ordine del giorno.
Il Collegio ha quindi svolto, nei giorni immediatamente successivi, un’analisi senz’altro assai approfondita - pur in tempi, nell’interesse del mercato, certamente serrati -, in ciò anche supportato da un proprio consulente legale a tal fine specificamente incaricato.
All’esito di tale ponderato processo valutativo, è emerso che l’impostazione oggi evidenziata nei richiamati pareri legali della Società (impostazione la cui esistenza, ma anche i significativi relativi limiti, erano stati rilevati e oggetto di valutazione da parte del Collegio Sindacale) non era condivisibile, dovendosi invece nella fattispecie applicare l’interpretazione più ampiamente sostenuta in dottrina, che ha portato l’organo di controllo, come illustrato nella propria nota datata 30 marzo 2018, a ritenere doveroso procedere all’integrazione dell’ordine del giorno.
Tale interpretazione è infatti risultata, ad avviso del Collegio Sindacale, ben più coerente, tra l’altro, con la giurisprudenza e con le massime notarili riscontrate, con il contenuto delle direttive comunitarie in materia di diritti degli azionisti di minoranza, nonché con l’incomprimibilità, in linea di principio, del diritto degli azionisti qualificati di società quotate di ottenere l’integrazione delle materie all’ordine del giorno garantita dalla legge.
Ad ogni modo, il Collegio Sindacale procederà senza difficoltà ad illustrare in qualsiasi sede, ove richiesto, l’assoluta correttezza della propria valutazione nonché i presupposti giuridici e le motivazioni che hanno portato alla scelta effettuata.
Il Collegio Sindacale di TIM ribadisce di essersi mosso, oggi come in passato, solo ed esclusivamente nell’ottica di dar corso con scrupolo e serietà ai propri compiti e alla propria funzione di vigilanza sul rispetto delle norme di legge, regolamentari e statutarie e sempre con l’obiettivo di una tutela, così facendo, dell’interesse di tutti gli azionisti, singoli o qualificati, e degli stakeholders in generale.
Milano, 9 aprile 2018