Nel lavoro di tutti i giorni in TIM siamo abituati ad “inventare, costruire e soprattutto migliorare la percezione dei Clienti” e tutti i processi aziendali sono sviluppati in maniera da garantire il migliore risultato possibile sulla rete e sulle piattaforme disponibili. Tuttavia l’esperienza ci ha insegnato che, per raggiungere gli obiettivi in maniera efficiente, occorre anche “saper spegnere e recuperare gli asset dismessi” ed occorre farlo mentre i Clienti sono attivi in Rete. Il contesto in cui ci muoviamo attualmente è quello di una rete che abilita diverse tipologie di connettività sia fissa che mobile e con diversi livelli di performance erogabili in maniera massiva (ossia per tutti i clienti di un’area), piuttosto che dedicata (ossia ai clienti che fruiscono di servizi personalizzati, nelle sedi in cui si trovano). In ogni caso, riferendoci alla Rete Fissa, i piani di copertura FTTX garantiscono un livello elevato anche se non equamente distribuito in tutte le aree del Paese. Inoltre, anche a seguito delle iniziative intraprese come Sistema Paese, sono in corso di sviluppo dei progetti di copertura con servizi FTTH con la finalità di rendere disponibile massivamente un servizio ultrabroadband e, di fatto, completare la copertura oggi disponibile in FTTX. Quindi dobbiamo partire dal considerare che, attivando nuove connettività in rete e “trasformando” i servizi utilizzati dai Clienti, avremo sempre la necessità di “spegnere e recuperare” le tecnologie che erogano i servizi tradizionali quali ad esempio la Fonia a commutazione di circuito (RTG) o i primi servizi multicanale (ISDN BRA) piuttosto che i primi servizi di connettività dati asimmetrici (ADSL).
Questo è la sfida dei Progetti di Decommissioning e di Valorizzazione degli asset.