L’evoluzione digitale della didattica è non solo un’opportunità ma anche, come hanno dimostrato i mesi più difficili della pandemia, una necessità.
Per renderla una realtà diffusa nel nostro Paese servono innanzitutto infrastrutture in grado di supportarla. TIM è impegnata in un grande progetto di superamento del digital divide geografico e porta l’ultrabroadband fisso e mobile su tutto il territorio. In questa direzione si inserisce anche l’iniziativa Infratel per dotare tutte le scuole di connessioni ultraveloci, a cui TIM ha aderito aggiudicandosi due lotti di gara. Gli istituti di Toscana, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia potranno collegarsi alla rete a banda ultralarga così da accedere a servizi essenziali per le attività di docenti e alunni.
Oltre l'emergenza COVID-19: infrastrutture e competenze
Per trasformare il modo di intendere la didattica, però, non servono solo le migliori infrastrutture. È altrettanto necessario sviluppare una cultura che ci permetta di affrontare un cambiamento non solo tecnologico, ma anche di competenze, professionalità e comportamenti.
Per questo occorre sviluppare un progetto di educazione al digitale sostenibile, che non lasci indietro nessuno, sotto il profilo territoriale, sociale, generazionale.
Una nuova didattica, integrata e migliorata grazie al digitale
Una iniziativa in questa direzione è il corso “Nuovi Docenti Digitali - la didattica integrata per le scuole aperte” avviato da WeSchool in partnership con TIM nell’ambito di Operazione Risorgimento Digitale. Un’occasione di formazione gratuita rivolta a 5.000 docenti interessati ad arricchire e integrare l’insegnamento con le nuove tecnologie, che ha anche permesso di raccogliere opinioni su luci e ombre della didattica a distanza (DAD).