Telecom Italia ha avviato a Reggio Emilia la rete in fibra ottica di nuova generazione (NGAN) che renderà disponibili servizi innovativi a cittadini e imprese.
L’iniziativa si inserisce nel piano di sviluppo nazionale di Telecom Italia per la realizzazione della rete NGAN con architettura FTTcab (Fiber to the cabinet), che prevede di raggiungere 100 città entro il 2014, con una copertura di circa 6 milioni di unità immobiliari, corrispondenti al 25% della popolazione.
I lavori sono già iniziati in diverse zone della città. A partire dal prossimo anno i cittadini di Reggio Emilia potranno cominciare a usufruire di connessioni ultrabroadband con velocità a partire da un minimo di 30 fino ad un massimo di 80 Megabit al secondo. Queste rendono molto più performanti gli attuali servizi e abilitano nuove generazioni di applicazioni come ad esempio la TV ad alta definizione, la telepresenza, i servizi di cloud computing per le imprese e servizi per la realizzazione del modello di città intelligente per le amministrazioni locali come la sicurezza e il monitoraggio del territorio, l’infomobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale.
Con questa iniziativa Telecom Italia si conferma motore dell’innovazione sul territorio. La realizzazione di infrastrutture ultrabroadband e soprattutto la diffusione dei servizi che esse abilitano, infatti, possono dare un impulso importante ad una crescita economica sostenibile del Paese e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
L’architettura FTTcab prevede l’utilizzo della fibra ottica fino all’armadio stradale e presenta il vantaggio, rispetto ad altre soluzioni, di una maggiore velocità di realizzazione dell’infrastruttura, minori disagi per i cittadini e una maggiore copertura a parità di investimenti.
Per la posa dei cavi a fibra ottica verranno sfruttate le infrastrutture esistenti e, dove necessario fare scavi, verranno utilizzate tecniche e strumentazioni innovative a basso impatto ambientale, che minimizzano i tempi di intervento, l’area occupata dal cantiere, l’effrazione del suolo, il materiale asportato, il deterioramento della pavimentazione e, conseguentemente, i ripristini stradali. In particolare, per garantire la sicurezza di tutti gli interventi infrastrutturali che verranno effettuati, saranno utilizzate le cosiddette “minitrincee”, innovative tecniche di scavo e ripristino del suolo che consentono, grazie a scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità, di ridurre fino all’80% i disagi per i cittadini e per le amministrazioni, del 67% gli incidenti sul lavoro e dell’80% i tempi necessari per la realizzazione di infrastrutture di TLC.
Reggio Emilia, 29 novembre 2012